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sabato 26 settembre 2009

Oronzo Macondo Writers Factory, 2 - 3 - 4 ottobre 2009 a Villa Conca Marco














A soli 12 km da Lecce, 28 da Otranto, 0,5 km dal paesino Vanze di circa 400 persone si trova Villa Conca Marco che sorge nel cuore di un territorio protetto, insieme all’oasi del WWF “Le Cesine” e al campo da golf a 18 buche. Di grande valore storico ed architettonico è il Castello della vicina Acaya, cittadella fortificata, patrimonio dell’UNESCO e prossima sede internazionale del forum per la pace. Percorsi cicloturistici e a cavallo consentono di visitare le masserie limitrofe. La vicinanza al mare, 3 km da Torre Specchia dove siamo presenti con la struttura balneare “BUENA VENTURA”, offre al cliente la particolarità di una vacanza relax anche nel pieno di agosto. L’agriturismo Villa Conca Marco che ospita l’Oronzo Macondo Writers Factory si può agevolmente raggiungere in auto, percorrendo la Litoranea Adriatica (SP.366) in direzione Otranto; superate Acaya e l'oasi naturale WWF "Le Cesine"svoltare all'uscita "Vanze", Villa Conca Marco si trova a 800m sulla destra. Un progetto dunque ambizioso quello dell’Oronzo Macondo Writers Factory che parte da alcune considerazioni di base: Quale rapporto c'è tra letteratura, linguaggio e nuovi media? A distanza di oltre 10 anni dall'esplosione del web, le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di scrivere, di raccontare, di farsi leggere? Le speranze di rilancio della letteratura e della scrittura creativa che agli inizi degli anni '80 alcuni intellettuali avevano riposto in internet sono state disattese o si sono concretizzate in nuovi orizzonti? E come ha reagito a tutto questo il mercato? Quali sono le prospettive artistiche ed economiche di questo mondo? "Oronzo Macondo" vuole porsi e porre queste ed altre domande in un week-end di incontri, dibattiti, workshop, approfondimenti sulla letteratura italiana contemporanea. Una residenza artistica per analizzare le nuove frontiere della cultura, le sue prospettive, i suoi successi, i suoi fallimenti, le illusioni. Scrittori, blogger, sociologi, studiosi e critici saranno ospiti del Salento in una sorta di grande fratello della comunicazione.

Letteratura e web
Gianni Biondillo, Davide Borrelli, Omar Di Monopoli, Carlo Formenti, Elisabetta Liguori, Massimo Maugeri, Giulio Mozzi, Paolo Nori, Antonio Pascale, Livio Romano, Michele Trecca, Giorgio Vasta, Dario Voltolini

Programma venerdì 02 ottobre
ore 15.00 - registrazione
ore 16.00 - apertura dei lavori a cura di Carlo Formenti
ore 16.30 - Letteratura e Nuovi Media. L’aspetto creativo e della comunicazione

Dario Voltolini: Dal principio: Nazione Indiana e i fuoriusciti
Gianni Biondillo: Memoria dal retrobottega
Massimo Maugeri: Letteratitudine, un incontro di voci


Coordina Michele Trecca

Interventi di Davide Borrelli, Girolamo De Michele, Francesco Dezio, Omar Di Monopoli, Elisabetta Liguori, Giulio Mozzi, Antonio Pascale, Livio Romano, Michele Trecca, Giorgio Vasta

ore 18.00 - coffee break
ore 19.30 - chiusura dei lavori
ore 21.00 - reading letterario presso il comune di Zollino

Programma sabato 03 ottobre

ore 09.00 - registrazione
ore 10.00 - Letteratura e nuovi media. L’aspetto creativo e della comunicazione

Girolamo De Michele: Visione e presa del reale (romanzo, televisione, rappresentazione)
Giorgio Vasta: Ritorno alla militanza?
Antonio Pascale: La manutenzione dello stile


ore 13.00 - pausa pranzo
ore 15.00 - Letteratura e nuovi media. Gli aspetti del mercato

Carlo Formenti: Editoria, Web 2.0 e diritto d’autore
Giulio Mozzi: Vibrisselibri: luci e ombre di un’esperienza di editoria online
Dario Voltolini: "Il primo amore: l'esperienza on line diventa cartacea"
Interventi di Gianni Biondillo, Davide Borrelli, Girolamo De Michele, Francesco Dezio, Omar Di Monopoli, Elisabetta Liguori, Massimo Maugeri, Paolo Nori, Livio Romano, Michele Trecca


ore 16.30 coffee break
ore 18.30 presentazione del libro di BooksBrothers, Frammenti di cose volgari, a cura di Michele Trecca
ore 20.30 reading letterario presso il comune di Campi Salentina


Programma domenica 04 ottobre
ore 10.00 incontro finale e chiusura lavori

Per ulteriori informazioni:
info@oronzomacondo.it
http://www.oronzomacondo.it

Il libro del giorno: Il regalo di Berlusconi di Peter Gomez e Antonella Mascali (Chiarelettere)

"Mills ha agito certamente da falso testimone. Da un lato per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse o almeno il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso operazioni societarie e finanziarie illecite. Dall'altro per perseguire il proprio vantaggio economico." Dalla sentenza di condanna in primo grado di David Mills, 17 febbraio 2009, all'interno del libro. Nicoletta Gandus Presidente, Pietro Caccialanza Giudice, Loretta Dorigo Giudice. Bisogna cominciare da qui. Dalle motivazioni della sentenza di condanna che il 17 febbraio 2009 ha inflitto quattro anni e mezzo di carcere in primo grado a David Mills, l’avvocato inglese, marito di un ministro laburista, creatore a partire dal 1978 della rete delle società offshore del gruppo Fininvest. Un documento eccezionale, solo in parte raccontato da giornali e tv, in cui si spiega come dietro le assoluzioni di Berlusconi nei vecchi processi (corruzione della Guardia
di Finanza) ci sia la falsa testimonianza di Mills. E in cui, finalmente, viene alzato il coperchio sul sistema di fondi neri che ha garantito al Cavaliere anni di guadagni esentasse: centinaia di milioni di euro sottratti allo Stato. Tutto grazie a lui, Mills, il professionista foraggiato da Berlusconi prima con 10 miliardi di lire e poi con una tangente da 600mila dollari. Due imputati ma un solo condannato: il presunto corrotto. L’altro, l’uomo che lo aveva pagato per farlo tacere, nel frattempo ha fatto carriera ed è diventato presidente del Consiglio. Lo ha voluto il popolo. E grazie alle leggi ad personam (in questo caso il lodo Alfano, approvato in consiglio dei ministri anche dal premier) è riuscito a non essere processato. Un delitto perfetto!Questo libro illustra con fatti, testimonianze e documenti inediti alla mano, tutte le trappole e gli inganni tesi a danno di magistrati, giornalisti, avversari politici: per salvare Berlusconi e condannare noi cittadini a non sapere. Basta leggere la sintesi della sentenza pubblicata all’interno. Chi dovrebbe salvaguardare le leggi dello Stato ha fatto di tutto per occultare la verità e conservare il potere. Fino a quando?

Peter Gomez è inviato del settimanale "L’espresso" e cura con Corrias e Travaglio il fortunato blog voglioscendere.it. Collabora con la rivista “Micromega”. È autore di molti libri di successo, tra cui Regime, Inciucio, Le mille balle blu (con Marco Travaglio, Bur); I complici (con Lirio Abbate, Fazi); Mani sporche (con Gianni Barbacetto e Marco Travaglio, Chiarelettere); Se li conosci li eviti (con Marco Travaglio, Chiarelettere); Bavaglio e Papi (con Marco Lillo e Marco Travaglio, Chiarelettere).

Antonella Mascali è cronista giudiziaria a Radio Popolare di Milano. Ha esordito sulla rivista “I Siciliani” di Catania. Nel 2007 ha vinto il Premio cronista Guido Vergani. Per Chiarelettere ha scritto Lotta civile (2009), che ha vinto il premio Com&Te Cava-Costa d’Amalfi.

“The B people... sapevano bene quanto la mia testimonianza, per usare un eufemismo, avesse tenuto Mr. B fuori da un sacco di problemi.”
David Mills.

“La sentenza emessa nel processo Fininvest ha accertato che la Guardia di Finanza era stata corrotta... affinché non venissero svolte approfondite indagini in ordine alle società del Gruppo Fininvest e non ne emergesse la reale proprietà.”
Dalla sentenza.


Casa editrice Chiarelettere: http://www.chiarelettere.it/

Anteprima: Over-Age Apocalittici e disappropriati di Aa. Vv. a cura di Giulio Milani (Transeuropa edizioni)

I diciassette racconti che compongono questo volume sono stati selezionati tra una messe di oltre quattrocento testi arrivati nell’arco di un anno e mezzo alla redazione del “progetto over 65”. Si tratta di diciassette storie che hanno per tema una condizione contesa fra quotidianità di sentimenti e di ricordi e aspirazione ad affrontare nuovi progetti e avventure. Un’intonazione palpitante e mai pacificata, «apocalittica» come può essere la scoperta di non avere più molti anni di vita davanti, e che le doti di serenità e saggezza che si attribuivano alla vecchiaia, se mai esistono, sono ancora tutte da conquistare. Un libro inaspettato e ricco di spunti e di vicende anche biografiche sorprendenti, una vera e propria «educazione sentimentale» alla vecchiaia, fra notti d’amore nei musei, viaggi in paesi sconosciuti, cubane dai seni commoventi e contrabbandieri di valute, omicidi sognati e violenze rimosse, tradimenti, illusioni d’amore e disinganni, detective improbabili e neo-eremiti, insieme al ritratto dello splendido Edi Tonon, prototipo friulano del «gerontolescente». In un paese in cui la fascia di popolazione oltre i 65 anni rappresenta il 19,7 % della popolazione complessiva, cresce di pari passo il pericolo, più volte paventato presso l’opinione pubblica, che venga meno quel «patto di solidarietà» tra generazioni che fin qui è stato anche il modello dell’attuale organizzazione previdenziale. Il dibattito politico che ne è scaturito – e che somma le inevitabili strumentalizzazioni di parte ai reali problemi tecnici, economici e sociali implicati dalla situazione contingente – ha contribuito a incrementare il sospetto reciproco tra due categorie – i giovani e gli anziani – da sempre in conflitto su molteplici versanti, ma entrambe accomunate da uno stesso, permanente rischio di emarginazione sociale e incomunicabilità culturale, oggi in costante aumento. Da qui l’idea di realizzare un’antologia a metà strada tra un’inchiesta di sociologia culturale e un discorso specificatamente letterario, capace di superare i pregiudizi attraverso un approccio empatico tra le diverse generazioni. La salute fisica, il rapporto coi figli e i nipoti, il ricordo dei genitori, il pensiero della morte, la presenza o la mancanza di un partner affettivo, la gestione della sessualità e del desiderio, l’abbandono o il congedo dagli idola della vita attiva, sono solo alcuni dei tratti “generazionali” che fanno da sfondo alle narrazioni qui ospitate. La ricchezza di questo volume sta proprio nella capacità che questi narratori dimostrano di saper trascendere gli aspetti specifici dell’età per guadagnare, da una prospettiva inedita e sorprendente, l’universale letterario. Tra gli undici narratori qui selezionati troviamo chi è stato insegnante e chi ha fatto l’impiegato, chi il pittore, lo sceneggiatore, il redattore editoriale, la parrucchiera, il dirigente d’azienda, la casalinga, il direttore marketing, l’operaio: ognuno di loro ha sempre coltivato la passione per la lettura e per i libri, finché non ha deciso di provare a emulare gli scrittori che ha amato.
Persone che hanno scritto da una vita, o che hanno cominciato a farlo soltanto al momento della pensione, gli undici autori di questo volume testimoniano una fiducia indomita nelle possibilità del lavoro letterario e si dimostrano capaci di proporre contenuti e riflessioni nuove sulla propria età e, più in generale, sulla realtà di questi anni.

Gli autori


Roberto Pusiol è nato a Udine nel 1941, dove ha sempre vissuto e lavorato come insegnante di lettere nella scuola secondaria. Ha cominciato a scrivere quando è andato in pensione, dopo essersi imbattuto in Raymond Carver. Oltre al romanzo breve Ritratto di Edi Tonon, gerontolescente, da cui sono tratti i brani qui antologizzati, ha messo insieme una raccolta di racconti dal titolo provvisorio Warmbad.
Giorgio Bianchi (Torino, 1932) ha due figli e due nipoti. Ha fatto l’impegato amministrativo sino alla pensione e adesso lavora come volontario a progetti di sviluppo presso una ong di Torino, occupandosi principalmente di Mali e Burkina Faso e più marginalmente di Centroamerica.
Benedetto Benedetti è nato nel 1924 a Perticara, paese di sulfatari come Racalmuto, ma non si è mai ricordato di parlare a Sciascia di questa coincidenza. Ha molto ammirato Pannunzio e letto “Il Mondo”. Buona consuetudine con Flaiano, che una sera di estate capì la situazione – una ragazza che aspettava al portone di via Campo Marzo – e disse alla Massari: «Le foto pagagliele subito che deve andare all’estero». Amicizia con Cassola, Il Taglio del Bosco fu rivelazione. Al cinema sceneggiò per Tonino Cervi, che lo aveva chiuso in un sottoscala insieme con un criceto che zampettava su una ruota, «Così impari a battere a macchina». Poi con Liverani sceneggiatore e protagonista di Sai cosa faceva Stalin alle donne?, bandiera del cinema anticomunista. Vive a Novafeltria, di recente provincia di Rimini, dove sta scrivendo il suo secondo romanzo dal titolo provvisorio La Cavallina Storna.
Andrea Comotti è nato nel 1947. Lavora nell’editoria scolastica come redattore. Nel decennale della morte di C. E. Gadda ha curato una mostra biobibliografica a lui dedicata e un’antologia, La Milano dispersa di C. E. Gadda, di brani gaddiani sposati a immagini coeve della città di Milano.
Lorenzo Muratore è nato a Ventimiglia il 7 giugno 1941.
Luciano Aconito è nato a Napoli nel 1929 e si è trasferito in Canada nel 1971, dove è morto nel 2007. Ha lavorato per 10 anni come operaio in una fabbrica del pane, prima che un incidente sul lavoro lo costringesse al pensionamento anticipato. Pubblicista e studioso di letteratura italiana moderna, ha pubblicato racconti e critiche su riviste come «Nuovo Frontespizio», «Il Sodalizio Letterario» e su diversi quotidiani canadesi e italo-canadesi.
Gloria Gerecht (Roma, 1943) dopo gli studi classici al Tasso, ha frequentato per quattro anni lingue e letterature straniere moderne alla Sapienza, sotto Agostino Lombardi, lasciando gli studi prima della tesi, nel ’68. Casalinga senza pensione con l’hobby per la ceramica, in autunno uscirà la sua prima raccolta di racconti dal titolo Donne, senz’ombra di polemica (Agra Edizioni).
Mario Melloni (Ascoli Piceno, 1933) vive ad Ancona ed è un teorico dell’arte e un pittore membro dal 1999 dell’École des Arts Science Lettres di Parigi.
Attualmente sta lavorando su un romanzo storico di circa 500 pagine, che potrebbe essere la sua opera prima.
Paolo Passanisi (Noto, 1942) ha studiato a Firenze e si è laureato in scienze politiche alla Cesare Alfieri con una tesi in sociologia della comunicazione. Durante gli anni fiorentini è stato allievo di Mario Luzi ed è stato incoraggiato a coltivare la scrittura da Romano Bilenchi. L’interesse per la comunicazione, tuttavia, gli ha fatto compiere altre scelte che lo hanno portato a lavorare, in Italia e all’estero, per importanti gruppi internazionali e grandi agenzie nel settore del marketing, della pubblicità e della comunicazione. Dopo alcuni anni fra Losanna, Parigi e Londra, è tornato in Italia e si è stabilito a Roma, dove ha continuato la sua attività come libero professionista. Da qualche anno ha ripreso, con maggiore disponibilità di tempo e impegno, la sua passione per la scrittura. L’angelo di Leonardo è uno dei suoi primi inediti racconti, che è servito da spunto al suo primo romanzo, anch’esso inedito. Attualmente sta lavorando ad un secondo romanzo.
Gabrina Liliana Lenzitti, nata a Brindisi nel 1939, dove vive attualmente, ha lavorato come parrucchiera e oggi è pensionata. Ha lavorato a una raccolta di racconti (ancora inedita) ispirati alle proprie vicende autobiografiche.
Giorgio Jellici nasce a Trento nel 1935, da madre trentina e padre moenese. Dopo la maturità classica al Prati si laurea in Giurisprudenza a Ferrara. Nel 1962 espatria per “conoscere l’Europa”. In Germania entra alla Siemens AG, dove svolge incarichi di responsabilità in alcuni paesi d’Europa e in Estremo Oriente. Questi decenni di emigrazione gli permettono di acquistare padronanza di determinate lingue e di avvertire il vuoto lasciato dalla distruzione dell’ebraismo nell’Europa centro-orientale per mano del nazifascismo. Oggi Jellici, pur mantenendo fortissimi legami con la sua terra di origine, ha trapiantato parte della sua vita in una casa di pietra ricostruita con le sue mani in Francia, al confine fra il Rodano e la Provenza, dove vive senza corrente elettrica come nella tradizione dei masi ladini.

Il libro verrà presentato in anteprima nazionale a Roma martedì 29 aprile, alle 21,30, presso il Chiccen in via del Pigneto 91

venerdì 25 settembre 2009

Le declinazioni affettive" di Alfredo Annicchiarico (Lupo editore) oggi al Caffè Letterario di Lecce

“Lei guarda oltre il finestrino per innamorarsi dei colori della terra, convinta che chi si innamora continuamente non tradisce mai la propria giovinezza, esercitando il dolce e malinconico esercizio dell’eternità, origliando alla porta della fine dei giorni”.In una Genova piovosa, attorno al letto di Stefano, attore teatrale finito in overdose, si dipanano i pensieri e i dialoghi delle persone importanti della sua vita. Mentre lui emerge da quello che forse non è stato un incidente di percorso, altre esistenze combattono la propria battaglia con la solitudine, con la sconfitta e con il bisogno di amare. Una storia di oggi.
Il libro "Le declinazioni affettive" di Alfredo Annicchiarico (Lupo editore), verrà presentato oggi alle 21,00 da Angelo Petrelli al Caffè Letterario di via Paladini a Lecce

Crimini di Piombo (Editrice Laurum) al Pisa Book Festival

Sabato 10 ottobre verrà presentato il libro "Crimini di piombo" (Editrice Laurum), l'antologia dedicata agli Anni di Piombo, curata dagli scrittori Daniele Cambiaso e Angelo Marenzana, con un racconto, tra gli altri, di Roberto Saporito dal titolo "Un'educazione parigina", al Pisa Book Festival (Palazzo dei Congressi di Pisa, alle ore 16 presso la Sala Blu).
"Crimini di piombo raccoglie i 27 racconti frutto del lavoro dei ventinove autori che hanno scelto di raccontare, attraverso una storia pescata tra le mille piccole e grandi vicende attraverso cui si è manifestato il terrorismo nostrano, quell’evento drammatico unico in tutto il panorama politico delle attuali società moderne. Si tratta di un periodo inquieto e oscuro, infarcito di misteri e connivenze di diversa natura, che ha stretto per quasi trent’anni in una morsa luttuosa e criminale le coscienze di casa nostra. Sono 27 racconti scritti per ricreare le atmosfere di anni in cui si sono consumati dubbi e dolori, per provare a spezzare la spessa lastra del silenzio e per dare corpo a un coro di voci che pretende da una società civile la sua vera ragione di esistere come tale.
"Anni di piombo sono stati definiti. Anni di una guerra ideologica urlata attraverso il fuoco delle armi, ma al tempo stesso silenziosa, mai dichiarata, che ha attraversato tutta la penisola, costellata da piccoli e grandi avvenimenti, senza alcuna eccezione, senza distinzione tra metropoli e campagna. Una guerra senza esclusione di colpi nelle piazze durante i comizi sindacali o i cortei, sui treni che percorrevano in lungo e in largo la nostra ragnatela di binari, davanti alle caserme, alle università come ai licei, nei portoni sotto casa, se non addirittura dentro le case, con la stessa crudele violenza delle bombe sganciate dal cielo in tempo di guerra."

Dalla Prefazione di D. Cambiaso e A. Marenzana


Autori: Paola Alberti, Claudio Asciuti, Giorgio Ballario, Giorgio Bona, Daniele Cambiaso, Antonella Cocolli, Igor De Amicis, Marco De Franchi, Stefano Di Marino, Ippolito Edmondo Ferrario, Diana Lama, Ettore Maggi, Stefano Mantero, Angelo Marenzana, Adele Marini, Sergio Paoli, Riccardo Parigi, Biagio Proietti, Mario Quattrucci, Sergio Rilletti, Renzo Saffi, Roberto Santini, Roberto Saporito, Gianpaolo Sfondrini, Massimo Sozzi, Loredana Squeri, Maria Teresa Valle, Nicola Verde, Giorgio Zucca

SATYRICON. LA SATIRA POLITICA IN ITALIA (Guanda) A cura di Ranieri Polese dall'1 ottobre in libreria

Sul Riformista di oggi è apparso a pag. 19 nella rubrica Culture l'intervento di Luisa Pronzato tratto dall'Almanacco Guanda (uscirà il primo ottobre 2009)che per questo numero ha come titolo "Satyricon". Una riflessione su come il linguaggio al di là di tutte le sue utilizzazioni e strumentalizzazioni possa ancora servire da meccanismo fenomenologico e creativo per la liberazione umana. Che sia critica amara, anche con un risus sardonico, la satira sta scomparendo, perchè scomoda, perchè acida, perchè forse si è persa la capacità di apprezzarne l'utilità a livello di impegno sociale e civile nei confronti delle cose che non vanno e del poetere. Meno male che ci pensa Guanda!
IL LIBRO
Tempi duri per la satira politica in Italia. Comici denunciati, vignettisti sospesi da programmi tv, molti autori satirici non più graditi sui teleschermi. Mai come ora si è avuta l’impressione di un potere unico che non tollera nessuna forma di critica, nemmeno quella che si esprime in disegni o battute. Dall’altra parte, sul fronte dei comici, si è verificata una sorta di scissione: gli irriducibili, da un lato, quelli che hanno finito per diventare simboli di aggregazione politica per un’opposizione che non si riconosce più nei partiti tradizionali (il caso Grillo, poi Sabina Guzzanti); e poi gli altri, quelli che ormai trovano ripetitivo, forse non utile, il rincorrere tutte le gaffe che Berlusconi ogni giorno semina. Proprio Berlusconi, del resto, ha spianato chiunque con i suoi capelli, la bandana, le corna ai summit internazionali, gli scherzi ad Angela Merket, le barzellette imbarazzanti. Ha superato anche la più fervida immaginazione satirica, e — cosa da non sottovalutare — ciò nonostante vanta un gradimento popolare immenso.
Una riflessione su cosa è la satira, su come oggi possa ancora incidere è il tema dell’Almanacco Guanda 2009, che si apre con un testo di Dario Fo, che distingue satira da parodia, la critica dal compiacente sfottò. Corredano il volume le vignette dei principali disegnatori, Altan, Giannelli, Ellekappa, Forattini, Staino, Vincino e altri ancora. Fra i testi ci sono gli interventi di Riccardo Barenghi (Jena), Michele Serra, Alessandro Robecchi; con loro gli scrittori Giuseppe Genna, Gianni Biondillo, Gianiuca Morozzi. Fra i contributi saggistici testi di Oreste del Buono (Linus e il '68), Marco Giusti (il cinema), Cado Alberto Brioschi (fortune e sfortune della storia della satira), Claudio Carabba (la satira com’era).

SUDAPEST di Irene Leo (Besa) domani al Fondo Verri di Lecce

Il presidio del libro di Lecce, Fondo Verri, sabato 26 settembre, dalle 20.00, nella sua sede, in via Santa Maria del Paradiso, per l'edizione 2009 della Festa dei lettori, propone il vernisage della mostra “Il tempo di Anna” opere minimali di Anna Colazzo Ma non è tutto, nella serata la presentazione di “Sudapest” di Irene Leo edita per i Poet/bar di Besa e a seguire l'ascolto del poema-teatrale “Pietra Pianta” di Alessandro Berti. Poesia nel verso lungo quella di Irene Leo, in Sudapest che vede tornare in libreria il Poet/bar di Besa. Scrittura che osa la narrazione che mischia voci e umori. Paesaggi anche, climi, desideri e solitudini sempre in cerca, che si spiegano, si aprono nel tentativo dell'accogliere. C'è l'amore, l'amaro dei destini e l'andare. “E’ una dimensione nervosa, vacillante, imprevedibile, quella proposta, un’altena di spine e orizzonti nel nostro Sud, o forse di tutti i luoghi del cuore, dei Sud del mondo che diventano in una sorta di trasfigurazione unitaria, “Sudapest”. Le generazioni coinvolte si annodano ad un destino che è sempre in continua sfida, ed ha una gittata a lungo termine. E’ la storia di un viaggio, di un ritorno, della poesia che abita l’assenza, diventa il tutto, dell’alito di misterioso vento che smuove le piccole cose terrene, presagio di resurrezione imminente nel cerchio consapevole del tempo”.

Info: Fondo Verri, via Santa Maria del Paradiso 8 - 73100 Lecce
tel.fax 0832 304522 - cell. 3273246985

Evaluna incontra Delia Vaccarello a Lecce

Evaluna Lecce-la libreria delle donne organizza l’8 ottobre 2009, ore 17,00 presso le Officine Cantelmo a Lecce (Viale De Pietro) l’evento “Evaluna incontra Delia Vaccarello. La scrittura come presenza omosessuale”. L’incontro è dedicato alla scrittura giornalistica ed editoriale di Delia Vaccarello. Dialogheranno con l’autrice Alessandro Taurino, docente di psicologia clinica presso l’Università di Bari, Sabrina Sanò, titolare di Evaluna Lecce e Andrea Fiorucci esperto di differenze di genere. Nel corso dell’evento saranno letti dei passi di alcuni libri di Delia Vaccarello. Reading a cura di Francescadiletta Bortone. L’evento intende dare voce al rapporto tra scrittura e identità di genere. La libreria, nuova “officina culturale” del Salento, vuole offrire la possibilità di riflettere sul significato della scrittura come “presenza”, intesa come un’identità di genere che attraverso la narrazione e, in questo caso, l’attività professionale di Delia Vaccarello, manifesta la propria essenza. La “presenza” in questo senso è rappresentata dalla nudità dell’esistenza omosessuale. L’incontro con l’autrice vuole focalizzare l’attenzione su due modelli differenti di scrittura: quello giornalistico e quello narrativo-editoriale. Il primo modello è costituito da una dimensione di confronto, di assenso/dissenso, di schieramento “culturale”, di denuncia. Il modello narrativo-editoriale lascia la parola alla “nuda” presenza. La narrazione della Vaccarello focalizza l’occhio di bue sulla soggettività omosessuale, sul modo di raccontare la propria esperienza a prescindere dagli schieramenti, dalle denunce e dalle chiose. Solo riflettendo sulle dimensione della “presenza” e consegnando alla sua produzione editoriale e giornalistica un senso “metanarrativo” e ontologico possiamo riconoscere, alla scrittura di Delia Vaccarello, il vero valore che merita.

sabato 8 ottobre 2009, h. 17.00, presso le Officine Cantelmo a Lecce (Viale De Pietro)a Lecce

giovedì 24 settembre 2009

The Barcelona Review. Décimo tercer aniversario! Centenario Onetti

Una de las más prestigiosas y sin longevas revistas literarias en Internet cumple 13 años. Su compromiso con la literatura ha sido durante todo este tiempo INCORRUPTIBLE frente a las modas, las tendencias, y lo falsamente literario. The Barcelona Review desea celebrar este aniversario más con todos sus lectores/as, y para ello qué mejor que un escritor que nos pinta de pies a cabeza y que nos honra con su presencia, y que este año, así como nosotros entramos en nuestra pubertad, el cumpliría 100 años, Juan Carlos Onetti. Los invitamos a leer los cuentos de Onetti, La mano y El cerdito, además de tres ensayos dedicados a su obra y el video con el que la web Canal-L colabora, la conferencia celebrada en Casa Amèrica Catalunya con los autores Nora Catelli, Edgardo Dobri y Andrés Ehrenhaus, y una invitada especial, Aurora Bernárdez, que sale del público para tomar la palabra y hablar de Onetti como persona y amigo.

Suscripciones y colaboraciones a este email:
editores_tbr@hotmail.com


De Barcelona Review han escrito:

“Hace un par de años, encontré una revista en Nueva York con un listado de las 20 mejores revistas para publicar cuentos. Una de ellas era The Barcelona Review. Me sorprendió descubrir que tenía una versión en castellano. Impresionado por la calidad, quise mandar un cuento a la revista. Por una de esas cosas extrañas en las que se especializa la vida, justo esos días recibí una invitación de los editores para que les enviara un cuento. Lo hubiera hecho sin invitación, a la manera de cualquier escritor novel. The Barcelona Review tiene esa magia, esa calidad: nada más abrirla y leerla, uno quiere publicar en ella, ser de alguna forma parte de ella. Muchísimas felicidades.”
Edmundo Paz Soldán, escritor.

“Aunque no creo que Barcelona sea el nuevo lugar adonde haya que mudarse para ser escritor, creo que el oficio se vuelve severamente mas difícil sin The Barcelona Review. En un mundo, y en una web, donde se encuentra de todo, y donde todo importa tan poco, Tbr apuesta digitalmente por la palabra escrita.”
Alberto Fuguet, escritor.

“Un archivo muy valioso del pulso literario contemporáneo. Inteligencia, frescura y diversidad son los ingredientes que la distinguen entre sus pares del Internet.” Fernando Ampuero, escritor.

“Pocas revistas se merecen el adjetivo de imprescindible. A The Barcelona Review le viene perfecto y lo luce sin ostentación. Adelante amigos, y mucho cariño.”
Ilan Stavans, escritor y lingüista.

“50 años bastan para acabar con un matrimonio o volverlo irreversible. 50 balas son suficientes para una balacera de Hollywood. 50 dólares alcanzan para sobornar a catorce policías latinoamericanos. Y 50 números de The Barcelona Review llegan a dar un panorama bastante completo de lo que se está haciendo en la narrativa en español. Gracias por contar conmigo, Tbr, y que lleguemos a sobornar a un pelotón entero.” Santiago Roncagliolo, escritor.

“Es una magnífica noticia que The Barcelona Review, una revista tan arriesgada y comprometida con la literatura contemporánea, haya llegado a su número 50. Mi enhorabuena a sus editores, y larga vida a The Barcelona Review.”
Germán Sierra, escritor.

“Dichoso septiembre. Lolita cumple 50 años y The Barcelona Review 50 números. La primera sigue tan descarada y encantadora como siempre y la segunda tan audaz como el primer día. La primera es una celebración del arte de la novela, y la segunda una apuesta necesaria por el relato breve. A las dos hay que decirles lo que se suele decir a alguien que ha hecho algo grande por nosotros: no tanto felicidades, como muchas gracias.” Juan Bonilla, escritor.

Il libro del giorno: Pulce non c'è di Gaia Rayneri (Einaudi Stile Libero)

Quando hai tra le mani una storia come questa, una storia che urla, e che hai vissuto da vicino, puoi fare un sacco di guai se decidi di raccontarla. Rischi di essere troppo coinvolto, retorico o furioso. Ma se la prendi e la sposti di lato, e la guardi attraverso gli occhi di una ragazzina piena di fantasie più grandi di lei, con una voce comica irresistibile, capace di sparare a mitraglia pensieri bellissimi ed eccentrici, rischi di vederla finalmente per davvero. «Pulce qualche volta piange, ma non sa dire che è triste; anzi, a volte sembra che non sappia nemmeno piangere, perché lo fa in un modo che non le scendono le lacrime, ma le piange solo la faccia. È difficile da spiegare, comunque non è molto importante, perché Pulce piange poco». A raccontarci Pulce e il suo mondo speciale è la sorella Giovanna, con la sua voce ironica, candida, intelligente, divagante. Pulce è una bambina allegra, a cui piace infilarsi negli abbracci degli sconosciuti, stritolarti più forte che può. Non sa parlare e per scrivere usa un metodo che si chiama Comunicazione Facilitata e funziona così: «Tu prendi un bambino autistico, lo fai sedere davanti a un computer, lo tocchi e come per magia gli dai sicurezza, così lui scrive tutto quello che per tutta la vita si è sempre tenuto dentro». Quando un giorno, come tutti i giorni, mamma Anita va a prenderla a scuola, Pulce non c'è. «Provvedimenti superiori» hanno deciso che loro non sono più dei buoni genitori, e Pulce è stata portata nella comunità Giorni Felici. Anita e Giovanna possono farle visita una volta alla settimana, «sotto lo sguardo soldato di un'educatrice». Papà Gualtiero, invece, sua figlia non può vederla, perché su di lui grava una mostruosa accusa. Giovanna ha solo tredici anni quando comincia questa «storiaccia». È una ragazzina curiosa, con qualche tic nervoso e un gruppetto di amici immaginari. E proprio grazie alla sua immaginazione vispa e intelligente, alla sua potente capacità inventiva, Giovanna ci racconta senza retorica e senza patetismi lo scontro tra mondo adulto e infanzia, tra malattia e normalità, tra rigidità delle istituzioni e legami affettivi. Il suo sguardo singolare, il suo punto di vista spostato, ci fa vedere improvvisamente le cose, rende intellegibile ciò che anche gli adulti faticano a capire. E ci spiazza. Un romanzo fresco e spietato, che colpisce per l'intensità della scrittura. Un libro miracoloso in cui tragedia e commedia si compenetrano a ogni pagina.

"Niente retorica nè lacrima facile in Pulce non c'è, appena uscito da Einaudi Stile Libero (pp. 228, Euro 17,00), scritto da Gaia con il nome di Giovanna e gli occhi dell'epoca, ragazzina tredicenne che oscilla tra rabbia e allegria, tra l'angoscia per la sorella, la preoccupazione per i compiti di epica, i dubbi su come vestirsi. Con il rifiuto dello stile da telenovela e una capacità d'entrare nei fatti sorprendente: un ingresso a pieno titolo nella scuola torinese dei giovani autori che intercettano il malessere dei coetanei, capostipite il Paolo Giordano della Solitudine dei numeri primi, senza dimenticare il Christian Frascella di Mia sorella è una foca monaca"

di Raffaella Silipo tratto da La Stampa del 24/09/09, p. 39

casa editrice Einaudi: http://www.einaudi.it/

ArtB - edizioni di arte necessaria a cura di BigSur

La prima collezione ArtB - edizioni di arte necessaria, una linea di artefatti comunicativi, t-shirt, quaderni, complementi d'arredo, che riproducono le opere grafiche e pittoriche realizzate da artisti "outsiders", gli utenti del centro di Attività Espressive La Tinaia, allocato nell'ex Ospedale Psichiatrico San Salvi di Firenze. Lo showroom ArtB è consultabile sul sito www.artb.it, portale ricco di contenuti frutto dell’interesse pluriennale che Big Sur rivolge alla valorizzazione umana e artistica di persone con problemi psichiatrici. Questo modo di accostarsi al lato creativo di persone che vivono in condizioni difficili è un elemento ricorrente nelle produzioni di Big Sur, che ha sempre dedicato grandi energie alla valorizzazione di attività artistiche che si esprimono in visioni “diverse” dall’usuale. Il progetto ArtB-edizioni d'arte necessaria, si ispira all’arte “grezza”. Così viene tradotto il termine francese “Art Brut”, con cui Jean Dubuffet, artista e teorico dell’arte, definì nel 1945 quella produzione figurativa contraddistinta da un’inventiva spontanea, non contaminata dalla cultura artistica. Indifferenti alle critiche, i creatori di Art Brut sono gli unici destinatari delle loro opere, la loro spinta creativa è tutta interiore,lo spirito che accoglie i racconti dell’anima in forme, colori, segni unici. Gli artisti di questa prima produzione ArtB sono Marco Raugei, Claudio Ulivieri e Franca Settembrini. Le loro opere sono state presentate nei più importanti centri espositivi di tutto il mondo dedicati all'art brut, da New York, a Londra, a Chicago e alcune di queste fanno ora parte della collezione del Museo dell'Art Brut di Losanna e sono la testimonianza di un patrimonio culturale che Big Sur si propone di valorizzare. Parte del ricavato della vendita delle produzioni ArtB è destinato a sostenere le attività del centro di Attività Espressive La Tinaia.

http://www.artb.it
Big Sur, G.A. Coppola n. 3, Lecce, Italy

VIA ETERE - il libro. Trent'anni di radio libere di Paolo Lunghi (Ibiskos Ulivieri)

Radiocronaca della Radio - Aspetti socioculturali e socioeconomici di un cambiamento di costume e di vita. Un libro di Paolo Lunghi con la prefazione dell’ On. Tana de Zulueta, la testimonianza di Claudio Varetto, le note di Cristiano Mazzanti e l'introduzione di Giovanni Lobardi, edito da Ibiskos Ulivieri. Un Libro (e un doppio CD), sulla Radio Libera, a trent’anni e più dalla nascita, che analizza il settore radiofonico partendo proprio dalle piccole realtà di provincia, da quei progetti apparentemente inutili di piccoli ragazzi, di nomi ignoti che non “saranno famosi”, ma che grazie al loro intuito hanno modificato la storia d’Italia, dando vita negli anni 70 al fenomeno delle Radio libere. Vede il “mondo della Radio” con gli occhi di coloro, probabilmente anche voi, che hanno vissuto la Radio sulla propria pelle e vuol essere un contributo per i più giovani che operano o vogliono “fare Radio”, anche in futuro grazie alle nuove tecnologie ed internet, tecnici, speakers, giornalisti, registi, autori. Cerca di analizzare partendo da una reale esperienza di vita “vissuta” dall’autore in una cittadina della provincia toscana, ma allo stesso tempo con persone diverse in paesi o città sparse per la penisola, hanno condiviso le stesse sensazioni attraversando e “vivendo”, il cambiamento che l’avvento delle Radio libere ha introdotto nel nostro Paese. Affronta l’argomento non solo da un punto di vista tecnico e giuridico, ma soprattutto da un profilo umano e se vogliamo sentimentale, in quanto la Radio è stata, non solo un apparecchio frutto della tecnologia, ma la leva e allo stesso tempo lo specchio di un fondamentale sviluppo dell’informazione, pilotando il passaggio all’età della libera informazione del cittadino e dal cittadino, il primo vero progetto di interattività nei processi informativi e comunicativi “on demand”. Quando si investono risorse ed energie sul futuro, è importante conoscere il passato e i processi che hanno caratterizzato la nascita e lo sviluppo di questo media. Una risposta trasversale nel tessuto sociale, creando, in modo così evidente un profondo cambiamento, sul piano sociale, sul piano economico, informativo, sui rapporti con le istituzioni, in tutte le fasi della vita sociale, culturale e socioeconomica, oltre a servire da scuola e stage operativo per un gran numero di artisti e giornalisti che, proprio grazie alla Radio hanno avuto modo di inventarsi una professione e fare esperienza. In breve, la Radio libera è stata il primo vero progetto di comunicazione libera, democratica e realmente interattiva, nata e gestita dal “basso” mettendo tutti sullo stesso piano e con la stessa possibilità di comunicare, sviluppatasi dalla base del popolo per una reale esigenza di comunicare tra persone. Il Libro sottolinea ovviamente quello che la Radio ha rappresentato per i giovani, come creatrice di tendenze, come punto di riferimento, quello che ha rappresentato per il mercato discografico e per tutti quegli artisti anche di nicchia che sperimentavano nuovi progetti musicali, modificando per sempre la comunicazione tra individui, ed è stata un vero “Etere” in tutti i sensi per coloro che hanno vissuto a trecentosessanta gradi quell’esperienza. Stringe un occhio a quei giovani che spinti dall’entusiasmo tipico della loro età e soprattutto dalla voglia di comunicare e stare insieme, se vogliamo applicando loro malgrado l’articolo 21 della Costituzione del nostro Paese: “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…” hanno creato tutto questo, che è rimasto e rimarrà nella storia d’Italia, come quei “quattro amici al bar” del libro, che nella provincia toscana hanno “fatto la Radio”: non sono stati i migliori, neppure i peggiori, ma ci sono stati! Vi sembra strano?

mercoledì 23 settembre 2009

ISOLAMENTO alla Torre Civica di Cisternino (BR)














Si inaugura venerdì 25 settembre alle ore 19:00, presso la Torre Civica di Cisternino (BR), la mostra d’arte contemporanea “Isolamento”, organizzata dall’Associazione Culturale “NoDryDance”, con la direzione artistica di Marco Moreggia e il patrocinio della Regione Puglia (Assessorato al Mediterraneo), della Provincia di Brindisi e del Comune di Cisternino (Uno dei 100 borghi più belli d’Italia). La mostra, che gode della collaborazione del critico e storico dell’arte Francesca Pietracci e dell’artista Franco Silvestro, presenta una produzione complessa e articolata di produzioni di artisti contemporanei, distinta in due diverse sezioni: La stanza di dentro e Passaggio Segreto. La prima sezione, allestita nelle tre stanze del secondo piano della Torre Civica e curata da Franco Silvestro, raccoglie una rassegna di video di giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, mentre la sezione Passaggio Segreto, allestita al primo piano, riunisce una serie di sculture installative di artisti locali. Nelle installazioni e nei video gli artisti cercano di affrontare un argomento apparentemente ambiguo, un tema controverso che evoca l’immagine del distacco volontario e allo stesso tempo l’idea dell’emarginazione o ancora l’impossibilità di uscire dal proprio perimetro: l’ISOLAMENTO. Anni fa Kevin Martin scriveva: ''La musica isolazionista ricorda ai suoi che esiste ancora una vita interna aliena con cui fare i conti e che congela il sangue …” Ma noi oggi ci chiediamo da dove ha origine questa /vita interna/ che implode? Cosa ha generato la sindrome di Hikikomori, la piccola città spettrale, la camera dentro la quale molti ragazzi si chiudono per anni? Le risposte sono fin troppo facili. Difficile risulta invece percepire che si tratta di una condizione comune e condivisibile che riguarda persone e società differenti. Le opere in mostra svelano alcuni di questi mondi, come pianeti che non collidono, ma che possono coesistere, guardarsi e ascoltarsi. Universi del dolore, del distacco, del compiacimento o ancora della consapevolezza, nel tentativo di rendere visibile la porta dell’invisibile. (…)
Francesca Pietracci

Franco Silvestro ha una comunicazione diretta, capace di presentare con una sincerità spiazzante le degradanti situazioni quotidiane che ci circondano. Sono realtà marginali, spesso incentrate sulle situazioni presenti nella sua città natale: Napoli. Questa nitidezza, “senza peli”, degli avvenimenti è riportata nelle sue opere, come sulle sculture candidamente bianche, chiare, che anche visivamente lanciano il loro messaggio senza mezzi termini. Autore di cronache marginali e rappresentazioni del degrado sociale e ambientale, Franco Silvestro elabora continuamente - tra un crudo realismo e un candore disarmante - una sorta di autobiografia pubblica e collettiva a partire dal racconto dell'hinterland napoletano come proprio luogo d'origine ma anche come realtà che da fenomeno locale diviene sempre più metafora globale. Tra le sue opere, Bombola di gas, scultura in gesso del 1992, attraverso la quale Silvestro denuncia la vendita abusiva di gas nella sua città e Nel fresco orinatoio alla stazione, video del 1999 ispirato dall’omonima poesia di Sandro Penna. Nato a Napoli nel 1960, vive e lavora tra Milano e Napoli. Espone con il Ponte Contemporanea (1995, 200, 2003, 2006) nelle principali città italiane, ma anche in Inghilterra, Francia e Germania.
Curatori: Marco Moreggia (project), Francesca Pietracci (testo critico), Fabrizio Detommaso e Paulo Del Gaudio (organizzazione), Franco Silvestro (sezione video)
Artisti:
Video Arte: Franco Silvestro, DDM &Pugliese, Shoga, Carmen Provitera, Valentina Fortunato, Rosalia Di Maggio, Vittorio Abbate, M. Rescigno, A. Di Martino, Giulio Mirabella, Giulio Del Vè, Pier Francesco Solimene
Sculture installative: Giuseppe Nisticò, Donatello Fumarola, Valentina Iacovelli, Walter Loparco

ISOLAMENTO, mostra collettiva Torre Civica di Cisternino (BR)
25 Settembre – 4 Ottobre 2009

Baarìa di Giuseppe Tornatore (Sellerio editore)

«Una sceneggiatura può forse regalare l’illusione di percorrere il viaggio di un altro viaggiatore, emozionandoci con le sue stesse emozioni, dubitando i suoi stessi dubbi, amando i suoi stessi amori, tormentandoci dei suoi stessi tormenti, sognando il suo stesso sogno».
Giuseppe Tornatore

"Baarìa" è il nome dialettale di Bagheria, cittadina alle porte di Palermo, ricca di storia e di ville settecentesche, paese natale di Giuseppe Tornatore, il quale ha così intitolato il suo ultimo film, in concorso alla 66^ Mostra del cinema di Venezia, la cui sceneggiatura questo libro proporrà in contemporanea all’uscita della pellicola nelle sale cinematografiche.
Attraverso le vicende di tre generazioni di una famiglia di Bagheria, - Giuseppe e Mennina, i loro padri, i loro figli - il libro racconta un secolo di storia italiana, le guerre mondiali e l’avvicendarsi di fascismo e comunismo, democrazia cristiana e socialisti. I luoghi che più hanno segnato l’infanzia del regista sono la casa dei nonni e il cinema. “Al tempo del fascismo la sala di Bagheria si chiamava ‘Cinematografo Littorio’ – racconta Tornatore –. Dopo la guerra si dovette cambiarne il nome. Ma era scolpito a caratteri cubitali sul frontespizio dell’edificio. Costava un occhio della testa. Così, il proprietario, per risparmiare, aguzzò l’ingegno e modificò solo la prima e l’ultima lettera: Littorio diventò Vittoria”. “Si potrebbe definire un affresco corale, io preferisco dire che "Baarìa" è una commedia, piena di ironia… Come nella migliore tradizione, la risata è l’anticamera per una riflessione più seria. Per esempio sulla politica, all’epoca in cui suscitava entusiasmi e simpatie. A Bagheria, poi, la politica aveva la dimensione del villaggio. Bastava passeggiare per il corso e sapevi tutto ciò che succedeva al mondo. Incontravi gli assessori, i sindaci, discutevi con loro. Era un rapporto direttissimo. «Baarìa è un suono antico, una formula magica, unachiave, il nome di un paese siciliano dove la vita degli uomini si dipana lungo il corso principale. Pochecentinaia di metri in cui imparare ciò che il mondointero non saprà mai insegnarti». Il nome di Giuseppe Tornatore è legato soprattutto al film "Nuovo Cinema Paradiso", di cui in questa collana è stata pubblicata la sceneggiatura. Ma è regista di tanti altri film tra i quali ricordiamo "L’uomo delle stelle", "Una pura formalità", "La leggenda del pianista sull’oceano", "Malèna", "La sconosciuta".

martedì 22 settembre 2009

Absolute Poetry a Monfalcone il 9 ottobre 2009

Absolute Poetry, il festival internazionale di poesia, giunto alla quarta edizione, quest’anno si apre al multiculturalismo e alle lingue minori.
Venerdì 9 ottobre alle ore 17.30 presso la Biblioteca Comunale di Monfalcone si terrà l’incontro sulla poesia in dialetto e nelle lingue minori europee con i poeti Rut Bernardi (ladino), Domenico Brancale (lucano), Yolanda Castaño (gagliego), Hedoi Etxarte (basco), Claudio Recalcati (milanese), Eurig Salisbury (gallese), Giacomo Sandron (veneto) e Marilisa Trevisan (bisiaco). In apertura Lello Voce incontra Federico Razzini (consigliere regionale).

I poeti:

Rut Bernardi è nata a Ortisei, in Val Gardena, nel 1962, vive attualmente a Chiusa ed è di madrelingua ladina. Ha collaborato al manuale del retoromanico ed alla SPELL. Ha conseguito incarichi di docenza all’Università di Zurigo, Innsbruck e Monaco (corsi di lingua ladina e traduzioni in ladino dolomitan). Ha scritto testi letterari e radiodrammi in lingua ladina. Nel 2003 la Gherlandes de sunëc / Sonettenkränze è stata premiata dal "Bundeskanzleramt der Republik Österreich - Franz Morak" come migliore opera prima di una casa editrice austriaca e nel 2004 ha vinto il premio di per giovani talenti "Walther von der Vogelweide" del Südtiroler Kulturinstitut di Bolzano.

Domenico Brancale è nato in Lucania. Ha pubblicato Cani e porci (Ripostes, 2001); Canti affilati (Franco Masoero Edizioni d’arte, 2003) e Frantoi di luce (Mavida, 2006) con inchiostri di Hervé Bordas; L’ossario del sole (Passigli editori, 2007) e la plaquette La cenere della voce (associazione La luna, 2009). Ha tradotto le poesie di John Giorno in La saggezza delle streghe (Stampa alternativa, 2006). Tra le performances si ricordano: John Giorno e Domenico Brancale (Bari, 2006); Frantoi di luce nera con il regista Michele Schiavino (Salerno 2006); Nessun sole sorge senza l’uomo - suoni per una voce a corda con i Fratelli Mancuso (Sant’Arcangelo, 2007); Cataletto per Aristakisyan con il regista Artur Aristakisyan (Potenza, 2008), Questa deposizione rischiara la tua assenza (Fano/Bologna 2009).

Yolanda Castaño è nata a Santiago de Compostela nel 1977. E’ laureata in Filologia. Poetessa e videomaker, partecipa spesso a convegni, è collaboratrice di vari giornali e riviste della Galizia ed è co-conduttrice di un quiz culturale giornaliero nella televisione galiziana. E’ stata segretaria generale dell’Associazione di scrittori in lingua galiziana, direttrice della Galleria Sargadelos di La Coruña e fondatrice di una casa editrice di poesia per autori emergenti. Ha dato luogo a diverse esperienze di fusione tra poesia e mezzi plastici, audiovisivi e musicali. Ha pubblicato Elevar as pálpebras (1995), Delicia (1998, seconda edizione: 2006), Vivimos no ciclo das Erofanías (1998, + un’edizione bilingue gallego/castigliano nel 2000. Premio della Critica Spagnola 1999), Edénica (2000), O libro da egoísta (2003, seconda edizione: 2004), Libro de la egoísta (edizione bilingue g./c., Visor, 2006) e Profundidade de campo (2007. XV Premio Espiral Maior).

Hedoi Etxarte è nato a Pamplona nel 1986. Sta per laurearsi in Traduzione e Interpretariato e diplomarsi in violino. Suzko Lilia (Giglio di fuoco) è il suo primo libro di poesie in lingua basca, pubblicato dall’editore Susa. Il libro è suddiviso in due parti (Présence e Absence) che hanno come tema i rapporti di coppia e la distanza imposta. L’incompatibilità tra i valori borghesi della coppia e la distanza che il mercato, ai nostri giorni, impone, facendo notare la mancanza di un modello di famiglia alternativo a quello del XIX secolo. L’introduzione del libro è a cura di Harkaitz Cano, che evidenzia il surrealismo e la mancanza di cinismo dei versi e l’attenzione per la città. Il libro dipinge paesaggi urbani di Berlino, Gasteiz, Gaza o Rostock, e parla della mescolanza tra amore e politica. Ha in cantiere un progetto ibrido tra poesia, fotografia e disegno. Ha tradotto in basco un comic di Gaston Lagaffe (Franquin).

Claudio Recalcati è nato a Milano, dove vive, nel 1960. Ha pubblicato le raccolte poetiche Riti di passaggio (1995), Senza più regno (1998) e Un altrove qualunque (Moretti & Vitali, 2001) supervincitore del Premio Internazionale Eugenio Montale 2002. Ha curato, con Carlo Maria Bajetta e Edoardo Zuccato, il testo universitario Amore che ti fermi alla terra – Antologia di voci del petrarchismo europeo (I.S.U. Università Cattolica, 2004). Ha tradotto poeti per “Testo a Fronte” e gran parte dell’ opera poetica di François Villon, in dialetto milanese, in collaborazione con Edoardo Zuccato, Biss, lüsert e alter galantomm (Effigie 2005). E’ apparso sulle maggiori riviste letterarie e sull’Almanacco dello Specchio (Mondadori 2006).

Eurig Salisbury è nato a Cardiff per poi trasferirsi con la sua famiglia nel villaggio di Llangynog, vicino Carmarthen, in Galles. Ha appreso da autodidatta lo cynghanedd, arte poetica, basata su un complesso modello di allitterazioni e consonanze, antica almeno sei secoli ed ancora diffusa in Galles oggi. Ha vinto premi in molti Eisteddfods (festival culturali gallesi). Il suo primo volume di versi, Llyfr Glas Eurig (Il libro blu di Eurig), è stato edito nel 2008. E’ stato inoltre uno dei giovani poeti gallesi a cui è stata dedicata una trasmissione dal programma ‘Saith Bardd’ (‘Sette Soeti) . E’ ricercatore presso il Centre for Advanced Welsh and Celtic Studies a Aberystwyth, dove si sta occupando dell’opera di un celebre poeta gallese del XV secolo, Guto’r Glyn.

Giacomo Sandron è nato a Portogruaro (Ve) verso la fine dell’estate del 1979. Si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Trieste. Fa parte dei Poeti Benandanti, progetto sorto in seno all’associazione culturale "Porto dei Benandanti" che ha sede a Portogruaro. Negli ultimi anni, tra Veneto e Friuli, ha partecipato a diverse serate di lettura e ad alcuni poetry slam. Sulla carta ha pubblicato una poesia, nella raccolta Notturni Diversi (ediciclo 2006), e un racconto, sulla rivista "Indobia", pubblicata dall’associazione culturale Gruppo Area di Ricerca con sede a Dobbia (Go). Alcuni suoi vecchi testi sono leggibili sul sito www.radiosilenzio.it.

Marilisa Trevisan vive da sempre a San Canzian d’Isonzo (Go) dove è nata, nella località di Begliano, nel 1964. Ha prestato opera di volontariato presso il Consorzio Culturale del Monfalconese e dal 1984 lavora alle dipendenze del Comune di San Canzian d’Isonzo, presso l’Ufficio Urbanistica ed Edilizia Privata. Dagli anni ’80 scrive poesia in dialetto bisiac comparendo in varie riviste e ottenendo diversi riconoscimenti, locali e nazionali. Alla poesia affianca la passione per il canto e la recitazione.

Biblioteca Comunale di Monfalcone, Via Ceriani, 10

Anteprima: La casa di Angela Bubba (Elliot Edizioni, 2009). Recensione di Nunzio Festa

La casa, dell’appena ventenne ed esordiente Angela Bubba, è la fotografia d’una famiglia. La narrazione di vite che vivono il grembo assoluto della Calabria. Dal dorso d’un piccolo paese, Petronà, che però allo stesso tempo potrebbe essere molti altri suoi luoghi fratelli e affratellati. Siamo in una goccia di marginalità. La giovanissima autrice del romanzo sceglie d’utilizzare il suo stile baroccheggiante e profumato al sapore del pane dolce e salato, al servizio della famiglia d’Anselmo e Lia; gli scossoni, per la verità, non sono molti. L’opera nasce con l’obiettivo di dare ricordi e testimonianze, specialmente di donne (ma questo si dirà più avanti) – ed è l’elemento con molta probabilità più significativo – frasi estratte dalla stessa normalità d’una delle famiglie numerose del Sud in special modo fatto di passato. La trama passa animi e situazioni di tutte e tutti: Anselmo, Lia, Maria, Pina, Mina, Aurora, Benio. Come d’altri prossimi e non solo. Al di là degli aspetti che i maschi e gli uomini mostrano e/o manifestano, dall’avvinazzarsi e il bersi la malattia d’un marito tutto ‘d’un pezzo’, fino alla maturazione d’un figlio che passa dall’isolamento della prima fase della sua vita alla presa d’un ruolo in seguito alla morte del ‘capofamiglia’, il valore che con prepotenza viene fuori è quello della donna. Innanzitutto Lia. Moglie che è costretta da quello che accade, tanto per cominciare per i comportamenti del marito ma non solamente per quelli, ad assumere il ruolo principale. Nonostante sembri che debba sempre essere il primato del padre a gestire “la casa”. Lia, che non di rado si scontra con le figlie, è la vera protagonista del romanzo di Angela Bubba come della verità contenuta in molti pezzi del Meridione nel quale la storia è ambientata. Bubba spiega perfettamente, grazie a descrizioni e dialoghi, in virtù d’una buona padronanza della lingua e delle stesse vicende, in che maniera la famiglia di questo libro, molto gradevole e sicuramente importante anche se a tratti di difficile lettura per momenti di stallo, sia il posto stesso dove le donne soffrono e spesso decidono, dove le donne conoscono tutto e sanno nella maggior parte dei casi quali sono i bisogni e quali i desideri. Il pregio più grande cresciuto nella “casa” è il dire di nuovo della dignità della donna che in tante vicende e per tante situazioni nel terzo millennio si vuole ancora calpestare con foga.

La casa di Angela Bubba, Elliot Edizioni (Roma, 2009), pag. 365, euro 16.50

Il libro del giorno: Io volevo Ringo Starr di Daniele Pasquini (Intermezzi editore)

Una volta la musica era per i musicisti. Studiavi musica, avevi talento e poi campavi di quello. Nelle orchestre, nelle bande. Negli eserciti, addirittura. Dal rock in poi la musica diventò di tutti, chiunque poteva farla, bastava fare tre accordi alla chitarra, attaccarsi ad un amplificatore e far cantare un amico, mentre un altro batteva su un tamburo. Più veloce lo fai, più fai ballare. Più pesante sei, più impersoni la rabbia.Vanni da grande voleva essere David Gilmour ma poi si è rassegnato. Ora ha la fissa per le date degli eventi storici e per Schopenhauer. Suona in una band insieme a Mejer, Gabo e Tommy Boyler, cercando di riordinare il flusso caotico degli eventi e di dargli un senso.

Daniele Pasquini è nato nel 1988 in provincia di Firenze, dove studia "Media e Giornalismo" presso la facoltà di Scienze Politiche. Collabora come redattore con la rivista fiorentina "Testimonianze". Il suo primo romanzo, Storia in mi minore, è disponibile sul blog www.entropia88.splinder.com assieme ad altri racconti, dialoghi, idee.

casa editrice Intermezzi: http://www.intermezzieditore.it/

lunedì 21 settembre 2009

Diego Iaia - Le Brigate Rosse hanno ucciso Alighiero Noschese

The Gallery Apart apre la stagione 2009-2010 con la prima mostra personale di Diego Iaia. È anzi l'esordio assoluto di un artista che per molti anni ha prodotto molti cicli di opere di cui il progetto "Le Brigate rosse hanno ucciso Alighiero Noschese" è solo il più recente e maturo esempio. Tutto nasce da una fascinazione, l'irresistibile attrazione verso una figura che, moltiplicandosi in innumerevoli rappresentazioni dell'altro, è riuscito paradossalmente ad interpretare un unicum, l'Imitatore per eccellenza, senza confronti e condivisioni. Alle trame ancora oscure che segnano la tragica fine dell'attore, Iaia sovrappone una suggestiva interpretazione che travalica il limite della fantapolitica. Dopo quattro anni di inspiegabile assenza dagli schermi televisivi, nel 1978 Noschese partecipa al programma “Ma che sera”, condotto da Raffaella Carrà, che però va in onda durante i giorni del rapimento Moro. Tra gli sketch preparati vi è anche l’imitazione dello statista democristiano, che ovviamente non può andare in onda. Il declino di Noschese si acuisce e sconfina nella depressione e il 3 dicembre 1979, a soli 47 anni, si suicida con un colpo di pistola alla tempia nella cappella della clinica romana Villa Stuart, dove è ricoverato. Da qui, la fantasiosa interpretazione di Iaia che, in virtù della proprietà transitiva, attribuisce alle Brigate Rosse la responsabilità della morte di Alighiero Noschese. La vita dell’imitatore Noschese si sovrappone a quella dell’imitato Moro: “Ora l’immagine non può più immaginare il reale, poiché coincide con esso.” (J. Baudrillard, Il delitto perfetto).
Nel progetto dedicato ad Alighiero Noschese giunge a sublimazione la ricerca che Diego Iaia conduce da sempre, in questo caso finendo per deviare verso l’imitazione di un imitatore o il ritratto di un ritrattista, oppure il ritratto di un simulacro, attraverso la pittura, che è di per sé già un simulacro. Iaia tenta di generare un intreccio storico, televisivo e iconografico, nell'assunto che Noschese, grande imitatore, nello stesso tempo sia stato anche un grande ritrattista, dunque forse un pittore.

The Gallery Apart dal 30 settembre 2009 al 30 novembre 2009
Via Della Barchetta 11, Roma

RASSEGNA D’AUTORI QUASI INTERESSANTI
















CARI CORTIGIANI, dopo una più o meno fertile pausa di riflessione riapre ufficialmente le danze Cortenumero9 a Lecce associazione (già "Curte Noscia") dedita alla creatività e al buon vino.
L' IDENTITA' non è opera che si risolve in una stagione, RELAX è l'unica parola da portare nel taschino una volta valicato l'ingresso di CORTE ANGELO MIALI. Vi segnaliamo la nostra allucinata rassegna letteraria che parte da VENERDI 25 SETTEMBRE. Ecco il programma di RASSEGNA D’AUTORI QUASI INTERESSANTI 2009a cura di Angelo Petrelli e Gioia Perrone.
Venerdì 25 settembre – corte numero 9, ore 21.00. Serata “Amare et Bene Velle”. Le Declinazioni Affettive, lupo editore, romanzo di Alfredo Annicchiarico. Presenta Angelo Petrelli intervista all’editore Cosimo Lupo.
Venerdì 2 ottobre – corte numero 9, ore 21. Serata “Parvum Parva Decent”. Le vicende notevoli di don Fefè, nobile sciupafemmine e grandissimo figlio di mammaggiusta, e del suo fidato servitore Ciccillo, Libri di Icaro, raccolta di racconti di Giuse Alemanno.Presenta Angelo Petrelli.
Sabato 10 ottobre – corte numero 9, ore 21. Serata “Pro Domo Sua”. Il ritorno dell’Ofisauro, Libri di Icaro, raccolta poetica di Gioia Perrone. Presenta Angelo Petrelli, special guest Jack Palma.

Il libro del giorno: Quando verrai di Laura Pugno (Minimum Fax)

Eva è cresciuta senza padre, vive in roulotte con sua madre Leila, e affronta l’adolescenza aggirandosi in un mondo ai limiti della legalità fatto di ambulanti, immigrati clandestini e nessuna sicurezza tipica della vita borghese. Come se non bastassero le attenzioni morbose di Stasi – il compagno di sua madre – Eva viene a contatto per qualche giorno con un misterioso vagabondo che (esattamente come lei) ha il corpo afflitto da misteriose macchie a cui non sembra esserci rimedio. L’incontro con l’uomo la rende definitivamente consapevole delle facoltà che si nascondono dietro il suo apparente problema fisico: un terribile potere con cui dovrà imparare a convivere e, nello stesso tempo, il delicato e devastante strumento attraverso cui conoscerà il mondo e se stessa.
Appassionante, crudele, elegante, Quando verrai è una stupefacente prova narrativa in cui il fascino struggente del romanzo di formazione si unisce alla potenza visionaria della letteratura fantastica, sorretti da una scrittura incalzante, viva e modernissima. Il secondo romanzo di Laura Pugno – una delle migliori voci dell’ultima generazione letteraria – sceglie insomma una prospettiva totalmente nuova attraverso cui raccontare i temi universali dei riti di passaggio e della scoperta di sé.

"Una storia che c'è ed è originale, bella. Bella come una fiaba cattiva. Come solo le fiabe sanno essere."

di Ade Zeno - L'Altro

casa editrice Minimum Fax: http://www.minimumfax.com/home.asp

Edward Hopper: inquadrature di tipo fotografico e studio della luce . Di Maria Beatrice Protino















Era capace di cogliere la bellezza nei soggetti più comuni e ancora oggi è possibile riconoscere quel taglio particolare con cui il pittore plasmava i paesaggi sterminati o le strade solitarie, le pompe di benzina o i binari della ferrovia della sua America. Tra le figure più originali dell’arte del Novecento, Edward Hopper – pittore statunitense nato a Nyack nel 1882 e morto a New York nel 1967 - è divenuto popolare in tutto il mondo per la sua pittura austera, insensibile alla modernità che pure le avanguardie europee di inizio secolo prospettavano.
Hopper aveva il gusto per una pittura ordinata, dal tratto nitido e lineare. Questa impostazione, che ad un primo esame poteva apparire accademica, in realtà era coniugata da un rapporto critico con le regole e veniva filtrata dalla sua forte sensibilità. Fin dagli esordi della sua carriera artistica, Hopper è interessato alla composizione figurativa urbana e architettonica in cui inserire un unico personaggio, solo e distaccato psicologicamente, come se vivesse in una dimensione isolata. Il suo genio artistico gli ha permesso di costruire una tavolozza coloristica del tutto originale e riconoscibile, un uso della luce teatrale - grazie anche allo studio degli impressionisti e in particolare di Degas – che poi faceva sposare con inquadrature di tipo fotografico.
Le sue opere sono dominate da un senso di attesa, dal silenzio, forse anche dalla malinconia e dalla noia o dall’inquietudine: infinite le possibili interpretazioni, stando l’impenetrabilità dei suoi personaggi - semplice gente comune accampata in scene che sembrano fotogrammi scelti a caso.
Quella che può sembrare una pittura realista, in realtà nasconde una componente di forte complessità, frutto di una sintesi di più immagini, colte in tempi e luoghi diversi e poi lì riportate così come la mente dell’artista era capace di trattenerle e rivederle nella sua memoria, senza dettagli rilevanti se non quelli che effettivamente risultavano necessari, urgenti.
Nascono, così, composizioni che sembrano effettive sceneggiature dipinte, storie raccontate in un fotogramma in cui Hopper ha voluto bloccare i protagonisti, come subito prima o subito dopo qualche evento importante.
Non stupisce, quindi, che le sue opere abbiano influenzato registi del calibro di Hitchock e dei fratelli Coen, di Ridley Scott e di Dario Argento.

domenica 20 settembre 2009

La Poesia nei jukebox

Massimo Zamboni, Pierfrancesco Pacoda, Marco Philopat, Gianluca Morozzi, Vincenzo Santoro, Alessandro Portelli sono alcuni degli ospiti della rassegna di musica e libri “La Poesia nei jukebox”, che si terrà dal 21 settembre al 30 ottobre a Lecce. La poesia nei jukebox si propone di tracciare un percorso nella storia della musica attraverso la voce degli autori, la ricerca musicale, i romanzi che trasudano musica, il costume e lo stile che la musica ha marchiato, e anche attraverso la musica stessa e le canzoni. Sette incontri capaci di spaziare tra generi (letterari e musicali), con l’intento di raccontare il secolo appena trascorso e quello appena cominciato proprio attraverso la musica e le parole. La rassegna, a cura di Coolclub in collaborazione con Officine Cantelmo, Fondo Verri, Libreria Ergot e Il Giardino delle Nuvole, rientra nell’ambito del progetto Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura promosso dal Centro per il libro del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Unione delle Province d’Italia e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. La poesia nei jukebox è la frase che il poeta Allen Ginsberg pronunciò ascoltando la musica di Bob Dylan. Sintesi perfetta di un rapporto, quello tra musica e letteratura, da sempre molto forte che nel tempo si è espresso in modi diversi. Il viaggio parte dal Salento e dalla sua musica lunedì 21 settembre presso le Officine Cantelmo attraverso le parole di Vincenzo Santoro che nel suo “Il ritorno della taranta. Storia della rinascita della musica popolare salentina” ricostruisce dagli anni 70 a oggi il “rinascimento della pizzica”. A seguire spazio alla musica di Anna Cinzia Villani e Suoni Rurali.
Venerdì 2 ottobre sempre alle Officine Cantelmo si proseguirà con uno dei protagonisti della musica rock indipendente Massimo Zamboni, storico chitarrista dei CCCP - Fedeli alla linea e dei CSI Consorzio Suonatori Indipendenti, che incontrerà il pubblico per raccontare la nascita berlinese del suo storico gruppo; una storia "tra Padania e punk" dal titolo Live in Punkow. Dalla Berlino del Muro a CCCP-Fedeli alla linea - Istruzioni per fare qualcosa.
Venerdì 9 ottobre il Fondo Verri ospita un interessante cambio di prospettiva sulla musica e sulle sue influenze con la presentazione del libro “La rivolta dello stile” che il giornalista Pierfrancesco Pacoda ha scritto con il sociologo e antropologo Ted Polhemus. Una guida alle modificazioni che solcano i codici del lifestyle e della società, ricostruendo una geografia fatta di luoghi, club, stelle del rock e dj di successo che, inconsapevolmente, hanno messo in relazione la strada e i consumi, l’underground e l’alta moda. A seguire concerto dei pugliesi Radicanto e dj set di Popolous.
Sabato 10 ottobre sempre al Fondo Verri spazio alla presentazione del romanzo Ghiaccio di Alessio Viola, scrittore, editorialista del Corriere del Mezzogiorno. È un romanzo generazionale, on the road tra la Puglia e l’Olanda. Intrecci tra terrorismo, amicizia e amore, è il secondo capitolo di una trilogia cominciata nel 2006 con Closin’time per le Edizioni della Libreria, Laterza. Neil Young, i Beatles, il rugby, inseguimenti alla Serpico, il testamento di Easy rider, Guccini, la lotta politica, la focaccia “nella carta color marrone” di San Nicola, gli addii alla Bogart.
Domenica 18 ottobre presso la Libreria Ergot un tuffo negli anni 70 e 80 italiani con una figura simbolo della controcultura: Marco Philopat. Ha aderito nel 1977 al movimento punk italiano diventandone uno dei più profondi conoscitori e animatori. È uno dei fondatori del Virus di Milano, uno dei primi centri sociali italiani attraverso i suoi romanzi intrisi di musica racconta un’altra storia del nostro paese, quella sotterranea.
Sabato 24 ottobre le Officine Cantelmo ospitano Gianluca Morozzi, una della voci più interessanti della nuova letteratura italiana. Lo scrittore bolognese racconterà come e quanto è affascinato dalla musica che vive nei suoi romanzi attraverso le sue storie e i suoi personaggi che hanno il suono dei nostri giorni. Subito dopo l’incontro, Morozzi si esibirà con la sua band Street Legal.
Venerdì 30 ottobre la serie di incontri si concluderà alla Libreria Ergot con un incontro dedicato alla vita e alla ricerca di Georges Lapassade, una delle figure più importanti della psicosociologia, dell'etnologia e della pedagogia. Autore di numerose opere sugli stati modificati di coscienza con particolare interesse per i temi della trance. Anche per questo fu studioso della nostra terra e della nostra musica. Questa giornata di studi partirà dalla nostra musica tradizionale per arrivare fino al rap.
Oltre a questa sezione dedicata al pubblico “adulto” il progetto ne prevede anche un’altra dedicata ai più piccoli che coinvolgerà Calimera (venerdì 16 ottobre - ore 17.00) e Martano (sabato 17 ottobre - ore 17.00). Un Librobus trasporterà libri di ogni genere offrendo ai bambini anche spettacoli e laboratori. L’organizzazione è a cura della libreria Il Giardino delle Nuvole di Calimera in collaborazione con Associazione Il Dado, Comune di Calimera, Comune di Martano, Presìdi del libro.

Le presentazioni avranno inizio alle ore 21.00. Ingresso gratuito

fonte iconografica: MANIFESTO BEAT a cura di Ursus, Juke Box All'idrogeno – Torino, 1990

È online il #25 di inutile. opuscolo letterario

È online il #25 di inutile. opuscolo letterario. In questo numero presentiamo un racconto e un disegno di Daniel Wallace, autore del romanzo BIG FISH: il racconto si chiama UNA NOTTE COSÌ ed è inedito in Italia, e: sì, siamo proprio fieri di ospitarlo nel nuovo numero dell’opuscolo. La versione in lingua originale è disponibile sul nostro sito, accompagnata dalla colonna sonora scelta da Enzo e la Fagotta di Polaroid – un blog a"a radio. Il numero 25 è scaricabile (che ve lo diciamo a fare!) da
www.rivistainutile.it

Info
Marco Montanaro {metà ufficio stampa}- press@rivistainutile.it
www.rivistainutile.it | info@rivistainutile.it

Il libro del giorno: Ufo verità nascoste di Alfredo Lissoni

Per oltre mezzo secolo le Aeronautiche ed i Governi dei Paesi più in dustrializzati del mondo hanno negato o minimizzato l'esistenza del fenomeno Ufo. Con il Terzo Millennio e l'avvento di Internet, questa bugia di Stato è stata smascherata e si è scoperto che non solo America, Europa, Asia, Paesi Arabi e persino il Vaticano hanno investigato sui dischi volanti, provandone paura, ma che Uffici per gli 'X-files-Ufo' sono segretamente tuttora operativi. Ma questo studio va ben oltre, frugando negli archivi più segreti del Vaticano. Si passa poi dall'analisi dei testi biblici, tutti celanti tracce di visitazioni extraterrestri, sino all'enigma dei rapimenti Ufo. Un capitolo sui Potenziati, vale a dire su quei soggetti che a seguito di un sequestro alieno hanno sviluppato facoltà artistiche e paranormali.

"Quest'ultima fatica dell'instancabile ufologo milanese che legato nel CUN il suo nome a Roberto Pinotti nelle ondagini sui Files Fascisti sugli Ufo, spazia nel sottotitolo dai Dossier dei Servizi Segreti al Papa e gli E.T. fino all'enigma dei potenziati, i soggetti che in seguito a un sequestro da Ufo hanno sviluppato capacità e facoltà particolari."

di Roberto Pinotti tratto da Ufo Notiziario n.171, p. 81

casa editrice M.I.R.: http://www.miredizioni.it/home/home.php

LA VITA NON È UN GIOCO - QUEL CHE RESTA DELLA POLVERE DI VITO ANTONIO CONTE, letto da Silla Hicks (Luca Pensa editore)

















No, non è un gioco, questo quadernetto che davvero spero non ce ne siano 188 copie soltanto sparse per il mondo, perché la vita non è un gioco, l’amore non è un gioco, e nemmeno il dolore che si prova a respirare ogni giorno. Piuttosto, è un labirinto, quel maledetto castello dei destini incrociati in cui tutti prima o poi ci siamo persi, senza che nessun corpo dei Marines si ricordasse di venire a salvarci e spesso senza nemmeno la speranza, come i Russi dentro al teatro ostaggio dei Ceceni, la loro rassegnata mancanza di attesa della cavalleria più straziante dello schianto degli aerei contro le torri. Tutti ci siamo addormentati in un treno vuoto su un binario morto, per svegliarci e scoprire che non c’era nessun posto dove andare, e vaffanculo se era il nostro letto e la nostra stanza e tutto il resto, vaffanculo se era estate o inverno, eravamo noi, fermi lì, eravamo noi e attorno non c’era più niente, nemmeno il ricordo di una ragazza cui avevamo lasciato un foglietto azzurro con i versi di qualcuno, a farci compagnia. E certo che, cazzo, altre volte era servito, rileggere quelle righe e ricordare l’emozione di quei cocci di tempo in cui era sembrato possibile, perché se c’è una cosa che sta dentro all’amore è la speranza, e anche se non era amore c’assomigliava, e si trascinava come un aquilone una coda di speranze, di sogni adolescenti e di euforia, e vaffanculo se è durato un pomeriggio, se è svanito prima che potessimo imprimerci il colore di occhi e capelli: a vita non lo scorderemo, il suo odore. E a ciascuna abbiamo dato quello che potevamo, per quello che eravamo in quell’istante, e pazienza se era solo qualche brandello di quello che saremmo stati, se la vita avesse avuto un senso. Se non ci portassimo i nostri errori nello zaino, e una ferita purulenta che ci fa tremare di febbre sotto al sole di questo agosto che non vuol finire, che l’unica volta che ho fatto il bagno era notte, ed ero così ubriaco da non ricordarmi più nemmeno come si nuota a stile, e mi sono solo lasciato galleggiare, per chilometri, cetaceo morente che lotta per non spiaggiarsi, gli occhi sbarrati nell’acqua nera, e poi tornare indietro ed odiare il mondo che esisteva ancora. Avrei fatto qualsiasi cosa per cancellare l’incancellabile, la gomma in inglese si chiama eraser, perché cancella, to erase, appunto vuol dire cancellare, ma non ci sono gomme in una vita – in tante vite – che vorremmo riscrivere. In cui stiamo inchiodati a sputare bestemmie nel vento.
In cui siamo a pezzi, broken into a thousand pieces, rotti in mille pezzi, e nessuno può ricomporli, o – il che è uguale – chi potrebbe non vuole. E la musica fa male come aghi dentro agli occhi, lancinante come il ricordo, e neanche perdere la memoria servirebbe, il dolore è nell’aria che respiriamo, e senza non potremmo esistere. Così, ci abituiamo e lo teniamo per la mano, questo blues che gronda sangue marcio e assieme fiori, senza il quale di noi non rimarrebbe niente, perché il resto – il lavoro, i soldi, i libri e i film, tutti i traguardi che abbiamo provato a tagliare e quelli che ci sono sfuggiti – è squallido palliativo, serve solo a riempire il tempo che hai vuotato. E non possiamo non accorgercene, illuderci che basti, girarci dall’altra parte, rimetterci a dormire, come se non fossi mai esistita, come se questo ammasso di cose bastasse ad essere il mondo. No, davvero non è un gioco, questo quadernetto che condensa quel che rimane della polvere che è stato il giorno, Ishiguro consapevole o meno, con dentro quel pensiero triste che si balla che è stato il tango di Borges. E davvero spero che non ce ne siano solo 188 copie, quando che ne stanno 188 mila di cazzate che lasciano tutto come l’hanno trovato, Mc bestseller del cazzo con dentro il vuoto di Newton, ma su questo ho sempre detto come la penso, perciò sono accanito sostenitore dello streaming, the pirate bay (per adesso, purtroppo, fenomeno limitato alla musica) come metafora di quello che dovrebbe essere il mondo.
Se anche fosse, comunque, e non vi riuscisse di trovarlo, questo libricino che peraltro contiene testi a fronte in due lingue (spagnolo e inglese, disgraziatamente manca proprio il mio tedesco) e illustrazioni che hanno di Manara, fatevi vivi. In ufficio da mia sorella c’è una fotocopiatrice, male che vada, le chiederò un favore.

sabato 19 settembre 2009

Il libro del giorno (anteprima): Giulio Mozzi, Sono l'ultimo a scendere (Mondadori)

Apparentemente è un diario, un "diario pubblico". Protagonista un uomo che si alza presto la mattina, che prende un treno dopo l'altro e cerca, con tanta o poca difficoltà, di "mandare avanti una vita fatta di relazioni". Le sue avventure sono quotidiane. Possono sembrare ripetitive e banali: incontri in treno o al bar, telefonate da chiamanti sconosciuti, questioni con controllori, postini, poliziotti, commessi viaggiatori, pubblici ufficiali, persone che mai più incontrerà nella vita. Eppure, da questa odissea minore e circoscritta, da questo girare e rigirare su Eurostar e Regionali, dai dialoghi in cui l'insonne, autistico, causidico picaro chiamato Giulio Mozzi si lascia coinvolgere - e di dialoghi sono fitte queste storie credibili viene fuori, com'è appunto nella grande tradizione del romanzo picaresco, una comicità irresistibile, un divertimento assoluto. È una comicità alimentata da equivoci, ripetizioni, ostinazioni; un'ironia paradossale e feroce, figlia di una cronica impossibilità di capirsi, del solipsismo in cui ognuno è chiuso a doppia mandata, di una dialettica che, quando s'impegna a gettare ponti sull'incomunicabilità di fondo, serve soltanto a peggiorare le cose.

"Sono 406 storie credibili e paradossali a un tempo quelle che Giulio Mozzi propone in Sono l'ultimo a scendere. Conversazioni gestite da un protagonista che non accetta di essere ingabbiato nel conformismo di chi ci vuole sempre pronti a rispondere quello che l'altro ha in testa. Vizi, tic, e manie ci danno lo spaccato di una nuova psicopatologia della vita quotidiana"

di Antonella Fiori tratto da D La Repubblica delle donne, p. 76

casa editrice Mondadori:http://www.librimondadori.it/web/mondadori/home


in uscita il 22 settembre

Millennium Trilogy di Stieg Larsson: un boom planetario e inatteso. Di Maria Beatrice Protino

Si tratta della trilogia di romanzi polizieschi dello scrittore e giornalista svedese Stieg Larsson pubblicati postumi, dopo la prematura scomparsa dell'autore appena cinquantenne nel 2004 e apparsi per la prima volta in Svezia tra il 2005 e il 2007. I tre romanzi hanno venduto dieci milioni di copie nei cinque continenti e decine di traduzioni. Ma centinaia sono i fan club e sempre affollati i blog dedicati. Le vicende narrate nei romanzi della trilogia vertono principalmente intorno alle inchieste direttamente o indirettamente svolte dai redattori e dai collaboratori della rivista Millennium, un mensile specializzato in inchieste su grandi scandali sociali ed economici. I romanzi che la compongono sono: uomini che odiano le donne, la ragazza che giocava con il fuoco e la regina dei castelli di carta. Grande l’attesa per i films, sempre ispirati alle avventure di M. Blomqvist, il giornalista paladino della lotta alla corruzione e dell’impegno politico-sociale e L. Salander, la poco socievole e imprevedibile hacker. Sfondo della trilofia è Stoccolma, il suo arcipelago e gli estesi boschi e campagne che la circondano e in particolare il quartiere di Sodermalm, quartiere edificato su una delle 14 isole che costituiscono la città. La diffusione planetaria della Millennium-mania ha fatto di Sodermalm la meta di un pellegrinaggio letterario, al punto che il Museo della Città di Stoccolma ha ideato e pubblicato una mappa e un itinerario con guida. È guerra per i diritti d’autore sull’opera di Larsson tra il padre e il figlio dello scrittore e Eva Gabrielsson, compagna di vita e di tante battaglie politico-sociali dello stesso. I due si erano conosciuti ad un raduno contro la guerra in Vietnam nel 1972, ma non si erano mai sposati. Stieg Larsson - considerato uno dei massimi esperti mondiali di movimenti antidemocratici e neonazisti - era il fondatore della rivista anti-razzista “Expo”, consulente di Scotland Yard e corrispondente dal Regno Unito, consulente del ministero di Giustizia, inviato per l'OSCE, esperto di informatica, di armi e di spionaggio internazionale, eppure costretto a vivere sotto scorta da quando indagava e scriveva su una serie di omicidi accaduti nella sua Svezia. Come racconta la sua compagna, il suo sogno era continuare a finanziare la sua rivista e fondare un centro di accoglienza per le donne maltrattate, ma lo stress, le troppe sigarette e il troppo caffè glielo hanno impedito.

In viaggio contromano di Michael Zadoorian domenica ad Alghero

Dopo la tappa in Italia al Festival di Mantova, Michael Zadoorian proseguirà in Sardegna per un tour in diverse librerie dell'Isola. Domenica 20 settembre sarà ad Alghero, ospite della nostra libreria! Un appuntamento da non mancare: un autore diventato famoso in America grazie ai librai americani e come poche volte accade ora trasformatosi in un vero autore di culto. Anni di instancabile passaparola hanno fatto di Second Hand un successo a lungo termine. E Michael Zadoorian, che vive a Detroit in una casa sexy-vintage con la moglie Rita, bibliotecaria, un certo numero di gatti e migliaia di oggetti delle più svariate origini, da qualche anno ha deciso di buttarsi a corpo morto nella scrittura. Dopo aver letto e amato Carver, Toole e Brautigan, ha lavorato come un matto su questo The Leisure Seeker, ispirato al re dei camper anni Settanta. Storia semplice e straordinaria di due ottantenni che si tuffano sulle strade d’America a caccia di un finale non scontato per la propria vita.

IL LIBRO
Poche storie, Ella e John hanno deciso: partiranno. Chi se ne frega dei divieti e delle ansie dei figli, al diavolo medici, paramedici, rompiscatole che ti ammorbano a suon di esami prescrizioni precauzioni. Ella ha più problemi sanitari di un paese del Terzo mondo, John non ricorda come si chiama sua moglie, ma insieme “formano una persona intera”. Di cose grandiose, se ne possono fare anche all’ultimo round. Anche dopo una vita che non ha nulla di straordinario. E allora? Si parte e stop. In barba a ogni cautela, ogni pallosa ragionevolezza, a ottant’anni suonati Ella e John balzano sul loro camper – un vecchio Leisure Seeker – e attraversano l’America da Est a Ovest. Partendo da Detroit, puntano dritti a Disneyland, lungo la mitica Route 66. Un vero e proprio viaggio contromano a base di cocktail vietati, hippies irriducibili, diapositive all’alba, malviventi messi in fuga. Un inno alla Strada, un caleidoscopio di paesaggi strepitosi e cittadine fantasma, ansie sogni paure; quello che è stato, che si è amato, quel che è qui e ora e più non sarà… perché la vita è profondamente nostra, teneramente, drammaticamente grande, fino all’ultimo chilometro.

Libreria Il Labirinto Mondadori via Carlo Alberto 119, Alghero, Italy. Domenica 20 settembre 2009, h. 18.30 - 20.00. Presenta Mauro Pala, docente di Letteratura inglese all'Università di Cagliari.

venerdì 18 settembre 2009

I luoghi d'allerta (Scrivere i luoghi) fa tappa a Torre S. Susanna















Dopo la ricerca del 2008 che de-scriveva il Salento con la voce dei poeti dell’ultimo Novecento Salentino, quest’anno, è nostro desiderio far scrivere nella contemporaneità. Ogni luogo avrà un suo interprete, un osservatore, un cantore. Ed ogni luogo sarà interpretato e “cantato” in un racconto dedicato, traccia della visita di spettacolo, ma anche progetto editoriale, nella successiva raccolta e documentazione di quanto accaduto. La prima tappa in provincia di Brindisi della settima edizione de I Luoghi d’Allerta è a Torre S. Susanna, domenica 20 settembre, dalle ore 19.30 nella bellissima area archeologica della Chiesetta di Crepacore. San Pietro o Santa Maria di Crepacuore? Maschile e femminile insieme nel tentativo del nome e quel “crepacore” poi, sospeso! Toglie in fiato, intriga, fa poesia.
E’ ritenuto il più bel monumento bizantino che la Puglia possiede. Localizzato sulla provinciale per Mesagne a circa 4 Km., su un pianoro limitrofo ad un canalone, nel quale è attiva ancora oggi una polla d'acqua. La chiesetta, annessa alla Masseria le Torri, fu edificata nell'VIII secolo con materiali provenienti da resti di costruzione messapiche, ha l'aspetto di una fortezza. Guida della visita saranno Maurizio Nocera e Maria Pia Dapolito responsabile del Gruppo Guide Turistiche, che insieme all’associazione Auser e il sostegno del comune organizzano nello splendido scenario di Crepacore un concorso di poesia giunto alla 15° edizione. E la poesia sarà protagonista della visita con il recital: Qui se mai verrai… il Salento dei poeti con le voci di Piero Rapanà, Simone Giorgino, Angela De Gaetano, il canto di Maria Mazzotta e i suoni di Claudio Prima, Redi Hasa, Emanuele Coluccia.

Info e contatti:
Fondo Verri, via Santa Maria del Paradiso 8, 73100 Lecce tel. 0832 304522
Piero Rapanà, cellulare - 327 3246985
Uff. Stampa: Mauro Marino 333 3841113
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