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giovedì 5 luglio 2012

Kurumuny edizioni a Bari alla Cantina Cianna Cianne con la mostra tratta da Il Prezzario della rinomata casa del piacere e una preziosa performance musicale


L'Associazione “Nuovo sottano” in collaborazione con la storica Cantina di Cianna Cianne organizzano per venerdì 6 luglio alle ore  20.00 c/o la cantina di Cianna Cianne in Vico Corsioli 3, a Bari un incontro con la casa editrice Kurumuny Il giornalista Vinicio Coppola (Gazzetta del Mezzogiorno) presenterà PREZZARIO della rinomata casa del piacere a cura di Stefano Donno e Anna Chiriatti (kurumuny edizioni) e per l'occasione sarà allestita una mostra di immagini tratte dal volume. La serata proseguirà con un intervento musicale con le donne salentine di Cannole che canteranno brani tratti dal loro disco “Ricci i tuoi capelli” (Kurumuny edizioni) a cura di Luigi Chiriatti (con scritti di Luigi Chiriatti, Ciro De Rosa, Salvatore Esposito, Raffaele Cristian Palano, Adriana Benedetta Petrachi, illustrazioni di Lucio Montinaro. Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS – PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal Comune di Cannole). La casa editrice KURUMUNY nasce nel 2004, in un Sud animato da un fermento culturale che nel 2001 è stato linfa vitale dell’omonima rivista di cui la casa editrice è naturale proiezione. Ha mosso i primi passi nel mondo del libro con la ferma convinzione di restituire all’editoria un processo creativo e culturale: quest’idea è diventata la sua  vocazione consolidata nel tempo. Un percorso caratterizzato dalla cura artigianale nella costruzione del libro, dall'attenzione agli autori, dalla ricerca del particolare grafico.

Prezzario della rinomata casa del piacere  a cura di Stefano Donno e Anna Chiriatti - Una piccola chicca per gli amanti del genere erotico. Nel 2008 è nato a Parigi il gigantesco archivio on line di fotografie erotiche d’epoca, contiene più di tremila scatti in bianco e nero, risalenti al periodo che va dal 1850 al 1950. La storia del sito affonda le radici nel dna di un parigino, Alexandre Dupoy, collezionista di foto spinte e proprietario di una libreria erotica. La casa editrice salentina Kurumuny pubblica il “Prezzario della rinomata casa del piacere“, un piccolo libro curato da Anna Chiriatti e Stefano Donno e nel quale, accanto a fotografie di nudi in senso classico, eleganti e appolinei - distanti dalle immagini contemporanee stilizzate digitalmente per essere destinati alla pubblicità dei giornali - campeggiano le parole intense dei poeti. Perciò, come sottolineano i curatori nell’introduzione, il Prezzario di Kurumumy è una galleria di fotografie reali, un manifesto della bellezza imperfetta e non certo un catalogo hardcore. Tra uno scatto in seppia e l’altro i Canti erotici dell’Armenia e quelli dei Tuareg, quelli dei Beduini, degli zingari di Mosca, i versi di Verlaine, di Neruda, dei Turcomanni dell’Altai, dei Berberi del Rif e di Keats, di Whitman e di Lorca, e ancora Parini, Gozzano. Cartoline postali per un erotismo quasi romantico come si legge nella nota dell’editore che racconta la collaborazione con Cecilia Mangini, regista documentarista pugliese che ha donato i documenti fotografici suggerendone la pubblicazione avvenuta quando - proprio come in un aneddoto romanzesco - l’editore rintracciò in un mercatino dell’usato la targa in lamiera con gli onorari e le prestazioni che le case del piacere offrivano ai loro clienti, una targa che è diventata, poi, la copertina di questa raccolta di poesie e immagini.


Ricci i tuoi capelli a cura di Luigi Chiriatti (con scritti di Luigi Chiriatti, Ciro De Rosa, Salvatore Esposito, Raffaele Cristian Palano, Adriana Benedetta Petrachi, illustrazioni di Lucio Montinaro. Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS – PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal Comune di Cannole). 

Le donne di Cannole hanno cominciato a cantare insieme in diverse e svariate circostanze: quando andavano insieme sul pullman che le portava alle terme, in giro nelle scampagnate con gli amici. Cantare per loro significa incontrarsi, cucinare, mangiare, dialogare, spettegolare in un tempo che non è caratterizzato dal ricordo del passato, ma che è il presente, il loro modo di esserci e di vivere oggi la loro presenza. Il canto come categoria espressiva del bello che non serve, come in passato, a esorcizzare la morte, la durezza della vita e il destino di una non umanità, ma che rappresenta se stesse in relazione alla loro comunità. Canto come gioia, socializzazione, un modo di ironizzare su altri e su se stesse, alternativa ai luoghi comuni della televisione e della globalizzazione. Ancora una volta la ricerca etnologico-musicale si fonde con lo stare insieme, creando occasioni di festa che sono anche occasioni di scambio reciproco, per le quali il termine concerto è a dir poco riduttivo.
La maggior parte del repertorio presente in questo lavoro è rappresentato dai canti diffusi in tutta la Penisola: canti narrativi e romanze delle opere liriche diffuse dalle bande locali. Questo elemento conferma, ancora una volta, come la poesia popolare e la sua musica, che toccano corde del sentire comune, sono conosciute ovunque, appartengono a tutti e suscitano uguali sentimenti anche se il “modo” di esecuzione assume caratteristiche diverse e le fanno appartenere al luogo e al tempo in cui vengono eseguiti. Al centro dell’indagine che ha dato vita a questa pubblicazione è la voce che è corporeità, spessore, timbro, calore comunicativo, ma che significa anche riannodare i fili della memoria, narrare, testimoniare. Non è un dato casuale, considerata la preponderanza che la voce, vista nel suo profilo performativo, ha assunto nell’odierna analisi demo-etno-antropologica. E il Salento è terra di voci e di canti, benché lo si associ più spesso al battito del tamburello e alla danza. I canti a sole voci di questa raccolta possiedono una marcata valenza emozionale. Sono storie conosciute o meno, nel segno delle sfaccettature dell’amore, della fatica del lavoro, delle relazioni sociali, della quotidianità, dell’emigrazione, della lontananza. Canto giocoso e nudo, senza orpelli e senza palchi e riflettori, un cantare distante dai codici spettacolari. La proposta delle cantatrici di Cannole è il segno di quanto l’analisi della pluralità sonora salentina non possa darsi del tutto completata e riveli ancora tesori, al di là del mare, sole, mieru (vino) e pizzica, giustamente celebrati, ma più spesso spacciati e consumati con superficialità. Il volume è corredato da due Cd che contengono un’antologia di brani scelti, per un totale di 42 tracce. Nel repertorio delle donne di Cannole sono confluite arie, romanze e canti narrativi provenienti da tutta Italia: probabilmente ciò è dovuto al fatto che in questo gruppo ci sono donne che hanno vissuto all’estero per venticinque, trent’anni e che certamente hanno avuto rapporti con connazionali provenienti da altre zone della nostra penisola. Anche i canti salentini del loro repertorio provengono da zone diverse come il Capo o le aree di Martano e altre zone del Salento. Alcune di queste donne infatti non sono native di Cannole: una proviene da Martano, un’altra da Poggiardo, un’altra ancora è originaria di Galatina, trasferitesi poi a Cannole per ragioni di lavoro o piuttosto perché hanno sposato qualcuno del posto. Probabilmente da bambine hanno ascoltato i canti del loro luogo di origine e poi li hanno conservati come antichi ricordi di famiglia.


Per info: 0805289382 | 3299886391

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A Cannole si parla dei cavalieri templari


“Sulle tracce dei Templari” (al Museo “Cav. Ubaldo Villani”, in via S. Giovanni a Cannole) è il titolo dell’interessante appuntamento organizzato il 7 luglio dall'Associazione Pro-loco Cerceto di Cannole, con il patrocinio dell'Ordine Militare e Religioso dei Cavalieri di Cristo e l’Ordo Equestris Templi Arcadia di Lecce. Interverranno:Oronzo Piccinno, Presidente Pro-loco Cannole; Dott. Cristiano Donato Villani, vice-presidente Pro-loco e Delegato Provinciale O.M.R.C.C.; Valentino Zanzarella, Gran Maestro dell’Ordo Equestris Templi Arcadia di Lecce; Arch. Salvatore Fiori, autore del libro "Templari in Terra d'Otranto". Si tratta di un appuntamento di grande rilievo culturale soprattutto perché getta delle luci nuove su una porzione della storia del nostro territorio tutta ancora da scoprire.  Per l’appunto il convegno verterà principalmente sulla "VINEA MAYSONIS TEMPLI TURSANI", un sito templare appartenuto alla Precettoria di Lecce da poco riscoperto, grazie al lavoro svolto dagli studiosi/ricercatori  S.Fiori e C. Villani. Moltissime le novità e le scoperte, tra le quali da menzionare una  crocetta da collo in bronzo, le incisioni e gli affreschi medievali provenienti dalla casina Tursani, il sigillo templare e tanto altro ancora. L'evento avverrà all'interno del bellissimo Museo della Civiltà Contadina appena inaugurato, dove saranno esposti alcuni manufatti architettonici templari provenienti dal sito di Tursani.

CLUB DOGO - CHISSENEFREGA



Compralo su iTunes: http://itunes.apple.com/it/album/chissenefrega-in-discoteca/id522155195?i=522... Regia di Calu Montesano. Tratto da "Noi Siamo Il Club" in tutti i negozi e digital store

L’AMORE IN UN CLIMA FREDDO DI NANCY MITFORD (ADELPHI)


Uno scintillante alone di glamour e di gossip ha sempre circondato le sei celeberrime sorelle Mitford, figlie del barone Redesdale, e Nancy, la maggiore in ogni senso, ne ha trasferito sulla pagina riverberi screziati di veleno. Questa micidiale comedy of manners, ambientata tra le due guerre, mette in scena gli impossibili Montdore, di ritorno da cinque anni in India dove il conte, ricchissimo, aristocraticissimo, congenitamente stolido come i suoi degni pari, era Viceré. La consorte, di una prosaicità adamantina, neanche fosse di origini borghesi o americane, sguazza nel bel mondo. E la figlia Polly, la debuttante più concupita dai giovani blasonati che affollano i balli della stagione, decide per capriccio di farsi impalmare dallo zio, Boy Dougdale, di lei molto più vecchio e da pochi giorni vedovo, maestro nell'arte del ricamo nonché per anni amante della madre. Diseredata ipso facto, si ritira con il marito a vivere "di stenti" in Sicilia. L'eredità passa così a uno spumeggiante cugino canadese, affermato gigolò per signori, e basteranno un paio di sue battute perché Lady Montdore, titillata nel suo organo vitale, la mondanità, si rituffi nel girone festaiolo. Dove finirà per tornare anche Polly, ormai tanto disincantata da reagire ridendo alle sue disgrazie: non per niente siamo in Arcadia, e mentre lei trova un consolatore, saranno ben altri scandali a scuotere tutta l'alta società.

Betty Boop and Daria Werbowy in a new Hypnôse Star film!






For the launch of Hypnôse Star, the new iconic mascara, Lancôme gathered the biggest talents: spokesmodel Daria Werbowy, Betty Boop™ and Joann Sfar, for a film of intense glamour.

mercoledì 4 luglio 2012

NOTTEFONDA - SPLENDIDO SPLENDENTE




Three funny "nerd" musicians, a crushed car, an ancient manor somewhere on the mountains, a pair of magical glasses that reveals the modern society obsessions. These are the main features of "Splendido Splendente" videoclip, a surrealistic metaphor of what happens on the daily life: the fight between "NORMALITY" and "MONSTROSITY" (represented by the obsessive research of the beauty and aesthetic perfection). The director and screenwriter Vincenzo Puglisi, through the movie metaphor represented by the magic glasses, tries to lacerate the "Maya illusion" to show us the "splendor" of the monstrous part of the society that fear the simpleness and the artlessness of the normal things (f.e.: the carelessness of the barman, that makes some mess with his shaker). Splendido Splendente (even without considering the original lyrics by Donatella Rettore) tries to become the Anthem of Normality, in collision with the vacuity of the beauty shown by the magic glasses. Ostentation of richness, false beauty and hypocrisy try to take the control of the society. In this videoclip, for a moment, this features of the modern society seem to take the power of the reality and even the three guys can see the monstrous results of this "plastic" and false modernity. When the situation seems to become almost dramatic, the principal "monster" (an elegant ponce) seizes the glasses and wears it. The three nerds (by mantaining their usual normality) now appear to the monster's eyes with the band's shiny costumes; when he looks at his mates now, he can see them "normalized", and petrified he runs away! At least once the real normality defeats the monstrosity and the three guys can celebrate the victory with a good gig.

La donna perfetta di Ira Levin (SUPERBEAT)


È il 1972, e New York è un luogo sporco e pericoloso per crescerci dei figli. Così Joanna Eberhart, moglie, madre e fotografa, si trasferisce con la famiglia nell'idillica cittadina di Stepford. Joanna è una giovane americana degli anni Settanta, figlia di un'epoca in cui le femministe mettono al bando busti, giarrettiere e reggiseni e si ribellano all'ingrato destino di graziosi angeli del focolare. Naturale dunque che, una volta a Stepford, stringa amicizia con Bobbie e Charmaine, le sole donne che, arrivate anche loro da poco nella ridente cittadina, appaiono emancipate e brillanti come lei. Nella linda Stepford, infatti, le mogli sembrano tutte stranamente calme e organizzate, deliziose e avvenenti, come splendide bambole agghindate in modo impeccabile. Bambole insulse che adorano fare shopping, pulire la casa e piegarsi senza batter ciglio ai voleri dei loro uomini. Un weekend trascorso in compagnia dei rispettivi mariti restituisce tuttavia a Joanna un'altra Bobbie e un'altra Charmaine: due zombie carine e benvestite che, come due perfette mogli di Stepford, scodinzolano servizievoli al seguito dei loro uomini. Un evento inspiegabile, misterioso quanto il circolo maschile che si erge sulla collina di Stepford frequentato dal marito di Joanna. Si dice che uno dei membri sia un esperto di materie plastiche, un altro un pioniere della tecnologia robotica. Introduzione di Chuck Palahniuk.

Gli Infami di Alberto Paleari (Fandango)


Ivan è un quindicenne come tanti che vive nella periferia di una grande città del Nord. Pochi sogni, molti svaghi, dalle moto alle droghe leggere, fino al vandalismo per noia. E una vita tutto sommato monotona, finché un giorno incontra Astrid, una ragazza di due anni più grande, tanta esperienza di vita e un ascendente che Ivan fatica a tollerare. Lei è ossessionata dalla notorietà, sogna che la gente la riconosca per strada. Vuole essere rispettata, temuta. Lui, la spalla ideale per chi è abituato al comando, è un ragazzo remissivo, pronto a qualsiasi cosa per assecondare quei sogni di gloria. Provocazioni, violenze, trasgressioni, furti, autolesionismo, atti vandalici da riprendere e mettere sui social network più importanti. Farebbero di tutto pur di accendere i riflettori su quelle grigie esistenze. "Diventare più famosi di Gesù" è il motto. Alzare la posta in gioco sempre più in alto. Raggiungeranno la fama fino al punto di non ritorno, fino all'ultimo clic?

martedì 3 luglio 2012

Storia ragionata delle lenti a contatto di Stefano Domenichini. Da oggi 3 luglio in tutte le librerie on line (Perdisa Pop collana Epop)


Un uomo perde una lente a contatto nel lavandino, guarda l'orologio e decide di andare subito dall'ottico. Inizia cosi un viaggio stralunato nel regno dell'oftalmologia e oltre, ricco di spassose digressioni sulla vita quotidiana, gli affetti, la realtà che ci circonda. vDall'autore di Acquaragia - il suo libro d'esordio che ha sfiorato il prestigioso Premio Chiara nel 2010 - un racconto in cui l'umorismo esplode in ogni pagina, sostenuto da una scrittura brillante, imprevedibile e sempre acuta. “Non chiedere mai chi ha inventato le lenti a contatto. Tanto è inutile. O c'è un brevetto ancora monetizzabile, o ti risponderanno sempre cosi: Leonardo. Nel caso in cui ci sia un brevetto ancora monetizzabile, allora la risposta sarà: si, è vero, ma ci aveva già pensato Leonardo. Genio. Ci mancherebbe. Un tipo scattante, infervorato, in continua trance inventiva. Considerando anche che ci si è messo da vecchio. Non si è mai visto un Leonardo giovane all'opera: ha sempre la barba bianca, e pure i capelli, radi per di più. E ha messo su bottega, nel frattempo, un po' gli ci sarà voluto.”

Stefano Domenichini è nato a Reggio Emilia il 19 agosto 1964. È avvocato, mestiere che lo ha portato a lavorare e abitare a Milano, Roma e Bologna. Nel 2004 è tornato a Reggio Emilia, dove vive ancora adesso. Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Amore e altre passioni (Zona, 2005) e Lama e Trama 3 (Zona, 2006). Nel 2010 ha pubblicato la raccolta di racconti Acquaragia (Perdisa Pop), finalista al Premio Chiara 2010. "Storia ragionata delle lenti a contatto" è il secondo titolo della collana ePop, che propone libri Perdisa Pop pubblicati esclusivamente in versione digitale. Con le copertine di Ivana Stoyanova, significativamente ispirate al test di Rorschach, la collana offre una selezione di testi brevi, economici e facili da acquistare, per dare ai lettori la possibilità di conoscere e apprezzare scritture originali e di qualità.

Ronald Mc Donald House Charities. Intervento di Graziella Gardini (Direzione Sea Marconi Technologies)


La Fondazione Ronald McDonald House Charities, deve il suo successo al lavoro instancabile dei volontari e agli innumerevoli contributi dei suoi finanziatori. Una struttura che ad oggi, da ben 37 anni, contribuisce a migliorare la vita dei bambini più disagiati e delle loro famiglie.  Dal 1974 sono state aperte diverse sedi nel mondo, l’ultima delle quali fondata nel  2011 in Thailandia e divenuta la trecentonovesima Ronald McDonald House, in un nuovo paese fuori dall’America. La missione di Ronald McDonald House Charities (RMHC) è quella di creare, individuare e sostenere programmi che direttamente possano migliorare la salute e il benessere dei bambini, cercando di analizzare a qualsiasi livello (giuridico, sociale, culturale) le problematiche dell’infanzia, promuovendo in concreto tutte le possibili azioni in grado di essere sostegno fattivo e operativo per un mondo come quello dell’infanzia così estremamente delicato. La Ronald McDonald House Charities crede che se la vita di un bambino cambia al meglio, il contributo  che potrà dare al mondo nel corso della sua esistenza sarà proficuo e funzionalmente integrato. Dunque la Fondazione si sforza di essere una delle protagoniste principali offrendo competenze e professionalità per migliorare la vita dei bambini e delle loro famiglie, fornendo programmi di counseling che rafforzino i nuclei familiari durante i loro momenti più difficili o impegnativi. Tutto questo è possibile sfruttando i  36 anni di esperienza e di relazioni forti strette dalla Fondazione con le comunità locali e le persone del settore per stabilire continuamente punti di raccordo e collaborazione  in tutto il mondo. La Ronald McDonald House Charities fa affidamento, inoltre, su alleanze strategiche con organizzazioni che hanno le conoscenze e le infrastrutture in grado di fare il bene della fondazione stesse e permettergli dunque di essere puntualmente presente accanto ai bambini, ovunque vi sia necessità e bisogno. In Italia (http://www.fondazioneronald.it/index.asp) la Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia è un'associazione non a scopo di lucro, nata nel 1999,  che mira ad aiutare i bambini malati e in condizione di disagio al fine di consentire loro un futuro migliore. In tutti questi anni la Fondazione per l'Infanzia Ronald McDonald Italia è sempre stata presente con operazioni di ristrutturazione ed allestimento di nuove aree di degenza interne agli ospedali e con donazioni ad alcuni dei maggiori Ospedali Pediatrici italiani.



LA FONDAZIONE BENETTON. Intervento di Graziella Gardini (Direzione Sea Marconi Envirotech Italia)


Proseguo la mia disamina del “B side” dell’economia, parlando della Fondazione Benetton Studi e Ricerche. Una struttura che ha avviato i suoi lavori verso la fine degli anni ’80, con sede a Treviso nella rinomata via Cornarotta, posta dinanza alla torre-studio dello scultore Arturo Martini (1889-1947), vicinissima al municipio e al duomo. La Fondazione è diretta da Marco Tamaro e presieduta da Luciano Benetton e può contare diversi gruppi scientifici di livello internazionale. Si occupa prevalentemente di disegno del paesaggio, con una forte attenzione alle tematiche ambientali di più largo interesse. Fiore all’occhiello di questo ente è il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino (con cadenza annuale), che ogni anno viene dedicato ad un luogo particolare, dove bellezza paesaggistica e memoria sono particolarmente presenti. Il premio si prefigge di sensibilizzare alla la cultura di “governo del paesaggio”; e si offre come opportunità di far conoscere, aldilà degli steccati angusti degli addetti ai lavori, l’impegno, sia intellettuale che pratico, indispensabile a ben governare le trasformazioni dei luoghi, salvaguardandone e valorizzandone il patrimonio storico e naturale. A partire dal 2007 a questo prestigioso premio viene associato il progetto “Luoghi di Valore”, la cui finalità è la valorizzazione di luoghi nell’ambito della provincia di Treviso grazie ad un attivo coinvolgimento delle comunità locali e provinciali. L’iniziativa si ispira ai principi della Costituzione della Repubblica Italiana (art. 9) e a quelli della Convenzione Europea del Paesaggio (legge 9 gennaio 2006, n. 14) e chiede a tutti i cittadini di segnalare e descrivere il luogo o i luoghi nei quali riconoscono particolari significati e “valori”. Nell’edizione 2012, il tema è: come li viviamo, come li vorremmo, e ai partecipanti si chiede anche di spiegare le motivazioni che stanno alla base delle segnalazioni (l’ambito è limitato alla provincia di Treviso), di illustrare le proprie aspirazioni rispetto ai luoghi segnalati, di suggerire azioni concrete che ritengano utili o necessarie per questi luoghi, di impegnarsi per la condivisione con altri cittadini dei contenuti delle proprie segnalazioni. Le segnalazioni possono riguardare luoghi pubblici o privati di ogni genere, purché chiaramente identificabili; possono provenire da privati cittadini, singoli o associati, da istituti scolastici, da enti pubblici, in particolare enti locali, ma anche da altri soggetti, non importa se proprietari o semplicemente responsabili del luogo segnalato purché, in ogni caso, in condizione di descriverne le caratteristiche.
Oltre questo già prestigioso “curriculum”, l’attività della ricerca della Fondazione Benetton,  si concentra su tematiche quali il gioco e la sua storia, grazie anche alla splendida rivista chiamata «Ludica», riconosciuta a livello mondiale. La Fondazione si avvale inoltre di un fornitissimo centro di documentazione, articolato nella biblioteca specialistica, nella cartoteca storica e nell’archivio; dispone infine di donazioni importanti, tra cui si possono indicare quelle di Ippolito Pizzetti (1926-2007) e di Fernanda Pivano (1917-2009). Un’attenzione particolare è dedicata alla scuola, tanto che per ogni anno scolastico viene predisposto un programma formativo interdisciplinare specifico per gli alunni. Altro aspetto significativo, che evidenzia l’apertura e lo spirito con cui opera la Fondazione Benetton, la promozione di numerosi momenti  di collaborazione con istituzioni pubbliche e private e con Accademie a vari livelli ma sempre di provata qualità, con l’obiettivo di implementare progetti culturali e di ricerca per la gestione dei luoghi e del paesaggio.


Esce in libreria C’era una volta il Sudrafica di Marianna Lunardoni (Youcanprint)


Sudafrica: nelle solitudini del Karoo c’è un bimbo bianco salvato da un guerriero nero. Il trovatello parte alla scoperta di un’umanità – arcobaleno che non si rivela un arcobaleno troppo allegro. Compie il suo viaggio per diventare grande e si ricongiunge ai progrediti bianchi per concludere che… sono meglio i primitivi neri. E’ protagonista di un’avventura a tratti struggente, a tratti spassosa che parla d’amore. Scenario è il Grande Trek, immane esodo dei Boeri alla ricerca di un’improbabile Terra Promessa.

In libreria “Di bellezza non si pecca eppure …” (TRILOGIA DI IDRUSA) di Marthia Carrozzo. Con illustrazioni di Ever Trip (Edizioni Kurumuny). Prefazione di Lello Voce


Nuovo ritratto in versi di Marthia Carrozzo, di quella che fu, nella penna della Corti, la più bella donna di Otranto, capace di calamitare, al suo passaggio, ogni singolo sguardo, diviene, in questa Trilogia di Idrusa, appunto, un purissimo richiamo all'acqua che ne computa il nome, senza dimenticare il sale, stemperando in suoni, in echi di quel mare da cui nasce e a cui torna e vuol tornare, la forza d'un canto di guerra e d'amore, che ingaggia un corpo a corpo col mondo intorno, col mondo tutto con cui vuole e sa dialogare, ricercando in esso, come in un unico grande banchetto totemico, la pelle amata. "Sei brace azzurra, luce lattea che mi scalda. / Che fa ferita, che mi scuce e appresta a resa. / Sei la ferocia della pelle sulla pelle. / Il credo unico che sgrani tra i miei seni". Un poemetto per voce e fiato, che sfugge agli occhi che ne inseguono il ritmo incalzante sulla pagina scritta, che nella pagina non vuole e non sa stare, irriverente e viva, "fatta d'arcobaleno" come fu la bella Idrusa, che di bellezza fa il suo baluardo, la luce che ne ammanta le movenze e ne assolve ogni colpa, perché, citando l'inusuale titolo di quest'opera: Di bellezza non si pecca eppure. E di bellezza, allora, non pecca, ma osa, Idrusa, al limite della colpa, se colpa vi sia in faccende d'amore, perché non si possa mai dire di lei che non abbia vissuto, che non abbia tentato e creduto. Un canto di vita, questa Trilogia di Idrusa, sensuale, di una sensualità cosciente cui già ci aveva abituato Marthia Carrozzo, nel suo scrivere del corpo senza lesinare parole, ma usandole e osandole, nominando, come nella Genesi biblica, in una scelta lessicale attenta e accurata, mai casuale, ogni parte, ciascuno dei sensi con il nome che gli è proprio. Un canto che riprende la modalità formulaica degli antichi rapsodi, perché alla poesia spetti il tornare al proprio ruolo, centrale, di cassa armonica di un sentire comune. Perché Idrusa è Idrusa, certo, ma è tutte e ciascuna insieme: creature, donne e uomini, al cospetto del proprio stesso corpo, per imparare da lui solo le leggi di un sapere troppo spesso messo a margine. «Ogni verbo è prima nei nostri muscoli, che nella nostra lingua», dirà meglio Lello Voce, nella Prefazione, e allora, anafore, allitterazioni, ripetizioni incalzanti sembrano suggerirci, lungo lo svolgersi per Stanze di questo piccolo poema, la necessità estrema di riappropriarci del nostro suono, della nostra capacità di dirci e consegnarci in una voce che non sia vuoto e flebile assenso, ma consapevolezza piena di sé in ogni piega del nostro sentire e mostrarci, così come per l'Idrusa d'antica memoria ("non mi lasciava mai la volontà d'essere bella"). "Solo per smettere, soltanto, e non mentire. / Per non mentire, mentre ancora è troppo presto." Ciò che se ne coglie è, allora, «Una litania di lussuria e abbandono, di libertà e desiderio, una serenata al rischio e all’acrobazia, una melopea per ogni abbandono e per ciascuna ribellione». (Lello Voce), perché Eros è fuoco purissimo, mai volgare, che parla unicamente alla bellezza e la bellezza, come la bella Idrusa, procede scalza di piedi e voce a dirci il «Peso specifico del mare nell'amore», a mostrarci che è ancora possibile.

lunedì 2 luglio 2012

La bambina filosofica di Vanna Vinci (Rizzoli Lizard)


Muta da sub, colbacco e Moon Boot anni Settanta: dopo aver conquistato il pianeta Terra ed essersi resa conto che non ne valeva assolutamente la pena, la Bambina Filosofica ha deciso di estendere il raggio delle proprie nefandezze al suolo lunare, non ancora infestato dalla più enorme, terribile, definitiva calamità mai conosciuta dall’universo: la razza umana. Armata di una buona scorta di marshmallow e accompagnata dal basito Lillo, partirà così alla scoperta del corpo celeste più amato, sognato e temuto del mondo, fosse anche solo per pronunciare la frase destinata a imprimersi indelebilmente nella storia delle esplorazioni spaziali: “È un piccolo passo per l’uomo, ma un grande passo per una bambina filosofica e un gorilla nichilista.” La Bambina Filosofica è tornata. Ma non ditelo alla NASA. Contiene: intenzioni abiette; esercizi di insubordinazione verbale; epidemie di peste bubbonica; sette cinefile; poeti maledetti, mostri sacri e altri soggetti davvero poco, poco raccomandabili. La Bambina Filosofica è on line più pestifera e corrosiva che mai!
Visita la sua pagina facebook: http://www.facebook.com/LaBambinaFilosofica
visita il suo sito: http://www.labambinafilosofica.it/.
Non perderti nemmeno una delle sue nefandezze!
VANNA VINCI (Cagliari 1964) ha vinto nel 2005 il premio Gran Guinigi al Lucca Comics & Games come miglior disegnatore. Ha pubblicato in Francia e in Italia con Einaudi, Mondadori e Fabbri. Ha collaborato con le riviste “Linus” e “Io Donna”, e attualmente realizza illustrazioni per il quotidiano “l’Unità”. Insegna all’Accademia di belle arti di Bologna. 

L’Esattore di Petros Markaris (Bompiani)


Il commissario Charitos è di nuovo alle prese con le conseguenze della grande crisi economica. Nell'ombra agisce un "Esattore", un vendicatore che invia a noti evasori fiscali una lettera in cui li invita a saldare quanto devono al fisco; ma se non ottiene quanto chiede, l'Esattore uccide i malcapitati con una iniezione di cicuta. Kostas Charitos si immerge nel nuovo caso con un senso di smarrimento: gli omicidi si susseguono in un clima di tensione sociale estrema, in cui vittime e colpevoli si scambiano continuamente di ruolo. Anche Caterina, sua figlia, è sul punto di andarsene, accettando un posto offertole dall'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati. Intanto, l'Esattore riesce a far restituire alle casse dell'erario quasi otto milioni di euro in soli dieci giorni, e il popolo scende in piazza per inneggiare all'eroe, al santo, che è riuscito là dove il potere costituito ha colpevolmente fallito. Nel mezzo di questo dilemma etico si trova il commissario Charitos: smascherare il colpevole e consegnarlo alla giustizia oppure stare dalla parte della gente dimenticata da quella stessa giustizia?

domenica 1 luglio 2012

BIANCANEVE E IL CACCIATORE



Sito ufficiale: http://www.biancaneveeilcacciatore.it Pagina Facebook: https://www.facebook.com/biancaneveeilcacciatoreTwitter: https://twitter.com/#!/swath_it Il nuovo trailer italiano ufficiale di Biancaneve e il Cacciatore, dall'11 luglio al cinema. Con Kristen Stewart, Charlize Theron e Chris Hemsworth. Nel poema epico di azione e avventura Biancaneve e il Cacciatore, Kristen Stewart (Twilight) interpreta l'unica persona sulla terra ad essere più bella della regina del male (il premio Oscar® Charlize Theron) che è decisa ad ucciderla. Ma quello che non avrebbe mai immaginato la regina malvagia è che la ragazza che minaccia il suo regno è stata iniziata all'arte della guerra dal Cacciatore (Chris Hemsworth, Thor) che era stato da lei inviato per ucciderla. Sam Caflin (Pirati dei Caraibi) completa il cast , interpretando il principe stregato dalla potenza e dalla bellezza di Biancaneve. La nuova versione mozzafiato della leggendaria fiaba è opera di Joe Roth, produttore di Alice in Wonderland, del produttore Sam Mercer (Il Sesto Senso) e dell'acclamato regista televisivo e visualista d'avanguardia Rupert Sanders. Genere: Epico, Azione, Avventura Cast: Kristen Stewart, Charlize Theron, Chris Hemsworth, Sam Claflin Regia di: Rupert Sanders Scritto da: Evan Daugherty Sceneggiatura di: Joe Roth, Sam Mercer Prodotto da: Sarah Bradshaw, Sam Mercer, Palak Patel, Joe Roth

I TRE MARMITTONI




Regia: Bobby Farrelly, Peter Farrelly

Cast: Sean Hayes, Will Sasso, Chris Diamantopoulos, Chris Diamantopoulos, Jane Lynch, Sofía Vergara, Larry David, Stephen Collins, Jennifer Hudson, Craig Bierko, Kate Upton
Produzione: Wessler Entertainment, C3 Entertainment Inc., Conundrum Entertainment
Distribuzione: Twentieth Century Fox

sabato 30 giugno 2012

PIETRATORCIA


“Le Cantine di PIETRATORCIA si propongono di rilanciare l´immagine dei vini d´Ischia realizzando grandi vini di prestigio in picccole produzioni. Per realizzare questo ambizioso progetto è stato realizzato il reimpianto di nuovi vigneti su sei ettari di terreno e l´allestimento di cantine tecnologicamente all´avanguardia. Le Cantine di PIETRATORCIA vogliono essere un segnale d´inversione di tendenza verso il recupero dell´antica civiltà contadina dell´isola  e del suo territorio. I vini di PIETRATORCIA sono prodotti con le più avanzate tecnologie enologiche da antiche famiglie isolane, Iacono, Regine e Verde, che si avvalgono della preziosa assistenza di tecnici dell´Istituto di San Michele all´Adige (TN).”


FENECH

 “Una tradizione di famiglia dal lontano '800 - Per Francesco Fenech la produzione di Malvasia delle Lipari è un tradizione di famiglia. Già i suoi avi, nel lontano ‘800, si occupavano di tale attività. Nel 1996 Francesco Fenech decide di imbottigliare il proprio prodotto fino ad allora venduto da Lui e da suo padre Antonio in cantina direttamente dalle botti. Da allora l’azienda si è dotata di moderni mezzi di coltivazione dei terreni vitati e di moderni macchinari per la vinificazione, la conservazione e l’imbottigliamento del suo prodotto. Nel contempo l’azienda ha acquisito nuovi terreni mediante il loro acquisto e mediante contratti di affitto ed oggi ha raggiunto la superficie vitata a malvasia di 7,0 ha, tutti regolarmente iscritti alla D.o.c.. L’azienda è certificata biologica. Non sono mancate le fatiche ma non si sono fatti attendere neanche i successi. Con la Malvasia delle Lipari passito d.o.c. ha vinto con le annate 2002 e 2003 il concorso Douja D’Or, con l’annata 2002 il Banco d’Assaggio di Torgiano e sempre con l’annata 2002 la medaglia d’argento al Concorso Mondiale di Bruxelles, l’annata 2003 è stata premiata a Milano durante l’Expo dei Sapori nel novembre del 2005 tra i migliori 100 vini d’Italia. Oggi la sua cantina a Malfa nel cuore dell’isola di Salina è un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono bere un buon bicchiere di Malvasia.” 

QUI

venerdì 29 giugno 2012

GLI AUTONAUTI DELLA COSMOSTRADA DI JULIO CORTAZAR E CAROL DUNLOP (EINAUDI)


Domenica 23 maggio 1982, Carol Dunlop (l'Orsetta) e Julio Cortázar (il Lupo), dopo vari rinvii - il progetto risaliva al 1978, alla prima fase del loro rapporto - iniziano il viaggio che li porterà da Parigi a Marsiglia, lungo i circa ottocento chilometri dell'Autoroute che taglia in due la Francia. La loro ammiraglia sarà Fafner (uno dei giganti, in seguito trasformato in drago, del wagneriano Anello del Nibelungo) un pulmino Volkswagen rosso: il mezzo di trasporto par exellence per un'intera generazione di viaggiatori. È un tragitto fatto in molte altre occasioni, di solito in una decina di ore; ma questa volta verrà percorso a passo di lumaca, con il gusto del viaggiatore, dell'esploratore, non dell'utente automobilista, ribaltando così l'idea stessa di autostrada intesa come non-luogo da attraversare il più velocemente possibile per arrivare a destinazione (al Sud, al mare, alle vacanze).
È un gioco, il loro, e come ogni gioco richiede regole precise: sarà vietato lasciare l'autostrada, ci si dovrà fermare in tutte le aree di sosta, due al giorno, dormendo nella seconda (nel complesso quindi sessantasei tappe), si potrà usufruire di tutto ciò che l'area offre, nonché accettare aiuti e rifornimenti portati da volenterosi amici dall'esterno (in misura massima di due volte); e infine si dovrà stendere, a quattro mani, un minuzioso diario «di bordo» che riporti osservazioni esterne (definite «scientifiche») e impressioni dello spirito.
E dopo «trentatre meravigliosi giorni» l'avventura si conclude al Vieux Port di Marsiglia: «Quant'è durato poco il viaggio», commenta l'Orsetta. Un'osservazione che se da un lato rende esplicita la malinconia che ha accompagnato i due protagonisti per tutto il tragitto, dall'altro si offre a una spiegazione più profonda. Entrambi gli Autonauti sanno infatti di essere gravemente malati: Carol Dunlop morirà alla fine dello stesso 1982, Julio Cortázar due anni più tardi.

MEMENTO DI JULIANNA BAGGOTT (GIANO)


Un grande boato, il sole che emana la luce e il calore di tre stelle sovrapposte, e il mondo svanisce, spazzato via dal fuoco. È il giorno delle Detonazioni, il giorno in cui l'umanità si divide in due: da un lato i Puri che, rifugiatisi nella Sfera, sono privi di deformazioni o cicatrici sul corpo; dall'altro i Sopravvissuti che, coi loro corpi deformi, fusi con gli oggetti più disparati, si aggirano tra i detriti e le pozzanghere nere di pioggia della terra esplosa. Pressia aveva sette anni quando le Detonazioni le regalarono una bambola al posto di una mano. Ora ha quasi sedici anni e la bambola è divenuta parte di lei. Tuttavia, nel magazzino sul retro di un negozio di barbiere dove vive con suo nonno, Pressia pensa a volte che sarebbe bello essere Puri, cancellare le cicatrici, vivere in quella Sfera da dove qualche settimana dopo le Detonazioni lasciarono cadere sulla terra devastata un messaggio che diceva: "Sappiamo che siete li, fratelli e sorelle. E un giorno emergeremo dalla Sfera per unirci a voi, in pace". Invece Pressia deve ora guardarsi dall'ORS, il cui acronimo significava Operazione Ricerca e Salvataggio, e aveva l'obiettivo di ripristinare le unità mediche, redigere liste dei morti e dei sopravvissuti e poi formare una piccola milizia per mantenere l'ordine. Trasformata in Operazione Rivoluzione Sacra, L'ORS governa infatti col terrore e arruola tutti i sedicenni con lo scopo di abbattere, un giorno, la Sfera.

La ricostruzione della casa. Poesie scelte 1976 – 2006 di Alessandro Ceni, a cura e con una nota critica di Daniele Piccini (Effigie) e Stagione di vacche magre e altre poesie (1950 - 1957), di Dinos Christianòpoulos, traduzione e nota di Roberto Capel Badino (Effigie). Intervento di Nunzio Festa


"Scenderò su di voi come una tenue trama invernale, una nebbia, / per condurvi all'esaltazione e al regno, alla caduta e all'esilio." Questo distico che abbiamo prelevato di forza da "Airone grigio", l'incanzante e fluidamente gentilmente e discorsiva urticante poesia d'apertura della raccolta "La ricostruzione della casa" di Alessandro Ceni, versi scelti da un periodo che si colloca emozionalmente tra il '76 e il 2006 e sistemati con cura dal poeta e critico d'accademia e fama Piccini annuncia e riannuncia l'implacabile opera di scarnificazione della quale il poeta è capace. Il poeta, pittore e traduttore Ceni, penna tra l'altro da sempre sotto l'occhio delle critica più esperta, ha in mano un bisturi, e con quello come un chirurgo impazzito taglia le nostre carni già provate dall'assurdo tempo corrente. (...) "Gli uomini dentro di loro non vedono, / gli occhi danno occhiali di terra / che sbracciano per prova / in un vagone di lampadine e rimpiangono / la testa dell'amore sotto la rete / del letto che arde in croce disteso": una lirismo chiaro e sfumato, che rovina le incertezze sedute intorno a noi. Prima che il capo si volti "all'immobile lacrima di un altro". Ceni è tra i nostri maggiori poeti viventi. E i versi che leggiamo e rileggiamo adesso, esiliati dai libri precedenti del lirico toscano, fanno un cammino negli anni che non può dimostrar altro. Le poesie di Alessandro Ceni sono un dolore che ingrandisce il dolore dell'umanità. Perché il loro compito e di seguire il moto, astraendone la lama che sappiammo, autodistruttivo dell'esistente. L'umanità si fa male da sola. Ma il poeta Ceni, solamente rubando l'arma della fustigazione, aumenta l'accanimento. Ché la mancanza dell'oggetto dell'avvilimento peggiora la situazione, della fustigazione. La poesia di Alessandro Ceni è un lunghissimo enjambementes, dove ogni figura retorica è una ricaduta nella malattia che la precede. La ricostruzione della casa è il primo titolo della collana effigiana di poesia Ginestre. Il secondo è, 'cosa' affrontata in prima battuta dal testo a fronte, la poesia greca di Dinos Christianòpoulos, il libro "Stagione di vacche magre". Per conoscere meglio l'autore, consigliamo innanzitutto il saggio del traduttore di quest'opera. Puntuale, completo dei rimandi a un'originalità sorella di Christianòpoulos. Quest'avventura letteraria mette insieme le prime traduzioni italiane di "Stagione di vacche magre" e "Ginocchia straniere", pubblicate in Grecia nel '50 e nel '54. Nonostante, davvero in questo poeta sentiamo molto Kavafis, autore abbastanza letto in Italia, l'ex Bel Paese ha dei grossi debiti con questo poeta. Nella sezione che dona Ginocchia straniere, per fare un piccolissimo esempio, la lingua si veste di felicità, per esser "parola nuda" che osserva la ricerca dell'amore. Se Ceni, allora, è la sostanza che aumenta la sostanza, Christianòpoulos toglie sostanza dalla parola al fine di sentirla più prossima a sé stesso.           

giovedì 28 giugno 2012

The Mystery of U-33: Hitler's Secret Envoy by Nigel Graddon (Adventures Unlimited Press)


“The incredible story of the mystery U-Boats of WWII! Graddon first chronicles the story of the mysterious U-33 that landed in Scotland in 1940 and involved the top-secret Enigma device. He then looks at U-Boat special missions during and after WWII, including U-Boat trips to Antarctica; U-Boats with the curious cargos of liquid mercury; the journey of the Spear of Destiny via U-Boat; the "Black Subs” and more. Topics covered by Graddon include: U-33: The Official Story; Survivors and Deceased; August 1985-the story breaks; The Carradale U-boat; The Tail of the Bank Event; In the wake of U-33; Wrecks; The Greenock Lairs; The Mystery Men; "Brass Bounders at the Admiralty”; Max Schiller through the Lens; U-Boat Special Missions; Neu-Schwabenland and Station; Mercury Rising; The Holy Lance; U-boats in Scotland-Fact in Fiction; Admiral Karl Donitz and the U-Boat fleet; U33: Argo of the Grail; The Female Pope; U-Boats with cargoes of liquid mercury, more. Thoroughly documented with photos and official documents.”

SUSAN FOSTER – EXQUISITE FINE JEWELRY


“SUSAN FOSTER IS A JEWELRY DESIGNER WITH STAR POWER. AND LIKE ANY NAME-TO-WATCH IN THE MONDE DU MODE, SHE HAS AN A-LIST FOLLOWING JUST AS GLITZY AS HER GORGEOUS DIAMOND SLICES. HER WHO'S-WHO OF CLIENTS INCLUDE MARIA SHRIVER, STEVIE NICKS, JONI MITCHELL, RANDY NEWMAN, DAVE GROHL, JESSICA SIMPSON, SANDRA BULLOCK, RENEE ZELLWEGER, AS WELL AS VARIOUS OTHER MEMBERS OF THE ELITE HOLLYWOOD SCENE WHO CAN'T RESIST THE LULL OF HER PERFECTLY CRAFTED BAUBLES. ADDITIONALLY, HER EXQUISITE COLLECTIONS HAVE BEEN SPOTLIGHTED ON THE COVERS OF SUCH ILLUSTRIOUS GLOSSIES LIKE ELLE, INSTYLE, GLAMOUR, MADEMOISELLE, AND MODERN BRIDE AND HAVE GRACED THE PAGES OF A MYRIAD OF VIP MASTHEADS LIKE VOGUE, TOWN AND COUNTRY, WWD, PEOPLE, INTOUCH, LUCKY, INSTYLE WEDDINGS, LA CONFIDENTIAL, CONDE NAST TRAVELER, LOS ANGELES MAGAZINE, IN ADDITION TO A SLEW OF OTHERS WORLDWIDE. WITH A FOLLOWING THIS IMPRESSIVE AND ACCOLADES THAT JUST WON'T QUIT, IT ONLY MAKES SENSE THAT WE TAKE A MINUTE TO DISCOVER MORE ABOUT THE DESIGNER BEHIND THE MAGIC! RAISED BY A FAMILY OF ARTISANS (FOSTER'S STEPFATHER DESIGNED AND BUILT JOHN STEINBECK'S WORK STUDIO IN THE HAMPTONS, A COUSIN IS AN IN-DEMAND SET DECORATOR WITH A RESUME THAT INCLUDES SHOWS LIKE GOSSIP GIRL AND SEX IN THE CITY, AND MUCH OF HER FAMILY HAS WORKED BEHIND THE SCENES IN THE MOVIE BUSINESS ON SUCH CLASSICS LIKE THE GODFATHER) AND GIVEN THE UNIQUE OPPORTUNITY TO TRAVEL THROUGH EUROPE AT A YOUNG AGE, THE BAUBLE-MINDED MAVEN HAS HAD UNPARALLELED EXPOSURE AND THUS APPRECIATION FOR ART, CULTURE, AND BEAUTY EVER SINCE THE BEGINNING OF HER JOURNEY. REVELING IN SUCH HAUTE EXPERIENCES AND WITH AN INDEFATIGABLE DESIRE TO PLUNGE HERSELF DEEPER INTO THE ART WORLD, FOSTER WENT ON TO STUDY ART AND ARCHITECTURE AT UCLA. AFTER THAT, SHE SOUGHT TO SPECIALIZE HER LEARNING EXPERIENCE BY GOING TO GEMOLOGY SCHOOL, WHICH AFFORDED HER AN INIMITABLE INTIMACY WITH DIAMONDS, GEMSTONES, AND PEARLS. FINALLY, THE JEWELRY DEVOTEE COMPLETED HER EXTRAORDINARY FORMAL EDUCATION BY WORKING AS AN APPRENTICE UNDER EUROPEAN GOLDSMITHS, WHICH SERVED TO FURTHER PERFECT HER ACUTE EYE FOR DETAIL AND PHYSICAL PRODUCTION SKILLS.

YET, WHILE FOSTER'S TRAINING IS REMARKABLE, HER SUCCESS IS NOT STRICTLY A RESULT OF HER SPARKLING RESUME; HER PERSONAL STYLE—WHICH IS ENTICINGLY EVIDENT IN ALL SHE TOUCHES—IS JUST AS TOP-NOTCH, TOO. PERENNIALLY TURNED OUT WITH AN ENVIABLY EFFORTLESS SOPHISTICATION, FOSTER IS A PRIME EXAMPLE OF A LOS ANGELES DRESSER WITH TOUCHES OF WORLDLY SAVOIR-FAIRE. THE STYLESETTER'S UNIQUE KNACK FOR PAIRING COVETABLE DESIGNER PIECES WITH HIGH-STREET FINDS DELIVERS AN UPSCALE GYPSET AESTHETIC THAT LOOKS CHIC THE WORLD OVER, FROM THE RUES OF PARIS TO THE SIDEWALKS OF LA. ADDITIONALLY, THE RED-HEADED BEAUTY HAS AN UNFAILING LOVE OF THE CLASSICS LIKE VINTAGE BUCCELLATI CUFFS, CARTIER CHAIN BRACELETS, AND VAN CLEEF JEWELS DISCOVERED FROM THE ESTATES OF DEBUTANTES, ALL OF WHICH FURTHER SERVE TO UNDERSCORE HER SUPREME SARTORIAL SOIGNÉE. HOWEVER, JUST BECAUSE FOSTER'S EXQUISITE TASTE REFLECTS THE CRÈME DE LA CRÈME OF REFINEMENT DOES NOT MEAN HER PERFECTLY CRAFTED PIECES AREN'T WITHOUT ROMANCE AND WHIMSY. AU CONTRAIRE, FOSTER TRULY UNDERSTANDS THE POWER OF KEY ACCESSORIES TO ELEVATE AND TRANSPORT ANY OUTFIT, AND SHE HAS DESIGNED HER OWN HANDMADE JEWELRY WITH JUST THAT PHILOSOPHY IN MIND. ACCORDINGLY, A PEEK INTO HER COLLECTION REVEALS DIAMOND SLICES WITH A REFINED, RAW, OTHERWORLDLY BEAUTY, A PLAYFULLY LUXE COTERIE D'OBJETS D'ART (THINK A GLITTERING GLOBE PENDANT WITH MICRO PAVE CONTINENTS, A ROSE GOLD JAPANESE FAN, AND A JEWELED MAHARAJAH'S ELEPHANT, AMONG OTHER LUST-WORTHY GEMS) AND MESMERIZING OPALS THAT FIND THEMSELVES SITTING PRETTY ON RINGS, BANGLES AND PENDANTS GALORE. HER OUTSTANDING PIECES—OFTEN HANDCRAFTED IN PARIS WITH A CERTAIN JE NE SAIS QUOI—ARE TRULY WORKS OF ART MEANT TO INSPIRE, DELIGHT, AND STAND THE TEST OF TIME. THUS, WITHOUT FURTHER ADO, FOSTER INVITES YOU TO PERUSE WHAT MAGNIFICENT TREASURES SHE HAS DREAMT UP AND DISCOVERED VIA HER ONLINE STORE. SHE KNOWS YOU'LL FIND JUST THE JEWEL TO STRIKE YOUR FANCY AND TOP OFF ANY ENSEMBLE WHETHER IT BE A SIMPLE JEANS AND TEE OR A FANTASTICALLY ELEGANT GOWN!”


DJ AX - Domenica da Coma



Acquista il nuovo album "Meglio Prima (?) - CD + LIVE DVD - Limited Edition" online sul J-Ax Official Store, vai a http://goo.gl/2w1vDMusic video by J.AX performing Domenica Da Coma. (C) 2011 Sony Music Entertainment Italy S.p.A.

XABUNGLE




Xabungle (Sento Meka Zabunguru), è una serie anime di stampo mecha prodotta da Sunrise, e diretta da Yoshiyuki Tomino.

Le api randage, di Angelo Petrella (Garzanti). Intervento di Nunzio Festa


Le quattro api randage di Angelo Petrella guardano quanto dista Napoli la perfetta dalla Luna fatta imperfetta da Amstrong, specie se per abbattere le distanze s'usano cemento e sogni di gloria economica. Il potente Raul Aragona, dio del cemento, appunto, ha due figli. Anzi il figlio di sangue Manuel e un figliastro, Matteo; il primo ubriacone, il secondo anche peggio: poliziotto. Il titolo, "Le api randage", è una dedica, intanto, proprio a chi cresce nell'alveare, tipo questo della villa degli Aragona a Posillipo, ma che decide di sperimentare un percorso almeno per un po' lontano dalle sue origini. Nei pressi delle api vere, delle operaie vere. In Italia, nell'ex Bel Paese, sta succedendo quella che per primo il giornalista e scrittore Piero Colaprico definirà "Tangentopoli". Eppure, come oggi ieri e domani, si vuol possedere un giornale, nel nuovo romanzo di Petrella questo è addirittura Il Mattino come scalare (e non le montagne ma in finanza). L'immagine d'apertura, cominciamo, può e vuol esser una fotografia dello sbarco degli Usa sulla Luna abbagliata, se possibile, dal '92 dei ministri delle mazzette svelate. La realtà, purtroppo, anche per lo mezzo di quest'opera di Angelo Petrella ci restituisce i nomi di Andreotti - mai trapassato dalla ribaltà - , Fanfani, Forlani, Pomicino - tornato piano piano alla ribalatà - , Gava, Scotti, Scalfaro, Cossiga. Che diventano cereale nella macinata pensata da Aragona per i suoi investimenti per la VivaFin (sarà AraFin poi?), materia prima che non si sbriciola e che però al contempo ingrassa il prodotto finito. Si deve fare un favore alla Dc, per dire, prendendo un quotidiano, e a sua volta farsi il favore immenso di divenire il primo produttore di cemento della cementata e cementante patria italiana. Non manca, di certo, la signorona fedifraga e il delfino traditore, nella tradizione di certi americani più di grido, epperò la loro posizione nella struttura fatta ad arte da Petrella è congeniale al fango della "camorra". Il romanzo si prende gioco della cronaca, manipolandola; servendosi di ritagli di giornali dell'epoca e delle loro conseguenze per le diramazioni della fiction realizzata da Angelo Petrella. L'autore, che in alcuni casi di presentazione per i suoi libri ha parlato di "affresco sociale", e non ha caso lavora come sceneggiatore televisivo pure, ha superato una nuova prova. Perché pensava d'arginare l'andamento del thriller che spontaneamente la sua penna fa nascere, al fine intensificare la battaglia pscicologica dei soggetti attuatori della trama. Ché questo, sempre, è il passo oltre l'ostacolo. Obiettivo acciuffato, possiamo dire. Dove il passato loro, in primis dei quattro personaggi centrali, è preso dal tempo al contrario. E solamente così, dunque, s'arriva a toccare le loro ragioni. Tutte. L'incastro tra i tasselli, poi, si fa deflagrazione, naturalmente quando, senza volerlo, alcune vite che procedono in autonomia per forza di cose acchiappano fatti e fattacci che sono loro territorio quasi comune. Questo libro, possiamo dire, ha un suo gergo. Una corrente che s'inebria del plot. Non siamo solamente in 'affari di famiglia' o 'fatti di stato', magari separatamente, ma nelle due cose insieme, che quindi non solo si mescolano ma si condizionano. Mentre le teste dei personaggi, per giunta non in esclusiva i cervelli dei protagonisti del romanzo, lavorano in continuazione: fino a scoppiare, in tutti i sensi. Sappiamo dall'inizio che Le api randage comincia quasi dove "La città perfetta" aveva lasciato, però a nostro avviso con questa nuova opera letteraria Petrella posa il suo sasso nel selciato della letteratura italiana. Usando gli sghignazzi del thriller, insomma, allo scopo di realizzare un attuale e futuro romanzo italiano.


mercoledì 27 giugno 2012

SukOvest. Banditi a Roma - con Valerio Mastrandrea






Dopo Garbatella Combat Zone, opzionato da Cattleya che ne ha affidato la regia a Stefano Sollima (Romanzo Criminale - Acab), Massimiliano Smeriglio torna in libreria con "Suk Ovest". Seguici su Facebook http://www.fb.com/sukovest e leggi GRATIS i primi capitoli del libro. Suk Ovest. Banditi a Roma . Scritto e ideato da Thomas Fazi e Erica Gentile. Con la partecipazione di Valerio Mastrandrea Regia e animazione di Pietro Ciccotti SukOvest. Banditi a Roma in libreria per Fazi . Il Gatto è morto, l'hanno assassinato. Sono proiettili, queste parole, che accolgono Valerio Natali al suo rientro dal Messico dove ha trascorso una lunga latitanza. Massimo Giunti, alias il Gatto, amico fraterno, anche lui della Garbatella, non c'è più. E quello che adesso conta, per Valerio, è soltanto la vendetta: ripartire dall'unico indizio disponibile, il misterioso numero di cellulare digitato dal Gatto prima di morire accoltellato, e ricostruire le sue recenti frequentazioni con faccendieri coinvolti nel colossale business dello smaltimento dei rifiuti. Lente e sofferte come un viaggio nei ricordi, le indagini di Valerio si addentrano nel vecchio quartiere, nell'intrico di strade e vie che hanno il sapore della propria infanzia. È qui che si riunisce la vecchia batteria. Mario, Nicche, Panettone e Papella. E ancora Bracalone, giovane graffitaro e hacker geniale, e Victor, che ha preso una strada diversa finendo per diventare poliziotto. Sono loro gli uomini della Garbatella, cresciuti insieme, che accompagnano Valerio nella ricerca della verità e della vendetta. Insieme a Ramona, tenera escort, che tiene Valerio per mano. La vendetta nella famiglia di Valerio Natali è come un destino, un respiro affannato che da sempre ne appesantisce il cammino. Da quando anche il nonno, partigiano, in una Roma terrorizzata dalla famigerata banda Koch, non riuscì a impedire una morte crudele, lasciandosi poi sfuggire per un soffio il diretto responsabile. Ed è proprio dal passato, dalla storia dolorosa della sua città e del suo quartiere, che Valerio otterrà le risposte che cerca. Con Sukovest, Massimiliano Smeriglio ci offre non solo un accattivante crime novel, ma una storia che celebra il valore della memoria e dell'appartenenza, capace allo stesso tempo di raccontare il presente e farci gettare uno sguardo sulla nuova, confusa mappa criminale di Roma.

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