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giovedì 20 ottobre 2022
lunedì 5 aprile 2021
Persecuzione. Il fuoco amico dei ricordi di Alessandro Piperno (Mondadori)
Luglio 1986. Leo Pontecorvo, quarantottenne oncologo pediatrico di fama
internazionale, viene accusato di un reato ripugnante. Dalla sera alla
mattina, il professor Pontecorvo si ritrova trasformato nell'oggetto
privilegiato del pubblico biasimo: vittima inerme di odio, pettegolezzo,
delazione, calunnie, intimidazioni. Leo sarebbe forse in grado di
sopportare tutto questo: ciò che lo annienta è il silenzio della moglie e
dei figli. Che siano loro i primi a non credere alla sua innocenza? Con
lo sguardo feroce ma sempre emotivamente compromesso, con la capacità
di affondo psicologico Piperno ci racconta la storia di un uomo di
successo giunto improvvisamente alla resa dei conti con il proprio
narcisismo e le proprie infantili fragilità; ci racconta una famiglia, i
suoi riti, le sue tenerezze e i suoi tabù. E insieme scandaglia i
meccanismi della nostra psiche, l'urgenza collettiva di capri espiatori,
le sottili ma spaventose distorsioni generate dalla lente deformante
dell'informazione.
venerdì 2 aprile 2021
Sparare a una colomba di David Grossman (Mondadori)
Da sempre la presenza di David Grossman sulla scena internazionale va
oltre i suoi romanzi: i suoi saggi e interventi su politica, società e
letteratura sono ormai diventati un punto di riferimento ineludibile per
tantissimi lettori ai quattro angoli del mondo. "La situazione è troppo
disperata per lasciarla ai disperati" sostiene. La dimensione personale
che è al centro della sua narrativa è indissolubilmente legata a quella
politica. Ed è per questo motivo che, nei saggi e nei discorsi che
compongono questo libro, Grossman non si limita ad analizzare la
situazione di Israele cinquant'anni dopo la Guerra dei Sei Giorni, a
descrivere le conseguenze dell'impasse politica in Medio Oriente o
dell'abbandono della letteratura nell'era post-fattuale, o a parlare di
Covid, ma finisce sempre per raccontarci qualcosa della sua esperienza
personale. Questa appassionata e lucida difesa dei valori della libertà e
dell'individualità, la strenua opposizione a disfattismo e disimpegno
prendono corpo in questi testi, che faranno certamente breccia nelle
menti e nei cuori dei suoi lettori.
venerdì 12 febbraio 2021
Sparare a una colomba di David Grossman (Mondadori)
Da sempre la presenza di David Grossman sulla scena internazionale va oltre i suoi romanzi: i suoi saggi e interventi su politica, società e letteratura sono ormai diventati un punto di riferimento ineludibile per tantissimi lettori ai quattro angoli del mondo.
"La situazione è troppo disperata per lasciarla ai disperati" sostiene. La dimensione personale che è al centro della sua narrativa è indissolubilmente legata a quella politica. Ed è per questo motivo che, nei saggi e nei discorsi che compongono questo libro, Grossman non si limita ad analizzare la situazione di Israele cinquant'anni dopo la Guerra dei Sei Giorni, a descrivere le conseguenze dell'impasse politica in Medio Oriente o dell'abbandono della letteratura nell'era post-fattuale, o a parlare di Covid, ma finisce sempre per raccontarci qualcosa della sua esperienza personale. Questa appassionata e lucida difesa dei valori della libertà e dell'individualità, la strenua opposizione a disfattismo e disimpegno prendono corpo in questi testi, che faranno certamente breccia nelle menti e nei cuori dei suoi lettori.
lunedì 17 ottobre 2011
Il libro del giorno: Dannazione di Chuck Palahniuk (Mondadori)
sabato 30 luglio 2011
Il libro del giorno: Ragazza di periferia. La mia piccola favola di Anna Tatangelo (Mondadori)
domenica 26 giugno 2011
Reckless - Lo specchio dei mondi di Cornelia Funke (Mondadori )

lunedì 11 aprile 2011
Il libro del giorno: Il passaggio di Justin Cronin (Mondadori)

sabato 19 settembre 2009
Il libro del giorno (anteprima): Giulio Mozzi, Sono l'ultimo a scendere (Mondadori)
Apparentemente è un diario, un "diario pubblico". Protagonista un uomo che si alza presto la mattina, che prende un treno dopo l'altro e cerca, con tanta o poca difficoltà, di "mandare avanti una vita fatta di relazioni". Le sue avventure sono quotidiane. Possono sembrare ripetitive e banali: incontri in treno o al bar, telefonate da chiamanti sconosciuti, questioni con controllori, postini, poliziotti, commessi viaggiatori, pubblici ufficiali, persone che mai più incontrerà nella vita. Eppure, da questa odissea minore e circoscritta, da questo girare e rigirare su Eurostar e Regionali, dai dialoghi in cui l'insonne, autistico, causidico picaro chiamato Giulio Mozzi si lascia coinvolgere - e di dialoghi sono fitte queste storie credibili viene fuori, com'è appunto nella grande tradizione del romanzo picaresco, una comicità irresistibile, un divertimento assoluto. È una comicità alimentata da equivoci, ripetizioni, ostinazioni; un'ironia paradossale e feroce, figlia di una cronica impossibilità di capirsi, del solipsismo in cui ognuno è chiuso a doppia mandata, di una dialettica che, quando s'impegna a gettare ponti sull'incomunicabilità di fondo, serve soltanto a peggiorare le cose."Sono 406 storie credibili e paradossali a un tempo quelle che Giulio Mozzi propone in Sono l'ultimo a scendere. Conversazioni gestite da un protagonista che non accetta di essere ingabbiato nel conformismo di chi ci vuole sempre pronti a rispondere quello che l'altro ha in testa. Vizi, tic, e manie ci danno lo spaccato di una nuova psicopatologia della vita quotidiana"
di Antonella Fiori tratto da D La Repubblica delle donne, p. 76
casa editrice Mondadori:http://www.librimondadori.it/web/mondadori/home
in uscita il 22 settembre
domenica 6 settembre 2009
Il libro del giorno: Il lupo e il filosofo di Mark Rowlands (Mondadori)
Mark Rowlands, giovane e inquieto docente di filosofia in un'università americana, legge per caso su un giornale una singolare inserzione, si incuriosisce e risponde. Qualche ora dopo è il padrone felice di un cucciolo di lupo, a cui dà nome Brenin ("re" in gallese antico). Per undici anni, sarà lui la presenza più importante nella vita del professore, che seguirà ovunque: assisterà alle sue lezioni acciambellato sotto la cattedra, incurante degli iniziali timori e del successivo entusiasmo degli studenti, ne condividerà avventure, gioie e dolori, lo accompagnerà nei suoi spostamenti dall'America all'Irlanda alla Francia, dove Mark si trasferisce dopo aver troncato quasi ogni legame con i suoi simili. E sarà, soprattutto, una fonte continua di spunti di riflessione e idee filosofiche perché, contrariamente allo stereotipo che ne fa un emblema del male, della ferocia, del lato oscuro dell'umanità, il lupo è per Rowlands metafora di luce e di verità, la guida per un viaggio interiore alla scoperta della propria più intima e segreta identità: "Il lupo è la radura dell'anima umana ... svela ciò che rimane nascosto nelle storie che raccontiamo su noi stessi". La sua natura selvaggia e indomabile, infatti, rivela a chi gli sta accanto un modo di vivere e di fare esperienza del mondo non solo radicalmente diverso da quello degli uomini, ma forse anche più autentico e appagante perché immune da doppi fini, da ogni atteggiamento di calcolo e manipolazione."Il lato scimmiesco di noi umani, dice Rowlands, è quello utilitaristico basato sulla macchinazione e l'inganno. Ma addormentato in noi c'è anche il lupo, che ci propone un patto fondato unicamente sulla reciproca lealtà".
di Franco Marcoaldi tratto da L'Almanacco dei Libri de la Repubblica del 5/08/09 p. 40
martedì 18 agosto 2009
Nani, Ballerine e altre Suggestioni di Angela Leucci (Edizioni Akkuaria
Il Salento. Terra di transito, di attraversamenti, di ragni tarantolati, di ulivi secolari. Salento, terra di meraviglie barocche, di cultura, non solo terra dove impera lu sule, lu mare, lu ientu! Già perché c’è un aspetto della storia della letteratura di questo territorio ancora tutta da scoprire, tutta ancora da valorizzare e da apprezzare, e per certi versi forse poco rassicurante. Obiettivamente la produzione letteraria di queste lande, da Salvatore Toma a Antonio Leonardo Verri sino a Claudia Ruggeri, ha raccontato sia in prosa che versi, una geografia della scrittura che parlava di queste latitudini in maniera non certo entusiastica, dove il lirismo mitologico di un luogo quasi utopico e incontaminato sotto qualsiasi punto di vista, veniva sostituito dalla narrazione di un luogo, il nostro, tutt’altro che idilliaco,anzi … un inferno “minore”, citando l’opera della Ruggeri, dove il barocchismo delle identità diveniva sublimazione dell’ipocrisia, della volgarità, del pressapochismo, di una claustrofobia esistenziale che lacerava ogni slancio. A cavallo poi tra gli anni ’80 e ’90 il Salento ha visto nascere il pulp, la beat generation con Maurizio Leo di Copertino, Giovanni Santese di Sternatia (ricordo per Luca Pensa editore il suo “Amore lavati, che ti porto a ballare), il leccese Vito Antonio Conte, il noir con Luciano Pagano, sino al Giallo di Raffaele Polo, Graziano Tramacere, Gianni Capodicasa, Piero Grima, Lino De Matteis, Lucia Accoto e altri che hanno pubblicato i loro gialli ambientati nel Salento con altre case editrice tra cui Manni. Devo dire che le sorprese non sono ancora finite, sintomo che la possibilità di trasformare una terra del “rimorso” in una gigantesca fonte d’ispirazione per quel genere letterario come il “Giallo” (Il termine "giallo" si deve al colore della collana Il Giallo Mondadori, ideata da Lorenzo Montano e pubblicata da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929) che a tutt’oggi ha i suoi appassionati seguaci, sono ancora moltissime. Con meraviglia poi leggo il lavoro di Angela Leucci per i tipi di Edizioni Akkuaria, dal titolo “Nani, ballerine e altre suggestioni” e dal titolo mi aspetto una prosa immaginifica, tra il grottesco e l’onirico o metafisico se si preferisce, sulla scia della migliore visione di un Federico Fellini. Ma pagina dopo pagina mi accorgo che Leucci mi ha coinvolto nella sua ragnatela di storie, personaggi, contingenze davvero inquietanti. Ora che l’autrice sappia come condire di brividi i suoi racconti, è fuori discussione, vi è il crimine, il mistero, le relative indagini per scoprire il colpevole di turno, che vi assicuro in questo caso non è il maggiordomo. Le vicende prendono corpo a Lecce, Maglie, nel Salento tutto insomma, (l’ambientazione è facilmente individuabile) e ci si può immedesimare da subito perché parlano di fatti che sono alla portata della nostra quotidianità, ma che di usuale hanno veramente ben poco in quanto ci fanno capire come le persone che ci circondano, quelle che possiamo incontrare lungo le scale del nostro condominio, mentre facciamo la fila alle poste, o che siedono al tavolo accanto mentre prendiamo un aperitivo con degli amici al bar, rappresentano l’altro come atroce (con un gioco semplice di elisione possiamo trasformare il latino “alter” , altro per l’appunto, in “ater” atroce) ovvero come entità mostruosa che può tutto. D’altra parte i killer seriali ce lo insegnano da Rostov ( nella realtà Andrej Romanovič Čikatilo) in poi! E dunque chiunque potrebbe essere un cannibale, un omicida efferato, un necrofilo e chi più ne ha più ne metta. L’abilità di Angela Leucci sta poi nell’aver voluto trasformare questi incubi in scene descritte con estrema velocità, e sintesi, da 8 mm direi, proprio come l’assurdo e la morte si manifestano in tutta la loro forza e assurdità, senza darti nemmeno il tempo di riflettere. In questo libro si parla di amore, di amicizia, di sesso, di morte con un unico filo conduttore: una lunga scia di sangue. Da leggere magari con sottofondo Nick Cave, Bob Dylan, Tom Waits. Scrive Antonio Errico nella prefazione al libro: “Angela Leucci racconta. Con precisione, esattezza, rapidità. Con ironia, icasticità, a volte con sarcasmo. Interpreta situazioni e condizioni del vivere. Prende parte. Racconta. Dei suoi personaggi conosce ogni storia, condivide tutte le passioni, è compagna di strada discreta, premurosa. Racconta facendosi personaggio tra i personaggi, senza nascondere mai sentimenti ed emozioni, senza pretendere di governare le storie, ma lasciandosi portare dal loro corso, affidandosi, se occorre, all’imprevedibilità della sorte. La sua narrazione prevede – strutturalmente – il soggetto che narra. Le vicende che si dispiegano non sanno farne a meno, lo pretendono, lo richiamano.” Certo, ha ragione Antonio Errico, ma alla fine quello che quest’autrice ci dimostra, è che la sorte alla fine è solo una delle tante storie che esistono simultaneamente in questo mondo, che è il peggiore dei mondi possibili
lunedì 20 luglio 2009
Il libro del giorno: La fortuna non esiste di Mario Calabresi (Mondadori)
"Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi." Come si esce da una crisi, come si supera una perdita, un insuccesso, un fallimento? C'è chi ha avuto la forza di rimettersi in piedi dopo che l'azienda in cui lavorava ha chiuso, chi ha rifiutato di arrendersi dopo che la recessione lo aveva costretto a vendere la casa in cui viveva e a partire per chissà dove, chi ha ritrovato la forza di andare avanti dopo che un lutto sembrava avergli tolto una ragione per vivere. Due anni in viaggio attraverso l'America, trentasei Stati, l'elezione presidenziale più emozionante che si ricordi e tante vite di gente comune. Ma al centro di tutto questo per Mario Calabresi c'è una sola domanda: che cosa accade nel cuore di chi cade e trova la forza di rialzarsi? Magari con fatica, con dolore, ma con tenacia incrollabile e soprattutto senza aspettare la fortuna? Qual è il segreto di una nazione e della sua gente, capace da sempre - ma oggi più che mai - di reinventarsi da zero, di darsi una seconda chance, di eleggere un presidente nero contro ogni previsione, di rimettersi in cammino anche dopo che la più grave recessione del dopoguerra ha travolto la vita di milioni di persone?"Attraverso queste storie, Calabresi ci fa capire che la vera forza della democrazia americana non sta tanto nella potenza militare o in quella economica, quanto nella profonda fiducia di riuscire a superare gli ostacoli, secondo il principio riassunto nella frase non importa quante volte cadi, quella che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi"
di Giovanni Russo tratto da il Corriere della Sera del 20/07/09, p. 29
casa editrice Mondadori: http://www.mondadori.it/libri/index.html
La fortuna non esiste. Storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi di Mario Calabresi, 2009, Mondadori (collana Strade blu)
domenica 19 luglio 2009
Il libro del giorno: Noi due come un romanzo di Paola Calvetti, Mondadori (collana Omnibus)
Emma sta per raggiungere la fatidica soglia dei cinquanta, ha un figlio adolescente, un ex marito e una brillante carriera, quando decide di rivoluzionare la sua vita - e quella di molti altri. Nei locali avuti in eredità da una zia, nel cuore di Milano, apre una libreria: si chiama "Sogni&Bisogni" e venderà solo libri d'amore... "Sogni&Bisogni" diventa presto il rifugio e il luogo d'incontro per una folla di personaggi: da Alice, trentenne e vivacissima aiutante libraia, a Gabriella - l'amica di sempre, il cui marito commercialista è il Nemico Fedele che veglia sui progetti di Emma ai tanti lettori, uomini e donne, giovani e anziani, che portano le loro vite fra i libri e così ne trovano di nuove. Ma, soprattutto, è grazie alla libreria e a una fatale coincidenza che Emma ritrova Federico, il grande amore della sua giovinezza."(...) un libro da leggere d'un fiato, intelligente, raffinato, elegante, e in cui scoprire o riscoprire, come la lettura possa essere anche occasione di conoscenza, d'incontro se, parafrasando Vinicius de Moraes, mi sento di dire: la lettura è l'arte dell'incontro (lui disse la vita è l'arte dell'incontro). Eppoi evviva queste libraie, queste biblioteche, sapienti donne di libri, di lettura e di vita"
di Massimo Gatta tratto da Leggere:Tutti (giugno/luglio 09), p. 48
casa editrice Mondadori: http://www.mondadori.it/libri/index.html
Noi due come un romanzo di Paola Calvetti
2009. Mondadori (collana Omnibus)
lunedì 13 luglio 2009
Il libro del giorno: Amulet vol. 1 di Kazu Kibuishi (Mondadori)
Il custode della pietra. Amulet vol. 1 un libro di Kazu Kibuishi Due anni dopo un terribile incidente in cui ha visto il papà precipitare in un burrone, Emily si trasferisce con la mamma e il fratellino Navin nella vecchia dimora appartenuta al bisnonno, un geniale inventore scomparso misteriosamente. Ma durante la prima notte nella nuova casa si odono rumori sinistri provenire dalla cantina: il grido della mamma è l'ultima cosa che Emily sentirà prima di vederla sparire, inghiottita da una presenza nascosta dietro la porta! Questa volta Emily non resterà a guardare: per ritrovare la mamma affronterà un viaggio pieno di pencoli, con il piccolo Navin al fianco e un essere minaccioso alle spalle, che la segue a ogni passo. Il mondo che la aspetta è popolato di elfi malvagi, mostri dai mille tentacoli, uccelli rapaci dalle forme più strane, ma anche delle meraviglie che il bisnonno ha messo sul suo cammino per sostenerla nella missione: Miskit, il saggio coniglio di pezza, Cogsley, una ferraglia scorbutica ma sempre pronta ad aiutarla e, soprattutto, un portentoso e ambitissimo amuleto. " Questo primo volume di Amulet (Will Smith produrrà il film) narra una storia di magia capitata ai giovanissimi Emily e Navin nella casa del bisnonno, dove sono andati ad abitare dopo la morte del padre"
di Luca Raffaelli tratto da XL di Repubblica n.47 (anno 5), p. 181
casa editrice Mondadori: http://www.librimondadori.it/web/mondadori/home
domenica 28 giugno 2009
Il libro del giorno: Il ricatto di John Grisham ( Mondadori)
Cresciuto nello studio legale del padre nella cittadina di York, in Pennsylvania, Kyle McAvoy è un giovane con un roseo futuro davanti. Intelligente e di bell'aspetto. Ma nel suo passato c'è un segreto che lui avrebbe voluto dimenticare, e quando alcuni loschi personaggi lo avvicinano annunciandogli di avere le prove del suo coinvolgimento in uno stupro di gruppo negli anni del college, Kyle avverte la sgradevole sensazione di non essere più l'unico padrone del suo destino. I ricattatori agiscono per conto di un misterioso committente interessato a una causa che vede due prestigiose società darsi battaglia per il possesso dei progetti di un avveniristico bombardiere commissionato dal Pentagono. Kyle, semplicemente, dovrà fare ciò che sogna ogni giovane avvocato: accettare l'offerta di lavorare a New York nel più prestigioso studio legale del mondo, che gli ha offerto un impiego strapagato. Questo gli consentirà di passare ai suoi ricattatori preziose informazioni riguardo al contenzioso in atto. Trovandosi costretto a commettere un crimine per nasconderne un altro, Kyle si rende conto che la sua carriera e la sua libertà sono in pericolo, come anche il futuro che aveva immaginato per sé. Ribellarsi al diabolico meccanismo che rischia di stritolarlo significherà ridare un senso al suo codice etico e mettersi una volta per tutte alla ricerca, della verità, anche su se stesso."Con Il ricatto, John Grisham fa compiere al giallo giudiziario più di un passo in avanti verso una strategia narrativa nella quale procedure legali e spionaggio convergono in uno schema complottista che non esclude, anzi esalta, i fattori umani e lo scandaglio psicologico"
di Enzo Verrengia tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno del 28/06/09, p. 27
Casa editrice Mondadori: http://www.mondadori.it/libri/index.html
Il ricatto di John Grisham
2009, 390 p., Mondadori (collana Omnibus)
mercoledì 24 giugno 2009
Il libro del giorno: Alle spalle della luna di Maria Rita Parsi (Mondadori)
Custodia nasce ad Avezzano, nel cuore dell'Abruzzo, all'inizio della Seconda guerra mondiale. Ma più che gli eventi connessi al conflitto è una vicenda privata a segnare la sua esistenza e quella della famiglia: l'amore del padre - reduce dal fronte greco - per la bella ed eccentrica Crocifissa. La passione clandestina tra i due si alimenta dei frequenti incontri in casa della donna, dove Custodia accompagna il padre: in attesa del suo papà la bambina gioca con una collezione di bambole ed è in quelle ore solitarie che nascono voci e immagini interiori il cui ascolto lascia in lei una traccia indelebile. Ma quando, durante una processione religiosa, la madre di Custodia capisce da un gesto e uno scambio di occhiate la trama amorosa che la esclude, la famiglia entra in crisi. E presto il confronto tra le due rivali e una progressiva resa dei conti sconvolgono la vita di Custodia. La madre, rimasta sola, deve cercarsi una modesta occupazione per pagare i debiti e mantenere i figli, e Custodia viene mandata in collegio. Qui, per la prima volta, assume piena consapevolezza dei volti e delle voci che le parlano e le donano il potere di una misteriosa preveggenza. "Il Popolo dei Signori delle Ombre", così lo chiama, si è messo in amichevole comunicazione con lei e la guiderà in tutti i passi - spesso duri e dolorosi, ma a volte anche inaspettatamente felici - che la attendono. Finché, molti anni più tardi, Custodia potrà rivelare, in una lettera alla madre, di aver capito la meta verso cui tende. "La scrittrice e psicoterapeuta Parsi racconta la storia avvincente di un'infanzia amara ma salva, una figura femminile che con i sogni e il sapere affronta ogni fatica, dal lutto alla povertà, capace di un amore che contiene anche la malattia e la morte, ma è più forte"
di Ida Bozzi tratto da Il Corriere della Sera del 24/06/09, p. 44
Alle spalle della luna di Maria Rita Parsi
2009, 207 p., rilegato, Mondadori (collana Omnibus)
casa editrice Mondadori: http://www.mondadori.it/
lunedì 22 giugno 2009
Il vento dell'odio di Roberto Cotroneo (Mondadori)
Le Marais è un quartiere della città di Parigi situato sulla rive droite della Senna, a nord dell'Île Saint-Louis. Le attrattive turistiche del quartiere lo rendono una delle zone più visitate della città: luogo probabilmente di maggior interesse del Marais è Place des Vosges, poi di sicuro, il Musée Picasso con la sua collezione di opere del maestro spagnolo, il Musée Carnevalet, che racconta la storia della città di Parigi tramite documenti e ricostruzioni, il Museo dell'arte e della storia del Giudaismo e gli Archives Nationales, con all'interno il Museo della storia della Francia. Il Marais è uno tra i quartieri più “cool” della capitale francese, grazie alle numerose boutique di stilisti emergenti e locali di tendenza che, negli ultimi anni, sono diventati anche il centro della vita omosessuale della città, diventando un vero e proprio gay village. Al Marais ci sono stato due anni fa per la prima edizione del “Festival del Libro e della cultura italiana”. Qualcuno mi disse che era un posto dove avevano trovato asilo molti dei terroristi rossi degli anni di piombo. Sinceramente se avessi dovuto scegliere un posto per la mia latitanza, anche se fossi stato solo un semplice fiancheggiatore, avrei proprio scelto il Marais, e non perché avesse qualcosa di particolare in sé, ma perché rappresentava una parte dell’immensa Parigi, simbolo totale di passaggi, intrecci, archetipo del bosco jungeriano, dove il ribelle ricostruisce la sua identità e riordina la sua storia. E il Marais lo si trova anche nelle pagine dell’ultimo lavoro di Roberto Cotroneo, Il vento dell'odio (Mondadori, pp. 288, euro 18), dove l’autore parla attraverso le voci dei due protagonisti, degli anni Settanta, e di una porzione di storia d’Italia, densa di fantasmi e coni d’ombra così profondi da non riuscire a scorgerne neanche il fondo. Cristiano Costantini e Giulia Moresco, sono due terroristi, clandestini, due vite e due passati differenti, entrambi figli di due padri dalla doppia vita: uno informatore dei servizi segreti e fedele alla tradizione, ai valori, all’etica fascisti; l’altro detentore di segreti incredibili, e che della Cecoslovacchia ( e della Bulgaria) aveva fatto la sua seconda patria e la sua base operativa sia di affari di carattere economico che politico su più livelli. Sia Carlo che Giulia, sono legati da un unico desiderio, ovvero la volontà di non essere delle pedine, pedine sacrificabili, nelle mani di un passato ancora troppo ingombrante. Terminata l’esperienza della lotta armata, Giulia acquisterà la casa di Cristiano (latitante in Argentina da parecchi anni). Esegue dei lavori di ristrutturazione e trova nascosto in un tramezzo un memoriale, le cui verità sono pesanti come un macigno di svariate tonnelate, e che unisce le loro vite in maniera indissolubile. Cristiano, riceve per vie traverse il memoriale, e da quel momento in poi ,con la consapevolezza di non aver più alcuno scampo, inizia un viaggio allucinante e allucinato tra menzogne e mezze verità: la strategia della tensione, il ruolo dei Servizi deviati, la lotta armata, i tentativi di eversione dei poteri dello Stato, il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro. Cotroneo in questo suo nuovo, magnifico lavoro, che gli ha fatto perdere qualche ora di sonno come scrive proprio di suo pugno a fine libro, parla di segreti spesso solo sussurrati. Segreti di pulcinella direbbe l’ex presidente della Commissione Stragi Giovanni Pellegrino, se solo si consultassero tutti i documenti delle Inchieste della Commissione da lui presieduta. E scorrono davanti agli occhi della mente del lettore le vicende del caso Moro, ma non solo. Sembra che Roberto Cotroneo ammicchi al mistero dei misteri, una scoperta avvenuta quasi per caso e documentata nello splendido saggio di Stefania Limiti edito da Chiarelettere dal titolo L'Anello della Repubblica con postfazione di Paolo Cucchiarelli. Un servizio segreto di cui nessuno ha mai saputo nulla, venuto fuori dagli archivi del Viminale, una struttura occulta il cui compito era ostacolare le sinistre e condizionare il sistema politico con mezzi illegali, senza sovvertirlo. Un’agenzia con sola funzione perturbatrice, in grado di controllare inoltre qualsiasi terrorismo, sia di destra che di sinistra, e di dirigerne i passi nell’ombra.
Ciò che rende magistrale il lavoro di Cotroneo, sebbene si tratti di un romanzo, è una chiarezza totale, frutto di approfondimenti degni di uno storico del terrorismo, alla Mirco Dondi o alla Manlio Castronuovo per intenderci, nel parlare del periodo più difficile della nostra repubblica, e addirittura di aver riflettuto su un’estetica dell’omicidio politico che supera di gran lunga la più fervida fantasia della più recente corrente artistica dell’iper-realismo oggettivo, che va da Cattelan sino ad Adrian Tranquilli e co.! Ulteriore elemento di pregio del lavoro di Cotroneo, è l’aver lavorato sull’utopia non nella classica accezione filosofica, quanto nel considerarla un gigantesco buco nero, un vuoto primigeno, in cui scompaiono memorie, individualità, passioni, vicende. Un libro che vale la pena leggere, e necessario per ricordare ancora!
sabato 13 giugno 2009
Il libro del giorno: Vite pulviscolari di Maurizio Cucchi, Mondadori (collana Lo specchio)
Condotta su vari temi, questa raccolta parte da un dialogo con la madre scomparsa e si conclude con la cronaca di un breve viaggio per mare, dove l'autore riflette su una sorta di strana coincidenza tra la teoria astrofisica dei buchi neri e il racconto "Una discesa nel Maelstrom" di Edgar Allan Poe. Nelle parti centrali, meditazioni liriche sugli affetti e sull'amore, sul riaffiorare di immagini dalla memoria, sulla presenza viva eppure mutata degli oggetti nel nostro tempo. "Parte con un potente capitolo autobiografico Vite pulviscolari, la nuova raccolta di poesie di Maurizio Cucchi: la madre morta, il ricordo, lo struggimento del distacco; ma anche il rintocco cupo del nuovo disgregarsi di un'identità forse appena ricomposta in Per un secondo o un secolo (2003) sotto il segno di un'orgogliosa autoironia. Le vite pulviscolari e ignote, che fanno sentire la propria labile presenza da un passato remotissimo inopinatamente ripropostosi, si riverberano nello smarrimento definitivo di un soggetto ormai sull'orlo del Maelstrom, che dispera di potersi attribuire un valore, appunto, non pulviscolare"
di Stefano Giovanardi tratto da Almanacco dei libri de La Repubblica del 13/06/09, p. 40
casa editrice Mondadori: http://www.librimondadori.it/web/mondadori/home
Vite pulviscolari di Maurizio Cucchi
2009, 105 p., brossura, Mondadori(collana Lo specchio)
giovedì 11 giugno 2009
Il libro del giorno: Nuovi Argomenti n.46 - Italia Anno Zero (Mondadori)
Nel 1953 Alberto Carocci e Alberto Moravia fondano "Nuovi Argomenti'', da allora la rivista è rimasta un punto di riferimento per il mondo intellettuale e letterario italiano. Nei suoi cinquantacinque anni di attività si sono alternati alla direzione i principali protagonisti della scena culturale italiana, da Pasolini a Sciascia, da Bertolucci a Siciliano, fino all'impegno attuale di Dacia Maraini. Negli ultimi anni "Nuovi Argomenti" ha saputo dimostrare la sua straordinaria vitalità scommettendo su molte delle voci più interessanti della nuova generazione di scrittori, tra le quali quelle di Alessandro Piperno, Roberto Saviano e Paolo Giordano. In questo numero di Nuovi Argomenti: diciotto racconti sull'inizio del terzo millennio. Interventi di 18 racconti sull'inizio del terzo millennio
Raffaele La Capria, Dacia Maraini, Vincenzo Pardini, Giorgio van Straten, Mauro F. Minervino, Helena Janeczek, Lorenzo Pavolini, Carola Susani, Leonardo Colombati,
Flavio Santi, Elisa Davoglio, Mario Desiati, Giancarlo Liviano, Chiara Valerio
Arnaldo Greco, Federica Manzon, Paolo Di Paolo, Paolo Giordano
"Mi piace molto il racconto di Paolo Giordano in questo numero della rivista: un rappresentante di aspirapolvere in crisi viene licenziato mentre suo figlio sparisce ..."
di Antonio D'Orrico (In Venticinque parole) tratto dal Corriere della Sera Magazine n.23 p. 116
Nuovi argomenti. Vol. 46: Italia anni zero.
2009, 350 p., brossura, Mondadori(collana Nuovi argomenti)
sabato 30 maggio 2009
Scritto sul corpo di Jeanette Winterson (Oscar Mondadori). Rec. di Vito Antonio Conte
“Perché è la perdita la misura dell'amore?”: questa domanda, ma potrebbe pur'essere una constatazione (e tante altre cose), è anche l'incipit di una storia densissima, una storia che non è una storia, una storia ch'è tante storie, una storia che leggo non per scelta e nemmeno casualmente, ma per dono di chi l'ha letta (quasi) per caso (frutto d'un altro dono) e ha visto l'immagine di sé riflessa dentro... Una storia che non mi prende, non so perché (o, forse, sì). Ma mi fa pensare. Non so perché si scrive una storia così (o, forse, sì). So perché la leggo: voglio vedere anch'io quell'immagine. Da una prospettiva differente. È una storia dell'amore, non d'amore, ma dell'amore, una storia dell'amore universale, non “la” storia dell'amore universale, ma “una” storia dell'amore universale, dell'amore che non si può dire, di quello difficile da raccontare, che cerchi di renderlo in una storia ma quella (volente o nolente) svicola via, non ne vuole sapere di aderire a quel che è, per quanto attingi dappertutto e i richiami si moltiplicano all'infinito, ma quel tutto non s'incastra, non dice niente, anzi diverge, s'allontana da quel che è e che vorresti fotografare, ma sulla carta -piuttosto che una finitezza- rimangono soltanto tratti sfumati, ché non ci sono parole e qualunque espediente è inadeguato per disegnarla e darle il pur minimo contorno. Non si può definire l'infinito. Lo si può intuire. Forse. Lo si può ascoltare. Lo si può sentire. E condividere. A volte. Ché non puoi dire di tutte le altre storie per far capire la diversità di questa storia, ché non puoi narrare del mondo, dei cieli, delle terre, dei mari, dell'oltre, degli uomini, delle donne, di tutti gli uomini che hai conosciuto, di tutte le donne che hai conosciuto, per spiegare quanto è raro quest'amore! E non basta invocare la bellezza delle stagioni per dipingere la bellezza di quest'amore e non c'è da guardarsi intorno e dentro e altrove per far comprendere quel che sai e quanto ti sfugge per colorare l'improvviso ch'è fragore assordante e quiete indicibile di quest'amore che arriva senza annuncio che ti coglie come scossa d'alta tensione quando compare lei. Lei che già sapeva lei che ti amava già senza saperlo lei che non osava confessarlo neanche a se stessa e che ha avuto l'ardire di dirlo a te lei che non voleva ma che non poteva far tacere quell'amore lei che adesso lo vuole con ogni parte di sé lei che intanto ti era scoppiata dentro spezzato il cuore impazzito ogni atomo frantumata l'essenza e non servono più virgole inutili i punti non c'è bisogno di parentesi nessun segno grafico accapo per niente nessuna interpunzione alcunché che possa in un modo qualunque staccare parole dalle parole respiro dal respiro voce dalla voce pelle dalla pelle anima dall'anima fiato dal fiato labbra dalle labbra natura dalla natura occhi dagli occhi capelli dai capelli carne dalla carne sorriso dal sorriso non si può frenare la piena di un fiume non puoi ripararti dal monsone lui spira tagliente da terra verso l'oceano e dall'oceano verso terra neppure il millenario albero cavo può accoglierti ché questo amore tracima e ti porta con sé non puoi liberarti dalla costanza smisurata dell'aliseo non c'è tregua nel vento dell'amore non c'è ortodossia nella forza degli elementi che possa mutarne il corso non c'è temporale senza devastazione non esistono argini quando la pioggia diventa torrenziale ma anche quell'acqua può essere calda nel gelo dell'inverno più inverno se lasci straripare quell'amore sì che rompa ogni terrena costruzione e non puoi fuggirlo non puoi limitarlo non puoi costringerlo un amore così quando arriva se arriva non conosce leggi un amore così quando arriva se arriva non ha ragione un amore così quando arriva se arriva ignora qualsiasi forma è contenuto assoluto è galoppo di cavalli selvaggi lunghe criniere in faccia ai confini noti scalpitìo assordante e polvere che s'alza fin quando chi governa quell'impeto maestoso unico tra simili riceve un segno proprio quel segno esattamente quel segno e lo trasmette agli altri inarrestabili per il resto che s'acquietano a guardare oltre quella fatalità un amore così è fulmine che genera luce è fuoco che avvampa e divampa è dolore incandescente è fiamma che cauterizza la ferita è gioia lancinante è andare incontro al sole senza motivo stringersi le mani sfiorarsi di baci mordersi il morso graffiare il gatto godendo l'irto pelo e fusa e fusa e fusa è andare così incontro al sole e penetrare tra le ciglia scovando colori mai visti è perdersi nelle infinitesime goccioline di nebbia di una città sconosciuta nel mentre su quel ponte sopra un altro corso umido hai perduto il senso e sai che potrebbe crollare ad ogni istante anche se il tuo peso è leggero come di nuvola araba ma insostenibile come di piombo notturno a Gaza un amore così è tutte le latitudini che hai toccato ed è soprattutto i poli che mai ti è stato dato di avvicinare e chissà forse un giorno chissà forse una notte di luna e di stelle chissà avresti potuto ma ti è mancato qualcosa e l'hai perduto hai perduto quell'amore hai perduto lui hai perduto lei non importa chi non importa uomo o donna ché era proprio quell'amore l'unico amore precisamente quell'amore ed è quell'assenza non il dolore ma quell'assenza che non sopporti non la sopporti proprio non la sopporti più ché l'hai detto l'hai detto bene l'hai detto senza scampo nonostante i troppi manuali che c'è un abisso tra il dolore e l'assenza ché l'assenza è vuoto e “il dolore finisce... ma il vuoto non viene mai colmato”. E puoi scrivere che “L'amore è la sola cosa più forte del desiderio e l'unica vera ragione per resistere alle tentazioni”, puoi far dire a Louise “Non ti lascerò più andar via” e inventarti che “Quello che si rischia è misura di quel che si vale” e (dopo di me, prima di me o insieme a me, cosa importa?) “Vorrei sentire ancora la tua voce”, ma poi – te lo devo dire Jeanette- tu non sai cos'è la felicità, perché l'altro sei tu! Questo ho pensato fortemente a un certo punto. Senza cercare nulla su di te... Poi però so che hai giocato, un gioco brutale e bellissimo, come quell'amore: maledizione e miracolo. Come l'ultima immagine che regali, Jeanette Winterson, in questo libro, “Scritto sul corpo” (Oscar Mondadori, €? Non lo so, ve l'ho detto, è un regalo!), “La storia comincia qui, in questa stanza spoglia. Le pareti stanno esplodendo... Oltre la porta c'è il fiume, ci sono le strade; lì saremo noi. Quando usciamo, possiamo portare il mondo con noi, e prendere il sole sottobraccio. Ora sbrigati, si sta facendo tardi. Non so se questo è un lieto fine, ma eccoci nella piena libertà dei campi”. E chiunque tu sia, donna o uomo, non importa, non importa perché -come aveva giurato- lei (Louise) è ancora con te. E se, come te, “non credo alla letteratura che diventa vita”, sono convinto che la realtà spesso supera la fantasia e, a volte, l'anticipa... Poi inizio a leggere anche “Il sesso delle ciliegie”, sempre di Jeanette Winterson, e nelle prime pagine, tra l'altro, incontro questo pensiero: “Ogni viaggio ne cela un altro nella sua rotta: il sentiero che non è stato seguito e l'angolo dimenticato”. E mi piace. Mi prende. Subito. Continuo ad andare... con te e con quest'altra immagine di te, con te che sei parte di questa scrittura, con te che sei parte di quest'amore. powered by Paese Nuovo
Scritto sul corpo di Winterson Jeanette
2000, 210 p., 8 ed.
Editore Mondadori (collana Piccola biblioteca oscar)
ITALIA (ITALY)
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