Domenica 23 maggio 1982, Carol Dunlop (l'Orsetta)
e Julio Cortázar (il Lupo), dopo vari rinvii - il progetto risaliva al 1978,
alla prima fase del loro rapporto - iniziano il viaggio che li porterà da
Parigi a Marsiglia, lungo i circa ottocento chilometri dell'Autoroute che
taglia in due la Francia.
La loro ammiraglia sarà Fafner (uno dei giganti, in seguito
trasformato in drago, del wagneriano Anello del Nibelungo) un pulmino
Volkswagen rosso: il mezzo di trasporto par exellence per un'intera generazione
di viaggiatori. È un tragitto fatto in molte altre occasioni, di solito in una
decina di ore; ma questa volta verrà percorso a passo di lumaca, con il gusto
del viaggiatore, dell'esploratore, non dell'utente automobilista, ribaltando
così l'idea stessa di autostrada intesa come non-luogo da attraversare il più
velocemente possibile per arrivare a destinazione (al Sud, al mare, alle
vacanze).
È un gioco, il loro, e come ogni gioco richiede
regole precise: sarà vietato lasciare l'autostrada, ci si dovrà fermare in
tutte le aree di sosta, due al giorno, dormendo nella seconda (nel complesso
quindi sessantasei tappe), si potrà usufruire di tutto ciò che l'area offre,
nonché accettare aiuti e rifornimenti portati da volenterosi amici dall'esterno
(in misura massima di due volte); e infine si dovrà stendere, a quattro mani,
un minuzioso diario «di bordo» che riporti osservazioni esterne (definite
«scientifiche») e impressioni dello spirito.
E dopo «trentatre meravigliosi giorni»
l'avventura si conclude al Vieux Port di Marsiglia: «Quant'è durato poco il
viaggio», commenta l'Orsetta. Un'osservazione che se da un lato rende esplicita
la malinconia che ha accompagnato i due protagonisti per tutto il tragitto,
dall'altro si offre a una spiegazione più profonda. Entrambi gli Autonauti
sanno infatti di essere gravemente malati: Carol Dunlop morirà alla fine dello
stesso 1982, Julio Cortázar due anni più tardi.
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