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sabato 26 novembre 2011

"La Poesia antidoto alla Crisi"























Si rinnova anche nel 2011 l'appuntamento con il Reading conclusivo in collaborazione con Besa editrice della "XVII Edizione della Città del Libro di Campi Salentina", dedicato come ogni anno alle voci della poesia e della scrittura che operano in Salento. Quest'anno, in un moto corale di partecipazione poetica e civile, gli autori sono invitati a portare il loro contributo nel attuale dibattito sulla crisi, una tematica trasversale che accomuna il mondo della politica, dell'economia, degli intellettuali di ogni generazione.  In questo 2011 che volge al termine l'informazione, i telegiornali, gli opinionisti e la gente comune sono stretti attorno alle tematiche urgenti della crisi, le pagine dei giornali dedicate all'economia 'rubano' più spazio all'informazione, lessici e terminologie tecniche diventano di uso comune. Il mondo controlla attentamente ciò che accade negli indici economici delle superpotenze e dei paese emergenti, l'Oriente e gli USA verificano che la situazione economica in Europa non raggiunga il tracollo e l'Europa a sua volta sta a guardare con attenzione che cosa accade in Italia e nei paesi a rischio del cosiddetto "PIGS".  La Grecia e l'Italia, culle della cività occidentale, luoghi dove ha avuto origine la poesia insieme al pensiero filosofico poetante, sono sotto gli sguardi impietosi del mercato, dove tutti sono nemici di tutti. A ciò si aggiunge l'instabilità di una situazione politica del nostro Governo, nel quale maggioranza e opposizione più che dettare una corrente di pensiero vagliano quotidianamente la corrente a cui tendere. Da queste mosse prende spunto "La Poesia antidoto alla Crisi", perché non è detto che da una crisi dell'economia e dei mercati debba necessariamente conseguire una crisi dello stile, di una scrittura sempre capace di rinnovarsi e raccontare i nodi del potere e della crisi stessa, indicando a volte soluzioni più concrete di quanto non possa fare il saliscendi delle statistiche, in un periodo, quello attuale, che mai come altri vede un proliferare di quel grande patrimonio che è la scrittura.
"La Poesia antidoto alla Crisi", per raccogliere in una serata le scritture di un Salento che non resta a guardare, e al di sopra di tutti gli indici della borsa, punta l'indice di una scrittura che incanta.

I partecipanti: Gianluca Conte, Vittoria Coppola, Elio Coriano, Francesco De Giorgi, Gloria De Vitis, Loredana De Vitis, Stefano Donno, Angela Leucci, Massimiliano Manieri, Pierluigi Mele, Luciano Pagano, Francesco Pasca, Raffaele Polo, Rosy Paticchio, Maria Pia Romano, Luisa Ruggio, Stefano Zuccalà, Osvaldo Piliego, Giancarlo Serafino, Piera Spedicato, Milton Fernàndez, Alessandro Macchia, Mario De Vanna, Vito Antonio Conte, Giovanni Santese, Alessandra Peluso, Riccardo Miggiano, Luigi Partipilo

martedì 18 agosto 2009

Nani, Ballerine e altre Suggestioni di Angela Leucci (Edizioni Akkuaria

Il Salento. Terra di transito, di attraversamenti, di ragni tarantolati, di ulivi secolari. Salento, terra di meraviglie barocche, di cultura, non solo terra dove impera lu sule, lu mare, lu ientu! Già perché c’è un aspetto della storia della letteratura di questo territorio ancora tutta da scoprire, tutta ancora da valorizzare e da apprezzare, e per certi versi forse poco rassicurante. Obiettivamente la produzione letteraria di queste lande, da Salvatore Toma a Antonio Leonardo Verri sino a Claudia Ruggeri, ha raccontato sia in prosa che versi, una geografia della scrittura che parlava di queste latitudini in maniera non certo entusiastica, dove il lirismo mitologico di un luogo quasi utopico e incontaminato sotto qualsiasi punto di vista, veniva sostituito dalla narrazione di un luogo, il nostro, tutt’altro che idilliaco,anzi … un inferno “minore”, citando l’opera della Ruggeri, dove il barocchismo delle identità diveniva sublimazione dell’ipocrisia, della volgarità, del pressapochismo, di una claustrofobia esistenziale che lacerava ogni slancio. A cavallo poi tra gli anni ’80 e ’90 il Salento ha visto nascere il pulp, la beat generation con Maurizio Leo di Copertino, Giovanni Santese di Sternatia (ricordo per Luca Pensa editore il suo “Amore lavati, che ti porto a ballare), il leccese Vito Antonio Conte, il noir con Luciano Pagano, sino al Giallo di Raffaele Polo, Graziano Tramacere, Gianni Capodicasa, Piero Grima, Lino De Matteis, Lucia Accoto e altri che hanno pubblicato i loro gialli ambientati nel Salento con altre case editrice tra cui Manni. Devo dire che le sorprese non sono ancora finite, sintomo che la possibilità di trasformare una terra del “rimorso” in una gigantesca fonte d’ispirazione per quel genere letterario come il “Giallo” (Il termine "giallo" si deve al colore della collana Il Giallo Mondadori, ideata da Lorenzo Montano e pubblicata da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929) che a tutt’oggi ha i suoi appassionati seguaci, sono ancora moltissime. Con meraviglia poi leggo il lavoro di Angela Leucci per i tipi di Edizioni Akkuaria, dal titolo “Nani, ballerine e altre suggestioni” e dal titolo mi aspetto una prosa immaginifica, tra il grottesco e l’onirico o metafisico se si preferisce, sulla scia della migliore visione di un Federico Fellini. Ma pagina dopo pagina mi accorgo che Leucci mi ha coinvolto nella sua ragnatela di storie, personaggi, contingenze davvero inquietanti. Ora che l’autrice sappia come condire di brividi i suoi racconti, è fuori discussione, vi è il crimine, il mistero, le relative indagini per scoprire il colpevole di turno, che vi assicuro in questo caso non è il maggiordomo. Le vicende prendono corpo a Lecce, Maglie, nel Salento tutto insomma, (l’ambientazione è facilmente individuabile) e ci si può immedesimare da subito perché parlano di fatti che sono alla portata della nostra quotidianità, ma che di usuale hanno veramente ben poco in quanto ci fanno capire come le persone che ci circondano, quelle che possiamo incontrare lungo le scale del nostro condominio, mentre facciamo la fila alle poste, o che siedono al tavolo accanto mentre prendiamo un aperitivo con degli amici al bar, rappresentano l’altro come atroce (con un gioco semplice di elisione possiamo trasformare il latino “alter” , altro per l’appunto, in “ater” atroce) ovvero come entità mostruosa che può tutto. D’altra parte i killer seriali ce lo insegnano da Rostov ( nella realtà Andrej Romanovič Čikatilo) in poi! E dunque chiunque potrebbe essere un cannibale, un omicida efferato, un necrofilo e chi più ne ha più ne metta. L’abilità di Angela Leucci sta poi nell’aver voluto trasformare questi incubi in scene descritte con estrema velocità, e sintesi, da 8 mm direi, proprio come l’assurdo e la morte si manifestano in tutta la loro forza e assurdità, senza darti nemmeno il tempo di riflettere. In questo libro si parla di amore, di amicizia, di sesso, di morte con un unico filo conduttore: una lunga scia di sangue. Da leggere magari con sottofondo Nick Cave, Bob Dylan, Tom Waits. Scrive Antonio Errico nella prefazione al libro: “Angela Leucci racconta. Con precisione, esattezza, rapidità. Con ironia, icasticità, a volte con sarcasmo. Interpreta situazioni e condizioni del vivere. Prende parte. Racconta. Dei suoi personaggi conosce ogni storia, condivide tutte le passioni, è compagna di strada discreta, premurosa. Racconta facendosi personaggio tra i personaggi, senza nascondere mai sentimenti ed emozioni, senza pretendere di governare le storie, ma lasciandosi portare dal loro corso, affidandosi, se occorre, all’imprevedibilità della sorte. La sua narrazione prevede – strutturalmente – il soggetto che narra. Le vicende che si dispiegano non sanno farne a meno, lo pretendono, lo richiamano.” Certo, ha ragione Antonio Errico, ma alla fine quello che quest’autrice ci dimostra, è che la sorte alla fine è solo una delle tante storie che esistono simultaneamente in questo mondo, che è il peggiore dei mondi possibili

mercoledì 17 giugno 2009

Talkink: uno speciale da paura di Angela Leucci ( redazione Talkink)




















Alla boa del primo anno di lavoro, il periodico monotemaico di letteratura e fumetti Talkink edita il primo speciale. Tema: la paura.

È stato un anno da paura, un anno di notti insonni, di copertine in forse fino all'ultimo momento, di bozze da correggere e di esordienti che ci hanno inondato di materiale. Il primo anno di Talkink, periodico monotematico di narrativa, poesia e fumetti si chiude e un altro se ne apre, con questo speciale sulla paura. Con una splendida copertina, realizzata dal maestro Lele Vianello, autore di mille e mille avventure, come la misteriosa “Calle de la paura”, contenuta in questo numero. “Calle de la paura” racconta una suggestiva storia ambientata a Venezia, in cui un uomo, per sfuggire agli orrori del manicomio, finisce in un incubo di esperimenti umani e gendarmi conniventi e forse segreti massonici. Un fumetto di tensione con una struttura narrativa molto “francese”, che non esula da colpi di scena e ironia di fondo e di sfondo. Tra gli esordienti di questo numero, molto interessanti sono le storie a fumetti di Francesco Murrone e Mauro Gulma. La prima narra la vicenda di Virginia Cacioppo, l'ultima vittima della saponificatrice di Correggio, Leonarda Cianciulli: un pasticcino parlante avvisa la futura vittima del suo destino, ma ormai è troppo tardi e Virginia verrà sacrificata per scongiurare la paura atavica della morte. La seconda storia tratta invece il più celebre mostro informe della nostra infanzia di occidentali, il Baubau: una paura che prende le forme che l'immaginazione le da, un po' nonna defunta, Babbo Natale, capitan Coraggio e infine coniglio di pezza, a metà tra quello di Donnie Darko e il Genio delle Pippe. Infine, nell'albo troverete la terza puntata del detective Wild, l'investigatore somigliante a Gene Hackman nato dalla penna di Ilaria Ferramosca. Molto altro ancora lo scoprirete solo vivendo (e leggendo). Per ordinarci, ci trovate nelle fumetterie e librerie di tutta Italia sui cataloghi Mega e Anteprima.

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