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lunedì 7 novembre 2011

JULIPET






















Arcte Fashion Brands è, da oltre 50 anni una delle aziende italiane di maggior rilievo nei settori intimo, corsetteria e mare. Il motivo di un successo così solido e duraturo è semplice quanto essenziale: la eccellente qualità dei prodotti, frutto di un controllo capillare dell'intero processo industriale. All'interno di Arcte Fashion Brands, ogni fase della lavorazione è seguita con scrupolo e attenzione, dal design, completamente gestito da personale interno all'azienda, al controllo dei tessuti, al processo produttivo rigorosamente controllato in tutte le sue fasi. L'Arcte Fashion Brands conta su quattro marchi principali: per il settore uomo, Julipet e Allen Cox; per il settore donna, Bacirubati e Argentovivo. Le linee di Arcte Fashion Brands sono presenti in 3000 punti vendita nel mondo: negozi specializzati così come corner nei principali department stores.Gli obiettivi strategici per l'immediato futuro prevedono un rafforzamento della presenza all'estero, nuove iniziative di comunicazione e innovazioni legate al prodotto
L’Azienda nasce nel 1954 con il nome di “Gruppo Arcte”, forte di una precedente attività artigianale. Da subito orientata verso la fascia alta dei settori di pigiameria maschile e femminile, si espande verso le aree intimo e mare, uomo e donna, negli anni Settanta. Un primo momento di svolta è il lancio, nel 1973, della linea Julipet, premiata da immediato successo, grazie anche all’acuta strategia pubblicitaria, con l’attore Umberto Orsini nel ruolo di testimonial. Nel 1985 vengono simultaneamente introdotti sul mercato due nuovi marchi che rafforzano e differenziano l’immagine del Gruppo Arcte: Allen Cox, beachwear per l’uomo sportivo e spensierato, e Argentovivo, lingerie da notte e beachwear donna dall’appeal sofisticato. Il lancio, nel 1993, di Bacirubati, collezione indirizzata ad una consumatrice giovane ed emancipata, arricchisce e articola ulteriormente la già corposa offerta.


Il libro del giorno: Appunti dalla mia cucina di Gwyneth Paltrow. Traduzione di Giuliana Lo mazzi (Salani)


















C’è chi parla di lei come della nuova Audrey Hepburn. Ma la vincitrice dell’Oscar per Shakespeare in love ha una grande passione oltre a quella per il cinema: cucinare. Ha imparato da suo padre, raffinato gourmet, iniziando a mettere alla prova il suo talento ai fornelli a diciott’anni, quando tra un casting e l’altro arrotondava in un ristorante di Los Angeles. Da allora di strada ne ha fatta tanta, anche in cucina: sperimentando con inventiva, ma con uno sguardo alla tradizione e ai cibi sani. In questo libro troverete 150 ricette pratiche, deliziose ma soprattutto sanissime; tanti consigli per avere sempre una dispensa ben fornita; piatti vegetariani e versioni vegane adatte a ogni tipo di palato e regime alimentare; un viaggio culinario fra le migliori cucine del mondo.

Gwyneth Paltrow, vincitrice di un Oscar come migliore attrice, ha due figli. Da sempre appassionata di cucina, ha fondato il sito GOOP.com dove condivide le sue ricette con i fan e gli appassionati. Insieme a Mario Batali ha scritto Spain, A Culinary Road Trip. Vive tra Londra e New York.

OGGI MANGIO DA … N. 60: RESTAURANT OCTOPUS (12, rue Boieldieu - 34500 Béziers en France)






















Le Restaurant - En plein coeur de Beziers, Fabien Laurent et Rachel vous accueillent dans leur restaurant au 12,rue Boieldieu. Fabien Meilleur Ouvrier de France vous invite à vous laisser surprendre par ses créations ludiques et épurées. Ouvert en janvier 2005, cette aventure rassemble un trio issu du Bristol à Paris. Laurent au service, Rachel aux flacons et Fabien Lefebvre Meilleur Ouvrier de France, vous propose une cuisine classique revisitée, épurée, pleine de saveurs aux tons méditerranéens. L'esprit a tiré tous les enseignements de leurs formations respectives mais le coeur est à l'innovation et au plaisir des sens.


MAMMA – il blog e la rivista di satira






















IL MANIFESTO DI MAMMA – “Siamo un gruppo di donne e uomini nudi, uniti da un impulso creativo inarrestabile: cambiare la storia della satira italiana. Siamo nudi per il gusto di praticare l'onesta' intellettuale, perche' non abbiamo le spalle coperte da nessuno, e perche' la lana pesante dei vestiti ideologici ci da' prurito alla fantasia, e ci stimola a spogliarci di ogni preconcetto, per ridere delle contraddizioni di ogni dogma e verita' "incontestabile". Ci piace scrivere e disegnare, ma non sotto dettatura, e facciamo fatica a seguire regole diverse dalla nostra libera ispirazione, inseguendo criteri astratti ma potenti come la "vendibilita'" dell'arte o le vaghe e fantomatiche "leggi del mercato" dietro le quali si nasconde la paura di editori e mercanti d'arte che non osano percorrere strade nuove per colpa delle loro braccine corte, e danno a "quello che vuole il pubblico" la colpa della loro vigliaccheria. Ci piace ricevere un giusto compenso per quello che facciamo, ma sentiamo il bisogno di scrivere e disegnare anche per il semplice gusto di farlo, perche' non siamo macchine a gettone, e l'impulso di dare forma a parole, linee e colori prescinde dai denari che ci vengono sventolati davanti. Pratichiamo l'arte dello scritto e dell'immagine come creativita' senza strategia, allergici alle strategie di marketing e desiderosi di costruire un nucleo di messaggi denso e significante come il cuore di una stella. Siamo un laboratorio creativo finalizzato alla comunicazione e alla crescita artistica (ma anche umana e professionale) di ognuno dei ragazzi di bottega che partecipano a questo progetto. In questo laboratorio il successo, comunque lo si intenda, e' una conseguenza automatica di quello che faremo, e non un obiettivo angosciante e meschino da raggiungere a tutti i costi per salire su un piedistallo d'argilla a vincere medaglie di cartone. Testo e immagini danzeranno assieme in liberta', e in questo laboratorio ognuno avra' spazio per seguire una personale strada artistica, una sperimentazione o una collaudata formula espressiva. La forza del lavoro di rete sta nel far incontrare questi percorsi individuali che si arricchiscono e contaminano di nuovi spunti per la compresenza degli altri autori. Ci siamo incontrati e ritrovati in rete tra simili per costruire un nuovo spazio espressivo, tristi per il lento decomporsi della satira italiana sulle pagine putrefatte dei giornali di partito, ma al tempo stesso eccitati e affascinati dalle enormi potenzialita' espressive offerte dalle nuove tecnologie. E adesso siamo qui, tutti insieme sul web con lo stesso spirito con cui staremmo assieme in osteria, a ridere di gusto dandoci pacche sulle spalle, e siccome la rete e' piu' grande di qualunque osteria, di spazio ce n'e' per tutti. Chiunque e' libero di aderire a questo manifesto artistico e creativo partecipando al nostro progetto, regalando al gruppo la propria arte per ricevere in cambio l'enorme energia che nasce dall'innesto della creativita' del singolo in una fertile rete di pensieri. Il nostro taccuino di appunti si chiama Mamma! perche' le mamme sono l'ultimo riferimento sicuro per noi bamboccioni fannulloni, costretti ad una eterna giovinezza dalla gerontocrazia che da trent'anni a questa parte ha occupato tutti gli spazi disponibili nella satira e nell'informazione, dove continuano a spadroneggiare gli stessi che leggevamo negli anni '80 quando eravamo ragazzini, e che ancora oggi ci guardano come tali. Ma ormai siamo cresciuti, abbiamo qualcosa da dire, e vogliamo dirlo subito senza chiedere il permesso a papa' o all'editore di turno. E per questo ci vuole la Mamma. Mamma! E' una invocazione di aiuto, un sospiro di sollievo, un fastidio che finalmente ti togli di dosso, un meravigliato stupore, una delle ultime parole che non sono state colonizzate, stuprate, marchiate a fuoco e vendute a tranci, e per questo ce la teniamo stretta, la urliamo dai tetti, la bisbigliamo di notte a denti stretti quando abbiamo le bollette da pagare, e la pronunciamo con fierezza quando creiamo dal niente qualcosa di bello. Mamma! E' il grido del disperato un attimo prima di morire, ma e' anche la prima parola del bambino un attimo dopo aver conquistato il potere di esprimersi, e in questa danza tra vita e morte, tra nascita e distruzione, tra speranza e porcherie del mondo, tra merda e pannamontata vogliamo creare una macedonia di allegria, incazzatura, riflessione profonda e rilassamento leggero, dove il testo e l'illustrazione si guardano e si parlano, diversi ma indispensabili l'uno all'altro come l'uomo e la donna. Il nostro sguardo ironico e' profondamente immerso nel nostro tempo, nella realta' sociale e microsociale che viviamo quotidianamente, e pur non escludendo a priori forme di racconto intimista o messaggi che richiamano valori assoluti e universali nel tempo e nello spazio, sentiamo la necessita' di trasformare in parole e tratti l'epoca in cui viviamo, per provare a raccontarla da una prospettiva diversa da quella a cui ci hanno abituati. In un paese dove i comici fanno i politici e dove i politici fanno ridere, non sappiamo piu' quali sono i confini tra disegno, satira, illustrazione, giornalismo, fumetto, impegno politico e allegro disimpegno artistico, e per questo vogliamo attraversarli a piu' riprese, mescolando generi, linguaggi, strumenti e codici espressivi, usando come unico metro di giudizio il nostro libero confronto tra pari. Libero perche' crediamo in un'arte che sia un valore etico in se' e come tale libero da ogni altra sovrastruttura morale, politica o religiosa. Confronto perche' crediamo nella comunicazione, nello scambio di idee che fa lievitare il talento e nelle reti di persone che possono fare cose molto piu' grandi delle reti di computer. Tra pari perche' ci piace ritrovarci tra simili e spiriti affini, annusarci e riscoprire nell'altro lo stesso odore di trucioli di matita e di carta da taccuino che ci e' cosi' familiare. Ci piacerebbe cambiare in meglio il mondo che ci circonda, consapevoli che Don Chisciotte non ha combinato poi molto, ma strada facendo si e' divertito un casino. I nostri bersagli sono l'ipocrisia, l'assurdo, la stupidita' che si annida dove meno ce lo aspettiamo. Noi combattiamo il male come Goldrake, come i Cavalieri Jedi o quelli della Tavola Rotonda, come fanno gli eroi di tutte le grandi saghe che hanno segnato l'umanita', la letteratura, la cinematografia e le nostre esperienze individuali. Nella vita di tutti i giorni siamo persone comuni, ma quando ci vestiamo con le nostre firme e pseudonimi e' come se avessimo indossato la tuta di Batman, e sappiamo che basta un tratto di matita o due parole scritte al posto giusto per scatenare la forza primordiale dell'universo. Questa grande battaglia epica e' molto di piu' di uno sfizio o un gioco creativo: e' una missione di civilta', cultura e resistenza umana che ci spinge a scrivere e disegnare sfidando notti insonni, lavori che facciamo per sopravvivere, malpagati o poco interessanti o entrambe le cose, il poco tempo che ci resta per le persone a cui vogliamo bene e che sopportano questo fuoco d'artista che ci brucia nelle vene, ogni forza oscura che ostacola l'espressione del nostro genio e ci impedisce di produrre parole e immagini che possano illuminare il buio anche se solo per il breve attimo necessario ad un sorriso. Siamo un branco di animali selvaggi che trova in rete il proprio terreno di caccia, creature telematiche espanse nei cavi telefonici, e Internet e' al tempo stesso nostro cibo e nostro prodotto. Assieme a Riccardo Cocciante cantiamo che "ne' soldi, ne' donne, ne' politica potranno dividerci" e ci impegnamo a rispettare, provare a capire e prendere per il culo quando necessario qualunque orientamento politico, ideologico, filosofico o religioso che non siano palesemente delle cazzate tipo Scientology, o tipo le varie forme di totalitarismo in stile Matrix colorate dalle ideologie piu' varie, a cui siamo veramente allergici. Cerchiamo di muoverci con una onestà intellettuale "individuale", non imposta o filtrata da un "capo", ma con un approccio adulto e disincantato che rifiuta di piegare i ragionamenti alla logica dell'appartenenza. Nel "fuori onda" di una chiacchierata siamo più equilibrati, onesti e veri di quando cerchiamo di ammiccare verso i gruppi sociali e politici da cui ci sentiamo spalleggiati e rappresentati, e nel nostro fare satira in rete cercheremo di riprodurre proprio l'onesta schiettezza del fuori onda e delle chiacchierate, gettando via ogni maschera protettiva. Cerchiamo un coraggio di raccontare che sia piu' e meglio della semplice trasgressione. Non ci interessa soltanto rompere schemi e regole per raggiungere il barattolo della marmellata quando il potere ce lo nasconde nello scaffale piu' alto. Vogliamo anche e soprattutto scrivere nuove regole della satira che ci regalino un coraggio mai visto, quello che ci vuole per guardarsi dentro e trovare anche nei nostri difetti, limiti, odi, idiosincrasie e meschinita' tutto il riflesso delle porcherie sociali e globali nelle quali siamo immersi come figli del nostro tempo, per poterle afferrare, guardare, valutare e giudicare con uno sguardo sereno e ironico, che comincia a far pulizie dalla cantina di casa come primo passo verso un mondo pulito. Se saremo capaci di rivolgere in primis il coltello verso di noi, con la stessa spietatezza con cui lo rivolgiamo verso il potere palesemente marcio, faremo qualcosa di unico e grandioso. Sentiamo che in Italia c'e' bisogno piu' che mai di satira, anzi di buona satira, anzi di buona satira fatta fuori dai giochi di partito e dai grandi gruppi editoriali. Una satira artigianale, autoprodotta e libertaria che sta alla satira commerciale cosi' come la marmellata fatta in casa della mamma sta alle gelatine chimiche prodotte in serie. Se ne fa poca e ci si guadagna zero, ma la qualita' e' immensamente superiore. Amiamo la satira come forma libera di espressione artistica, senza sentirci necessariamente legati a quello di cui parlano tutti o alla notizia del giorno. Non ci piacciono le vignette e i testi prodotti in catena di montaggio, come se la satira o l'informazione vera potessero sottomettersi alle esigenze della produzione industriale. Il nostro e' un progetto artigianale, fatto con cura, ogni pezzo va lisciato come si deve con la carta abrasiva ad acqua a grana 360, e possiamo metterci anche giorni per arrivare al risultato finale. Nessuno ci corre appresso, siamo noi che corriamo appresso alla realta' e la azzanniamo con agguati e appostamenti che possono essere anche lentissimi. La rete non ci basta, e appena possiamo cerchiamo di incontrarci per guardarci negli occhi e raccontarci in poche ore quello che richiederebbe mesi e mesi di posta elettronica per essere espresso senza sguardi, risate, cibo e presenza fisica. Pronti a tutto per salvare il paese dalla morte cerebrale e dalla satira che puzza di muffa, sfideremo l'impossibile fino a farlo diventare realta'.”



HOT AIR















HotAir.com is a leading news and commentary site online since 2006. It is part of the Townhall/HotAir network alongside Townhall.com and Townhall Magazine in a network of conservative websites and publications with over four million monthly readers.
The Editors - Senior Editor “AP” has been blogging for Hot Air since its inception in April 2006. He is cited in Mary Mapes’s book as one of the right-wing bloggers whose “wild and hateful claims” helped destroy CBS’s story about the Bush National Guard memos, which pleases him to no end.
Senior Editor Ed Morrissey joined Hot Air in February 2008 after writing at Captain’s Quarters since 2003. He also hosts a weekly radio show on Minnesota’s AM 1280 The Patriot every Saturday afternoon. He can be reached at ed@hotair.com
Associate Editor Tina Korbe joined HotAir in May 2011. Previously, she was an investigative journalist for the conservative Heritage Foundation where she worked on dozens of stories including Wisconsin’s public employee unions and the Obama administration’s moratorium on off-shore oil drilling.
History - Hot Air was launched on April 24, 2006, with Michelle Malkin as founder/CEO. Since then, the site has become one of the largest right-of-center blogs on the Internet. Here’s the very first post that appeared at Hot Air–posted at 4:15am after bleary-eyed preparations and an intense team effort to launch the site. Here were Michelle’s reflections on the site’s six-month anniversary.
In 2010, HotAir was acquired and became part of the Townhall/HotAir network alongside Townhall.com and Townhall Magazine in a network of conservative websites with over four million monthly readers.


domenica 6 novembre 2011

AMY RUTH’S – est 1998 (113 West 116 th Street in New York)
















“Amy Ruth Moore Bass was a native Alabamian. A devout Christian, she was the wife of Elijah Bass Sr., the mother of 10 children (7 daughters and 3 sons); and the grandmother of 12 grandchildren. Amy Ruth was also a farmer, a gardner, the world's best cook and a very friendly person. She was a long time member of Jerusalem AME Church, where she was a Sunday School Teacher and she sang in the church choir. Above all, Amy Ruth loved her family.She taught all of her children and grandchildren how to love each other, to look-out for one another, and to respect themselves as well as others. By her example, she also taught them how to love God and to put God first in all they did.
After they had moved North and started their own families, two of Amy Ruth's daughters, Inez and Esther would send their children South to spend the summer months with their grandparents in Alabama. They knew that Alabama would be a safer and more enriching place for kids to spend their idle summertime, less full of opportunities for them to go astray. During those summer months, all of the kids were assigned chores. The main tasks included mowing the rather large lawn and picking various vegetables in the vegetable garden. Most of the boys preferred yard work. But one of Inez's sons, Carl S. Redding, disliked working in the hot sun; he preferred to seek refuge in the house, working by his grandmother's side as she prepared meals for the family. He would help her by shucking corn, peeling field peas, or rolling out biscuit dough with a broomstick.
"Grandad" Elijah Bass would often chastise Carl for staying in the kitchen and chase him out of the house. But Carl always found his way back to his grandmother's side. It I would never listen to that chastisement, therefore enabling me to deepen my love for the southern culinary experience. As the years would go by, Hound myself perfecting the art of canning and freezing fruits and vegetables, as well as converting many fruits into jellies, jams, and preserves, under the continued direction of my grandmother, Amy Ruth. It was that, continuous love, nurturing, and direction that gave me the inspiration to build and name the most superior and authentic southern cuisine restaurant after my grand-mother, Amy Ruth Moore Bass. It is with the same love that Carl S. Redding, his mom Inez Bass & Family, and the Amy Ruth staff welcomes each one of our valued patrons to Amy Ruth's Home-Style Southern Cuisine Restaurant!”


GQ n. 56: UMA THURMAN … LA SEXY KILLER


Il libro del giorno: THE LITIGATORS by JOHN GRISHAM (Doubleday Books)


















The partners at Finley and Figg -all two of them- often refer to themselves as "a boutique law firm." Boutique, as in chic, selective, and prosperous. They are, of course, none of these things. What they are is a two-bit operation always in search of their big break, ambulance chasers who've been in the trenches much too long making way too little. Their specialties, so to speak, are quickie divorces and DUIs, with the occasional jackpot of an actual car wreck thrown in. After twenty plus years together, Oscar Finley and Wally Figg bicker like an old married couple but somehow continue to scratch out a half-decent living from their seedy bungalow offices in southwest Chicago. And then change comes their way. More accurately, it stumbles in. David Zinc, a young but already burned-out attorney, walks away from his fast-track career at a fancy downtown firm, goes on a serious bender, and finds himself literally at the doorstep of our boutique firm. Once David sobers up and comes to grips with the fact that he's suddenly unemployed, any job even one with Finley and Figg looks okay to him. With their new associate on board, F and F is ready to tackle a really big case, a case that could make the partners rich without requiring them to actually practice much law. An extremely popular drug, Krayoxx, the number one cholesterol reducer for the dangerously overweight, produced by Varrick Labs, a giant pharmaceutical company with annual sales of $25 billion, has recently come under fire after several patients taking it have suffered heart attacks. Wally smells money. A little online research confirms Wally's suspicions a huge plaintiffs' firm in Florida is putting together a class action suit against Varrick. All Finley and Figg has to do is find a handful of people who have had heart attacks while taking Krayoxx, convince them to become clients, join the class action, and ride along to fame and fortune. With any luck, they won't even have to enter a courtroom! It almost seems too good to be true. And it is.

Orient Express di John Dos Passos, traduzione di Maurizio Bartocci, con otto dipinti originali dell'autore (Donzelli). Intervento di Nunzio Festa






















Pubblicato per la prima volta nel 1927, “Orient Express” è il reportage artistico e onirico che John Dos Passos porta indietro dai Balcani, dalla Turchia, dal Caucaso e dal Medio Oriente. Un reportage allucinato che può esser datato 1921: anno di capovolgimenti totali delle regioni visitate dallo scrittore statunitense, che parte apprezzando la lentezza meridiana dei luoghi scelti; un attraversamento discreto, si potrebbe dire, che oggi finalmente è riproposto in italiano. Come si potrà capire dalle immagini che accompagnano le visitazioni, le stazioni di sosta e di ridiscesa l'autore è autore appassionato, dalla tempra disposta a incastrarsi nei pruriti politici e quindi civili, sociali e dunque infine epocali; più che attuale, per dire, rimane il guardare all'invenzione dell'Iraq. Ad abbozzi sempre e comunque artistici e spiritati. Ovviamente, come si capisce fin dalle primissime pagine dell'opera, il testo si fa immenso per la straordinaria e fiammeggiante forza evocativa della parola. Del tocco smaliziato di già, che fanno sentire questo Dos Passos appoggiato e quindi agganciato alle vette del lirismo. Orient Express, reportage di viaggio d'uno scrittore che poi diventa punto di riferimento della letteratura, è la trasposizione letteraria del dubbio che spinge l'autore nordamericano a entrare fuori dai limiti degli Usa: un interrogativo universale e intimo assai che permette di vivere la curiosità delle scoperte. Lo scrittore venticinquenne, che ha già scritto due romanzi a questo punto, si stupisce in ogni istante eppure ingrandisce lo stupore di chi legge con l'appropriazione delle immagini ascoltate. Con un percorso che va da Europa a Europa. Ovvero che prendendo le mosse dalla Francia si rimette in Spagna ma avendo registrato per esempio la Turchia, il Caucaso, Damasco e finanche il Marocco. Orient Express esce in traduzione italiana a novant'anni esatti dal viaggio. Insegnando a lettrici e lettori la bellezza del reportage che si nutre di sociale epperò allo stesso tempo non scade nel giornalismo d'attualità (che ovviamente potrebbe persino ammazzare il fine del libro). Perché a John Dos Passos interessa spiegare l'umanità. All'umanità. Sconfiggendo il passaggio dei tempi. Che lo scrittore vive la poesia meridiana. Cioè, diremmo noi innamorati di quest'elemento, affermando in pagina la lentezza orientale ferma in nero comportamenti e spigoli di luoghi e persone. Un'opera immensa e difficile per noi occidentali, accidentati dalle velocità. Eppur, forse, inspiegabilmente essenziale.


OGGI MANGIO DA … N. 59: VENISSA con la chef Paola Budel


















PAOLA BUDEL - Paola Budel, la giovane chef bellunese originaria di Feltre, che dopo essere stata allieva di Gualtiero Marchesi e Michel Roux, ha intrapreso un'interessante carriera prima in prestigiosi ristoranti italiani ed in seguito nelle cucine d'eccellenza di Londra, Monaco, Tokio e Hong Kong. E' tornata quindi in Italia dove per tre anni è stata executive chef al Principe di Savoia di Milano, venendo consacrata come celebre chef tout-court. La sua ultima sfida “culinaria” è Venissa, l'innovativo ristorante che prende il nome dalla Tenuta nell'isola di Mazzorbo in cui si trova, è che è nato proprio dal sogno di Paola e di Gianluca Bisol di dare vita ad un progetto in grado di rinnovare la ristorazione e l'ospitalità veneziane. “Decido i piatti in base alle materie prime che il territorio locale offre quotidianamente” racconta Paola, “creando un menù che cambia praticamente tutti i giorni e che diventa un reale chilometro zero”. Infatti, dall'orto della Tenuta Venissa i contadini portano tutte le mattine biete, piselli e castraure, mentre il pesce viene dalla Laguna e dall'alto Adriatico, anche le carni sono scelte in base all'origine, privilegiando l'entroterra veneziano e veneto.
LA COLAZIONE - Cosa c'è di meglio che alzarsi la mattina e lasciarsi dolcemente svegliare dai profumi e dai sapori di una ricca colazione? L'idea di Paola Budel per la colazione in Venissa è quella di un risveglio “slow” dei sensi: lasciarsi guidare fuori dalla porta della propria camera fino al porticato che si affaccia sulla verde tenuta murata semplicemente seguendo l'irresistibile aroma dei croissant appena sfornati e del caffè, sedersi ad un semplice tavolo in legno e farsi servire tante piccole, deliziose specialità dolci e salate leggendo il quotidiano fresco di stampa o ammirando il panorama circostante. La colazione a Venissa è un piccolo lusso, un piacere da concedersi per coccolarsi un po' e provare l'esperienza di un vero pasto mattutino da gustare con calma, quasi in meditazione, per iniziare la giornata nel miglior modo immaginabile.  C'è la possibilità di gustare la Colazione Excellence, che include un ricco servizio al tavolo composto da diverse portate di bevande calde e fredde, yogurt, frutta fresca, croissant, pane con marmellate fatte in casa ed eventualmente piatti salati. Invece, per chi privilegia un break più snello c'è la Colazione à la Carte, che permette di scegliere solo quello che si desidera.  Una chicca pensata da Paola Budel: la Colazione Excellence è disponibile - prenotandola con il giusto anticipo - anche per gli ospiti che non pernottano a Venissa ma che vogliono provare questo piacevolissimo risveglio sensoriale prima di partire alla scoperta di Mazzorbo e delle isole del Parco della Laguna.
IL PRANZO -  Il pranzo a Venissa è un'esperienza culinaria di alto livello vissuta a diretto contatto con il territorio che ha dato vita ai prodotti che si trovano nei piatti di Paola Budel.
Dai tavoli collocati sul patio panoramico o dietro la vetrata che costituisce la parete principale del ristorante, si possono ammirare da vicino - quasi toccandole con mano - le piantagioni di erbette, carciofi, aglio selvatico e tutte le altre colture che vengono raccolte ogni giorno e che costituiscono la parte fondamentale del menù di Paola Budel, la base delle sue straordinarie ricette.
Ecco perché il menù del ristorante Venissa cambia quasi ogni giorno: è strettamente legato alla stagionalità dei prodotti del territorio, sia ortofrutticoli che ittici e .... e propone quotidianamente una selezione e degli abbinamenti che offrono una panoramica unica del meglio che il territorio lagunare sa offrire. Il pranzo a Venissa è un'esperienza culinaria di alto livello vissuta a diretto contatto con il territorio che ha dato vita ai prodotti che si trovano nei piatti di Paola Budel. Dai tavoli collocati sul patio panoramico o dietro la vetrata che costituisce la parete principale del ristorante, si possono ammirare da vicino - quasi toccandole con mano - le piantagioni di erbette, carciofi, aglio selvatico e tutte le altre colture che vengono raccolte ogni giorno e che costituiscono la parte fondamentale del menù di Paola Budel, la base delle sue straordinarie ricette. Ecco perché il menù del ristorante Venissa cambia quasi ogni giorno: è strettamente legato alla stagionalità dei prodotti del territorio, sia ortofrutticoli che ittici e .... e propone quotidianamente una selezione e degli abbinamenti che offrono una panoramica unica del meglio che il territorio lagunare sa offrire. Orient Express di John Dos Passos, traduzione di Maurizio Bartocci, con otto dipinti originali dell'autore (Donzelli). Intervento di Nunzio Festa. Pubblicato per la prima volta nel 1927, “Orient Express” è il reportage artistico e onirico che John Dos Passos porta indietro dai Balcani, dalla Turchia, dal Caucaso e dal Medio Oriente. Un reportage allucinato che può esser datato 1921: anno di capovolgimenti totali delle regioni visitate dallo scrittore statunitense, che parte apprezzando la lentezza meridiana dei luoghi scelti; un attraversamento discreto, si potrebbe dire, che oggi finalmente è riproposto in italiano. Come si potrà capire dalle immagini che accompagnano le visitazioni, le stazioni di sosta e di ridiscesa l'autore è autore appassionato, dalla tempra disposta a incastrarsi nei pruriti politici e quindi civili, sociali e dunque infine epocali; più che attuale, per dire, rimane il guardare all'invenzione dell'Iraq. Ad abbozzi sempre e comunque artistici e spiritati. Ovviamente, come si capisce fin dalle primissime pagine dell'opera, il testo si fa immenso per la straordinaria e fiammeggiante forza evocativa della parola. Del tocco smaliziato di già, che fanno sentire questo Dos Passos appoggiato e quindi agganciato alle vette del lirismo. Orient Express, reportage di viaggio d'uno scrittore che poi diventa punto di riferimento della letteratura, è la trasposizione letteraria del dubbio che spinge l'autore nordamericano a entrare fuori dai limiti degli Usa: un interrogativo universale e intimo assai che permette di vivere la curiosità delle scoperte. Lo scrittore venticinquenne, che ha già scritto due romanzi a questo punto, si stupisce in ogni istante eppure ingrandisce lo stupore di chi legge con l'appropriazione delle immagini ascoltate. Con un percorso che va da Europa a Europa. Ovvero che prendendo le mosse dalla Francia si rimette in Spagna ma avendo registrato per esempio la Turchia, il Caucaso, Damasco e finanche il Marocco. Orient Express esce in traduzione italiana a novant'anni esatti dal viaggio. Insegnando a lettrici e lettori la bellezza del reportage che si nutre di sociale epperò allo stesso tempo non scade nel giornalismo d'attualità (che ovviamente potrebbe persino ammazzare il fine del libro). Perché a John Dos Passos interessa spiegare l'umanità. All'umanità. Sconfiggendo il passaggio dei tempi. Che lo scrittore vive la poesia meridiana. Cioè, diremmo noi innamorati di quest'elemento, affermando in pagina la lentezza orientale ferma in nero comportamenti e spigoli di luoghi e persone. Un'opera immensa e difficile per noi occidentali, accidentati dalle velocità. Eppur, forse, inspiegabilmente essenziale.
LA CENA - Cenare a Venissa equivale ad immergersi in un'atmosfera carica di fascino e di aspettative: il ristorante diviene punto focale della tenuta, a cui l'orto e la vigna murata fanno da incredibile sfondo. Lo spazio quasi intimo, semplice e raffinato al tempo stesso, del ristorante permette ai propri ospiti di godere di quella rara sensazione di pace e agio che dà modo di assaporare con maggior consapevolezza ogni singolo piatto, ogni singolo calice di vino.
La maestria di Paola Budel coniugata al contesto magico di Venissa alle ultime luci del giorno riescono a creare l'atmosfera perfetta per una cena che diventa un'esperienza unica, da gustare in ogni suo istante fino alla sua dolce, inevitabile conclusione con una passeggiata sotto le stelle e tra le vigne di Venissa.


JANET and JANET CON EVA HERZIGOVA – A and G CALZATURIFICIO SPA

















A and G Calzaturificio S.p.A. nasce all’inizio degli anni '90 sulle fondamenta dell’azienda VRP, fondata nel 1967 per iniziativa di Aldo Ricci. Negli stessi anni nasce il marchio Janet and Janet che segna la svolta verso una nuova sfida . Infatti con la creazione di questo brand l’intera attività produttiva, inizialmente impostata sul canale wholesale con produzioni “private label”, si sposta definitivamente sul canale retail iniziando così un’importante percorso stilistico e di immagine che negli anni successivi porterà Janet and Janet al consolidamento di un profilo distributivo di notevole prestigio. Nel 1998 nasce la seconda linea, Janet Sport, che permetterà all’azienda di ampliare l’offerta verso l’ambito spiccatamente casual e sportswear. Attualmente A and G Calzaturificio S.p.A è una realtà imprenditoriale in continua evoluzione, sempre in primo piano nel settore calzaturiero italiano grazie al successo dei marchi di proprietà. Da sempre A and G si è imposta per la capacità di coniugare know how, innovazione continua, attenzione e curiosità sull’evoluzione del mercato e del gusto, evolvendosi con lo stesso ritmo di un mercato sempre più globale stimolando quindi coraggio imprenditoriale e spirito d’avanguardia: comunicazione sempre più incisiva, tratto fashion marcato, efficienza produttiva e distributiva riconosciuta.
Grazie a questo approccio, oggi A and G Calzaturificio S.p.A., che affonda le proprie radici sulle colline dell’entroterra marchigiano, conta 90 dipendenti e un mercato che si sviluppa principalmente in Europa, spaziando in Usa e in Medio Oriente grazie a reti consolidate di contatti e rapporti di partnership privilegiati con le più importanti vetrine del settore: un successo straordinario per un’azienda che ha saputo crescere nel mondo mantenendo salde basi di stile e professionalità tutte italiane.
MARCHI - Oggi A and G Calzaturificio S.p.A è proprietaria e produce con successo i marchi “Janet and Janet” e “Janet Sport” ormai entrati nel cuore  delle consumatrici come “griffe del quotidiano”, cioè accessori capaci di aggiungere al look di ogni giorno il gusto delle più forti tendenze moda con praticità e stile.  Prodotti originali, creativi e accessibili capaci di diventare indispensabili.
JANET and JANET - Janet and Janet parla a una donna giovane, dalla forte energia, vitale e sicura di sé con proposte casual sofisticate che esprimono una spiccata femminilità grazie ai contenuti di stile presenti in tutte le proposte di calzature e accessori. Capace di scegliere nell’affollato universo delle marche, la donna Janet è moderna, dinamica, metropolitana e attenta alla propria immagine: una donna dalla forte personalità. Attualmente “Janet and Janet” é la prima collezione di A and G Calzaturificio S.p.A e si sviluppa in 12 linee di calzature oltre ad una collezione di borse. Il posizionamento sul mercato è medio-alto.
JANET SPORT - Nata come mono-prodotto nell’ambito sneaker, negli ultimi anni la collezione Janet Sport è cresciuta, arricchendosi di proposte “urban”: calzature e borse non esclusivamente legate allo sport ed al tempo libero, ma versatili e moderne nel quotidiano, adatte soprattutto ad un pubblico giovane e attento alle tendenze. In ambito commerciale, Janet Sport è la seconda collezione di A and G Calzaturificio S.p.A, si sviluppa su 9 linee di prodotto per stagione e la sua collocazione sul mercato è nel segmento medio.


LE 3 CHIAVI DEL TUO POTERE DI STUART WILDE (MACRO EDIZIONI)


Le 3 Chiavi del tuo
Potere - Libro


Tu non sei solo. Una forza misteriosa ti circonda: è la tua energia vitale, la rete eterica. Si tratta di un campo energetico che emetti dall'interno, estremamente potente e che si estende tutt'intorno a te. È qui per aiutarti a capire e a crescere. Per mezzo di questa forza invisibile sei connesso a tutte le cose viventi, e così puoi gradualmente attirare tutto ciò che ti occorre in questa vita. Lo sviluppo del potere personale consiste nell'accrescere la tua energia di modo che entri in risonanza più rapidamente, rendendoti sempre più potente e capace ogni giorno che passa. Puoi spingerti molto lontano, senza limiti, e alla fine scoprirai che qualunque cosa su cui ti concentri apparirà ben presto nella tua vita. Questo è il miracolo del tuo potere silenzioso. È un metodo ben sperimentato, grazie al quale milioni di persone sono giunte a comprendere il loro effettivo potere. Queste chiavi per sviluppare il tuo potere personale sono facili da capire e da mettere in atto. Si tratta più che altro di cambiare mentalità, aprirti al potere dell’energia vitale che è dentro di te e lasciartene trasportare. Tutto è lì che ti aspetta, e non appena lo capirai meglio le persone reagiranno a questa tua nuova energia. All’improvviso gli antichi blocchi e le frustrazioni svaniscono, e ti accorgi di essere più connesso al flusso universale delle cose, la tua strada diventa più diritta e compaiono persone che ti aiutano ad allacciare nuovi contatti. Insomma, le cose buone ti arrivano nel modo giusto… miracolosamente. In questa opera di Stuart Wilde ci sono le tre chiavi per accrescere il tuo potere personale.


VINO AL VINO – IL BLOG DI FRANCO ZILIANI


















“Due brevi note di presentazione. Sono nato a Milano nel 1956 e dal 1966 vivo in provincia di Bergamo. Giornalista pubblicista dal 1981, dal 1984, dopo aver collaborato, scrivendo di libri, cultura, musica classica e di cucina, a quotidiani come La Gazzetta di Parma, Il Giornale, La Gazzetta ticinese e Il Secolo d’Italia, mi occupo di vino. Per diciotto anni, sino all’ottobre 1997, sono stato direttore di una biblioteca civica. Tra le testate che hanno segnato il mio percorso di giornalista sempre più appassionato di cucina e di vini, sino a farne l’oggetto esclusivo del mio operare, ricordo con particolare piacere il Gambero rosso, anni 1987-88, quando era ancora supplemento del Manifesto, quindi Pane & Vino, Gente Viaggi, Casaviva, dove ho curato una rubrica dedicata al vino per nove anni, Vera, Meridiani, A Tavola, su cui ho scritto per oltre dieci anni, avendo la fortuna di avere come direttore e poi come amico una persona indimenticabile e un vero maestro come Germano Pellizzoni. Per sei anni, sino all’aprile del 2005, mi sono occupato, da vero one man band, avvalendomi di una squadra di collaboratori entusiasti, del sito Internet WineReport.com.
Attualmente divido la mia attività di giornalista tra riviste cartacee come Corriere Vinicolo e De Vinis, organo dell’Associazione Italiana Sommelier  e testate on line, come Focus wine, LaVINIum.com, Sommeliersonline, sito Internet dell’A.I.S. Dal 2000 sino al maggio 2007 sono stato curatore della news letter settimanale B!Vino, che ogni giovedì viene ricevuta da circa 30 mila abbonati. Collaboro con l’Associazione Italiana Sommelier e con alcune riviste in lingua inglese, sono membro dell’Editorial board di The World of Fine Wine e insieme al collega americano Nicolas Belfrage, MW, curo la sezione italiana dell’annuario Wine Report di Tom Stevenson.
Dall’ottobre 2005 a tutto marzo 2006 ho dato vita al blog denominato Il taccuino del Franco tiratore
http://blog.virgilio.it/franco_tiratore


THE NEXT WEB















"24 editors & writers across Europe, Australia, Middle East, Africa, Asia and North & South America. One of the top 10 most influential blogs in the world (sources: Technorati and Techmeme).
3,7 million monthly visitors (June 2011)
5 million monthly page views (June 2011)
Top 5 countries: US, UK, Canada, The Netherlands and India
92% growth over the last 6 months
12% of traffic from mobile devices
500,000 Twitter followers
100,000 Facebook fans
50,000 RSS subscribers

How it all started: TNW Events - The Next Web goes back to 2006 when Boris, Arjen and Patrick organized our first conference. It was planned as a one-off to promote our own little startup named Fleck.com. But with 300+ attendees and a great line-up of speakers – Kevin Kelly, Kevin Rose and Michael Arrington among others – it turned out a lot more successful than we ever imagined. After this first conference we realized we had something that people were waiting for. So we promptly started organizing The Next Web Conference 2007 and we have grown ever since. The Next Web Conference aside, we organize several other events like Bowlr, Kings of Code and the upcoming TNW Mobile Conference in London.
TNW Blog - In January 2008, The Next Web blog launched as a spin-off to the conference in 2008. Over the last few years this site has grown into one of the world’s leading technology blogs. Lead by our Editor in Chief and partner Zee M Kane, the blog is currently ranked in the top 10 most influential blogs in the world according to Technorati. Together with you, another 3.7 million readers visit us every month and read more than 5 million pages.
We live to bring news and views from an international perspective. With a brilliant team of editors & writers across Europe, Australia, Middle East, Africa, Asia and North & South America, you can rest assured that if it’s worth hearing about: you’ll hear it from us first.
TNW Labs - Now if this is all sounding like the cliché success story from a little child’s book, don’t you worry. We have had numerous projects that started little and shrunk exponentially. But at The Next Web we embrace failure and in that way we ensure that a lot more beautiful stuff keeps us occupied every day. So these are the ones that made it out of TNW Labs:
Twitter Counter started as a self funded startup in our head office in Amsterdam, The Netherlands. Today with 550,000+ monthly visits and 2.1 million page views it has grown into the number 1 stats site for Twitter users. Twitter Counter became profitable within the first 6 months after launch and has been growing phenomenally ever since.
Paydro.com, an online ticketing and payment system, found its roots when we organized The Next Web Conference in 2008 for the 3rd time. We kept bumping in to the limited features of existing ticketing services, so we built our own. After the event we noticed other event organizers had the same ‘problems’ so we kept on improving to introduce Paydro a year later.
PressDoc.com is the press release reinvented. Part of The Next Web family since 2009 is this flexible new platform for the quick and simple creation of “media enriched” press releases. It makes press releases open, easy to find, and quick to share.
Wakoopa.com understands what people do in their digital lives. In a privacy conscious way, the technology tracks what websites people visit, what ads they see, or what apps they use. Data essential for making decisions in any digital market.
TNW Games - SquadCoach.com is a online football management game, currently based on the real Dutch competition. The free game will appeal to every football fan, as they can challenge their friends to determine who has the most knowledge of this huge popular sport.
Hi Res print logo - What? Did you read this awesome story but actually just wanted our logo? Right click and download it below or download Full Res and AI File here".


sabato 5 novembre 2011

GQ n. 55: MONICA BELLUCCI … XXX!


“Quelli che però è lo stesso”: scuola e giovani nella periferia romana raccontati da una giovane professoressa, precaria e sognatrice. Intervento di Roberto Martalò



















“Che è, 'na pischella?”. L'ingresso della professoressa Dai Pra' nel mondo della scuola non è stato certamente all'altezza delle sue aspettative. Catapultata nella periferia romana, al suo primo incarico da docente precaria, la docente vivrà un'esperienza al limite dell'incredulità: entrerà presto in contatto con colleghi cinici e non amanti della professione, con ragazzi disinteressati e provenienti da famiglie disastrate, con adulti maldisposti. Non tutto il male vien per nuocere e così Silvia potrà anche togliersi delle soddisfazioni: dai buoni voti a Nadjette, giovane marocchina emancipata e desiderosa di studiare, ai progressi di Tomas Di Serio alias Pierino.
Un anno intenso e caotico che la Dai Pra' racchiude nel suo “Quelli che però è lo stesso”, libro interessante non solo per la testimonianza diretta che una docente offre del mondo della scuola, ma anche per la descrizione accurata della periferia romana, per il quadro del mondo giovanile che ne esce e che dovrebbe interessare di più non soltanto gli stessi ragazzi protagonisti di queste pagine, o che si possono facilmente identificare con gli alunni della Dai Pra', ma anche tutte le istituzioni coinvolte (dal Ministero dell'Istruzione, che sembra non conoscere certe situazioni, agli amministratori locali, che non possono lasciare che il degrado prenda il sopravvento).
L'autrice sceglie una forma che si alterna tra il diario, il reportage e il romanzo vero e proprio; in tal modo, si riesce a unire nel libro la descrizione dello stato d'animo della protagonista rispetto alla condizione della scuola e delle periferie, la testimonianza di situazioni particolare raccontate come se fossero riprese da un'inquadratura oggettiva e un intreccio – che segue il percorso temporale dei trimestri - che coinvolga e che crei familiarità tra il lettore e i personaggi del libro.
“Quelli che però è lo stesso” ha dunque il merito di raccontare con precisione uno spaccato di Italia molto spesso sottaciuto e che dovrebbe avere più spazio, soprattutto in un periodo in cui la questione della scuola, dei giovani e delle periferie assume rilevanza per il futuro di tutto il Paese. Lo fa con uno stile piacevole ed è per questo che la lettura è fortemente consigliata.
P.S. ottima anche la politica di prezzo scelto dalla Laterza, il libro è accessibile a tutti.

Quelli che però lo stesso di Silvia Dai Pra’
Laterza, 171 pag, 10€

OGGI MANGIO DA … N. 58: ULIASSI A SENIGALLIA















“La storia del ristorante Uliassi non puó che cominciare così...Tutto inizió con un babbo, Franco Uliassi contadino, ma che il contadino non voleva fare e che per sfuggire alla terra negli anni 50 si mette a fare il camionista. Si sa che i camionisti girano in lungo e in largo l'Italia e a pranzo e a cena si fermano nei ristoranti che incontrano lungo la loro strada. In uno di questi conosce la nostra mamma Bianca Maria Bartolacci, cameriera e figlia dei ristoratori, che a loro volta erano figli di locandieri. Tra loro è amore a prima vista e come prezzo di questo amore (suo malgrado) il babbo decide di mollare l'avventura della strada per quella di un bar che viene acquistato e aperto, appunto, con la signora Bartolacci ora Uliassi. I tre figli (Mauro, Walter e Catia), nati dalla loro passione, si ritrovano fin dalla nascita a respirare l'atmosfera tipica dei pubblici esercizi e, come spesso succede, ognuno di loro coltiva interessi e rincorre sogni diversi. Mauro fa l'ITIS (la parola "elettronica" gli riempiva la bocca). Walter frequenta l'Accademia Aeronautica e volare e' rimasto il suo sogno. Catia si iscrive all'Istituto tecnico con indirizzo informatico. Ma la scuola di perito industriale non è proprio quello che Mauro si aspetta e, anche se si diverte (erano gli anni della contestazione studentesca e delle varie bagarre), i vari teoremi di Tevenin con tanto di calcoli logaritmici gli rimanevano molto ostici… e poi non c'erano femmine, duemila studenti qualche insegnante, ma rigorosamente tutti maschi. Tre anni, I, II e III lasciato a metà, poi basta: Mauro sogna di viaggiare sull'onda del mito hippy e vuole abbandonare tutto per andarsene via. Il padre con le lacrime agli occhi gli consiglia di cercare altre strade, finchè Mauro si convince e decide di provare ancora e sceglie la scuola alberghiera. C'e' subito grande entusiasmo. Niente a che vedere con il grigio ITIS, si beve e si banchetta e soprattutto... ci sono tantissime femmine, femmine ovunque. Quattro anni di cui 2 in uno durante i quali si sono realizzate varie esperienze negli ambienti turistici alberghieri prima come barman nei night e nelle discoteche, poi come cuoco nei ristoranti e negli alberghi italiani e francesi. Ma la prima vera esperienza di cucina (dura, molto dura!) è quella con lo chef "cordon bleu" Lucio Capannari, che lo inchioda per diciotto ore al giorno per 6 mesi, senza neanche un giorno di riposo. Ma il sacro fuoco per la cucina non è ancora arrivato, appena diplomato dice basta a favore di studi universitari. Sociologia e 7 esami all'Università di Urbino poi… conosce Chantal, la sua futura moglie, e in pieno innamoramento scopre quanto sia bello procurare piacere agli altri attraverso il cibo, che cucina sia per lei che per gli amici. Si rimette a fare il cuoco con una nuova consapevolezza e con l'ardore della ricerca e della sperimentazione. Contemporaneamente entra nella scuola Alberghiera "Panzini" di Senigallia come insegnante di cucina e pasticceria. Comincia a studiare seriamente, a fare stage, a girare e a mangiare nei grandi ristoranti e a conoscere altri cuochi, acquisendo nuove esperienze e caricandosi di voglia di fare e di esprimere sè stesso attraverso l'arte della cucina. Poi il ristorante, soffiato per un pugno di lire in piú e con un po' di fortuna ad un miliardario che lo voleva...”




I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

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