Cerca nel blog

giovedì 16 giugno 2011

Lettera d'amore a Bertrand Cantant, di Francesca Mazzucato (Giraldi). Intervento di Nunzio Festa












Amore totale. E' quello che la scrittura di Francesca Mazzucato, della quale sappiamo molti libri, tanti dei quali, tra l'altro, lungamente amati - dall'”Anarchiste” all'ancora più datato “Web cam” passando per il più recente “Romanza di Zurigo” - , consegna all'anima e cantante dei Noir Désir: Bertrand Lucien Bruno Cantat. Cantante e cantautore, questa penna e uomo che Francesca Mazzucato legge e ascolta, quale “poeta” che segna nell'intimo più intimo, ha avuto e ha una vita, d'altronde che ispira. Oltre essere ispirata. Scorrevole come un romanzo, la “Lettera d'amore” dell'autrice bolognese (per origini, s'intende, visto che i giorni della scrittrice sono fra Bologna Liguria Francia...) è un vero e proprio parallelo: tra le parole di Cantat, e il suo corpo, ovviamente, e le parole di Francesca, e il suo corpo, è ovvio. Questo libro pulsante non poteva che essere scritto da questa autrice. Romanziera, traduttrice dal francese e curatrice di opere – vedi la riedizione del saggio di Serra su de Sade, l'impegno di Mazzucato è quello d'indagare le mutazioni del tempo, che passano per le carni, ma seguendo le indicazioni del passato che sono il classico allungato nell'imperidibile foga della Letteratura. I tanti rimandi contenuti in “Lettera d'amore a Bertrand Cantand”, infatti, conducono nei versi di Carifi e nel lirismo di Apollinaire. Perché, però, Francesca Mazzucato sceglie di fare questo romanzo interamente a fiore per Cantat? I testi di Cantat, non si può che rispondere, sono dolore e passione, ovvero il pegno che le anime viaggiatrici dei margini pagano a un'intonazione con il reale. Certamente, le cronache ricorderanno di quando il cantante dei Noir Désir fu imprigionato per aver ucciso sua moglie Marie Trintignant e quanto la sua ex moglie morì in casa dello stesso Cantat, più che certe volte la melodia di Le vents nuos portera, ma Francesca Mazzucato guarda oltre la cronaca del giornale che finisce nel cestino. Le note scritte di Francesca Mazzucato spiegano il mondo di Bertrand Cantat e la sua dedizione per gli emarginati, le sue irregolarità che sono il sapore del genio e l'amore totale, stragrande, che il cantante e autore aveva per Trintignant. Naturalmente, l'autrice ha composto quest'opera corale e non corale, corale perché piovuta ingenuamente e genuinamente dal cuore e non corale in quanto ragionata al di là delle competenze degli altri sguardi pur poggiati nella narrazione, iniettandole nel suo sangue tutte le posizioni di testo che potessero dare altro calore alle 'ambientazioni' sensoriali. Allora, infine, chiediamoci: è davvero una dichiarazione d'amore? All'interrogativo, evidentemente, diciamo di contro che siamo esattamente dove san Francesco portò il Cantico alle “creazioni”. Dall'Hotel Coma, Francesca Mazzucato ode le urla di piacere e i patimenti che poi scaraventa, modellandoli attraverso la sua solita lingua gemmata e più che barocca. Si fa, di nuovo, di centri commerciali desolanti e strade lucide, angoli sempre puzzolenti, coca che rinnova l'etere. Una terra, sappiamo, che pullula, è proprio il caso di dire, di “pugili, puttane, rockers, efebici ragazzi in vendita, casuali, passanti curiosi di corteggiare l'abisso, diseredati, donne che si sono vendute il cuore scisso senza anestesia per amore”. Luoghi nei quali, per dire, Bertrand Lucien Bruno Cantat s'è piantato. Che non basta il successo. Oppure manco quando il successo non c'è è tutto perfetto. E la missiva che abbiamo letto, condizionante all'impossibile, corteggia tanto altro ancora.

mercoledì 15 giugno 2011

I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” di William Larson (Cerebro Edizioni) al Macbeth Revolution di Pagani












“I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” di William Larson (Cerebro Edizioni) sarà presentato venerdì 17 giugno alle ore 19,30 presso il Macbeth Revolution a Pagani (Sa) con Luana Ferraioli (giornalista de "Il quotidiano"). Dott.ssa Colomba Pappalardo, Vice Dirigente del I° circolo didattico di Pagani (Sa), esperta di Storia e Metastoria

Un piccolo centro della Provenza diventa il teatro di un orribile delitto. Un uomo porta via qualcosa di prezioso da Villa de Lacan e si lascia alle spalle due corpi senza vita. L’unico sopravvissuto è un bambino, il figlio della coppia, che crescerà con una domanda angosciante: Cosa conteneva quell’oggetto per scatenare un gesto così disumano? Quali sono i significati esoterici custoditi dalle mura della Sagrada Familia il monumento catalano più famoso al mondo? E cosa unisce Antoni Gaudì a Berengère Sauniere, il parroco “dei miracoli” di Rennes-le-Château? Tutto ha inizio con l’omicidio di François de Villaret e Jasmine de Chateauneuf , massacrati brutalmente nella loro villa a Saint Paul de Vence (in Provenza a ridosso della Costa Azzurra). La loro unica colpa quella di custodire un segreto che avrebbe posto in discussione le stesse fondamenta della cristianità. Il figlio, Pierre de Villaret, l’unico testimone dell’omicidio, sarà la chiave di volta per districare la fitta matassa di silenzi, menzogne, e misteri che alimentano un gigantesco complotto all’umanità ad opera di organizzazioni operanti ai limiti della fede e della legge. Quello dei "Pauperes commilitones Christi templique Salomonis" (Poveri compagni di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio conosciuti come Cavalieri templari o semplicemente Templari, fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani, il più misterioso e il più discusso di tutta la storia. L’Opus Dei, fondato in Spagna nel 1928 da Josemaría Escrivá, canonizzato da Papa Giovanni Paolo II, è un’associazione cattolica di prelati e laici, diffusa in oltre ottanta paesi. Tra i suoi membri si contano professionisti, uomini di Stato e personalità di spicco della politica internazionale, e il suo potere sembra immenso. La famiglia Sinclair è custode di una grande verità, legata con un filo rosso all’Ordine Templare, al di là del tempo e dello spazio. L’ISME è un singolare istituto che si occupa di storia medievale e dotato di grande influenza. Una corsa contro il tempo tra Spagna, Francia e Italia, tra inseguimenti mozzafiato, documenti “fantasma”, e un grimorio proibito forse scritto dal noto mago e profeta Nostradamus: “Vaticinia Michaelis Nostradami De Futuris Cristi”. Tutto questo e molto di più nelle pagine di William Larson che scrive “I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” un romanzo che lascia col fiato sospeso e che tra le righe custodisce uno scrigno di informazioni, che fanno pensare ad una conoscenza esoterica che ha dell’incredibile.

William Larson nasce a Foggia nel 1976, si trasferisce con la famiglia in un piccolo centro dei castelli romani, nei pressi della capitale, dove, terminati gli studi, si dedica all’informatica. Ha sempre nutrito interesse per l’enologia e la letteratura, alternandoli al costante impegno nel suo lavoro primario, fino alla scrittura di questo romanzo.

Info:

http://www.macbethrevolution.it

“I segreti dei Santi”, William Larson, Cerebro Editore, p. 380, 2011, 9788896782255

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/segreti-santi-larson-cerebro.html

Depeche Mode - Wrong

Music video by Depeche Mode performing Wrong. Fonte Youtube/Emi Music

“Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” (Besa editrice) alla Feltrinelli di Bari












“Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” è l’antologia pubblicata dalla Besa Editrice che per la prima volta presenta al pubblico italiano uno spaccato dell’esperienza letteraria contemporanea del Montenegro. “Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” è il primo testo organico, di questo spessore, a essere pubblicato in Italia, esso ha l’obiettivo di illustrare la particolarità dell’esperienza letteraria montenegrina, presentando i momenti di spicco della sua produzione letteraria; davanti al lettore si trovano testi finora non tradotti scritti da eremiti letterari sia balcanici che mediterranei. L'antologia rende nel migliore dei modi l'attuale mappa letteraria montenegrina, alquanto frastagliata, senza caratteri costanti, rappresentata dai trentacinque autori selezionati da Pavle Goranović. Le opere di questa raccolta contribuiscono a plasmare un nuovo rapporto nei confronti dell’eredità universale, rapporto che diventerà il motore di nuove energie creative.

Il volume verrà presentato Giovedì 16 Giugno alle ore 11,15 presso la Libreria Feltrinelli di Bari dall’Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia Silvia Godelli e dal Vice Ministro della Cultura del Montenegro Dragica Milica. Alla presentazione, promossa unitamente al “CESFORIA Centro studi e formazione in relazioni interadriatiche” della Università di Bari, alla Fondazione Gramsci di Puglia, all’Assessorato al Mediterraneo, alla Regione Puglia e all’editore Besa interverranno Franco Botta, Giovanna Scianatico e Nicolò Carmineo, docenti della Università di Bari, l’Editore, il curatore della antologia Pavle Goranović, il capo di gabinetto del Ministero della cultura del Montenegro Danica Bogojevic, il Console del Montenegro a Bari Luigi Morfini.

La Puglia e il Montenegro sono legati da antichi e profondi vincoli di amicizia e cooperazione, la pubblicazione di una antologia della letteratura montenegrina è una occasione per promuovere una maggiore conoscenza della realtà culturale di questo paese favorendo ulteriormente il dialogo e la comprensione reciproca.

La Besa editrice è partner integrante dunque di questo progetto editoriale con l’Assessorato al Mediterraneo, la Fondazione Gramsci di Puglia, con Cesforia e con la Regione Puglia al fine di permettere la conoscenza delle nuove esperienze letterarie dei paesi dei Balcani sud occidentali in Italia e di autori pugliesi nei paesi oltre Adriatico.

In occasione della presentazione sarà inoltre illustrato il progetto del Consolato del Montenegro a Bari di realizzazione di un fondo alimentato da contributi di imprenditori privati per incentivare la iscrizione nelle Università pugliesi di studenti montenegrini che potranno usufruire di borse di studio in particolare per la partecipazione a master e a corsi di specializzazione.

“I guardiani del destino e altri racconti" di Philip K. Dick (Fanucci)












Fra qualche giorno in libreria si potrà leggere in occasione dell’uscita al cinema de “I guardiani del destino”, con Matt Damon e Emily Blunt, l’omonimo racconto di Philip K. Dick pubblicato da Fanucci. Infatti la casa editrice romana propone una nuova antologia di racconti, intitolata per l’appunto “I guardiani del destino e altri racconti”, che raccoglie i migliori racconti brevi che hanno ispirato il mondo del cinema. I guardiani del destino (Adjustment Team) è stato scritto da Philip K. Dick nel 1954. Pubblicato per la prima volta sulla rivista Orbit Science Fiction, successivamente è stato ristampato in diverse raccolte. I guardiani del destino narra la vicenda surreale di Ed Fletcher, venditore immobiliare che scopre che il mondo, la realtà che quotidianamente viviamo, viene continuamente cambiata e riplasmata da alcuni ‘guardiani’, potenti e misteriosi, che vivono al di fuori del pianeta. Il racconto è interamente incentrato su uno dei temi più cari a Dick, quello del rapporto tra realtà oggettiva e realtà soggettiva, e quindi ben rappresentativo della visione dell’autore. Una storia che pone domande sul destino e sulla sua forza misteriosa, e lascia, come solo Dick sa fare, aperti numerosi quesiti che riguardano il nostro modo di leggere la realtà e stare al mondo.

Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Durante un’esistenza segnata dalle difficoltà economiche, scrive capolavori come La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. La Trilogia di Valis è la sua ultima opera, pubblicata negli anni Settanta. Muore il 2 marzo 1982, stroncato da un ictus. La notorietà di Philip K. Dick deve molto agli adattamenti cinematografici, tra cui Atto di forza (1990), Screamers – Urla dallo spazio (1995), Impostor (2002), Minority Report (2002), Paycheck (2003) e Un oscuro scrutare (2006). Nel 2008 è uscito il film Next, con Nicholas Cage, tratto dal racconto The Golden Man.

martedì 14 giugno 2011

I guardiani del destino

http://www.film.it/i-guardiani-del-destino

Il trailer italiano del film "I Guardiani del Destino (The Adjustment Bureau)" di George Nolfi, con Emily Blunt, Matt Damon, Anthony Mackie, Daniel Dae Kim, Terence Stamp e John Slattery.

Il libro del giorno: Dovevamo saperlo che l’amore di Nelson Martinico (Lupo editore)












Nelson Martinico, di origini siciliane, è nato a Roma. Dopo una folgorante quanto effimera carriera da giovane promessa del pallone – interrotta a un passo dal professionismo in seguito a uno sfortunato incidente – ha fatto di tutto: camionista, barman, imbianchino, stuntman in una dozzina di spaghetti-western del periodo declinante, fatto parte di un quintetto folk sardo-siculo (alla fisarmonica). Infine ha insegnato Latino e Greco. Ha pubblicato cinque volumi di poesia. L’ultimo, un poema in terza rima dantesca, è stato adottato nelle scuole. Conduce laboratori itineranti di tecnica della poesia nei mercati rionali. Odia l’automobile. Chi volesse comunicare con lui può scrivere al suo migliore amico: pinoligotti@yahoo.it

Salvare una biografia per i posteri: questo garantisce la Polizza “Genial Biography” proposta da Nelson e sottoscritta da Pino con l’impegno di raccontare almeno quarant’anni della sua vita familiare. E si va per libera associazione di idee… dai nonni emigrati dalla Sicilia a Roma negli anni Trenta, ai traumi della guerra e alle incertezze della difficile ricostruzione, alle svolte epocali degli anni Sessanta e all’atmosfera di piombo di quelli successivi. La scrittura – unica terapia – ricostruisce esistenze, ripercorre infanzia e adolescenza nel chiassoso e a volte goliardico clima di una grande famiglia sicula di cuore generoso, nei quartieri romani della formazione; rivive i passaggi di una giovinezza tanto avida di sperimentare quanto bisognosa di nutrirsi di scoperte (la poesia, il cinema, la politica) per individuare la propria vocazione. Mentre la famiglia si allarga e la narrazione vive tra le estati siciliane, la Capitale e il Veneto, che si fa quasi patria d’adozione del protagonista, egli attinge alle donne che hanno provveduto alla sua educazione sentimentale, agli indimenticabili personaggi che con la loro stravaganza o semplicità gli hanno aperto la mente, alle proprie non sempre lineari tappe esistenziali, ai cult che hanno fatto da riferimento alla sua crescita. E la storia (le storie) si fa registro dell’evoluzione della società italiana di quegli anni: un vasto affresco di intense passioni collettive alternate ai momenti bui delle stragi e dei terremoti. Ogni evento esterno si traduce in “segnale” di vissuto, trova eco nel percorso privato incalzandolo, determina orientamenti e disorientamenti, suscita buona e cattiva coscienza nel contratto di sincerità stipulato dal narratore col suo puntiglioso alter-ego. Tra sorriso e “incazzatura” (alla De Andrè), col pudore delle pulsioni poetiche ma con il coraggio delle fragilità, l’autore intreccia il filo della propria storia nel tessuto collettivo e in anni che hanno visto la fondazione di un’Italia alla quale un’intera generazione guarda forse con nostalgia.

“STAMMI A SENTIRE, NELSON. Da qualche tempo mi perseguita un sogno. Sempre lo stesso, come nei peggiori romanzi, o come in certi film dell’orrore, sì, insomma quelle vaccate che ti fanno scendere un brivido lungo la schiena. E non so, credimi, se è un incubo, o un desiderio represso, o forse forse una censura. Sì, deve essere una censura, quella che poi scatena i conflitti, perché, vedi Nelson, certi bisogni affettivi lì stanno e lì restano, anche se li scacci. La vuoi sapere tutta? Insomma, nel sogno io mi sposo. Io, misogino conclamato, finisco con l’accettare l’idea del matrimonio, cioè dell’ordine innaturale delle cose. Perché così ho sempre ragionato, così ho sempre visto le cose, e credo nella giusta luce… Il matrimonio? una scommessa isterica, un negozio troppo virgolettato, una serenità in armi: e la colpa è di nessuno. La colpa, ho sempre pensato, è nel patto, nell’istituzione. E che mi succede in sogno? Porca troia, mi sposo. Io. E il sogno lo apri tu, Nelson, tu, da dietro questo diavolo di computer, con questo tuo ghigno da vecchio registratore, tu a preannunciarmi il disastro: «E bravo il mio scapolone! avevi voglia a dire io non mi sposo, non mi sposerò mai… Ti sposi ti sposi…». E io, il pentito, il dissociato, l’uomo dell’abiura, io a giustificarmi: «Che vuoi? la zavorra degli anni… le rughe stanno avanzando… e poi penso a lui, a mio padre, a mia madre, ai nonni, l’idea della trasmissione…» e qui si scatena la spirale, il vortice. Il sogno prende sostanza”.

Zazoom






Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici, ma col passare del tempo esso si è evoluto in qualcosa di mostruosamente grande ed interattivo. Oggi con i blog chiunque è in grado di pubblicare i propri contenuti, dotandoli anche di veste grafica accattivante, senza possedere alcuna particolare preparazione. Se prima le comunità web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata. I principali produttori di blog sono scrittori, giornalisti, artisti le cui attività non presuppongono una conoscenza informatica approfondita. Il continuo crescere di questa enorme mole di informazioni e contenuti, ha fatto nascere negli internauti il bisogno e l'esigenza di costruire virtualmente una propria rete, più o meno estesa, fatta di contatti e siti web con cui scambiare informazioni... Zazoom punta esclusivamente a questo, Diffondere Informazione!

ZAZOOM qui

Scarnificazioni nutrienti di Massimiliano Manieri









Lo avete trovato, finalmente…

Sul ciglio della noia impolverato e lindo…

Disseminato calmo aveva già in veranda…

Tutti i vostri discutibili mangimi scaduti…

Nel nome dei vostri suggestivi dik-tat al neon

ha ucciso ogni colpevole animaletto domestico

Perché dietro rappresaglie bibliche pompose

Nascondevate i pacifici legionari del pensiero

Perché dietro i vostri ossessivi moijto ghiacciati

dormivano le tiepide facce da buco nell’orzoro…

mi avete trovato, finalmente…

che già ero pronto alla nuova prostituzione

rintanato nel bisogno di giacchette rassicuranti

avrei osato colori intonanti le vostre facce ingiallite

avrei osato tutto ciò che è degno di un uomo

ma poi l’uomo mi avrebbe raggiunto sin qui…

sotto un’opaca lampada aragosta scassata

dove fingo di leggere l’ultima rivista superflua

dove tu mi chiedesti della mia incredulità

ed io blaterai sul mio inutile bisogno d’America

mi avete trovato, finalmente…

e vi siete riuniti nei salottini in finta pelle

dove avete annotato del nuovo nemico ricomposto;

dove ciarlate dell’odierna tendenza culturogena

immaginando sia alla terza pagina dell’ultimo Ikea,

ma non trascurate di portare nelle tavernette chic

il plotoncino di giacobini entusiasti ed applaudenti

che vi tiene lontani dal minimo reale accenno d’io

e dal prossimo lettino da specialista rionale

che v’aggiusterà come i sudoku che abbandonate

mi avete trovato, finalmente…

nei confessionali intinti da metallurgiche liturgie

dove amate alternare l’ultimo trendy-finto sushi

al vostro irrefrenabile bisogno dichiarante pudicizia

ed in confidenza nell’orecchio del vicino liberate…

quella precisa, malinconica voglia di nomination

ed a me, che in trincea friggo omelettes d’ordinanza

dal fermo biologico conclamato d’ogni guerra santa

cosa ne è ora che la catena è adornata dalla pace clonata

e delle rabbie che al risveglio avevano il mio puzzo originale

mi avete trovato, finalmente…

e mi scansate provando un senso di rassicurante schifo,

scostate il tristo opaco residuato e bandieraccia lisa

e vi chiedete dietro occhialucci lucidi freschi di outlet

chi mi ha dimenticato, o lasciato fuori dopo l’ora d’aria

ora che la ricreazione global infine regna incontrastata

e vi raccomandano che è fashion parlare anglofono

mangiar cinese, l’agghindarsi da basso mediterraneo

e continuare a voltare il viso sullo scomodo negretto di turno

che affronta tutti i possibili mestieri che conviene scansare

mi avete trovato, finalmente…

spossato dall’anno lavorativo a meditar di spiagge e musei

ed optare viaggi culturali in una Thailandia libidinosa qualunque

dove il nodo della cravatta regimental sfida la caluria

ma le bambine hanno imparato a sfilarla senza stropiccio alcuno

le stesse che vi adagiano sulle lenzuola finalmente lontane

dalle grigie mogli che scegliete perché vengono bene in foto

che vi tengono abbastanza lontani da voi, ma non dalla mia vista

così che nella dogana dove aprite il documento che vi rispecchia

io aprirei piuttosto la valigia carica della merda che vi racconta

mi avete trovato, finalmente…

e cadete sul fianco, non trovando straccetto alcuno di Versace

strabuzzate increduli sull’io non toccato da scontatezza tatuata

nello stesso posto dove tu mi raccontasti dell’ultima caduta

ed io seppi riportarti intatto il ricordo di cosa tu eri per me,

e ti raccontai di quando a pallone non mi passavano la palla

perché l’assenza del coraggio mi si vedeva dritta in faccia

e forse l’imparai molto più tardi delle regole del fuorigioco

ma non dimenticai più la differenza tra un dribblarti pallido

e l’arrivare sotto porta intanto che gli avversari se la ridevano

mi avete trovato, finalmente…

sulla soglia di un ipermercato scavalcare transenne leggero

per il fantastico cellulare ultrasottile con l’offerta del mese

presentarmi alla cassa sanguinante chiedendo se l’incarta

che strapparlo a pugni a chi precedeva in fila lo fa sentire dono.

dovreste vedermi, mentre con orgoglio lo mostro ai bambini

con la faccia da ebete sicuro di sapere che non capiranno mai

quanto tutti insieme scivoliamo da scalinate senza gradini

che dopo l’invenzione dei pulsanti per ciechi negli ascensori

soffiammo alla luna che la cecità non ci avrebbe più sorpreso.

lo avete trovato, finalmente…

e l’ultimo lembo di innocenza gli si staccò senza rumore…

Come un qualunque gioco riposto, smise instupidito di brillare…

Nella bocca di Peter croccava l’ultimo cracker masticato…

Il ragazzino lasciato solo senza alcuna ragione apparente…

I pantaloncini corti ora piegati e dismessi da tempo…

pareti da bunker intirizzivano paure che sarebbero sopravvenute…

Cosa avrebbe trattenuto per sé, cosa abbandonava ai nuovi nemici…

Si guardava intorno senza sapere da dove sarebbero arrivate…

Le tanto gentili, attese, scarnificazioni dell’adulta età…

lunedì 13 giugno 2011

Beastie Boys - Sabotage

Fonte Youtube/Emi Music

Music video by The Beastie Boys performing Sabotage. (C) 2009 Capitol Records, LLC

Il libro del giorno: Guida al mondo dei cocktail e dei bar il Saggio Pop di Enrico Piscitelli (Effequ)












– Un Martini Dry. Uno. Ma in una coppa profonda, da champagne.
– Oui, Monsieur.
– Un momento. Tre parti di Gordon's, una di vodka e mezza di Kina Lillet. Agita bene il tutto nello shaker, finché non è ben ghiacciato, poi aggiungi una fetta grossa ma sottile di scorza di limone. Mi sono spiegato?
«Non sono un barman. Né un barista, un bartender, o un Flair bartender. Sono solo, direi, il più forte bevitore della mia provincia. Forse della Regione». Comincia così Shakerato non mescolato, il Saggio Pop di Enrico Piscitelli che ci conduce alla scoperta del mondo visto dal bancone di un American Bar. Le avvertenze proseguono: «Far bere e bere si assomigliano: ci vuole passione per entrambe le cose». Per bere ci vuole una passione costante, ci dice Piscitelli, e oltre alle ricette, agli aneddoti, alle leggende, alle varianti, ai segreti di tutti i più importanti cocktail che il '900 (e non solo) ha lasciato in eredità alla nostra epoca, Shakerato non mescolato ci guida in rivoli di brevi digressioni alcolemiche, ci accompagna al fianco dell'inclinazione all'alcolismo, ci racconta del furto di tumblr e di quello, più difficile – troppo vistose – delle Coppe Martini, e oltre a tutto questo vola via in un soffio, come vodka ghiacciata.
Shakerato non mescolato è un viaggio pop, attraverso film, libri, aneddoti sui cocktail più bevuti e diffusi. Il Mojito e la velocità – da fare in fretta e da bere di corsa – il Martini Hemingway e la lentezza – preparato con cura e attenzione, da assaporare, un sorso alla volta. Il Negroni e il Long Island Iced Tea, due spezzagambe dalle storie diverse, una italiana, di speranze che non si avverano mai, l’altra americana, fatta di eccessi e leggende metropolitane. E poi il Cuba Libre – ma era ed è libera, davvero, Cuba? – e il White Russian di Jeff Lebowski, il Garibaldi e la spedizione dei Mille.
Un libro unico, corredato da schede illustrate per la preparazione di ogni cocktail e da tre interviste a deli esperti barman, tutto questo perch «Alcohol is lice love: the first kit is magic, the second is intimate, the third routine. After than you just take the girl's clothes off».
L’autore: Enrico Piscitelli, scrittore ed editor, ha pubblicato una raccolta di racconti, "La minima importanza", curato due antologie di narrativa, "Rien ne va plus" e "Clandestina", e dirige la collana Novevolt, per Zona editrice. Ha bevuto inoltre in centinaia di bar, da Nord a Sud, passando per il Centro.
La collana: I Saggi Pop sono volumi tascabili, leggeri nella forma e nel contenuto, ma che non rinunciano alla sostanza, mai banali o superficiali, testi che aiutano a riflettere e offrono risposte immediate, pratiche, curiose sulla storia, il costume e la società. Un'attenzione alla leggerezza, che si riflette anche sul portafogli.
Shakerato non mescolato – Guida al mondo dei cocktail e dei bar di Enrico Piscitelli, Effequ, pp.128, euro 7,50

Il libraio di Régis de Sá Moreira (Aisara)











In questo splendido libro che consiglio da subito, parlo de Il libraio di Régis de Sá Moreira, lo stupore è sempre dietro ogni pagina. Non ci sono divagazioni o considerazioni sul piacere e le tante monomanie ossessive legate al libro, o alla lettura. Non è un libro in cui si cerca di ripercorrere l’incontro con questo oggetto meraviglioso che fa viaggiare lontano la fantasia, né di tutte quelle sensazioni ad esso connesse che ti rivoluzionano profondamente la vita, e ti cambiano il tuo modo di vedere le cose. Certamente questa è un’opera che educa alla lettura perché la fa amare, perché ogni pagina ti sussurra un’incredibile verità: è il libro che sceglie te e non il contrario. Immaginate che in qualche posto del mondo, lontano “anni luce” dai vostri spazi quotidiani, c’è un libraio e la sua libreria, forse un po’ genio forse un po’ pazzo, forse niente di tutto ciò, forse solo innamorato del leggere. Per ogni situazione che vive all’interno del suo negozio, ha una sua particolare tisana che gusta sfogliando qualche pagina. La sua è una libreria speciale “open 24 hours!”. I suoi clienti spaziano da quelli che non hanno letto mai un libro a quelli dal palato difficile, a quelli che vanno solo per disturbare la sua quiete. E a volte nella sua libreria mette piede anche … Dio!.
“A migliaia di chilometri dal luogo in cui vi trovate, in un paese, una città, una libreria qualunque, un libraio aprì gli occhi. Aveva appena sentito il pudupudupudù della porta d’ingresso della sua libreria. Sistemò un po’ il banco e rimase in attesa. Il banco del libraio era nascosto dietro due scaffali disposti ad angolo. Era convinto che i clienti, entrando in una libreria, sperassero per prima cosa di vedere i libri. Non era un libraio che la maggior parte di loro cercava. Al libraio piaceva l’idea che i clienti si trovassero da soli di fronte a un oceano di libri, una marea, per la precisione, senza che nessuno li osservasse. Gli piaceva l’idea che i libri esistessero anche senza di lui. Si chiedeva se a piacergli non fosse l’idea stessa di non esistere. Il libraio era molto malinconico, bisogna dirlo, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. Non riusciva proprio a capire come mantenere un umore inossidabile in mezzo a tutti quei libri, tutte quelle storie, tutti quei pensieri, tutte quelle vite. Nei momenti peggiori, arrivava perfino a invidiare i venditori di auto; senza crederci troppo, però. Infatti il libraio invidiava non tanto gli scrittori, quanto i personaggi dei libri che leggeva. E non aveva mai letto un libro in cui l’eroe fosse un venditore di auto
Régis de Sá Moreira è nato nel 1973 nella periferia parigina da padre brasiliano e madre francese. Autore di vari romanzi, ha riscosso un ottimo successo di pubblico e di critica, ottenendo nel 2002 il premio Le Livre Élu.

domenica 12 giugno 2011

Assassin’s Creed Revelations

Quando un uomo ha vinto tutte le sue battaglie e sconfitto i suoi nemici, cos'altro gli resta da raggiungere? Ezio Auditore deve lasciarsi alle spalle la sua vita per cercare la verità. Scopri il primo trailer di Assassin's Creed Revelations! Per maggiori informazioni visita http://www.assassinscreed.com

Fonte Youtube

Il libro del giorno: Una scommessa per amore di Jennifer Crusie (Leggereditore)












Un romanzo che mescola situazioni comiche al limite delle lacrime, un ex geloso, uno psicologo testardo, la teoria del caos, un gatto estremamente astuto, il tutto condito da una giusta dose di romanticismo. La Kirkus reviews l’ha definito “Irresistibile”. Minerva Dobbs è la nuova Bridget Jones, alle prese con una dolorosa ma necessaria rinuncia ai carboidrati, con l’uomo che aveva accuratamente selezionato per il matrimonio, che decide di mollarla a tre settimane dall’evento, e con una scommessa di cui si ritrova a essere il premio. Attraverso situazioni esilaranti e al limite dell’incredibile, la protagonista ricomporrà i pezzi del suo cuore, accettando la sfida più pericolosa: quella di guardare negli occhi il Vero amore.
“C’era una volta, pensò Minerva Dobbs mentre si trovava in piedi al centro di un chiassoso locale yuppie, un mondo pieno di uomini interessanti. Poi guardò il volto attraente dell’uomo che aveva scelto come accompagnatore per il matrimonio di sua sorella e pensò: Bei tempi andati. «Questa relazione non funziona» disse David. Potrei piantargli questo stuzzicadenti da cocktail nel cuore, pensò Min. Non l’avrebbe fatto, naturalmente. Lo stuzzicadenti era di plastica, e non abbastanza appuntito. Inoltre non è così che si comporta la brava gente nel sud dell’Ohio. Un fucile a canne mozze sarebbe stato più appropriato. «Il motivo lo conosciamo entrambi» proseguì David. Probabilmente non conosceva neanche i motivi della sua arrabbiatura. Magari credeva di comportarsi in modo pacato e maturo. Almeno io so di essere furiosa, pensò Min. Lasciò che la rabbia la pervadesse e le scaldasse il corpo, che era più di quanto David avesse mai ottenuto. Un suono squillante provenne dall’ampio bancone a forma di roulette, situato all’estremità opposta del locale. Un altro punto a sfavore di David: la stava scaricando in un locale a tema. L’Azzardo. Avrebbe dovuto intuirlo dal nome. «Mi dispiace, Min» disse David. Non era vero. Min incrociò le braccia sulla giacca a scacchi grigia, per impedirsi di dargli uno schiaffo. «Tutto questo solo perché ho deciso di non venire a casa tua stasera? È mercoledì. Domani devo lavorare. E anche tu. Il cocktail l’ho pagato io.» «Non si tratta di questo» rispose un offeso David, mostrando la nobile superiorità del bel tenebroso. «Non fai alcuno sforzo per far funzionare le cose, il che vuol dire...». Il che vuol dire che usciamo da due mesi e non sono ancora venuta a letto con te.”
Jennifer Crusie ha scritto 15 romanzi, tradotti in oltre 20 paesi. I suoi libri sono apparsi nelle classifiche di New York Times, USA Today, Publishers Weekly, Wall Street Journal, Bookscan, e Barnes & Noble. Le sue storie esplorano in profondità l’universo femminile, restituendoci una visione poliedrica e in movimento delle donne d’oggi e delle situazioni che affrontano. Con questo romanzo, Una scommessa per amore, esordisce finalmente anche in Italia.

“Bacchiglione Blues” di Matteo Righetto (Perdisa Pop): autorevole pulp in salsa padana di Roberto Martalò












Tra i fondatori di Sugarpulp, Matteo Righetto rappresenta pienamente quanto sostenuto nel manifesto del movimento letterario con un'opera pulp in salsa padana dal titolo “Bacchiglione Blues”. Tra sterminati campi di barbabietole e lungo il corso del Bacchiglione, fiume che scorre tra le province di Padova e Vicenza, agisce una banda di tre delinquenti scapestrati, pronti a tutto pur di cambiare vita: Tito, il leader della banda, ha ideato un piano che, con la collaborazione dei suoi due “discepoli”, Tony e Ivo, lo porterà a sequestrare la moglie di Primo Barbato, famoso industriale della zona, per chiedere un milione di euro di riscatto. Il ricco imprenditore si rivelerà meno onesto di quanto ci si aspettasse e, con l'aiuto del suo fedele consigliere Gino, assolderà un'altra banda con l'intento di recuperare la donna e il denaro. Grazie a un susseguirsi di colpi di scena, l'autore costruisce una storia spassosa e godibile, per merito anche di una scrittura veloce, coinvolgente e vivace che consente al lettore di leggere il romanzo in un sol colpo. Righetto è capace di inserire la storia in un contesto fantasioso, come se la pianura e la nebbia della Val Padana fossero in realtà la pianura e la nebbia della Louisiana, tra banditi armati e solitari, criminali assetati di sangue e di soldi e sgangherate bande di delinquenti. A tutto questo si aggiungano le controverse figure di Primo e Gino, entrambi rispettabili eppure avidi uno di soldi e l'altro di cocaina. In quest'ambientazione da film americano si trovano comunque degli elementi tipicamente italiani: basti pensare ai sogni di tante Ruby e Noemi che popolano la mente di Tito o all'intempestiva e insistente presenza dei testimoni di Geova. Insomma, Righetto ci offre un romanzo assolutamente valido, pronto per essere trasposto subito in sceneggiatura per il cinema: luoghi, personaggi e azioni sono descritti con precisione da un punto di vista visivo che ben si adatta alla narrazione di un film, la caratterizzazione dei personaggi inoltre è accurata. Un ottimo lavoro, un bel libro che serve a farci capire che il pulp non è un genere di serie B: al contrario, può essere molto ma molto serio.

sabato 11 giugno 2011

Super 8



fonte Youtube/

Super 8 è un film statunitense del 2011 scritto e diretto da J.J. Abrams, prodotto da Steven Spielberg interpretato da Elle Fanning, Amanda Michalka, e Kyle Chandler

Natile Antonio: Dove c'era il lago (LietoColle - Collana Erato)









… un libro fatto di dialetto, di tosse e di bandiere in una quasi feroce tensione antilirica […] emerge una serie di fermi immagine da film in bianco e nero, le impressioni di un lungometraggio dove i legami sono forti e virili, sono scabri legami di parentela e lavoro e dove la voce della terra è – sebbene sommessa – onnipresente, a dimostrazione che ciascuno porta nella sua parola la sua vita, ma appunto con quello scarto, quel disorientamento che induce la poesia. […]

vengono accostati frammenti di discorso a frammenti di visione a frammenti di realtà: raramente, nemmeno nelle piccole prose, veniamo accompagnati da una narrazione e da una sintassi convenzionali. Ep­pure, si capisce in che mondo questo speleologo-poeta voglia calarci: emerge per immagini un mondo vivo e vero abitato da creature vive e vere ma sempre leggermente altre da sé: emerge ovvero l’effetto picas­siano di un mondo negli occhi di un poeta: le cose ci sono ma i loro accostamenti aprono crepe in noi.

dalla prefazione di Maria Grazia Calandrone

U fuatte iere sembe u stesse: aqquanne se deve a paròle a bascine verse i cose ière mene affunne. //Càngene de chelore i facce e dìscene tutt’i cère d’a stòrie a’ memòrie.//Tre cose uguèle sckitte a paròle.// Sarè nonne pegghijète che fesse ch’i carecatune sobb’e spadde e l’òssere scettète accom’ u sanghe. – ji ca tremuluèsceche o penzire –// U fuatte, stasère, u donne arrète e sè.// Picche è remuaste attacchète e i meràchele na vàlene chiù nudde, nann’è u sciuèche d’i numere addovve iune vèle l’alte e i pete sàpene ciocch’ onna sapè: i fiète strengiute ind’e passatòrele, a morte ca passe da ‘nganne, cio ca rummuanne d’u sòle//

Il trucco era lo stesso: alla parola data la discesa verso le cose era meno tragica.// Cambiano di colore i visi e le facce ripetono gli sguardi della storia a memoria.// Tre cose uguali a parole.// Forse ci hanno preso in giro con i carichi sulle spalle e le ossa buttate come il sangue. – Io che tremo –// La replica è per questa sera alle diciotto.// Poco è rimasto attaccato e i prodigi sono poca cosa, non è il gioco dei nomi dove uno vale l’altro e le pietre sanno quello che si deve sapere: i fiati stretti nei sentieri, la morte che passa dalla gola, ciò che resta del sole.

venerdì 10 giugno 2011

Wind Of Change degli Scorpions



fonte Youtube/Vevo

Music video by Scorpions performing Wind Of Change. (C) 1991 The Island Def Jam Music Group

Blue Note Records di Richard Cook (Minimum Fax)












Da più di settant’anni la casa discografica Blue Note Records è sinonimo di musica di altissimo livello. Punto di riferimento imprescindibile nel mondo del jazz, si è sempre distinta per essere un vero e proprio laboratorio di idee, basato su un interscambio fecondo e paritario tra il produttore e gli artisti. L’elenco dei musicisti che hanno inciso per l'etichetta newyorkese è, di fatto, il Who’s who della storia del jazz: dai pionieri Thelonious Monk, Bud Powell, Art Blakey, Horace Silver, fino ai contemporanei John Scofield, Wynton Marsalis, Dianne Reeves, Joe Lovano e Norah Jones. La «biografia» della Blue Note viene ricostruita per la prima volta in questo volume ormai classico, pubblicato originariamente nel 2001 e finalmente disponibile anche in italiano. Con lo stile asciutto e il rigore documentario che lo hanno consacrato tra i massimi esperti mondiali di musica jazz, Richard Cook ripercorre tutte le fasi di vita dell’etichetta, dalla fondazione nel 1939, al fallimento sul finire degli anni Sessanta, fino alla rinascita negli anni Ottanta. Guidando il lettore tra le session e gli album più celebri, raccontando i retroscena dei rapporti tra la Blue Note e i suoi artisti (ma non trascurando di soffermarsi anche su «curiosità» come le tecniche di registrazione di Rudy Van Gelder o la cover art di Reid Miles), le pagine di Cook ci fanno rivivere l’atmosfera e lo spirito dell’etichetta che per molti, da sempre, rappresenta «the finest in jazz since 1939».

“Sul finire degli anni Trenta, il jazz era una musica ricca e potente. L’industria discografica, a quel tempo una pivellina nel mondo del commercio statunitense, era diventata florida mano a mano che l’intrattenimento americano cominciava a dominare il tempo libero in tutto il mondo occidentale. Se il cinema di Hollywood era la prima voce d’esportazione degli Stati Uniti, subito dopo veniva il jazz, rappresentato nel paese da un numero immenso di orchestre da ballo. Anche l’Europa poteva vantarne moltissime, comunque ispirate quasi tutte alle grandi orchestre americane: quelle di Duke Ellington, Benny Goodman, Tommy Dorsey, Count Basie. Questi personaggi, oggi icone del jazz, a quell’epoca erano solo direttori di orchestre che suonavano principalmente per far ballare la gente. Quello fu il decennio d’oro, l’unico breve momento nella sua complicata storia in cui il jazz dominò il campo della musica popolare.”

giovedì 9 giugno 2011

RUN - DMC ft. Aerosmith - Walk this way



fonte Youtube/Vevo

Music video by RUN-DMC performing Walk This Way. (C) 1986, 1999 Arista Records, Inc.

Mario Gregu, Nato all'inferno a cura di Mario Arosio (Salani Editore)











Sono nato il 16 aprile 1934 nello stazzo Salcunceddi (Balaiana) comune di Luogosanto (Sassari) – Sardegna. Sono il terzo di sei fratelli: Ilario, nato nel 1927, Paolino (1929). Dopo di me sono nati Pietro (1937), Salvatore (1940), Ottavio (1942). In mezzo ne sono nati altri due che sono morti subito (non conosco le date). La mia memoria inizia nel 1938 nello stazzo di nome Bucchitoitu. Essendo la mia famiglia di pastori mezzadri, mio fratello Ilario seguiva papà nei campi per la produzione di grano e legumi. Ricordo che univano due buoi con un legno fra le corna, chiamato giuali, al quale fissavano un lungo legno con all’estremo un grosso tronco, chiamato aratro che era appuntito e gli fissavano all’estremità un ferro chiamato albata che serviva per dissodare la terra per la semina. Il fratello Paolino custodiva le capre, la mattina le portava al pascolo e alla sera le riuniva in un recinto chiamato mandra. Poi con le mani schiacciava la tetta della capra e spruzzava il latte dentro un secchio. Dopo, la mamma faceva il formaggio e il siero lo metteva sul fuoco e affiorava una crema che mamma chiamava brocciu (ricotta).
“Morta mia madre di noi si occupò zia Maria (sorella di mamma). Fece domanda all’orfanotrofio Sant’Angeli di Sassari che accettò i due piccoli Ottavio e Salvatore ma non me perché dissero che ero troppo grande. Pietro lo adottò la nonna. Io rimasi a casa insieme a papà, Ilario, e Paolino. Di lì a poco scomparve anche papà che se ne andò via, chissà dove, senza dire niente. Anche i due fratelli Ilario (diciotto anni) e Paolino (sedici anni) se ne andarono in qualche stazzo come servi. Così rimasi solo in quella casa sporca, buia e senza niente da mangiare, perché ero troppo grande per l’orfanotrofio e troppo piccolo per guadagnarmi da mangiare con il lavoro. Dopo qualche giorno mi venne a trovare un vecchio con un carretto trainato da un asino, mi portò in un orto, mi dette una zappa e mi disse: «Quando avrai dissodato quel campo ti do da mangiare» e scomparve. Verso sera ritornò, vide il campo dissodato e disse: «Bravo!» Mi dette un pezzo di pane e un pezzetto di formaggio. Mi sentivo miracolato perché dopo molti giorni finalmente mangiavo. Nei giorni a seguire il tutto si ripeteva.”

mercoledì 8 giugno 2011

Alice in Wonderland



Alice in Wonderland, il capolavoro Disney diretto da Tim Burton

fonte Youtube/

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE e ALICE NELLO SPECCHIO di Lewis Carroll (Salani)











Un luogo unico al mondo. Una terra colma di meraviglia, mistero e pericolo. Si dice che per sopravvivere si debba essere matti come un cappellaio... Visitate il Paese delle Meraviglie, seguendo Alice e il Coniglio Bianco. Un classico intramontabile nella traduzione di Donatella Ziliotto e Antonio Lugli

"Era il Coniglio Bianco che tornava indietro trotterellando, e guardandosi attentamente attorno, come se avesse perduto qualcosa. Alice lo sentì mormorare tra sé: «Ohimè, la Duchessa! La Duchessa! Povere le mie zampe, povero il mio pelo e poveri baffi miei! Mi farà tagliare la testa, com’è vero che i furetti sono dei furetti! Dove ho potuto perderli!». Alice intuì subito che esso stava cercando il ventaglio e i guanti di capretto bianco, e siccome era una bambina di buon cuore, si mise anche lei a cercarli, ma non li vedeva da nessuna parte. Tutto sembrava aver mutato radicalmente aspetto dopo il bagno nel lago: la grande sala, il tavolino di cristallo e la porticina erano scomparsi. Indaffarato com’era, il Coniglio non notò subito Alice, ma appena la vide le gridò in tono irato: «Marianna! Cosa stai facendo qui? Corri immediatamente a casa e portami un paio di guanti e un ventaglio! Muoviti!»"

Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson (Daresbury, 27 gennaio 1832 – Guildford, 14 gennaio 1898), è stato uno scrittore, matematico, fotografo e logico britannico. È celebre soprattutto per i due libri Alice nel Paese delle Meraviglie e Alice nello specchio, opere che sono state apprezzate da una straordinaria varietà di lettori, dai bambini a grandi scienziati e pensatori.

martedì 7 giugno 2011

Caparezza ft. Tony Hadley - GOODBYE MALINCONIA



fonte Youtube/telecaparezza

Primo singolo estratto da "Il sogno eretico" (Universal), il nuovo album di Caparezza. Regia di Riccardo Struchil

Franco Battiato. Soprattutto il silenzio di Annino La Posta (Giunti editore)










In questo libro Annino La Posta realizza un affresco ricco e completo, che parte dalla Milano beat degli anni 60, sfiora Gaber, incrocia il progressive e l'elettronica anni 70, fa una diversione inattesa verso Sanremo e i primi posti delle classifiche e arriva ai giorni nostri, con un album nuovo previsto entro l'anno. Battiato è ritratto nella sua complessità di cantautore mai banale, capace di uno sguardo acuto e originale nelle sue canzoni; dove si parla, si è sempre parlato, di amore oltre che di amore, di vita spirituale, di tic e deformazioni della nostra epoca, di "povera patria", di grande arte e letteratura che siano esempio di una vita degnamente vissuta.

lunedì 6 giugno 2011

I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

Cerca nel blog

Bruce Lee: 50 anni dalla scomparsa, l'eredità di un'icona globale (MERCHANDISING LICENCE SDCC 2022 Bruce Lee VHS Action Figure Standard)

 PUBBLICITA' / ADVERTISING Sono passati 50 anni da quando il mondo ha perso Bruce Lee, leggenda delle arti marziali, attore e filosofo. ...