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mercoledì 11 maggio 2011

Il libro del giorno: Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos (Newton Compton)












"Le relazioni pericolose" rimane per la critica e per i lettori una pietra miliare di qualsiasi narrativa e un capolavoro indiscutibile del romanzo epistolare. Considerata la molteplicità dei temi, degli intrecci e dei riferimenti letterari, può essere soggetto a varie interpretazioni: c'è chi ne esalta l'ironia sostanziale e chi vi intravede invece un sentore di morte e di autodistruzione, chi arriva a vederci un'anticipazione dello Sturm und Drang e chi individua parentele con i fratelli minori di Sade. Resta comunque il fascino che continua, con il passare del tempo, a esercitare. Dal libro è stato tratto un film di grande successo, diretto da Stephen Frears e interpretato da Glenn Close, John Malkovich e Michelle Pfeiffer.

Le relazioni pericolose - Il film

Le relazioni pericolose è un film del 1988, diretto da Stephen Frears, tratto dal romanzo Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos, con un buon livello di fedeltà alla storia originale, seppure anche con alcune differenze nei personaggi e nel finale. Dangerous Liaisons (USA, Gran Bretagna – 1988). Sceneggiatura: Christopher Hampton. Fotografia: Philippe Rousselot.. Montaggio: Mick Audsley. Musiche: Johann Sebastian Bach, George Fenton, Christoph Willibald Gluck, Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi.

* John Malkovich: Visconte Sébastien di Valmont

* Glenn Close: Marchesa Isabelle de Merteuil

* Michelle Pfeiffer: Madame Marie de Tourvel

* Uma Thurman: Cécile de Volanges

* Keanu Reeves: Raphael Danceny

* Swoosie Kurtz: Madame de Volanges

* Mildred Natwick: Madame de Rosemonde

Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh (Garzanti)












Chissà perché ma ho sempre associato ai fiori delle doti, delle qualità particolari semi/oniriche quasi, che puntualmente facevano riaffiorare tra le maglie dei miei ricordi sinuosità, delicatezze, e sorrisi di tante donne che ho conosciuto. Misteri dell'immaginifico! Indistintamente tutti i fiori hanno su di me il potere di catapultarmi in atmosfere surreali, dove tutto si sfiora con estremo pudore, dove la storia, le storie non sono condizionate né da ferite profonde, né da ritorni mancati. Poi mi capita (in maniera rocambolesca) tra le mani questo splendido lavoro di Vanessa Diffenbaugh dal titolo “Il linguaggio segreto dei fiori” edito da Garzanti. Splendido perché è riuscito a incuriosirmi, a commuovermi, a farmi sorprendere, tutte cose che di rado un lettore (border/line) come me riesce a trovare in un libro. Non è questione di intraprendere una lotta feroce contro il “postmodernismo” (in fondo senza il mercato - anche quello editoriale - non potremmo nulla, non saremmo nulla, e forse vivremmo ancora in un mondo dominato da barbarie ben più sanguinarie delle logiche del profitto), ma è tentare di scovare con la lente dell’indagine e della critica letteraria, quell’identità che è l’Autore autentico, come nel caso di questa meravigliosa penna. Narrazione di confine, dove la protagonista Victoria, è una ragazza vissuta in "infeni" fatti di violenza e “anestetizzazioni” intimistiche, tanto da farle odiare il contatto fisico, o il semplice lasciarsi andare, o fidarsi. Poi l’incontro con una donna, Elizabeth, che le insegnerà il linguaggio dei fiori. E Victoria che ha il suo bel hortus conclusus, dove tutto è pace e silenzio, nel parco pubblico di Portero Hill, proprio lì pianterà e accudirà i suoi fiori imparandone fragilità e durezza, scoprendo la bellezza, la durezza e lo splendore della vita con tutte le sue ascese e le sue cadute. E i fiori, nel romanzo della Diffenbaugh, curano prima di tutto le cicatrici ancora aperte dell’anima e lasciano delle dolci caramelle di felicità. In fondo meno male che ci sono i fiori. Meno male che ce n’è uno per ogni male dell’anima.

martedì 10 maggio 2011

Ciao che fate? La Pina e Diego con La Vale (Mondadori)












"Abbiamo scritto questo libro per tutte le persone molto speciali che in questi anni sono cresciute con noi e ci hanno divertito, entusiasmato, commosso, e che ci hanno tanto amato, come noi ogni giorno amiamo loro." Un gruppo di amici, una vera e propria community che da una decina d'anni segue Pinocchio su Radio Deejay, e parla di tutto con La Pina e Diego. Dal primo bacio a quello che sta facendo in quel momento, al contenuto della propria borsa. Valanghe di sms: "Io e la mia fidanzata ci siamo baciati a pesce per un anno", "Non dire a una sposa: 'Sei bellissima, non sembri tu'", "L'angolo del cuscino funziona come campo pratica del bacio... unico neo: ti felpa la lingua", "Mia mamma una volta mi ha rifatto il letto mentre ancora dormivo!", "Io e il mio geniale fratello maggiore bucavamo le bombolette spray! Ho ancora l'ombretto argentato sull'occhio destro!". Telefonate, ragazze qualunque che diventano ospiti fisse: la Lalla (la bugiarda torinese), la Giada (la quattordicenne che pensa solo a limonare), l'Afona (che tutto quello che indossa "fa moda"), la Katia (la sua vita è una soap opera). E poi classifiche, tormentoni, sigle dei cartoni animati, gente che telefona col cuore spezzato, perché, alla fine, l'importante è stare insieme. "Ciao che fate?" raccoglie il meglio di tutti quei pomeriggi di divertimento. "Assomiglia un po' a una puntata di Pinocchio: c'è un tema, anzi un tema-capitolo e in ogni tema c'è un po' di noi e molto di voi. Con i vostri messaggi e la vostra ironia...".

Anna Tatangelo, La Pina e Diego per Pinocchio su Radio Deejay



A Pinocchio i provini con Anna Tatangelo: La Pina, Diego ed un'"interessante" giudice negli studi di Radio Deejay. Fonte Youtube

Il libro del giorno: Misteri per caso. Un viaggio intorno al mondo che non racconta la solita Storia. Di Syusy Blady e Patrizio Roversi (Rizzoli)












L’Italia dei luoghi nascosti, il domandare “investigativo e inquisitorio” di Syusy e lo scetticismo cosmico di Patrizio conducono per mano il lettore sulle tracce di “misteri misteriosi” di caratura planetaria. Tipo: la Lupa del Campidoglio è stata copiata da una più antica simbologia della Mongolia; Syusy c'è stata e ne ha le prove! Da una Mappa conservata all'Università di Bologna si scopre che è esistita una Google Earth antidiluviana: Syusy a Istanbul ha avuto in mano la famosa Mappa di Piri Reis. Dal Santuario di San Luca si arriva a Malta, l'isola della Dea Madre, e dei leggendari cavalieri, dove i due “indagatori” hanno scoperto che Dio è nato donna. Studiando i menir della Puglia si può scovare l'antico computo elaborato dal calendario Maya che prevede l'apocalisse del 2012. Syusy non trascura nulla di nulla, non lascia al caso nessuna ipotesi, nemmeno la pista extraterrestre. Con la splendida ironia che li contraddistingue, gli autori ci conducono in un seducente viaggio lungo i percorsi meno noti del mondo.

«Ogni viaggiatore, al ritorno dai suoi viaggi, ha sentito il bisogno di riordinare le idee, Marco Polo per primo. Syusy è una viaggiatrice non per caso con un sacco di informazioni e verità che potrebbero cambiare la storia come la conosciamo. Patrizio un cinico ascoltatore che prova a seguirla nel suo viaggio mentale oltre che fisico. Alla fine lei si sarà liberata da un fardello fatto di luoghi, ragionamenti e scoperte sconvolgenti, mentre lui sarà pieno di sani dubbi e avrà perso definitivamente la sua innocenza.». Il libro è uno splendido momento dove chiunque può volgere lo sguardo al mistero, attraverso gli occhi di due personaggi noti della scena televisiva italiana, la stessa con cui hanno intrattenuto e divertito per anni i telespettatori.

Turisti per caso - sulle orme di Darwin. Condotto da Syusy Blady e Patrizio Roversi



Turisti per caso condotto da Syusy Blady e Patrizio Roversi
fonte Youtube/Rai.tv

Augusto, braccio violento della storia di Luca Canali (Bompiani)












Il primo imperatore romano, forse il più grande: Ottaviano Augusto. La difficile ma inarrestabile scalata al potere, gli intrighi, i retroscena psicologici, i personaggi: Agrippa, l’amico fidato, uomo forte e imperturbabile, votato al servizio gregario e all’ordine senza forse e senza ma. E poi Livia Drusilla, di cui Ottaviano si innamora, e ne fa la sua sposa e ispiratrice. E ancora, le trame segrete dei conservatori capeggiati da Cicerone, Catone, e Bruto, la guerra sanguinosa contro gli uccisori di Cesare, da cui emergerà la figura dell’uomo di potere unico, il princeps per antonomasia. Uomo malaticcio ma sospinto da irrefrenabili pulsioni, adottato da Cesare che lo vedeva come il solo condottiero in grado di risolvere il dissidio che opponeva il Senato al princeps. Repressione di congiure, diplomazia con il ceto nobiliare, stretto legame quasi affettivo con le legioni, un saldo secolo di pace, detta appunto pax augusta, che ha quasi per fondamento ideologico la cultura e la poesia, di cui Mecenate è ispiratore, sono i fondamenti del nuovo impero. Molti tormenti anche nella sua vita: più grave di tutti il comportamento libertino di sua figlia Giulia e sua nipote Giulia Minore. Luca Canali ricostruisce col sicuro e avvincente passo del romanziere e con il rigore dello storico un capitolo epico della storia romana, fra tolleranza e dispotismo, poesia e sangue, amore e morte. La vicenda di un uomo il cui braccio violento, anche attraverso la crudeltà delle proscrizioni, ha impugnato ogni arma disponibile per saldare per sempre il destino di Roma a quello dell’Occidente.

LUCA CANALI, scrittore e latinista, ha insegnato Letteratura latina nelle Università di Roma e Pisa. Dal 1981 si è dedicato esclusivamente all’attività critica e letteraria. Tra le opere di saggistica: Personalità e stile di Cesare, I volti di Eros, Lucrezio, poeta della ragione, Amore e sessualità negli autori latini, Il sangue dei Gracchi, I cavalieri latini dell’Apocalisse, Fermare Attila; di versi: Toccata e fuga, La deriva, Il naufragio, Zapping, Borderline, Fasi, Lampi; di narrativa: La resistenza impura, Autobiografia di un baro, Il sorriso di Giulia, Spezzare l’assedio, Nei pleniluni sereni, Reds. Racconti comunisti, La sporca guerra, Fuori dalla grazia. Tra le sue traduzioni, tutta l’opera di Virgilio, Lucrezio, Petronio, Orazio, Tibullo, Properzio, Persio, Stazio, Prudenzio e altri.

Un estratto - “Ehi Agrippa, dormi? È quasi l’alba, fra poco sbarchiamo”. Seduto su un cerchio di corde, la testa fra i pugni, i gomiti puntati sulle ginocchia, e gli occhi semichiusi, Agrippa non dormiva. Anzi, a quel richiamo di Ottaviano, suo compagno di studi e di vita, sorrise scoprendo, fra labbra bruciate dal vento e dal sole di chi ha vissuto a lungo all’aria aperta, denti corti e saldi che cercavano invano di risplendere al chiaro di luna di quella notte del 15 aprile 44 a.C. Un mese esatto dall’assassinio di Cesare all’ingresso della Curia di Pompeo. Senza attendere risposta, né volgersi verso l’amico, Ottaviano iniziò a percorrere il perimetro della bireme che dalla città di Apollonia li stava trasportando in Italia. Camminava lentamente, sembrava interessarsi alla battagliola, sopraelevazione dei parapetti formata da gomene intrecciate a paletti biforcuti, dai quali pendevano gli scudi che i legionari di scorta avevano lasciati lì ritirandosi la sera prima a dormire sottocoperta, a pochi passi dalla ciurma dei rematori. La frequenza delle vogate doveva essere lenta e regolare, ma i remi oggi pesavano di più, fasciati da stracci di lana affinché la snella imbarcazione procedesse nel più assoluto silenzio: portava infatti il figlio adottivo di Cesare verso la vendetta contro gli autori di uno dei delitti politici più efferati dell’intera storia di Roma. In cambio di quella velocità e di quel silenzio, i due giovanotti s’erano sporti da una botola sulla sentina – dimora, prigione e cesso di quei disperati – per gettar loro sacchetti di denaro, non certo per pietà – avrebbero fatto crocifiggere chi avesse finto una forte vogata per coprire il proprio debole sforzo –, ma per spronare tutti a non diminuire la velocità e a non interrompere il silenzio. Del resto i rematori arrancavano pensando solo a quante puttane, dopo lo sbarco, avrebbero potuto godersi con quei denari per un’intera giornata.”

lunedì 9 maggio 2011

Senza Arte Né Parte. Con la regia di Giovanni Albanese



La nuova commedia con Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston e Donatella Finocchiaro. Un film di Giovanni Albanese

fonte Youtube/01

Diritto al futuro a cura di Renato Briganti con interventi di Alex Zanotelli e Alberto Lucarelli (Dissensi edizioni)




















Questo libro nasce dalla consapevolezza di dover trovare un nuovo patto sociale tra cittadini capaci di immaginare un futuro migliore. I temi trattati sono la convivenza pacifica e l'integrazione tra le diversità. Non c'è pace senza giustizia e non c'è pace se ancora uomini e donne (che il sistema economico costringe a migrare) non sono messi in condizione di vivere con dignità. Sono analizzati argomenti quali il legame tra guerre, migrazioni e integrazione, i diritti fondamentali, la sostenibilità e l'intercultura, e accanto ad ognuno di questi una proposta di laboratorio tematico di appofondimento. Un libro per riflettere e per agire, indispensabile per chi vuole che sia garantito un diritto al futuro. Parte del ricavato della vendita sarà devoluto all'associazione Manitese.

DIRITTO AL FUTURO
A CURA DI RENATO BRIGANTI
CON CONTRIBUTI DI ALEX ZANOTELLI E ALBERTO LUCARELLI
PAG. 102 - EURO 11,00
DISSENSI EDIZIONI

Intervista a Morgan che poi canta con Edoardo Bennato 'Perché' a Quelli che il calcio ...



Morgan, ospite di Simona Ventura a "Quelli che il calcio", parla della suo momento professionale e di questa edizione del programma tv X Factor ed assieme a Edoardo Bennato si esibisce con il brano "Perché". Tratto da: Quelli che il calcio. RAI CELEBRITY, LA WEB TV CHE VI SVELA I SEGRETI DELLE STAR!
http://www.rai.tv/dl/portale/html/palinsesti/celebrity.html
BLOG RAI CELEBRITY:
http://www.community.rai.it/posts/index/4addcafa-7d4c-4e39-a60f-6a1ad4a2449f

Il libro del giorno: EDOARDO BENNATO. VENDERO’ LA MIA RABBIA (ARCANA) di Francesco Donadio











Di Edoardo Bennato oggi si parla davvero (troppo) poco. Eppure, negli anni Settanta è stato forse il più amato tra i cantautori e ha creato almeno una trentina di brani che possono essere considerati dei classici della nostra discografia. Canzoni come Salviamo il salvabile, Un giorno credi e Meno male che adesso non c’è Nerone hanno rappresentato la colonna sonora di una generazione immersa in una confusa realtà quotidiana fatta di austerity, di scontri di piazza e di terrorismo che via via diventava sempre più imprevedibile e feroce. Una carriera tutta in salita, quella di Bennato, che ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per conquistarsi il proprio posto al sole. Il cammino, dai primi concertini con i fratelli nella Napoli degli anni Cinquanta passando per il trionfo di San Siro nel luglio 1980 di fronte a 80mila persone in delirio, fino a giungere al recente inno per i 150 anni dell’Unità d’Italia, non è certo stato una passeggiata. Se Edoardo ce l’ha fatta, è stato grazie alla sua (sana) rabbia, e alla ferma convinzione nel proprio talento. Per strano che possa sembrare, è la prima volta che la storia di Bennato viene narrata da qualcuno che non sia un fan dichiarato o facente parte dell’entourage dell’artista. Venderò la mia rabbia è stato scritto avvalendosi degli archivi a disposizione (dischi, libri, riviste, quotidiani, Teche Rai) e intervistando i più stretti collaboratori del cantautore/rocker di Bagnoli, fratelli (Eugenio e Giorgio) compresi.

Ricercatore e scrittore, appassionato di pop angloamericano, è autore, con Marcello Giannotti, del saggio Teddy-boys rockettari e cyberpunk. Ha scritto di musica per «Tuttifrutti» e «Il Mucchio Selvaggio » e ha collaborato con la Rai, l’ADN Kronos e varie radio private. Attualmente coordina la testata web «Extra! Music Magazine» (www.xtm.it) e collabora con il bimestrale «Musica Leggera».

Chiedi e ti sarà tolto (Minimum Fax) di Sam Lipsyte













“L’America, ha detto Horace, il nostro stagista, era un pappone rincoglionito e in declino. Per la nostra repubblica era finita da un pezzo l’epoca d’oro della ruffianeria. Che fine aveva fatto quello spaccone dai nervi di ghiaccio e le zanne di diamante, che aveva assaltato la Normandia e preso i sovietici a pisellate in faccia, e che avviava alla prostituzione le carni giovani dei mercati emergenti? Ora il nostro paese se ne stava stravaccato in un angolo della sala da biliardo, era un babbione sdentato con una bottiglia da mezzo di vinaccio Mad Dog e gli occhi gialli e pesanti, l’ennesima vittima designata per il branco dei giovani lupi. «Siamo gli zerbini degli altri paesi industrializzati», ha detto Horace, con gli occhi accesi di gioia come bracieri.”
Milo Burke lavora come fundraiser per un’università mediocre popolata di figli di papà con velleità intellettuali: dovrebbe strappare donazioni alle ricche famiglie degli studenti o a generosi filantropi, ma le public relations non sono il suo forte. Milo – aspirante artista mai uscito dall’anonimato – è un intemperante, un contestatore, un frustrato, forse un genio incompreso, di certo un casinista: all’ennesimo passo falso viene licenziato in tronco. Il suo ménage familiare – ha una moglie comprensibilmente insoddisfatta e un figlio in età da asilo, se solo gli asili fossero alla portata delle loro tasche – ma di colpo l’università gli offre una seconda chance: si è fatto avanti un potenziale donatore che vuole sia proprio lui a seguire la sua pratica. Il misterioso benefattore, però, ha dei secondi fini, e l’occasione di riscatto si trasforma per Milo in una tragicomica sequenza di guai. Assalto feroce ed esilarante al mito del denaro e del successo, satira irresistibile sul mercato dei cervelli e della cultura. Chiedi e ti sarà tolto è stato osannato dai critici americani ed è pronto a diventare un libro di culto anche per i lettori italiani affamati di comicità brillante e corrosiva.

domenica 8 maggio 2011

Checco Zalone con Serena Dandini a Parla con me



Fonte Youtube - RAI.TV CINEMA SU http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1418e80c-4dee-4c14-b2b... Ospite di Serena Dandini è Checco Zalone, protagonista del nuovo film "Che bella giornata"

Il libro del giorno: Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini di Serena Dandini (Rizzoli)



















Cos'hanno in comune la regina Maria Antonietta, Vandana Shiva, Peter Sellers, Fabrizio De André, Virginia Woolf e George Harrison? La risposta è nel libro che avete tra le mani: il racconto di una passione che si intreccia, inestricabile come un gelsomino rampicante, con amori letterari, pittorici e cinematografici, ricordi di viaggi, aneddoti di vita giardiniera e riflessioni sulle sfide e le frontiere della felicità sostenibile. Serena Dandini ci conduce in una passeggiata sentimentale alla ricerca della bellezza che potrà salvarci, con un libro dedicato "a chi voleva cambiare il mondo e invece dopo un po' si è accorto che è stato il mondo a cambiargli i connotati". Viaggiando tra parchi incantati e vivai sconosciuti, imbarcandoci sulle navi di cacciatori di piante d'altri tempi, sbirciando gli amori romantici per un raffinato musicista o per un carico di concime, scopriamo insieme con lei che non è mai troppo tardi per mettere dei fiori nei nostri cannoni e bombardare almeno il perimetro del balconcino di casa. Perché, come recita un antico proverbio cinese, chi pianta un giardino semina la felicità.

Il Ramarro verde di Michele Riva (Dissensi edizioni)












"Il ramarro verde" è la splendida storia che Michele Riva ha "scritto", grazie all'ausilio della tecnologia, con gli occhi. Con gli occhi perchè Riva è affetto dal 2000 da una terribile malattia degenerativa che è la SLA (La sclerosi laterale amiotrofica). Il suo libro (a cui partecipano con brevi interventi anche altri malati) è un forte invito a non cedere, a lottare, ad imparare ad apprezzare la vita ogni istante. Da piccolo, Michele, mentre giocava sulla riva di un torrente, stava per essere morso da una serpe ma, incredibilmente un ramarro lo salvò, attaccandola. La serpe fuggì, ma il ramarro rimase paralizzato. Questa è una splendida metafora della vita dell'autore che da adulto vivrà la stessa condizione di paralisi del ramarro. Del resto l'autore, come il ramarro, si è sempre battuto per chi è in difficoltà.

Questo splendido libro di Michele Riva è un forte invito a non smettere di lottare, a non arrendersi dinanzi alle difficoltà, è un ausilio per chi è afflitto da questa malattia ma, ancor di più, leggerlo può essere d'aiuto a chi "sta bene". E' un invito a vivere ogni istante con intensità, è un assist a trasformarci in uomini e donne migliori, disposti a sacrificarsi per chi è ammalato e non pensare sempre e solo a noi stessi. Questo libro è un invito a resistere, ad avere coraggio e diventare persone in grado di amare! La testimonianza di Michele ma anche di Giuseppe, Susanna, Marco, Giampaolo, Stefano, Loredana, Leido e Luciano sono la prova che non siamo un corpo che al suo interno cela un'anima, ma il contrario. Le loro testimonianze ci insegnano che si può essere liberi anche in un corpo che è diventato una prigione e si può essere prigionieri in un corpo perfettamente efficiente. (Gianluca Ferrara)

La splendida intervista a Franco Ferrarotti su Zapping (Radio Rai 1)




















Puntata di Zapping del 5 maggio 2011 - Franco Ferrarotti professore di sociologia presso l’università Sapienza di Roma presenta il suo libro, La strage degli innocenti. Note sul genocidio di una generazione, pubblicato da Armando editore, agli ascoltatori di Zapping (Radio rai 1). “Oggi si parla dei problemi dei giovani anche in termini più drammaciti... e la disoccupazione giovanile arriva al 30%. Il dato più preoccupante è che quando un gruppo così consistente di giovani non riesce a trovare lavoro, o lo trova di 3 mesi in tre mesi, perde la speranza”. Alcuni ascoltatori hanno evidenziato l’apatia dei giovani, la loro “non voglia di lavorare” o di “non accontentarsi di un lavoro inadeguato ai loro studi”. Ferrarotti giustamete risponde loro riportanto la questione all’origine: “I giovani non hanno colpa della situazione in cui oggi vengono a trovarsi... si tende a rovesciare le responsabilità e così i giovani (le vittime) sarebbero carnefici di se stessi. Il problema invece è oggettivo! ... Quando un problema non viene dichiarato in termini reali, è difficile risolverlo”

Ascolta l’intervista completa, la trovi dal minuto 0:48 (circa) a 1:06.

Leggi le prime 26 pagine del libro

sabato 7 maggio 2011

Source Code - Il Trailer



Risvegliarsi nel corpo di un altro e rivivere i suoi ultimi otto minuti di vita. Il capitano Stevens deve scoprire il responsabile dell'esplosione di un treno di pendolari di Chicago.

Regia di Duncan Jones (il figlio di David Bowie). Cast: Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga, Jeffrey Wright, Brent Skagford. Fantascienza, USA, Francia 2011. - 01 Distribution

fonte Youtube/televisionet

Lucignola di Gloria De Vitis (Lupo editore). Il book trailer




Incontri fugaci, finzioni d'amore, portano Anna a smarrirsi nel labirinto della propria vita. Dietro la sua ricerca amorosa, dietro la sua frigidità, si nasconde la ricerca del significato dell'esistenza.
Una vita, la sua, che a volte le sembra di afferrare e poter trattenere ma che poi le scivola via dalle mani. Saprà Tobia sciogliere i nodi che aggrovigliano la sua anima? O finirà per intricarli ancora di più?

GLORIA DE VITIS - Nasce a Lecce il 10 aprile del 1966. Nel 1985 frequenta il laboratorio artistico di Bogdan Bajalica perfezionando le tecniche pittoriche già respirate nella tradizione artistica familiare grazie al nonno scultore e al cugino di lui Temistocle De Vitis, le cui opere sono esposte a New York. Nel 1986 partecipa al concorso Speciale Premio Italia, indetto a Firenze, ricevendo una segnalazione speciale con pubblicazione dell'opera sulla rivista nazionale Eco d'Arte Moderna. Nel 1998 si classifica terza nella collettiva di pittura Proposter. Nello stesso anno partecipa a Lecce alla manifestazione artistica Stradarte. Nel 2000 partecipa a Roma ad Aritalia 2000, manifestazione artistica alla sua prima edizione e organizzata dall'associazione culturale G. De Michelis. Mostra personale dell'artista: Nuclei mutabili nel marzo 2005, al Castello Carlo V di Lecce. Si dedica alla fotografia, realizzando la sua prima personale nel 2007, presso il vecchio Conservatorio Sant'Anna. In campo letterario, negli anni '90 collabora con il giornale «Avanti». nel 2003, edito da Manni pubblica il suo libro di poesie dal titolo Squarci. Nel 2006, vede la luce la sua ultima raccolta di poesie: Nuda.

info: http://www.lupoeditore.com

Il libro del giorno: Lattice di Andrea Garbin (Fara Editore) visto da Dave Lordan













Leggendo Garbin si ha l’impressione di un grande volatile, o di un uomo volante, che passi sopra le città alla fine del tempo mentre bruciano e sprofondano, urlando l’elenco di quanto si stia perdendo mentre fuma e si eleva. Alla fine l’uomo volante sarà anch’esso inghiottito dalla fiamma, scomparirà nel fumo su, su, su nell’alta atmosfera fino a disperdersi e diventare irrintracciabile nel nero e infinito oltre. Diverse forme di metamorfosi e scomparsa sono tropi importanti nella poesia di Garbin. Ed è qui che si rivela l’intuizione di un’ultimativa e fondamentale identità di trasformazione e scomparsa. È come se ogni porzione di un infinito e infinitamente diviso essere fosse costantemente alla ricerca di potersi allontanare dall’attuale forma decaduta in un’altra, futura, stabile e idealizzata. Cerchiamo il nostro riposo, senza posa. Alla fine della giornata, don Chisciotte cerca sempre una locanda in cui riposare in cui dormire.
(Dave Lordan )
Dave Lordan è il principale poeta irlandese multigenere, con una reputazione di eccellenza innovativa sia sul palco che sulla pagina. Ha partecipato a molti importanti festival letterari in patria e all’estero. La sua prima opera, The Boy in The Ring (Il Ragazzo nel Cerchio) (Salmon, 2007), è stata la prima raccolta a vincere sia il prestigioso premio “Patrick Kavanagh” che il premio “Strong” come migliore opera prima di uno scrittore irlandese. È stato anche selezionato per il premio di poesia del giornale «Irish Times». La sua seconda raccolta Invitation to a Sacrifice (Invito a un sacrificio) (Salmon Poetry, 2010) è stata definita dall’«Irish Times»: “un atto di resistenza culturale, altrettanto brillante sulla pagina come deve esserlo senz’ombra di dubbio in performance”. La compagnia teatrale “Eigse Riada” ha prodotto il suo primo dramma, Jo Bangles, al Teatro “Mill” di Dundrum nel 2010. Di prossima uscita sono The First Book of Frags (Il Primo Libro di violente uccisioni) per la Wurm Press nel novembre 2011 e la sua prima raccolta di racconti Out of My Head (Fuori di testa) per le edizioni Salmon nell’estate 2012.

Senza respiro di Valentina F. (Fanucci)













Quando Alicia pensa che ormai la storia tra lei e Rudi, il ragazzo messicano conosciuto l’estate precedente, sia acqua passata, ecco che in un giorno d’autunno riceve una lettera in cui lui le scrive che è pronto a soddisfare la promessa che le aveva fatto poco prima di dividersi: un biglietto aereo a suo nome è stato acquistato e Rudi l’aspetta in Messico da lì a due settimane! Ad Alicia non sembra vero: dovrà ottenere il permesso dai suoi genitori e poi potrà abbracciare quel ragazzo dagli occhi nocciola e dal sorriso dolce e che desidera tanto. Ma c’è un unico inconveniente che sa anche un po’ di avventura: è previsto uno scalo a New York e lei non si è mai trovata da sola in un aeroporto. Dopo una complicata manovra di convincimento andata a buon fine, ecco che il fatidico giorno della partenza è arrivato e tutto sembra filare liscio. Ma Alicia ancora non sa che una tormenta sta per abbattersi su New York proprio nel momento in cui il suo aereo sta volando a tutta velocità. E così, triste e sconsolata, si ritroverà a dover trascorrere più tempo del previsto nella grande mela e sarà coinvolta, suo malgrado, in un’esperienza travolgente ed emozionante che cambierà per sempre il corso della sua vita. Ma Rudi, nel frattempo, che fine ha fatto? Senza respiro è il quarto volume della saga di Alicia scritta da Valentina F. con lo pseudonimo di Shari H. Grilli, che ha venduto solo in Italia oltre 150.000 copie. Valentina F. è il vero fenomeno tra le teenager del nostro paese.
Valentina F. Romana, studentessa, ha esordito nel 2007 con il romanzo TVUKDB– Ti Voglio Un Kasino Di Bene, uno straordinario successo editoriale tradotto all’estero in più lingue. Nel 2008 Fanucci Editore ha pubblicato Il mio cuore x te, che ha confermato il talento della giovanissima autrice e Il sogno di un amore, da cui è stato tratto il graphic novel Il sogno di Valentina (2009), disegnato da Tomatozombie. Nel 2009 è uscito il quarto libro della serie TVUKDB – M’ama o non m’ama e nel 2010 il quinto volume Quattro inseparabili amiche e il Diario-agenda con i consigli e i racconti inediti di Valentina F. Con lo pseudonimo di Shari Grilli, Fanucci Editore ha pubblicato della stessa autrice: Alicia e una pazza fuga d’amore, Alicia e il cuore smarrito, Alicia zenzero e cannella.
“Sono incollata al finestrino da oltre tre ore, e anche se ormai vedo soltanto nuvole e cielo, non riesco a smettere di guardare fuori dall’oblò. Sotto di me ci saranno chilometri e chilometri di oceano; se adesso l’aereo dovesse precipitare, non servirebbe a nulla indossare il salvagente, l’impatto con l’acqua sarebbe talmente forte che verremmo inghiottiti senza lasciare traccia e il mio viaggio finirebbe prima ancora di cominciare. Sospiro, e per la prima volta mi allontano dal finestrino appoggiandomi al sedile della poltrona: sono irrequieta, lo stare ferma mi sembra una perdita di tempo. Eppure devo avere pazienza, il viaggio è ancora lungo. Chiudo gli occhi, cercando di distrarmi; mi sembra un sogno, sto andando da Rudi e, cosa ancora più sorprendente, non riesco a capacitarmi di come sia riuscita a convincere i miei a lasciarmi partire. Pensavo di non farcela, ma papà si è messo dalla mia parte, mostrandomi più fiducia di quella sperata. È riuscito a convincere mia madre e mi ha trovato anche un posto dove stare, perché ovviamente non hanno preso nemmeno in considerazione l’idea che potessi dormire a casa di Rudi. Una collega di mio padre che vive proprio ad Acapulco si è offerta di ospitarmi, permettendomi così di trasformare il mio sogno in realtà. Rovisto nello zaino, tiro fuori la lettera di Rudi e me la rileggo per la centesima volta. Peccato, il volo non è diretto, devo fare scalo a New York, ma poi finalmente potrò abbracciarlo”

venerdì 6 maggio 2011

I misitici dell'occidente - Baustelle



Si intitola "I Mistici dell'Occidente" il quinto album dei Baustelle. "Le canzoni prendono spunto dall'antologia di Elémire Zolla - spiega Francesco Bianconi -, piccoli racconti ispirati anche ai mistici dall'antica Grecia alla modernità con un messaggio: questa che viviamo non è l'unica realtà possibile". Tra i 12 brani "Groupies": "Sull'amore, che oggi spesso coincide solo con l'idea del sesso, e sulla compassione per la donna". Servizio di Andrea Conti.

fonte YouTube/Primopiano

Il Regno animale di Francesco Bianconi (Mondadori)




















Francesco Bianconi, ha scritto canzoni per Anna Oxa, Paola Turci, Irene Grandi e Noemi. Ora l’esordio per Mondadori con il suo primo romanzo: Il regno animale. Domenica 15 maggio, l’autore parteciperà ad un incontro al Salone del Libro. Tra multiversi indie, e derive sub/metropolitane, in questo libro rivivono quelle stesse atmosfere di una “Vita Agra” di Luciano Bianciardi, lo stesso Bianciardi a cui i Baustelle hanno “regalato” il lavoro “Un romantico a Milano”. Il primo romanzo di Francesco Bianconi dunque sbalordisce, perché fonde poesia e ritmo in un prodotto che diventa detonante. Un inno malsano o meglio malevolo al nostro tempo. Alberto è arrivato a Milano dalla provincia toscana, attirato da un lavoro precario. Vorrebbe fare lo scrittore, o almeno il giornalista. E ha dei problemi di erezione. Susi è bella e magra,vorrebbe volare via da quel puzzo di piscio, hashish, benzina, cocaina bruciata e Chanel numero 5 e i milioni di essenze del piano terra della Rinascente. Nel frattempo si taglia il corpo con una lametta. Sandro da bambino pescava le rane con Alberto. Lui è rimasto in provincia, è molto ingrassato, è in cassa integrazione e sta ubriaco di Fernet al bancone del bar. Francesco, cantante di una band indie di successo, è l'unica vittima di un attentato in una festa alla moda nella quale si sentiva pure un po' a disagio. Le loro vite sprecate si toccano in una Milano dalle mille sfaccettature in un mondo in cui sembra perduta ogni speranza di purezza. Lirico, spietato, immaginifico e sfacciatamente contemporaneo

Il libro del giorno: Tania Lorandi e Sandro Montalto (a cura di), Temperamento Sanguineti (Edizioni Joker)












Temperamento Sanguineti vuole rendere omaggio in maniera inconsueta, trasversale e multimediale, a Edoardo Sanguineti: un intellettuale libero e aperto alle sollecitazioni, universale nonostante la sua scoperta parzialità, insofferente nei confronti degli steccati e delle etichette di comodo; un poeta che ha saputo farsi catalizzatore per le arti e giocare con le parole senza mai negare l’emozione; un avanguardista che non ha mai smesso di rileggere il passato; uno scrittore e critico che non ha mai tradito la vocazione anche politica della sua missione. E un cultore di musica, cinema ed arte, un lessicografo, un commediografo, un traduttore, un docente, un polemista e un parodista, un pensatore e un performer, un giocoliere delle parole e un patafisico. In questo volume sono raccolti omaggi in prosa e in versi, memorie, interventi giocosi e seri scritti da colleghi, amici e sodali, ma anche disegni, dipinti, collages, fotografie. Il libro diventa così un amplissimo ed appassionante percorso, reticolare e labirintico, costruito grazie all’opera di diverse sensibilità che reagendo liberamente con la figura di Sanguineti, quindi in un modo che crediamo gli sarebbe piaciuto, hanno cooperato alla costruzione, con affetto e ironia, di un «monumentale monumentello, quantunque cartaceo», per usare un suo verso. Tutti gli autori hanno voluto ricordare questo grande intellettuale, esaltarne le caratteristiche principali e l’evidente attualità, con contributi per la massima parte inediti, o comunque rari e preziosi. Non poteva infine mancare, in questo omaggio ad un poeta che ha tanto amato la parola anche come suono e recitazione, musica e comunicazione diretta, un omaggio audiovisivo, disponibile nel DVD allegato.
Scritti di: Paolo Albani, Raffaele Aragona, Enrico Baj, Nanni Balestrini, Germano Beringheli, Ido Breza, Luciano Caprile, Alberto Casiraghi, Antonio Castronuovo, Aureliano Cattaneo, Nadia Cavalera, Stefano Colangelo,Vittorio Coletti, Collegio di ‘Patafisica, Marco Conti, Tullio De Mauro, Umberto Eco, Giò Ferri, Antonio Fomez, Marcello Frixione, Emilio Giordano, Dario Giugliano, Institutum Pataphysicum Mediolanense, Istituto Patafisico Vitellianenese, Andrea Laiolo, Tommaso Lisa, Tania Lorandi, Niva Lorenzini, Mario Lunetta, Gian Ruggero Manzoni, Sandro Montalto, Francesco Muzzioli, Aldo Nove, OPLEPO, Erminia Passannanti, Ennio Peres, Francesco Pirella, Andrea Plebe, Raffaele Rizzo, Edoardo Sanguineti, Federico Sanguineti, Stefano Scodanibbio, Pasko Simone, Afro Somenzari, Domenico Tavernini, Enrico Testa, Gianni Vattimo, Ciro Vitiello
Opere grafiche e filmati di: Anna Antolisei, Enrico Baj, Carlo Battisti, Gretel Fehr, Antonio Fomez, Massimo Geranio, I Santini del Prete, Andrea Liberovici, Tania Lorandi, Marco Maiocchi, Stelio Maria Martini, Rosaria Matarese, Sonya Orfalian, Mario Persico, Francesco Pirella, Marco Nereo Rotelli, Saul Saguatti, Edoardo Sanguineti, Aldo Spinelli, André Stas, Domenico Tavernini, Ettore Tripodi, Pim van Boxsel
Fotografie di: Silvia Ambrosi, Carlo Battisti, Giancarlo Donatini, Davide Gnola, Mauro Montanari, Stefano Strazzabosco

L'esordiente, di Raul Montanari (Dalai Editore). Intervento di Nunzio Festa














Fra amore e invidia. Non fra solitudine e amicizia; perché sarà anche che Livio Aragona è diventato alla fine uomo solo e scrittore furbetto, ma senza dubbio le mosse della più giovane e accattivante Veronica Markus un giorno allo stesso esito porteranno. Nella stessa terra di maturità e furberie, appunto. Intanto in “L'esordiente” Raul Montanari, con una brillantezza che mai scontenta, anzi che il più delle volte, appunto, magnifica il fatto che lo scrittore/maturo è maturo pure in ogni senso di proprietà di linguaggio, inventa un corso di scrittura creativa che lo stesso Aragona, personaggio centrale del romanzo, tiene alla maniera del Montanari stesso. E dunque L. Aragona non è che alter ego, probabilmente, dell'autore dell'opera. Ovvero è il personaggio del personaggio. Perché Montanari fa un mito-personaggio così vicino alla realtà da essere prototipo per vivere tutte le vicende, ammantate d'assurdo, di dentro e fuori il sogno d'amicizia ma soprattutto invidia. Sentimenti che sono la struttura del romanzo. E che vanno dentro come ai lati dell'Amore. Tranne, naturalmente, di quello per la mammina. Insomma alla scuola Aragona incontra una ragazza bella e facoltosa con la quale essenzialmente scoperà. Ma pure una ragazza che gli fa completamente perdere la testa dal collo stanco. Tanto, in pratica, da non fargli capire esattamente dell'altro pericolo che corre al suo fianco: Emiliano. Vera, 'sto Emiliano, creatura bellissima nata dalla testa dell'esperto scrittore (Raul Montanari, soprattutto – forse persino Aragona L.). A parte il fatto che trattasi del nuovo compagno della consorte, persino non ancora ex moglie, di Livio. Non saremo così cattivi da dire altro ancora, perché la suspense, non del nero non del thriller non del giallo è tantissima. Con eventi improvvisi che sono addirittura più divertenti e sorprendenti di certi colpi di scena da mercato editoriale. Nonostante, appunto, si tratti molto di comprendere certe dinamiche, se pur già parecchie di queste molto frequentate e conosciute, dell'editoria delle major. Dove, fra le altre cose, ci sono critici che fanno di più che tirarsela e sono al servizio essenzialmente delle merci mentre dovrebbero servire la letteratura. Per non parlare, ancora, di scrittrici e scrittori. Eppure dall'”Esordiente” si potrebbe andare avanti per giorni e giorni. Quando i meccanismi sono tanti: rodati e differenziati per giunta. Il libro di Raul Montanari fa molto riflettere. Oltre che ritrovarci. Dunque si tratta d'un testo dotato di proprietà utili alla rivalutazione delle lettere.

giovedì 5 maggio 2011

Faccio un salto all'Avana



Fedele è intrappolato in una vita che non sopporta, schiavo di moglie e cognata da quando suo fratello Vittorio è morto in un incidente. Vittorio, però, è vivo e vegeto e se la sta spassando a Cuba.

Regia di Dario Baldi. Con Enrico Brignano, Francesco Pannofino, Aurora Cossio, Paola Minaccioni, Virginia Raffaele.

fonte Youtube/televisionet

La baia delle gocce notturne a cura di Danilo Manera (Edizioni Controluce)













Tra i vari miti a cui Cuba ha dato origine, c’è sicuramente anche quello della sensualità della sua gente e non è da perdere l’occasione di ascoltare su questo tema la voce di una generazione di cubani che ha conosciuto solo la Cuba post-rivoluzionaria e si è trovata a fare i conti con il suo momento forse più carico di problemi e contrasti, ma anche di speranze e cambiamenti. Storie di Alexis Díaz Pimienta, Michel Encinosa Fú, Ana María Guerrero, Milena Rodríguez, José, Miguel Sánchez “Yoss”, Karla Suárez. Con una narrazione di Danilo Manera.

Il libro del giorno: La storia sporca di Marco Minicangeli (Edizioni Controluce, collana Pixel diretta da Francesca Giannone)








Splendido film Serpico. Mi riferisco al film del 1973 diretto da Sidney Lumet e interpretato da Al Pacino. Brutta storia quella di Serpico, senza ombra di dubbio. Il film si basa sulla storia vera del poliziotto italo-americano Frank Serpico, in servizio nel dipartimento di polizia di New York tra il ‘59 e il ‘72. Brutta storia perché Serpico scoprì e denunciò un malevolo caso di corruzione fra i suoi colleghi ufficiali, dopo che gli avevano fatto del “mobbing” pesante, prima con la loro indifferenza poi diffidenza e poi con minacce e intimidazioni. Mi ricorda un po’ questo il lavoro di Marco Minicangeli “La storia sporca” edito da Controluce Edizioni. Siamo a Roma. Piazza Cavour. Siamo in un commissariato. Alessio Zeni viene affiancato al collega Nicola Sperlo, uno che la giustizia se la fa a modo suo. Il Male si annida tra i meandri di un’’indagine oscura, una storia sporca di traffici narcotici in mano a extracomunitari senza scrupoli, che hanno occupato gli spazi liberi lasciati dalla banda della Magliana, e mignotte straniere tutte con il nome di Irina o Svetlana, invischiate in porno hard core a limiti dell’umano dove rischiano anche la pelle Zeni si lascia sedurre morbosamente dal male, segue le regole di Sperlo e scopre la verità. Il prezzo da pagare però è alto, perché una volta risucchiati dalla Città della Notte non c’è via d’uscita: o si muore o si perde tutto, senza via di scampo.

Marco Minicangeli nasce a Roma nel 1963. è stato tra i fondatori della rivista “Il paradiso degli orchi” e redattore dell’inserto librario “Il topo di libreria” (per il quotidiano “Liberazione”). Da anni si occupa di noir e true crime: suoi racconti sono stati pubblicati in varie antologie del movimento Neonoir, di cui ha fatto parte sin dall’inizio. Tra le sue ultime pubblicazioni: Malaroma (Castelvecchi 2000), Breve storia del Mossad (Datanews 2001), Ammazzo tutti (Stampa Alternativa 2004), Triangoli diabolici (Stampa Alternativa 2006), Uomon (nella collana Segretissimo di Mondadori 2010).

Vinicio Capossela: il trailer di "Marinai, profeti e balene"



Il trailer di "Marinai, profeti e balene", il nuovo disco di Vinicio Capossela. Fonte Youtube/Rockrol

Vinicio Capossela. Ri-cognizione geografica di una flânerie di Loredana Piro (Mimesis)




















La città e le sue strade, i suoi bar, le sue reti e la vita che le attraversa. Un’opera che spinge ad indagare la natura profonda dei nostri spazi, il loro assumere il valore di luoghi. Un intenso percorso dialettico tra due discipline, la geografia e la letteratura, introdotto a partire da uno degli artisti di maggior valore nel panorama italiano. Vinicio Capossela, il Flâneur post-moderno, l’esempio più tangibile della complessità e dell’instabilità della nostra epoca. Un’opera per ripensare in termini filosofici e intimi le nostre città e riviverle
in tutti i loro molteplici aspetti.
Loredana Piro, studiosa di Geografia sociale e urbana, collabora con la Cattedra di Geografia dell’Università di Palermo. Conduce studi su rappresentazione letteraria e geografia.

Gli angeli neri. Storia degli anarchici italiani da Pisacane ai Circoli di Carrara, di Manlio Cancogni (Mursia). Intervento di Nunzio Festa












La più interessante di tutte queste lunghe e tribolate storie d'angeli neri è senza ombra di dubbi quella del russo Bakunin. Ma ogni figura evocata da Cancogni, si deve precisare, in questa Storia degli anarchici italiani è degna di ricordo, di rispetto. Dona tantissimo senso di curiosità. Grazie a uno sguardo esterno che è veramente esterno. Persino a volte freddo. Implacabile e tagliente. Che non lascia fuori dalla porta alcune considerazioni che potrebbero, se fossero state messe in pagina da un anarchico o da un anti-anarchico, suonare sgradevoli. E che invece nell'analisi e cronaca di Manlio Cancogni sono un ottimo di più al contenuto. Perché realmente con il saggio, pieno di forza narrativa e coraggio d'invettiva, entriamo nelle vicende e nell'intimità di personalità quali Pisacane, Malatesta, Costa e tante altre. Ma appunto ripartendo dalla premessa che l'anarchico Bakunin fu e disse molto per gli anarchici nostrani (a parte essere essenzialmente un viaggiatore). Per gli italiani che fino a quel momento, invece, non sapevano che di Mazzini e degli ideali mazziniani e al massimo del Garibaldi condottiero privo di timori e macchie. Mentre l'Anarchia nasce dal fumo delle parole e dà parole col fumo delle osterie popolari o delle case spesso borghesi. Perché gli anarchici parlano molto dell'Idea. E, nella maggior parte dei casi, per l'Idea sono pronti a morire. Qualche volta a uccidere. L'espertissimo Manlio Cancogni, classe 1916, che dopo un discorso con Montanelli cominciò a lavorare all''inchiesta' “Gli angeli neri. Storia degli anarchici italiani da Pisacane ai Circoli di Carrara” - raccolta appunto sotto questi segni oggi - con l'opera e con le opere fa, come si dice o come appuntiamo noi qualunquisti, il quadro della situazione. Nel senso che ripercorrendo personaggi fa rivivere la Storia. Con un linguaggio che, poi, mette nelle condizioni di divincolarci dalla morsa d'una fluidità portatrice di chiarezza e fascino indiscreto. Nessun'altra penna, oggigiorno, molto probabilmente, meglio avrebbe fatto il compito. Cancogni, narratore e saggista, giornalista e insegnante, veramente una delle voci imponenti della narrativa post-bellica, con un'operazione efficace sconfigge ogni pregiudizio, ma, soprattutto, elimina le scie più malsane e maleodoranti lasciate dal luogo comune e sostanzialmente sempre riservato ai volti delle persone libere. A soffocare ogni tentativo di riscatto.

mercoledì 4 maggio 2011

LUCIANA LITTIZZETTO da FABIO FAZIO A CHE TEMPO CHE FA PARLA DEL CASO RUBY: "l'affare si ingrossa..."



Fonte Youtube/Rai.tv . Che tempo che fa - Anche Luciana Littizzetto si interessa al caso della settimana, dispensando consigli e suggerimenti per tutti i protagonisti della vicenda... GUARDA TUTTI I VIDEO DI LUCIANA LITTIZZETTO SU: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-8999a72a-191f-4e17-8ec...

Il libro del giorno: I dolori del giovane Walter di Luciana Littizzetto (Mondadori)













"Per noi la Jolanda è un oggetto d'uso. Ci basta che funzioni bene e fine. Per i maschi, invece, il Walter è come l'automobile: uno status symbol. Allora ecco che inventano la pomata che lo fa risvegliare di colpo: da spinacio a zucchina in un nanosecondo. E per te maschio che soffri di caduta libera, che hai il walter che fa bungee-jumping, c'è la calamita che te lo tira su come il ponte levatoio dei castelli. Senti anche il rumore: sradadadadan... E poi c'avete sfrantecato con 'sta storia del vostro lato femminile. Non ne possiamo più di vedere uomini che si depilano, tutti Ponzi Depilati. I maschi di oggi son tutti senza peli come pesche noci. Certo, anche noi donne abbiamo i nostri sporchi trucchi. Tipo il Virginity Soap, un sapone che serve a ricostruire la verginità. Se prima della insaponata la vostra Jolanda era una autostrada a quattro corsie, dopo diventa una mulattiera. Se prima era una saccoccia da grembiule, dopo diventa un'asola. Se prima era una nave scuola, dopo diventa una gondola." Parlare di Walter e Jolanda è una sfida per l’autrice di parlare del mondo che ci circonda, tanto che la metafora e le metafore attorno ai nostri organi genitali diventano sublimazione metafisica che racchiudono l’intero significato del cosmo. E in questa “transustanziazione” la comicità si slabbra e diventa satira.

Laura Gianetti present Hidden Leaves in My Mind curated by Mario Margani









Grimmuseum è felice di presentare la prima personale di Laura Gianetti a Berlino, terzo appuntamento del programma Grim Solo che presenta artisti inediti per la scena artistica berlinese. “Hidden Leaves in My Mind” è un nuovo progetto in progress legato al disegno in contensti inusuali. All’interno della mostra dialogherà con una selezione di lavori che delineano alcuni dei temi affrontati dal momento del trasferimento di Laura a Berlino.

Grimmuseum is happy to present the first Laura Gianetti solo show in Berlin as the third exhibition of the Grim Solo program, devoted to young and emerging artists still unknown to the wider Berlin public. “Hidden Leaves in My Mind” consist of a new in progress drawing-project that will be put in dialogue with a selection of Gianetti´s latest works, outlining some of the topics Laura approached since she moved to Berlin. The artist’s studio is not necessarily the main place for the production of an artwork anymore. Artists are working more and more into the public space, but sometimes a work can unexpectedly come to the light between the long waits and the void gaps of a second job. This latter can provide for financial safety, allowing the development of an art career, but it can be frustrating, taking out time and energies. Laura’s experience with this kind of double life, between the willing to follow her own research – mainly through photography and painting – and an aseptic call center, has given birth to a drawing series. Everything that was available were just a pen and a sheet of paper, but thanks to the huge amount of time spent while waiting for a call they turned into the best instruments to draw sequences of accurate and surreal visions, distorted bodies, growing plants and an haunting invasion of leaves. It’s well known that the leaf is the most important organ in plants life: it allows photosyntesis, respiration, transpiration, guttation. A fully artificial place such as a call center lacks of any natural light or fresh air, so being unsuitable for leaves as well as for living beings. On the other hand, the leaves come back to the paper both as a sign of the willing to escape and as a relieving iterative gesture: expression of a mood and cathartic ritual. “This Was Supposed To Be the Future” is a painting series on jute portraying six animals – a sheep, a monkey, a cavy, a rooster, a living pig and a dead one – which was carried and positioned in different areas inside a snowy park – the Volkspark Hasenheide - during a performance in 2010. We can picture Laura shifting in few hours from one of the highest expressions of artificial life to a natural open space where she placed her "animals", as if it was the only spot in which they should actually live. In spite of the large gap in size – from an A4 format to a large canvas – the amount of working hours on one drawing and on a painting is almost identical. The only differences are the location of work and the state of mind. Establishing a photographic comparison between negative and positive, the monochrome drawings from the "darkroom" of a call center hide energetic paintings and reinvigorating walks. Presenting together two opposite poles of her experience is a way for Laura to close the circle, but it also witnesses to the fact that a chance to create is often hidden in unpredictable places and states that are recognized cliché of creative castration.

Laura Gianetti (1980, Livorno) lives and works between Berlin and Italy. She graduated at the Fine Arts Academy of Rome in painting and photography and has worked as assistant for Paolo W. Tamburella. Some of her works are published on magazines, books, cd, vynil and videos. She is currently working as photoreporter for art events and venues in Berlin. Latest solo exhibitions: “You can find me if you want me in the garden”, Prodezze Fuori Area, Rome, 2011; “Corpographie”, Casale della Cervelletta, Rome, 2008. Main group exhibitions: “Biennale Internazionale di Pittura, Scultura e Grafica”, Castello Carlo V, Lecce, 2010; “Lib(e)ro d’arte”, Museo Hendrick C. Andersen (Galleria Nazionale d’Arte Moderna), Rome, 2008; “Premio Sinestesie”, Museo Michetti, Chieti, 2008; “Primaverile Romana”, Galleria il Saggiatore, Rome, 2008; “Premio Nazionale delle Arti”, Galleria d’Arte Moderna alle Ciminiere, Catania, 2008; “5° Premio Internazionale Biennale d'Incisione", Pistoia, 2007; "Fiera Immagina", S.I.P.E.R. Fiere di Reggio Emilia, 2006.

Hidden Leaves in My Mind by Laura Gianetti

curated by Mario Margani

Opening reception 5. May 2011

6. - 22. May 2011

Opening hours: wed-sun 14-19

Free entry

Grimmuseum

www.grimmuseum.com

Fichte Strasse 2 - Berlin

Prima dei mass media di Stefano Cristante (Egea). Dalla presentazione












La sociologia della comunicazione ha indagato con grande ampiezza lo sviluppo dei media di massa novecenteschi, dalla radio al cinema, dalla televisione a internet. Contributi molto importanti e numerosi hanno riguardato la creazione e lo sviluppo della stampa e della fotografia, del telegrafo e del fonografo, cioè dei principali mezzi di comunicazione ottocenteschi. Bisogna dunque pensare che non esistessero forme comunicative potenti ed efficaci nelle società susseguitesi nel corso del tempo storico, prima che i media moderni fossero portati a evidenza e a compimento tecnico? In assenza di società di massa e quindi di mass media, bisogna forse pensare che le forme della comunicazione abbiano svolto un ruolo marginale sino all'affermazione del capitalismo e dell'epoca moderna? Il rapporto “comunicazione-società”, centrale per l'analisi delle scienze sociali, inizia in epoche storiche lontane millenni: da quando esistono le comunità umane la ricerca di modi efficaci per comunicare caratterizza l'azione umana. Ecco allora che è possibile – utilizzando fonti provenienti dall'immenso territorio delle interpretazioni storiche – fissare uno sguardo su processi ed eventi che hanno consentito al genere umano di inventare proprie forme di contatto, di avvertimento, di apprendimento, di scambio, di racconto, di rappresentazione. Detto altrimenti, è possibile rivisitare la storia umana dal punto di vista della comunicazione. Si tratta infatti – ed è la strategia e l'idea-forza di questo libro – di una variabile fondamentale della storia umana: comunicazione e condivisione sociale viaggiano di pari passo. Prima ancora che si stabilizzassero le antichissime società tribali il genere umano è stato in grado di inventare modi per mettere in comune informazioni utili alla sopravvivenza della specie, consentendo uno sviluppo della conoscenza e un progressivo adattamento all'ambiente, modificando nel contempo l'ambiente stesso. Prima dei mass media seleziona e ripercorre le tappe fondamentali di questi processi: a partire dal corpo umano inteso come dispositivo primigenio di comunicazione, il volume si addentra nell'elaborazione dell'oralità e delle sue conseguenze aggregative, sottolineando il crogiolo espressivo in cui presero forma le diverse forme espressive della rappresentazione iconografica e della scrittura, evitando la successione lineare tra i diversi ambienti comunicativi e mettendo invece in risalto le contaminazioni sempre esistite tra le diverse forme espressive. Prima dei mass media si occupa di restituire alla storia sociale della comunicazione attraverso una triplice accentuazione concettuale: la creazione di reti, la costruzione del sapere e l'esercizio del potere. Dai piccolissimi gruppi nomadi precedenti ai primi insediamenti urbani fino all'organizzazione delle società di lettura del tardo Seicento inglese e francese, gli strumenti del comunicare hanno lavorato per includere (o per escludere) individui dentro uno stesso ambito di interazione. La creazione di reti, intese nel loro significato generale di collegamenti tra singoli fruitori e contributori di mezzi e tecnologie, risponde all'essenza relazionale della comunicazione. In sostanza, una volta definita la comunicazione come un'azione dotata di senso, le domande da cui prende l'avvio il volume sono: con chi agisce l'individuo addestrato a un mezzo? Quali settori sociali sono stati maggiormente toccati dalle specifiche tecnologie della comunicazione? Come hanno funzionato rispetto alle loro esigenze complessive? Ad esempio: la figura del mercante che emerge dalla cornice medievale come si avvantaggia della scrittura in epoca precedente alla stampa a caratteri mobili? Attraverso quali particolari iniziative mette in condivisione la propria esperienza? La seconda questione concettuale investe la costruzione del sapere: si tratta in questo caso di cogliere come i mezzi di comunicazione abbiano contribuito all'accumulo di conoscenze umane. Il riferimento più immediato va alla scrittura, in particolare alfabetica, in grado di costituirsi in piattaforma permanente per tutti i saperi, varcando le barriere dello spazio e del tempo, opponendosi alla friabilità dei saperi orali, sottoposti alla possibilità di estinzione. In realtà molti altri media hanno contribuito al permanere e all'espansione delle conoscenze, non solo tecnico-scientifiche ma più ampiamente culturali. Si tratta, ad esempio, della sfaccettata presenza sociale delle opere d'arte, in grado di sprigionare energie comunicative, nel senso che evidenziano un cumulo di conoscenze (tecniche, filosofiche, poetiche, architettoniche e così via) senza smentire le connessioni con la formazione e l'addestramento ad una estetica condivisa, fondata su linguaggi ad alto tasso di penetrazione collettiva. Infine, si è lavorato sul nodo dell'esercizio del potere: i mezzi inventati e perfezionati nelle diverse società sono stati utilizzati per organizzare le società e per governarle. A partire dall'oralità e dalla scrittura, lo spazio urbano compiuto – la polis – ha risentito in misura crescente dello sviluppo dei media e li ha usati per includere e per escludere gruppi sociali dal potere. Gli imperi dell'antichità classica hanno progettato e quindi realizzato grandi vie e grandi infrastrutture dove correvano messaggi scritti su papiro, leggeri per i cavalieri ma spesso pesanti per gli ordini contenuti. Grazie alla tecnologia alfabetica un territorio immenso poteva comunicare al proprio interno ed essere governato. Il sistema mediatico della corrispondenza consentì alla chiesa cattolica di resistere agli ultimi sconquassi delle invasioni barbariche e di tenere in piedi il principio dell'autorità occidentale. Per altri versi, l'opulenta comunicazione dei grandi eventi culturali rinascimentali indica con chiarezza il ruolo di rappresentazione del potere affidata alle forme espressive, e ne affida l'organizzazione a individui, famiglie e gruppi che sanno perfettamente di dominare attraverso immagini e coreografie, esibendosi personalmente come leader e come strateghi. Né smette di stupire la poderosa esibizione spettacolare di Federico II di Svevia, un imperatore che non esitava ad abbigliarsi alla foggia saracena e a portare nei suoi lunghi spostamenti di governo una quantità di bestie esotiche, particolari che contribuirono a farne una personalità eccezionale ed eccezionalmente chiacchierata. Inoltre, facendoci più prossimi alla nostra epoca, la vicenda dei giornali stampati racconta in modo estremamente chiaro la battaglia che sui mezzi di comunicazione venne combattuta tra fautori ed oppositori del potere assoluto, un potere che sembrava eterno e che invece poteva essere delegittimato attraverso informazioni e notizie ricavate da osservatori che inventavano le tecniche del giornalismo, e le mettevano a disposizione di nuovi e vasti pubblici, in attesa che nuovi media (a cominciare dal telegrafo) sancissero il ruolo della comunicazione di massa in una società a base metropolitana.

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