Noci (BA)
21 Marzo 2009
Palazzo della Corte
h 20.00
In concomitanza con la Giornata Mondiale della Poesia e con il centenario della nascita del Manifesto Futurista, l'Amministrazione Comunale di Noci, in collaborazione con l' “Archivio della Poesia Pugliese – Biblioteca Mons. Amatulli”, propone: “Psycho Reading - meccanica dell'ascolto in condizioni inusuali”, a cura di Massimiliano Manieri autore/performer dall'originale mood espressivo.
Una serata futurista-connettivista all’insegna della vitalità creativa che pone l’accento sulle nuove forme di sperimentazione poetica.
La direzione artistica è affidata al giovane autore Antonio Natile, già noto per la riuscitissima manifestazione poetica estiva “Sempre nuova è l’alba”.
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mercoledì 18 marzo 2009
Intreccio fra arte e tecnologia: il Tate Media di M. Beatrice Protino
Intreccio fra arte e Il sito della galleria londinese Tate è il più grande museo virtuale del mondo, con 1,5 milioni di click al giorno e con tempi medi di visione che sono passati in un solo anno dai 6 ai 20 minuti.
Tutto inizia quando, a metà del 2005, un atto del Parlamento Britannico definisce ufficialmente come missione della celebre galleria - fondata da Sir Henry Tate nel 1897 - quella di incrementare la conoscenza, la comprensione e il coinvolgimento del pubblico internazionale nell’arte. Nel settembre del 2006, quindi, nasce Tate Media, in grado di aiutare a servire il pubblico e attirare nuovi spettatori, fornendo l’accesso a materiale che Tate non era in grado di offrire prima.
Will Gompertz, media director del Tate Media in un’intervista pubblicata su ‘Il maschile de Il Sole 24 Ore’ dice: < La nostra strategia è stata quella di non considerare il Tate semplicemente un museo. Siamo passati a un’idea molto più contemporanea: fare dell’arte il soggetto chiave di un business, sulla stessa linea di altri settori, come l’editoria, il cinema e la televisione>.
Navigando su Tate Online si vive un’esperienza multimediale: l’intreccio tra arte e tecnologia si dipana tra forum, video (più di 300) e formazione interattiva grazie ad un vero canale tv sull’arte, il tutto realizzato in stretta collaborazione con una serie di partner (come Bbc, il quotidiano Guardian, Bloomberg, Myspace e Flicker – con cui, per la prima volta nella storia dell’arte, il Tate ha già curato la prima mostra fotografica internazionale virtuale), inclusi gli artisti stessi. In linea di massima, il Tate Media spende quasi due milioni di sterline l’anno per garantire i suoi servizi alla comunità virtuale, ma ne ha un ritorno economico colossale: basti pensare che, ad esempio, i film che il Tate produce possono essere visti in tv e in dvd o usati per corsi on-line e che, se il costo del film per il Tate è di mille sterline, il ritorno economico dopo vent’anni è dieci volte superiore.
Dice Gompertz sempre nella stessa intervista:
D’altro canto, oltre ad attirare i privati, la galleria londinese ha alle spalle anche l’appoggio delle istituzioni: il governo di Gordon Brown – nonostante i tempi di recessione – ha deciso di stanziare 50 milioni di sterline come contributo alla costruzione della nuova ala di Tate Modern (il cui costo complessivo si aggirerà intorno ai 215 milioni di sterline), con l’obiettivo dichiarato di fare della Gran Bretagna il fulcro mondiale della creatività. Il Tate Modern 2 (come appunto si chiamerà) dovrebbe vedere la luce nel 2012 e promette - con uno spazio di 5 mila metri quadrati - di diventare il quartier generale della comunità culturale internazionale.
Sommarietto
La galleria londinese punta a rendere la collezione del Tate meno esclusiva, più accessibile e interattiva e a migliorare la comprensione e il godimento della stessa.
martedì 17 marzo 2009
Il Gioco della verità di Andrea Carraro (Hacca edizioni)
Il libro
Nessuno scrittore come Andrea Carraro sa inginocchiarsi, in quanto scrittore, davanti al male di una maturità frustrata e disamorata. La violenza dei suoi personaggi è spesso inesplosa; e, quando esplode, trova le sue vittime già esauste, con gli occhi rossi e la voce strozzata. Questi racconti ci dicono qualcosa di definitivo sul "male oscuro" della piccola-borghesia italiana, incarcerata in reticenze e rabbie covate troppo a lungo, e in tristi ritualità di un benessere di facciata. Ecco, dopo le prove magistrali de Il branco, La lucertola e Il sorcio, a cosa si sono ridotti i borgatari di Pasolini e i borghesi di Moravia. Eccoli, aggressivi e taciturni, aggirarsi in una enorme zona grigia di malessere, dove il borghese quartiere Trieste equivale al litorale romano "senza mare"; eccoli, infelici e senza sogni, sopravvivere "a reddito fisso", trascinandosi da un silenzio all´altro, sfuggendo a ogni vera sociologia. Perché il "realismo" di Carraro - un realismo che mai utilizza gli "effetti speciali" del realismo estremo: il sangue, la violenza gratuita, il "basso" ideologico - è anzitutto un realismo psicologico, di chi conosce i miseri segreti della maturità, gli abissi calmi del disamore e i gesti compulsivi privi di sentimenti. Anche il tremendo "gioco della verità" che Carraro mette in scena, svelando miserie e tradimenti dei suoi personaggi, porta sempre la narrazione nei territori del silenzio: un silenzio vile e angoscioso, infine esausto. Con Carraro, proprio nel mentre i suoi uomini crollano a terra, la vita diventa ancora sopportabile, perché la grigia esistenza viene d´improvviso illuminata dall´apertura - a ventaglio, come uno squarcio di luce - della verità della scrittura. Proprio quest´assenza di infingimenti, questa lingua grigia e solida come il ferro, questo sguardo impudico e fermo, rendono ancora chiare e possibili, nell´opera di Carraro, parole difficili come "realtà" e "verità". (Andrea Di Consoli)
L'autore
Andrea Carraro (Roma, 1959) è autore di A denti stretti (1990), Il branco (1994; inizialmente pubblicato per intero, unico caso dopo Le parrocchie di Regalpetra di Leonardo Sciascia, sulla rivista "Nuovi Argomenti"), L´erba cattiva (1996), La ragione del più forte (1999), La lucertola (2001), Non c´è più tempo (2002) e Il sorcio (2007). Da Il branco, nel 1994, Marco Risi ha tratto l´omonimo film. Carraro scrive anche per il cinema, la radio e i giornali, tra cui "Il Messaggero" e "Repubblica".
www.andreacarraro.com
IL LIBRO E' STATO ANTICIPATO A PAGINA INTERA SU "IL MESSAGGERO" IN DATA 11 MARZO CON QUESTO RACCONTO, CHE VI RIPROPONIAMO.
L´intervista
Un vecchio amico, Lucio. Per un lungo periodo, non
c´era giorno che non ci si vedeva. Si comprava il fumo
e giù a discorrere per ore o ad ascoltare musica strafatti,
in macchina, dove capitava. Voleva iscriversi ad
Architettura, il talento non gli mancava. Dopo il diploma,
fece il grafico pubblicitario per un po´. Ancora
stava bene. Uno spinellaro d´eccezione, un tiro di coca
ogni tanto, ma nient´altro. Almeno fino a quel viaggio
in Pakistan.
Sapevo come se la passava, lo sapevo bene. Rimbalzava
da una clinica all´altra dove lo imbottivano di
psicofarmaci. E ne usciva stracco, abbrutito. Un relitto.
E poi tempo un mese ricominciava peggio. Sapevo
di scosse nervose che lo squassavano, di estenuanti
liti familiari, di una bambola di porcellana scagliata
contro la madre, di notti trascorse all´addiaccio sotto
il cavalcavia della stazione Tiburtina e altro ancora.
Sapevo tutto, ma non lo vedevo più: c´erano amici comuni,
meno fifoni di me, che mi tenevano informato.
Se compariva all´orizzonte mi defilavo. Non ne volevo
sapere più niente di lui. Mi faceva pensare alla morte,
al dolore, alla malattia.
- Bè, come va?
E di là una voce catarrosa.
- Ma chi è?
- Come chi è? Non mi riconosci più!?
- Cesare!... Come stai, quanto tempo è passato,
che razza di fine hai fatto?
- Tu, piuttosto.
- Io?... io me la cavo. Ho qualche problema, ma
me la cavo. Cerco un lavoro. Sai che facevo il grafico?
Bè, ho mollato. E così momentaneamente sono disoccupato.
E tu?
- Ho lasciato l´università. Cerco di fare il giornalista.
Qualche articoletto per la cronaca di Roma.
- Ah, bene. Non ti ci facevo proprio, giornalista.
- Ma tanto non dura mica. Prendo tempo, ecco
tutto. Gioco. Ma prima o poi bisognerà cominciare a
fare sul serio. Cercarsi un lavoro vero. Guadagnare dei
soldi. Ci si vede, allora?
- Certo, quando vuoi.
- Potremmo far due passi a Vill´Ada domattina.
Come ai vecchi tempi. Ci hai ancora il cane? Rosalia
si chiamava, o sbaglio?
- È morta, Rosalia.
Era con Rosalia, quel giorno, di ritorno dal viaggio
in Pakistan. Doveva starci un mese. Tornò dopo un
anno già spacciato, glielo leggevi in faccia.
- No, Vill´Ada preferisco di no. C´è della gente
che non ho voglia di vedere. Per te è lo stesso se andiamo
da un´altra parte... Allora, passi tu?
- Ma come, perché?
- Perché cosa?
- Perché Vill´Ada no? È comoda per tutti e due.
E poi...
- No, Vill´Ada proprio no, abbi pazienza.
Maledizione. Le polemiche sulla Villa, vecchie
inchieste sulle siringhe disseminate dappertutto, sui
drogati molesti. C´era un passato: anche per questo la
redattrice aveva accettato subito entusiasta.
È importante che la foto sia in un punto della villa
riconoscibile immediatamente... Non fatemi il solito alberello
col prato dietro che potrebbe essere dovunque...
- Veramente preferirei Vill´Ada. È tanto che non
ci vado.
- Bè, io no. Scusami, eh...
- Ma perché? Che ti frega? Non passiamo dall´ingresso
principale.
- No, sul serio, preferisco di no, non insistere.
Niente da fare, non molla. Mi propone altri posti.
Deve dei soldi, forse. Oppure si vergogna di quelli con
me: quell´infilata di spettri intabarrati, ansiosi che avevo
visto tante volte nel vialetto d´ingresso.
- Senti, facciamo una cosa, io arrivo un po´ prima
e tu mi aspetti fuori e...
- Ma che t´è preso? T´ho detto di no, non voglio.
Mi ci vuole ancora del bello e del buono per
convincerlo. È ostinato come un mulo.
- Va bene, va bene, allora. Andiamo pure a
Vill´Ada. Se è questione di vita o di morte.
- Ma no, è solo che ci andavamo sempre. Mi
farebbe piacere.
- Sei diventato nostalgico.
- Ma vaffanculo!
Dunque ce lo porto. Lui è in uno stato! Si trascina
come un vecchietto. È pallido e smagrito, ha perso una
quantità di capelli e altri particolari cui cerco invano
di non far caso.
(...)
Ma lui adesso tace o risponde a monosillabi, concentrato
solo sulla fatica dei suoi passi che avanzano.
Allora mi fermo, tanto più che siamo in anticipo ed è
bene arrivare a destinazione che il fotografo è già lì,
altrimenti, hai visto mai che questo impiastro si tira
indietro o mi trascina via! Riprendiamo il cammino
ed io riattacco coi ricordi. Adesso è la volta della sua
prima scopata. Un troione all´Acqua Acetosa. C´era la
fila di macchine, e lui smaniava di andarsene. Si vergognava
come un ladro. Aveva il sospetto che fosse un
finocchio. E poi temeva che non gli si rizzasse, per via
della ciucca da hascisc. Niente, ride appena. Non ricorda
neppure questo. O meglio lo confonde con altri episodi,
la memoria gli fa acqua da tutte le parti. Io sì invece.
Ho una montagna di ricordi con lui. Mi si ingolfano
in testa e lottano uno con l´altro per uscire fuori.
Continuo a parlare. Il silenzio mi angoscia. Parlo
di me adesso: i miei studi abbandonati, il giornalismo.
E intanto lo conduco al luogo deputato, dove ci aspetta
il fotografo.
- Un´intervista!?
- Sì.
- Ma a me?
- Sì, te l´ho detto.
Sorride impacciato.
- E perché?
Cerco le parole. Guardo da un´altra parte, anche
per non imbattermi nello scempio di carie che gli castiga
il sorriso.
- Per la tua esperienza, sai.
Continua a fissarmi, e il sorriso lentamente lo
abbandona:
- So che non te la passi bene. Potrebbe esserti
d´aiuto. A te e ai tuoi amici. Se si fa un po´ di rumore...
È una parte sgradevole la mia, te lo puoi senz´altro
immaginare. Ma pensaci, può giovarti veramente.
- Allora per questo hai voluto portarmi qui. Per
questo insistevi tanto.
Inspira l´odore di resina di cui è satura l´aria umida
del viale, mi chiede una sigaretta.
- Sei solo una persona che ha bisogno d´aiuto.
Ce ne sono tanti come te. Potrei stare anch´io al tuo
posto.
- Non so cosa dire.
- Devi solo rispondere a qualche domanda.
- D´accordo. Però facciamo presto. Ho voglia di
tornare a casa.
- Sì, certo, presto, presto...
Cavo dalla tasca il taccuino, gli snocciolo tutte
le voci del questionario e aziono segretamente il registratore
tascabile.
Quando arriviamo, il fotografo è già pronto.
- Un ultimo sforzo, abbi pazienza.
- No, ti prego, la foto non voglio.
- È solo routine. Si fa con tutti.
- Non ti preoccupare, - insiste il fotografo, - ti
piglio da lontano. Nessun primo piano, promesso. Lì,
lì, sullo steccato. Vai, facciamo in un attimo.
Si siede mansueto sullo steccato, sotto a un pino
martoriato dalla processionaria nello sfondo riconoscibile
del laghetto artificiale.
Tre giorni dopo la sua foto sul giornale e sotto,
a tutta pagina, l´intervista e un breve corsivo di commento
"IL GIOCO DELLA VERITA'"
IL NUOVO LIBRO DI RACCONTI DI ANDREA CARRARO
HACCA EDIZIONI
215 PAGINE
14,00 EURO
www.hacca.it
Nessuno scrittore come Andrea Carraro sa inginocchiarsi, in quanto scrittore, davanti al male di una maturità frustrata e disamorata. La violenza dei suoi personaggi è spesso inesplosa; e, quando esplode, trova le sue vittime già esauste, con gli occhi rossi e la voce strozzata. Questi racconti ci dicono qualcosa di definitivo sul "male oscuro" della piccola-borghesia italiana, incarcerata in reticenze e rabbie covate troppo a lungo, e in tristi ritualità di un benessere di facciata. Ecco, dopo le prove magistrali de Il branco, La lucertola e Il sorcio, a cosa si sono ridotti i borgatari di Pasolini e i borghesi di Moravia. Eccoli, aggressivi e taciturni, aggirarsi in una enorme zona grigia di malessere, dove il borghese quartiere Trieste equivale al litorale romano "senza mare"; eccoli, infelici e senza sogni, sopravvivere "a reddito fisso", trascinandosi da un silenzio all´altro, sfuggendo a ogni vera sociologia. Perché il "realismo" di Carraro - un realismo che mai utilizza gli "effetti speciali" del realismo estremo: il sangue, la violenza gratuita, il "basso" ideologico - è anzitutto un realismo psicologico, di chi conosce i miseri segreti della maturità, gli abissi calmi del disamore e i gesti compulsivi privi di sentimenti. Anche il tremendo "gioco della verità" che Carraro mette in scena, svelando miserie e tradimenti dei suoi personaggi, porta sempre la narrazione nei territori del silenzio: un silenzio vile e angoscioso, infine esausto. Con Carraro, proprio nel mentre i suoi uomini crollano a terra, la vita diventa ancora sopportabile, perché la grigia esistenza viene d´improvviso illuminata dall´apertura - a ventaglio, come uno squarcio di luce - della verità della scrittura. Proprio quest´assenza di infingimenti, questa lingua grigia e solida come il ferro, questo sguardo impudico e fermo, rendono ancora chiare e possibili, nell´opera di Carraro, parole difficili come "realtà" e "verità". (Andrea Di Consoli)
L'autore
Andrea Carraro (Roma, 1959) è autore di A denti stretti (1990), Il branco (1994; inizialmente pubblicato per intero, unico caso dopo Le parrocchie di Regalpetra di Leonardo Sciascia, sulla rivista "Nuovi Argomenti"), L´erba cattiva (1996), La ragione del più forte (1999), La lucertola (2001), Non c´è più tempo (2002) e Il sorcio (2007). Da Il branco, nel 1994, Marco Risi ha tratto l´omonimo film. Carraro scrive anche per il cinema, la radio e i giornali, tra cui "Il Messaggero" e "Repubblica".
www.andreacarraro.com
IL LIBRO E' STATO ANTICIPATO A PAGINA INTERA SU "IL MESSAGGERO" IN DATA 11 MARZO CON QUESTO RACCONTO, CHE VI RIPROPONIAMO.
L´intervista
Un vecchio amico, Lucio. Per un lungo periodo, non
c´era giorno che non ci si vedeva. Si comprava il fumo
e giù a discorrere per ore o ad ascoltare musica strafatti,
in macchina, dove capitava. Voleva iscriversi ad
Architettura, il talento non gli mancava. Dopo il diploma,
fece il grafico pubblicitario per un po´. Ancora
stava bene. Uno spinellaro d´eccezione, un tiro di coca
ogni tanto, ma nient´altro. Almeno fino a quel viaggio
in Pakistan.
Sapevo come se la passava, lo sapevo bene. Rimbalzava
da una clinica all´altra dove lo imbottivano di
psicofarmaci. E ne usciva stracco, abbrutito. Un relitto.
E poi tempo un mese ricominciava peggio. Sapevo
di scosse nervose che lo squassavano, di estenuanti
liti familiari, di una bambola di porcellana scagliata
contro la madre, di notti trascorse all´addiaccio sotto
il cavalcavia della stazione Tiburtina e altro ancora.
Sapevo tutto, ma non lo vedevo più: c´erano amici comuni,
meno fifoni di me, che mi tenevano informato.
Se compariva all´orizzonte mi defilavo. Non ne volevo
sapere più niente di lui. Mi faceva pensare alla morte,
al dolore, alla malattia.
- Bè, come va?
E di là una voce catarrosa.
- Ma chi è?
- Come chi è? Non mi riconosci più!?
- Cesare!... Come stai, quanto tempo è passato,
che razza di fine hai fatto?
- Tu, piuttosto.
- Io?... io me la cavo. Ho qualche problema, ma
me la cavo. Cerco un lavoro. Sai che facevo il grafico?
Bè, ho mollato. E così momentaneamente sono disoccupato.
E tu?
- Ho lasciato l´università. Cerco di fare il giornalista.
Qualche articoletto per la cronaca di Roma.
- Ah, bene. Non ti ci facevo proprio, giornalista.
- Ma tanto non dura mica. Prendo tempo, ecco
tutto. Gioco. Ma prima o poi bisognerà cominciare a
fare sul serio. Cercarsi un lavoro vero. Guadagnare dei
soldi. Ci si vede, allora?
- Certo, quando vuoi.
- Potremmo far due passi a Vill´Ada domattina.
Come ai vecchi tempi. Ci hai ancora il cane? Rosalia
si chiamava, o sbaglio?
- È morta, Rosalia.
Era con Rosalia, quel giorno, di ritorno dal viaggio
in Pakistan. Doveva starci un mese. Tornò dopo un
anno già spacciato, glielo leggevi in faccia.
- No, Vill´Ada preferisco di no. C´è della gente
che non ho voglia di vedere. Per te è lo stesso se andiamo
da un´altra parte... Allora, passi tu?
- Ma come, perché?
- Perché cosa?
- Perché Vill´Ada no? È comoda per tutti e due.
E poi...
- No, Vill´Ada proprio no, abbi pazienza.
Maledizione. Le polemiche sulla Villa, vecchie
inchieste sulle siringhe disseminate dappertutto, sui
drogati molesti. C´era un passato: anche per questo la
redattrice aveva accettato subito entusiasta.
È importante che la foto sia in un punto della villa
riconoscibile immediatamente... Non fatemi il solito alberello
col prato dietro che potrebbe essere dovunque...
- Veramente preferirei Vill´Ada. È tanto che non
ci vado.
- Bè, io no. Scusami, eh...
- Ma perché? Che ti frega? Non passiamo dall´ingresso
principale.
- No, sul serio, preferisco di no, non insistere.
Niente da fare, non molla. Mi propone altri posti.
Deve dei soldi, forse. Oppure si vergogna di quelli con
me: quell´infilata di spettri intabarrati, ansiosi che avevo
visto tante volte nel vialetto d´ingresso.
- Senti, facciamo una cosa, io arrivo un po´ prima
e tu mi aspetti fuori e...
- Ma che t´è preso? T´ho detto di no, non voglio.
Mi ci vuole ancora del bello e del buono per
convincerlo. È ostinato come un mulo.
- Va bene, va bene, allora. Andiamo pure a
Vill´Ada. Se è questione di vita o di morte.
- Ma no, è solo che ci andavamo sempre. Mi
farebbe piacere.
- Sei diventato nostalgico.
- Ma vaffanculo!
Dunque ce lo porto. Lui è in uno stato! Si trascina
come un vecchietto. È pallido e smagrito, ha perso una
quantità di capelli e altri particolari cui cerco invano
di non far caso.
(...)
Ma lui adesso tace o risponde a monosillabi, concentrato
solo sulla fatica dei suoi passi che avanzano.
Allora mi fermo, tanto più che siamo in anticipo ed è
bene arrivare a destinazione che il fotografo è già lì,
altrimenti, hai visto mai che questo impiastro si tira
indietro o mi trascina via! Riprendiamo il cammino
ed io riattacco coi ricordi. Adesso è la volta della sua
prima scopata. Un troione all´Acqua Acetosa. C´era la
fila di macchine, e lui smaniava di andarsene. Si vergognava
come un ladro. Aveva il sospetto che fosse un
finocchio. E poi temeva che non gli si rizzasse, per via
della ciucca da hascisc. Niente, ride appena. Non ricorda
neppure questo. O meglio lo confonde con altri episodi,
la memoria gli fa acqua da tutte le parti. Io sì invece.
Ho una montagna di ricordi con lui. Mi si ingolfano
in testa e lottano uno con l´altro per uscire fuori.
Continuo a parlare. Il silenzio mi angoscia. Parlo
di me adesso: i miei studi abbandonati, il giornalismo.
E intanto lo conduco al luogo deputato, dove ci aspetta
il fotografo.
- Un´intervista!?
- Sì.
- Ma a me?
- Sì, te l´ho detto.
Sorride impacciato.
- E perché?
Cerco le parole. Guardo da un´altra parte, anche
per non imbattermi nello scempio di carie che gli castiga
il sorriso.
- Per la tua esperienza, sai.
Continua a fissarmi, e il sorriso lentamente lo
abbandona:
- So che non te la passi bene. Potrebbe esserti
d´aiuto. A te e ai tuoi amici. Se si fa un po´ di rumore...
È una parte sgradevole la mia, te lo puoi senz´altro
immaginare. Ma pensaci, può giovarti veramente.
- Allora per questo hai voluto portarmi qui. Per
questo insistevi tanto.
Inspira l´odore di resina di cui è satura l´aria umida
del viale, mi chiede una sigaretta.
- Sei solo una persona che ha bisogno d´aiuto.
Ce ne sono tanti come te. Potrei stare anch´io al tuo
posto.
- Non so cosa dire.
- Devi solo rispondere a qualche domanda.
- D´accordo. Però facciamo presto. Ho voglia di
tornare a casa.
- Sì, certo, presto, presto...
Cavo dalla tasca il taccuino, gli snocciolo tutte
le voci del questionario e aziono segretamente il registratore
tascabile.
Quando arriviamo, il fotografo è già pronto.
- Un ultimo sforzo, abbi pazienza.
- No, ti prego, la foto non voglio.
- È solo routine. Si fa con tutti.
- Non ti preoccupare, - insiste il fotografo, - ti
piglio da lontano. Nessun primo piano, promesso. Lì,
lì, sullo steccato. Vai, facciamo in un attimo.
Si siede mansueto sullo steccato, sotto a un pino
martoriato dalla processionaria nello sfondo riconoscibile
del laghetto artificiale.
Tre giorni dopo la sua foto sul giornale e sotto,
a tutta pagina, l´intervista e un breve corsivo di commento
"IL GIOCO DELLA VERITA'"
IL NUOVO LIBRO DI RACCONTI DI ANDREA CARRARO
HACCA EDIZIONI
215 PAGINE
14,00 EURO
www.hacca.it
lunedì 16 marzo 2009
Pornografica
"Pornografica - explicit art" è un libro dedicato al disegno erotico esplicito che raccoglie sedici autori appartenenti a diverso titolo all’ambito del fumetto, dell’illustrazione e del disegno. "Pornografica - explicit art" rappresenta una piccola e preziosa antologia dell´immagine pornografica, un album erotico di immaginari contrastanti, fantasie, frasi e forme esplicite, un tributo all´espressione disinvolta e spregiudicata. Gli autori di "Pornografica - explicit art" sono Armin Barducci, Cesko, Gianluca Costantini, DePica, Leonardo Guardigli, Jaime Lascimmia, Angelo Mennillo, Minimalab, Marino Neri, Nicoz Balboa, Paper Resistance, Claudio Parentela, Filippo Pirini, Thomas Ray, SS-Sunda, Niccolò Storai.
Mercoledi 18 marzo, dalle 19.30 alle 22
vernissage, aperitivo e proiezioni
Betty&Books
via Rialto 23/a
Bologna
http://www.betty-books.com
http://bettybooks.wordpress.com
mercoledì 18 marzo 2009
start 19.30
Luogo: Betty&Books
Indirizzo: via Rialto 23/a
Bologna, Italy
Mercoledi 18 marzo, dalle 19.30 alle 22
vernissage, aperitivo e proiezioni
Betty&Books
via Rialto 23/a
Bologna
http://www.betty-books.com
http://bettybooks.wordpress.com
mercoledì 18 marzo 2009
start 19.30
Luogo: Betty&Books
Indirizzo: via Rialto 23/a
Bologna, Italy
TELFENER, U. Le forme dell’addio (Castelvecchi, 2007). Di Mimmo Pesare
Diciamo subito che questo libro ha un sottotitolo che porterebbe quasi immediatamente a pensare si tratti dell’ennesimo saggio da ombrellone sui casi dell’amore. Sotto il più enigmatico Le forme dell’addio, leggiamo infatti Effetti collaterali dell’amore (locuzione che rimanderebbe alla premiata ditta Crepet-Alberoni). Del resto, si hanno più elementi per scommettere sulla lettura di questo libro: il titolo, stimolante; il sottotitolo, molto meno stimolante; una bella copertina fondo bianco su cui campeggia, minimalista, un doppio picciolo di ciliegia con un solo frutto invece che due; infine il nome dell’autrice, psicoterapeuta e docente a La Sapienza, che per Castelvecchi ha già pubblicato un testo tanto agile quanto fortunato (Ho sposato un narciso, 2006), ma che vanta una ricca produzione saggistica (per i tipi, tra gli altri, di Bollati Boringhieri).
Usando probabilmente le “scorciatoie delle sinapsi”, chi scrive si è lasciato sedurre dalla ciliegia prima, e dall’indice dopo, ma soprattutto da una telegrafica recensione sul domenicale del Sole 24 ore. Ebbene, credo si tratti di un esempio virtuoso di come sia possibile coniugare la ricerca teorica che sta alla base di ogni opera saggistica, a una scrittura che attraversa temi universali dell’esistenza umana in maniera assolutamente brillante e allo stesso tempo comprensibile non solo agli esperti di modelli psicodinamici.
Le forme dell’addio è fondamentalmente un’analisi sul fenomeno dell’abbandono, non solo e non necessariamente dal punto di vista amoroso della coppia – sebbene questa dimensione sia la più direttamente osservabile – ma come meta-condizione della psiche e delle pieghe emotive di essa. L’abbandono, allora, fuori dalle secche neghittose dei rotocalchi di psicologia femminile da edicola, viene analizzato come fenomeno che appartiene ai momenti di transizione dell’umanità occidentale, passando poi a esplicitarne le strutture antropologiche ed epistemologiche e le relative ricadute sulla collettività e sulle relazioni sociali e infine fornendo una legittimazione psicodinamica che, naturalmente, affonda le proprie radici in autori come Balint, Bowlby, Laing.
Le oltre trecento pagine di questo volume sono sempre attraversate da una armonia tra la narrazione di casi clinici e l’esplicazione scientifica, tale da toccare le corde emotive dei lettori su un tema che, in attivo o in passivo, appartiene agli archetipi dell’immaginario umano. Ma la Telfener fa di più. Questo saggio è sorretto, fondamentalmente, da una bella spinta di laicità scientifica, da un disincanto sullo scottante tabù del disamore che libera la mente degli stereotipi sulla coppia e costituisce un valido esercizio di analisi e affrancamento dalle pesantezze platonico-religiose sulla pervasività dell’amore. Innanzitutto con strumenti di scrittura: nelle (poche) storie di vita che corroborano la teoria proposta, compaiono improvvisamente ma fruttuosamente, accanto alle normotipiche palinodie della coppia etero, anche storie di amori omosessuali, di famiglie allargate, di forme familiari non convenzionali e non necessariamente facenti riferimento alla coppia-sposata-con-figli.
Poi ci sono utili strumenti bibliografici complementari, come l’indice della “letteratura sul disamore”, divisa per romanzi, racconti, film e (addirittura) canzoni.
Ma soprattutto questa vis laica che permea le pagine di Le forme dell’addio, ha la sua più significativa interfaccia nella filosofia di fondo che l’autrice, in maniera sempre garbata ed elegante, propone con forma di rispettosa “pedagogia del distacco sentimentale”. L’autrice si chiede: “perché ci si lascia?” e “cosa si deve fare se ci si lascia?”, ma la risposta non deve necessariamente essere conciliante rispetto a alla ricostruzione del mito dell’ermafrodito platonico; ci si lascia perché il desiderio finisce e l’heideggeriano abbandono-Gelassenheit risulta l’unico atteggiamento che sia coerente con la finitezza dell’uomo e con il rispetto del suo desiderio. A pag. 274 del testo si legge un brano che sembra essere la scrematura di tutto il lavoro della Telfener: dovremmo liberarci – tutti quanti – da una pretesa che ci rende solamente infelici e ci condiziona da millenni: che l’amore sia salvifico, fantastico e per sempre. (...) Viviamo nell’epoca del cambiamento, il contesto risulta però ancora conservatore e sembra guidato da regole fisse, da idee difficili a morire. E giù con l’elenco di alcuni degli stereotipi/tabù sui rapporti d’amore, analizzati in altrettanti acribici paragrafi: credere che l’amore salvi la vita, credere che l’amore sia per sempre, credere che l’amore sia “fusione”, credere che esista una sola forma di rapporto, quello monogamico, credere che sesso e amore coincidano, credere che l’amore sia ordine, certezza e armonia; solo per citarne alcuni.
Un libro che di consolatorio ha poco, dunque, un libro sul disincanto nelle relazioni che il tempo spegne senza che sia ben visibile una qualche causa razionale. Ma è un libro fresco e intelligente sulla sperequazione, spesso ai limiti del gap, esistente tra strutture ancestrali e imperiture della psiche umana e, invece, la mutevolezza dei paradigmi sociali e relazionali che il tempo presente inchioda a una cornice di assoluta mancanza di definizioni.
TELFENER, U.
Le forme dell’addio
Roma, Castelvecchi, 2007, pp. 319, € 16.00
Usando probabilmente le “scorciatoie delle sinapsi”, chi scrive si è lasciato sedurre dalla ciliegia prima, e dall’indice dopo, ma soprattutto da una telegrafica recensione sul domenicale del Sole 24 ore. Ebbene, credo si tratti di un esempio virtuoso di come sia possibile coniugare la ricerca teorica che sta alla base di ogni opera saggistica, a una scrittura che attraversa temi universali dell’esistenza umana in maniera assolutamente brillante e allo stesso tempo comprensibile non solo agli esperti di modelli psicodinamici.
Le forme dell’addio è fondamentalmente un’analisi sul fenomeno dell’abbandono, non solo e non necessariamente dal punto di vista amoroso della coppia – sebbene questa dimensione sia la più direttamente osservabile – ma come meta-condizione della psiche e delle pieghe emotive di essa. L’abbandono, allora, fuori dalle secche neghittose dei rotocalchi di psicologia femminile da edicola, viene analizzato come fenomeno che appartiene ai momenti di transizione dell’umanità occidentale, passando poi a esplicitarne le strutture antropologiche ed epistemologiche e le relative ricadute sulla collettività e sulle relazioni sociali e infine fornendo una legittimazione psicodinamica che, naturalmente, affonda le proprie radici in autori come Balint, Bowlby, Laing.
Le oltre trecento pagine di questo volume sono sempre attraversate da una armonia tra la narrazione di casi clinici e l’esplicazione scientifica, tale da toccare le corde emotive dei lettori su un tema che, in attivo o in passivo, appartiene agli archetipi dell’immaginario umano. Ma la Telfener fa di più. Questo saggio è sorretto, fondamentalmente, da una bella spinta di laicità scientifica, da un disincanto sullo scottante tabù del disamore che libera la mente degli stereotipi sulla coppia e costituisce un valido esercizio di analisi e affrancamento dalle pesantezze platonico-religiose sulla pervasività dell’amore. Innanzitutto con strumenti di scrittura: nelle (poche) storie di vita che corroborano la teoria proposta, compaiono improvvisamente ma fruttuosamente, accanto alle normotipiche palinodie della coppia etero, anche storie di amori omosessuali, di famiglie allargate, di forme familiari non convenzionali e non necessariamente facenti riferimento alla coppia-sposata-con-figli.
Poi ci sono utili strumenti bibliografici complementari, come l’indice della “letteratura sul disamore”, divisa per romanzi, racconti, film e (addirittura) canzoni.
Ma soprattutto questa vis laica che permea le pagine di Le forme dell’addio, ha la sua più significativa interfaccia nella filosofia di fondo che l’autrice, in maniera sempre garbata ed elegante, propone con forma di rispettosa “pedagogia del distacco sentimentale”. L’autrice si chiede: “perché ci si lascia?” e “cosa si deve fare se ci si lascia?”, ma la risposta non deve necessariamente essere conciliante rispetto a alla ricostruzione del mito dell’ermafrodito platonico; ci si lascia perché il desiderio finisce e l’heideggeriano abbandono-Gelassenheit risulta l’unico atteggiamento che sia coerente con la finitezza dell’uomo e con il rispetto del suo desiderio. A pag. 274 del testo si legge un brano che sembra essere la scrematura di tutto il lavoro della Telfener: dovremmo liberarci – tutti quanti – da una pretesa che ci rende solamente infelici e ci condiziona da millenni: che l’amore sia salvifico, fantastico e per sempre. (...) Viviamo nell’epoca del cambiamento, il contesto risulta però ancora conservatore e sembra guidato da regole fisse, da idee difficili a morire. E giù con l’elenco di alcuni degli stereotipi/tabù sui rapporti d’amore, analizzati in altrettanti acribici paragrafi: credere che l’amore salvi la vita, credere che l’amore sia per sempre, credere che l’amore sia “fusione”, credere che esista una sola forma di rapporto, quello monogamico, credere che sesso e amore coincidano, credere che l’amore sia ordine, certezza e armonia; solo per citarne alcuni.
Un libro che di consolatorio ha poco, dunque, un libro sul disincanto nelle relazioni che il tempo spegne senza che sia ben visibile una qualche causa razionale. Ma è un libro fresco e intelligente sulla sperequazione, spesso ai limiti del gap, esistente tra strutture ancestrali e imperiture della psiche umana e, invece, la mutevolezza dei paradigmi sociali e relazionali che il tempo presente inchioda a una cornice di assoluta mancanza di definizioni.
TELFENER, U.
Le forme dell’addio
Roma, Castelvecchi, 2007, pp. 319, € 16.00
domenica 15 marzo 2009
Shoko Tendo, il Drago nel cuore, Garzanti (2009)
Quest'opera esce nel 2004 in Giappone. Esce in Italia per i tipi di Garzanti solo nel febbraio del 2009, questo splendido libro di Shoko Tendo dal titolo Il drago nel cuore. Splendido innanzitutto per come descrive dall'interno un mondo a parte, un sottomondo, una dimensione parallela come la si voglia definire questa realtà che ha un nome grande, importante, inquietante: Yakuza. Per chi non lo sapesse la Yakuza è la più grande organizzazione criminale giapponese, firmatataria di più di cinquecento omicidi l'anno per lotte intestine, infiltrata nel mondo degli affari legali e delle istituzioni in molti paesi dell'Asia come Corea del Sud, Cina, Mongolia, Filippine e Indonesia, narcotraffico e prostituzione: ma pur sempre ninkyō dantai, nome il cui significato è accostabile a quello di "onorata società". Splendido per il ritmo incalzante, che ti incolla pagina dopo pagina, in questo viaggio all'inferno, dall'adoloscenza vista sotto gli sballi di differenti tipologie di droghe, perverse dinamiche di gruppo, morbosi rapporti sessuali, e una deriva sempre più letale, sempre più psicotica. Splendido perchè non era mai accaduto che una donna raccontasse l' universo fallocentrico, virile, maschilista della yakuza, un pò troppo spesso e in maniera da sognatori romantici associataagli antichi samurai e a codici d' onore. Tendo, racconta in forma di romanzo la sua vita di figlia di un boss, poi di vittima e amante di boss, che diventa boss lei stessa. Un libro splendido insomma che racconta il b-side del Giappone, quello che è patria non solo di Go Nagai.
sabato 14 marzo 2009
Sonia Ceccotti, Facce riciclate
Inaugurazione sabato 28 marzo 2009 - ore 19,00
testo in catalogo: Barbara Meneghel
dal 28 marzo al 20 giugno 2009
catalogo edizioni GiaMaArt studio
direzione Gianfranco Matarazzo
http://www.giamaartstudio.it/
Alla sua prima personale presso la galleria GiaMaArt studio, Sonia Ceccotti presenta una serie di lavori a carboncino di varia dimensione, dedicati al tema del ritratto. Il titolo scelto per la mostra, “Facce riciclate”, fa innanzitutto riferimento alla volontà di proporre una serie di disegni i cui soggetti siano già stati utilizzati in precedenti lavori: l’artista stessa (il soggetto in cui riesce ad esprimersi meglio); il compagno; gli affetti famigliari, ma anche immagini femminili tratte da internet in base a scelte meramente estetiche. Nello stesso tempo, però, il concetto del “riciclaggio” rimanda anche alla scelta di inserire nel disegno elementi “poveri”. Si tratta di materiali tratti direttamente dalla vita quotidiana, e in particolare dal materiale da imballaggio: cartone ondulato (che funge da supporto al disegno), nastri adesivi da pacco, nastri isolanti, codici a barre. Elementi che vengono distribuiti sul supporto del disegno a inframmezzarne i tratti, a sottolineare particolari punti di luce e ombra, a dare intensità agli sguardi. Il tutto dà vita a un’estetica del recupero che da un lato interroga e illumina i tratti figurativi del carboncino, dall’altro intrattiene un dialogo con la vita quotidiana muovendosi in una precisa direzione: quella della riabilitazione del “basso”, di qualcosa che altrimenti verrebbe fisicamente scartato e svalutato. Il risultato è un interessante connubio di figurazione tradizionale e intervento materico, che contribuisce a suscitare interesse e attrazione nello spettatore. Con questa precisa scelta estetica, Sonia Ceccotti inaugura un nuovo filone di ricerca che si affianca alla pittura a olio fin qui utilizzata. Non una sostituzione, ma un modo alternativo di sentire e interpretare il proprio lavoro, nato da una circostanza puramente casuale: il continuo utilizzo del materiale da imballaggio per avvolgere le proprie tele (comune a tutti gli artisti). Da qui, la curiosità e l’urgenza di tradurre in opera la propria esperienza quotidiana, facendo passare i soggetti ritratti quasi in secondo piano rispetto alla modalità stessa del fare
giovedì 12 marzo 2009
Christian De Poorter e il suo Futurix
“Il presente non ci convince. Il futuro invece fa sognare. Futurix informerà gli spiriti curiosi (la curiosità è il primo segno dell'intelligenza) dando un anticipo di futuro a tutti gli appassionati, selezionando il meglio dei possibili scenari futuri: nuove tecnologie, internet, design, nuovi concept, nuove interfacce, architetture dei prossimi anni, con un occhio anche al meglio dell'attualità high-tech”. Con queste parole Christian De Poorter presenta il suo blog www.futurix.it
Christian De Poorter è designer e giornalista. Collabora con Nova del Sole 24 ore. Questa è l’auto-intervista integrale, di cui ho pubblicato un estratto per la quarta puntata di Hi-Pop su Salento Web Tv. La presento integralmente al mio pubblico
The Bastard Sons of Dioniso
L'appuntamento è per giovedì prossimo, 19 marzo 2009, alle ore 20 con ingresso libero
BASTARD IN CONCERTO AL PARCO DI PERGINE
L'assessore Panizza: "Dalla band trentina un messaggio positivo ai giovani"
Il concerto dei Bastard Sons of Dioniso, tanto atteso, ci sarà: il gruppo rivelazione dell'edizione 2009 della trasmissione Rai X Factor si terrà il prossimo giovedì, 19 marzo 2009, alle ore 20 presso il parco Tre Castagni di Pergine. La conferma è arrivata nel pomeriggio di oggi direttamente da Milano, dove la produzione Magnolia, in accordo con Rai2, ha deciso lo spostamento della trasmissione dalla prima serata del lunedì a quella del martedì. Di conseguenza è slittato di un giorno il programma organizzato per il ritorno a casa dei Bastard: la band muoverà da Milano alla volta della Valsugana nella giornata di mercoledì 18 marzo, quando sono previste le riprese televisive dei tre ragazzi con le famiglie e gli amici, nei luoghi dove sono nati.
"Vogliamo ricostruire la vita dei Bastard, così come quella degli altri finalisti dell'edizione 2009 di X Factor - ha spiegato Flavio Tallone, direttore di produzione del programma, presente oggi a Trento - Si tratta di un momento necessariamente privato, dove noi andremo a documentare i luoghi familiari di questi ragazzi". Il momento pubblico è rimandato al giorno successivo, giovedì 19 marzo, con il concerto al parco dei Tre Castagni di Pergine, organizzato dalla Provincia autonoma di Trento. Il cambio di programma sul rientro a casa dei Bastard Sons of Dioniso è dovuto alla spostamento della trasmissione X Factor nel palinsesto di Rai2: dalla prima serata del lunedì a quella del martedì. La comunicazione è arrivata direttamente da Milano nelle prime ore del pomeriggio di oggi, dopo che in conferenza stampa era stata annunciato il programma messo a punto dalla Provincia autonoma di Trento, organizzatrice del concerto. La nuova data del concerto dei Bastard è fissata per giovedì prossimo, 19 marzo 2009. Il programma iniziale fissava il concerto per la serata di mercoledì. Alle ore 20.30, la band trentina salirà sul palco allestito nella suggestiva cornice del Parco dei Tre Castagni di Pergine per il concerto tributo ai loro fans e a tutto il movimento musicale trentino. Il concerto è un'iniziativa fortemente voluta dall'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza: "Dai Bastard Sons of Dioniso arriva un messaggio positivo, di forza e originalità, per i giovani. E' compito delle istituzioni trentine supportare realtà che hanno trovato il successo della platea nazionale. Il successo dei Bastard - ha ricordato Panizza - deve essere l'occasione per offrire maggiore visibilità ad una realtà molto importante per il mondo giovanile, ovvero le decine di gruppi musicali trentini che da sempre animano la realtà locale. Il successo dei Bastard è anche il loro successo e noi non vogliamo dimenticare l'intero movimento".
L'occasione della conferenza stampa di oggi è servita da offrire i dati del successo che i Bastard stanno registrando in tutta Italia: il sito internet ufficiale del gruppo ( http://www.tbsod.com/ ha registrato nell'ultimo mese e mezzo un picco di accesso, oltre 600 mila, contro i 30 mila registrati negli ultimi due anni. In aumento sono anche i fans reali, fisici (che si affiancano a quelli virtuali del web): sono centinaia le richieste che arrivano di adesione ai vari fans club lcoali, mentre in molte zone d'Italia, si stanno organizzando l'apertura di nuovi fans club.
Dopo la due giorni trentina, i Bastard faranno ritorno a Milano per continuare la sfida che li vede tra i favoriti per la vittoria dell'edizione 2009 di X Factor.
Nella giornata di giovedì è prevista, presso la sala stampa della Provincia autonoma di Trento di piazza Dante, una conferenza stampa a cui prenderanno gli stessi Bastard, l'assessore Panizza e la produzione Magnolia.
In caso di maltempo, il concerto si terrà al Palaghiaie di Trento, sempre giovedì 19 marzo e con lo stesso orario (ore 20).
mercoledì 11 marzo 2009
Pulp e spaghetti-western alla pugliese
Pulp e spaghetti-western alla pugliese
Conversazione sulla scrittura e gli scenari dell’opera di Omar Di Monopoli
nell'ambito di LE PORTE DELL'OCCIDENTE
progetto di residenza teatrale dei Radiodervish
Vi è un folto gruppo di nuovi scrittori pugliesi «disertori» che preferiscono raccontare il nostro territorio, abbandonando gli stereotipi da cartolina o i piagnistei di un meridionalismo vecchia maniera. Tra questi, Omar di Monopoli, che ha scelto le chiavi della pulp fiction e del fumettone western, per sovraccaricare pregi e, soprattutto, difetti di territori e umanità a noi assai familiari. Con due fortunati romanzi già pubblicati per i tipi di Isbn, un'etichetta cult della nuova editoria italiana, Di Monopoli racconterà la propria storia di scrittore, le ragioni del suo stile e lo sguardo particolare sul territorio, anticipando, in anteprima assoluta, parti del terzo romanzo della trilogia sull’attuale «far west» di Puglia.
Omar Di Monopoli (1971) vive e lavora in Puglia, a Manduria. Ha firmato la sceneggiatura di La caccia, prodotto da Edoardo Winspeare. Per Isbn Edizioni ha pubblicato i romanzi Uomini e cani (2007) e Ferro e fuoco (2008).
Organizzatori:OMAR DI MONOPOLI - Enzo Mansueto
Altro - Festival
Data: domenica 15 marzo 2009
Ora: 18.30 - 20.00
Luogo: Castello Normanno Svevo - Sannicandro di Bari, Italy
Conversazione sulla scrittura e gli scenari dell’opera di Omar Di Monopoli
nell'ambito di LE PORTE DELL'OCCIDENTE
progetto di residenza teatrale dei Radiodervish
Vi è un folto gruppo di nuovi scrittori pugliesi «disertori» che preferiscono raccontare il nostro territorio, abbandonando gli stereotipi da cartolina o i piagnistei di un meridionalismo vecchia maniera. Tra questi, Omar di Monopoli, che ha scelto le chiavi della pulp fiction e del fumettone western, per sovraccaricare pregi e, soprattutto, difetti di territori e umanità a noi assai familiari. Con due fortunati romanzi già pubblicati per i tipi di Isbn, un'etichetta cult della nuova editoria italiana, Di Monopoli racconterà la propria storia di scrittore, le ragioni del suo stile e lo sguardo particolare sul territorio, anticipando, in anteprima assoluta, parti del terzo romanzo della trilogia sull’attuale «far west» di Puglia.
Omar Di Monopoli (1971) vive e lavora in Puglia, a Manduria. Ha firmato la sceneggiatura di La caccia, prodotto da Edoardo Winspeare. Per Isbn Edizioni ha pubblicato i romanzi Uomini e cani (2007) e Ferro e fuoco (2008).
Organizzatori:OMAR DI MONOPOLI - Enzo Mansueto
Altro - Festival
Data: domenica 15 marzo 2009
Ora: 18.30 - 20.00
Luogo: Castello Normanno Svevo - Sannicandro di Bari, Italy
martedì 10 marzo 2009
Elettra Bianchi, Storie volte al senso (Libertà edizioni) a Torino
Il giorno 17 marzo alle ore 18 e 30 presso l'Hotel City di Torino (via Juvarra 25) Sofia Riccaboni presenterà la scrittrice Elettra Bianchi e le sue due raccolte di poesie : I suggelli spezzati e Storie Volte al senso, entrambe edite per Libertà Edizioni. La quota autrice delle copie vendute sarà donato all'associzione Cuore Fratello
LE VOCI
Da dove arrivano queste voci
che aprono le orecchie a suoni scomparsi
di esseri disfatti e case perdute
che aprono le porte alle parole dei nonni
o dei compagni d’infanzia sepolti nel tempo
che non è più,
e perché camuffate sotto suoni di primavera
o di flauti
ancora vigilano sui tempi morti della mia vita
e li scuotono
temporali imprevisti
rombi d’un flebile lamento
sottratto al mistero.
Voci abbandonate
di sterili steppe
povere e logore cantanti
d’impossibili messaggi
tornate all’entroterra
che spietato custodisce i vostri fiati.
Lasciatemi nella mia pace indisturbata.
Elettra Bianchi
LibertàEdizioni
martedì 17 marzo 2009
Ora: 18.30 - 21.30
Hotel City Via Juvarra 25 Torino
E-mail: ufficio.stampa@libertaedizioni.net
lunedì 9 marzo 2009
Giuseppe Cristaldi e il suo Un rumore di Gabbiani a Racale
GIUSEPPE CRISTALDI presenta
15 marzo 2009, Associazone APE-Gabriele Toma
Piazza Beltrano, 33 Racale (Lecce)
ore 19
Un rumore di gabbiani (libro +DVD)
prefazione di Caparezza
con un contributo di Franco Battiato
Besa editrice, Collana Cosmografie, Pagine 32, Euro 15,00
Introduce Stefano Donno
Un canto di lotta e denuncia per i martiri dei petrolchimici
La casa editrice salentina Besa, pubblica un libro di straordinaria attualità, con la splendida prefazione del cantautore Caparezza, che si conferma artista attento a importanti problematiche sociali. A scriverlo è Giuseppe Cristaldi. La vemente descrizione della vasta piaga petrolchimica nei territori italiani, la deriva degli operai e delle rispettive famiglie, le mutilazioni affettive connesse all’inalazione del cloruro di vinile monomero, i viaggi della speranza, l’ignominia, i pensieri notturni, i trepidi atti diurni, le emarginazioni, le vessazioni sugli operai alimentate da una ritrosia culturale, la natura ridotta a una carcassa do molosso. Questo il contenuto di un’opera filmica sperimentale sia a livello testuale che strutturale, costituita da un’orazione reggente, da frames documentaristici e da provocazioni scenografiche. La caustica concezione di una denuncia radicata nei canoni dell’odierno teatro civico che rasenta i livelli del macabro per giungere nelle viscere delle coscienze.
Il dvd in allegato al volume racconta la vita eroica di Gabriele Bortolozzo, ex-dipendente del petrolchimico di Porto Marghera, quale somma memoria da tramandare ai posteri. Le gesta esemplari raccontate da un suo simile, sodale, in terra brindisina, un operaio che all’epilogo esistenziale descrive minuziosamente il proprio retaggio ad un feto, presunto, insperato, affinché niente e nessuno annaspi più nell’oblio, nell’omertà. Il martirio di uomini barattati col polivinilcloruro. Le strazianti testimonianze delle vedove, dei figli, dei medici segnati dal tragico fenomeno. Questo il contenuto tematico del medio metraggio Un rumore di gabbiani che ha anche partecipato al LevanteFilmFest.
GIUSEPPE CRISTALDI (1983) vive e lavora a Parabita (Lecce). Dopo la sua prima opera Storia di un metronomo capovolto torna al pubblico con Un rumore di gabbiani, in cui traspare tutta la sua sensibilità verso problematiche di carattere civile
Per contatti: Ufficio stampa
ufficiostampa@besaeditrice.it
15 marzo 2009, Associazone APE-Gabriele Toma
Piazza Beltrano, 33 Racale (Lecce)
ore 19
Un rumore di gabbiani (libro +DVD)
prefazione di Caparezza
con un contributo di Franco Battiato
Besa editrice, Collana Cosmografie, Pagine 32, Euro 15,00
Introduce Stefano Donno
Un canto di lotta e denuncia per i martiri dei petrolchimici
La casa editrice salentina Besa, pubblica un libro di straordinaria attualità, con la splendida prefazione del cantautore Caparezza, che si conferma artista attento a importanti problematiche sociali. A scriverlo è Giuseppe Cristaldi. La vemente descrizione della vasta piaga petrolchimica nei territori italiani, la deriva degli operai e delle rispettive famiglie, le mutilazioni affettive connesse all’inalazione del cloruro di vinile monomero, i viaggi della speranza, l’ignominia, i pensieri notturni, i trepidi atti diurni, le emarginazioni, le vessazioni sugli operai alimentate da una ritrosia culturale, la natura ridotta a una carcassa do molosso. Questo il contenuto di un’opera filmica sperimentale sia a livello testuale che strutturale, costituita da un’orazione reggente, da frames documentaristici e da provocazioni scenografiche. La caustica concezione di una denuncia radicata nei canoni dell’odierno teatro civico che rasenta i livelli del macabro per giungere nelle viscere delle coscienze.
Il dvd in allegato al volume racconta la vita eroica di Gabriele Bortolozzo, ex-dipendente del petrolchimico di Porto Marghera, quale somma memoria da tramandare ai posteri. Le gesta esemplari raccontate da un suo simile, sodale, in terra brindisina, un operaio che all’epilogo esistenziale descrive minuziosamente il proprio retaggio ad un feto, presunto, insperato, affinché niente e nessuno annaspi più nell’oblio, nell’omertà. Il martirio di uomini barattati col polivinilcloruro. Le strazianti testimonianze delle vedove, dei figli, dei medici segnati dal tragico fenomeno. Questo il contenuto tematico del medio metraggio Un rumore di gabbiani che ha anche partecipato al LevanteFilmFest.
GIUSEPPE CRISTALDI (1983) vive e lavora a Parabita (Lecce). Dopo la sua prima opera Storia di un metronomo capovolto torna al pubblico con Un rumore di gabbiani, in cui traspare tutta la sua sensibilità verso problematiche di carattere civile
Per contatti: Ufficio stampa
ufficiostampa@besaeditrice.it
domenica 8 marzo 2009
ERWIN DE GREEF - Per il resto chiedete a Pennac (CONIGLIO EDITORE, 2008) a Bologna alla Zammù Libreria
Dalla A allo Zammù :: alfabeto letterario
a cura di Zammù Libreria e Casa Lettrice Malicuvata
Via Saragozza 32/a - Bologna
10 Marzo 2009, h. 19.30
Introducono Francesca Baroni e Giovanni Curreli
Una piccola epopea tragicomica sulla realtà (surreale) del lavoro giovanile. Il protagonista è alle prese con il mondo del precariato: da vendemmiatore a venditore di pubblicità, da scaricatore a pollo d'allevamento in un call center. Il tutto mentre cerca di arginare le aspettative dei genitori, che lo vorrebbero laureato, e insegue l'amore, che ha l'aspetto di una ragazza dagli occhi color pistacchio.
ERWIN DE GREEF - Per il resto chiedete a Pennac - CONIGLIO EDITORE - 2008
Info:
sito web: myspace.com/zammu
malicuvata.wordpress.com
e-mail: zammu@tiscali.it – malicuvata@gmail.com
telefono: 051-330303
a cura di Zammù Libreria e Casa Lettrice Malicuvata
Via Saragozza 32/a - Bologna
10 Marzo 2009, h. 19.30
Introducono Francesca Baroni e Giovanni Curreli
Una piccola epopea tragicomica sulla realtà (surreale) del lavoro giovanile. Il protagonista è alle prese con il mondo del precariato: da vendemmiatore a venditore di pubblicità, da scaricatore a pollo d'allevamento in un call center. Il tutto mentre cerca di arginare le aspettative dei genitori, che lo vorrebbero laureato, e insegue l'amore, che ha l'aspetto di una ragazza dagli occhi color pistacchio.
ERWIN DE GREEF - Per il resto chiedete a Pennac - CONIGLIO EDITORE - 2008
Info:
sito web: myspace.com/zammu
malicuvata.wordpress.com
e-mail: zammu@tiscali.it – malicuvata@gmail.com
telefono: 051-330303
sabato 7 marzo 2009
Da Cybersoviet di Carlo Formenti a Futurix di Christian de Poorter: apocalittici o integrati?
Per la quarta puntata di Hi-Pop su Salento Web Tv intervista a Carlo Formenti autore di Cyber Soviet per i tipi di Raffaello Cortina editore. La rivoluzione digitale non cessa di alimentare profezie sul futuro della politica. È in atto una vera e propria mutazione di civiltà. Il sogno di un Web che si autogoverna rischia di sortire un esito imprevisto: a schiacciare i “cybersoviet”, questa volta, non saranno le baionette bolsceviche ma il trionfo di un capitalismo rampante, ben incarnato oggi da Google. Ospite d’eccezione Christian De Poorter giornalista del supplemento Nova del Sole 24 Ore, che parlerà del suo blog Futurix (www.futurix.blogspot.com) e di cosa ci riserva il mondo della tecnologia pret-a-porter
Qui:
http://www.salentoweb.tv/index.php?option=com_seyret&task=videodirectlink&Itemid=2&id=365
Email:info@salentoweb.tv
Qui:
http://www.salentoweb.tv/index.php?option=com_seyret&task=videodirectlink&Itemid=2&id=365
Email:info@salentoweb.tv
venerdì 6 marzo 2009
Senza Corpo della Minimum Fax a Prato
"Senza corpo"
Intervengono Debora Pietrobono,
Oscar De Summa e Massimo Paganelli
Organizzatore:: minimum fax
Data: sabato 7 marzo 2009
Ora: 18.00 - 19.00
Luogo: Teatro Magnolfi
Indirizzo: Via Gobetti, 79
Città/Paese: Prato
La trama
Come ogni anno, minimum fax propone ai lettori un'antologia di ricerca delle nuove scritture che attraversano l'Italia. Per il 2009 il bacino di nuovi talenti dove siamo andati a pescare - sotto la guida di Debora Pietrobono - è quello degli scrittori per il teatro. Perché dietro i recenti successi di autori come Marco Paolini, Ascanio Celestini o Emma Dante, esiste una scena ricchissima di giovani drammaturghi capaci di creare un canone alternativo nella letteratura italiana contemporanea. Attraverso questi otto testi, spesso già premiati e riconosciuti come piccoli capolavori di scrittura, si delinea una panoramica che, tra differenze stilistiche e consonanze tematiche, in un passaggio continuo dalla lingua al dialetto, dà voce alla nostra società malata e crea una vicinanza con il lettore che, pagina dopo pagina, viene sempre più chiamato in causa.
Intervengono Debora Pietrobono,
Oscar De Summa e Massimo Paganelli
Organizzatore:: minimum fax
Data: sabato 7 marzo 2009
Ora: 18.00 - 19.00
Luogo: Teatro Magnolfi
Indirizzo: Via Gobetti, 79
Città/Paese: Prato
La trama
Come ogni anno, minimum fax propone ai lettori un'antologia di ricerca delle nuove scritture che attraversano l'Italia. Per il 2009 il bacino di nuovi talenti dove siamo andati a pescare - sotto la guida di Debora Pietrobono - è quello degli scrittori per il teatro. Perché dietro i recenti successi di autori come Marco Paolini, Ascanio Celestini o Emma Dante, esiste una scena ricchissima di giovani drammaturghi capaci di creare un canone alternativo nella letteratura italiana contemporanea. Attraverso questi otto testi, spesso già premiati e riconosciuti come piccoli capolavori di scrittura, si delinea una panoramica che, tra differenze stilistiche e consonanze tematiche, in un passaggio continuo dalla lingua al dialetto, dà voce alla nostra società malata e crea una vicinanza con il lettore che, pagina dopo pagina, viene sempre più chiamato in causa.
African Inferno di Piersandro Pallavicini a Pavia
La parabola ironica e grottesca di un uomo qualsiasi che all’improvviso scopre di essere straniero in casa propria. African Inferno mette in scena le difficoltà degli immigrati in una città di provincia e le contraddizioni di chi si schiera con loro nella quotidiana condivisione dell’esistenza, del lavoro, della vita sociale
Nel caffè-libreria Loft 10, Piersandro e il magnificentissimo Luca Malavasi chiacchiereranno di African Inferno.
Ingresso liberissimo, sezione caffè del Loft 10, e senza alcun obbligo di consumazione!
venerdì 6 marzo 2009
Ora: 18.30 - 20.00
Luogo: Loft 10 - Caffè Libreria
Indirizzo: Piazza Cavagneria
Nel caffè-libreria Loft 10, Piersandro e il magnificentissimo Luca Malavasi chiacchiereranno di African Inferno.
Ingresso liberissimo, sezione caffè del Loft 10, e senza alcun obbligo di consumazione!
venerdì 6 marzo 2009
Ora: 18.30 - 20.00
Luogo: Loft 10 - Caffè Libreria
Indirizzo: Piazza Cavagneria
giovedì 5 marzo 2009
Il Colore delle Parole
Città di Cavallino
Assessorato alla Cultura
Assessorato alle Politiche Sociali
Presenta
Il colore delle parole
Sala Consiliare- Palazzo Ducale- Cavallino (Lecce)
7 marzo -19 aprile 2009
ore 18
Ma io, come farò a diventare un mito, povero pescatore di amuleti,
con un’ostrica al posto del cuore?
Rina Durante
Si apre sabato 7 marzo alle ore 18.00 il “salotto” di Cavallino dove “Il colore delle parole” assumerà il tono e la nuance del Futurismo. La location è la Sala Consiliare di Palazzo Ducale.
La rassegna “Il colore delle parole”, è curata da Ambra Biscuso e Alessandro Turco ed è promossa dall’Assessore alle Politiche Sociali Carla Rugge e dall’Assessore alla Cultura on. Gaetano Gorgoni.
I due curatori, hanno inteso iniziare questo percorso con un evento legato al Futurismo, in concomitanza con la mostra "Futurismo, nel suo centenario la continuità" realizzata dall’Amministrazione Comunale di Cavallino.
7 marzo futurista.
Letture di poesie dei maggiori esponenti del futurismo, Gian Pietro Lucini, Corrado Govoni, Marinetti, Aldo Palazzeschi, Luciano Folgore, Depero con Massimiliano Manieri e Roberto Bergamo.
Intervento musicale del M. Fulvio Palese e del M. Alessandro Trianni: KONZERSTUCK fur zwei Altsaxophone (1933) di Paul Hindemith(1895-1963)
Banchetto futurista con aperitivo, a cura di Roberto Bergamo- work in progress di un Banchetto futurista.
Nel corso della serata si alterneranno momenti di poesia, musica e gusto, tutto nello stile futurista. Massimiliano Manieri e Roberto Bergamo ci daranno un assaggio della poetica dei futuristi fondata sulle “Parole in libertà”, ovvero la programmatica disintegrazione delle strutture sintattiche all’insegna dell’“immaginazione senza fili”; l’analogia sostituisce la vecchia metafora e diventa l’unico mezzo di rappresentazione (irrazionale) del flusso misterioso e fermentante del vivente. La poetica futurista celebra i prodotti della scienza e della tecnica e la proiezione totale dell'uomo verso il futuro. I futuristi introdussero nelle poesie onomatopee, suoni ritmati e rumori, dove le strofette senza senso intervallano strofe vere e proprie che hanno l’effetto di divertire e provocare le reazioni di un pubblico anonimo e il dialogo tra questo e il poeta; un “concertato di voci” anonime in cui si avverte anche quella del poeta.
Seguirà un breve concerto di Paul Hindemith (1895-1963) che Filippo Tommaso Marinetti definì "esponente del macchinismo futurista", trovando legami nell'opera Neues vom Tage con la Macchina del Cioccolato di Marcel Duchamp. Saranno il Maestro Fulvio Palese e il Maestro Alessandro Trianni ad eseguire “KONZERSTUCK fur zwei Altsaxophone
Il work in progress di un Banchetto futurista, curato dall’artista Roberto Bergamo, accompagnato dalla voce di Massimiliano Manieri e con elaborazione video di Claudia Ingrosso, proietterà il pubblico nel mondo della cucina futurista cogliendone i colori, il profumo, il gusto. La cucina futurista sviluppatasi all'inizio del Novecento si legava alle idee del futurismo. Nel 1914 il cuoco francese Jules Maincave aderì al futurismo, proponendo quindi l'accostamento di nuovi sapori ed elementi fino allora "separati senza serio fondamento". Il 20 gennaio 1931 Marinetti pubblicò il Manifesto della cucina futurista, sulla rivista «Comoedia». Secondo Marinetti bisognava eliminare la pastasciutta, così come forchetta e coltello e condimenti tradizionali, e incoraggiare l'accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi.
Organizzazione e coordinamento: Ambra Biscuso e Alessandro Turco.
email: ilcoloredelle_parole@libero.it
cell: 339.5607242
L'arte non riproduce il visibile, ma rende visibile
P. Klee
Assessorato alla Cultura
Assessorato alle Politiche Sociali
Presenta
Il colore delle parole
Sala Consiliare- Palazzo Ducale- Cavallino (Lecce)
7 marzo -19 aprile 2009
ore 18
Ma io, come farò a diventare un mito, povero pescatore di amuleti,
con un’ostrica al posto del cuore?
Rina Durante
Si apre sabato 7 marzo alle ore 18.00 il “salotto” di Cavallino dove “Il colore delle parole” assumerà il tono e la nuance del Futurismo. La location è la Sala Consiliare di Palazzo Ducale.
La rassegna “Il colore delle parole”, è curata da Ambra Biscuso e Alessandro Turco ed è promossa dall’Assessore alle Politiche Sociali Carla Rugge e dall’Assessore alla Cultura on. Gaetano Gorgoni.
I due curatori, hanno inteso iniziare questo percorso con un evento legato al Futurismo, in concomitanza con la mostra "Futurismo, nel suo centenario la continuità" realizzata dall’Amministrazione Comunale di Cavallino.
7 marzo futurista.
Letture di poesie dei maggiori esponenti del futurismo, Gian Pietro Lucini, Corrado Govoni, Marinetti, Aldo Palazzeschi, Luciano Folgore, Depero con Massimiliano Manieri e Roberto Bergamo.
Intervento musicale del M. Fulvio Palese e del M. Alessandro Trianni: KONZERSTUCK fur zwei Altsaxophone (1933) di Paul Hindemith(1895-1963)
Banchetto futurista con aperitivo, a cura di Roberto Bergamo- work in progress di un Banchetto futurista.
Nel corso della serata si alterneranno momenti di poesia, musica e gusto, tutto nello stile futurista. Massimiliano Manieri e Roberto Bergamo ci daranno un assaggio della poetica dei futuristi fondata sulle “Parole in libertà”, ovvero la programmatica disintegrazione delle strutture sintattiche all’insegna dell’“immaginazione senza fili”; l’analogia sostituisce la vecchia metafora e diventa l’unico mezzo di rappresentazione (irrazionale) del flusso misterioso e fermentante del vivente. La poetica futurista celebra i prodotti della scienza e della tecnica e la proiezione totale dell'uomo verso il futuro. I futuristi introdussero nelle poesie onomatopee, suoni ritmati e rumori, dove le strofette senza senso intervallano strofe vere e proprie che hanno l’effetto di divertire e provocare le reazioni di un pubblico anonimo e il dialogo tra questo e il poeta; un “concertato di voci” anonime in cui si avverte anche quella del poeta.
Seguirà un breve concerto di Paul Hindemith (1895-1963) che Filippo Tommaso Marinetti definì "esponente del macchinismo futurista", trovando legami nell'opera Neues vom Tage con la Macchina del Cioccolato di Marcel Duchamp. Saranno il Maestro Fulvio Palese e il Maestro Alessandro Trianni ad eseguire “KONZERSTUCK fur zwei Altsaxophone
Il work in progress di un Banchetto futurista, curato dall’artista Roberto Bergamo, accompagnato dalla voce di Massimiliano Manieri e con elaborazione video di Claudia Ingrosso, proietterà il pubblico nel mondo della cucina futurista cogliendone i colori, il profumo, il gusto. La cucina futurista sviluppatasi all'inizio del Novecento si legava alle idee del futurismo. Nel 1914 il cuoco francese Jules Maincave aderì al futurismo, proponendo quindi l'accostamento di nuovi sapori ed elementi fino allora "separati senza serio fondamento". Il 20 gennaio 1931 Marinetti pubblicò il Manifesto della cucina futurista, sulla rivista «Comoedia». Secondo Marinetti bisognava eliminare la pastasciutta, così come forchetta e coltello e condimenti tradizionali, e incoraggiare l'accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi.
Organizzazione e coordinamento: Ambra Biscuso e Alessandro Turco.
email: ilcoloredelle_parole@libero.it
cell: 339.5607242
L'arte non riproduce il visibile, ma rende visibile
P. Klee
mercoledì 4 marzo 2009
Venti nodi ... diario di bordo! da Studio 83
Stiamo lavorando a un nuovo progetto: "Venti Nodi", il nostro bollettino letterario , un diario di bordo contenente recensioni, articoli, monografie e racconti inediti, selezionati e curati da noi.
"Venti nodi" è pensato come un bollettino senza periodicità che contenga il "meglio" in cui ci imbattiamo. Sarà disponibile al pubblico in diverse versioni: la prima, la più importante, sarà la webzine leggibile on-line, con un suo dominio e link autonomi. Un'altra versione sarà scaricabile gratuitamente in formato .pdf, curata e impaginata come un magazine, che sarà acquistabile in formato cartaceo tramite Lulu.com (terza versione, appunto).
"Venti Nodi" tratterà temi che abbiano a che fare con la letteratura, la narrativa, l'editoria, spaziando verso ogni argomento che possa essere a loro collegato.
Su ogni numero ci sarà uno spazio dedicato alla pubblicazione di racconti brevi, che cercheremo anche e soprattutto nel mare magnum della rete e dei tanti biblioblog. Uno di questi racconti, dunque, potrebbe essere il vostro: con questo annuncio prende il via l'Operazione Venti Nodi, un piccolo contest che indiremo in vista di ogni nuova uscita, e che porterà a selezionare un racconto scelto fra quelli che ci invierete.
Operazione Venti Nodi - Regolamento
1. Ogni edizione di "Operazione Venti Nodi" verrà bandita da Studio83 a una distanza variabile dall'aggiornamento della webzine "Venti Nodi". L'invio delle opere dovrà avvenire entro e non oltre la scadenza indicata di volta in volta.
2. Ogni autore può partecipare con un solo racconto per ogni edizione del contest. Può partecipare alle edizioni successive anche il vincitore di una o più edizioni.
3. I racconti non dovranno superare le 20.000 battute spazi inclusi. Formato, carattere e impaginazione sono ininfluenti ai fini della selezione (ma un Times New Roman corpo 12 è sempre più che gradito).
4. Non ci sono limiti di genere per i racconti, tuttavia poesia e prosa poetica non saranno prese in considerazione.
5. La partecipazione al contest è gratuita. La pubblicazione dell'opera vincitrice non sarà retribuita.
6. Ogni diritto sull'opera vincitrice resterà di proprietà dell'autore. L'autore potrà quindi pubblicarla altrove o iscriverla ad altri concorsi, tenendo presente che l'opera risulterà edita a tutti gli effetti.
7. Le opere pubblicate non potranno essere in alcun modo rimosse.
8. La redazione di Studio83 si riserva, qualora lo ritenesse necessario, di effettuare un editing sull'opera vincitrice. Ogni modifica dovrà essere approvata dall'autore, al quale spetta il "visto si stampi" finale. L'editing sarà quindi un lavoro collaborativo: qualora però non si giungesse a un accordo soddisfacente per entrambe le parti, esse sono libere di recedere. Verrà a quel punto selezionata un'altra tra le opere pervenute.
9. La redazione di Studio83 si riserva di pubblicare più di un vincitore, nel caso ve ne fossero due o più ugualmente meritevoli. Qualora nessuna opera rispondesse ai requisiti di qualità minimi, Studio83 si riserva il diritto di non selezionare alcun vincitore.
10. I racconti dovranno essere inviati in forma di allegati all'indirizzo:
ventinodi[chiocciola]studio83[punto]info
specificando nell'oggetto della mail: "Operazione Venti Nodi". Nella prima pagina del file dovranno essere riportate le seguenti informazioni: nome e cognome dell'autore, titolo dell'opera, genere dell'opera, numero di battute, eventuale link di sito/blog dell'autore.
11. La partecipazione a "Operazione Venti Nodi" implica l'accettazione di tutti i punti del regolamento. Dopo la selezione e prima della pubblicazione, al vincitore verrà chiesto di firmare una liberatoria comprensiva del regolamento stesso e degli accordi per la pubblicazione.
PER L'EDIZIONE IN CORSO DI "OPERAZIONE VENTI NODI", IL TERMINE ULTIMO PER L'INVIO DELLE OPERE È FISSATO AL 31/03/2009.
fonte http://studio83.splinder.com/post/19863045/Venti+Nodi
"Venti nodi" è pensato come un bollettino senza periodicità che contenga il "meglio" in cui ci imbattiamo. Sarà disponibile al pubblico in diverse versioni: la prima, la più importante, sarà la webzine leggibile on-line, con un suo dominio e link autonomi. Un'altra versione sarà scaricabile gratuitamente in formato .pdf, curata e impaginata come un magazine, che sarà acquistabile in formato cartaceo tramite Lulu.com (terza versione, appunto).
"Venti Nodi" tratterà temi che abbiano a che fare con la letteratura, la narrativa, l'editoria, spaziando verso ogni argomento che possa essere a loro collegato.
Su ogni numero ci sarà uno spazio dedicato alla pubblicazione di racconti brevi, che cercheremo anche e soprattutto nel mare magnum della rete e dei tanti biblioblog. Uno di questi racconti, dunque, potrebbe essere il vostro: con questo annuncio prende il via l'Operazione Venti Nodi, un piccolo contest che indiremo in vista di ogni nuova uscita, e che porterà a selezionare un racconto scelto fra quelli che ci invierete.
Operazione Venti Nodi - Regolamento
1. Ogni edizione di "Operazione Venti Nodi" verrà bandita da Studio83 a una distanza variabile dall'aggiornamento della webzine "Venti Nodi". L'invio delle opere dovrà avvenire entro e non oltre la scadenza indicata di volta in volta.
2. Ogni autore può partecipare con un solo racconto per ogni edizione del contest. Può partecipare alle edizioni successive anche il vincitore di una o più edizioni.
3. I racconti non dovranno superare le 20.000 battute spazi inclusi. Formato, carattere e impaginazione sono ininfluenti ai fini della selezione (ma un Times New Roman corpo 12 è sempre più che gradito).
4. Non ci sono limiti di genere per i racconti, tuttavia poesia e prosa poetica non saranno prese in considerazione.
5. La partecipazione al contest è gratuita. La pubblicazione dell'opera vincitrice non sarà retribuita.
6. Ogni diritto sull'opera vincitrice resterà di proprietà dell'autore. L'autore potrà quindi pubblicarla altrove o iscriverla ad altri concorsi, tenendo presente che l'opera risulterà edita a tutti gli effetti.
7. Le opere pubblicate non potranno essere in alcun modo rimosse.
8. La redazione di Studio83 si riserva, qualora lo ritenesse necessario, di effettuare un editing sull'opera vincitrice. Ogni modifica dovrà essere approvata dall'autore, al quale spetta il "visto si stampi" finale. L'editing sarà quindi un lavoro collaborativo: qualora però non si giungesse a un accordo soddisfacente per entrambe le parti, esse sono libere di recedere. Verrà a quel punto selezionata un'altra tra le opere pervenute.
9. La redazione di Studio83 si riserva di pubblicare più di un vincitore, nel caso ve ne fossero due o più ugualmente meritevoli. Qualora nessuna opera rispondesse ai requisiti di qualità minimi, Studio83 si riserva il diritto di non selezionare alcun vincitore.
10. I racconti dovranno essere inviati in forma di allegati all'indirizzo:
ventinodi[chiocciola]studio83[punto]info
specificando nell'oggetto della mail: "Operazione Venti Nodi". Nella prima pagina del file dovranno essere riportate le seguenti informazioni: nome e cognome dell'autore, titolo dell'opera, genere dell'opera, numero di battute, eventuale link di sito/blog dell'autore.
11. La partecipazione a "Operazione Venti Nodi" implica l'accettazione di tutti i punti del regolamento. Dopo la selezione e prima della pubblicazione, al vincitore verrà chiesto di firmare una liberatoria comprensiva del regolamento stesso e degli accordi per la pubblicazione.
PER L'EDIZIONE IN CORSO DI "OPERAZIONE VENTI NODI", IL TERMINE ULTIMO PER L'INVIO DELLE OPERE È FISSATO AL 31/03/2009.
fonte http://studio83.splinder.com/post/19863045/Venti+Nodi
martedì 3 marzo 2009
lunedì 2 marzo 2009
Jason Marsalis Italian Quartet
Domenica 15 marzo – inizio ore 20,00
Jason Marsalis Italian Quartet
Jason Marsalis, vibrafono
Antonello Vannucchi, pianoforte
Giorgio Rosciglione, contrabbasso
Andrea Roventini, batteria
Il quarto appuntamento del 2009 del Jazz Club Ueffilo – Cantina a Sud (Via Donato Boscia 21 – Gioia del Colle),sempre in collaborazione con Jazzitalia, sarà un evento unico: la premiere di Jason Marsalis in Puglia. Domenica 15 marzo (inizio ore 20,00) il vibrafonista statunitense, il più giovane della schiatta dei celeberrimi musicisti, calcherà il palco del Ueffilo accompagnato da Antonello Vannucchi al pianoforte, Giorgio Rosciglione al contrabbasso e Andrea Roventini alla batteria.
I quattro musicisti si esibiranno con una serie di composizioni originali del famoso vibrafonista e batterista di New Orleans, oltre ad alcune rivisitazioni di standard della tradizione jazz.
Jason Marsalis è da considerarsi indubbiamente uno dei musicisti più interessanti sulla scena odierna. Compositore di eccezionale talento, grande vibrafonista e batterista, vanta collaborazioni di massimo livello quali David Morgan, Bill Summers, Marcus Roberts, John Ellis solo per citarne alcuni. Ha inoltre vinto il premio come musicista dell'anno 2000 indetto da "Off Beat", nota rivista di New Orleans.
L’ appuntamento sarà arricchito dalla degustazione di prodotti tipici.
Inizio concerti ore 20,00.
Il Ueffilo – Cantina a Sud è in Gioia del Colle(Ba)-via Donato Boscia 21.
Info e prevendite: 339/8613434 – 080/3430946 - Centro Musica : 080 - 521.17.77
web: www.ueffilo.com
info@ueffilo.com
Jason Marsalis Italian Quartet
Jason Marsalis, vibrafono
Antonello Vannucchi, pianoforte
Giorgio Rosciglione, contrabbasso
Andrea Roventini, batteria
Il quarto appuntamento del 2009 del Jazz Club Ueffilo – Cantina a Sud (Via Donato Boscia 21 – Gioia del Colle),sempre in collaborazione con Jazzitalia, sarà un evento unico: la premiere di Jason Marsalis in Puglia. Domenica 15 marzo (inizio ore 20,00) il vibrafonista statunitense, il più giovane della schiatta dei celeberrimi musicisti, calcherà il palco del Ueffilo accompagnato da Antonello Vannucchi al pianoforte, Giorgio Rosciglione al contrabbasso e Andrea Roventini alla batteria.
I quattro musicisti si esibiranno con una serie di composizioni originali del famoso vibrafonista e batterista di New Orleans, oltre ad alcune rivisitazioni di standard della tradizione jazz.
Jason Marsalis è da considerarsi indubbiamente uno dei musicisti più interessanti sulla scena odierna. Compositore di eccezionale talento, grande vibrafonista e batterista, vanta collaborazioni di massimo livello quali David Morgan, Bill Summers, Marcus Roberts, John Ellis solo per citarne alcuni. Ha inoltre vinto il premio come musicista dell'anno 2000 indetto da "Off Beat", nota rivista di New Orleans.
L’ appuntamento sarà arricchito dalla degustazione di prodotti tipici.
Inizio concerti ore 20,00.
Il Ueffilo – Cantina a Sud è in Gioia del Colle(Ba)-via Donato Boscia 21.
Info e prevendite: 339/8613434 – 080/3430946 - Centro Musica : 080 - 521.17.77
web: www.ueffilo.com
info@ueffilo.com
domenica 1 marzo 2009
Cristiano Cavina a Bologna
Dalla A allo Zammù :: alfabeto letterario
a cura di Zammù Libreria e Casa Lettrice Malicuvata
Via Saragozza 32/a – Bologna
3 Marzo 2009 :: h. 19.30
Cristiano Cavina, I frutti dimenticati, Marcos y Marcos
introduce Michele Barbolini
IL LIBRO: Suo padre era sparito nel nulla. Con la sua assenza, aveva lasciato un vuoto clamoroso.
Ma la fantasia lo aveva trasformato in un uomo quasi magico, protagonista di imprese straordinarie.
Ora, quel padre da sempre ignoto è sbucato all’improvviso, lo ha rintracciato raccontando una bugia alla sua casa editrice. Di punto in bianco, lui dovrebbe chiamare papà un uomo che “per me non è niente, non è nessuno”. Proprio quando diventa babbo anche lui, ma con una compagna che è non più sicuro di amare, mentre tutto sembra sfuggirgli di mano. Non è facile diventare figlio e padre nello stesso momento. Non è facile separarsi dalla madre del proprio figlio proprio in quel momento. Per fortuna, c’è un pozzo segreto e senza fondo a cui attingere.
a cura di Zammù Libreria e Casa Lettrice Malicuvata
Via Saragozza 32/a – Bologna
3 Marzo 2009 :: h. 19.30
Cristiano Cavina, I frutti dimenticati, Marcos y Marcos
introduce Michele Barbolini
IL LIBRO: Suo padre era sparito nel nulla. Con la sua assenza, aveva lasciato un vuoto clamoroso.
Ma la fantasia lo aveva trasformato in un uomo quasi magico, protagonista di imprese straordinarie.
Ora, quel padre da sempre ignoto è sbucato all’improvviso, lo ha rintracciato raccontando una bugia alla sua casa editrice. Di punto in bianco, lui dovrebbe chiamare papà un uomo che “per me non è niente, non è nessuno”. Proprio quando diventa babbo anche lui, ma con una compagna che è non più sicuro di amare, mentre tutto sembra sfuggirgli di mano. Non è facile diventare figlio e padre nello stesso momento. Non è facile separarsi dalla madre del proprio figlio proprio in quel momento. Per fortuna, c’è un pozzo segreto e senza fondo a cui attingere.
sabato 28 febbraio 2009
Nature Mutations
Domenica 08 marzo alle ore 19:30 con la spettacolare performance sul rapporto Uomo-Natura e dal vivo “Plink” ideata e curata da Massimiliano Manieri performer.
“Plink”,performance 2008
Progetto, regia e performer: Massimiliano Manieri (1968 Copertino, Le)
Assistente di scena e segretaria di produzione: Claudia Ingrosso (1972,Lecce)
Riprese : Andrea Federico (1980, Casarano, Le).
Montaggio audio e video : Emanuele Franchini (1977, Lecce)
“La tematica della mostra nasce dall’esigenza di indagare il rapporto tra arte, scienza, natura e nuove tecnologie. Con “Nature Mutations” entriamo nello specifico di una delle tante problematiche che assillano l’uomo ed il suo habitat cercando di analizzare ciascuno degli interventi proposti dagli artisti invitati.
La mutazione si sa, è il processo naturale dell’evoluzione.
Luce e creazione del cosmo nelle ipnotiche opere dell’inglese Paul Davies e dell’americana Karen Neill che porta in mostra il movimento fluido del cristallo liquido e della sua natura molecolare come anche nelle “mutazioni in oro” per l’artista irlandese TJ Miles (vive ed opera anche in Spagna). Al microcosmo ed ai suoi frammenti organici, guarda l’installazione di Pauline Thompson che porta in mostra cento tessere piccolissime. La mutazione indica la ciclicità evolutiva del cosmo, della Terra e degli esseri che la popolano. Sull’evoluzione della terra, gioca l’artista israeliana Liora Rosenman che porta in mostra la creazione dell’acqua e del fuoco, mentre l’americana Irina Kassabova ci invita ad osservare la struttura di creature fossilizzate. Esse parlano di forme viventi che oggi non ci sono più, si sono evolute ma rimane lo spirito come dicevano gli antichi dell’animale precedente. Sul concetto della Terra come una grande massa d’acqua popolano le strane meduse della pugliese Angioletta De Nitto, a metà tra esseri alieni e esseri acquatici che nuotano nello spazio o su esseri zoomorfi, né piante, né animali, né pietre con l’installazione della milanese Maria Luisa Imperiali che li preserva da un futuro remoto. Natura e mondo organico in generale nelle opere fotografiche dell’artista svizzera Shelley Vouga. Più onirica e sognante la trasformazione dello spazio, della natura e della sua storia con le opere pittoriche dell’americana Melissa Furness che gioca sugli esseri unicellulari a metà umani e per metà cellule. Ed ancora con i “cuori chirurgici ” del leccese Francesco Sticchi che riflette sul rapporto tra natura, medicina e scienza.
Sul rapporto Uomo-Natura riflette Massimiliano Manieri, Marco Utili e l’israeliana Dima Noff.
L’americano Doug Baird, guarda al cambiamento della natura incontaminata e alle contaminazioni dovute all’uso di sostanze inquinanti. Stesso concept per la canadese Mary Jane Jessen, che ci mostra paesaggi acquatici contaminati e ridotti ad una desertificazione innaturale. Natura come mutazione identitaria nelle opere dell’austriaca Helga Traxler e identità fantascientifica nelle opere di Miska Tor giovane artista del Sudan. Sulla tecnologia cibernetica e l’essere umano ma anche su certe malformazioni gioca la ricerca della artista belga Christine Ligi.”
Evento: NATURE MUTATIONS
Giorni e Orari Visite: dal lunedì al venerdì ore 11 – 19, sabato ore 17 - 20
Sede: Primo Piano LivinGallery
Indirizzo: Puglia - Lecce - Lecce | Viale Guglielmo Marconi 4
Telefono Sede: 0832.304014
Sito Web: www.primopianogallery.com
Email: primopianogallery@libero.it
Curatori: Dores Sacquegna
Artisti: Collettiva artisti internazionali
Catalogo available
“Plink”,performance 2008
Progetto, regia e performer: Massimiliano Manieri (1968 Copertino, Le)
Assistente di scena e segretaria di produzione: Claudia Ingrosso (1972,Lecce)
Riprese : Andrea Federico (1980, Casarano, Le).
Montaggio audio e video : Emanuele Franchini (1977, Lecce)
“La tematica della mostra nasce dall’esigenza di indagare il rapporto tra arte, scienza, natura e nuove tecnologie. Con “Nature Mutations” entriamo nello specifico di una delle tante problematiche che assillano l’uomo ed il suo habitat cercando di analizzare ciascuno degli interventi proposti dagli artisti invitati.
La mutazione si sa, è il processo naturale dell’evoluzione.
Luce e creazione del cosmo nelle ipnotiche opere dell’inglese Paul Davies e dell’americana Karen Neill che porta in mostra il movimento fluido del cristallo liquido e della sua natura molecolare come anche nelle “mutazioni in oro” per l’artista irlandese TJ Miles (vive ed opera anche in Spagna). Al microcosmo ed ai suoi frammenti organici, guarda l’installazione di Pauline Thompson che porta in mostra cento tessere piccolissime. La mutazione indica la ciclicità evolutiva del cosmo, della Terra e degli esseri che la popolano. Sull’evoluzione della terra, gioca l’artista israeliana Liora Rosenman che porta in mostra la creazione dell’acqua e del fuoco, mentre l’americana Irina Kassabova ci invita ad osservare la struttura di creature fossilizzate. Esse parlano di forme viventi che oggi non ci sono più, si sono evolute ma rimane lo spirito come dicevano gli antichi dell’animale precedente. Sul concetto della Terra come una grande massa d’acqua popolano le strane meduse della pugliese Angioletta De Nitto, a metà tra esseri alieni e esseri acquatici che nuotano nello spazio o su esseri zoomorfi, né piante, né animali, né pietre con l’installazione della milanese Maria Luisa Imperiali che li preserva da un futuro remoto. Natura e mondo organico in generale nelle opere fotografiche dell’artista svizzera Shelley Vouga. Più onirica e sognante la trasformazione dello spazio, della natura e della sua storia con le opere pittoriche dell’americana Melissa Furness che gioca sugli esseri unicellulari a metà umani e per metà cellule. Ed ancora con i “cuori chirurgici ” del leccese Francesco Sticchi che riflette sul rapporto tra natura, medicina e scienza.
Sul rapporto Uomo-Natura riflette Massimiliano Manieri, Marco Utili e l’israeliana Dima Noff.
L’americano Doug Baird, guarda al cambiamento della natura incontaminata e alle contaminazioni dovute all’uso di sostanze inquinanti. Stesso concept per la canadese Mary Jane Jessen, che ci mostra paesaggi acquatici contaminati e ridotti ad una desertificazione innaturale. Natura come mutazione identitaria nelle opere dell’austriaca Helga Traxler e identità fantascientifica nelle opere di Miska Tor giovane artista del Sudan. Sulla tecnologia cibernetica e l’essere umano ma anche su certe malformazioni gioca la ricerca della artista belga Christine Ligi.”
Evento: NATURE MUTATIONS
Giorni e Orari Visite: dal lunedì al venerdì ore 11 – 19, sabato ore 17 - 20
Sede: Primo Piano LivinGallery
Indirizzo: Puglia - Lecce - Lecce | Viale Guglielmo Marconi 4
Telefono Sede: 0832.304014
Sito Web: www.primopianogallery.com
Email: primopianogallery@libero.it
Curatori: Dores Sacquegna
Artisti: Collettiva artisti internazionali
Catalogo available
venerdì 27 febbraio 2009
Minime
Libri Aparte presenta "Minime", un nuovo catalogo progettato e ideato dagli autori Mauro Bendandi e Roberto Pagnani che presentano dodici studi pittorici a tecnica mista dedicati agli oggetti. Lampadari, prese elettriche, pomelli di rubinetti, caffettiere, lampadine, zuccheriere, bicchieri, bottiglie e tazzine compongono una galleria di figure scaturita del desiderio di raccontare tutto ciò che capita
sotto mano nella profusione quotidiana degli oggetti con cui si entra in contatto e viene scelto per diventare occasione di sguardo e di sospensione.
Minime è composto da un astuccio quadrato contenente dodici cartoline dedicate ai particolari delle opere di Mauro Bendandi e Roberto Pagnani, presentate dal testo di Viola Giacometti e accompagnate da un inedito componimento del poeta Valerio Fabbri.
Venti esemplari del libro contengono una doppia incisione a punta secca dei due autori a tiratura limitata che sarà disponibile alla vendita solo sul sito www.libriaparte.it.
"Minime" è presentato in occasione della mostra "Casa di Cose", opere di Mauro Bendandi e Roberto Pagnani
Teatro Rasi - Ravenna
Inaugurazione venerdì 27 febbraio 2009
ore 18.00
Minime è disponibile presso il bookshop del Teatro Rasi e sul sito www.libriaparte.it
sotto mano nella profusione quotidiana degli oggetti con cui si entra in contatto e viene scelto per diventare occasione di sguardo e di sospensione.
Minime è composto da un astuccio quadrato contenente dodici cartoline dedicate ai particolari delle opere di Mauro Bendandi e Roberto Pagnani, presentate dal testo di Viola Giacometti e accompagnate da un inedito componimento del poeta Valerio Fabbri.
Venti esemplari del libro contengono una doppia incisione a punta secca dei due autori a tiratura limitata che sarà disponibile alla vendita solo sul sito www.libriaparte.it.
"Minime" è presentato in occasione della mostra "Casa di Cose", opere di Mauro Bendandi e Roberto Pagnani
Teatro Rasi - Ravenna
Inaugurazione venerdì 27 febbraio 2009
ore 18.00
Minime è disponibile presso il bookshop del Teatro Rasi e sul sito www.libriaparte.it
giovedì 26 febbraio 2009
Il sogno e l'approdo per Sellerio
Salvatore Ferlita presenta il volume Il sogno e l’approdo pubblicato dalla casa editrice Sellerio. Gli scrittori Maria Attanasio, Davide Camarrone, Giosuè Calaciura, Santo Piazzese, Gaetano Savatteri e Lilia Zaouali si confrontano in questo libro sul tema del rapporto tra la Sicilia e lo straniero.
Dai loro racconti verranno tratti degli spettacoli teatrali che il Circuito teatrale regionale siciliano metterà in scena nel corso del 2009 in sei teatri della provincia siciliana - Biancavilla di Sicilia, Caltagirone, Comiso, Modica, Racalmuto e Villafrati - nell’ambito del progetto “Scenario Mediterraneo” realizzato con il sostegno dell’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia.
Partecipa all’incontro l’Assessore al Turismo della Regione Sicilia On. Titti Bufardeci.
Saranno presenti gli Autori.
Il tema dello straniero, dell’altro da sé, in sei racconti inediti di altrettanti scrittori siciliani, o quasi (Lilia Zaouali da anni risiede a Palermo).
Sono racconti ambientati in epoche diverse sulle rive del Mediterraneo, mare che separa ma anche unisce “collezioni di regioni isolate che tuttavia si cercano costantemente le une con le altre, donde tra loro un costante andirivieni, nonostante le giornate di cammino o di navigazione da cui sono separate”, ha scritto Fernand Braudel.
Al centro la Sicilia, l’isola che meglio vale a illuminare la storia mediterranea, da sempre luogo di crocevia etnico, approdo di culture diverse, luogo strategico del mare nostrum e punto di attrazione irresistibile per viaggiatori di tutti i tempi e di tutti i paesi.
Nel Decalogo di Nordìa di Maria Attanasio una donna straniera si trova catapultata in un paranoico condominio di privilegiati a Nordìa, città immaginaria nata dopo la ‘Grande Emergenza’. Una storia fantastica, ma poi non tanto lontana dalla realtà.
Giosuè Calaciura, scrittore che ha già dato prova della sua sensibilità al tema dello straniero e all’Africa, assume nel Mare è piccolo ma Dio è grande il punto di vista di quelli che arrivano, per i quali l’approdo è una specie di visione, di allucinazione disperata.
In Questo è un uomo di Davide Camarrone Osea, immigrato di seconda generazione, giornalista, italiano a tutti gli effetti, si finge clandestino. Rinchiuso in un cpt siciliano, viene espulso e “rimpatriato” in Libia dove patisce sofferenze e degradazione fino all’annientamento.
Santo Piazzese racconta Il viaggio segreto di Niels Bohr a Palermo. Il Premio Nobel per la fisica del 1922, il danese Niels Bohr, si trova in città. Non è un viaggio di studio, ma nessuno conosce il vero motivo della sua presenza a Palermo. Una sera Bohr si ritrova all’Arena Perla, il cinema all’aperto dove danno vecchi film western.
Siracusa 1837, scoppia un’epidemia di colera. Un francese viene accusato di avere propagato il morbo. è L’infame agente Bainard di Gaetano Savatteri. La paura lo spinge alla confessione mentre la folla inferocita lo assale. Anni dopo un senatore siciliano fra i banchi di Palazzo Carignano racconterà la storia al collega Alessandro Manzoni.
In La pupa di zucchero di Lilia Zaouali, Faika, tunisina, viene a Palermo per incontrare la figlia Neyla. Faika è vedova, ha una nuova relazione che vuole regolarizzare con il matrimonio, ma non prima che la figlia si sia sposata; Neyla convive con Pietro, ma all’insaputa della madre. Segreti e bugie tra i mercati di Palermo, una commedia degli equivoci.
Dai loro racconti verranno tratti degli spettacoli teatrali che il Circuito teatrale regionale siciliano metterà in scena nel corso del 2009 in sei teatri della provincia siciliana - Biancavilla di Sicilia, Caltagirone, Comiso, Modica, Racalmuto e Villafrati - nell’ambito del progetto “Scenario Mediterraneo” realizzato con il sostegno dell’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia.
Partecipa all’incontro l’Assessore al Turismo della Regione Sicilia On. Titti Bufardeci.
Saranno presenti gli Autori.
Il tema dello straniero, dell’altro da sé, in sei racconti inediti di altrettanti scrittori siciliani, o quasi (Lilia Zaouali da anni risiede a Palermo).
Sono racconti ambientati in epoche diverse sulle rive del Mediterraneo, mare che separa ma anche unisce “collezioni di regioni isolate che tuttavia si cercano costantemente le une con le altre, donde tra loro un costante andirivieni, nonostante le giornate di cammino o di navigazione da cui sono separate”, ha scritto Fernand Braudel.
Al centro la Sicilia, l’isola che meglio vale a illuminare la storia mediterranea, da sempre luogo di crocevia etnico, approdo di culture diverse, luogo strategico del mare nostrum e punto di attrazione irresistibile per viaggiatori di tutti i tempi e di tutti i paesi.
Nel Decalogo di Nordìa di Maria Attanasio una donna straniera si trova catapultata in un paranoico condominio di privilegiati a Nordìa, città immaginaria nata dopo la ‘Grande Emergenza’. Una storia fantastica, ma poi non tanto lontana dalla realtà.
Giosuè Calaciura, scrittore che ha già dato prova della sua sensibilità al tema dello straniero e all’Africa, assume nel Mare è piccolo ma Dio è grande il punto di vista di quelli che arrivano, per i quali l’approdo è una specie di visione, di allucinazione disperata.
In Questo è un uomo di Davide Camarrone Osea, immigrato di seconda generazione, giornalista, italiano a tutti gli effetti, si finge clandestino. Rinchiuso in un cpt siciliano, viene espulso e “rimpatriato” in Libia dove patisce sofferenze e degradazione fino all’annientamento.
Santo Piazzese racconta Il viaggio segreto di Niels Bohr a Palermo. Il Premio Nobel per la fisica del 1922, il danese Niels Bohr, si trova in città. Non è un viaggio di studio, ma nessuno conosce il vero motivo della sua presenza a Palermo. Una sera Bohr si ritrova all’Arena Perla, il cinema all’aperto dove danno vecchi film western.
Siracusa 1837, scoppia un’epidemia di colera. Un francese viene accusato di avere propagato il morbo. è L’infame agente Bainard di Gaetano Savatteri. La paura lo spinge alla confessione mentre la folla inferocita lo assale. Anni dopo un senatore siciliano fra i banchi di Palazzo Carignano racconterà la storia al collega Alessandro Manzoni.
In La pupa di zucchero di Lilia Zaouali, Faika, tunisina, viene a Palermo per incontrare la figlia Neyla. Faika è vedova, ha una nuova relazione che vuole regolarizzare con il matrimonio, ma non prima che la figlia si sia sposata; Neyla convive con Pietro, ma all’insaputa della madre. Segreti e bugie tra i mercati di Palermo, una commedia degli equivoci.
mercoledì 25 febbraio 2009
Porno Start
A Milano una rassegna artistica sul tema della pornografia e dell' erotismo.Una mostra non “facile” in una città che spesso ha adottato la censura come unico mezzo di confronto su questi temi.Porno start, un titolo certo provocatorio forse ancor più delle intenzioni curatoriali. Una collettiva che nasce dalla consapevolezza che l'erotismo, la pornografia e il sesso sono sempre stati temi centrali dell'arte e che la creazione artistica stessa possa essere interpretata come atto erotico che genera forti pulsioni vitali.Le opere in mostra, frutto delle più svariate forme espressive, mettono in evidenza le fantasie, i gusti e l’interpretazione che ogni artista dà sull’argomento.Dall’erotismo estetico di Buttò, alla poetica new pop dal taglio sottile e ironico di Papeschi alle immagini spesso sarcastiche di Benaim.I linguaggi artistici utilizzati spaziano dall'arte digitale alla pittura, dall'arte performativa alla fotografia.L'intento è di non mostrare una sessualità fine a se stessa, ma la componente erotica dell'arte in una grande varietà di stili e di ricerche. L'erotismo che appare in queste opere è quindi spesso solo allusivo. L'esposizione privilegia infatti un erotismo molto estetizzante. Un Eros in cui le figure rappresentate consumano poco sesso. La sessualità si consuma piuttosto nello sguardo dell'artista, nel suo rapporto creativo con l'oggetto raffigurato o in una riflessione critica e sociale del ruolo della pornografia e dell'erotismo.L’atteggiamento nei confronti del sesso e dell’erotismo è oggi cambiato?Indubbiamente c’è un grande interesse per le opere artistiche che mettono assieme letteratura, arte e pornografia. Partendo da questa certezza, possiamo ritenere che la mostra sia non solo accettabile, ma che possa riscuotere un forte interesse.PORNO START , start come inizio di una triade di collettive sui temi che muovono lo spirito e le dinamiche umane da sempre: il sesso, la religione e il potere.L'intenzione è di cogliere una visione finale che evidenzi i legami, le interazioni, le conflittualità e contraddizioni dell'una nei confronti delle altre.
ARTISTS: Andy, Angela Loveday, Danilo Pasquali, David Rosado, Emanuele Benedetti, Fabio Ballario, Gaetano Leonardi, Giuseppe Petrilli, Japi honoo, Laurent Benaim, Massimo Festi, Max Papeschi, Persefone Zubcic, Roberto Pattina, Saturno Buttò, Tom Porta, Xante Battaglia, Xena Zupanic, and more.
In Milan, the first art exhibition of pornography and eroticism theme.This is not a “simple” exhibition for a city which has often censured without comparison in this way.Porno Start under a title certainly provocative maybe ever more curatorial intentions.A collective exhibition born by knowing which eroticism, pornography and sex always was one of principal theme of art and also create it’s erotic note generating strong vital impulses.The works on show, in various forms of expression, show the fantasy preferences and interpretation from the single artist of argument.From aesthetic eroticism by Buttò to new pop poetic with subtle and ironic meaning by Max Papeschi to sarcastic images by Benain.The artistic language used to differentiate among themselves, from digital paint to performance art and photography.The intention does not show the sexuality's sake, but the artistic erotic component in more and different style and research. The eroticism which is shown, are often allusive.The exhibition favour a very aesthetic eroticism. The figures which are represented here, consume little sex, the sexuality is consumed in the artist’s creative relation with his object or in critical reflection of the role pornography and eroticism.Does the behaviour of the people change in front of sex and eroticism today?There is a big interest in artistic works which are combined with literature, art and pornography.Starting from this point, we can believe that the exhibition will be not only accepted by the people but also will take their attention.PORNO START, start like one of the beginning triad collections on themes which move the spirit and human dynamic from ancient times; sex, religion and power.The intention is the combine the final vision which demonstrate relations, interaction, conflicts and contradiction between each subjects.
ARTISTS: Xante Battaglia, Saturno Buttò, Andy, Xena Zupanic,Laurent Benaim, Max Papeschi, Danilo Pasquali, David Rosado, Roberto Pattina, Persefone Zubcic, Massimo Festi, Giuseppe Petrilli, Anonimo, Emanuele Benedetti, Japi Honoo, Tom Porta and more.
Ufficio Stampa:
VOGHERA11 ARTGALLERY
via voghera, 11 20144 Milano
www.voghera11.com info@voghera11.com
tel/fax:02 39811630
mob: 3481009715
vietato ai minori
www.voghera11.com
ARTISTS: Andy, Angela Loveday, Danilo Pasquali, David Rosado, Emanuele Benedetti, Fabio Ballario, Gaetano Leonardi, Giuseppe Petrilli, Japi honoo, Laurent Benaim, Massimo Festi, Max Papeschi, Persefone Zubcic, Roberto Pattina, Saturno Buttò, Tom Porta, Xante Battaglia, Xena Zupanic, and more.
In Milan, the first art exhibition of pornography and eroticism theme.This is not a “simple” exhibition for a city which has often censured without comparison in this way.Porno Start under a title certainly provocative maybe ever more curatorial intentions.A collective exhibition born by knowing which eroticism, pornography and sex always was one of principal theme of art and also create it’s erotic note generating strong vital impulses.The works on show, in various forms of expression, show the fantasy preferences and interpretation from the single artist of argument.From aesthetic eroticism by Buttò to new pop poetic with subtle and ironic meaning by Max Papeschi to sarcastic images by Benain.The artistic language used to differentiate among themselves, from digital paint to performance art and photography.The intention does not show the sexuality's sake, but the artistic erotic component in more and different style and research. The eroticism which is shown, are often allusive.The exhibition favour a very aesthetic eroticism. The figures which are represented here, consume little sex, the sexuality is consumed in the artist’s creative relation with his object or in critical reflection of the role pornography and eroticism.Does the behaviour of the people change in front of sex and eroticism today?There is a big interest in artistic works which are combined with literature, art and pornography.Starting from this point, we can believe that the exhibition will be not only accepted by the people but also will take their attention.PORNO START, start like one of the beginning triad collections on themes which move the spirit and human dynamic from ancient times; sex, religion and power.The intention is the combine the final vision which demonstrate relations, interaction, conflicts and contradiction between each subjects.
ARTISTS: Xante Battaglia, Saturno Buttò, Andy, Xena Zupanic,Laurent Benaim, Max Papeschi, Danilo Pasquali, David Rosado, Roberto Pattina, Persefone Zubcic, Massimo Festi, Giuseppe Petrilli, Anonimo, Emanuele Benedetti, Japi Honoo, Tom Porta and more.
Ufficio Stampa:
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sabato 21 febbraio 2009
Il Bardo ... una casa editrice al femminile a cura di Paola Valentino, Anastasia Leo, Ludovica Leo
“Il Bardo” nasce nel 1991 dalla necessità di far conoscere la storia e la cultura salentina. Il primo numero esce nel settembre di quello stesso anno, contiene pochi articoli e qualche poesia. Non si può certo definire un bel giornale, però ha attirato la curiosità di alcuni storici salentini. Infatti, dal secondo numero, pubblicato nel dicembre dello stesso anno, inizia la collaborazione con grandi firme della cultura salentina: Giancarlo Vallone, Cosimo Franco, Giovanni Cosi, Fernando Verdesca, Mario Cazzato, Alvaro Ancora, Arturo Alessandri, Vittorio Zacchino, Antonio De Meo, Alessandro Laporta, Gino Pisanò, Giovanni Greco, Ennio Bonea, Donato Valli, Luigi Manni, Mario Marti, Elio Paiano, Antonio Faita, Paolo Vincenti, Maurizio Nocera e tanti altri, che a titolo gratuito, hanno dato la loro collaborazione per la realizzazione di questi “fogli di culture”. Nel novembre 1995, nasce “Allestimento – Prove di scrittura-“ fortemente voluto dal direttore editoriale Maurizio Leo, il quale annovera tra i suoi collaboratori i nomi più conosciuti del panorama poetico salentino, come Carlo Alberto Augieri, Stefano Donno, Walter Vergallo, Pierpaolo De Giorgi, Arrigo Colombo, Giuseppe Conte, Antonio Errico, Nicola De Donno, Anna Maria De Benedittis Presicce, Pierlugi Mele, Antonio Iaccarino, Salvatore Caliolo, Vito Antonio Conte, Carlo Stasi, Eugenio Giustizieri, Rossano Astremo, Massimo Manieri, Rosanna Gesualdo, Elio Coriano, nonché lo stesso Maurizio Leo e altri ancora. Sempre nel Novembre ’95, Caterina Gerardi inizia la sua collaborazione grafica fornendo le foto per la prima pagina de “Il Bardo“ e per “Allestimento “ .
Nel 1992 nasce la piccola casa editrice “I quaderni del Bardo” , paragonabile solo per qualità editoriale alle pubblicazioni di Vanni Scheiwiller. Non ha una distribuzione, né un catalogo, non ha un ufficio stampa, non ha un correttore di bozze, eppure fra i suoi 16 titoli troviamo nomi come Paolo Valesio, direttore del dipartimento di italianistica dell’università di Yale, di cui pubblica nel 1999 lo splendido “Anniversari” E ancora un inedito di Vittore Fiore “Nicola a Copertino” (2003), ha fatto ruotare attorno a sé nomi come Rina Durante, Massimo Melillo e Domenico Fazio. 5 i titoli che Maurizio Leo pubblica con “I Quaderni del Bardo”: “Dogmaginazione” (1992); “L’Albergo di latta” (1994); “Fobia” (1995); “non suona più il jukebox nell’appartamento di Allen” (1998); “Il bazar delle parole scomposte” (2002). Nel 1993 Vittorio Zacchino con “Religiosità e tradizione nelle poesie di San Giuseppe da Copertino”; nel 1996 Eleandro A. Buongiorno con “Varvara, Q6 – tra i pispilî del tempo”, Armando Giorgi con “Le pantere grigie”, Carlo Tundo con “Nequizia”. Nel 2000 Stefano Donno pubblica “Monologo - +” , mentre nel 2003 Giovanni Cosi edita “Sette lustri di vita lequilese”; ed ancora nel 2004 “Figli di vostro padre uccidete” di Maurizio Nocera e “Dolorosa impotenza del mestiere delle parole” di Elio Coriano. Nel 2000 viene pubblicata “Absentia” piccola antologia che raccoglie i contributi, di quanti sono in prima linea sul piano poetico, a diretto contatto con un pubblico, quello dei pub, molto spesso non sempre disposto all’ascolto. Hanno scritto per questo volume: Stefano Donno, Maurizio Nocera, Elio Coriano, Rosanna Gesualdo, Mauro Marino, Piero Rapanà, Antonio Tarsi, Massimiliano Manieri, Antimo Margiotta e Maurizio Leo.
IL BARDO
Via Regina Isabella, 2/D
73043 Copertino (LE)
Info: foglidiculture@libero.it
Nel 1992 nasce la piccola casa editrice “I quaderni del Bardo” , paragonabile solo per qualità editoriale alle pubblicazioni di Vanni Scheiwiller. Non ha una distribuzione, né un catalogo, non ha un ufficio stampa, non ha un correttore di bozze, eppure fra i suoi 16 titoli troviamo nomi come Paolo Valesio, direttore del dipartimento di italianistica dell’università di Yale, di cui pubblica nel 1999 lo splendido “Anniversari” E ancora un inedito di Vittore Fiore “Nicola a Copertino” (2003), ha fatto ruotare attorno a sé nomi come Rina Durante, Massimo Melillo e Domenico Fazio. 5 i titoli che Maurizio Leo pubblica con “I Quaderni del Bardo”: “Dogmaginazione” (1992); “L’Albergo di latta” (1994); “Fobia” (1995); “non suona più il jukebox nell’appartamento di Allen” (1998); “Il bazar delle parole scomposte” (2002). Nel 1993 Vittorio Zacchino con “Religiosità e tradizione nelle poesie di San Giuseppe da Copertino”; nel 1996 Eleandro A. Buongiorno con “Varvara, Q6 – tra i pispilî del tempo”, Armando Giorgi con “Le pantere grigie”, Carlo Tundo con “Nequizia”. Nel 2000 Stefano Donno pubblica “Monologo - +” , mentre nel 2003 Giovanni Cosi edita “Sette lustri di vita lequilese”; ed ancora nel 2004 “Figli di vostro padre uccidete” di Maurizio Nocera e “Dolorosa impotenza del mestiere delle parole” di Elio Coriano. Nel 2000 viene pubblicata “Absentia” piccola antologia che raccoglie i contributi, di quanti sono in prima linea sul piano poetico, a diretto contatto con un pubblico, quello dei pub, molto spesso non sempre disposto all’ascolto. Hanno scritto per questo volume: Stefano Donno, Maurizio Nocera, Elio Coriano, Rosanna Gesualdo, Mauro Marino, Piero Rapanà, Antonio Tarsi, Massimiliano Manieri, Antimo Margiotta e Maurizio Leo.
IL BARDO
Via Regina Isabella, 2/D
73043 Copertino (LE)
Info: foglidiculture@libero.it
venerdì 20 febbraio 2009
Il Centenario di Pietro Argento a Gioia del Colle il 7 e 8 marzo 09
Il 7 marzo del 1909 nacque a Gioia del Colle il Maestro Pietro Argento, celeberrimo direttore d’orchestra e compositore pugliese. L’Assessorato alla Cultura del Comune di Gioia del Colle unitamente alle Associazioni “Daniele Lobefaro”, Amici della Musica “ P. Falcicchio”, Associazione Turistica Pro Loco e la Biblioteca Comunale “Don V. Angelilli” hanno voluto celebrare il centenario della nascita del musicista gioiese con alcuni importanti appuntamenti che si terranno a Gioia del Colle il 7 ed 8 marzo 2009.
Le celebrazioni si apriranno il 7 marzo alle 10,00 con l’ inaugurazione della via intitolata al M° P.Argento (ex trav. via Pastore).
Dalle 9,00-12,00 “Pietro Argento e Gioia del Colle”, per gli studenti delle Scuole Medie e Superiori a cura del dott. Gianfranco Amatulli del prof. Franco Giannini, della dott.ssa Paola Sorrentino.
Alle 11,00 presso l’ ex Distilleria (via Paolo Cassano) si terrà l’ inaugurazione della mostra fotografica “Banda, bandisti, Maestri”. A seguire, dalle 11,30 e fino alle 17,00 visione del dvd sulla figura del Maestro a cura dell’ Ass. Musicale “Daniele Lobefaro”, post produzione di Matteo Notarnicola.
Nel pomeriggio, alle 17,30 sempre nell’ ex Distilleria (via Paolo Cassano) si terrà il convegno “Pietro Argento e il suo tempo “.
Interverranno: il Sindaco dott. Pietro Longo; i figli del Maestro: Signora Teresa e dott. Giampiero Argento; dott. Franco Chieco; dott. Gianfranco Amatulli, prof. Franco Giannini, M° Michele Marvulli, avv. Gianvito Pugliese, dott. Nicola Sbisà, dott.ssa Paola Sorrentino, Sig. Giuseppe Vasco.
Il giorno 8 marzo, alle 19,30 si terrà il concerto conclusivo che vedrà in scena al Teatro Comunale “Rossini” il Quartetto Meridies (ingresso libero).
Pietro Argento, nato il 7 marzo a Gioia del Colle nel 1909, iniziò gli studi musicali sotto la guida del padre Prof. Giacomo Argento compianto e mai dimenticato solista di flicorno tenore del Premiato Concerto Bandistico Città di Gioia del Colle.
Proseguì i suoi studi al Conservatorio di Napoli ove studiò pianoforte, organo e oboe e conseguì il diploma di composizione sotto la guida di F. Cilea e di direzione d’orchestra. Presso l’Accademia di Santa Cecilia sotto la guida del M° B.Molinari, conseguì il diploma del Corso superiore di perfezionamento per direttore d’orchestra.
Dopo essere stato maestro dell’orchestra sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia è stato direttore stabile dell’Orchestra sinfonica della RAI di Milano, dell’Orchestra dell’Urbe, dell’Orchestra da camera della “Società del quartetto” di Roma e direttore stabile dell’orchestra sinfonica di Bari.
Strepitosi i successi in Austria, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Svizzera e URSS. Si ricordino per tutte, le numerose tournées ufficiali nell’ex Unione Sovietica (Mosca, Leningrado, Kiev, Odessa, ecc.) alla presenza del mondo artistico, culturale e politico del Paese. È stato il primo Direttore d’orchestra occidentale ad incidere con l’Orchestra Sinfonica di stato dell’ex URSS a Mosca.
Ha diretto i più grandi nomi del concertismo mondiale: Oistrach, Rubistein, Kempff, Rostropovic, Magaloff, Bachaus, Gilels, Malinin, Stren, Navarra Orsovsky, Wiessemberg, Ferras, Milstein, ecc..
Ha composto musica sinfonica, da camera, di scena, musica da film e documentari.
Docente titolare della cattedra di direzione ed esercitazioni orchestrali del Conservatorio di Santa Cecilia dal 1952.
Ha registrato per la R.C.A., Mercurio, Angelicum, Urania ecc..
È stato insignito di varie onoreficenze nazionali e straniere. Nel 1963 il Presidente della Repubblica gli ha conferito la Medaglia d’Oro di I classe di Benemeritodell’Arte e della Cultura.
E’ scomparso nel 1994.
giovedì 19 febbraio 2009
Domenico Protino torna a Vina del Mar in Cile
Il cantautore Domenico Protino è pronto a partire alla volta del Cile, dove parteciperà al 50° Festival de La Canción Internacional de Viña del Mar (23/28 febbraio 2009) che ha vinto lo scorso anno con il brano "La guerra dei trent'anni" e che riproporrà in questa edizione straordinaria che prevede la gara tra le canzoni vincitrici degli ultimi anni (2001-2008), per festeggiare il 50° anniversario della manifestazione. Il brano "La guerra dei trent'anni" affronta l’attuale tema della meritocrazia e della tenacia necessaria nel perseguire i propri obiettivi.
Il Festival della canzone di Viña del Mar è la kermesse musicale più importante di tutta l’America Latina e molto spesso è la porta di accesso al ricco mercato sudamericano e occasione di promozione intercontinentale. Oltre alla gara lo spettacolo prevede la partecipazione di importanti ospiti nazionali ed internazionali. Domenico Protino avrà l’onore e l’onere (come unico rappresentate italiano in gara) di condividere il palco con i Simply Red e il grande Santana oltre alle star del firmamento musicale sudamericano.
Sarà possibile seguire la manifestazione in televisione (con l’antenna parabolica) oppure collegandosi al sito internet http://www. canal13.cl Domenico Protino ha da poco pubblicato in Italia il suo album d’esordio prodotto da Progetto Musica e distribuito dalla Warner Music Italia. Attualmente il singolo “La Guerra dei trent’anni” sta imperversando anche nelle radio cilene entrando direttamente in classifica. A breve verrà lanciata la versione spagnola de “La guerra de los treinta años” che anticiperà l’album realizzato interamente in spagnolo e che verrà proposto in tutta l’America Latina.
Il Festival della canzone di Viña del Mar è la kermesse musicale più importante di tutta l’America Latina e molto spesso è la porta di accesso al ricco mercato sudamericano e occasione di promozione intercontinentale. Oltre alla gara lo spettacolo prevede la partecipazione di importanti ospiti nazionali ed internazionali. Domenico Protino avrà l’onore e l’onere (come unico rappresentate italiano in gara) di condividere il palco con i Simply Red e il grande Santana oltre alle star del firmamento musicale sudamericano.
Sarà possibile seguire la manifestazione in televisione (con l’antenna parabolica) oppure collegandosi al sito internet http://www. canal13.cl Domenico Protino ha da poco pubblicato in Italia il suo album d’esordio prodotto da Progetto Musica e distribuito dalla Warner Music Italia. Attualmente il singolo “La Guerra dei trent’anni” sta imperversando anche nelle radio cilene entrando direttamente in classifica. A breve verrà lanciata la versione spagnola de “La guerra de los treinta años” che anticiperà l’album realizzato interamente in spagnolo e che verrà proposto in tutta l’America Latina.
venerdì 13 febbraio 2009
NOMADINCONTRO
Fino a ieri era il popolo Nomade ad andare da Augusto, oggi è Augusto a bussare alle case di tutti coloro che ne hanno amato la voce, la personalità, il carisma e l’umanità. Il XVII° tributo ad Augusto Daolio, indimenticato cantante dei Nomadi, si terrà sì a Novellara sabato e domenica prossimi, condotto da Red Ronnie, ma sarà anche possibile seguirlo comodamente da casa, in diretta in tutto il mondo su www.macy.it, la televisione musicale ad alta definizione diretta da Massimo Cotto, e su www.nomadi.it
L'evento della diretta sul web – con i concerti, le interviste, i dietro le quinte, gli omaggi e la magia di un raduno unico in Italia - è realizzato in collaborazione con Pulsemedia, una casa di produzione multimediale con sede a Barco di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, specializzata nella realizzazione di webTV e nella distribuzione di contenuti video su Internet. Tra le pochissime in Europa, è dotata di una regia mobile con link satellitare dedicato in grado di trasmettere eventi in diretta sul web in alta definizione da qualsiasi parte d'Europa. L’intera struttura di Macy.it si sposterà a Novellara per il prossimo weekend, per testimoniare un incontro davvero speciale.
Sarà quindi sufficiente accedere alla homepage di www.macy.it e poi tramite link dedicato godersi i Nomadi, Giusy Ferreri, Ligabue, Massimo Bubola, Domenico Protino e la grande musica di Nomadincontro. Comodamente a casa tua, ovunque tu sia
fonte iconografica Ginko53
L'evento della diretta sul web – con i concerti, le interviste, i dietro le quinte, gli omaggi e la magia di un raduno unico in Italia - è realizzato in collaborazione con Pulsemedia, una casa di produzione multimediale con sede a Barco di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, specializzata nella realizzazione di webTV e nella distribuzione di contenuti video su Internet. Tra le pochissime in Europa, è dotata di una regia mobile con link satellitare dedicato in grado di trasmettere eventi in diretta sul web in alta definizione da qualsiasi parte d'Europa. L’intera struttura di Macy.it si sposterà a Novellara per il prossimo weekend, per testimoniare un incontro davvero speciale.
Sarà quindi sufficiente accedere alla homepage di www.macy.it e poi tramite link dedicato godersi i Nomadi, Giusy Ferreri, Ligabue, Massimo Bubola, Domenico Protino e la grande musica di Nomadincontro. Comodamente a casa tua, ovunque tu sia
fonte iconografica Ginko53
martedì 10 febbraio 2009
Frammenti di un interno di Vito Antonio Conte
Vito Antonio Conte, torna in libreria con un secondo romanzo dal titolo Frammenti di un interno (Luca Pensa editore pp. 114, euro 12), all’interno della collana AlfaOmega.
Ne proponiamo un estratto:
"Alex e Chiara, un tempo non lontano, si erano amati, poi perduti e rincorsi senza più trovarsi. Nessuno dei due aveva mai dimenticato i giorni e le notti, i lunghi viali alberati a palmizi sino a vecchie dimore patrizie abbandonate e le spiagge tanto desolate quanto belle fuori stagione, inutilmente percorse (tempo dopo) da soli.
Non s'erano più incontrati.
Pensavano sempre la stessa cosa l’uno dell'altra.
E si rincorrevano.
Si cercavano senza incontrarsi.
In esistenze parallele.
Dove non erano riuscite le loro nostalgie malate arrivò l'Agenzia.
Ma, quando videro se stessi riflessi nello specchio degli occhi dove riposa l’unica verità, le loro anime non erano più le stesse.
Li ho visti abbracciarsi come fratelli.
Come fratelli litigare.
E scambiarsi casti baci.
Senza più passione.
Tutto il sentimento bruciato a cercarsi in tracce concentriche.
Io, invece, ero perduto già da molto tempo quando li conobbi.
Irrimediabilmente perduto.
O, forse, perso (che rende meglio l'idea a coloro i quali non hanno mai visto i miei passi per strada).
Perso di sogni e nei sogni.
Perso di sconfitte non scritte.
E di vittorie mai celebrate.
Ma soprattutto nello spazio e nel respiro librato nel cielo quando ormai il tempo non ha più alcuna importanza.
Walles e basta.
Nessuno mi aveva mai chiamato in modo diverso.
Walles!
Walles dei passi mai finiti.
Dei bar notturni.
Degli inciampi.
Dei tempi chiari e delle tempeste.
Degli sbandamenti e degli errori… quanti errori, ma soprattuto quel…
l'unico errore della mia vita
a parte la scelta della facoltà universitaria e, dopo, il lavoro
l'unico errore dicevo
a parte la decisione di vivere in quel cazzo di posto o in quel posto del cazzo (che, poi, non è come dire esattamente la stessa cosa)
l'unico errore che, invero, considero tale
a parte quel viaggio non fatto
ma l'unico vero errore
se non considero quell’altro viaggio che, invece, ho fatto
l'unico errore che riconosco davvero
prescindendo da quella volta che
e, insomma, l'errore vero
se mal non ricordo
che errore
quando Elena mi chiese l'accapatoio, nuda nella doccia del bagno di casa mia, e poi mi chiamò e mi chiese cos'era quel piccolo rigonfiamento sulla sua coscia destra (adiacente un altro monte, però mitico) e io ignorai il grande rigonfiamento tra le mie di gambe passandole la Prep (quella mirabile e miracolosa pomata pluriuso e, in quel caso, unica crema a disposizione –me tapino- per lenire l’infiammo da puntura di zanzara, lasciando in fiamme ben altri rossori)
alla fine
l'unico errore degno di tal nome
se non tengo conto delle altre... punture di zanzara
ma sì, quel cazzo di errore
aiutami a rammentare, cosa?
dici che ho sbagliato tutto? - SARA'!?!
Ma senza quegli errori non avrei visto gli orrori e sarei niente e niente sarebbe rimasto della purezza, di quella purezza che porta all'errore e lo contiene, di quella purezza che si tiene al largo dagli orrori, di quella purezza... così pura."
(Estratto da "Frammenti di un interno", capitolo VII, "Ogni pretesto è buono se è seguito da... un testo")
Ne proponiamo un estratto:
"Alex e Chiara, un tempo non lontano, si erano amati, poi perduti e rincorsi senza più trovarsi. Nessuno dei due aveva mai dimenticato i giorni e le notti, i lunghi viali alberati a palmizi sino a vecchie dimore patrizie abbandonate e le spiagge tanto desolate quanto belle fuori stagione, inutilmente percorse (tempo dopo) da soli.
Non s'erano più incontrati.
Pensavano sempre la stessa cosa l’uno dell'altra.
E si rincorrevano.
Si cercavano senza incontrarsi.
In esistenze parallele.
Dove non erano riuscite le loro nostalgie malate arrivò l'Agenzia.
Ma, quando videro se stessi riflessi nello specchio degli occhi dove riposa l’unica verità, le loro anime non erano più le stesse.
Li ho visti abbracciarsi come fratelli.
Come fratelli litigare.
E scambiarsi casti baci.
Senza più passione.
Tutto il sentimento bruciato a cercarsi in tracce concentriche.
Io, invece, ero perduto già da molto tempo quando li conobbi.
Irrimediabilmente perduto.
O, forse, perso (che rende meglio l'idea a coloro i quali non hanno mai visto i miei passi per strada).
Perso di sogni e nei sogni.
Perso di sconfitte non scritte.
E di vittorie mai celebrate.
Ma soprattutto nello spazio e nel respiro librato nel cielo quando ormai il tempo non ha più alcuna importanza.
Walles e basta.
Nessuno mi aveva mai chiamato in modo diverso.
Walles!
Walles dei passi mai finiti.
Dei bar notturni.
Degli inciampi.
Dei tempi chiari e delle tempeste.
Degli sbandamenti e degli errori… quanti errori, ma soprattuto quel…
l'unico errore della mia vita
a parte la scelta della facoltà universitaria e, dopo, il lavoro
l'unico errore dicevo
a parte la decisione di vivere in quel cazzo di posto o in quel posto del cazzo (che, poi, non è come dire esattamente la stessa cosa)
l'unico errore che, invero, considero tale
a parte quel viaggio non fatto
ma l'unico vero errore
se non considero quell’altro viaggio che, invece, ho fatto
l'unico errore che riconosco davvero
prescindendo da quella volta che
e, insomma, l'errore vero
se mal non ricordo
che errore
quando Elena mi chiese l'accapatoio, nuda nella doccia del bagno di casa mia, e poi mi chiamò e mi chiese cos'era quel piccolo rigonfiamento sulla sua coscia destra (adiacente un altro monte, però mitico) e io ignorai il grande rigonfiamento tra le mie di gambe passandole la Prep (quella mirabile e miracolosa pomata pluriuso e, in quel caso, unica crema a disposizione –me tapino- per lenire l’infiammo da puntura di zanzara, lasciando in fiamme ben altri rossori)
alla fine
l'unico errore degno di tal nome
se non tengo conto delle altre... punture di zanzara
ma sì, quel cazzo di errore
aiutami a rammentare, cosa?
dici che ho sbagliato tutto? - SARA'!?!
Ma senza quegli errori non avrei visto gli orrori e sarei niente e niente sarebbe rimasto della purezza, di quella purezza che porta all'errore e lo contiene, di quella purezza che si tiene al largo dagli orrori, di quella purezza... così pura."
(Estratto da "Frammenti di un interno", capitolo VII, "Ogni pretesto è buono se è seguito da... un testo")
lunedì 9 febbraio 2009
Tra melma e sangue. Lettere e poesie di guerra, di Clemente Rebora, a cura di Valerio Rossi, Interlinea edizioni. Recensione di Nunzio Festa
Tra melma e sangue è un’opera da custodire. Rossi, il curatore dell’imponente lavoro, ha compiuto un’operazione che potrà essere segnalata per anni. Le righe di una recensione, lunga o breve che questa sia, non potranno mai presentare in maniera adeguata il volume. Che tanto per cominciare, le poesie sono tutte commentate. Eppure è indispensabile e doveroso dire. Clemente Rebora, il Rebora di queste poesie e lettere, da più parti definito tra i migliori poeti del Novecento italiano, suda versi in tempo di Prima guerra mondiale che fanno marcire ogni pur piccolissima idea sul fatto che la guerra possa non essere la più grande barbarie voluta dall’uomo. Siamo di fronte a un dramma e il dramma vitale di Clemente Rebora è scritto con poesia drammatica. Due pezzi estorti al libro servono per argomentare l’unico punto che forse con meno forza era venuto fuori. “La sciagura ritmava in lontananza; / Or s’avvicina. Il patrio terreno / In bilico, già crolla: / E’ un invito di danza… / Signori, alla coda!”. Il secondo: “Poesia, arpeggiante / Zanzara che succhi dal sangue, / Or ciascuno t’intende / E si difende”. I due estratti, in parallelo, ci spiegano di un elemento unico. La poesia di Rebora, nei contenuti, dimostra quello che la guerra provoca nell’individuo oltre che nelle categorie e persino nelle classi. Il canto individuale ma frutto di una sostanza collettiva, il canto spropositato in quanto pure privo a grandi linee di liricità, dice di quello che la guerra combina in ogni uomo e non solamente negli uomini tutti. La tanto citata spiritualità di Rebora è proprio questa prova. Il prima e il durante la guerra, con tutto il suo dopo, sono la poesia stessa di Clemente Rebora, anzi un pezzo della sua esistenza appunto provata dallo sconvolgente avvenimento. I versi di Rebora, ma persino le lettere, riproducono (termine qui utilizzato in chiave comunque salvifica per l’autore) l’animo dell’io di ciascun individuo a contatto con la tragedia.
sabato 7 febbraio 2009
HiPop: la seconda pelle della scrittura. Ospite Luisa Ruggio
On line la seconda puntata di Hi-Pop su salento web tv dal titolo La seconda pelle della scrittura. Ospite in questo secondo appuntamento la scrittrice, giornalista e blogger Luisa Ruggio che parla del ruolo della scrittura non solo negli ambiti strettamente letterari ed editoriali, ma anche tra le maglie e i pluriversi della Rete. Viene inoltre presentata l’interessante pubblicazione de Il Sole 24 Ore in collaborazione con Nova su Facebook dal titolo Il fenomeno Facebook – La più grande comunità in Rete e il successo dei social network. Ovvero: il fenomeno Facebook ai raggi X, i legami, i gruppi di amici, i comportamenti, i dati e le condizioni, le regole e le avvertenze.
La seconda puntata di Hi-Pop è visibile a questo link:
http://www.salentoweb.tv/index.php?option=com_seyret&task=videodirectlink&Itemid=2&id=296
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