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mercoledì 15 aprile 2009

Io scrivo di Simone Maria Navarra (Delos Books)


Un manuale di sopravvivenza creativa per gli autori emergenti, che vogliono migliorare la loro scrittura e, magari, trovare anche un editore disposto a pubblicarli... Cari scrittori emergenti, ammettete con voi stessi che, se non iniziate mai a scrivere, se non riuscite ad andare oltre a un paio di pagine o se vi bloccate per un mese ogni tre righe, forse scrivere non vi piace così come credete. Forse, in fin dei conti, diventare un autore di romanzi non è davvero il sogno della vostra vita. Se poi doveste rendervi conto di odiare letteralmente la parola scritta questo potrebbe dire che, nell'intimo del vostro spirito, non si nasconde uno scrittore ma un editore. In questo caso la prima cosa che dovete chiedervi è: ho intenzione di pubblicare anche autori emergenti? Se così fosse, vi mando subito qualcosa di mio da leggere. Io scrivo è un libro intelligente, divertente e dissacrante, che pur rivelandosi una vera miniera di consigli utili per ogni autore alle prime armi che intende affinare la propria tecnica per arrivare a pubblicare, non perde l'occasione per indagare nel vasto mondo dell'editoria, con i suoi trabocchetti e i suoi percorsi difficili, e in quello, forse ancora più ampio ed eterogeneo, degli scrittori in cerca di editore, apparentemente disposti a tutto pur di pubblicare. Proprio come Simone Maria Navarra!


L'AUTORE

Nato a Roma nel 1975, Simone Maria Navarra ha scritto diversi racconti e romanzi, alcuni dei quali disponibili gratuitamente su Internet in formato ebook.
Io scrivo è il suo primo libro pubblicato.


Io scrivo di Simone Maria Navarra
Delos Books
Collana: I libri della Writers magazine Italia
Web: http://www.ilmondoquasinuovo.com

L'amor carnale - The Bastard Sons of Dioniso



That's all folk!

Senza Corpo (Minimum Fax) a Bologna al Teatro San Martino

Aa. Vv., Senza corpo
Voci dalla nuova scena italiana


a cura di: Debora Pietrobono
illustrazione di: Luigi Bicco

venerdì 17 aprile 2009
Start: h. 19.00
Teatro San Martino, Oberdan, 25 - Bologna, Italy


Intervengono
la curatrice Debora Pietrobono


Lucia Calamaro • Oscar De Summa • Alessandro Langiu • Giuliana Musso • Massimo Somaglino • Sergio Pierattini • Michele Santeramo • Daniele Timpano


Come ogni anno, minimum fax propone ai lettori un'antologia di ricerca delle nuove scritture che attraversano l'Italia. Per il 2009 il bacino di nuovi talenti dove siamo andati a pescare - sotto la guida di Debora Pietrobono - è quello degli scrittori per il teatro. Perché dietro i recenti successi di autori come Marco Paolini, Ascanio Celestini o Emma Dante, esiste una scena ricchissima di giovani drammaturghi capaci di creare un canone alternativo nella letteratura italiana contemporanea. Attraverso questi otto testi, spesso già premiati e riconosciuti come piccoli capolavori di scrittura, si delinea una panoramica che, tra differenze stilistiche e consonanze tematiche, in un passaggio continuo dalla lingua al dialetto, dà voce alla nostra società malata e crea una vicinanza con il lettore che, pagina dopo pagina, viene sempre più chiamato in causa.

martedì 14 aprile 2009

Eleonora Danco, Ero Purissima (Minimum Fax) domani alla Libreria del Cinema di Roma

«Eleonora Danco è un'artista di razza randagia, irrefrenabile ed elastica, è un fenomeno di culto come scrittrice e interprete di testi corsari, è una performer in grado di alimentare un fluxus joyciano di slang romanesco».

Rodolfo di Giammarco, La Repubblica

mercoledì 15 aprile 2009
Start h. 19.30 c/o Libreria del Cinema, via dei Fienaroli, 31/d - Roma


Eleonora Danco
presenta
Ero purissima

Presentano Edoardo Camurri e Luca Mastrantonio

Leggono Eleonora Danco
Sandra Ceccarelli e Fabrizio Gifuni


Con una conversazione con Marco Lodoli

Le sue storie fanno ridere e fanno male, sono crude e struggenti. Eleonora Danco, la più grande rivelazione del «giovane teatro arrabbiato» degli ultimi anni, ci sbatte in faccia la disperazione e la nevrosi quotidiana delle nostre città. Lo fa con i suoi più significativi testi per il teatro, qui presentati in ordine cronologico in modo da ripercorrere un decennio di lavoro: un concentrato di rabbia e poesia, espresso in un linguaggio crudo ma pieno di grandi invenzioni e illuminazioni improvvise, che l'ha portata a diventare in poco tempo una vera autrice di culto, tra Pasolini e Sarah Kane. L'adolescenza, i conflitti familiari, il sesso, la droga, le periferie: il mondo della Danco rivive adesso finalmente su carta ­- uno splendido, liberatorio pugno nello stomaco per i lettori.

E IO ASPETTO..LE CRONACHE DI IRENE. Silla Hicks su Irene Càrastro Mosino, Cronache semiserie di città (Altrimedia)

È difficile scrivere. Scrivere qualcosa di buono, intendo, qualcosa che ti inchiodi per una, dieci, mille pagine, che ti guardi coi suoi occhi spalancati anche dopo che il libro l’hai chiuso.
Non basta un diploma o una laurea e nemmeno il ricordo di quello che hai visto.
Non so cosa serva.
Perché sono un camionista, io. E non dimentico di esserlo. Anche quando racconto le storie che vedo.
E così mi dispiace, signora Maestra: mi dispiace due volte, ma io, alunno che da Lei avrei preso massimo un cinque, io, che non sono istruito né chic né perbene – uso le Sue parole: ne riconosce il suono? S’accorge di quanto è aspro, senza appello? - Io, che se fossi nato tremila chilometri a Sud avrei, come la signora Paglisi, raccolto le olive nella Piana, la boccio, e le spiego anche il perché.
La boccio, perché boccio il Suo stare in cattedra, la Sua sensibilità piccolo borghese, il Suo gusto per un periodare paratattico piuttosto scarno, e non per la paratassi in sé, ché Le assicuro che un pakistanino d’Inghilterra, certo Hanif Kureishi, ne ha fatto un gioco pirotecnico da abbagliare persino un mondo in cui il sole c’è solo a mezzanotte.
La boccio, perché se è vero che critica viene dal greco e significa giudizio, a Lei, a dispetto del titolo che ha scelto, manca l’ingrediente base per una critica che non sia rifiuto e basta: l’ironia.
Lei non sorride, ma addita: Lei, che ama parole come “volgare”, o “saggio”, non riesce a capire che Cesarino – davanti cui “piange”, e prega, è da credere – avrebbe bisogno di un abbraccio, e non di una Resurrezione: a quella, semmai, penserà chi è ben più in alto: ma un abbraccio Lei è lì, e può darglielo. Io, camionista che non ha finito le superiori, direi persino “deve”.
Ma invece no, Lei guarda e basta, e guarda con distacco, signora Maestra: la Sua pietà resta sospesa a mezz’aria, resta distinta, c’è un io, e un voi.
Lei che di notte è confortata nel buio dal fracasso dei vicini che rientrano, non sa fare una carezza a un cane né a un ragazzino smarrito e metterà anche voti a tutti, ma non lascia il segno che i maestri lasciano, talvolta mettendo da parte ruolo e “princìpi” per scaldare le parole, e il cuore di qualcuno.
Perché per farlo- per insegnare, ma anche per scrivere - bisogna dimenticare tutto e perdersi, sa: perdersi nel fango se si parla di fango, e impiastricciarsi di nuvola se si parla di cielo.
Bisogna guardare per ore un taglio sul dorso di una mano, e immaginare un gatto che la graffia stanco di giocare, sentirne il calore della pelliccia, e ascoltarne le fusa: chiuda gli occhi, e immagini. No, niente “kissi, kissi”, stavolta. La prego, si fermi. Ascolti.
Ascolti la solitudine dell’uomo con la mano graffiata, e non si chieda se la merita o no.
Pensi solo che è umano: fatto della stessa sostanza fragile e imperfetta e immensa di cui è fatta lei.
Tenda le dita, lo tocchi. Lo stringa. Senta il suo dolore attraversarla come corrente elettrica, e pianga per davvero, con il trucco che le scioglie sulla faccia grinza come sulle faccette acerbe delle ragazzine che ci si impiastricciano per nascondersi, alcune delle quali - per Lei – resteranno per sempre volgari, perché non sa coglierne la devastante bellezza.
Forse non lo sa, signora Maestra, ma è stata proprio una di loro a scrivere quelle che credo siano le cronache cittadine più riuscite, intense e vere, piene insieme di ironia e di dolcezza, del sole dell’Indocina e delle brume di Parigi: una ragazzina esile, imbrattata di trucco pesante, che andava al liceo indossando un paio di vecchie scarpe da sera ricamate di strass, una ragazzina francese che Lei avrebbe detto “volgare”, che andava a letto con un cinese vent’anni almeno più vecchio di lei e si chiamava Margherite, Margherite Duras.
Legga, la prego, le sue Storie d’amore estremo, e veda come si può davvero raccontare gli “ultimi” come recita la sua quarta di copertina, stando in mezzo a loro e insieme elevandoli sul mondo.
Un primo passo, può essere non chiamarli più ultimi, ma solo persone. Provi a farlo, signora Maestra.
Poi, se vuole, scriva ancora.
Tenendo il cuore e la penna in mano, seminando tra gli inevitabili errori quelle parole giuste che arriveranno dritte in mezzo agli occhi di qualcuno, come un proiettile, a tradimento, e dalla ferita che ci apriranno faranno sgorgare a fiotti pezzetti di sé che rotolandole giù, sulla faccia, le graffieranno gli occhi a sangue, in modo assoluto, indecente, al di là di quello che è giusto o no, al di là di quello che è opportuno o no, per un tempo ben più lungo di un centinaio di pagine.
Smetta di commemorare un mondo di sane e buone piccole cose, edulcorate dal ricordo come gli amori finiti quando passano gli anni e ci si scorda quanto ci hanno fatto piangere: perché Lei lo sa, in fondo, che è questo che le fa rimpiangere le sue canzoni: il fatto che non siano, che non possano più fare male.
E non mi parli di Gozzano, adesso: le sue piccole cose erano di pessimo gusto, ricorda? Come attraverso gli occhi azzurri della servetta quindicenne, Guido stava alla finestra di un mondo quanto mai reale, incapace di starci dentro, ma desiderandolo così forte – così dolorosamente - da entrarci per davvero.
Si guardi intorno. Guardi il mondo, com’è. O lo immagini, anche. Ma standoci in mezzo, sentendolo nelle viscere, e pazienza se non è perfetto, perché è questo, Le confido, il bello dell’essere umano.
Faccia quello che crede, ma esca, vada ai “giardinetti”, se vuole, e pazienza se qualcuno ci ha portato a spasso il cane, pazienza se si sporcherà le scarpe, respiri la terra, lo smog, il sudore del mondo.
Non commiseri, non giudichi. Soltanto, sia. Sia quello che vuole raccontare.
Si faccia male. Lasci da parte il Suo doppio cognome, e non perché è per sé ostacolo: lo è per Lei, che ne ha fatto una barriera. Vada in giro scalza e nuda per il mondo.
Né Maestra, né allieva: solo, umana.
Collezionando sguardi e storie dentro a bustine di Minerva, mettendo insieme un Diario minimo di immagini che siano frammenti di vita, preghiera, non buone abitudini, come ogni messa dovrebbe essere, perdono. Per sé e il mondo insieme.
Non so dirle se basterà, per farne un libro.
Non so dirle cosa ci voglia, né se si possa imparare.
Ma almeno il mondo, la gente, i cani e i gatti e la città con il suo traffico e le sue moto e i suoi autobus le scorrerà sotto pelle, e un bel momento finalmente si accorgerà di esserne parte.
E allora, finalmente, non sarà più Maestra, ma solo Irene.
Un nome bellissimo, antico, di occhi neri che ballano il sirtaki sensuale di Zorba, di sole che acceca e piane infinite di aranci.
Si siederà sotto uno di essi, Irene, anzi: ti siederai.
E, piangendo – ferita, le vesti stracciate, il trucco sciolto – racconterai le tue cronache.
Mentre tutti staranno fermi e zitti, ad ascoltare.

(Irene Càrastro Mosino, Cronache semiserie di città, I Narratori, Altrimedia Edizioni, Matera, 2009)

Il sesto ed altri racconti. Psychotropic noir di Stefano Delacroix (Lupo editore) a Ruffano

Venerdi 17 aprile, presso il Teatro della Scuola Elementare in Via Paisiello, a Ruffano, alle ore 19.30, si terrà una serata evento, organizzata dalla locale Pro Loco, con la presentazione del libro di Stefano Delacoix, Il sesto ed altri racconti. Psychotropic noir, edito da Lupo (2008).

Si tratta della prima uscita pubblica a Ruffano, quasi un ritorno a casa per l’autore, Stefano Delacroix, nato nel 1966 a Taranto, dove vive ed opera, ma di origini ruffanesi per parte dei genitori, come il vero cognome, Cazzato, inconfondibilmente rivela. Dopo la militanza tra le band giovanili, scoperto da Maurizio Montanari, approda alla corte di Mimmo Locasciulli, pubblicando tra il ‘94 e il ‘97 i primi due album da solista, Ribelli, e La legge non vale (entrambi per Ed. Hobo e distribuzione Sony Music). Delacroix ha già esordito nella letteratura nel 2007, con due romanzi, La memoria del mare (ed. La Riflessione) e Peristalsi (ed. Il Foglio), ma con la raccolta di racconti Il Sesto, lo scrittore tarantino esordisce nel genere del noir psicologico o “psicotropo” (la definizione è di Michelangelo Zizzi). La pubblicazione apre ufficialmente la collana “Incipio” di Lupo Editore. Gli otto racconti che compongono Il Sesto, infatti, si fondano tutti su un dubbio percettivo, psicologico, che disperde le energie dei protagonisti, facendoli cadere nella follia che, in questo caso, diventa una distrazione della percezione. Nel noir psicotropo in cui sono immersi i protagonisti dei racconti di Delacroix vengono meno le due coordinate esistenziali fondamentali nelle quali l’essere umano si trova a vivere: lo spazio ed il tempo.

Lo sfondo quasi costante di tematiche amorose, rende il genere ancora più idiopatico, irresistibilmente identificante. L’amore ne Il Sesto rimane la cosa più reale ed unicamente significante, a dispetto del suo dissolvimento. Così si ama ancora la donna della propria vita (come nel bellissimo “Il volgere del tempo”) senza poterla, a causa di fatti inspiegabili, più rivedere (nel racconto, il protagonista torna indietro nel tempo, ma realmente, fisicamente, mantenendo tuttavia coscienza del fatto, fino al giorno in cui vede la donna -che avrebbe amato nel corso regolare del tempo- nascere nel grembo della madre); così si da, per lettera abbandonata allo spazio, l’addio al figlio lontano anni luce (in senso letterale del termine, come avviene nel racconto che da il titolo al libro), mentre si va incontro a una rivelazione ontologica o forse, ancora una volta, solo percettiva, neuronale. Scompaiono le differenze tra mondo esterno e mondo interno, tra memoria e attesa del futuro: il tempo non scorre se non nel flusso circolare del percepire - ricordando.. Eppure le vicende avvengono: suicidi determinati da una falsa percezione dell’altezza; errate letture del mondo che si riconducono alla fatalità di un nome e che conducono a costruire la propria morte, apparentemente accidentale; smarrimenti spaziali o temporali che divengono irreversibili e coincidono col cambiamento irreversibile della propria collocazione nel mondo.Il Sesto ha avuto un “padrino” d’eccezione, l’attore Alessandro Haber, che durante la prima presentazione del libro, a Copertino (LE), ha letto alcuni racconti dell’opera di Delacroix (che ha anche un sito ed un blog personali molto interessanti ed interattivi).

Durante la serata del 17 aprile, coordinati da Paolo Vincenti, Presidente della Pro Loco Ruffano, interverranno Michelangelo Zizzi e Stefano Donno, con degli interventi critici sull’opera di Delacroix, lo stesso autore, che si esibirà come musicista e cantante, ed il regista Massimo Cerbera, autore del book-trailer del libro che sarà proiettato a inizio serata. Ospite d’eccezione, Salvatore Russo, talentuoso chitarrista di fama nazionale che farà vibrare la sua sei corde per il pubblico presente, peraltro avvezzo alla buona musica dal vivo, grazie al “Trend and Blues Festival”, manifestazione organizzata dall’Amministrazione Comunale che da diversi anni si svolge a Ruffano, in luglio, e che ha visto esibirsi sul palco ruffanese i più conosciuti ed apprezzati musicisti blues a jazz di tutto il mondo. Appuntamento il 17 aprile, a Ruffano, per una serata dalle forti emozioni.

Ingresso gratuito
Organizzazione: Pro Loco Ruffano
Info: 348.1306106 – 338.9821988

domenica 12 aprile 2009

Sandor Torvjollit - La linfa del cemento

A volte se non toccassi il cielo per picchiarlo
mi accorgerei che è solo un bambino azzurro.

So già il giorno in cui mio nipote verrà
in un altare d'aperta campagna
e urlerà al vento "il nonno è morto! il nonno è morto!"

lì dove solo le anatre si permettono di morire,
lì dove si fan messe cogliendo fiori secchi

non capirò mai perché labbra azzurre
sono peggio di labbra rosse.

L'azzurro è il colore dell'azoto nell'atmosfera,
mentre il rosso invece, è il colore delle trincee.

Diteglielo,
a chi supplica la vita,
che siamo fatti delle nuvole peggiori,
che siamo vigliacchi come quelle nuvole
a quadretti

La diagnosi, è la stessa, sempre la stessa:
siamo azzurri
come mutande, telefoni, coperte, giocattoli
e a me basta.

(Sandor Torvjollit, "La linfa del cemento", Ed. Beit, 1982)

su suggerimento di Paolo Ferrante

sabato 11 aprile 2009

Svolte di costume: i giovani musulmani vogliono cambiare. Di Maria Beatrice Protino

Già subito prima dell’elezione di Barack Obama, in Iran - stando alle notizie riportate da chi in quei posti poteva permettersi di osservare con ‘occhio estetico’ la società del luogo (articolo pubblicato su Il Maschile de Il Sole 24 Ore, Sorpresa, son Millennials di Paolo Martini) – sembra si nutrisse una profonda aspettativa tra i giovani iraniani (e si badi che, nella zona ex colonia britannica che si estende dall’Asia occidentale al Nord Africa, gli under 25 sono circa la metà della popolazione), stanchi ormai del fondamentalismo e di una classe clericale insopportabile.
La voglia dei giovani di diventare come noi occidentali va a colpi di minigonne e addirittura nasi rifatti. Nonostante la censura severa, infatti, il modello di vita occidentale è un importante obiettivo, soprattutto per l’avanguardia della borghesia musulmana cresciuta a .
Questa generazione, detta dei Millennials (definizione sociologica che li identifica come , perchè nati nell’epoca digitale), sono in Iran, ma anche a Dubai e, come scriveva sul Time Sarah Raper Larenaudie: . Lo stesso accade tra i maschi modaioli: ritoccano gli abiti tradizionali con dettagli tipicamente occidentali. Si pensi che, a Kuwait City, ci sono negozi in cui i giovani vanno ad ordinare tuniche e foulard riadattati e griffati da stilisti del calibro di Tom Ford e Jil Sander.
Una giornalista inglese come Allegra Stratton ha addirittura pubblicato un libro su questa nuova tendenza culturale tipica dei paesi arabi islamici: le sue Muhajababes sono, con un gioco di parole anglo-arabe che combina il termine muhajabah (dama che porta il velo) e babe hollywoodiano, le ragazze che non rinunciano al tacchi e al look griffato occidentale, nonostante in testa usino indossare i foulard neri (magari anche questi alla moda).
Il potere della seduzione della cultura occidentale ha colpito ancora e, attraverso la cura per l’abbigliamento, diventa, come scrive il Time, .

La nuova borghesia islamica si secolarizza e sotto il velo sceglie la griff, forse nella speranza dell’inizio di un nuovo sogno americano

fonte iconografica da Il Sole 24 ore

Impronte di Luigi Marzo a cura di Ambra Biscuso e Alessandro Turco

All’interno della mostra di pittura “Impronte”, di Luigi Marzo, un sabato pomeriggio di letture poetiche con interventi di Arrigo Colombo e Walter Vergallo de “L’Incantiere” e di Maurizio Nocera e Pier Paolo De Giorgi. Luca Nicolì leggerà poesie giovanili ed inedite di Carmelo Bene, Federica Ventola farà un viaggio nella poesia femminile, con la Yourcenar e la Cvetaeva. E’ previsto un omaggio poetico a Vittorio Pagano e Vittore Fiore.


La mostra di Luigi Marzo è organizzata in collaborazione con l’assessorato alla Cultura della Provincia di Lecce e dall’assessorato alle Politiche culturali e giovanili del comune di Perugia in collaborazione con l’associazione Subasio Salento.
Impronte” della terra salentina lasciate nella memoria, nella storia individuale, nella cultura, nell’immaginazione, forse anche nel sogno di un uomo che le rielabora in forme, le veste di colori, le organizza in un sistema di segni, in una sorta di narrazione per immagini coerente e coesa, per simboli, allegorie, per significati che si intrecciano, stabiliscono relazioni di analogia o di differenza.

L'evento è a cura di Alessandro Turco ed Ambra Biscuso


sabato 11 aprile 2009
Start: h. 18.00
Sala "Pellegrino" - Museo S. Castromediano - ex Collegio Argento - Lecce

E-mail: tusandro@libero.it

venerdì 10 aprile 2009

Il web counseling il nuovo libro di Emauele Ria per Akademos

Questo libro apre una nuova collana per Akádemos edizioni, intitolata mens et corpus e destinata ad accogliere studi riguardanti l´aiuto, la cura, l´attenzione alla persona, intesa nella sua globalità. A tale scopo, è necessario il concorso di varie discipline e di varie esperienze, sicché la collana farà tesoro di contributi di pedagogia, medicina, psicologia, counseling...
Quest'ultima professione, approdata in Italia solo in tempi recenti, si qualifica come relazione d'aiuto in cui l'operatore è chiamato a sollecitare e potenziare le risorse del cliente, al fine di favorirne una più compiuta consapevolezza di sé, una più valida visione del mondo, relazionalità più fluide, scelte più libere ed autonome. Tutto questo può servire al cliente che abbia vissuti di oggettivo disagio, quali possono essere problemi di coppia o di famiglia, gravi lutti, difficoltà di integrazione in determinati gruppi sociali, questioni in ambito lavorativo, pesanti vissuti individuali, resistenze all'incontro con gli altri, necessità di orientamento, etc.
Il web counseling si pone come una specifica variante del counseling, che viene esercitata mediante Internet e che permette al cliente un più agevole accesso ai professionisti del counseling, in maniera discreta, non invasiva, facilmente attuabile.
Questo libro è un'introduzione al web counseling snella e chiara realizzata da Emanuele Ria, pedagogista e counselor professionista, che in essa fa tesoro delle sue esperienze sociali in favore della persona

Info
E-mail: postmaster@akademos.it

giovedì 9 aprile 2009

In libreria per Sellerio Il Silenzio dei Chiostri di Alicia Giménez-Bartlett

“Il giallo è capace di raccontare la realtà e la società come una volta facevano i romanzi epici”.
Alicia Giménez-Bartlett


È Marina, la figlia di otto anni del suo nuovo marito, a lanciare Petra sulle tracce di un assassino.
Al convento del Cuore Immacolato, dove la piccola va a catechismo, è stato ucciso frate Cristóbal, monaco cistercense dedito a ricerche di storia sacra. Dalla cappella è scomparso il corpo incorrotto del beato Asercio, meta di pellegrinaggi e visite turistiche. Petra e Garzón si ritrovano ben lontani dai soliti bassifondi. Madre Guillermina, suora basca tutta d’un pezzo, fumatrice incallita, è ben decisa a dirigere le indagini dal suo ufficio surriscaldato al centro di un labirinto di silenziosi corridoi per preservare la pace delle consorelle. Suore e monaci si danno a formulare ipotesi. Un testimone viene trovato morto in un’officina abbandonata. Il commissario Coronas richiede la consulenza di uno psichiatra famoso. Il mondo mediatico ha gli occhi incollati su una vicenda che si fa sempre più morbosa via via che pezzi della salma del beato cominciano a comparire in giro per la città.
Come sempre ribelle, Petra non vuole saperne di identikit psicologici o di vecchie storie legate al culto delle reliquie o alla Settimana Tragica di Barcellona, ma questa volta il filo da seguire è veramente troppo sottile e lo stress rischia di far fallire anche il suo terzo matrimonio.
In quello che forse è il romanzo più ambizioso della serie, Alicia Giménez-Bartlett salta con disinvoltura fra il divertente ritratto delle nuove famiglie allargate e un acido compendio degli aspetti più oscuri della Spagna profonda.

“Giménez-Bartlett ha un’antenna pazzesca, racconta sempre le cose peggiori che abbiamo intorno”.
Daria Bignardi


“I gialli di Alicia Giménez-Bartlett raccontano la Spagna di oggi meglio di un’inchiesta sociologica”.
Concita De Gregorio


Alicia Giménez-Bartlett, nota al grande pubblico grazie al personaggio della investigatrice Petra Delicado, protagonista dei romanzi Giorno da cani, Messaggeri dell’oscurità, Morti di carta, Riti di morte, Serpenti nel Paradiso, Un bastimento carico di riso, Il caso del lituano, Nido vuoto (tutti pubblicati nella collana La memoria). Con questa casa editrice ha inoltre pubblicato, nella collana Il contesto i romanzi: Una stanza tutta per gli altri (Premio Ostia Mare 2004), Vita sentimentale di un camionista, Segreta Penelope e Giorni d’amore e inganno.
Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 ha vinto il Premio Raymond Chandler organizzato dal “Courmayeur Noir in Festival”.

INCONTRI NELLA LUNA PIENA: IGNAZIO LICATA

INCONTRI NELLA LUNA PIENA
Giovedì 9 Aprile 2009, ore 21,30


UN META FISICO SICILIANO
IGNAZIO LICATA


In diretta su internet
www.oistros.it/lunapiena



Ignazio Licata è un fisico teorico, professore presso l'Institute for Basic Research di Palm Harbor, Florida, Usa ed attualmente direttore scientifico dell'ISEM, Institute for Scientific Methodology a Bagheria, Palermo. Ha iniziato lavorando nel campo delle particelle e della cosmologia quantistica. Ha discusso le sue ricerche con teorici del calibro di David Bohm e J. P.Vigier.
Oltre ai numerosi contributi specialistici (www.i-sem.net) ha pubblicato: Osservando la Sfinge. La realtà virtuale della fisica quantistica, Di Renzo, Roma, 2006 e La Logica Aperta della Mente, Codice Edizioni, Torino, 2008 che hanno incontrato un notevole successo di pubblico.
A settembre dell’anno scorso ha ricevuto il Premio “Veneri di Parabita” per l’arte e la scienza che gli ha permesso di aprire un proficuo rapporto col Salento ed in particolare con le ricerche condotte dal gruppo Oistros sul tema del tarantismo.
Un Incontro nella luna piena del 9 aprile specialissimo, dunque, che prenderà le mosse da una domanda: se tanti percorsi di conoscenza si sono risolti in circoli viziosi, possiamo continuare a pensare entro le gabbie delle discipline come ci hanno insegnato a fare, o è possibile trovare percorsi virtuosi?
L'incontro è trasmesso in diretta su internet giovedì 9 aprile 2009 alle ore 21,30 all'indirizzo web http://www.oistros.it/lunapiena - si consiglia di prenotare gli interventi all’indirizzo email lunapiena@oistros.it oppure al contatto skype casaoistros.

L’Associazione culturale Oistros sta organizzando per l’anno 2009 una serie di "Incontri nella Luna piena" con persone speciali del mondo dell'arte, della scienza, dello spettacolo e della comunicazione. Le stanze della sede in via A. Russo, 29 a San Cesario, già Loophouse, diventano ad ogni Luna piena un flusso video trasmesso in diretta su internet in forma interattiva e partecipata.
Ogni plenilunio, dalla luna piena: stravaganti lunatici in dissertazione.
"Incontri nella Luna piena" è un progetto di rinascita culturale che utilizza i modelli interattivi del web per condividere storie, progetti idee innovative. Tutti coloro che sono stanchi della melassa di luoghi comuni che ci sta soffocando sono invitati a raccontare ed a raccontarsi. Ogni incontro sarà un Oistros (pungiglione) e sarà trasmesso sul web secondo licenza Creative Commons di libero utilizzo e redistribuzione

Ersilia Cacace, Il peso sottile dell'amore edito da Enrico Folci editore

In questi giorni è uscito in libreria per i tipi di Enrico Folci editore il primo romanzo di Ersilia Cacace dal titolo "Il peso sottile dell'amore" ... un giallo che parla d'amore.

Una storia che sembra riemergere dopo anni trascorsi sotto un velo di polvere. un mistero da sciogliere e comprendere. Sospetti da dissipare e dubbi da verificare. Sullo sfondo, forte eppure nascosto, un amore che non ha ancora trovato il coraggio di emergere.

Michele Caccamo, La Sindone è una morte solo umana. Poesia tratta da La stessa vertigine, la stessa bocca (Manni editori)


"la Sindone è una morte solo umana
la deportazione di un lino
una disgrazia senza profeta
un tranello ecclesiale
la morte è già regno
deposizione e dimora
capanna croce e spavalda lastra
un gradimento divino"

La stessa vertigine, la stessa bocca
(Manni editori) 2005

mercoledì 8 aprile 2009

Civiltà dell’ulivo e della vite / il Salento contemporaneo fotografato a cura di Massimo Guastella


Giovedì 9 aprile alle ore 18, allo Spazio in Via Calvario 77 di Erchie (BR), sarà inaugurata la mostra "Civiltà dell’ulivo e della vite / il Salento contemporaneo fotografato", a cura di Massimo Guastella, nell’ambito delle festività erchiolane dedicate alla patrona Santa Lucia, che quest’anno celebrerà la presenza delle sante reliquie provenienti da Siracusa e il gemellaggio con la città siciliana.

La mostra delle opere di 20 artisti/fotografi è allestita nelle sale di via Calvario 77, da Maddalena De Nuzzo. La scelta curatoriale propone non meri scatti fotografici a carattere documentale o di fotoreportage ma una più articolata contaminazione nella dimensione estetica. Invero non si è scelto, sostiene il prof. Guastella, “celebrare retoricamente i due "motivi", di vite e ulivo, sentinelle perenni del paesaggio salentino, e più in generale del Mediterraneo, ma carpirne la percezione contemporanea, che nello scorrere di una millenaria civiltà, osserva oggi un confronto tra scenari tradizionali e mutazioni ambientali”. Esiti fruibili attraverso la singolarità interpretativa di ventuno fotografi/artisti, che nei caratteri di disomogeneità stilistica ed espressiva per denominatore comune si legano alle origini ovvero al radicamento comune al territorio salentino non privo di relazioni con le dinamiche culturali della globalità.




Tra i fotografi/artisti una certa rilevanza assume la presenza di Pio Tarantini (sua l’immagine logo della mostra), fotografo originario di Torchiarolo da anni trasferitosi a Milano e con un curriculum di ricerca fotografica, espositivo, critico e didattico di certo spessore. Il suo “ritorno” professionale nel Salento rappresenta uno stimolo e un incoraggiamento a sostenere le potenzialità creative del medium fotografico.

Al pari va considerata la partecipazione alla collettiva di Fernando Bevilacqua, riconosciuto esponente di spicco della fotografia salentina, autore di “scatti” assai noti a chi pratica gli ambienti culturali del territorio, che sarà presente con sue opere insieme a quelle del figlio Carlo Elmiro: giusto per indicare una trasversalità non solo generazionale che connota la mostra. In tal senso rilevanti sono le presenze di due accreditati fotoreporter salentini quali Claudio Longo e Massimiliano Spedicato, più noto come “Massimino”, e della fotogiornalista Nancy Motta a cui si affiancano i nomi degli artisti visivi Francesco Bramato, Giuseppe Scarciglia, Francesca Speranza. Partecipano inoltre: Pippo Affinito, Nico Barile, Federica Bruno, Arianna D’Accico, Angelo Locorotondo, Terasia Panagrosso, Alessandro Rodia, Ida Santoro, Luigia Scardicchio, Gabriele Spedicato e Giovanni Membola.

Uno spazio specifico nel percorso espositivo è stato riservato a Carlo Michele Schirinzi, giovane videomaker affermato sul piano nazionale, che presenta Addestramento all’Apocalisse un lavoro sul tema della guerra dove costante è la presenza simbolica di un ulivo.
La mostra, corredata dal catalogo stampato da Locorotondo editore resterà aperta fino al 3 maggio.

Erchie (BR) Spazio via Calvario, 77 dal 9 aprile al 3 maggio 2009
Orari mostra: tutti i giorni feriali 18-21; prefestivi e festivi 10-13, 18-21
Info: tel. 3921040404 - 333 5030680 - fax 0831 767573 - vincenzoconte69@yahoo.it


l'immagine è di Pio Tarantini, Ombra su parete rosa, Salento 2007

martedì 7 aprile 2009

MADREZMA - White Angel

In tutta sincerità ho dovuto prendermi il tempo necessario per ascoltare il lavoro dei Madrezma, e quando ci vuole tempo per metabolizzare un prodotto in ambito culturale o musicale, vuol dire che non si tratta di roba da poco.
O meglio richiede quel tanto di impegno per andare oltre rispetto a considerazioni superficiali che comunque vanno fatte per poter offrire un quadro quanto più esatto possibile. Sul loro myspace fanno un elenco di possibili influenze che nella loro musica si registrano, si percepiscono a pelle, ed è giusto visto che sono all’inizio e non si può certo parlare di maturità sia sul piano compositivo, che su quello prettamente tecnico. Devo comunque dire che il livello della band dalla batteria che non sdegna preziosi virtuosismi anche in controtempo, al basso e alla chitarra, risulta essere di un livello medio alto.
Il sound è vigoroso, a tratti acidulo, buona la resa vocale anche nei momenti corali, insomma come nella migliore tradizione dai Nirvana sino ai Subsonica. Interessante la ricerca testuale dalla quale traspira un forte decadentismo naturalmente di matrice post-moderna, macchiato di una giusta dose di noir, dark e filosofia punk (Abitudine e Schiacciami) Se fossero un libro potrei solo indicare un titolo: Costretti a sanguinare di Marco Philopat edito da Einaudi qualche anno fa.

Il loro myspace è http://www.myspace.com/madrezma
Il loro album ha come titolo White Angel


Il progetto MADREZMA nasce dall'incontro di Pablo Abbrescia (voce,chitarra), Dodo Sibillano (basso,voce) e Rino Petrosino (batteria) alla fine del 2007. Dopo meno di un mese si esibiscono per la prima volta insieme dal vivo e capiscono che non possono più farne a meno. Seguono quindi presto altre esibizioni live,tra cui quella in acustico al Teatro Kismet Oper di Bari,in occasione del "Controfestival 2007".
Alla formazione iniziale si unisce a gennaio del 2008 "il Dona" Alessandro Donadei (chitarra solista, col guanto) l'elemento mancante che rende esplosiva la reazione MADREZMA

Il Sesto di Stefano Delacroix per Lupo editore

La raccolta di racconti dal titolo Il sesto (pp. 168, euro 12), scritta da Stefano Delacroix e pubblicata da Lupo Editore nella collana incipit diretta da Michelangelo Zizzi, si presenta come un lavoro affascinante, e ricco di suggestioni. Non è propriamente appartenente al genere noir sulle dimensioni per intenderci alla Giancarlo Fusco, e nemmeno potrebbe rientrare in quello del giallo o del pulp. O meglio sembra che l’autore abbia trovato una sua personalissima chiave stilistica per fondere in maniera bilanciata tutte e tre le precedenti latitudini della scrittura appena citate. Cerco di essere più preciso. I giovanissimi aficionados della Disney/Pixar andando oggi nelle sale cinematografiche e vedendo ad esempio un film come Mostri contro Alieni, avrebbero una chiave di lettura del film molto superficiale, non cogliendo riferimenti del mainstream pop che magari un pubblico un po’ più adulto e maturo coglie immediatamente: Blob, L’uomo invisibile, Il mostro della laguna nera. E la stessa cosa potrebbe dirsi per il lavoro di Stefano Delacroix: Agata Christie, Alfred Joseph Hitchcock, Charles Bukowsky, e anche H. P. Lovecraft (per il racconto Marianera). Non sfugge inoltre il riferimento a tutto quell’universo che va dalla Legge d’Attrazione, alla Fisica Quantistica dei viaggi nel tempo come teorizzato dal “Dott. Quanto” Fred Alan Wolf nel suo lo Yoga della Mente edito da Macro edizioni, nel racconto il Sesto. La scrittura di questo narratore, si pone in bilico tra la ricercatezza di soluzioni formali eleganti, e il desiderio di lavorare al potenziamento dell’immaginifico proveniente dall’odierno mercato dello spettacolo. Ma perché poi questo libro viene definito psycotropic noir? Ce lo spiega Domenico Fumarola: «Gli otto racconti - ha scritto Domenico Fumarola - che compongono Il Sesto, infatti, si fondano tutti su un dubbio percettivo, psicologico, che disperde le energie dei protagonisti, facendoli cadere nella follia che, in questo caso, diventa una distrazione della percezione. Nel noir psicotropo in cui sono immersi i protagonisti dei racconti di Delacroix vengono meno le due coordinate esistenziali fondamentali nelle quali l’essere umano si trova a vivere: lo spazio e il tempo. Nel primo racconto della raccolta, intitolato “Il volgere del tempo”, il protagonista inizia a vivere la sua vita al contrario, tornando indietro nel tempo, fino a vedere la donna amata nascere dal grembo della madre; nel racconto che dà il titolo al libro una madre invia una lettera d’addio al figlio, anni luce lontano da lei».

Stefano Delacroix nasce a Taranto nell'agosto '66, da genitori leccesi. Dopo la militanza tra le band giovanili, scoperto da Maurizio Montanari, approda alla corte di Mimmo Locasciulli, pubblicando tra il '94 e il '97 i primi due album da solista, Ribelli e La legge non vale (entrambi per Ed. Hobo e distribuzione Sony Music). Delacroix ha già esordito nella letteratura nel 2007, con due romanzi, La memoria del mare (ed. La Riflessione) e Peristalsi (ed. Il Foglio).

lunedì 6 aprile 2009

Da Simona Dolce a Claudio Morandini a Zammù Libreria

Dalla A allo Zammù :: alfabeto letterario
a cura di Zammù Libreria e Casa Lettrice Malicuvata
Via Saragozza 32/a - Bologna


7 Aprile 2009 :: h. 21.30

Simona Dolce, Madonne nere, Nutrimenti edizioni
introducono Luigi Bernardi e Marco Nardini


Madonne nere è una cruda storia di famiglia. L’arcaico retaggio, le consuetudini e il potere del silenzio di una terra antichissima redenti in una commovente confessione corale – coro voce dell’anima, coro di “signori e signore” e il miscuglio di questi.

Negli spazi di Zammù, tra sculture di cartapesta, vini e formaggi, una rassegna letteraria per tutti i gusti, un vero e proprio alfabeto letterario. Otto mesi in compagnia di libri e autori, reading, installazioni video, teatro.

Informazioni
sito web: myspace.com/zammu - malicuvata.wordpress.com
e-mail: zammu@tiscali.it – malicuvata@gmail.com
telefono: 051-330303




8 Aprile 2009 :: h. 20.30

Francesco Dell’Olio, Vivere adagio, Historica.

Può capitarvi di tutto, a un appuntamento al buio. Potreste incontrare la vostra futura sposa o una serial killer che vi mangerà il cuore a colazione. Potreste passare una meravigliosa notte d’amore in una camera d’albergo o tirarvi addosso i menù del ristorante dopo aver ferocemente discusso di politica. [...] Cosa c’entra questo con Vivere adagio? Eh, girate pagina, su.”



9 Aprile 2009 :: h. 19. 30

Claudio Morandini, Le larve, Pendragon
introducono Marco Nardini e Bruno Fiorini

Strisciano e sgattaiolano i personaggi di questo romanzo, si muovono furtivi, si accoppiano in anfratti bui, tramano nei corridoi di un palazzo tetro, i cui sotterranei inesplorati sprofondano come radici nella terra nera, tra miriadi di larve.


Casa lettrice malicuvata
da martedì 7 aprile a giovedì 9 aprile 2009

Zammù, bologna
via saragozza 32/a
Bologna, Italy

Morgan, Depeche Mode e chi più ne ha più ne metta sul nuovo numero di XL di Repubblica

XL questo mese si sdoppia e offre due copertine alternative. Una è dedicata a Morgan: viene dalla scena indipendente, leader dei Bluvertigo poi in fuga solitaria. Ha fatto dischi bellissimi ma nessuno se lo filava fino al successo tv di X Factor. Ora è imitato dai comici, braccato dai paparazzi, risucchiato dallo show business e spiazza tutti con un cd di classici italiani, perché "non c'è differenza tra Duran Duran e Sergio Endrigo".
Chi lo ha seguito nel tempo sapeva già dell'amore di Morgan per i Depeche Mode, di cui qui mostriamo il nuovo videoclip Wrong. Oggi la sua passione per il sound elettronico più rappresentativo degli 80's è chiara anche al più ampio pubblico televisivo, che ha scoperto e conosciuto il Morgan "giudice" di X Factor. Per questo XL ha chiesto a Marco Castoldi (il suo vero nome) di traformarsi in inviato e intervistare per il mensile i suoi idoli di sempre. Martin Gore ha confessato al leader dei Bluvertigo come la sua vita e la sua musica (soprattutto quella dell'ultimo album) siano cambiate dopo aver smesso di bere e di tirar tardi in giro per locali.

Il resto dell'incontro tra Morgan e i Depeche Mode lo potete leggere su XL 44, in edicola ormai già dal 2 aprile.

fonte www.xl.repubblica.it

domenica 5 aprile 2009

Fabbricanti di Libri 09 - Il Bando

FABBRICANTI di LIBRI 2009
CONCORSO INTERNAZIONALE DEL LIBRO D’ARTISTA
3a edizione
Comune di ARADEO (LE)


L’Associazione Culturale VERBAMANENT-PRESÌDIO Del Libro di SANNICOLA-ARADEO (LE), bandisce il Concorso Internazionale del Libro d’Artista FABBRICANTI di LIBRI 2009, 3a edizione, patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Puglia e dalla Provincia di Lecce, dal Comune di Aradeo.

REGOLAMENTO


Articolo 1


Il Concorso è riservato ad Artisti italiani e stranieri di età non inferiore ai 18 anni ed è finalizzato a stimolare ed incentivare la ricerca nell’ambito del libro d’Artista.
La partecipazione è gratuita.

Articolo 2

Ogni Artista può partecipare con un solo libro manufatto a tema libero, di qualsiasi forma e materiale, eseguito con qualsiasi tecnica, formato massimo cm 40x50 chiuso, spessore massimo cm 50, peso massimo kg 1,50, non premiato o segnalato in altri Concorsi.
Per installazioni o progettazioni speciali è necessaria la convalida del progetto da parte dell’Associazione.
Ogni manufatto deve essere firmato dall’Artista e risultare fruibile dal pubblico.
Sono ammesse opere collettive
Le opere che non corrisponderanno a suddetti criteri saranno escluse dal Concorso.

Articolo 3

Ad ogni opera va allegato il modulo di adesione (allegato n.1, scaricabile anche dal sito www.verbamanent.net) contenente tutti i dati inerenti all’opera unitamente a cognome, nome, indirizzo completo, recapito telefonico, eventuale indirizzo e-mail e firma autografa dell’autore.
Alla spedizione va allegato un CD-ROM con:
• una foto a colori ad alta risoluzione dell’opera, necessaria per la realizzazione del catalogo on-line;
• un file in Word contenente: cognome, nome, titolo e anno dell’opera, tecnica utilizzata, dimensioni in cm., valore e descrizione dell’opera.
L’Associazione si impegna a non diffondere, secondo quanto stabilito dalle recenti disposizioni di legge in materia, i dati personali di ogni concorrente al fine di garantirne la privacy.

Articolo 4

Pur impegnandosi nella massima cura dei manufatti, gli organizzatori declinano ogni responsabilità su furti, atti vandalici, danneggiamenti ecc. che le opere potrebbero subire in fase di trasporto, allestimento, esposizione e disallestimento della mostra.
Eventuali polizze assicurative sono pertanto a carico degli Artisti.

Articolo 5

I nomi dei componenti della Giuria saranno resi noti all’atto della premiazione.
Il giudizio della Giuria è insindacabile.

Articolo 6

Le opere dovranno essere inviate, tramite Posta Raccomandata, Pacco Postale Celere, Corriere Espresso entro e non oltre il 30 ottobre 2009 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo:

Associazione culturale VerbaManent-Presìdio Del Libro
c/o Maddalena Castegnaro
Via Martin Luther King, 7
73017 – SANNICOLA (LE)


Le opere non potranno essere sostituite previa esclusione dalla manifestazione.
Tutti gli allegati pervenuti non saranno restituiti.

Articolo 7

E’ data facoltà agli Artisti di far dono delle opere all’Associazione che provvederà ad aggiungerle al già esistente Fondo d’Archivio del Libro d’Artista DROSOS - Palazzo “Luigi Grassi”, Via della Costituzione 29 - ARADEO (LE).
Inoltre le opere verranno utilizzate per l’allestimento di Mostre itineranti di Libri d’Artista.

Articolo 8

Gli Artisti che desiderano la restituzione dell’opera devono:
1.chiederne rispedizione con esplicita richiesta nel “Modulo di adesione”
2.allegare ricevuta di versamento di 15,00 Euro effettuato sul c/c postale n. 83571398, intestato a Enrico Rapinese – Sannicola (LE).
Se la spesa di spedizione dovesse superare i 15 Euro, si chiede di versarne il relativo importo.
In caso di mancato versamento della quota, le opere non verranno restituite.

Articolo 9

La cerimonia di premiazione si svolgerà il 8 dicembre 2009 in Palazzo “Luigi Grassi”, Via della Costituzione, 29 – Aradeo (LE).

Articolo 10

PREMI
Ai primi tre classificati verranno assegnati Premi in beni per un valore complessivo di euro 1000 così suddivisi:
1° Premio – Euro 500
2° Premio – Euro 300
3° Premio – Euro 200
L’opera vincitrice diventerà il Logo del Concorso Fabbricanti di Libri 2010.
L’Associazione e la Giuria si riservano di assegnare menzioni speciali ad opere meritevoli di segnalazione.
Articolo 11
I premi potranno essere ritirati personalmente dai vincitori, in occasione della cerimonia di premiazione, o inviati previa richiesta scritta all’Associazione.
Vincitori e segnalati saranno preavvertiti e i loro nomi saranno inseriti nel sito www.verbamanent.net.
Non saranno date comunicazioni via telefono o via mail circa gli esiti del Concorso in quanto l’Associazione informerà per iscritto solo i vincitori e i segnalati.

Articolo 12

Sarà prodotto, e inserito nel sito www.verbamanent.net, un Catalogo on-line di tutte le opere ammesse al Concorso.

Articolo 13

La partecipazione al Concorso implica l’integrale accettazione di tutti gli articoli e clausole del presente Regolamento.
Date e luoghi possono subire variazioni.


Presidente VerbaManent e Referente del Presìdio del Libro
Maria Maddalena Castegnaro

vERBAmANENT

Presidio del libro di SANNICOLA-ARADEO
Via M. L. King, 7 - 73017 SANNICOLA (LE)
tel./fax: 0833.232261 - www.verbamanent.net
C.F. 91014710759

sabato 4 aprile 2009

Blues Tango's di Vito Antonio Conte


E se le ombre non fossero più materia
del tuo corpo
cercherò le tue labbra
in piccoli fogli di carta
E se la materia non potesse più dar vita
a nessuna ombra
libererò la mia anima
prigioniera del tuo abbraccio
E se la tua assenza
fosse più vicina del mio sonno
non ti chiederò più nulla
per sfuggire alla parola fine

Vito Antonio Conte, Quel che resta della polvere, Luca Pensa editore, gennaio 09. tiratura limitata di 188 copie

venerdì 3 aprile 2009

Orodè e Onehand jack

Fondo Verri
Presidio del libro di Lecce, via S.Maria del Paradiso 8

Sabato 4 Aprile, dalle 20.30
personale di pittura di Orodè "Per volontà di sinergia" a cura di Loredana Buccoliero
e “Onehand Jack” di Stefano Benni
con Giancarlo Russetti, Gianluca Milanese e Massimo Donno.


Doppio appuntamento al Fondo Verri, per sabato 4 Aprile, alle 20.30, il vernissage della personale di pittura di Orodè "Per volontà di sinergia" a cura di Loredana Buccoliero si apre con la performance “Tra la Fragmentart Crux e il velo di Maya”. A proposito della pittura di Orodè scrive l’artista e critico Gian Ruggero Manzoni: "Orodè si pone con un segno disperatamente poetico, testimone della fine di un’epoca. In un Occidente che precipita, stordendosi, danzando, avvelenandosi e guerreggiando, verso la catastrofe, il pittore e performer pugliese introduce una nota di tragico presagio e insieme ci regala il desiderio di eros, di vita, di passione, seppure le sue rasoiate e il suo continuo rapporto con l’oscuro, con la tenebra, con l’abisso. Quindi la sua diventa una drammatica avventura interpretata con lucida partecipazione al nostro tempo.
Seguirà alle 21.30 “Onehand Jack” di Stefano Benni con Giancarlo Russetti: voce recitante, Gianluca Milanese: flauto e Massimo Donno: voce e chitarra. Spettacolo brillante, costruito su una forte commistione tra narrazione e musica, racconta la storia fantastica di un uomo privo di una mano che grazie all’intervento di un dio impara a suonare il contrabbasso. Basato su un monologo di Stefano Benni, lo spettacolo prevede la presenza in scena di una voce recitante accompagnata dalla piccola orchestra musicale che proporrà in un dialogo serrato col testo, brani swing anni 40 e 50 passando dagli standard jazz il tutto in stile jam session. Al centro dello spettacolo vi è l’atto comunicativo, che insieme alla forma verbale diventa musica, il dire diventa ascolto. È la musica che permette al protagonista di entrare in relazione con l’altra protagonista del racconto, una cantante cieca. Due abilità differenti da ciò che definiamo “normalità”, che trovano il modo di dialogare tra loro e con la società.

Arte ecologica di Maria Beatrice Protino






L’arte ecologica o land art è nata negli Stati Uniti tra gli anni ’60 e ’70 come esperienza creativa collegata soprattutto all’arte concettuale (perché i progetti più ambiziosi rimanevano spesso solo sulla carta), ma anche a molti altri movimenti che prosperarono nella stessa epoca: la minimal art - così chiamata perché le forme create sono spesso molto semplici; l' arte povera - per l'uso di materiali di poco valore; happening e performance art - poiché l'opera creata era spesso temporanea.
Tale termine venne coniato nel 1969 da Gerry Schum (gallerista tedesco: primo a fondare addirittura una Video Gallery, una galleria, cioè, dedicata alle trasmissioni delle opere immateriali della videoarte), realizzatore di un videotape che raccoglie dal vivo gli interventi degli artisti come Richard Long, Barry Flanagan, Robert Smithson, Dennis Oppenheim, Walter De Maria, Christo, che agivano direttamente sul paesaggio, modificandone l’aspetto mediante interventi temporanei o facendo uso di materiali naturali.
Con l’arte concettuale ha in comune il rifiuto dei tradizionali media artistici e l’attenzione verso nuove possibilità espressive, eppure la land art trova origini molto più remote e spesso ignorate o trascurate. C’erano già, infatti, i giardini di sabbia Zen o i giardini di muschio giapponesi, e ancora i cimiteri svedesi coi loro recinti di ghiaia rastrellata a disegni geometrici, come le infinite varietà di parchi all’italiana o all’inglese: tutte forme di intervento atte a trasformare in opera d'arte frammenti di natura e paesaggi remoti e solitari, nella considerazione che i fenomeni naturali stessi possono costituire degli importanti eventi artistici quando vengono isolati, fissati, decontestualizzati.
La particolarità della land art, però, sta nell’intervento sulla e nella natura, non a scopo edonistico o semplicemente ornamentale, ma per quello che viene definito come una forte presa di coscienza dell’intervento dell’uomo su elementi che fanno parte di un ordine naturale e che, a causa dell’intervento umano appunto, ne rimangono sconvolti.
Sensibili alla ‘snaturalizzazione’ che la civiltà tecnologica in cui viviamo ci abitua, ma anche in linea con la filosofia hippy del ritorno alla natura, questi artisti esprimono il desiderio di allontanarsi dall'élite tradizionale e dal mondo delle gallerie interessate solo al risultato economico, avvertendo il disagio e il pericolo e ritornando ad utilizzare l’oggetto naturale o un oggetto quanto meno ricavato dall’ambito naturale per farsi testimoni del fatto che l’uomo può ancora trarre dalla natura degli ammonimenti, tanto più se il suo scopo è quello di integrarsi ad essa.
Le loro opere (un solco su un fiume ghiacciato o ad una fossa scavata nel terreno e poi riempita con terra presa altrove) spesso sono rimaste affidate esclusivamente alla ripresa fotografica o cinematografica delle stesse o alla loro descrizione e catalogazione attraverso tracciati o parole scritte, perdendo, così, buona parte della loro efficacia.

Lo scopo principale dell'artista land art è creare un impatto, un'esperienza con uno spazio depurato e libero da qualsiasi condizionamento.


Come operano questi artisti? Essi escono dagli spazi tradizionale quali gallerie o musei per intervenire direttamente sullo spazio macroscopico della natura e in scala col paesaggio. Per questo, le tracce e i segni lasciati dall’artista sono macroscopici ed evidenti e sono realizzati mediante strumenti tecnologici che reggono l’urto con la quantità di spazio da affrontare.

Il video è di Andy Goldsworthy e l’opera Rivers and Tides

giovedì 2 aprile 2009

CONCORSO FANDANGO – MERCOLEDI CAFFE’ CORTO

CONCORSO FANDANGO – MERCOLEDI CAFFE’ CORTO

Eccovi il regolamento - vedi anche su www.fandango.it


REGOLAMENTO

- La Fandango promuove un concorso di cortometraggi.


- Il festival avrà luogo ogni mercoledì dalle ore 21.30 alle ore 23.00 presso il Caffè Fandango, a partire da mercoledì 15 aprile 2009 e avrà una durata variabile anche in base al numero di opere presentate.


- Possono partecipare al concorso i cortometraggi italiani terminati dopo il 1 gennaio 2008, girati in qualsiasi formato e della durata massima di 15 minuti.


- Per la proiezione pubblica è ammesso esclusivamente il formato dvd.


- Il tema delle opere sarà libero.


- Ogni partecipante potrà iscrivere al festival una sola opera.


- Sono ammesse opere iscritte precedentemente ad altri festival o manifestazioni purché non coperte da esclusiva di riproduzione.


La richiesta di iscrizione al Concorso deve essere presentata direttamente al Caffè Fandango o spedita presso Caffè Fandango, Piazza di Pietra 32, 00186 Roma, presentando due copie dvd dell’opera, regolamento e modulo di iscrizione firmato a margine di ogni pagina per accettazione, unitamente a una scheda contenente il cast e i credits del film.


- Per le opere spedite farà fede la ricevuta della raccomandata mentre per i plichi consegnati a mano verrà rilasciata una ricevuta di avvenuta iscrizione.


- L’organizzazione del Concorso non si assume la responsabilità di eventuali furti, danneggiamenti o smarrimenti delle opere.


- L’autore garantisce che, nel caso vengano utilizzati all’interno del corto parti di opere o musiche coperte da diritto d’autore, gli oneri SIAE siano versati dall’autore per proiezioni pubbliche in Festival.


- Nel corso del festival verranno mostrate tutte le opere presentate, nei limiti di tempi e di spazi disponibili, nell’ordine indicativo di iscrizione delle opere stesse.


- L’organizzazione si riserva di escludere dal concorso i film che non avessero gli standard tecnici qualitativi minimi requisiti per la proiezione.


- Ogni singolo autore risponderà direttamente del contenuto della sua opera declinando qualunque tipo di responsabilità dell’organizzazione.


- Il calendario del festival verrà periodicamente aggiornato in un’apposita bacheca al caffè Fandango e su tutti i canali internet del Caffè (my space, sito ufficiale e facebook).


- Ogni mercoledì, al termine delle proiezioni, il pubblico sarà chiamato a esprimere la propria preferenza, e verrà così nominato un vincitore di serata, che sarà comunicato il mercoledì successivo prima delle proiezioni.


- Saranno presenti alle proiezioni anche uno o più responsabili della Fandango che potranno conferire una menzione speciale a propria discrezionalità.


- Il corto/i vincitore/i della serata, e quello/i eventualmente menzionato/i direttamente dalla Fandango, passano cosi direttamente alla selezione finale, che avrà luogo ogni quattro settimane.


- I corti vincitori di ciascun ciclo di 4 settimane saranno pubblicati nell’area cortometraggi della Web Tv Fandango (www.fandangowebtv.it) e visionati da una giuria di esperti del settore che a loro insindacabile giudizio eleggeranno il vincitore della rassegna. I nomi dei componenti della giuria saranno pubblicati a partire dal 1aprile sulla bacheca al caffè Fandango e su tutti i canali internet del Caffè (my space, sito ufficiale e facebook).


- Il premio che Fandango Cinema mette a disposizione consiste in 4 settimane di proiezione del corto vincitore di ciascun ciclo in testa alle proiezioni serali del Politecnico Fandango.


- La partecipazione al festival implica l’accettazione del presente regolamento.

ALESSANDRA CELLETTI in concerto a Lecce

Il 17 aprile chiude il programma degli eventi di SUONI A SUD, Rassegna Musicale giunta quest’anno alla sua terza edizione, organizzata dall’Associazione Culturale L’Orchestrina in collaborazione con il Conservatorio Musicale “Tito Schipa di Lecce.
Ospite dell’ultimo appuntamento Alessandra Celletti, pianista, compositrice e interprete che terrà alle ore 11.00, nell’Auditorium del Conservatorio Tito Schipa di Lecce, il workshop “Piano in the air” e alle ore 21.00, presso il Teatro Paisiello il concerto per pianoforte solo dal titolo “Chi mi darà le ali”.

Ulteriori informazioni sul programma della Rassegna disponibili sul sito www.orchestrina.it o scrivendo a lorchestrina@gmail.com

La prevendita dei biglietti e le iscrizioni al workshop sono disponibili a Lecce presso Erriquez strumenti musicali in via monte San Michele, 12 e presso Pick-up in via Trinchese 27/c.

Per informazioni e prenotazioni tel. 0832.314056 - 347. 0851926.

ALESSANDRA CELLETTI in concerto a Lecce

venerdì 17 aprile 2009

Teatro Paisiello - Conservatorio "Tito Schipa" Lecce
Lecce, Italy

Info
Telefono: 3294123339
E-mail: lorchestrina@gmail.com

mercoledì 1 aprile 2009

Diego Morga alla Saletta della cultura "Gregorio Vetrugno" di Novoli

La rassegna Tele e Ragnatele, realizzata con il contributo della Regione Puglia e in collaborazione con la Cooperativa Coolclub, ospita venerdì 3 aprile il concerto di Diego Morga.

Diego Morga appartiene a quel genere di musicisti che sfuggono alle facili classificazioni. E' un artista dalle attitudini molteplici: ama il jazz, scrive per la danza e il teatro, coltiva l'arte dell'improvvisazione ma ammira alcuni compositori post-minimalisti (da Nyman a Wim Mertens).

"Da Qui Passano i Venti" è il suo secondo lavoro discografico che contiene dodici tracce, temi "immaginifici"
le cui le musiche sono state concepite e composte dall'autore in un arco di tempo di circa quattro anni. Il pianoforte è il centro di tutto, ma non mancano qui e là i contributi di altre voci strumentali: il contrabbasso di Ferruccio Spinetti, il violino di Emanuela Lioy, insieme a loro ospiti di questo nuovo album anche Sergio Rubini, Roberto Ottaviano, Pippo D'Ambrosio.


Diego Morga alla Saletta della cultura "Gregorio Vetrugno"

venerdì 3 aprile 2009 e sabato 4 aprile 2009
Saletta della cultura "Gregorio Vetrugno"
Via Matilde 7 - Novoli, Italy

Lezioni di danza on-line: Mondays with Merce… Cunningham di Maria Beatrice Protino


È l’ultima idea geniale della eclettica mente del quasi novantenne Merce Cunningham, il più rivoluzionario ballerino e coreografo d’arte contemporanea americana: mettere in rete le sue lezioni di danza, accompagnate da interviste da lui stesso rilasciate, spezzoni di vecchi spettacoli, nuove performance e testimonianze di artisti di ogni nazionalità, disciplina e tempo (Robert Rauschenberg, Frank Stella e Andy Warhol), che hanno collaborato con lui in settant’anni di carriera.
In realtà, non si tratta della prima volta che M. C. sperimenta il mezzo informatico: già nel 1986 ha ideato il primo software di animazione 3d per la notazione dei movimenti di danza Life Form, poi ribattezzato Dance Forms - di proprietà della Credo Interactive. Dalla sua intuizione di poter utilizzare un sistema elettronico che potesse aiutarlo a scoprire nuovi movimenti per le sue coreografie è nato un programma che gli permette di muovere un danzatore virtuale, inventando così nuove dinamiche e possibilità per il corpo.
Mondays with Merce non sono lezioni per dilettanti: non sono movimenti che la gente può provare a casa, ma dirette ad un pubblico di addetti ai lavori. Si tratta, infatti, di tecniche avanzate della grande compagnia di ballo Merce Cunningham Dance Company, composta da 14 selezionatissimi ballerini (sette donne e sette uomini) che ripropongono le coreografie di Merce Cunningham con la collaborazione di validi musicisti contemporanei e visual artists. Le principali attività di questa compagnia (rehearsals, performances, residencies, tours) sono supportate dalla “ Cunningham Dance Foundation”(direttori, managers, staff dello sviluppo, Merce Cunningham Studio).
A rendere possibile le ‘lezioni del lunedì con C.’ , in particolare, sono stati i contributi delle fondazioni Mellon, Rockefeller e Ferris, oltre alla collaborazione della New York University. Ed infatti, il sito www.merce.org avrà anche un secondo formato più ampio, disegnato su misura per le università interessate ad una sorta di corso a distanza, impegnando gli stessi insegnanti di danza a
Le sue lezioni sono dirette sia a mantenere la potenza del corpo, sia a sperimentare movimenti sempre nuovi, che richiedano un uso diverso dei muscoli. Questa, infatti, è l’idea cardine che ha sempre ispirato l’attività di M. C.: pensare la danza e il corpo del ballerino in modo sempre nuovo, indagando il movimento nello spazio e nel tempo.



Merce Cunningham è considerato il padre della danza post moderna: prendendo le distanze dal repertorio classico e proponendo una separazione tra danza e musica, ha anticipato l’era di internet.


M. C. ha danzato una volta alla presenza di Helen Keller, scrittrice americana sordomuta che aveva ispirato con la sua vicenda il romanzo Anna dei miracoli. Lui stesso racconta che la scrittrice, accompagnata da un assistente che toccandole la mano coi polpastrelli le spiegava cosa accadeva, chiese di poter toccare il ballerino mentre danzava. < Così andai alla sbarra. Lei si fece accompagnare fino a me e mi mise le mani sui fianchi. Mani da uccellino: riesco ancora a sentirle. Ovviamente non potevo muovermi molto senza perderla. Per cui feci solo dei piccoli salti. E sentii Helen Keller dire: < Così leggero, come la mente > e capii esattamente cosa intendesse dire>. (riportato in un articolo de Il Magazine del sole 24 ore).

martedì 31 marzo 2009

Valery Koshlyakov alla Fondazione Volume

La Fondazione Volume!, in concomitanza con la fiera The Road to Contemporary Art di Roma, presenta un progetto speciale di Valery Koshlyakov, scultore tra i più rappresentativi dell’arte contemporanea russa che, per l’occasione, realizza un percorso installativo ed architettonico impostato su un equilibrato rapporto tra antichità, modernità e immaginazione.

La mostra, curata da Claudia Gioia, sarà accompagnata da un catalogo in italiano e inglese con testi di Viktor Misiano, Mikhail Dmitreiv, Franco Purini e dello stesso artista.

In occasione dell’ intervento di Valery Koshlyakov in via San Francesco di Sales 86/88, la Fondazione Volume! inaugura un nuovo spazio espositivo nella sede dei suoi uffici in via Santa Maria dell’Anima 15.
In coerenza con l’identità della Fondazione, la nuova vetrina si pone quale luogo cerniera con lo storico spazio. L’intento è quella di offrire all’artista un ulteriore cornice al suo lavoro, con la possibilità di mostrarne le diverse
prospettive.


Da venerdì 3 aprile 2009 a venerdì 15 maggio 2009
Fondazione Volume!, Via San Francesco di Sales 86-88, Rome, Italy

Info

Telefono: 066892431
E-mail: press@fondazionevolume.com

lunedì 30 marzo 2009

Mariana Ferratto, Inside # 4- Nascondino

MARIANA FERRATTO

INSIDE #4 - Nascondino

The Gallery Apart - Roma - Via della Barchetta, 11

Inaugurazione: 3 aprile 2009 ore 20,00


Il vernissage della mostra è parte integrante del Freaky Friday organizzato in occasione della seconda edizione di ROMA – The Road to Contemporary Art.


Per il quarto appuntamento INSIDE, The Gallery Apart propone nella sua sede di via della Barchetta 11 la videoanimazione Nascondino, ultimo lavoro di Mariana Ferratto che si affianca alla videoinstallazione I pesci rossi crescono in base alla dimensione dell’acquario, contemporaneamente in mostra presso la Fondazione Adriano Olivetti di Roma.

Anche in questo caso si tratta di una prima volta. Così come ne I pesci rossi crescono in base alla dimensione dell’acquario l’artista, finora sempre impegnata nella realizzazione di video che la vedevano attrice protagonista, esordisce nel ruolo di regista lavorando con una troupe e con altri attori, con Nascondino Mariana Ferratto si cimenta per la prima volta con la tecnica della videoanimazione, proponendoci una storia breve ed eterea che al primo impatto produce un cortocircuito tra lo spessore del lavoro di produzione, che comporta centinaia e centinaia di disegni a formare pochi secondi di movimento, e la levità dell’immagine restituita.

Con una resa volutamente primaria e quasi infantile nel tratto, a sottolineare l’essenzialità della materia trattata, Ferratto torna su problematiche tipiche della sua poetica, riconducibili fondamentalmente all’identità di genere e ai rapporti interpersonali, in questo caso alla relazione tra uomo e donna.

Le immagini, nel contempo esplicite e misteriose, coltivano il dubbio e l’ambiguità, nell’intento da una parte di rendere il punto di vista dell’artista e dall’altra di rappresentare per lo spettatore una base di lancio dei propri pensieri e delle proprie visioni. Pochi secondi per affermare l’immagine complessa di relazioni fondate sulla complementarietà, sulla dipendenza, sulla competizione, sulla sopraffazione, sull’amore e sul dolore, poi l’artista lascia il campo ai sogni e agli incubi di ciascuno.

Mike Samaniego ha composto la colonna sonora originale del video, una libera reinterpretazione dell’aria di Papageno de Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart.

Inside #4 - Nascondino - Mariana Ferratto

da venerdì 3 aprile 2009 a lunedì 4 maggio 2009
Luogo: The Gallery Apart Via della Barchetta 11 - Roma, Italy

Telefono: 0668809863
E-mail: info@thegalleryapart.it

Inversi sentieri di Dino Lorusso (Altrimedia edizioni, 2009)

A Massimo, postino del poeta

In un cielo triste di settembre
Il volto abbronzato di fatica
Di un figlio d’ignoranti pescatori
Rivedo, con le lacrime in coda
E malinconiche vicende
Che riempiono il cuore di poesia
Rivivono per ravvivare il ricordo.

Termina la scena in bianco e nero
Tra le parole sbattute
Su una barca di infinita tenerezza
Grazie, per le metafore ingenue


Dino Lorusso, Inversi Sentieri, Altrimedia edizioni, pp. 64 euro 8,00

Ogni poesia di Dino Lorusso, sa raccogliere colori, odori, umori, amori, in un modo che il suo vissuto diventi tracciato biografico di un sentire universale, e la Poesia può trovare allocativamente la sua dimora in maniera consona. Maggiormente egli predilige la prosa poetica, e il suo modo per versi mai ridondante, quanto piuttosto misurato, e comunque elegante, parla di oggetti, eventi, sensazioni, dove il narrare stesso è ricerca di verità, di continui resoconti del proprio vissuto, per poi divenire pausa e silenzio, trampolino di slanci per gettarsi nel mondo, viverlo, gustarlo, e farlo diventare combustibile per un rogo dove il cattivo gusto dell’odierno mondo d’oggi lascia il posto alla cenere dell’oblio.

domenica 29 marzo 2009

Cluck Close: il paradosso dell’arte realista di Maria Beatrice Protino


L’opera di Chuck Close, al pari di quella di Andy Warhol o di Roy Lichtenstein, è senz’altro una della manifestazioni più significative della figurazione realista americana dagli anni sessanta al oggi.
Chuck Close nasce nel 1940 a Monroe, nello stato di Washington.
Fin dagli esordi nel campo della pittura, alla fine degli Anni ’60, dipinge ritratti di dimensioni colossali ponendo in essere un procedimento estremamente lungo e complesso: dapprima l'artista scatta molte fotografie polaroid dello stesso soggetto, quindi scompone ogni foto riportandola sulla tela per mezzo di reticoli. L'utilizzo della griglia gli consente, quindi, di aumentare moltissimo le dimensioni dell'immagine, mantenendo allo stesso tempo intatta la somiglianza, che, anzi, viene acuita dalla nitidezza quasi maniacale nella resa dei particolari (si possono addirittura contare i peli della barba e vedere i pori della pelle). Si tratta evidentemente di un procedimento estremamente lungo e faticoso, che porta l'artista ad impiegare vari mesi per realizzare una sola opera.
Alla ricerca di inaspettati effetti, impiega decine e decine di tecniche diverse - dalla vasta gamma di tecniche riproduttive incisorie, quali litografie, serigrafie, cera molle, acquatinte, mezzetinte, all'arazzo, al mosaico, al ricamo a mano, al pastello. L'artista - per alcuni da ritenersi quasi il precursore della pittura digitale - in questi passaggi filtra rigorosamente il suo studio sulla figura approdando a risultati che proprio la metodicità del suo fare rende simili agli effetti del digitale, il cui avvicinamento testimonia quanto le sue immagini siano radicate in strutture di pensiero e di azione fortemente disciplinate.
In realtà, come sottolineato da molti critici (si pensi al saggio sull’estetica di C. di Robert Storr, scritto in occasione della mostra antologica dell’artista al Museum of Modern Art di New York), non si tratta di un pittore fotorealista: per lui il realismo non è il fine, ma un passaggio obbligato per fornire un’analisi linguistica che risponde a delle precise leggi scientifiche.
Si pensi, infatti, a C. che, ancora studente, rimane colpito dai dipinti di Pollock, dal modo di pensare di chi faceva Action Painting (più che dal modo di dipingere): il dripping (il fare sgocciolare il colore sulla tela), infatti, è affascinante nel suo farsi, in quanto prende corpo attraverso una sorta di griglia gestuale che può essere ripetuta con metodologia scientifica, addirittura oggettiva, sostituendo così l’ispirazione con la tecnica.
Ecco, dunque, i suoi famosi ritratti: oggettivi e impersonali perché manca la partecipazione di chi li esegue, realisti perché pongono l’accento sul rapporto tra l’autore e il mondo esterno, eppure paradossalmente privi di interpretazione da parte dell’autore, che fa un uso esclusivamente strumentale della realtà riprodotta sulla tela, scavalcando le tematiche psicanalitiche o di certa critica d’arte per cui non può esistere un’arte oggettiva.


L’opera di Chuck Close è una delle più importanti manifestazioni della figurazione realista americana degli ultimi 40 anni. Molti critici sottolineano il paradosso della sua estetica oggettiva, realizzata con metodologia scientifica
.



C. racconta di aver letto di un’intervista pubblicata sul New York Times relativa a de Kooning (insieme a Pollock ritenuto fondatore dell’espressionismo astratto americano), dove l’intervistatore diceva a de K. che l’unica cosa che proprio non si può più fare in arte sono i ritratti, e che lui gli aveva risposto: “Già. Ma non puoi neanche fare a meno di farne”. Allora C. ricorda di aver pensato: “Vaffanculo. Troverò il modo di farlo”.

Corpi d'arco sulla settima stella

Associazione APE Gabriele Toma e Comune di Racale

Presentano

CORPI D’ARCO SULLA SETTIMA STELLA

Francesco Del Prete e Maria Pia Romano

Domenica 5 aprile ore 19 presso I Giardini del Sole, Piazza Beltrame, Racale, Lecce

Serata all’insegna della musica e della poesia a Racale dove domenica 5 aprile presso I Giardini del Sole, in piazza Beltrame, alle 19 Maria Pia Romano presenterà il suo libro “La settima stella (miscuglio di seme di sesamo e riso), Besa, accompagnata dalla chitarra di Giuseppe Napoli, e a seguire Francesco Del Prete presenterà il suo cd “Corpi D’Arco”.
L’evento è organizzato dall’Associazione APE Gabriele Toma di Racale. Presenta Rita Santantonio, direttrice dell’Associazione, interviene Walter Spennato, direttore del Kube Spazioletterario di Gallipoli.

“LA SETTIMA STELLA” è una raccolta di poesie e pensieri divisa in tre parti: la prima, con l’occhio liquido a Sud, racchiude poesie geograficamente e intimamente ambientate a Sud, nella sfrenata solarità del cielo e le trasparenze del mare, tra pietre di case e scirocco da deglutire. La seconda, danze d’acqua sulla vita, racchiude le vite degli altri: l’uomo senza libri, il collezionista di chitarre, il mercante di racconti, clown di circhi immaginari e cavalieri tristi. La terza parla di amori liquidi, vissuti sulla pelle e, a volte, sulla carta. Tre prose poetiche sono le ideali cuciture di queste parti: la donna che apparteneva alle cento pietre, la donna che non aveva mai avuto vent’anni, la donna che non voleva chiudere il cerchio. Il libro termina con un postscriptum sotto il livello del mare. Ogni sezione si apre con una citazione letteraria e una musicale, una sorta di colonna sonora per la lettura presa da myspace.
“Troviamo in queste poesie echi che rinviano ad immagini e volti diluiti nei tempi dell’incomprensione, dei silenzi meridionali, delle amicizie perdute. Quei silenzi, che sono urla, fratture e distanze, ritroviamo accomunati nella vernice di una pittura o nel suono dei versi.”, scrive Giovanni Invitto.

“CORPI D’ARCO” è l’innovativo lavoro che segna il debutto discografico da solista di Francesco Del Prete, primo violino della Grande Orchestra della Notte della
Taranta: quattordici tracce in cui archetto e violino si lasciano prendere per mano da loop machine e pedaliera, per scoprire tutte le inaspettate emozioni che un violino può regalare. Il cd uscito ufficialmente a fine 2008, sta ottenendo i consensi della critica e del pubblico.
“Corpi D’Arco nasce dall’esigenza e dalla voglia di superare quello stereotipo, ormai radicato, che identifica il violino come uno strumento ad utilizzo prettamente melodico. Esso rappresenta un lungo percorso intriso di improvvisazioni e arrangiamenti, che si rincorrono l’un l’altro, fino a diventare due entità interdipendenti, dove l’una richiama l’altra e l’altra ricama attorno all’una.”, sottolinea Francesco Del Prete.
Uno spettacolo innovativo, in cui il volino D&H a 5 corde francese utilizzato in ogni passo dell’esibizione sarà accompagnato da loop machine e pedaliera multieffetto.
Ed ecco che i colpi d’arco diventano corpi d’arco ed un normale violinista diventa bassista, chitarrista, percussionista… nella costruzione di brani originali.


Organizzatore : Rita Santantonio

domenica 5 aprile 2009
Ora: 19.00 - 21.30
Giardini del Sole
Piazza Beltrame
Racale, Italy

Telefono: 3391221806
E-mail: redazione@nightchannel.it

sabato 28 marzo 2009

Domani su Ombra del Riformista

Domani su Ombra, la domenica del Riformista

Una questione di Testa (Annamaria) di Tonia Mastrobuoni
Raffaele Fiengo, 40 anni di lotta e di Corriere di Alberto Alfredo Tristano
Al gaio intelletto piace “Amici” e le defilippiche di Luca mastrantonio
Parwin Mushthal, la sventura di essere donna in Afghanistan di Emanuele Giordana
Le memorie di Lanzmann, Dall’olocausto alla de Beauvoir di Guido Vitiello

e le rubriche

Fulvia La Riformata di Fulvio Abbate
La Zona Cieca di Chiara Gamberale
Le strisce di Stefano Disegni

2.0: EVOLUZIONE PER L'IMPRESA INNOVATIVA

Non siamo 'La Settimana Enigmistica' e non ti proponiamo un rebus. Ci limitiamo a farti una domanda: tu hai compreso davvero cos’è il Web 2.0? C’è già chi parla di Web 3.0 e moltissime persone che si occupano di comunicazione, business, pubbliche relazioni e creatività ancora non hanno chiaro che cosa indichi l’espressione esoterica Web 2.0.
Per questo motivo, Siris Media Factory ha organizzato sul tema, martedì 31 marzo, un evento, per conto di Assintel e Asseprim, associazioni legate a Confcommercio, a cui è possibile iscriversi on line su http://www.duepunto0.it (l'ingresso è gratuito). Non un’adunata fumosa di guru che parlano un linguaggio incomprensibile. E’ piuttosto un incontro in cui i relatori daranno spiegazione concreta dello scenario e delle implicazioni che il Web 2.0 comporta dal punto di vista sociale e del mercato. Da Google ad Adobe, da Burson & Marsteller a SAP, interverranno vertici di aziende che, il Web 2.0, lo stanno praticando con efficacia e profitto.
Ecco il programma della giornata:

# ore 8.45
REGISTRAZIONE DEI PARTECIPANTI

# 9.15
SALUTO DI BENVENUTO
Umberto Bellini (Presidente Asseprim) e Giorgio Rapari (Presidente Assintel)

# 9.40
ENTERPRISE 2.0 NELLE IMPRESE ITALIANE: SCENARIO, TREND, OPPORTUNITÀ
Alfredo Gatti (Managing Partner Nextvalue)

# 10.10
PRENDIAMO LE MISURE: STORIE DI SUCCESSO DEL NUOVO WEB 2.0
Paolo Spada (Amministratore Delegato Siris Media Factory)

# 10.40
L'ENGAGEMENT DI CLIENTI, PARTNER E DIPENDENTI PER UN'IMPRESA PIÙ COMPETITIVA
Giuseppe Verrini (Amministratore Delegato Adobe Systems Italia)

# 11.05
OLTRE FACEBOOK: DALLA RELAZIONE ALLA NARRAZIONE
Giuseppe Genna (Mondadori, Vanity Fair)

# 11.20
COFFEE BREAK

# 11.45
L’IMPRESA 2.0: IL CASO WIKISAP
Augusto Abbarchi (Amministratore Delegato SAP Italia)

# 12.05
COME CALCOLARE, SOSTENERE E PROMUOVERE LA REPUTAZIONE ONLINE
Tommaso Valle (Managing Director Burson and Marsteller)

# 12.30
GOOGLE E YOUTUBE: L’ORIZZONTE FUTURO
Massimiliano Magrini (Country Manager Google Italia)


SIRIS media factory

martedì 31 marzo 2009
Palazzo Castiglioni - Sala: Orlando
Corso Venezia 49
Milano, Italy

Telefono: 0276020405
E-mail: asseprim@unione.milano.it

Omega Poetico (Ovvero sa di spine sulla lingua, il segno VERO della Poesia) di Irene Leo

Ho qui sullo stomaco una sorta di anello di metallo, che stringe, stringe forte. Mi serve per tenermi dentro i pensieri e le parole che potrebbero scagliarsi contro enormi muri di gomma, in maniera spaventosa, storpiandoli. Mi sto spogliando di veli e rime, mi sto spogliando di ogni orpello, e di maschere mai avute, fino all’osso, alla polpa interna del mio sentire che brucia forte a volte, e non c’è digestivo che tenga. No non c’è. C’è così tanto oro attorno e suppellettili di avorio di ferro di legno pregiato, che quasi si dilegua poi il volto reale delle cose, dietro magnifiche ombre barocche. Mi stride forte nelle orecchie, è una nota diesis fuori controllo che le armonie non le conosce affatto, o quantomeno finge di conoscerle. E’ una musica densa ed inquinante come il petrolio questa che vorrebbe vestirsi di sinfonia. Soffoco, soffoco nel cuscino di una radice che vorrebbe mettermi all’angolo, ma nei miei limiti sono assoluta, tremendamente, e combatto contro mulini a vento che non mutano di direzione. Sono così piccola quaggiù, nelle mani mi porto l’indispensabile, uno stralcio di verità, che probabilmente a nessuno può interessare. Troppo semplice la mia dinamica del gioco all’apparenza, perchè io non gioco, non ho mai giocato con le anime che ci credono nel viaggio, non l’ho mai fatto. Ma accade, accade ancora che tutto l’amore venga visto come un qualcosa che altri additano con occhi sporchi. Ho sempre solo amato, non ho mai odiato nessuno, nemmeno chi mi ha spezzato deliberatamente. Ma ho visto cose tremende che non potrei descrivere, ho visto tanta finzione voluta e senza buona fede, fino a che non mi sono imbattuta in una rivelazione. La mia stanchezza o inerzia, stanchezza del mondo, di questo business che brucia i colori delle cose, e che appella col nome di Poesia cento cose buttate là che fanno quantità di pagine.
Ho avuto la mia rivelazione, ma non salvifica stavolta bensì maligna e crudele, mentre il sole mi brillava nelle orecchie ed il silenzio era intorbidito da un gallo fuori tempo che cantava per tre volte.
Nessuna smentita.
Non volevo, non volevo affatto aprire gli occhi, poi è avvenuto, e la farfalla si è lasciata morire sugli scogli.
Ora lo so, so che Poesia è morta. L’ho vista piangere in un alba rossa di fuoco, mentre declinava il capo avvilita. Pochi prescelti ascoltano la sua verità e la portano in braccio, altri ne fanno triste bandiera. Ora che anche io sono un po’ morta con lei, chiedo di rinascere bruco, per andare a cercarla nei luoghi più bassi, nel carbone più nero dei semplici, tra le carte gialle di una dimenticanza, o negli scaffali di una mensola buia, nella coerenza di chi non ha mezzi termini, e nelle parole più spigolose e graffiate. Nel boccaccetto del sale unto di olio, e di vita, tra le calze distrutte di un uomo, che ha messo le sue scarpe al sole nei pressi della strada più ricca, nella pioggia, sì nella piogga acida di una vendetta di madre, nel buio che avvolge tra le lenzuola il sonno la notte, respirandosi addosso. Sarò così in basso, che sotto di me sentirò solo l’inferno, incalzare, sarò così strisciante che le mie costole saranno orizzonti a metà, si la cercherò in tutti gli angoli disprezzati. Lascerò ad altri il gusto del volo e la sua leggiadra bellezza vacante. La seguirò ovunque mi chiamerà…seguirò solo la sua voce.
Non fermatemi.
Sto cercandomi.
Sto cercandola.
Non fermatela.
E’ solo Poesia, ma ben presto tornerà ancora, e si farà carne. La vedo, la vedo quasi che “si torce al riflesso di un miraggio /insegna la favola più antica”.

venerdì 27 marzo 2009

Lo Yoga della Mente di Fred Alan Wolf (Macro edizioni)

Da qualche tempo seguo con una certa regolarità una serie di pubblicazioni che hanno messaggi sicuramente molto forti, e che nel campo dell’auto-aiuto danno un contributo notevole. Alcuni titoli che mi sento di indicare sono Miracoli di Stuart Wild, The Key di Joe Vitale e non per ultimo Lo Yoga della Mente del dott. “Quanto” Fred Alan Wolf per i tipi di Macro Edizioni. Il volume descrive come il pensiero possa produrre non solo eventi, ma attirare particolari condizioni di esistenza e dirigere il corso degli eventi. Non si tratta certo di saggi che riguardano la magia o la stregoneria, né hanno a che fare con qualsivoglia branca della letteratura esoterica e quindi cerimoniali o cose del genere. Per sommi capi (alla base la cosiddetta Legge d’Attrazione) vengono fusi con un approccio olistico, Fisica Quantistica, Tantra Yoga, bioenergetica e meditazione trascendentale. Ed ecco che come in uno splendido mosaico, i tasselli trovano ordinatamente il loro posto passando in rassegna Teoria della relatività speciale di Albert Einstein e lo Yoga di Patanjali. Ad ogni modo una lettura singolare e affascinante

A Fior di Pelle alla GC.AC di Monfalcone

L’esposizione, curata da Andrea Bruciati in collaborazione con Alice Ginaldi e Maria Beatrice Giorio presenta una scelta di lavori provenienti dalla collezione di disegni della Galleria selezionati attraverso un percorso che indaga il nuovo, l’inaspettato e l’originale.
L’idea nasce dalla volontà di rendere itineranti e sempre visibili al pubblico le opere della collezione esponendole all’interno dei diversi spazi espositivi del Comune di Monfalcone, e di proporre chiavi di lettura diverse, a diretto contatto con l’arte di questi ultimi anni.
In un’epoca in cui i supporti digitali sembrano sostituirsi ad ogni altro medium, la materia cartacea assume un nuovo significato, quasi euristico, che porta l’artista a recuperare non soltanto un materiale scontato, ma anche una nuova percezione della sua attività creativa.

A fior di pelle presenta opere di 5 artisti eterogenei, David Casini, Francesco De Grandi, Dacia Manto, Norma Jeane e Sissi.
La pelle come la carta è l’involucro della sostanza, l’organo attraverso cui il nostro corpo comunica con l’esterno e, ugualmente, attraverso cui il disegno si esprime.
Nelle opere presentate l’intuizione artistica nasce e si sviluppa attraverso formati mai eccessivamente sovradimensionati, quasi l’intimità del processo creativo esigesse una superficie altrettanto rarefatta, delimitata, e assolutamente confidenziale, come la pelle di un corpo conosciuto, il proprio, ma ugualmente quello dell’altro, tante volte scrutato e ripercorso. Il supporto cartaceo diventa un medium indispensabile attraverso cui stabilire un contatto tattile, corporeo, sensuale; il segno grafico si fa largo sul candore di una superficie mai prima intaccata, e tesse trame e intrecci con una sicurezza da tatuatore

GC.AC Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone

dal 28 marzo 2009 al 3 maggio 2009 alle ore 19.00

Luogo: DEPOT GC. AC
c/o Palazzetto Veneto, via Sant'Ambrogio 12
Monfalcone, Italy

Telefono: 390481494360
E-mail: galleria@comune.monfalcone.go.it

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