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venerdì 10 agosto 2012

Homegrown Whole Grains by Sara Pitzer (Storey)

Homegrown Whole Grains
A backyard field of grains? Yes, absolutely! Wheat and corn are rapidly replacing grass in the yards of dedicated locavores across the country. For adventurous home- owners who want to get in on the movement, Homegrown Whole Grains is the place to begin. Growing whole grains is simpler and more rewarding than most people imagine. With as little as 1000 square feet of land, backyard farmers can grow enough wheat to harvest 50 pounds in a single afternoon and those 50 pounds can be baked into 50 loaves of fresh bread. In addition to providing information on wheat and corn, Homegrown Whole Grains includes complete growing, harvesting, and threshing instructions for barley, millet, oats, rice, rye, spelt, and quinoa, and lighter coverage of several specialty grains. Readers will also find helpful tips on processing whole grains, from what to look for in a home mill to how to dry corn and remove the hulls from barley and rice. Chapters for each grain include inventive recipes for cereals, desserts, casseroles, salads, soups and stews, and, of course, home-baked breads, the crowning achievement of the home grain grower. Sara Pitzer shares dozens of ideas for using whole grains from cooking sturdy wheat berries in a slow cooker to malting barley for homebrewed beer. Whether milled into nutritional flours or used in any of their unmilled states, wheat, barley, quinoa, and the other grain crops are healthful additions to every diet.

Liberi dal Panico - One Minute Panic Strategies di Fiammetta Bianchi (Uno editori)

Liberi dal Panico - One Minute Panic Strategies - Libro
Di cosa parla? - One Minute Panic Strategies affronta in modo semplice e diretto uno dei più grandi e invalidanti problemi del secolo: gli attacchi di panico. Perchè? - Chi soffre di attacchi di panico si ritrova, episodio dopo episodio e a causa degli innegabili disagi fisici e della ingestibile paura, a rinunciare alla propria vita. Le piccole cose quali una semplice passeggiata, uscire di casa, fare la spesa, guidare l'auto, prendere un aereo, cenare fuori, andare in vacanza, andare al cinema, diventano ostacoli insormontabili e alterano la qualità dei rapporti sociali, affettivi, lavorativi. One Minute Panic Strategies è uno strumento facile da usare, immediato, potente ed efficace, per risolvere gli attacchi di panico fin da subito. Un metodo innovativo e pratico che chiunque può mettere in atto per riconquistare il gusto di vivere al meglio la propria vita in piena, meritata, libertà. Anteprima - Liberi dal Panico - Libro "Mi manca l'aria, sento la testa come se non circolasse più il sangue. Agitazione e tremarella. Ho preso subito 10 gocce di Rivotril e pian piano è passato. Ho paura di tutto, non mi sento serena, anzi, a volte sento di essere un peso per la mia famiglia. Sono stanca di vivere reclusa in casa e di imbottirmi di medicinali che non funzionano, perché so già che accadrà di nuovo. Questa non è vita, non ne posso più...". Improvviso, destabilizzante e violento, il primo attacco di panico si presenta col volto terrificante della donna vestita di nero che nella mitica Samarcanda di Vecchioni, ci guarda con occhi crudeli e sembra volerci convincere che quelli che stiamo vivendo sono i nostri ultimi attimi di vita.

SEREBRO - Mama Lover




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BUY ON iTUNES: http://itunes.apple.com/it/album/mama-lover-ep/id522114850

SEREBRO is an unprecedently progressive mesmerizing female trio, a project by the talented producer Maxim Fadeev. The team was formed in 2006, and since then they have managed to develop a refine and previously unknown style, something that became new to the West.
Success as a music group came in 2007 with the girls participating in Eurovision Song Contest (they won The Bronze Award)
SEREBRO showed Europe their debut single "Song#1" performance which zoomed them to #3, and made the trio well-known in Russia and beyond it. After "Song#1" release the group continued with their spawning singles "Dishi", "Opium", "Skazhi -- ne molchi", which topped the Major Russian music charts. Their debut album "OpiumROZ" was called by Billboard Magazine -- One of the leading Russian Music editions - "The most expected release of 2008".

The catch here is that the girls(Lena Temnikova, Marina Lizorkina, and Olga Seryabkina) just have great vocal skills and don't need any support in the form of silly hype. The group's logo—silhouettes of three mysterious, self-willed, and graceful cats—fully reflects their self-confidence, quite legitimate, one might add. Their personalities and their songs always draw more than enough attention, both from the audience and from media.

The video of the new SEREBRO's single 'Mama Luba (Mama Lover)' got 18 Million of views on YouTube and everyone has litterally gone crazy!

giovedì 9 agosto 2012

Rhinehoth by Brian E. Niskala (CreateSpace)


"Rhinehoth - Centuries ago a great castle was built in the mountains of Germany's Black Forest. Its ancient guardians still thrive in its walls forever protecting its dark secrets, holding captive an enemy that threatens their very existence. Foretold is a story of an ancient warrior that is to return to the castle to free the captive Vampire Prince. Simon Roberts was a petty thief who fled England to escape Scotland Yard after a series of unsuccessful jewelry store heists. He was recruited to do a job in Germany where he was to simply drive the get away car while providing a look out. He thought this was going to be an easy job and a way to break into the German crime scene. But things go terribly wrong and he ended up being the only survivor of the botched heist. Simon is quickly sentenced to a prison called Rhinehoth. This is where Germany sent the worst of the worst, surely not a place for a petty thief such as himself. Rhinehoth is a great German castle that was converted in the late 1930's to a Stalag for war criminals of World War II. The converted prison's modern day inhabitants are relentlessly tortured, starved and sleep deprived. This contributes to the prisoners' delusional visions that help hide the truth and keeps Rhinehoth's secrets. Their captors are the army of Werewolves who have survived the centuries off the very flesh and blood of Germany's worst forgotten criminals. Simon, imprisoned becomes plagued with visions from his subconscious ancient past with confusion of his modern day consciousness. He discovers through his visions that he is the ancient warrior, Guthrie who has come to free the Vampire Prince and all the captives while saving the world from a dark plan of biblical proportions that has been orchestrated over the centuries!"

Castello Banfi


“Banfi a Montalcino è da oltre trenta anni un punto di riferimento per chiunque al mondo si occupi di produzione vitivinicola. Definita a suo tempo come “il più grande progetto che sia mai stato realizzato nella produzione dei vini di qualità”, nasce nel 1978 grazie alla volontà dei fratelli italoamericani John e Harry Mariani – già titolari di Banfi Vintners, una delle più importanti società di importazione di vini statunitense. La proprietà, situata nel versante sud del comune di Montalcino, occupa 2.830 ettari dei quali 850 ospitano vigneti specializzati. Sono coltivati i principali vitigni locali (Sangiovese e Moscadello), a cui si aggiungono significative presenze di altri vitigni “internazionali” perfettamente inseriti nell’habitat montalcinese (Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot).  La direzione generale in Italia è affidata, dal 2001, ad Enrico Viglierchio. Determinanti per lo sviluppo aziendale anche le figure di  Cristina Mariani-May, figlia di John, e James Mariani, figlio di Harry, rispettivamente in azienda dal 1993 e dal 1991.
Serietà, professionalità e rispetto per il consumatore sono alla base della qualità della produzione dei vini Banfi. Nel 2001 l’azienda ha ottenuto la certificazione ISO 9001-14001 (sistema di qualità e sistema ambientale), che regolano e garantiscono i rapporti con i clienti e con il territorio dove l’impresa opera. Nel 2006, prima cantina nel mondo, ha conseguito la SA 8000, la norma internazionale volta a tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori, assicurando il rispetto dell'etica nella produzione di beni e servizi. E’ in questa filosofia, basata sulla continua ricerca della qualità, che si inserisce la realizzazione della nuova area di vinificazione “Horizon”. Il progetto, interamente concepito e sviluppato all’interno dell’azienda, consiste in una serie di accorgimenti e di soluzioni di alto livello, dal vigneto alla cantina, realizzati per migliorare ogni singolo passaggio del processo produttivo. Fulcro del progetto, ed aspetto estremamente innovativo da un punto di vista tecnico, sono i 24 tini di fermentazione compositi, che combinano insieme, in maniera sinergica, i vantaggi del legno e dell’acciaio.  Quello dell’accoglienza è un settore in cui Banfi ha sempre creduto, fino a far diventare il Castello di Poggio alle Mura uno straordinario centro che offre un'ospitalità completa ed articolata. I numerosi ospiti, dopo la visita guidata alla cantina, possono assaporare i piatti della ricca cucina locale presso la caratteristica Taverna Banfi o apprezzare l’eccellenza dei vini Banfi, accompagnati da formaggi e salumi tipici toscani, nell’ampia e tradizionale Enoteca. A marzo 2007 l’apertura di Castello Banfi-Il Borgo, con le sue 14 lussuose stanze, incluse 5 suite, ha completato la già ampia gamma di prodotti e servizi offerti dall’Hospitality.  Un binomio molto sentito è senz’altro quello tra Banfi e cultura, che si sviluppa attraverso numerosi eventi, tra i quali spicca l’annuale festival “Jazz & Wine”, seguitissimo appuntamento dell’estate montalcinese, giunto ormai alla dodicesima edizione. In questo contesto culturale si inserisce anche il Museo del Vino e del Vetro che, intitolato a Giovanni F. Mariani, padre di John e Harry e fondatore di Banfi Vintners, occupa alcune delle sale del Castello. Qui si può ammirare la più grande collezione privata di vetri del periodo della Roma Imperiale, oltre a rarissimi oggetti di epoche diverse, fino ai giorni nostri.”

Qui

Zenato


“La passione, il lavoro ed i risultati ci rendono consapevoli di avere contribuito allo sviluppo ed alla più recente riscoperta del Lugana, di cui ci sentiamo fieri ambasciatori. A questa forte identità con il nostro territorio abbiamo legato capacità e lungimiranza imprenditoriale investendo anche nella vicina Valpolicella. Un connubio per noi felice con l’obiettivo di ampliare e rafforzare la nostra diffusione in Italia e nel mondo. Da parte della nostra famiglia sono rimasti intatti i sentimenti, la dedizione e la semplicità che ci hanno permesso di diventare una concreta realtà produttiva. Per tutto questo pensiamo di potere rispondere alle esigenze e aspettative di tutti coloro che ricercano in un vino affidabilità, personalità e grande qualità.” (Sergio Zenato)
La cantina – “La produzione di Zenato è contenuta ben al di sotto del limite massimo consentito dal disciplinare, per enfatizzare la qualità dell’uva attraverso un lavoro di massimo rigore e cura del vigneto. Ogni vendemmia si tiene rispettando i tempi naturali e le conoscenze della tradizione, pur avvalendosi di metodi innovativi. Le uve vengono raccolte con estrema cura, per mantenere intatto il prezioso nettare di ogni grappolo. All'interno delle cantine, il mosto viene custodito in grandi tini per favorire la fermentazione ottimale di ciascun tipo di vino Zenato, successivamente affinato, invecchiato ed imbottigliato. Una cura particolare consiste anche nella scelta delle bottiglie, sempre di primissima qualità, dove il vino è protetto al meglio per  giungere intatto al momento della degustazione.  Ogni vino Zenato è frutto di questo instancabile impegno per la qualità e di una smisurata passione per questa terra.  L’Amarone Riserva Sergio Zenato. Frutto di un’intuizione condivisa da Sergio Zenato con la moglie Carla, l'Amarone nasce dal desiderio di dare il giusto risalto all’identità di un territorio e far apprezzare con cura le annate eccellenti. Le uve vengono selezionate per pianta nei vigneti  di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Solo l’esperienza e l’intimo rapporto con il vigneto permettono di capire quando una vendemmia può diventare Riserva: un vino che esprime emozioni inedite, originali, esclusive.”

mercoledì 8 agosto 2012

Life's Little Lessons for Making it Work by Tim Gunn

Life's Little Lessons for Making it Work
On the runway of life, Tim Gunn is the perfect life coach. You've watched him mentor talented designers on the hit television show Project Runway. Now the inimitable Tim Gunn shares his personal secrets for "making it work"—in your career, relationships, and life. Filled with delightfully dishy stories of fashion's greatest divas, behind-the-scenes glimpses of Runway's biggest drama queens, and never-before-revealed insights into Tim's private life, Gunn's Golden Rules is like no other how-to book you've ever read. In the world according to Tim, there are no shortcuts to success. Hard work, creativity, and skill are just the beginning. By following eighteen tried-and-true principles, you can apply Tim's rules to anything you set your mind to. You'll learn why Tim frowns on displays of bad behavior, like the vitriolic outburst by Martha Stewart's daughter about her mother's name-brand merchandise. You'll discover the downfalls of divadom as he describes Vogue's AndrÉ Leon Talley being hand-fed grapes and Anna Wintour being carried downstairs by her bodyguards. And you'll get Tim's view on the backstabbing by one designer on Project Runway and how it brilliantly backfired. Beloved pop culture icon Tim Gunn is best known as co-host of the twelve-time Emmy-nominated reality show Project Runway. He also hosted two seasons of his own former Bravo makeover series, Tim Gunn’s Guide to Style.

OLIO SAN GIULIANO


“La vocazione alla produzione dell'olio di oliva della famiglia Manca è frutto dell'esperienza e soprattutto della conoscenza profonda di una tecnica che ha reso famosi i mastri oleari italiani in tutto il mondo. L'oleificio San Giuliano è tra le più antiche case olearie italiane e ha saputo mantenere inalterata la tradizione olearia italiana ed isolana. La metodica produttiva viene definita "architettura dell'olio" per significare quella grande abilità di trarre dalle olive una serie di "strutture" legate armonicamente tra loro (profumo, colore, gusto, mantenimento delle caratteristiche benefiche, durabilità nel tempo) fino ad arrivare ad un risultato per quanto possibile perfetto del prodotto finale, con punte di eccellenza quali l'Olio DOP Sardegna e l'Olio Fruttato Cuore d'Olivo. L'intero processo produttivo dell'Olio San Giuliano avviene presso il frantoio di Alghero, in Sardegna. I Poderi di San Giuliano a Monte Sixeri (Alghero - Sardegna), che comprendono le Residenze di Campagna e L'Agriturismo Le Pinnette, rappresentano il tangibile e forte legame tra la produzione dell'Olio San Giuliano e l'attività agricola che sta alle origini dell'azienda. Il Residence di Alghero offre la possibilità unica di una vacanza di pieno relax nel verde delle tenute in cui ha avuto origine la grande tradizione olearia San Giuliano.”


Taccuino Siriano di Jonathan Littell (Einaudi) Traduzione di Margherita Botto


«Questo è un documento, non un testo rielaborato. È la trascrizione, piú fedele possibile, di due taccuini di appunti che ho preso durante un viaggio clandestino in Siria, nel gennaio di quest'anno. Inizialmente dovevano servire come base per gli articoli che ho scritto al ritorno. Ma a poco a poco, nei lunghi periodi di attesa o di inattività, nei tempi morti creati dalla traduzione durante le conversazioni, e a causa di una certa frenesia che tende a voler trasformare subito il vissuto in scrittura, quegli appunti si sono dilatati. È ciò che rende possibile la loro pubblicazione. A giustificarla, invece, è ben altro: sono il rendiconto di un momento breve e già scomparso, quasi senza testimoni esterni, degli ultimi giorni della rivolta di una parte della città di Homs contro il regime di Bashar al-Assad, poco prima che fosse soffocata in un bagno di sangue, ancora in corso mentre sto scrivendo». (Jonathan Littell, Taccuino siriano)

martedì 7 agosto 2012

LA BOTTEGA DI MARIO CAPPELLETTI


THE GALLERY - After twenty years of experience as an art and antiques shop, in spring 2009 La Bottega welcomed its new art gallery.
The gallery is found in the ground floor of a historical building amongst the Castillian walls of the town of Castelina in Chianti. La Bottega art-gallery offers a wide collection of paintings and sculptures, both contemporary and of the end of 1800's- beginning 1900's. More than 70 different artists with not less than 600 art pieces on catalogue, can be found here in exposition and on sale.
La Bottega is unique in its role as art-gallery, as it works exclusively in representation of Tuscan Contemporary Artists.

THE ARTISTS - The art-gallery offers its exposition spaces to both renown and emerging artists that represent the artistic identity of different areas in Tuscany. Its distinctive characteristic lies in Landscape art. Because of its location in the heart of Chianti area, la Bottega can be considered as an important platform for its artists which gain international exposure, exposition experience together with a variety of other styles and techniques. Each artist offers works with a unique style, technique and choice of materials, of different dimentions and prices.

THE COSTUMERS - La Bottega art-gallery counts more than 1.000 costumers worldwide in over 40 different countries. Amongst the USA only, counting costumers in each one of the 50 states, more than 1.500 art pieces have been shipped. Each costumer is taken care of personally , from the choice of the art piece to its delivery, by the owners of la Bottega: Mario and Claire Cappelletti. In over 20 years of business they have created many collaborations and friendships with people from all over the world.

THE OWNERS - Mario Cappelletti is a native of Castellina in Chianti, and his wife Claire, originally from Chicago, has been living in Chianti for more than 30 years. With their family in 1989 they created La Bottega and up to today have been nurturing its development with great passion.”


Un po’ di Parigi di Jean-Jacques Sempé (Donzelli)


Uno spiritosissimo itinerario tra i viali e i palazzi, i chioschi e i bistrot, e tutti gli altri angoli segreti che i patiti di Parigi non possono mancare. La Ville Lumière nello sguardo irriverente, tenero e complice, del più grande vignettista francese.

Jean-Jacques Sempé è uno degli illustratori più famosi del mondo. Le sue vignette sono state pubblicate in un'infinità di giornali e riviste. Nato a Bordeaux nel 1932, Sempé fu espulso dalla scuola per cattiva condotta. Dopo aver fatto i lavori più diversi - dal rappresentante di dentifrici all'istruttore nei campi estivi -, si è dedicato con grande successo al mestiere di disegnatore, pubblicando oltre venti volumi in più di trenta paesi. Tra le sue creature, il monello più famoso di Francia, il Piccolo Nicolas, ideato insieme con Goscinny. In questo volume Sempé percorre con sguardo ironico e al tempo stesso bonario la sua Parigi: ne racconta i luoghi più amati, la disegna con la maestria di sempre.  

lunedì 6 agosto 2012

HOTEL LE FONTANELLE


 “Le origini di questo meraviglioso Hotel si fanno risalire al XIII secolo, in seguito al rinvenimento di una struttura muraria, al suo interno tuttora ben visibile. Il suo toponimo trova riscontro in preesistenti fonti di pietra utilizzate per la raccolta dell’acqua di sorgente. Le fonti furono ricostruite e ampliate nella prima metà del XIX secolo, recuperando i vecchi materiali medievali. Quest’area, che in antichità vide insediamenti rurali etruschi, fu occupata in seguito dai Romani e quindi, nell’Alto Medioevo, abitata da popolazioni longobarde. Nel corso dei secoli, il territorio di Fontanelle ha visto alternarsi vari proprietari, fino a diventare semplice residenza agricola mezzadrile. Nel 1999 è iniziato il restauro per la trasformazione di Fontanelle in un albergo di lusso.”



SOLA A PRESIDIARE LA FORTEZZA DI FLANNERY O’CONNOR (MINIMUM FAX)


Leggere le lettere di qualcuno è come accettare l’invito a entrare nel suo mondo, nelle sue stanze, nelle sue relazioni: ci si rende come spettatori della vita altrui. Se a scrivere è Flannery O’Connor, l’esperienza assume un altro valore, quello di affacciarsi al laboratorio creativo di una delle più interessanti voci della letteratura statunitense del dopoguerra: è tramite la sua fitta corrispondenza, infatti, che l’autrice proponeva i suoi scritti agli agenti, riceveva critiche o elogi dai lettori, discuteva della sua opera e chiedeva consigli ad amici del calibro di Robert Lowell o Elizabeth Bishop. Entriamo così in un mondo popolato da autori, lettori, critici e agenti, ma non solo: le riflessioni letterarie si intrecciano con amare – ma sempre ironiche – osservazioni su ogni aspetto del reale, compresi fatti di cronaca dell’epoca, e con la costante espressione di una religiosità serena, mai cupa, mai pietistica. Una vita breve, quella dell’autrice, adombrata dall’oscura presenza della malattia, il lupus eritematoso, che le fu diagnosticato nel 1951: ben presto costretta a muoversi e viaggiare il meno possibile, la O’Connor sembra però non perdere mai curiosità e voglia di vivere. Torna in una nuovissima edizione, arricchita con lettere inedite, un epistolario unico, che traccia un itinerario tragicomico nell’America degli anni Cinquanta, impreziosito dai commenti caustici e divertiti di un’autrice che, a distanza di anni, mostra una lucidità rara e un innato talento per la scrittura.

Tarantapatia di Pierfrancesco Pacoda il 9 agosto 2012 alla Feltrinelli Point di Lecce


Il 9 agosto 2012 a Lecce alle ore 20,00 presso La Feltrinelli Point di via Cavallotti 7/a è prevista la presentazione del libro di PIERFRANCESCO PACODA dal titolo Tarantapatia - le lunghe notti della taranta edito da Kurumuny e Affaritaliani.it. Dialoga con l'autore Angelo Perrino (direttore di Affaritaliani.it ed editore) e Stefano Donno (critico e scrittore).


Pierfrancesco Pacoda - Critico musicale e saggista, si occupa di culture giovanili e stili di vita, temi dei quali scrive sul «Resto del Carlino»
, «l’Espresso», «La Stampa» e «Affaritaliani.it». Alterna l’attività di formatore a quella di autore di numerosi saggi. Ricordiamo Io DJ (Einaudi), Sulle rotte del Rave (Feltrinelli), Un viaggio a… Ibiza (Touring Editore), La rivolta dello stile (Alet), Identicity (Giunti). Ha scritto la voce ‘Techno’ per l’Enciclopedia Generale Einaudi della Musica. Un suo saggio è contenuto nel libro I libri che ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori (Longanesi). Vive a Bologna ed è profondamente legato al Salento, dove è nato e al quale ha dedicato il suo libro, best seller nell’estate 2011, Salento, Amore Mio (Kowalski).

Affaritaliani.it – Affaritaliani.it è il primo quotidiano online nato in Italia, nel 1996, e attualmente il terzo per numero di visitatori, con una media di 600mila utenti unici al giorno diretto da Angelo Maria Perrino

Illustrazioni e progetto grafico di Lucio Montinaro - Dottore in Giurisprudenza e mente vulcanica, ha ben presto disertato l’idea di una carriera forense per eccesso di creatività, dedicandosi principalmente alla progettazione di siti web e soluzioni grafiche all’interno di contesti associativi e aziendali. Ha insegnato tecniche informatiche, grafica e animazione video in progetti scolastici presso diversi istituti. Come webdesigner ha portato avanti lavori riconosciuti a livello nazionale. Nel 2003 ha intrapreso una stretta collaborazione con Dilinò. Da settembre 2006 lavora presso V.A.R.S. Automobili Srl Melpignano (Le).

Autore – Pierfrancesco Pacoda

Titolo – Tarantapatia

pp. - 136 PAGINE

Costo - € 12,00

Ebook - € 5,99

Editore – Affaritaliani.it e Kurumuny Edizioni



Per contatti

AFFARI ITALIANI EDITORE - http://affaritaliani.libero.it/

Tel. 02 29403377 - Fax 02 29403378


Tel. 0832801528 - Fax. 0832801528 - Cell. 3299886391

Human Race Get Off Your Knees The lion sleeps no more by David Icke (David Icke Books)

Human Race Get Off Your Knees

David Icke marks his 20th year of uncovering astounding secrets and suppressed information with the publication of his most amazing book yet.
He takes the manipulation of the human race and the nature of reality to still new levels of understanding and he calls for humanity to rise from its knees and take back the world from the sinister network of families and non-human entities that covertly control us from cradle to grave.
David has moved the global cutting edge so many times since his incredible ‘awakening’ in 1990 and here he does it again - and then some.
His most staggering revelation is that the Earth and the collective human mind is manipulated from the Moon, which, he says, is not a ‘heavenly body’, but an artificial construct – a gigantic ‘spacecraft’ (probably a hollowed-out 'planetoid') – which is home to the extraterrestrial group that has been manipulating humanity for aeons.
He describes what he calls the ‘Moon Matrix’, a fake reality broadcast from the Moon which is decoded by the human body/mind in much the same way as portrayed in the Matrix movie trilogy.
The Moon Matrix has ‘hacked’ into the human ‘body-computer’ system, he says, and it is feeding us a manipulated sense of self and the world 24/7.
We live in extraordinary times. On one side we are seeing the imposition of a global Orwellian State of total surveillance and control by those who serve the Moon Matrix, and on the other a fantastic energetic transformation is taking place – what David calls the ‘Truth Vibrations’, a phenomenon he first predicted in 1990 and used as the title of his first book after his ‘eyes opened’.
The Truth Vibrations are awakening vast numbers of people to remember who they really are infinite, eternal Consciousness.
Humanity is at a fork in the road and it is time to make a choice. Are we going to awaken to our true genius and potential as Infinite Consciousness? Or are we going to remain entrapped in body/mind and the manufactured illusions of the Moon Matrix?
One choice will give us freedom and potential on a scale we could not have thought possible, while the other will condemn us and our children to a global fascist/communist dictatorship on a scale that would make George Orwell wince.
You cannot read Human Race Get Off Your Knees and be the same person you were when you picked it up.
It is life-changing, reality-changing and its information, if acted upon, will set us free.

domenica 5 agosto 2012

Stairway to Heaven Led Zeppelin by Richard Cole (Harpcollins Publishers)

Stairway to Heaven Led Zeppelin


Cole, tour manager to maestros of metal music Led Zeppelin throughout the band's 12-year existence, collaborates with Trubo, a syndicated journalist, on this sordid tell-all.
Alcohol, cocaine and heroin abuse, shameless groupies and perverse pranks figure largely in the saga.
Cole boasts of his and the band's phenomenal appetites for liquor, drugs and sex while denouncing those who say Led Zeppelin harmed the international legions of teenage girls who routinely sought rock-star notches in their bedposts.
He clearly enjoyed the company of drummer John Bonham, who died of alcohol-related causes in 1980; many trashy tales of "Bonzo's" booze-soaked shenanigans appear here. Conversely, guitar virtuoso Jimmy Page, who never confided details of his occult interests, remains an enigma.
Vocalist Robert Plant is generally portrayed as hostile and arrogant, and bassist John Paul Jones receives the least mention, perhaps due to his down-to-earth, less excessive behavior.
Fans who don't mind a roadie's braggadocio and sexism will find many an explicit anecdote in these pages.

CONSORZIO VINO CHIANTI CLASSICO


Le regole della D.O.C.G. - Non tutto il vino prodotto in Chianti è Chianti Classico. Per avere diritto a una denominazione non è sufficiente, infatti, la provenienza da un determinato territorio, ma devono anche essere rispettate tutte le regole previste dal disciplinare di produzione, che stabiliscono le condizioni e i requisiti necessari perchè un vino possa fregiare della D.O.C.G. Chianti Classico.
CHIANTI CLASSICO Oltre alla zona di produzione, altro requisito fondamentale riguarda la base ampelografica – ovvero i tipi di uva che possono concorrere alla realizzazione di un vino – che prevede una percentuale minima dell’80% di Sangiovese, il vitigno a bacca rossa tipico della zona.
Insieme al Sangiovese possono essere presenti, in una percentuale massima del 20%, altri vitigni a bacca rossa tra quelli autoctoni, come il Canaiolo e il Colorino, e quelli “internazionali”, come il Cabernet Sauvignon e il Merlot, raccomandati e/o autorizzati nella zona di produzione. Tra le principali caratteristiche organolettiche indicate dal disciplinare troviamo il colore rubino che può divenire talvolta, secondo l’origine, intenso e profondo; l’odore con note floreali di mammole e giaggiolo unite a un tipico carattere di frutti rossi; e il sapore armonico, asciutto, sapido, con una buona tannicità che si affina col tempo al morbido vellutato. Altri requisiti richiesti sono la gradazione alcolica minima di 12 gradi per il vino giovane e di 12,5 gradi per la Riserva, l’estratto secco netto minimo di 24 g/l e l’acidità totale minima di 4,5 g/l. Oltre a questo, il disciplinare impone importanti fattori produttivi: ad esempio, stabilisce che la resa dell’uva a ettaro non può superare i 75 quintali dopo 4 anni dall’impianto e che la resa dell’uva in vino non può essere superiore al 70%, ovvero 52,5 ettolitri di vino per ettaro. Inoltre, stabilisce che le operazioni di vinificazione, conservazione e imbottigliamento devono avvenire esclusivamente all’interno della zona di produzione e che l’immissione al consumo è consentita dal 1 ottobre successivo alla vendemmia. Per la Riserva è previsto un invecchiamento minimo obbligatorio di 24 mesi, di cui almeno 3 di affinamento in bottiglia. Anche per quanto riguarda l’etichetta, il disciplinare detta alcune regole che si aggiungono a quanto già stabilito dalle specifiche norme vigenti in materia. In primo luogo, l’etichetta deve riportare l’indicazione “Chianti Classico” con la specifica di “Denominazione di Origine Controllata e Garantita” ed evidenziare l’annata di produzione delle uve. Il nome del vino può identificarsi con quello dell’azienda o di un marchio, oppure può essere un nome di fantasia o l’indicazione del vigneto di provenienza. In ogni caso, non possono essere utilizzati i termini extra, fine, scelto, selezionato, superiore, vecchio e simili.
Il Sangiovese: l’anima del Chianti Classico - Presente con una percentuale che da un minimo dell’80% può giungere fino al 100%, il Sangiovese è la vera anima del Chianti Classico. Si tratti di terreno o di clima, il Sangiovese è un’uva molto sensibile ai fattori esterni ed è davvero difficile individuare un altro vitigno che sappia così bene interpretare le caratteristiche di un suolo e modificare i propri profumi a seconda del terreno in cui nasce. Così, un bouquet floreale rimanda alle arenarie, l’aroma di frutti di bosco al calcare e il profumo di tabacco fresco al tufo, ma sempre, quale che sia la zona di origine, si deve ritrovare quel sentore di viola mammola che lo stesso disciplinare di produzione individua come elemento caratterizzante e specifico del Chianti Classico.
Il Chianti Classico giovane e la Riserva Nei primi anni di vita, il Chianti Classico è profumato, fruttato, rotondo e presenta un colore rubino brillante. Ma il Sangiovese è un’uva da medio-lungo invecchiamento e, se utilizzato in percentuale molto elevata o in purezza come è previsto per il Chianti Classico, può dare vita a prodotti di grande corpo e notevole complessità, capaci di affrontare non pochi anni di invecchiamento. Naturalmente, a stabilire la qualità finale del prodotto concorrono vari fattori: è di grande importanza l’andamento stagionale, che nelle annate migliori garantisce una maturazione perfetta e omogenea delle uve, ma anche il lavoro dell’uomo in vigna, sia durante le fasi colturali che in vendemmia. Dell’intera produzione di Chianti Classico, un 20% circa viene oggi destinato alla Riserva, vino dal colore rosso cupo tendente al granato, dal profumo di spezie e piccoli frutti di bosco, dalla struttura importante, elegante e vellutato. Le uve migliori vengono destinate alla Riserva fin dalla vendemmia e le loro proprietà si arricchiscono quando conoscono i legni. Un tempo si utilizzavano grandi botti in castagno o rovere, oggi si preferisce ricorrere a contenitori di rovere di più modeste dimensioni, che accelerano i processi evolutivi e permettono maggiori cessioni dei loro aromi nel prodotto. Il vino soggiorna nel legno per un periodo più o meno lungo a seconda delle dimensioni della botte, poi affronta l’ultimo passaggio prima di entrare sul mercato, l’affinamento in bottiglia.

Dalla vigna alla tavola. In vigna -  Le forme di allevamento tradizionali sono rappresentate dal guyot e da una sua derivazione denominata archetto toscano. Negli ultimi anni, soprattutto per i nuovi vigneti, si è molto diffuso in Chianti il cordone speronato, una forma di allevamento con notevoli prospettive di meccanizzazione in grado di produrre alta qualità. Se il sistema di coltivazione prescelto è quello tradizionale, il terreno viene lavorato più volte nel corso dell’anno. Attualmente, però, sta sempre più affermandosi la pratica dell’inerbimento, soprattutto nei vigneti con notevoli pendenze, per consentire una migliore regimazione delle acque e limitare i fenomeni di erosione. Il risveglio vegetativo della vite, con l’apertura delle gemme da cui nasceranno i nuovi germogli, si compie verso la metà di aprile. Nel periodo compreso tra fine maggio e inizio giugno si assiste alla fioritura, con la produzione di piccoli fiori bianchi profumatissimi, mentre a metà giugno avviene l’allegagione, il momento in cui il fiore si trasforma in frutto. Con il caldo di luglio e dei primi giorni di agosto, il piccolo chicco di uva, inizialmente verde, si colora progressivamente nella fase della invaiatura. Da questo momento ha inizio la maturazione, che arricchirà gli acini di tutte quelle sostanze – zuccheri, polifenoli e aromi – necessarie alla produzione di un grande vino e ridurrà i tenori di acidità ai livelli ottimali. Il mese di settembre è forse il più importante e delicato per la maturazione: le escursioni termiche tra le giornate assolate e il fresco della notte consentono di completare un lungo processo. Ottobre, infine, è il mese della vendemmia, che avviene in tempi differenziati a seconda della tipologia delle uve e della loro maturazione. Nelle zone più basse la raccolta può iniziare anche a fine settembre, mentre la maturazione delle uve è più lenta laddove l’altitudine è più elevata. Dalla fine di novembre fino a tutto febbraio, quando la vite è ormai in letargo, è il momento della potatura.

In cantina - Appena arrivate in cantina le uve subiscono la pigia-diraspatura, da cui si ottiene il mosto che viene poi trasferito in varie tipologie di vasi vinari dove ha inizio la fermentazione alcolica, caratterizzata da una prima fase tumultuosa con sviluppo di temperature generalmente inferiori ai 30 gradi. La durata della macerazione delle bucce varia a seconda delle caratteristiche delle uve, ma è generalmente di circa due settimane. Durante questo periodo, le bucce vengono spinte verso l’alto dall’anidride carbonica prodotta dai lieviti nella fermentazione e formano una massa compatta chiamata cappello. Al fine di ottenere il massimo dalla materia prima vengono effettuati rimontaggi e follature (rottura del cappello) per estrarre dalle bucce i polifenoli, che danno colore e consentono longevità al vino, e le sostanze aromatiche, da cui dipenderà la complessità del profumo. Segue la svinatura, ovvero la separazione delle vinacce dal vino fiore, sul quale avviene la seconda fermentazione, denominata malolattica in quanto l’attività dei batteri lattici trasforma l’aggressivo acido malico nel più morbido acido lattico. Per dare progressivamente limpidezza al prodotto vengono effettuati dei travasi, l’ultimo dei quali avviene, come vuole la tradizione, al momento della fioritura della vite, che annuncia l’arrivo del caldo estivo. Il vino destinato a entrare presto in commercio rimane nei serbatoi oppure sosta in botte per qualche tempo ancora, mentre quello destinato a diventare Riserva inizia il suo lungo periodo di maturazione in legno, a cui seguirà l’affinamento in bottiglia.

In bottiglia - Una volta acquistato, il Chianti Classico è un vino che deve essere conservato con grande attenzione. L’ambiente ideale è una cantina non umida e con una temperatura costante, ma il vino può giacere in un qualsiasi locale purché al riparo dalla luce, dai rumori e dalle fonti di calore.
Non bisogna, infatti, dimenticare che si tratta di un prodotto che continua a vivere una lenta evoluzione che lo porterà ad acquisire ulteriore finezza. E’ inoltre importante conservare la bottiglia coricata, in modo che il tappo, inumidito dal liquido, mantenga l’elasticità del sughero necessaria a impedire ossidazioni causate da infiltrazioni d’aria. Dalla longevità di un vino dipende anche la durata della conservazione in cantina: maggiore è la sua struttura – come nel caso della Riserva – e più lungo potrà essere il periodo di attesa prima di degustarlo nella sua forma migliore.

In tavola - Il Chianti Classico si accompagna egregiamente ai sapori della cucina toscana, ma può essere abbinato con facilità a una grande varietà di piatti. In particolare, le carni rosse cotte alla griglia si sposano perfettamente con vini di medio corpo, dalla tannicità contenuta, mentre le carni più elaborate richiedono vini più strutturati. Le grandi Riserve sono ideali per accompagnare piatti di selvaggina o formaggi stagionati. Conservato in bottiglia da mesi se non da anni, il vino necessita di essere ossigenato prima di degustarlo, soprattutto se si tratta di una Riserva. Per questo, la bottiglia deve essere aperta qualche ora prima di servirla e, se questo non fosse possibile, si può ricorrere alla pratica della decantazione: versando lentamente il vino in una caraffa si ossigena in tempi rapidi. La temperatura ideale di servizio è di 16-18 gradi; se più elevata, si rischia di soffocare nell’alcolicità ogni bouquet, se troppo inferiore, si squilibra l’acidità. Non meno importante è la scelta del bicchiere giusto: per valorizzare al massimo un vino Chianti Classico ed esaltarne il bouquet, è necessario un calice a tulipano, con la bocca leggermente a restringersi, dal volume più contenuto per i vini giovani e più ampio per le Riserve.”




Scrivere per Hollywood. Ben Hecht e la sceneggiatura nel cinema americano classico di Alonge Giaime (Marsilio)


Nel corso della sua multiforme carriera, Ben Hecht (1894-1964) si è misurato con l'arte della parola in ogni forma possibile nel suo tempo. È stato reporter, romanziere, commediografo, polemista, propagandista politico, ghostwriter (niente meno che di Marilyn Monroe), autore radiofonico, oltre che regista e produttore cinematografico indipendente, e conduttore televisivo. Ma se non avesse scritto anche per il cinema, difficilmente si sarebbe ricavato uno spazio negli annali della cultura americana del XX secolo. Tra le sue tante attività, Hecht è stato lo sceneggiatore dell'età dell'oro di Hollywood, affiancando i registi e i produttori più importanti, da Sternberg a Hitchcock, da Hawks a Preminger, da Selznick a Zanuck, per i quali ha firmato una cinquantina di copioni (cui vanno aggiunte almeno altrettante collaborazioni non accreditate), tra cui alcuni capolavori assoluti, quali Scarface (1932) e Notorious (1946). Usando l'opera di Hecht come caso esemplare, questo libro analizza, più in generale, i diversi aspetti del mestiere dello sceneggiatore nel quadro della Hollywood classica: la posizione all'interno dell'organizzazione produttiva, le modalità di lavoro, la concezione del cinema e del proprio ruolo, il rapporto con la politica, le forme della scrittura e il problema della possibilità di sviluppare uno stile personale, riconoscibile come tale, in un'industria che per sua natura tendeva all'omologazione.


Elena Mearini finalista al premio Maria Teresa Di Lascia


Elena Mearini è finalista  alla 6a edizione del Premio Nazionale di Narrativa "Maria Teresa Di Lascia" 6a edizione 2012 con il suo romanzo UNDICESIMO COMANDAMENTO (Perdisa Pop).
La Commissione Giudicatrice presieduta dal prof. Alfredo Luzi, ordinario di Letteratura Italiana Contemporanea presso l'Università degli studi di Macerata ha inoltre selezionato le opere di Nicoletta Vallorani (Le madri cattive, Salani) e Laura Pugno (Antartide, Minimum Fax).
La proclamazione della vincitrice avverrà sabato 15 settembre. Serena è una giovane donna che conosce il dolore e la solitudine. A soli cinque anni ha perso entrambi i genitori ed è stata cresciuta da Rinaldo, uno zio costretto ad abbandonare la carriera di pugile per occuparsi di lei. Allevata in un clima di amarezza e disperazione, Serena sposa un uomo violento, di cui subisce i maltrattamenti senza battere ciglio, perché ha deciso di portare una croce, di replicare il cammino di Cristo, le stazioni della Passione, convinta che per ogni pena subita le verrà data in premio una dose di affetto. Così Serena sopporta come un Cristo al femminile, fino a quando si accorge che la storia della croce è difettosa, che il mondo reale non concede premi e che lei ha il dovere di reagire.
Undicesimo comandamento racconta la violenza domestica, il complesso e drammatico meccanismo psicologico che lega le vittime ai loro carnefici fino alla perdita di senso e di identità. La scrittura inchioda il lettore alle pagine, catturandolo con un linguaggio davvero affascinante, compatto e di grande spessore, in grado di dare voce alle emozioni, corpo e lingua ai gesti umani più inspiegabili.

Elena Mearini è nata nel 1978 e vive a Milano. Ha esordito nel 2009 con il fortunato romanzo sul tema dell'anoressia 360 gradi di rabbia (Excelsior 1881). Tra le sue molte attività, conduce laboratori di scrittura creativa presso il carcere di Opera a Milano e scrive articoli legati a tematiche sociali.

sabato 4 agosto 2012

“La foresta ti ha“: storia di un’iniziazione per scoprirsi uomini di Roberto Martalò


A volte nella vita, intraprendiamo percorsi che ci conducono in un luogo o in una situazione senza un preciso perché; come se ci fossero delle forze che ci spingono a fare qualcosa, inutile opporsi.
Quando Luis Devin (nome reale Mauro Campagnoli) ha sentito il professore di Antropologia parlare di Africa e di osservazioni “sul campo”, la sua adesione è stata dettata più dall’inconscio, o da quelle forze citate prima, che da una concreta analisi razionale di vantaggi e svantaggi di una simile esperienza.
Così, tra l’amore per la musica e per l’antropologia e il magnetismo che il continente africano ha esercitato su di lui, Devin si è ritrovato in una foresta tra Camerun e Gabon a vivere con e come una tribù locale, i Baka. Tornato in Italia, il giovane antropologo ha raccontato questa sua intrigante e appassionante avventura in un libro dal titolo “La foresta ti ha”.
Il libro racconta, in forma forse a volte romanzata ma chiaramente di matrice autobiografica, la vita africana dell’autore, il suo arrivo tra la tribù, il suo inserimento e, soprattutto, il rito d’iniziazione per morire bambini e rinascere uomini, una rarità per chi non fa parte dei Baka, figuriamoci per un bianco proveniente dalla “foresta di Torino”. Così, Devin ci racconta le suggestioni e le emozioni di un momento magico, reale eppure onirico; lo fa oscillando tra lo scetticismo razionale tipico della nostra cultura e l’istintività tipica di chi vive sulla base delle proprie sensazioni. In un viaggio che ha il sapore della scoperta, l’autore non ritrova niente altro che se stesso, o meglio noi stessi, quello che siamo stati, quello che, a volte, dovremmo essere. Una lunga osservazione che ha permesso allo studioso di esplorare sia l’Africa che tutta l’umanità, iniziando a capire perché sono nate e a cosa servono le comunità, il rispetto che bisogna dare alla natura. Inevitabile che alla fine l’autore si interroghi su cosa sia realmente il progresso.
Un libro bello anche perché vero, raccontato con passione dallo stesso Devin e con un pizzico di umorismo. Atemè e gli altri diventano così dei nostri amici, delle figure che tutti vorremo conoscere per la purezza del loro animo, perché hanno molto da insegnare e da imparare.
“La foresta ti ha” ha il merito anche di insegnarci che, nella vita, andando in fondo ai nostri istinti, seguendo le oscure forze dell’inconscio, possiamo anche ritrovare noi stessi.

La foresta ti ha di Luis Devin
Castelvecchi Editore, 192 pag, €16,50

Alanis Morissette - "Guardian"




 "Guardian" is available on iTunes: http://smarturl.it/alanisguardianitunes

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"this video is a tip of the hat to Wim Wenders' Wings of Desire (it is the 25th anniversary of the film having been released). the full circle poetry of my having written 'uninivited' for itsremake, combined with my love of the original movie, combined with my love of Germany, having lived there for three years as a child (by the Black Forest) combined most importantly with how this video is such a visual extension of the song 'guardian', which is so close to my heart....it was so much fun to make it in Berlin! i think it really shows how the parent/guardian angel role are linked....how, ultimately, a powerful inner parent calls upon spirit to guide her/his choices on the loved ones' behalf...whether it is for a child, a friend, or an inner child...this love and this grace is available to everyone." --am


"Havoc and Bright Lights" will be available worldwide on the following dates:

Aug. 22: Japan
Aug. 24: Germany, Austria, Switzerland, Finland, Ireland, Sweden
Aug. 27: UK, France, Belgium, Netherlands, Bulgaria, Russia, Czech Republic, Denmark, Greece, Luxembourg, Norway, Poland, Portugal, Hungary
Aug. 28: U.S., Canada, Italy, Spain, Brazil, Hong Kong, Indonesia, Malaysia, Philippines, Singapore, Taiwan
Aug. 31: Australia, New Zealand
Sept. 4: Turkey, Korea
Sept. 12: Thailand

Pre-order "Havoc and Bright Lights" on Amazon:
http://www.amazon.com/Havoc-Bright-Lights-Alanis-Morissette/dp/B008568U4Y

The album also will be available for pre-order on iTunes in the US this Tuesday, 7/31. Make sure to check Alanis.com or Facebook.com/alanismorissette for more info.


Alanis will be performing three very special US shows:

8/25/12 Montclair, NJ @ The Wellmont Theatre
8/26/12 Huntington, NY @ The Paramount in Huntington, NY
8/29/12 Atlantic City, NJ @ House of Blues Atlantic City

Go here for details on how to purchase tickets:
http://www.alanis.com/2012/07/23/alanis-is-coming-to-the-east-coast

Ho-oponopono - Tutte le Strade portano all'Amore di Josaya (Bis Edizioni)

Ho-oponopono - Tutte le Strade portano all'Amore - Libro Voto medio su 5 recensioni: Da non perdere



Ho-Oponopono è diventato in pochissimo tempo patrimonio dell'umanità. L'antico mantra hawaiano "Mi dispiace, perdonami, grazie, ti amo" ha conquistato i lettori italiani. Scopri Ho'Oponopono, di Mabel Katz è diventato un bestseller, gli eventi sul tema sono sempre sold out, mentre la richiesta di nuovi seminari e approfondimenti è più che mai attiva.

Questo libro spiega chiaramente i collegamenti tra i principi di Ho-oponopono e moltissime religioni e saggezze esoteriche di tutto il mondo. La via dell'Amore mostrata da Ho-oponopono è un'efficace sintesi delle discipline di ogni epoca e luogo.

Per tutti i lettori che desiderano accrescere il proprio cammino spirituale e religioso senza entrare in conflitto con nessuna religione. Una filosofia di vita che attinge a fondamenti di verità universali come la pace interiore, la fiducia, la gratitudine, il distacco dalla negatività.

Getting to Happy by Terry Mcmillan (Viking)

Getting to Happy


“Fifteen years after Waiting to Exhale, McMillan brings back Savannah, Gloria, Bernadine, and Robin now in their 50s for a disappointing and uninspired outing. As the story opens, Gloria is very happy, Savannah believes she might be happy, Bernadine is fighting addiction and losing ground, and single mother Robin is trying to resign herself to being alone while things at her job begin to unravel. Within the first few chapters, Gloria and Savannah are struck by disaster, and things go rapidly downhill from there for everyone. Most of the misery has to do with men who lie, steal, cheat, or disappear, or with adult children who face similar problems. Unfortunately, the beloved cast isn't given a story worthy of them; instead, this reunion reads like a catalogue of personal catastrophes annotated with very long, rambling discussions, with more emphasis on simple drama than character."

venerdì 3 agosto 2012

In libreria Ciclo del mondo del nuovo fiume di P. J. Farmer per Fanucci


Philip José Farmer (1918-2009) è stato un autore di fantascienza statunitense. Narratore eclettico, ironico e dissacrante, si è aggiudicato alcuni tra i maggiori riconoscimenti letterari nel campo fantascientifico, tra i quali il premio Hugo per Il fiume della vita (primo episodio del Ciclo del mondo del fiume) e il premio Nebula alla carriera. Fanucci Editore ripropone in una nuova edizione tutto il Ciclo del Mondo del fiume, l’opera che lo ha definitivamente consacrato come uno dei più grandi autori di fantascienza del Novecento.



Volume I - Il fiume della vita (pp. 128 - € 9.90 - Traduzione di Gabriele Tamburini)

L’esploratore inglese Sir Richard Francis Burton si risveglia dopo la morte in un aldilà paradisiaco e misterioso: una vallata circondata da montagne impenetrabili e attraversata da un fiume immenso, lungo le cui sponde l’intera l’umanità si è risvegliata dalla morte. In questo strano eden la storia della civiltà ricomincia da zero, con il difficile incontro tra uomini di epoche e culture diverse, tra chi si abbandona alle proprie pulsioni e chi si interroga sul senso e le ragioni della nuova realtà. In compagnia dello scrittore di fantascienza Peter Frigate, di Alice Liddell, l’ispiratrice di Alice nel Paese delle Meraviglie, dell’aviatore Manfred von Richthofen e di altri personaggi che popolano il Mondo del Fiume, Burton decide di intraprendere un avventuroso viaggio verso le sorgenti. Spinto dalla sua innata curiosità e da un inesauribile desiderio di scoperta, cercherà di capire cos’è il Fiume e chi e perché ha resuscitato l’umanità.


Volume II - Alle sorgenti del fiume (pp. 138 - € 9.90 – Traduzione di Gabriele Tamburini)

Vent’anni dopo il tentativo di Sir Richard Francis Burton, un altro uomo si propone di sciogliere l’enigma nel Mondo del Fiume, in cui miliardi di risorti condividono un destino indecifrabile. Samuel Clemens, in arte Mark Twain, sogna di costruire un battello e risalire il Fiume fino alle sorgenti, proprio come nella vita precedente aveva navigato il Mississippi. Le numerose avversità che ostacolano il suo ambizioso progetto – la mancanza di giacimenti metalliferi, i burrascosi incontri con personaggi ostili, come Cyrano de Bergerac e Giovanni Senza Terra – non fermano l’indomita ricerca di Clemens, ormai vicinissimo a realizzare il suo piano. Ma gli uomini del Mondo del Fiume conservano il ricordo e le peculiarità delle proprie esistenze terrene, e Sam Clemens-Mark Twain sembra condannato ancora una volta a vedersi sfuggire la realtà tra le mani.

Volume III - Il grande disegno (pp. 260 - € 9.90 - Traduzione di Roberta Rambelli)

Per decenni la vita del Mondo del Fiume è stata regolata da un complesso meccanismo di resurrezioni. Ora questo ciclo sembra essersi interrotto. Il mistero che avvolge il Mondo del Fiume e chi lo governa sembra infittirsi. Spinti dalla necessità di avere risposte sul mondo, si moltiplicano i tentativi di tracciare percorsi attraverso il mare polare per raggiungere l’imponente torre che lo sovrasta. Richard Burton prova a ricongiungersi all’equipaggio della prima nave mentre, dopo aver giurato vendetta a re Giovanni Senza Terra, Mark Twain alias Sam Clemens cerca di costruire un altro battello in grado di permettergli la risalita del Fiume. L’ingegnere Milton Firerbrass, intanto, tenta un viaggio con un enorme dirigibile in grado di raggiungere le sorgenti più velocemente. A guidarlo è Cyrano de Bergerac. Ma le difficoltà non mancano, così come i tentativi di sabotaggio.

Volume IV - Il labirinto magico (pp. 370 - € 9.90 – Traduzione di Roberta Rambelli)

Gli umani che dopo la morte hanno avuto in sorte una nuova vita lungo le sponde del grande Fiume stanno per assistere a una battaglia epica. Dopo trentatré anni di navigazione, il Rex Grandissimus, l’enorme nave d’acciaio di Giovanni Senza Terra, è ormai giunta in prossimità delle sorgenti. Il re e il suo equipaggio si apprestano a violare l’impenetrabile torre degli Etici, ma prima devono fare i conti con Sam Clemens che, con il suo Riservato, li incalza pronto a vendicare il tradimento. A tentare di scongiurare la catastrofe sarà Hermann Göring, l’ex gerarca nazista che in quel mondo di redenzione si ritrova a essere un apostolo della pacifica Chiesa della Seconda Possibilità. Potrà la nuova umanità sopravvivere a uno scontro di tale portata? Riusciranno le forze misteriose e sovrannaturali degli Etici a piegare il destino del Mondo del Fiume al loro volere?

Volume V - Gli dei del fiume (pp. 1290 - € 9.90 - Traduzione di Giampaolo Cossato e Sandro Sandrelli)

Più di trentacinque miliardi di persone provenienti da ogni epoca e luogo della storia dell’umanità sono stati resuscitati e vivono lungo le sponde di un grande e tortuoso corso d’acqua. La maggior parte di loro ha iniziato una nuova vita, accettando senza discussioni il sostegno fornito da benefattori misteriosi. Ma una manciata di ribelli, primi fra tutti Richard Burton, Mark Twain e Peter Frigate, ha tentato di usurpare i maestri invisibili che determinano il destino dei risorti. Guidati da Sir Richard Francis Burton, gli intrepidi lotteranno per il controllo di quella misteriosa realtà affrontando una volta per tutte i suoi leader onnipotenti. Nei vasti corridoi e nelle stanze segrete della gigantesca torre che sorge nei pressi della calotta polare artica si svolgerà l’ultima e decisiva battaglia per la conquista del Mondo del Fiume.

Senz'anima. Italia 1980-2010 di Massimo Fini (Tea). Intervento di Nunzio Festa


Pubblicata per la prima volta nel 2010 presso Chiarelettere, l'antologia di scritti giornalistici di Massimo Fini, "Senz'anima", che raccoglie gli interventi su L'Europeo, Pagina, Il Giorno, Il Tempo, L'Indipendente, Il Borghese, Class, Quotidiano Nazionale, Il Gazzettino, Giudizio Universale, Libero, La Voce del Ribelle, Il Fatto Quotidiano, torna in libreria oggi grazie a Tea: ma dovrebbe esser ripubblicato, magari anche con nuove edizioni ovviamente ampliate, ogni anno. Perché i graffi di Fini sono potenti. Quindi contro il potere. E dunque descrivono, senza ammiccamenti di sorta e/o invaghimenti troppo onerosi, figure storiche e momenti della storia italiana: dall'Ottanta del Socialismo craxiano dentro la sua fine al 2010 del 'cuoco di Napoleone' Silvio Berlusconi divenuto personaggio di punta / personalità riferimento come da analizzare coi raggi x. Epperò facciamo un passettino indietro. Intanto pensando a quel Fini che meno di dieci anni fa sul Resto del Carlino era sfidato periodicamente dal minimo Mentana in una rubrica di contrapposizione d'opinioni. A quello che poi, prima di diventare qualità ulteriore del Fatto, inventa La Voce del Ribelle (2008). Arrivando a pensare già nel 2005 il movimento politico Movimento Zero. Da socialista scomodo qual'é stato e, soprattutto, giornalista corrosivo sicuramente non é possibile per nessuna e nessuno dirsi d'accordo al cento per cento con Fini; eppure dall'esordio da saggista de "La Ragione aveva Torto?" non si possono che commentare i suoi articoli che in senso pienamente positivo. Anche, appunto, quando non o non del tutto condivisibili. "Il vizio oscuro dell'Occidente" é forse il suo pamphlet più importante. Senz'altro il meglio riuscito. Adesso leggiamo invece i drattamicamente spassosi pezzi che descrivono Santoro, Scalfari, Panebianco, Galli della Loggia, Vespa, Cossiga, Napolitano. Ritratti che ci fanno ripensare, naturalmente, l'attualità. Comunque il merito fondamentale di questo libro é di raccontare proprio quanto e in che maniera l'Italiano, grazie anche e non solamente alle sue classi dirigenti, ha subito nel corso degli anni un'involuzione culturale che non pare arrestarsi. Insieme ai suoi paesaggi. Non a caso sono riviste da Fini la Milano Due dei bambini tristissimi e le cementificazioni di massa degli ultimi decenni. Con quei processi che hanno discrutto il territorio e bruciato la morale dell'italiano da sempre e comunque - per via di massa silenziosa e maggioranza rancorosa - clerico-fascista. Un'umanità senza umanità. Perché priva oramai, in quanto privata e privatasi, dei suoi valori. 

SERJ TANKIAN – HARAKIRI





© 2012 WMG Serj Tankian's Official Video for "Harakiri"
New Album Harakiri Available Now - http://smarturl.it/harakiri



Resort Le Capase


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“Il resort - Lungo la costa orientale del Salento, nel Parco Naturale Regionale che si estende da Otranto a Santa Maria di Leuca, si trova "Le Capase". Il resort di nuova realizzazione, frutto del recupero un immobile dismesso degli anni '70, si accorda armoniosamente con la forza del paesaggio, nel rispetto delle tradizioni costruttive locali. Il progetto, firmato dall'architetto Carlo Chambry, richiamandosi alle eleganti masserie che sorgono nelle vicinanze, prevede l'utilizzo di materiali locali e lavorazioni artigianali di antica e rinomata qualità. Tra questi la pietra leccese, quella di Soleto, di Trani, i muretti a secco, i pavimenti in pastina di cemento e le capase di Cutrofiano a segnare il ritmo fra cielo e mare. Le capase, tipiche anfore in terracotta, sono uno dei simboli più espressivi della cultura salentina, che si usavano e si usano ancora per conservare le friselle, i fichi secchi arrostiti con le mandorle ed altri alimenti.
Le camere - Il resort ha 17 camere, tutte dotate di terrazzo con pergola, aria condizionata e sono diverse l'una dall'altra. Il corpo centrale accoglie una standard giardino, quattro classic giardino, una standard che offre parziale vista mare, cinque classic mare, due superior mare e una prestige. Presso una dependance adiacente il resort ha una standard mare e una superior mare. Un'altra prestige è posizionata in una dependance indipendente e gode di maggior privacy. Le camere, con bagno en suite, hanno dimensioni a partire da 22,5 mq. e offrono un terrazzo con pergolato di almeno 11 mq.”


Bruno Luverà (giornalista del TG1) incontra Vittoria Coppola autrice del caso editoriale dell’anno “Gli occhi di mia figlia” (Lupo editore – EdizioniAnordest)


Continuano gli appuntamenti letterari di “Spiagge d’Autore” iniziativa promossa dall’Assessorato al Mediterraneo, Cultura, Turismo della Regione Puglia con l’Agenzia PugliaPromozione, e organizzata da Confcommercio Puglia e Teatro Pubblico Pugliese. Spiagge d’Autore è ad oggi una delle più importanti manifestazioni veicolo di lettura e letteratura in tutta la regione, rivolta ad un pubblico in cerca di novità, che vuole un contatto diretto con gli autori, che vede trasformare luoghi storici e  stabilimenti balneari, aderenti all’iniziativa, in agorà della cultura. Nell’ambito di “Spiagge d’autore” sabato 4 agosto 2012 ore 20,00 nell’atrio di Palazzo Gallone uno dei monumenti più significativi di Tricase risalente al 1681 e distante pochi metri dal rinomato porto marittimo, Bruno Luverà (giornalista parlamentare del TG1) presenterà Vittoria Coppola autrice del caso letterario dell’anno “Gli occhi di mia figlia” edito da Lupo Editore in co/edizione con EdizioniAnordest. Coordinerà e modererà l’incontro Stefano Donno critico letterario e fondatore con Luciano Pagano di “Overeco Agenzia” (http://www.overeco.it/). Sono previsti inoltre gli interventi dell’editore Cosimo Lupo e Mario Triarico di EdizioniAnordest e il saluto istituzionale del sindaco di Tricase Ing. Antonio Coppola. Le letture saranno a cura di Pasquale Santoro. Nel corso della presentazione il giornalista Bruno Luverà regalerà alcune chicche sul “backstage” che ha sancito lo strepitoso successo editoriale di Vittoria Coppola, e su come il modo di parlare e scrivere di letteratura stia cambiando alle soglie del Web 3.0.

Gli occhi di mia figlia di Vittoria Coppola (Lupo editore) - “L’amore è unico: a volte nasce dal niente, cresce con niente, si spezza per niente”, è questa la frase che compare sulla quarta di copertina del mio romanzo, “Gli occhi di mia figlia”, uscito nell’autunno del 2011 con Lupo Editore e ripubblicato, nel gennaio 2012 da Edizioni A Nord Est e Lupo Editore. “Gli occhi di mia figlia”, nel Natale 2011, è  stato premiato dalla Redazione di Billy il vizio di leggere, rubrica del TG1 Focus, come “Miglior Libro sotto l’albero”. In seguito ha partecipato al concorso che lo avrebbe letto “Libro dell’Anno 2011 per il TG1″, riportando più di 162.000 preferenze, espresse direttamente sul sito della rubrica “Billy, il vizio di Leggere”. In seguito al conseguimento di questo riconoscimento il libro è stato ristampato nella sua seconda edizione e distribuito in tutta Italia.


Vittoria Coppola – “Mi chiamo Vittoria Coppola, sono nata nel 1984, vivo a Taviano, in provincia di Lecce. Sono laureata in Lingue e Letterature Straniere, Comunicazione Linguistica Interculturale (Università del Salento, luglio 2010). Attualmente lavoro come receptionist presso un albergo di Gallipoli (Le). La passione assoluta che muove le mie giornate è la scrittura. Nell’autunno del 2011 ho pubblicato un romanzo “Gli occhi di mia figlia” (Lupo Editore/Edizioni a Nord Est)”


Bruno Luverà è un inviato e un giornalista parlamentare del Tg1. Libero docente di giornalismo all'Università IULM di Milano, al master diretto dal professor Angelo Agostini, collabora con la Facoltà di Sociologia dell'Università di Urbino, corso di "Comunicazione politica e opinione pubblica", diretto dal professor Ilvo Diamanti. Dal gennaio 1999 è nella redazione politica del TG1. Nel 2002 è vincitore del premio giornalistico Saint Vincent, con il servizio televisivo sul G8 di Genova. Dirigente sindacale (2003-2005 nella segreteria nazionale dell'Usigrai). Dal 2010 cura insieme a Caterina Doglio la rubrica dei libri del Tg1: "Billy", trasformandola in rubrica multimediale, con la pagina Facebook "Billy il vizio di leggere". È autore di saggi. 

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