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domenica 23 ottobre 2011

IVAN SCALFAROTTO – il blog





















Pescarese per nascita, foggiano per formazione e milanese per amore, classe 1965. Montessoriano in età scolare (ma poi, in realtà, tali si resta per sempre), maturità classica, Ivan si è laureato con lode in giurisprudenza a Napoli. Ha lavorato per più di 20 anni per importanti banche italiane ed internazionali come Direttore delle Risorse Umane vivendo per sette anni all’estero, tra Londra e Mosca. Durante la sua attività professionale Ivan si è dedicato assiduamente alle tematiche delle pari opportunità nelle aziende e, durante la sua prima permanenza a Londra, ha presieduto “Citigroup Pride”, il gruppo di dipendenti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali della banca. Dal febbraio del 2009 Ivan è rientrato stabilmente in Italia per dedicarsi a tempo pieno alla politica, al suo blog e all’attività pubblica. L’impegno diretto in politica di Ivan è cominciato nell’estate del 2005 quando, spinto da un manipolo di italiani del gruppo londinese di “Libertà e Giustizia” e armato solo del proprio blog, ha deciso di correre per le primarie dell’Unione. Sfiderà Prodi, Bertinotti, Di Pietro, Mastella, Pecoraro Scanio e Simona Panzino arrivando sesto con 26.912 voti, pari allo 0,6%. Da sempre sensibile ai temi del lavoro, dei diritti civili e della modernizzazione del paese, nel marzo del 2007 su invito dell’allora Segretario Piero Fassino ha aderito ai Democratici di Sinistra per partecipare alla costruzione del Partito Democratico. Alle Primarie del 2007, Ivan è stato eletto all’Assemblea Costituente del Partito Democratico nel collegio di Corsico, in provincia di Milano, e successivamente è stato nominato componente della Commissione incaricata di redigere lo Statuto del partito nuovo.
Durante il Congresso del PD dell’ottobre 2009, Ivan è stato rieletto in Assemblea Nazionale in rappresentanza del Collegio Milano 5. Durante la riunione del 7 novembre 2009, su proposta della Presidente Rosy Bindi, l’Assemblea lo ha eletto vicepresidente insieme a Marina Sereni.
Attualmente Ivan lavora come consulente strategico nel campo delle Risorse Umane e del Diversity Management per società italiane e internazionali. Nell’aprile 2010 Ivan ha fondato “Parks – Liberi e Uguali”, di cui è Direttore esecutivo. Parks è un’associazione no profit tra imprese impegnate ad implementare politiche di pari opportunità per i propri dipendenti GLBT e a creare una cultura di rispetto e inclusione sui luoghi di lavoro.
Ivan collabora con L’Unità e con Il Post. Oltre alla politica, ha alcune altre irrefrenabili passioni tra le quali quella per la compagnia degli amici, quella per i suoi gatti Fidel e Frida e quella per Federico, suo straordinario sostegno e grande amore.







DEHA





















Le collezioni  DEHA, pensate per chi ama la danza e desidera indossare in ogni momento della giornata uno stile sportivo ma allo stesso tempo ricercato e deciso, si presentano in modo forte e unico al mercato. Si mostrano ricche di motivi e contenuti accomunati da due parole chiave: femminilità e ricercatezza. La prima parola, femminilità, riecheggia il nome DEHA che in sanscrito significa anima e corpo. Racchiude un mondo fatto di capi che tendono a scoprire il corpo mettendone in risalto le curve e i movimenti e a regalare sensualità grazie ai giochi di sovrapposizioni e agli accostamenti decisi e grintosi. La seconda parola, ricercatezza, trova giustificazione prima di tutto nella ricerca di nuovi tessuti. A ciò si devono aggiungere i vari trattamenti in capo che donano ai vari modelli una particolare dimensione e morbidezza. La proposta di colori infine è molto ampia (dodici toni colore) nel rispetto della consolidata filosofia della collezione da sempre caratterizzata dall'originalità cromatica. Il risultato è una selezione di capi, ideali per soddisfare le esigenze più diverse, ciascuno dei quali racchiude in sé una storia e che permettono alla donna DEHA di creare dei look distintivi, personali e vissuti in grado di farla sentire unica.

sabato 22 ottobre 2011

GQ n.41: LEONARDO DI CAPRIO … KING LEO!


RETROMANIA DI SIMON REYNOLDS (ISBN)















A tutt’oggi mi chiedo se il pop sia morto, e se i “fasti” di qualche anno fa siano irripetibili! Mi spiego meglio: la psichedelia impazzava negli anni sessanta, il post/punk nutriva di energia gli anni settanta, l’hip hop faceva ballare gli anni ottanta, il rave devastava gli anni novanta. Nel nuovo millennio si registra invece per la musica una visione “dietrologica” che tenta di rendere per note atmosfere, sensazioni, stimoli che vengono da tutto quell’humus discografico che ha nomi specifici come Police, Sex Pistols, Sonic Youth, Einstürzende Neubauten. Mi ritrovo a passeggiare tra gli scaffali dei negozi di musica e vedo solo "altarini celebrativi" di storiche pop stars e se mi addentro nell’underground dei concerti urbani scorgo garage simil punk o cloni di Amy Winehouse, La Roux e Lady Gaga. Ma cosa sta succedendo? Risponde a questo interrogativo il bravissimo Simon Reynolds che per ISBN esce con RETROMANIA. La domanda sorge spontanea … ma quando finiremo di attingere agli anni d’oro della musica, i vari creative teams cosa si inventeranno? Si riuscirà mai a trovare un po’ di originalità nella produzione contemporanea musicale odierna? Da Cina, Brasile, e altri paesi di nuova economia dove è tanta la voglia di futuro, la musica crea identità sociale e molta  voglia di costruire senso: un esempio? Basta ascoltare gli Animal Collective!. Libro interessantissimo che si legge con estremo piacere ma soprattutto irrinunciabile per chi si sente pop!


Simon Reynolds è il più autorevole critico musicale contemporaneo. Ha collaborato, tra gli altri, con New York Times, The Guardian, Rolling Stone, Observer, The Wire, Uncut. Isbn ha pubblicato Post-punk 1978-1984,

IL LIBRO DEL GIORNO: "Tutto sugli anni '80" di Claudio Ravanello (Youcanprint)





















Questo libro ripercorre con grande passione la storia degli anni ’80, attraverso 450 momenti di cronaca, sport, spettacolo, curiosità e scandali. Quattro episodi, l’incredibile atterraggio del piccolo Cessna di Mathias Rust davanti al Cremlino, l’attentato organizzato dai Servizi Segreti francesi a Greenpeace, il ritrovamento dei diari di Hitler, l’avventurosa storia di John DeLorean, sono sviluppati in capitoli a parte. Chiunque abbia vissuto quel decennio ritroverà qui tutti gli accadimenti che lo hanno fatto commuovere, esaltare, sorridere, intristire. Anno per anno rivivremo la fine della guerra fredda e dell’apharteid, così come lo sbocciare di strabilianti invenzioni quali il personal computer, il compact disc, il web, le consolle. Ricostruiremo i grandi attentati del decennio: Ronald Reagan, il Pontefice, la Regina Ci angosceremo per gli irrisolti misteri italiani dei “suicidi” Calvi e Sindona, della scomparsa di Emanuela Orlandi, delle stragi di Ustica e Bologna. Passeremo in rassegna i grandi eventi, sia sportivi, coppa dei campioni, scudetto, olimpiadi, che artistici, Oscar, Grammy Awards, Sanremo, hit parade. Rideremo della straordinaria beffa delle teste di Modigliani, ci emozioneremo per il ritrovamento del Titanic e delle casseforti dell’Andrea Doria.  Non esiste ricostruzione più completa di un decennio che, pur non privo di tragedie e guerre, ha portato con se una inimitabile ventata di ottimismo, modernità e spensieratezza. Una lettura, condita da numerose illustrazioni, che scorre veloce e leggera, tra nostalgia e forse un po’ di rimpianto.

Claudio Pavanello. Aveva 14 anni, una Vespa 50 Special grigio metallizzato ed una folta chioma quando è iniziato il decennio degli ’80! Oggi è un giornalista professionista e lavora nel mondo della Comunicazione.

LA FISICA DEI MIRACOLI DI RICHARD BARTLETT (MACRO EDIZIONI)


La Fisica dei Miracoli Buono


Le scienze, la storia e la cronaca sono piene di eventi fuori dall’ordinario, così imprevedibili da essere catalogati come “miracoli”, “magie” o con altre definizioni che ci fanno pensare che cose del genere siano “soprannaturali” e non potranno mai accaderci. In La Fisica dei Miracoli Richard Bartlett ci indica la via per vivere questi eventi sorprendenti. Il dottor Bartlett si ispira all’esperienza dei suoi famosi seminari e alle sue vastissime competenze per elaborare la base teorica e insegnare gli aspetti pratici della sua grande scoperta: applicando forze ormai ben conosciute dalla scienza contemporanea possiamo produrre nel nostro presente cambiamenti immediati e sostanzialmente “miracolosi”. Tutti hanno la possibilità di riuscirci, non è richiesto alcun training speciale. In questo bestseller internazionale di grande successo, Bartlett propone tutta una serie di esercizi che consentono di verificare in tempo reale le sorprendenti teorie raccolte. Contiene numerosi racconti di persone che hanno ottenuto veri e propri miracoli applicando la “tecnica dei due-punti”, che simula l’attrazione tipica delle calamite e ci aiuta a diventare consapevoli e ottenere risultati e cambiamenti molto profondi. La Fisica dei Miracoli ci offre la chiave per accedere a un livello assolutamente nuovo di potere e di consapevolezza: l’obiettivo finale è quello di sfruttare al meglio l’energia personale e universale.

OGGI MANGIO DA … N. 44: CHÂTEAU DE LA CHÈVRE D'OR (RUE DU BARRI - 06360 EZE VILLAGE)















“Stars hollywoodiennes et heureux gourmets voyageurs reviennent découvrir chaque saison ses créations culinaires inspirées. De larges baies vitrées, à travers lesquelles un panorama exceptionnel irise la grande salle offrant plus que jamais aux invités rêve et évasion. La décoration offre une ambiance sophistiquée, moderne et feutrée. La Chèvre d’Or, l'une des meilleures tables de la Côte d’Azur. Tel un trésor vivant, le restaurant gastronomique “La Chèvre d’Or” révèle la magie des goûts, la subtilité des saveurs, l’efflorescence des senteurs, les sucs caractéristiques des grands crus. Entre moderne et classique, cette cuisine est l'un des fleurons incontournables du Relais & Châteaux ézasque... La Chèvre d'Or vous propose une cuisine d’inspiration, de recherche avec des produits de saison rigoureusement sélectionnés. Un mariage savant de fraîcheur et de raffinement, un style réfléchi et sensé qui puise le nectar originel dans chaque saison, et réveille les sens afin que chaque convive partage un instant inoubliable. Les mets prennent des dimensions inattendues. Ils croustillent, claquent, fondent, exaltent les palais les plus subtils. Fabrice Vulin, chef émérite et généreux, au parcours exemplaire, succède aux (seulement) 5 Chefs qui ont œuvrés depuis 1953 avec toute leur passion et leur talent aux cuisines de ce légendaire Relais & Châteaux.
Homme d’action enrichi par ses voyages, à la fois rigoureux et chaleureux, Fabrice Vulin exprime sa cuisine dans ce Relais & Châteaux emblématique entre terre et mer pour le plus grand plaisir des fins gourmets. Et c’est sans compter sur le talent et la persévérance de l’équipe de Pâtisserie en place menée par Julien Dugourd, ex-chef de partie de Christophe Michalak au Plaza Athénée et sous-chef Pâtisserie au Louis XV. Avis aux gourmets et aux gourmands !
L’art du service, l’art de la table habitent ce lieu magique. Une organisation précise, une équipe harmonieuse parfaitement réglée, pour des prestations uniques et le plaisir de chaque convive. Philippe Magne, Chef Sommelier, assisté de Claude Derrien, élaborent une carte des vins, équilibrée de découvertes et de références de l’ensemble du vignoble français. Cette cave abritant près de 35 000 bouteilles est à l’image de l’établissement.”


NOMFUP – il blog

















“Inutile girarci intorno. Se un sito che si occupa di comunicazione politica si chiama NoMFuP (acronimo per “Not my f**ing problem) non può che essere un atto devozionale verso Malcolm Tucker, lo spin doctor della serie tv inglese The Thick of It, interpretato da Peter Capaldi e modellato, pare, su Alastair Campbell. Non è un fan club, neanche una webzine. Ma un blog collettivo che seleziona e aggrega notizie, video e analisi sul tema della comunicazione politica. In Italia e nel mondo. Chi collabora a NoMFuP? Una “nuvola” di esperti, giornalisti, addetti stampa, tutti accomunati dalla passione per come comunica la politica. E adesso, come direbbe Tucker, “come the f**k in or f**k the f**k off”.



CROMIA















Sii te stessa con la collezione Cromia. Cromia presenta ogni stagione collezioni fashion e trendy per soddisfare le esigenze di donne dinamiche e attente alle tendenze dalla moda. Lo stile Cromia è personale, riconoscibile ma mai eccessivo. Dallo stile gipsy a quello city dal basic al country tutte le borse Cromia sono curate in ogni dettaglio. Cromia è un marchio di La.i.pe S.p.a., azienda che da 40 anni produce pelletteria per i maggiori marchi internazionali. La tradizione della qualità artigianale sono i fondamentali di tutte le collezioni di borse e accessori. Cromia grazie ad uno staff giovane e preparato offre ai clienti puntualità nelle consegne e ad un severo controllo della qualità su tutta la merce. Inoltre un reparto dedicato è in grado di offrire un servizio riparazioni o sostituzioni della merce. Cromia vende borse da donna e accessori in tutti i mercati del mondo in particolare in Italia, Russia, Germania, Sud Corea, Giappone.


venerdì 21 ottobre 2011

GQ n.40: HEIDI KLUM ... sorpresa?!



Il libro del giorno: EVOLUZIONE SPONTANEA di Bruce H. Lipton e Steve Bhaerman (Macro edizioni)


Evoluzione
Spontanea Da non
perdere


Oggi la scienza ci dimostra l'esistenza di eventi e cambiamenti così sorprendenti da essere definiti miracoli. Ma può succedere la stessa cosa al nostro pianeta? Secondo i pionieri della biologia Bruce H. Lipton e Steve Bhaerman, non soltanto è possibile, ma sta già accadendo. In Evoluzione Spontanea, Lipton e Bhaerman rivelano come le nuove scoperte della biologia ci aiuteranno ad attraversare questo turbolento periodo storico, e come ciascuno di noi potrà prendere parte a questo cambiamento globale per raggiungere un futuro più luminoso. Le implicazioni di questo potente libro hanno le potenzialità per cambiare il mondo. L'Evoluzione Spontanea è la mappa di vita che tutti aspettavamo! Con la giusta miscela di umorismo spirituale e scienza dimostrabile nei fatti, Bruce Lipton e Steve Bhaerman gettano un'insolita luce olistica su una nuova civiltà emergente.


CONVERSE















“Everyone has a history — an account of the things they’ve done during the time they’ve been around. We think of ours as a bunch of cool stories that have led us to where we are and will show us where we’ll go. We’ve also been around long enough to learn it’s not about how old you are, but how good you are — and that everyone loves a good story. Here are a few about us:
The Beginning - Sometime in 1908, Marquis Mills Converse decided to start a rubber shoe company, bypassing a rubber trust that prevented most companies from doing business directly with their retailers. Early catalogs bragged about how many trucks left the Converse factory in Malden, Massachusetts, delivering product directly to stores in Boston. Mr. Converse’s idea worked. But more importantly, it survived.”
(1908-1918) In 1913, Converse produced a catalog with the following words: “Our company was organized in 1908 fully believing that there was an earnest demand from the retail shoe dealer for a rubber shoe company that would be independent enough not to follow every other company in every thing they do.” Those words would prove prophetic. Always a brand for those independent enough not to follow, the young company would take up with a young sport: Basketball. Also, Converse made tires. But the basketball shoes gained more traction.
(1918-1928) Chuck Taylor joins the Converse Rubber Company. How it happened remains lost to history, but the reason isn't: Chuck Taylor loved basketball and desired nothing so much as to spread of the word of the new game and sell the sneakers it required. By this point, the All Star shoe has been introduced and features the distinctive diamond pattern sole.
(1928-1938) By the time he lent his name to his signature badminton shoe in 1935, Jack Purcell had won five consecutive Canadian championships and been declared the world badminton champion. The Jack Purcell sneaker retains the legacy of its namesake and the feel of his sport.
(1938-1948) World War II provided Converse with a singular opportunity. Many products destined for servicemen overseas now became a focus of Converse manufacturing. The product range included footwear, apparel, boots for pilots and army servicemen, parkas, and rubber protective suits and ponchos.
(1948-1958) The invention of Rock & Roll. It was loud, lewd, filthy and everything everyone who feared it said it was. It was also a movement in search of a uniform: It found the leather jacket, the blue jean and the high-top sneaker. Interestingly enough, right about this time, the high-top sneaker was around for the birth of something else: The National Basketball Association.
(1958-1968) A decade of change — for everybody. Rock & Roll and pro basketball grew up (in Chucks), and All Stars finally came in colors. In tumultuous times, legends are born — and from a green and white basketball team to a British invasion, from rooftops to alfalfa fields, Converse was along for the ride.
(1968-1978) Somewhere right around 1974, the All Star sneaker got a little bit of a makeover. Remade in colorful suede with a big, bold star on the side, it was built for basketball—but there was something about its brashness and brightness that would make it irresistible to a generation of rockers, skaters and rebellious souls. Then around ’76 came the Pro Leather, an instant favorite in a time when the game needed a vibe.
(1978-1988) An immediate on-court favorite, the Weapon sneaker became almost universally favored by professional, college and high school teams throughout the 1980s and ’90s. In 1986, Converse launched the “Choose Your Weapon” ad campaign, featuring two of the game’s biggest rivals wearing one of the game’s biggest shoes. Over 20 years later, the legacy of Weapon — and its place in sport and culture — continues to challenge the competition.
(1988-1998) First came Grandmama. That was a big deal. Then, in 1996, Converse had a hit on its hands with a basketball shoe called the All Star 2000. It was the first attempt at replicating the Chuck Taylor All Star sneaker for contemporary competition, and there was something about its ankle patch, red midsole stripe and no-nonsense approach to the game that at least 1 million people couldn’t resist.
(1998-2008) The brand enters its second century by honoring its heritage of seeing things a little differently, loving people who want to change the world for the better, and basically celebrating the spirit of rebellion and originality in basketball, Rock & Roll and anywhere else you find it. And there you have it — for now… The best stories are the ones that don’t end — the ones you just keep adding to and adding to — all the while marveling at the creative, disruptive, optimistic, courageous ways things evolve from being what they were, to what they are, to what they will become.




GRAVITA’ ZERO blog















Gravità Zero è un blog di divulgazione scientifica che cerca di spiegare la scienza in maniera chiara, semplice e divertente. Gravità Zero è strutturato come un corporate blog: un vero e proprio kit di sopravvivenza, un valido strumento che cerca di eliminare quella distanza tra chi fa ricerca e il grande pubblico. Articoli di approfondimento sulle questioni scientifiche più attuali, si alterneranno a news di carattere generale e ad articoli di giochi ricreativi e divertenti. Un blog che solletica l'emisfero sinistro del cervello, senza dimenticarsi di stimolare la parte creativa propria della parte destra. Un blog che da una parte si rivolge ai ricercatori, agli insegnanti, ai giornalisti e a coloro che svolgono la professione di comunicatore scientifico, che troveranno qui spunti e metodi per "comunicare al meglio le loro ricerche". Ma anche a giovani e appassionati che troveranno in queste pagine un modo particolare di approfondire la conoscenza del mondo fisico che li circonda sotto un'ottica del tutto innovativa e stimolante.


OGGI MANGIO DA … n. 43: La Madia a Licata (AG)

















Lo Chef Pino Cuttaia  – “Ho 41 anni e 3 figli; ho aperto la Madia a Licata insieme a mia moglie Loredana nel 2000, e abbiamo ricevuto la stella Michelin nel 2006. Sono nato a Licata, e da bambino ho seguito la famiglia nel nord Italia. Ho vissuto a Torino, e dopo gli studi ho cominciato a lavorare in fabbrica. Nel fine settimana cucinavo, per distrarmi. Poi la distrazione si è trasformata in lavoro, con lunghi soggiorni nelle cucine di ristoranti importanti (Il Sorriso a Soriso, Novara; Il Patio a Pollone, Biella). Al nord ho imparato la precisione nel lavoro. Al sud ho ritrovato il calore, la passione, gli ingredienti e le ricette della mia infanzia. Quel concorso di cose che tutte insieme si chiamano «identità». Ed è proprio questo che mi dà la libertà di reinventare, di cucinare ricordando momenti passati, stagioni, simboli della storia gastronomica della mia gente.”
La cucina – “Uno dei momenti più belli è quando sforniamo il pane, anzi, i pani: sette, tutti diversi, sono il nostro benvenuto. Ci piace essere semplici e buoni, a partire dal pane. Da noi troverete tecniche che citano giochi d’infanzia, episodi di vita isolana: come l’affumicatura alla pigna, la bottarga pensata per dare consistenza a una salsa, il nero di seppia essiccato e trattato come una spezia. Ingrediente, colore, consistenza: la cucina, da noi, parte da qui. Poi ci sono le chiacchiere coi pescatori, con i contadini. I pensieri prima di prendere sonno, le idee da mettere alla prova.
Dai pescatori e dai contadini, a saperli ascoltare, non si imparano solo le ricette di gente semplice che da generazioni sa mangiare bene. Si impara che per trasformare un’idea in ricetta bisogna saper aspettare il tempo. La cucina è il pensiero di un singolo: è frutto della solitudine dello chef, della riflessione su un ingrediente, su una tradizione. È un pensiero che diventa un fatto corale, di squadra da dividere con I nostri collaboratori. La fatica è di tutti. Il risultato, anche.”


Artificial Paradise, di Gianpaolo Borghini (LaRecherche.it) – un estratto



















“Lo choc è stato forte. La sera, nella luce spietata dei neon, l’ufficio di Corrado sembra più spoglio di quello che è. La luce lattiginosa appiattisce i rilievi, deforma l’umore, annulla le ombre. Lui sbatte nervosamente le dita sulla tastiera del computer. Muove isterico il mouse. Vorrebbe far quadrare dei conti che nessuna logica può far tornare: le poche voci in entrata contro le infinite in uscita. Lo schermo LCD è ogni istante più minaccioso: bocca di un forno a fuoco vivo che carbonizza speranze. Una rabbia sorda gli crea un tic nervoso a una gamba. I numeri sono sempre più piccoli: formiche rabbiose, spietati predatori. Le cifre escono dal monitor e lo colpiscono sugli occhi, sulle aree del cervello adibite ai calcoli, sfiniscono l’illusione. E poi i volontari da coordinare: sempre pochi e troppo sprovveduti e le telefonate problematiche per due ricoveri di vagabondi, le cui esistenze sono finite lo stesso pomeriggio. È disumano fondare e gestire due case per il recupero dei barboni se non sei Madre Teresa di Calcutta e nel suo Dio nemmeno riesci a crederci. Anche se vivi in una città moderna con la metropolitana, due aeroporti, ospedali, SUV in doppia fila e anziani custoditi in case di riposo asettiche e non in quella realtà meno che povera dove lei aveva scelto di compiere la sua missione. Ma avere una missione, o avere l’impressione di averla, sconvolge le esistenze e può cambiare tutto quanto ci circonda.”

giovedì 20 ottobre 2011

GQ n.39: ASIA ARGENTO … BELLA E RIBELLE!


Il libro del giorno: CANTI e SUONI della TRADIZIONE di CARPINO a cura di Pio Gravina ed Enrico (Kurumuny)




















“Quando per vecchiaia se ne saranno andati anche gli ultimi cantatori, pastori e contadini nati negli anni ʻ20, non ci sarà più modo di poter ascoltare dal vivo la musica di tradizione di Carpino, e di capire di chi siamo figli, e da dove proveniamo”. Con queste considerazioni che danno la misura del lavoro di ricerca condotto, Pio Gravina e Enrico Noviello aprono il loro lavoro Canti e suoni della tradizione di Carpino, composto da due Cd audio e da un libretto allegato, una sorta di guida all’ascolto con i testi dei canti eseguiti, le note dei due curatori e le traduzioni dei canti stessi. Proprio per cercare di salvare dall’oblio un patrimonio straordinario, un vero e proprio giacimento di memorie e di suoni antichi, Gravina e Noviello hanno deciso di intraprendere la stessa strada che prima di loro hanno percorso grandi ricercatori come Alan Lomax, Diego Carpitella e Roberto Leydi. Per due anni Noviello e Gravina hanno frequentato gli ultimi esponenti della tradizione carpinese, accompagnandoli con la chitarra battente e quella francese (quella classica) nei sonetti eseguiti nei tre modi tradizionali, alla montanara, alla viestesana, alla rodiana e documentando questi incontri. Una selezione dei materiali sonori provenienti da questa ricerca, scelti in base al valore documentario, alla qualità delle performances vocali, e al fatto di contenere strofe e modalità esecutive di particolare interesse o in qualche modo diverse da quelle finora conosciute, compone il primo Cd della raccolta. Il secondo invece contiene una serie di canti provenienti dalle ricerche storiche, a partire da una rodiana sporca registrata nel 1966 da Roberto Leydi e Diego Carpitella dalla viva voce di Antonio Di Cosmo, detto Marèssë, passando per alcuni brani registrati da Ettore De Carolis nel 1967, per arrivare ad altri brani registrati nel corso di alcune sessioni informali degli anni ʻ80 e a esibizioni più recenti dei componenti dei Cantori di Carpino, tra cui spicca una notevole ninna nanna eseguita da Antonio Piccininno, l’ultimo componente anziano del gruppo rimasto ancora in attività. Dall’ascolto di questa affascinante sequenza musicale, che nelle intenzioni dei due ricercatori “vuole restituire un’idea complessiva di uno dei corpus musicali della tradizione agricolo pastorale più interessanti di tutta Italia”, si rimane colpiti dalla complessità e dal virtuosismo delle tecniche strumentali e vocali elaborate nel centro della Capitanata e dall’estrema raffinatezza e varietà delle soluzioni poetiche, finalizzate in gran parte allo svolgimento delle serenate.

OGGI MANGIO DA … N.42: Martín Berasategui (Loidi Kalea 4. 20160 Lasarte-Oria, Gipuzkoa)












“Llevo 35 años dedicado en cuerpo y alma a lo que más me gusta en el mundo, cocinar. Siempre hemos procurado ser precisos con los gestos, prudentes con el horno, certeros con el filo, afinados con el olfato, avispados en el mercado y rectos en el fogón. No es tan difícil acertar con las cosas del comer, basta con saber aprovechar y mejorar lo que nos viene dado, pues pisamos un país privilegiado. La pelea que libro a diario con mi equipo es la más antigua del mundo: la que enfrenta a la mano con el fuego. La vieja batalla de la piel contra la llama. Si quieres conocer de cerca todo esto que te cuento, entra en mi casa, las puertas están del todo abiertas para ti.”

Johnny English - La rinascita




Questo è il primo trailer italiano ufficiale di Johnny English - La rinascita. A 8 anni dal primo esilarante "Johnny English", il dissacrante Rowan Atkinson ("Mr. Bean") torna a vestire i panni dell'agente segreto più maldestro che esista. Questa volta la goffa spia sarà alle prese con una ragnatela di cospirazione che corre per tutto il KGB, la CIA e persino l'MI-7, minacciando l'incolumità del primo ministro Cinese. Ad affiancarlo nell'impresa, l'affascinante Pamela Head (Gillian Anderson), la mai dimenticata Scully di "X-Files".

VULCANI di Sabrina Mugnos (Macro edizioni)


Vulcani Quali
Rischi? Da non
perdere


Se i vulcani vicini a noi iniziassero ad eruttare cosa succederebbe in Italia? Ci troveremmo ad affrontare una situazione simile a quella del terremoto dell’Aquila del 2009 o, ancora peggio, dovremmo far fronte ad una catastrofe come quella del Giappone del marzo 2011? E' nostra responsabilità, per non essere colti impreparati, informarci sulla geologia della terra su cui viviamo e sul suo divenire? Geologa specializza in vulcanologia, Sabrina Mugnos in "Vulcani - Quali rischi?", risponde a tutte queste domande attraverso un'appassionante disanima scientifica dei pericoli e delle meraviglie che caratterizzano i vulcani, incorniciato in una visione struggente della natura e del suo rapporto con l’uomo, magistralmente colta dal suo animo umanistico. Una lettura indispensabile per pianificare il nostro futuro sulle basi di conoscenze inoppugnabili. L'autrice dedica ampio spazio ai vulcani italiani (anche a quelli sommersi sotto il Mar Tirreno), in particolar modo a quelli campani, e racconta, mettendoli a confronto, quelli del resto del mondo. Propone, inoltre, un utilissimo prontuario da utilizzare nel caso in cui ci si trovi in mezzo ad un'eruzione, uno tsunami o semplicemente in terreni vulcanici. Il libro, che contiene numerosi dati, informazioni, immagini e illustrazioni, appassiona per lo stile avvincente con il quale vengono raccontate le storie dei principali eventi vulcanici, spesso narrati in prima persona dall’autrice nella forma di un diario di viaggio, trasmettendo al lettore la sensazione di averli vissuti davvero. Tutto il materiale proviene da fonti scientifiche accreditate e la stessa prefazione è stata fatta da uno dei massimi esperti mondiali in materia. Dalla prefazione di Augusto Neri Direttore della Sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: “Il libro di Sabrina, unico nel suo genere sul panorama editoriale nazionale, è un saggio scientifico di alto profilo, ma anche un racconto appassionato e appassionante dei processi vitali del nostro pianeta. Sarebbe davvero un peccato non leggerlo!”

COMPTOIR DES COTONNIER





















“Depuis sa création en 1995, Comptoir des Cotonniers dessine ses collections en conjuguant modernité et chic intemporel. La silhouette allie naturel et raffinement, maîtres mots de la création où tout est pensé pour des femmes bien dans leur peau. En Europe, en Asie comme aux Etats-Unis, les clientes plébiscitent Comptoir des Cotonniers comme l’expression du chic à la française. La femme Comptoir joue en toute liberté avec les tendances, choisissant dans les collections les vêtements qui lui ressemblent, les matières qui lui plaisent et les couleurs selon son humeur. Elle est libre de créer sa mode et son propre style. Les collections Comptoir des Cotonniers lui permettent de trouver ce ton très juste, de mixer une pièce féminine avec une autre d’inspiration plus masculine, de réinterpréter un vêtement fonctionnel dans un esprit féminin. Pour rester toujours au plus près des femmes, Comptoir des Cotonniers a choisi en précurseur de faire vivre ses collections en mettant à l’honneur des anonymes, véritables duos de mères & filles, qui incarnent avec enthousiasme et plaisir les valeurs de la marque. Ces valeurs de naturel et de proximité s’expriment entre autres par la richesse extraordinaire et sans fin des liens qui unissent mères et filles, complices, touchantes, et pétillantes. Qui dit Comptoir, dit aussi, échanges, proximité et complicité avec les clients. D’où une atmosphère cosy, intime, chaleureuse et lumineuse dans les boutiques Comptoir. Engagement réel et sincère de la marque auprès des causes qui lui sont chères, le respect de l’humain et de l’environnement. Comptoir choisit de s’associer à des marques aux valeurs éthiques, telles que Veja ou Nu, et s’engage année après année, auprès de diverses associations, telles que Médecins du Monde, Vivre comme Avant, Toutes à l’Ecole ou W4 (Women’s Worlwide Web). Comptoir des Cotonniers puise son inspiration au cœur même de ces valeurs, en observant et écoutant ces femmes aux mille facettes, et crée ainsi des collections qui répondent à leurs goûts et au style propre de chacune d’entre elles. A chacune sa personnalité, à chacune son style.”


mercoledì 19 ottobre 2011

PETROLIO … uno sguardo dal picco! A cura di Debora Billi








 
“Il blog è curato da Debora Billi, laureata in Lettere, membro Aspo Italia e giornalista. Ha collaborato con produzioni televisive, radio e testate periodiche sugli argomenti più vari, dalla politica internazionale all'architettura, ma la sua (francamente inspiegabile) passione è il petrolio e le sue infinite implicazioni nel mondo moderno. Ha aperto questo blog perché convinta che di petrolio si può e si deve parlare con semplicità ma senza trascurare nulla. Ama i libri ed i viaggi, ed il suo ideale di vacanza è una gita a Proudhoe Bay in Alaska per vedere dal vivo il massacro ambientale operato dalle compagnie petrolifere. Purtroppo non trova nessuno disposto ad accompagnarla. Cura anche il blog Crisis


GQ n.38: Bruce Springsteen ... THE BOSS!


I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

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Capitan Harlock: Il pirata dello spazio con il cuore d'oro n. 2

 PUBBLICITA' / ADVERTISING Capitan Harlock è un personaggio iconico nato dalla mente del mangaka Leiji Matsumoto, che ha conquistato il ...