A volte se non toccassi il cielo per picchiarlomi accorgerei che è solo un bambino azzurro.
So già il giorno in cui mio nipote verrà
in un altare d'aperta campagna
e urlerà al vento "il nonno è morto! il nonno è morto!"
lì dove solo le anatre si permettono di morire,
lì dove si fan messe cogliendo fiori secchi
non capirò mai perché labbra azzurre
sono peggio di labbra rosse.
L'azzurro è il colore dell'azoto nell'atmosfera,
mentre il rosso invece, è il colore delle trincee.
Diteglielo,
a chi supplica la vita,
che siamo fatti delle nuvole peggiori,
che siamo vigliacchi come quelle nuvole
a quadretti
La diagnosi, è la stessa, sempre la stessa:
siamo azzurri
come mutande, telefoni, coperte, giocattoli
e a me basta.
(Sandor Torvjollit, "La linfa del cemento", Ed. Beit, 1982)
su suggerimento di Paolo Ferrante