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mercoledì 18 novembre 2009

Per la caduta del muro di Berlino azione di Maksim Cristan e Valeria Sanguini:"Gli evasi della Sprea"















Nel giorno della celebrazione del ventennio della caduta del muro, un intervento dettato dall'urgenza di rispondere al problema dei respingimenti nel mar Mediterraneo, nato dalla collaborazione di due artisti immigrati a Berlino: Valeria Sanguini, pittrice e scultrice italiana e Maksim Cristan, scrittore croato.
Ci sembrava importante rendere visibile un problema invisibile, facendo emergere quei corpi, immaginandoli in un percorso che dal mar Mediterraneo risalendo le correnti fluviali li vede approdare nelle acque della Spree a Berlino. Portare questo problema nel cuore dell'Europa in festa per l´abbattimento del muro. Come luogo dell'intervento abbiamo scelto Oberbaumbrücke, dove scorreva il muro che una volta divideva la città e di lasciare questi corpi alle acque lungo la frontiera, lasciandoli attraversare la città. Un modo di riflettere alla condizione stessa dell'emergenza, emergenza di persone spinte dalla sopravvivenza a mettere a rischio la loro vita affidandosi alle acque. Emergenza come pulsione di vita di gente che vuole vivere. In primo luogo quest’azione è una celebrazione come momento di presa coscienza del momento presente e non come mero festeggiare rivolto al passato
“Gli evasi della Sprea” è un intervento dettato dall'urgenza di rispondere al problema dei respingimenti nel mar Mediterraneo. L’intervento si è svolto in due azioni concomitanti:
1. L’abbandono di corpi alla corrente del fiume che attraversa Berlino, sotto il ponte Oberbaumbrücke, lungo la frontiera dove scorreva il muro che divideva la cittá.
2. L´affissione di 100 manifesti lungo la galleria dell'Oberbaumbrücke:
MISSING, Person crossing wall in Mediterranean sea waters. If anyone has information contact: governo@italiano.it
(Nello svolgere dell’azione, si sono voluti prestatare: Giovani Celie, compositore e Marco Carli Rossi, pittore, entrambi italiani e, per la preparazione, Fabio Dentella, filmaker italiano, Joachim Bucholz, pittore tedesco e Stefan della BWSZ, tutti immigrati a Berlino)

Valeria Sanguini: “Ho scelto il pongo come materiale, lo stesso con cui ho realizzato i Radar. Un grande corpo geografico di cui appaiono le propaggini, i rilievi. I radar ne sondano la posizione collocandoli nello spettro colore. Quegli stessi colori che sono misura della distanza, eco di una posizione nello spazio si ritrovano nella materia stessa dei frammenti di terra emersi, membra di un territorio di cui non si intravedono confini. Confine è quello della superficie dell'apparire, la linea d’acqua che distingue quel che emerge da quel che rimane sommerso.”
"Gli evasi della Sprea” é anche un lavoro fotografico che farà parte della mostra che Valeria Sanguni stà preparando e che riguarda il concetto di corpo geografico.
Valeria Sanguini: “Il mio territorio d´indagine è quello della pittura e la scultura è strumento della mia esplorazione dello spazio pittorico. Il rapporto tra il corpo e la geografia riguarda il mio rapporto con la memoria. Scelgo la rete metallica come trama di un disegno che si risolve nello spazio e il pongo come materia colore per addentrare il corpo stesso della pittura. La fotografia, invece, talvolta è un passaggio necessario che mi permette di ricollegare una tappa ad un´altra di questa esplorazione. In questo caso le diapositive dei corpi abbandonati nella Sprea torneranno come parvenze, continuando il loro a viaggiare.”

fonte www.maksimcristan.blogspot.com

martedì 17 novembre 2009

I segreti di angeli e demoni di Simon Cox (Edizioni L'Età dell'acquario)

Con «Angeli & Demoni» Dan Brown ha replicato il successo planetario del Codice da Vinci, «iniziando» milioni di lettori a un universo sconcertante, in cui scienza e religione, grandi ideali e cinici complotti, documenti astrusi e armi micidiali, compongono un mosaico esplosivo. Attraverso vie, piazze, chiese e monumenti di Roma riaffiora un cammino occulto fatto di antichi simboli e sembra riprendere vita una leggendaria società segreta nemica della Chiesa, il cui scopo sarebbe la distruzione del Vaticano e l’annientamento della fede cattolica. Alla fine del romanzo, molti lettori si chiederanno che cosa nel racconto di Dan Brown sia verità e che cosa sia invenzione. Agilmente strutturato in voci disposte in ordine alfabetico, I segreti di Angeli & demoni è uno strumento prezioso per gettare luce sui tanti misteri annidati nel cuore della trama: • Gli «Illuminati» sono esistiti davvero e, soprattutto, esistono ancora? • Vi sono realmente forze oscure che orientano nell’ombra il corso della Storia? • Quale rapporto intercorre fra gli Illuminati e la Massoneria? • Qual è l’origine dei simboli che compaiono sulle banconote americane? • Bernini creò un Cammino di Illuminazione per i potenziali iniziati alla fratellanza clandestina? • L’«antimateria» racchiude il potenziale effetto devastante raccontato da Dan Brown? • Esistono in Vaticano i passaggi segreti descritti nel romanzo? Lasciatevi illuminare…

Simon Cox è l’autore del best seller internazionale «I segreti del Codice», edito dalla nostra casa editrice: 70 mila copie vendute in 6 mesi. Definito dalla BBC uno «storico dell’ignoto», è un ricercatore preparato e audace, pronto a sfidare dogmi, ortodossie e mezze verità. Ha lavorato come ricercatore per alcune delle personalità più eminenti nel campo della storia alternativa, compresi Robert Bauval, David Rohl e Graham Hancock. È anche un apprezzato conferenziere e di recente ha avviato diversi progetti per la radio e la televisione.



Guida non autorizzata a fatti, personaggi e misteri del thriller di Dan Brown
ISBN: 8871362101

Prezzo € 10,00


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Gaetano G. Perlongo, Una fiamma ossidrica mascolina (Pertronicware Ed. & Centro Studi e Ricerche "Aleph" Press, 2009)

Domina nell’analisi di scrittura di Gaetano G. Perlongo, quel “non senso” che affronta oggi, l’essere umano, nel suo percorso di vita. Una ferita, che si dilata sempre più e che difficilmente si risanerà perché dovuta a quel mancato «…equilibrio saturo si ambiguità /…» che pone in evidenza. Tutto ciò Perlongo lo manifesta come investigazione della “parola”, ricercata mediante la propria identità. Questa, è aperta nella retrospezione che indica come «una fiamma ossidrica mascolina» con la quale la forgerà, per inventarsi una esistenza “nuova” e capace di riemergere dalla «...pattumiera della storia...». “Verbo”, nell’uso che forgia ed esercita, che è volutamente posto come ricerca di un senso compiuto al divenire e, sebbene utilizzato come dissonanza umorale nella rievocazione, diviene descrittivo nella “ridefinizione essenziale” che viene definita. In questo suo racconto intimistico, appaiono immagini di tempi, luoghi ed uomini che, nel sociale e nel politico, riflettono e determinano nella sequenzialità ad “incastro”, ben coordinata, quel tentativo di compitare e realizzare una intuizione prefissata che sia anche e spesso allegorica. Un sognatore Perlongo, che vuole sperimentare con un valore semantico, certamente non nuovo, ma che gli determini una specifica e voluta costruzione. Un percorso di simbolismi, analogie e confronti. Tutto ciò individua e fa nascere, nella trasformazione del citato “verbo” cerebralmente ragionato, una sequenzialità occasionale ma determinante ai fini discorsivi. Collage di costruzione del verso quindi, che assume nelle diverse coordinate un valore socraticamente maieutico o ideologico. É il caso del più ragionato pensiero che appare nel “Sotto vento, pensando Danilo”; e, nella “E la Zabara pianse”; dove colloca e accosta, solo attraverso diversi e predisposti termini, i due personaggi di riferimento, quasi poi a porli in simbiosi, per l’identico filo di ragionamento e dialogo che recavano entrambi. L’uno: circense maieuta; l’altro: circense ideologo; quali terminologie di rafforzamento ad una stessa radice idealistica. In tal modo, il ricordo, diviene un vortice che scuote la coscienza, con il verso che vaga metafisicamente nei luoghi di riferimento. Un riflesso, per la propria coscienza che, tratto dalle immagini intimistiche ricercate diviene, nella asserzione enunciata, “un valore” di maggiore forza e penetrazione. Follia forse, quella che rivela la complessa silloge che si è prefisso di dare luce. Percorso che ha, quale sostanziale meta, un «nido» riposto: non solo per una idealizzazione di un dio nascosto che scaturisce dall’intimo ma, anche, come un rifugio per la trasformazione di sogni, che egli stesso definisce “oziosi”. Sogni, che ripercorrono la storia di fatti e personaggi tutti significativamente legati alla propria personale dottrina e cultura. Ma tutto ciò, appunto, come sogno, ha anche una ulteriore meta, un fine; quello della ricerca di un richiamo perché si possa «…vocalizzare il mio nome…/» congiuntamente, altresì, a quello di riaffermare un desiderio che pare appagato ed estrinsecato in: «Ho sognato mio Padre», come ritorno alle origini.

L’autore

Gaetano G. Perlongo nasce a Solingen, in Germania, nel 1970 e vive a Trappeto, in provincia di Palermo. Dopo essersi diplomato in elettronica ha studiato fisica, spaziando, con notevoli risultati, dalla matematica speculativa alla fisica teorica e all'astrofisica. A Trappeto, paese adottivo del grande Danilo Dolci, Perlongo inizia il suo viaggio nel mondo delle parole in poesia. Tra le sue opere più note ricordiamo: "La licantropia del poeta" (2001), "Il calabrone ha smesso di volare" (2002), "Il vuoto mistico della retta" (2003), "Nassiriya - Frammenti di voci dalla galassia terrestre" (2003), "Metessi" (2003), "La Mattanza. Poesie e Canzoni di protesta" (2004), "Le vene aperte della poesia (Appunti per un Seminario)" (2005), "Rincorsa alle ombre" (2006), "Rumore di fondo. Meditazioni sull'Arte" (2006), "Filippo Grillo. La nuova alba della Cucurbita" (2007), "Chi semina versi" (2009), "Una fiamma ossidrica mascolina" (2009) e "Sintropia" (2002-2009). Il Centro Divulgazione Arte e Poesia e l'Unione Pionieri della Cultura Europea di Sutri (Viterbo), visti gli alti meriti acquisiti, in riconoscimento alla lodevole attività svolta in favore della cultura, gli conferisce, nel 2002, la nomina a Membro Honoris Causa a vita. Nell’ottobre del 2005 fonda il Centro Studi e Ricerche "Aleph". Ha insegnato presso la Libera Università Popolare "Danilo Dolci" di Partinico (Palermo) - http://www.pertronicware.com/perlongo. Attualmente tiene seminari e corsi di approfondimento di fisica e matematica a studenti liceali ed universitari.


Dall'introduzione di Aurelio De Rose

lunedì 16 novembre 2009

Anticipazione: "Separé" di Annalisa Bari (Giuseppe Laterza)

Annalisa Bari, salentina, ha insegnato italiano e storia negli istituti superiori. Da tempo pubblicista di saggi letterari e storici su periodici locali, è sempre stata impegnata in recensioni, presentazioni di libri e interventi in conferenze e dibattiti di carattere culturale e sociale. Ha pubblicato Non c'erano le mimose (Edizioni del Grifo, Lecce, 2001), Diamanti e ciliegie (Edizioni del Grifo, Lecce, 2003), Il quarto sacramento (Edizioni del Grifo, Lecce, 2005).
Ora sta uscendo con un suo nuovo lavoro per i tipi di Giuseppe Laterza dal titolo "Separé", ed ha voluto darmene un'anticipazione su questo blog, di suo pugno. La ringrazio sentitamente:"Gentilissimo Stefano, sono contenta di entrare nel tuo blog con un'anticipazione sul mio ultimo libro. Dopo le fatiche de "I Mercanti dell'anima" (Giulio Perrone editore) che mi è costato mesi di studio e di ricerche, ho voluto dedicarmi a qualcosa di più leggero: un romanzo ambientato nel mondo dell'avanspettacolo degli anni cinquanta, quando questo genere andava già declinando, sopraffatto dalla televisione e dalle grandi commedie musicali. Ogni capitolo di "Séparé" ha per titolo un profumo perchè tali erano le compagnie di varietà: un bouquet di profumi inebrianti che mandavano in visibilio e facevano sognare i giovani del dopoguerra, ancora carichi di disagi economici, di ricordi da cancellare, ma già tesi a conquistarsi il loro spazio di benessere, la loro porzione di felicità. Ma dietro i profumi, i lustrini, le piume, le luci, tanta miseria, vergogna, emarginazione, solitudine. Un romanzo dolce-amaro in cui sono protagoniste le donne: ballerine senza troppo talento, illuse da sogni di gloria, ma anche desiderose d'amore e di famiglia. E un prezzo alto da pagare nell'Italia bigotta degli anni cinquanta: la dignità. Il romanzo, edito da Giuseppe Laterza, sarà presentato in anteprima nazione alla "Città del libro 2009" a Campi Salentina, sabato 28 novembre, alle ore 16,00. Ti aspetto e ti ringrazio."

Annalisa Bari


fonte iconografica: http://fashionidentity.blogosfere.it/images/new4/elsa.jpg

Fiorenzo Oliva, “Il mondo in una piazza” (Stampa Alternativa, 2009)

Vado sul sito di Stampa Alternativa prima di scrivere questo pezzo, alla ricerca di notizie biografiche sull’autore. Al link del libro, sotto la scheda, dice “momentaneamente non disponibile”. Non mi meraviglia perché è un libro bellissimo quello di Fiorenzo Oliva dal titolo “Il mondo in una piazza”, e di questo ringrazio gli amici della casa editrice viterbese che me lo hanno inviato. F.O. ha passato un anno a Porta Palazzo a Torino, uno spazio di tempo che per lui ha significato una vera e propria catarsi, un modo per sviluppare anticorpi indispensabili per sopravvivere e mettersi finalmente alle spalle quel maledetto 2002, quando mentre passeggiava con degli amici per un parco di Torino si ritrova investito da uno spruzzo di acido che gli fa guadagnare numerose ustioni sul corpo. Era un regolamento di conti tra spacciatori. Torino la città di Cesare Pavese ha diversi livelli, alcuni esposti alla luce del sole, altri occulti. E non è solo l’aspetto esoterico a far rientrare alcune delle storie della capitale piemontese in un grande buco nero. Anzi, esistono delle vere e proprie T.A.Z in cui difficilmente si può cogliere la differenze tra realtà e finzione, ovvero geografie umane che farebbero impallidire i peggiori quartieri di Belfast o Varsavia, o addirittura renderebbero le malfamate banliueues parigine, collegi per educande. Porta Palazzo è un vero e proprio ingresso per l’inferno: quello dello spaccio, della clandestinità, della povertà, della disperazione. Oliva ci va a vivere con Eusen suo fratello di “cicatrici all’acido”, in un appartamento fatiscente senza riscaldamento prima e poi con riscaldamento insufficiente, fa spesa negli shop cino-arabi, e va dai romeni a fare colazione la mattina, si veste di sguardi torvi e decisi, abiti lisi ma sufficientemente “da guerriglia”, indispensabili per non dare nell’occhio, conosce “Il Fascio” che sarà poi man mano che ce lo farà conoscere meno nazi del nome appiopatogli, e diventa amico di “Tigre” un albanese che parla della guerra civile nella sua patria negli anni ‘90 e della sua condizione di povero cristo che si spacca il sedere e non riesce a mandare soldi a casa. Insomma F.O. cerca di capire e ricucire forse i fantasmi della fatidica aggressione subita, i motivi, i contesti. La cosa che appare incredibile in questo lavoro è che chi lo ha realizzato oscilla tra una discreta sindrome di Pollyanna (dove c’è sempre il lato positivo anche nelle situazioni più estreme) e una forte dose di nichilismo pulp, tra odori e umori e sudori di svariate etnie che esistono o resistono con lui Porta Palazzo. Al di là di facili considerazioni, la verità è che si tratta di un lavoro antropologico fine e prezioso, dove gli incontri e le vicissitudini raccontate sono strumento indispensabile per capire le diverse grammatiche delle convivenze inter-etniche in una periferia come quella narrata, forse lasciata un po’ a se stessa sia dalle istituzioni che dalle forze dell’ordine, ma che comunque riesce a lanciare un messaggio che va al di là del grigiore pervasivo in quelle zone: oltre le barriere linguistiche e tradizioni e riti anche criminosi e criminali, la comprensione può essere il primo passo per l’emancipazione dal nullla! Oliva parla di una nuova urbanistica domestica, quella vuota lasciata dagli Italiani oramai “migranti” verso altre zone della città, racconta di sradicamenti e sub-valori, ci stupisce con citazioni di De Amicis che racconta il Balon, il mercato delle pulci a Torino. E’ un racconto sincero, ricco di notizie. mai noioso.
Il sito è www.ilmondoinunapiazza.it

In libreria MALI DI FAMIGLIA di Gina LUPO e Vittorio RICAPITO (Edit@, Taranto)

A metà fra un lavoro narrativo ed un’opera saggistica, il libro prende spunto da fatti di cronaca quotidiana, racconti veri, narrati dagli sfortunati protagonisti in prima persona, per introdurre tematiche di grande e scottante attualità, con cui ogni giorno migliaia di famiglie sono costrette a confrontarsi. Un giornalista ed un’avvocatessa raccontano malattie sociali, violenze e dipendenze dell’uomo moderno da un punto di osservazione millenario: la famiglia. E lo fanno attraverso un’analisi multidisciplinare: dagli aspetti psicologici e sociologici alle novità in ambito legale. Il fine del volume è quello di tracciare l’identikit dei “mali di famiglia”,è indagare sui motivi che portano alle violenze sui più deboli, alla dipendenza psicologica, e sostenere chi subisce questi mali, indicando anche come Difendersi. Il modo più diretto per spiegare fenomeni e parole nuove come mobbing, stalking, gambling, è leggere le storie raccontate direttamente dai protagonisti. Marika denuncia anni di maltrattamenti subìti dal marito, dopo che lui ha perfino cercato di ucciderla. Angelo paga caro interrompere una relazione: persecuzioni, minacce, atti vandalici della ex gli rendono la vita un inferno. La triste vicenda del piccolo Fabio, molestato a scuola, e della coraggiosa madre Anna: la tragedia riduce la famiglia in frantumi. Antonio cade nelle trame del capo, Veronica, che lo “mobbizza” fino a costringerlo a cambiare sede di lavoro. Gianni, impiegato, non accetta il demansionamento e viene segregato in una palazzina deserta. Patrizia si separa e scopre che il marito, vittima di mobbing, ha abusato dei figli. Michele per la dipendenza dal gioco (gambling) perde denaro e affetti. Barbara, affetta da internet dipendenza, perde il marito: ha una seconda vita virtuale. La madre di Ilaria vive segregata in casa, vittima della violenza psicologica del figlio. Anna, casalinga: una sedicente maga le porta via una fortuna e la serenità. Giovanna ha un figlio fuori dal matrimonio: il marito non sa nulla. Filomena scopre che il marito la tradisce con un altro uomo. Pierpaolo, ossessionato dal tradimento, semina microspie e telecamere per casa, passando dalla parte del torto.

Gli autori: Gina Lupo - È avvocato specializzato in problematiche familiari e minorili. Vanta una lunga esperienza nel campo della mediazione familiare.
Vittorio Ricapito - Ama vivere e fare il giornalista a Taranto. Negli ultimi anni ha raccontato in tv e sui giornali episodi di cronaca nera e giudiziaria.
Illustrazioni disegni originali di Nico Pillinini
Pagine 160 - Formato 15 x 21 cm (copertina con risvolti) - Prezzo Euro 12,00

domenica 15 novembre 2009

Il sistema di Maria Luisa Mastrogiovanni (ed. Il Tacco d'Italia)

Peppino Basile, consigliere comunale a Ugento e in Provincia di Lecce (per l’Italia dei Valori) fu assassinato nella notte del 14 giugno 2008 con 40 coltellate. I media si affrettarono a liquidare il caso come omicidio passionale. I fatti portano invece a ben altri moventi che la giornalista Maria Luisa Mastrogiovanni cerca di ricostruire nel libro-inchiesta Il sistema. Scrive Antonio Di Pietro che ha curato la prefazione: “C’è un delitto, nel profondo sud di questo Paese, che non ha colpevoli. L’assassino circola liberamente, ormai quasi certo dell’impunità, ancor più tranquillo se garantito da complici o mandanti. Poi c’è un piccolo mensile, nel profondo sud di questo Paese, il Tacco d’Italia, che non si rassegna ad archiviare questa storia perché su quel territorio ha speso molte delle sue risorse etiche e professionali, smascherando grandi imbrogli edilizi, silenzi istituzionali, connivenze e indifferenze, che spesso sono peggiori delle prime. Anche in questo caso, il Tacco d’Italia fa il suo mestiere, come lo farebbero grandi testate nazionali per delitti più eclatanti: indaga, intervista, trova carte. E scrive. Del coraggioso lavoro di questa piccola testata non si accorgono i giornali e le tv locali, ma si accorgono l’Unità e Rai Tre che dedica al delitto due puntate, partendo dalle inchieste del mensile. Quella gran mole di documentazione è diventata oggi un libro”. Il sistema parte dalle intuizioni di Basile e dalle sue denunce, per ampliarle e approfondirle. È un doveroso omaggio postumo al suo impegno e verso le centinaia di ugentini e salentini che dalla sua morte hanno tratto il coraggio per uscire allo scoperto, in un movimento crescente di impegno etico e sociale. È l’eredità più bella che Basile ha lasciato: la voglia di riscatto, la rabbia, la nausea. L’impossibilità a girarsi dall’altra parte. La necessità di guardare la verità in faccia. Ma anche credere che il cambiamento sia una strada percorribile, per “questa nostra tanto amata terra”.

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Come sopravvivere al 2012 di Patrick Geryl (Macroedizioni)

In questo libro, Sopravvivere al 2012, descrivo in dettaglio l’immenso cataclisma che si abbatterà sulla Terra nell’immediato futuro. Attualmente la maggior parte delle persone, inclusa la maggioranza della comunità scientifica, pensa che la rotazione della Terra sia stabile; invece, come ho detto più volte nei miei libri precedenti, non lo è. I racconti raccapriccianti dei sopravvissuti a precedenti catastrofi dovrebbero, si spera, dimostrare a sufficienza questo punto. Lo studio storico della cosmologia da me intrapreso nei libri precedenti si basava su traduzioni di geroglifici, decifrazioni di codici, studi di mappe antiche, interpretazioni di indizi astronomici, ricerche geologiche, scoperte sull’inversione magnetica del Sole e infine il più emozionante ritrovamento archeologico dei tempi moderni. Dopo aver studiato attentamente tutte queste prove, sono giunto alle seguenti conclusioni:

* Inversioni e mutamenti polari improvvisi sono un fenomeno naturale e si verificano a intervalli regolari. Il risultato è la distruzione su scala planetaria, fatto dimostrato da prove paleomagnetiche e antichi manoscritti.
* L’inversione dei poli è imputabile al ciclo armonico dei campi magnetici del Sole.
* Le inversioni polari possono essere calcolate con esattezza sulla base della teoria del ciclo delle macchie solari o del campo magnetico, ben nota agli antichi Egizi e ai Maya. Questi segreti sono contenuti nel labirinto di Hawara, un vasto complesso costituito da tremila stanze.


È probabile che, date le prove costituite dalle mie scoperte, abbiate ora il desiderio di salvare voi stessi, i vostri figli, la famiglia e gli amici dal mutamento polare del 2012. Questo è un buon punto di inizio. Ciò che ci stiamo chiedendo è essenzialmente come fare a sopravvivere e cominciare la ricostruzione. Non sorprende dunque che qui ci imbattiamo nel primo problema: siete davvero consapevoli di ciò che vi aspetta? Sapete in quale orribile caos precipiterà la vostra vita nell’immediato futuro? Cercherò di darvene un’idea: questo “nuovo mondo antidiluviano” non è un film di avventura né un mito. Spero che questo lo abbiate già capito grazie ai miei libri precedenti, che contengono una descrizione accurata di ciò che accadde l’ultima volta e che ci aspetta nel 2012.
Ho spiegato chiaramente che la vita dopo l’inversione polare del 2012 non è altro che orrore, orrore puro e inimmaginabile.Tutte le sicurezze oggi date per scontate – come il cibo, i trasporti, le medicine – scompariranno in un colpo solo, insieme alla nostra civiltà. Non è possibile immaginare uno scenario più orribile o un incubo peggiore. Quello che succederà causerà più distruzioni di una guerra nucleare in cui venga usato l’intero arsenale nucleare esistente. State cominciando a capire?
La Terra sarà soggetta a una distruzione totale. Sarà molto peggio della mia descrizione. Conoscerete fame, freddo e dolore terribili, senza speranza di rapida soluzione; tutto il sapere e le risorse saranno irrimediabilmente perduti. Questa sarà la realtà della vostra vita quotidiana dopo l’imminente inversione polare. Questo è lo scenario in cui vi troverete a lottare per sopravvivere.
All’inizio, tra coloro che resteranno vi sarà panico e disperazione.Tuttavia, grazie alla nostra previdenza, riusciremo a riprenderci rapidamente utilizzando le nostre elevate conoscenze tecnologiche.Vi sarà una piccola minoranza di persone ben organizzate e con una visione: ricostruire la civiltà perduta.Tecnici, scienziati, medici, matematici, e via dicendo cercheranno di salvare il salvabile. Anche se non riusciremo a convincere tutte queste persone, un piccolo gruppo con conoscenze e perseveranza sufficienti sarà in grado di operare per la risurrezione. Del loro lavoro trarranno beneficio le future generazioni. Così come noi abbiamo costruito la nostra civiltà basandoci sulle conoscenze ereditate dagli antichi Egizi, i nostri figli trasmetteranno ciò che riceveranno da noi ai loro discendenti, e così via. In poche migliaia di anni una civiltà nuova, più pacifica e meno inquinante (si spera) abiterà la Terra, dopodiché un altro ciclo di morte e resurrezione comincerà. Ma questa è un’altra storia…
(dall'introduzione)

Da sempre appassionato di astronomia, Patrick Geryl si è dedicato allo studio di centinaia di testi sull’argomento. Grazie alle sue conoscenze, ha scoperto come un’evoluta civiltà del passato sia stata distrutta da un’inversione polare. I discendenti di questa antica civiltà, i Maya e gli antichi Egizi, predissero un disastro simile per l’anno 2012. Dopo questa scoperta e data l’imminenza della catastrofe, Patrick ha cominciato una ricerca molto approfondita sul tema, il cui frutto è racchiuso nelle sue opere. I suoi libri sono stati pubblicati negli Stati Uniti, in Belgio, Olanda, Polonia, Bulgaria, Portogallo e in molti altri paesi.

La rinascita di una nuova civiltà
ISBN: 9788862290166

Prezzo € 14,50


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sabato 14 novembre 2009

Progetto ORB. Premessa di William A. Tiller. di Miceal Ledwith, Klaus Heinemann (Macro edizioni)

Nuove tecnologie hanno permesso di scoprire mondi prima invisibili, liberandoci da ignoranza e superstizioni e rilasciando nuove e immense potenzialità. Grazie al microscopio elettronico e ai giganteschi telescopi che frugano in continuazione l’universo abbiamo potuto osservare ciò che è invisibile ai nostri occhi.
Oggi disponiamo di potenti macchine fotografiche digitali così veloci da riuscire a mostrarci presenze sconosciute e ignorate fino ad oggi, eppure così vicino a noi: gli orb. Negli ultimi anni tanti si sono chiesti se gli oggetti sferici che a volte appaiono nelle loro fotografie siano semplicemente particelle di polvere, oppure qualcosa di più… Finalmente i risultati di anni di studi e ricerche sull’affascinante fenomeno degli orb vengono rivelati in un unico volume, arricchito da fotografie a colori, consigli pratici per fotografi dilettanti e un chiaro orientamento sulle diverse forme, caratteristiche e abitudini degli orb. Realizzato da due autorevolissimi ricercatori d’avanguardia del settore, Míceál Ledwith e Klaus Heinemann, quest’opera pionieristica ci dimostra che insieme a ciò che osserviamo e tocchiamo con i nostri sensi esistono altri mondi, dimensioni, entità: di tutto ciò gli orb costituiscono una dimostrazione evidente. Una lettura che conferma ancora una volta come le scoperte scientifiche più importanti avvengano solo dove c’è disponibilità a esplorare la realtà abituale con occhi nuovi.

Klaus Heinemann è nato in Germania, dove ha completato la propria formazione. Ha conseguito il dottorato di ricerca in fisica sperimentale presso l’università di Tubinga. Ha lavorato per molti anni alla NASA, UCLA, come ricercatore nell’ambito della scienza dei materiali, ed è stato professore ricercatore alla Stanford University. È il fondatore e il presidente di una società che si occupa di ricerca scientifica in fluidodinamica computazionale, sviluppo dei materiali e nanotecnologia sotto contratto NASA. Da vari decenni Heinemann si adopera per comporre quella che viene comunemente percepita come divergenza fra scienza e spiritualità, e tiene conferenze sull’espansione della percezione.

Miceal Ledwith – Laurea in Filosofia e in Teologia, Dottorato di Ricerca in Teologia e in Legge – ha prestato servizio come sacerdote cattolico, come Professore di Teologia e come Rettore di College in Irlanda per 25 anni, durante i quali ha tenuto conferenze in molti paesi. È stato anche membro della Commissione Teologica Internazionale (con a capo l’allora cardinale Joseph Ratzinger) incaricata di consigliare la Santa Sede in materia Teologica.
Dopo aver cercato per anni risposte ai grandi interrogativi religiosi nella fede tradizionale, senza aver trovato risposte adeguate, Miceal Ledwith entrò in contatto con la Scuola di Antica Saggezza di Ramtha, di cui divenne membro. È stato frequentemente invitato dalla Scuola a parlare delle implicazioni degli insegnamenti di Ramtha nelle fedi religiose tradizionali


Un'analisi pionieristica del fenomeno dei globi di luce - Premessa di William A. Tiller
ISBN: 8862290020

Prezzo € 16,00


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Manuscritos de Felipa – Adélia Prado (Editora Record). Di Adriana Maria Leaci

Adélia Prado é uma escritora brasileira que se dedicou sempre à poesia. Professora de profissão, formada em filosofia, suas obras foram admiradas pelos maiores autores brasileiros, entre eles o grande Carlos Drummond de Andrade, de origem mineira como ela. Seu talento é interpretar o sentimento da mulher, sob todos os pontos de vista. Durante toda a sua vida foi se descobrindo em facetas poéticas múltiplas que desenharam um percurso mais único que raro, passando da poesia ao romance, até à gravação de um cd recitado por ela mesma e, não por último, estreiou na literatura infantil em 2006, descobrindo-se uma grande interlocutora para todas as idades.
De grande sensibilidade, neste livro, escrito em 1999, escreve sobre os sentimentos da mulher que vive sob o domínio masculino, num ambiente patriarcal, repleto de deveres, extremamente servil. Nesta espécie de diário o tempo nao existe. Os diálogos são compostos na sua lembrança e escorrem como o seu pensamento, de uma palavra à outra sem consequencialidade senão o que ela sente. O que é pecado nao poder ser sentido e é criticado. O que Felipa sente é espresso sempre no respeito do que lhe foi ensinado desde pequena. E a sua pequenice volta com frequência. O que se adverte é o ambiente, é uma religiosidade que se divide entre o que é permitido na religião católica e o que seria o desejo da protagonista. O tempo aparece so quando Felipa conta as horas e recorda as pessoas que a rodeiam. O tempo é o sinal do fim de uma vida que ela conheceu, de uma vida que ela cuidou e com quem cresceu. O tempo a faz lembrar dos seus deveres. O dever é marcado pela disciplina do dia a dia, e enquanto “produz” as tarefas do cotidiano, sonha em voz alta, continua pensando no que faria se não tivesse medo e nao fosse pecado. O medo que a impede de falar, de se rebelar, de andar contra tudo e contra todos os que ela suporta malamente. O medo que felipa tem de sair do seu ninho, e de ir ver o mundo que existe lá fora. Felipa sabe que seria completamente diferente, que ela seria outra pessoa, que poderia mudar e talvez ser até feliz, como sonha desde menina. No seu sonho ela não mudaria, só seria aceitada. Quantas vêzes Felipa teria se rebelado e falado em voz alta mas, é o hábito de viver dessa maneira que a impede. E’ um jeito de viver do qual não se pode fugir, porque só a palavra fuga dá medo. E Felipa conta também de quem fugiu e ela nunca soube no que deu. E’ assim que o leitor descobre que o papel principal de “Manuscritos de Felipa” cabe à psicologia do medo. Nele estao centrados todos os problemas dessa mulher e do ambiente onde ela vive. Suas palavras, que escorrem livremente durante a leitura, nunca sairão da sua boca. Ficarão presas no seu pensamento até que Deus a leve embora.

Manuscritos de Felipa – Adélia Prado (Editora Record)
Literatura Brasileira - Romance

venerdì 13 novembre 2009

Famiglia Margini presenta Ballammo un’estate soltanto, raccolta di poesie di Renzo Di Renzo. Disegni di Isotta Dardilli

Una serata speciale unirà poesia e arte in Famiglia Margini(Via Simone D'Orsenigo 6, Milano), nel contesto della mostra “CARTA ESAURITA”. Martedì 17 novembre Renzo di Renzo, presenta il libro d'artista “Ballammo un’estate soltanto" accompagnato dai disegni di Isotta Dardilli. Un titolo evocativo racchiuso tra un passato remoto definitivo, ribadito da quel “soltanto” che sembrerebbe limitare l’esperienza a un singolo periodo. Leggendo la raccolta ci si accorge invece che quella sola stagione in realtà si prolunga e dura, cambiando la tua vita per sempre, raccogliendo un’infinità di emozioni. La poesia come metafora della vita, sottolineato già nel titolo, prende la forma del ballo che cadenza i tre momenti del libro: il ballo di gruppo dell'impegno sociale, il passo a due dell'amore, la solitudine e il virtuosismo dell'assolo. Diventa allegoria di come viviamo la nostra esistenza e dell’atteggiamento che assumiamo rispetto alle cose: possiamo essere meri spettatori della vita, in disparte a guardare gli altri ballare, oppure possiamo lasciarci trascinare dal ballo e diventare protagonisti di esso e della nostra vita.
Il connubio tra arte e poesia si esprime nella collaborazione tra Renzo di Renzo e Isotta Dardilli, che ha creato per questa profonda ricerca poetica, come ben sottolinea l’autore, fragili illustrazioni capaci di esprimere con pochi segni un sentimento, ciò che riesce perfettamente anche ad una poesia composta da pochi versi.
La poesia non è oggi. La poesia è sempre.


Renzo di Renzo è nato nel 1962 e risiede attualmente a Treviso. Ha curato l’edizione di numerosi libri d’arte e comunicazione, ha pubblicato tre opere di narrativa: Brevi incontri, lunghi addii (2000, Theoria) e Un Motivo Privato (Marsilio 2007) e il romanzo illustrato per bambini Nero (2008, Einaudi Ragazzi), con cui ha vinto il premio Grinzane Junior.
Nel settembre 2009 è uscito il suo ultimo libro, una raccolta di poesie intitolata Ballammo un’estate soltanto (Amos Edizioni, 2009). Dal 2000 al 2007 è stato prima Editor-in-chief e poi Direttore Editoriale e Direttore Responsabile della rivista Colors. Nel dicembre 2007 ha assunto l’incarico di Direttore Artistico della Fondazione Claudio Buziol/Replay, dedicata allo sviluppo della creatività giovanile, che in un anno di attività ha saputo attirare l’attenzione dei media e delle istituzioni, sviluppando importanti rapporti di collaborazione in Italia e all’estero. Dal 2001 al 2007, dopo aver lavorato a fianco di Oliviero Toscani, è stato Direttore Creativo di Fabrica - il centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton.

Famiglia Margini - Milano, Via Simone D'Orsenigo 6
Info: www.famigliamargini.com/ famigliamargini@gmail.com
INGRESSO LIBERO - Mostra aperta tutti i giorni dalle 15:30 alle 19:30
Per appuntamenti: 328.71.41.308

Ballammo un’estate soltanto. Raccolta di poesie di Renzo Di Renzo. Disegni di Isotta Dardilli. 17 novembre ore 19.00. A seguire Performance Sensoriale: Dario Buccino "Fogli d'Acciaio". All'interno della mostra CARTA ESAURITA. Famiglia Margini Milano
Via Simone D'Orsenigo 6. Cocktail offerto da ASTORIA VINI

Sesso ed amori facili ad Est (Il mio libro) di Cangaceiro

Il 18 Aprile 2009 a Firenze nella Sala Teatro Montedomini di Via dei Malcontenti, dove vi erano presenti un centinaio di persone, nel corso della manifestazione intitolata: "ANIME ITINERANTI “Ci sono cose conosciute e cose sconosciute. In mezzo c’è il viaggio” organizzato dal sito di viaggi http://www.on-the-road-again.it/sono stato invitato dai medesimi organizzatori per ricevere una sorta di premio o meglio di regalo come mi era stato preannunciato qualche giorno prima. Ebbene il regalo è consistito nella nascita su carta stampata con tanto di copyright dell'opera "Sesso ed Amori facili ad Est" da me scritta quasi tre anni or sono sul mio primo viaggio in moldova ed in altre località dell'est Europa. Sono stato invitato a salire sul palco e ad avere un botta e risposta con coloro che si sono rivelati dei veri e propri fans.
Infatti, dopo aver letto un passo dell'opera sulla copia 0001 che appunto mi è stata regalata, a fine dell'intervento con mia grande sorpresa sono venuto a conoscenza che anche le altre copie (fatte a mia insaputa) erano andate già esaurite e sorpresa nella sorpresa coloro che avevano acquistato il libro ed erano presenti alla manifestazione hanno chiesto al sottoscritto un autografo con dedica sulla prima pagina e per la serie le sorprese non sono finite addirittura una foto insieme ad uno ad uno! per cui ho firmato i primi autografi della mia vita! "Sesso ed amori facili ad Est" rappresenta un semplice racconto scritto in presa diretta atto a divulgare la mia esperienza personale inerente la vacanza a Chisinau con tanto di visita della Transnistria. Il risultato fu un grande riscontro di pubblico. Il motivo? forse per la spontaneità della scrittura, della genuinità del testo privo di qualsiasi interesse o secondo fine, o forse semplicemente perché l'autore condivide il sogno di tutti gli uomini ovvero avere tante belllissime donne ai propri piedi.

fonte iconografica: http://images-srv.leonardo.it/progettiweb/giornaledibordo/blog/legs_525.jpg

The Book of est Limited Edition Signed Copy. Introduction by Joe Vitale

The Book of est is the famous est experience in written form. est, or Erhard Seminar Training, was the controversial self-help movement of the 1970s and beyond. Anyone who withstood the heat of the weekends were never the same again. Lives were transformed forever. You faced yourself and your story in a way that was confrontational and oh so real. The Book of est puts you into the room and gets you to feel the intensity. You somehow experience est. Obviously, a book isn't a drill sergeant self-help instructor yelling in your face about what isn't working in your life. But The Book of est comes close. It's safe. It's easy reading. But it's still real. Just reading it can cause you to awaken to your own patterns. And once you see them, you can let them go. Or not. After all, what you get from the book is what you get.

installathesecret.com

UN PRESERVATIVO PUÒ SALVARE LA VITA. DI ANGELA LEUCCI












Lo spot realizzato da Phase 35 mm per Lila Lecce fa riflettere dietro a un sorriso. Alla vigilia della giornata mondiale della lotta all'Aids, che ricorre il 10 dicembre, il sito HIVideo.it lancia un contest creativo per la migliore campagna di comunicazione sociale. Tra i partecipanti ci sono i ragazzi di Phase 35 mm, giovani videomakers leccesi, che già da tempo realizzano “pubblicità progresso” per organizzazioni no profit come la Lila di Lecce: uno spot su tutti quello sulla campagna di Bikaloro contro le mutilazioni genitali femminili. Phase 35 ha proposto il suo ultimo spot per la lotta all'Aids, che può essere visto (e votato) seguendo questo link http://www.hivideo.it/video.php?codice=MgdCqQxnncc. Nel vecchio west una novella Calamity Jane sfida un anacronistico Billy the Kid: la loro è una sfida senza esclusione di colpi, molto simile a un atto d'amore. Così, il mezzogiorno di fuoco si fa metafora dell'amore e del rapporto sessuale, con un messaggio finale: “condoms can save your life”, i profilattici possono salvare la tua vita. L'idea dello spot nasce dalla collaborazione con lo sceneggiatore Daniele Portaluri, ma ciò che rende così bello questo minuto e mezzo di quello che potrebbe essere anche definito come un cortometraggio è la cura dei particolari, l'attenzione nel ricreare nel “selvaggio Salento” un paesaggio americano così tipico, in cui i cespi di rovi (o cespugli di amaranto, per dirla con Spike, fratello solitario del cane Snoopy) catturano lo sguardo dello spettatore per un momento per poi aprire a un campo più ampio, fatto di ironia e messaggi positivi.

giovedì 12 novembre 2009

Dentro l'Opus Dei di Emanuela Provera (Edizioni Chiarelettere)

"Stento a credere che in ambiente ecclesiastico non siano giunte le denunce di madri e padri trafitti dal dolore per aver perso i figli, inghiottiti dall’Opus Dei. Perché si continua a tacere?"
Franca Rotonnelli De Gironimo, ex soprannumeraria
"Avevo 14 anni quando scrissi la lettera di ammissione. Volevo dirlo a mia madre, invece mi indussero a tacere."
Eva Siciliano, ex numeraria

Come vivono i numerari. La caccia alle vocazioni. I documenti “non ufficiali” occultati alla Chiesa. Il violento distacco dalla famiglia. La manipolazione delle coscienze. L’espropriazione dei beni. Il lavoro non retribuito. Questo libro nasce da un forum on-line privato e non accessibile. Qui per più di un anno si sono “incontrati” gli ex numerari italiani. Uomini e donne con grande sensibilità religiosa, in passato rapiti dalla “missione”: fare l’Opus Dei nel mondo. Storie italiane, da Milano a Palermo, da Roma a Bari. Raccontano di un nuovo integralismo che attraversa la nostra società: asili nido, centri sportivi, scuole, residenze universitarie... Tutto “bellissimo” e organizzato grazie alla potenza finanziaria dell’Opera. Piogge di fondi, anche dallo Stato. Così funziona la milizia di Dio voluta da Josemaría Escrivá De Balaguer. Santo?

Emanuela Provera, milanese, 42 anni, sposata, con una bambina. Lavora come consulente. All’età di 17 anni conosce l’Opus Dei a Manchester durante una vacanza studio. Nel 1986 a 19 anni e mezzo chiede l’ammissione come numeraria mentre viveva come studentessa fuori sede presso la Residenza Universitaria Viscontea, un’elegante sede dell’Opus Dei, femminile, nel cuore di Milano, a due passi da Piazza Duomo. La residenza si apriva in quell’anno scolastico e lei fu la prima studentessa a iscriversi. Pochi anni fa fu costituita l’Associazione delle ex-residenti, Emanuela non è citata, né compare nelle foto delle iscritte. Nel 1988 va a vivere stabilmente in un Centro della Prelatura per sole numerarie, a Milano (Residenza Universitaria Torriana). Dopo due anni entra a far parte del Consiglio Locale del Tandem Club, centro della Prelatura a Milano, frequentato prevalentemente da giovani studentesse. Mentre svolge incarichi di governo all’interno della Prelatura, contemporaneamente conclude gli studi universitari. Inizia a collaborare con uno studio legale ma deve interrompere il lavoro perché nel 1992 si trasferisce a Verona per entrare nella direzione della Residenza Universitaria Clivia (Fondazione RUI), dove si occupa prevalentemente di animare un Centro culturale rivolto a ragazze giovani da avvicinare all’Opus Dei. Durante la permanenza a Verona, nel 1993, le viene concessa la «fedeltà», l’incorporazione definitiva nell’Opera. Nel 1998 chiede di essere esonerata dall’incarico di governo, nel 2000 riceve la dispensa dal Prelato che la libera dal vincolo contratto con l’istituzione. Durante tutto il periodo di permanenza nell’Opus Dei collabora con la Fondazione Rui in attività di coaching e organizzazione di eventi oltre che di formazione delle persone appartenenti all’istituzione.

Le vie dorate: con Giuseppe Pontiggia a cura di Daniela Marcheschi (Mup – Monte Università Parma)

Splendido lavoro quello che Mup presenta sulla figura di un grande della nostra letteratura, ovvero Giuseppe Pontiggia. Non deve trarre in inganno il fatto che si tratti di un volume collettaneo, dove più autori si cimentano sulla definizione della cifra stilistica, scritturale, aneddotica di quest’autore, per poi tentare di creare dei percorsi ermeneutici su tutta la sua produzione indispensabile per comprenderne la grande complessità e il valore. Il lavoro in oggetto viene suddiviso in IV parti ovvero: La scrittura; Le Letture; La Voce; La Presenza. Gli autori sono Amedeo Anelli, Paolo Febbraro, Francesca Gatta, Leonardo Lattarulo, Daniela Marcheschi (la curatrice), Luisa Marinho Antunes, Roberto Randaccio, Giuseppe Marchetti, Ambrogio Borsani, Francois Bouchard, Rossana Dedola, Paolo Di Paolo, Giovanni Maccari, Francesco Napoli, Gino Ruozzi, Luigi Caricato, Cristiana De Santis, Laura Lepri, Silvia Sereni, Giampaolo Di Cocco, Roberto Barbolini, Piero Dorfles, Ernesto Ferrero, Alberto Longatti, Piero Lotito, Giancarlo Maggiulli, Nicola Pedone, Alessandro Tamburini, Mimma Forlani. Si tratta di interventi puntuali, e soprattutto utilissimi per quanti ancora non hanno avuto modo di conoscere l’opera di Pontiggia. Spesso per alcuni di questi scritti si registra una certa complessità nei passaggi che li determinano strutturalmente, ma niente paura perché l’obiettivo della divulgazione di quest’opera rimane invariato e veramente accessibile a tutti, ed anzi quasi fa venir voglia di andare in libreria e seguire le indicazioni bibliografiche suggerite. Pontiggia è morto da circa sei anni, e la curatrice Daniela Marcheschi non ha lesinato su nulla, proprio perché un autore del calibro di Pontiggia nulla ha risparmiato nella sua vita e nella scrittura.. Narratore, saggista e critico letterario, si è occupato sia di autori classici sia contemporanei. Ha collaborato alla rivista «Il Verri», diretta da Luciano Anceschi, a partire dagli anni Sessanta scrive per la casa editrice Adelphi, poi la sua lunga collaborazione con la Mondadori, e in particolare all’ «Almanacco dello Specchio» sin dal primo numero uscito nel 1961, e ancora la sua presenza sul Sole 24 Ore e interventi prefattivi, curatele e chi più ne ha più ne metta. Ma soprattutto un uomo che ha sempre saputo coniugare in ogni aspetto del suo tracciato biografico ironia e pietas, due caratteristiche che lo hanno portato a cogliere come pochi uomini sanno fare la viltà, l’ambiguità, l’ipocrisia del nostro agire quotidiano. Ed ecco allora che a sei anni dalla morte di Giuseppe Pontiggia, emerge questa significativa raccolta di ricordi, testimonianze, documenti inediti, che getta luce migliore sulla sua opera e sulla sua figura. Daniela Marcheschi, studiosa di rara finezza, inserisce all’interno del libro testi in grado di scansionare l’attività complessa e multiforme di questo autore oltre i conformismi e le mode. Un percorso da intraprendere necessariamente, un viaggio appassionante attraverso le “vie dorate” delle sue parole.

mercoledì 11 novembre 2009

Il Club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo" di Daniel Estulin. L'autore presenta in Italia il suo lavoro

Daniel Estulin in Italia, per svelare i piani segreti del Club Bilderberg. Il potere agisce nel buio. Lontano dagli occhi dei più. Sapevate forse che dal 1954 - e una sola volta l’anno - un gruppo ristretto di persone si ritrova per decidere segretamente il futuro politico ed economico dell’umanità?È il cosiddetto Club Bilderberg, il più potente e nascosto organo decisionale del mondo. Dal 26 al 29 novembre il giornalista investigativo Daniel Estulin - che da oltre quindici anni indaga i misteri del Club Bilderberg – sarà in Italia per quattro imperdibili date che toccheranno le città di Bologna, Milano, Cesena e Roma. LEGGI IL LIBRO-INCHIESTA SUL CLUB BILDERBERG (Arianna Editrice, 2009) E INCONTRA DANIEL ESTULIN NEL SUO TOUR ITALIANO

BOLOGNA
Giovedì 26 novembre, alle 20,45
Sala del Baraccano, Via Santo Stefano, 119

MILANO
Venerdì 27 novembre, alle 20,30
Libreria Esoterica, Galleria dell'Unione (angolo piazza Missori), 2

CESENA
Sabato 28 novembre, alle 21,00
Sede del Gruppo Editoriale Macro, Via Bachelet, 65


ROMA
Domenica 29 novembre, alle 17,30
Città dell'Altra Economia Testaccio, Largo Dino Frisullo
(all'interno del Campo Boario dell'ex Mattatoio)


L’esplosivo scrittore nei suoi show renderà pubblico come il Club Bilderberg sia stato coinvolto nei maggiori misteri della storia recente: dal Piano Marshall allo scandalo Watergate. Non solo: farà i nomi delle prestigiose cariche italiane che appartengono a questa élite, a partire dall’ex ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa fino ad arrivare a Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia.
Da questo Club emergono infatti le figure chiave dello scacchiere internazionale – presidenti USA, direttori di agenzie come CIA o FBI, vertici delle maggiori testate giornalistiche - e proprio da questi incontri nascono le linee guida della globalizzazione …Il pubblico non ha forse il diritto di sapere di che cosa parlano i loro capi politici quando incontrano i più ricchi leader del mondo degli affari delle loro rispettive nazioni?

Per informazioni: 0547 346339 – areaeventi@gruppomacro.net
Per saperne di più:
http://www.terranauta.it/a1346/le_recensioni_di_terranauta/il_club_bilderberg_i_veri_controllori_dei_destini_del_mondo.html
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6460


Il 29 maggio del 1954 presso l’Hotel Bilderberg, a Oosterbeek, una piccola cittadina dei Paesi Bassi, su iniziativa del principe olandese Bernhard e di David Rockefeller, si riunirono le maggiori personalità del mondo politico, economico, industriale e militare; da quel momento, ogni anno, per un fine settimana, questa conferenza si è riunita in gran segreto con lo scopo di dettare le linee guida della globalizzazione e, secondo alcuni, instaurare il Nuovo Ordine Mondiale. Il gruppo include i dirigenti delle istituzioni, delle aziende e delle organizzazioni più influenti del mondo; ne hanno fatto parte, tra gli altri, Bill Clinton, ex Presidente americano, Jean-Claude Trichet, governatore della Banca Centrale Europea, Juan Carlos di Spagna, Filippo del Belgio, Carlo d’Inghilterra, George Soros, Henry Kissinger, i Rothschild, tanto per citarne alcuni, ma la lista include centinaia di altri nomi conosciuti tra cui diverse personalità italiane. La dettagliata opera di Estulin dimostra come il Club Bilderberg sia stato coinvolto nei maggiori misteri della storia recente, dal Piano Marshall allo scandalo Watergate e come in questa élite emergano le figure chiave dello scacchiere internazionale, presidenti USA, direttori di agenzie come CIA o FBI, vertici delle maggiori testate giornalistiche. Estulin colpisce questa organizzazione proprio dove fa più male: la priva della segretezza, della discrezione e dell’ombra di cui si è sempre servita e di cui necessita per attuare i suoi piani. La prova di ciò ce la fornisce lo stesso autore con la frase che fa da intestazione a "Il Club Bilderberg": «Nel 1996 cercarono di uccidermi, nel 1998 di sequestrarmi, nel 1999 di corrompermi, nel 2000 di arrestarmi e l’anno dopo mi offrirono un assegno in bianco se avessi taciuto una volta per tutte». Per fortuna, Estulin non ha mai accettato questo assegno e ci svela tutta la verità su questo occulto gruppo di potere.

La storia segreta dei padroni del mondo. Daniel Estulin, un fenomeno internazionale con MILIONI di copie VENDUTE in 70 paesi
ISBN: 9788887307788

Prezzo € 15,73
invece di € 18,50 (-15%)


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L'ANSIA DA PRESTAZIONE BALLA A RITMO DI TANGO. DI ANGELA LEUCCI















“El tango es sueno” di Maurizio Mazzotta parla dell'eterno dilemma che pervade l'animo umano, la paura di essere inadeguati. Maurizio Mazzotta ha colpito ancora. Dopo il libro “Gli uomini delle vigne”, in cui, in un capitolo, i protagonisti si perdevano in un appassionato tango nel bosco, il cortometraggio “Perdizione”, in cui due sconosciuti ballavano un tango nel parcheggio di un supermercato, finendo beffati da due ladri, e il documentario “La musica nei piedi”, che esplorava le mille sfaccettature di questo straordinario ballo argentino, il regista leccese ritorna a parlare di tango. E lo fa quasi da psicanalista con il corto “El tango es sueno”, primo classificato al concorso cinematografico Corto Magliese. La storia è quella del classico sogno ricorrente. Un uomo non riesce a dormire, si agita nel sonno e sogna un incubo terribile, in cui invita una serie di bellissime e fascinose donne a ballare, ma queste gli rispondono inorridite poiché lui è svestito dalla cintola in giù. Si sveglia e si riaddormenta, facendo lo stesso identico incubo. Finché non prende una decisione drastica, che naturalmente non vi raccontiamo, poiché rappresenta l'epilogo di questa narrazione. Il cortometraggio parla della paura di non essere all'altezza, il male dei nostri giorni, e del fatto che quello che dovrebbe essere un piacere, il ballo della passione, diventa ragione dell'ansia di non essere adeguati a certi standard, e la pace interiore è rappresentata dall'adesione al conformismo delle regole della civiltà. La bellezza de “El tango es sueno” è nei particolari: diapositive di tangueri che scorrono sulla testata del letto, introduzione del video nella sfera onirica, l'espressione quasi sperduta di questo protagonista dilaniato dai suoi stessi timori. Ma questo corto è anche divertente, forse perché l'essenza della vita, come afferma Woody Allen, è comica, non tragica, e così non si può non guardare questa storia con un sorriso, rivedendoci un po' di noi stessi, un riso amaro, in cui ci sentiamo estranei, pur essendo, a tutti gli effetti, i veri protagonisti.

La congiura degli Illuminati di René Chandelle (Edizioni il Punto d'Incontro)


Che relazione c'è tra gli Illuminati di Baviera di Adam Weishaupt e gli Illuminati di Dan Brown? È davvero esistita la società segreta degli Illuminati e se sì, continua ancora oggi ad esistere nel più assoluto segreto? Ci sono veramente società segrete all'interno della Chiesa? Che cosa determina l'elezione di un papa? Quali società segrete aspirano attualmente a controllare il mondo? La famiglia Bush appartiene a una di queste? Che cosa accadde davvero nel processo intentato contro Galileo? In che misura la Massoneria ha influito sulla storia moderna? Domande intriganti, troppo spesso senza risposta. Domande che nascono da un giusto desiderio di conoscere la verità, dopo secoli di menzogne e sotterfugi. René Chandelle, in questo libro coraggioso e appassionante, porta alla luce le realtà inquietanti dietro alle opere di Dan Brown, fornendo la chiave per decifrare gli enigmi del passato e del presente. La Chiesa ha esercitato per secoli la propria egemonia per controllare la società occidentale, in una battaglia feroce, densa di enigmi e inganni, Molti scienziati e innovatori furono perseguitati e condannati per le loro idee rivoluzionarie. Nacquero così varie società segrete, che avevano l'obiettivo di preservare la verità e di indebolire, persino distruggere, il potere del Vaticano. Conosceremo gli autentici protagonisti di questa battaglia iniziata nel XVI secolo: Galileo Galilei, John Milton e Isaac Newton; scopriremo società segrete come quella dei Rosacroce e degli Illuminati della Baviera; rivivremo momenti cruciali della storia, come la Rivoluzione Francese e i suoi numerosi circoli segreti o la Guerra d'Indipendenza americana, che mise in luce massoni come George Washington e Benjamin Franklin. In pieno XX secolo, scopriremo l'influenza su scala mondiale di uomini come John Davidson Rockefeller, della famiglia Bush, del Gruppo Bilderberg, del Club di Roma e della Commissione Trilaterale. Capiremo inoltre come la Chiesa abbia tentato di sottrarsi agli influssi e al potere di questi gruppi, i cui sforzi e le cui attività si sono sommati a correnti interne di dissidenza, quali il famoso Ordine dei Templari, la Compagnia di Gesù e l'Opus Dei, in una lotta che ha logorato la Chiesa sino a metterne in pericolo l'esistenza stessa. Vedremo svelati i segreti del Vaticano, dai meccanismi per l'elezione di un nuovo papa alle attività dei vari uffici vaticani, fino ai complotti e agli assassini dei pontefici. Completano il libro un'interessante guida alla Roma degli Illuminati e un glossario dei nomi, dei simboli e dei termini principali del primo romanzo di Dan Brown.

Nato in Francia nel 1955, René Chandelle è docente di storia, scrittore e ricercatore specializzato in storia medievale. Di madre spagnola, è vissuto in Spagna per molti anni. All'attività di docente presso diverse università e centri di studio, alterna seminari e conferenze sia a livello nazionale che internazionale. Collabora con riviste e trasmissioni televisive.

Le società segrete, la distruzione della Chiesa e il controllo del mondo, oltre le opere di Dan Brown
ISBN: 8880934732

Prezzo € 12,90


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martedì 10 novembre 2009

Piove all’insù, di Luca Rastello, Bollati Boringhieri (Torino). Recensione di Nunzio Festa

Alle spalle della mezza democrazia e della giusta rabbia di chi lotta per un mondo migliore, nel cuore del buio molle e aggressivo, contro giustizia e partecipazione collettiva, agiscono una serie di nemici del popolo sovrano. Questo pare essere, a primo acchito, il motivo ispiratore del coinvolgente romanzo di Luca Rastello, “Piove all’insù”. Il racconto accenna al rigurgito degli anni di delirio fascista, comunque, in quanto questo serve a presentare l’identità e la strada d’alcuni protagonisti delle vicende. Situazioni, però, che si sviluppano soprattutto tra gli anni Sessanta e gli Ottanta. Periodo che è pure la crescita, ovviamente, di generazioni. E di singoli. Per esempio il protagonista d’una trama che riesce a tenere dentro i momenti più oscuri e problematici del secondo Novecento d’Italia: passando da Agnelli a Borghese e Gelli: insomma mantenendo un posto di rilievo per puntini che hanno tenuto sotto scacco un paese spesso inconsapevole e anche bigotto. Rastello, servendosi d’un linguaggio impastato - a tratti - sia della scorrevolezza d’un discorso diretto scarno sia dalla maestria di descrizioni e narrazione voluta puntale e molto più attenta ai dettagli e alla forma raggiunge un livello narrativo altissimo. Il romanzo è l’opera brava a raccontare la voglia di fare politica, persino in pezzi di tempo difficili come la fine degli anni Settanta. Il rapporto con la violenza, il sesso. Ma in special modo i valori e i controvalori presenti negli anni dell’essere umano. Senza tralasciare l’aumento della circolazione dell’eroina. I momenti più coinvolgenti di “Piove all’insù”, che l’autore Luca Rastello destina a tutte e tutti epurato dal tentativo della nostalgia più banale o pura, sono di sicuro quelli che percorrono i tentativi di trappole paramilitari che oramai in parte sono noti (compresi il colpo di stato quasi fatto) e le piccole vittorie insieme alle grandi sconfitte dei lavoratori costantemente in lotta. Tanto per cominciare, con la lente tenuta in mano da uno scrittore che vuole entrare e uscire, riuscendoci davvero bene, nei meandri dell’oppressiva quanto tiranna Fiat e in organi vitali d’una Torino che è solo una fetta, se pur diversa e particolare, dell’Italietta sempre come sempre per sempre dedita al saluto clerico-fascista. In tutto ciò, come sappiamo e non dobbiamo dimenticare, il Potere e i Poteri che in maniera giornaliera cercano di sconfiggere la verità, ometterla oppure renderla innocua. Quando invece le verità che questi ci nascondono sono spesso dolorose. Piove all’insù da forza e coraggio, innanzitutto perché è una prova che esistono almeno persone che sanno testimoniare.

Fatima. Un segreto per il futuro prossimo di Laura Fezia (Edizioni L'Età dell'acquario)

Il messaggio affidato dalla Madonna di Fatima ai tre pastorinhos nel 1917 consiste soltanto nei tre segreti finora divulgati, oppure comprende un «quarto segreto», come molti ritengono? O magari la verità è ancora un’altra? Che ruolo hanno, in questo contesto, due piccoli annaffiatoi di cristallo, gli arredi degli appartamenti pontifici e il 1960? Quale legame unisce le apparizioni mariane del XIX e XX secolo con i maya, le leggende, le profezie, le tradizioni di tutti gli antichi popoli della Terra e con le nuove frontiere della scienza? Quali elementi collegano strettamente il passato lontano e vicino con la data del 21 dicembre 2012? Il libro di Laura Fezia è un vero giallo, con tanto di colpo di scena finale, ma il suo scopo principale è quello di consentire a chiunque di formarsi un’opinione personale, offrendo una sintesi efficace di tutto l’immenso materiale che ruota intorno alle previsioni sul futuro prossimo, la cui preparazione è iniziata 2000 anni fa e di cui la Madonna ha cercato più volte di avvisare l’umanità, restando, però, inascoltata. Le conclusioni cui l’autrice giunge e la soluzione che propone si possono condividere o respingere, ma come dice Sherlock Holmes: «Una volta eliminato tutto l’impossibile, qualunque cosa resti, per quanto improbabile, deve essere la verità».

Laura Fezia è nata, vive e lavora a Torino, dove da più di trent’anni si interessa e si occupa della divulgazione delle tematiche acquariane. Studiosa del «mistero», amante degli animali, scrittrice e insegnante di tecniche per il riequilibrio energetico, collabora con numerose testate giornalistiche ed è spesso ospite di prestigiose trasmissioni televisive. Prima d’ora ha pubblicato Scuola di Magia, Mercanti dell’occulto, Choku Rei: riconnettersi con la Vita (edito dalla nostra casa editrice nel 2004) e Mago: se lo conosci, lo eviti. Chi desidera contattarla, può visitare il sito www.laurafezia.it

Un segreto per il futuro prossimo
ISBN: 9788871362946

Prezzo € 18,00


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lunedì 9 novembre 2009

Orgoglio e pregiudizio e zombie di Jane Austen e Seth Grahame-Smith (Casa editrice Nord)

"Orgoglio e pregiudizio" è stato uno dei primi romanzi della grande scrittrice inglese Jane Austen. Aveva ventun anni. Le vicende editoriali di questo libro lo hanno visto protagonista di un rifiuto da parte di un editore londinese, fino alla sua pubblicazione anonima nel 1813, che ne decretò poi il successo. In sintesi è la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro spasimanti, con al centro il romantico contrasto tra la capricciosa ed amabile Elizabeth e l'altezzoso Darcy. Ma andiamo nello specifico. I coniugi Bennet, non certo brillanti per posizione sociale ed economica, trascorrono una vita modesta e grigia a Longbourne, nell'Hertfordshire, assieme alle loro cinque figlie. Charles Bingley, uomo ricco e agiato, si trasferisce a vivere nella stessa zona assieme alle due sorelle e all'amico Fitzwilliam Darcy, cosa che rappresenterà un vero e proprio ciclone di cambiamenti nella vita della famiglia Bennet. Jane, la più grande, si innamora, ricambiata, di Bingley. Darcy è attratto da Elisabeth, ma in più di qualche occasione la offende con la sua altezzosità e la sua imperdonabile arroganza. Le sorelle di Bingley e Darcy, a dir poco sconcertati dai modi poco “signorili” della signora Bennet, riescono a separare Bingley e Jane. Nonostante sia trascorso del tempo, e molte ore e attimi e circostanze abbiano alimentato i giorni di tante vite all’interno del romanzo della Austen, Elizabeth si incontra nuovamente con Darcy, che nonostante la differenza socio/economica, continua ad amarla, tanto che la chiede in sposa, pur non nascondendo quanto il suo orgoglio risulti ferito da una scelta di tal sorta. Ovviamente la ragazza, offesa nel suo più profondo essere, lo respinge. Durante un viaggio in compagnia degli zii Elisabeth incontra di nuovo Darcy e… il resto lo conosciamo tutti, o meglio quanti abbiano letto il classico in questione o visto il film ispirato al romanzo, quello che ha la firma di Joe Wright uscito nel 2005 nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. E’ veramente un capolavoro della storia della letteratura internazionale senza eguali, e tale sarebbe rimasto nei secoli futuri se qualcuno non avesse avuto la malsana idea di “attualizzarlo”, contaminandolo sino alla sua struttura più profonda, sin dentro ogni sua particella narrativa. E a farlo è stato Seth Grahame-Smith classe 1976, che dopo aver letto per la prima volta a 14 anni “Orgoglio e pregiudizio” aveva decretato che qualcosa mancava, nonostante l’opera della Austen avesse tutte le carte in regola per essere un “best winner”: uno spirito di osservazione implacabile e tagliente come una lama di rasoio, lo studio acuto e arguto dei caratteri di ogni singolo personaggio, l’ironia sulle piccolezze e le sordide vanità della vita domestica nell'Hertfordshire, o sulle più svariate ipocrisie da salotto proprie del periodo Regency inglese. Ed ecco che quando gli hanno proposto di scrivere un libro con tanto di zombie, gli è proprio venuto in mente di dare un ritoccatina al celebre romanzo. Nasce così “Orgoglio e pregiudizio e zombie”. E devo dire che il risultato è stato davvero sorprendente. L’idea di trasformare una storia d’amore senza tempo, in una specie di raffinatissimo ibrido editoriale che ingloba 1) la spettacolarità orrorifica di un film come “28 giorni dopo” o “ 28 settimane dopo” (le persone si trasformano in morti viventi a causa di un virus), 2) l’adrenalinica sequenza di combattimenti con gli “innominabili” degne di un Tekken 6 (addirittura le signorine Bennet sono state addestrate secondo le tradizioni mistico-guerriere Shaolin), 3) la raffinatezza e la forza nella resa scritturale propria di un grande autore, di riproporre con grandissima coerenza storica, stilistica, psicologica l’Inghilterra vittoriana, rendono il lavoro di Seth Grahame-Smith un’opera immensa … per gli appassionati del settore ovviamente. E dunque l’inquieta Elizabeth Bennet, insieme con le sue sorelle, è impegnata a sterminare orde di morti viventi. E il lettore sovente si troverà a sobbalzare dalla sedia, quando mentre assaporerà la lettura di un aristocratico momento conviviale inglese, sarà sconvolto dall’improvviso irrompere di morti viventi affamati di cervelli e carni umane. Il libro è sicuramente carico di romanticismo, denso di avventura, di cadaveri “pieni d’appetito”, ma la cosa in assoluto da riconoscere a quest’opera è il fatto che un classico come quello di Jane Austen viene rivisitato in stile horror, e quello che sembrava essere una prova impossibile, Seth Grahame-Smith lo ha realizzato.

Orgoglio e pregiudizio e zombie di Jane Austen e Seth Grahame-Smith (Casa editrice Nord). Traduzione di Isa Maranesi e Roberta Zuppet

Anteprima: Vadim Zeland presenta Reality Transurfing - Lo Spazio delle Varianti 1 (Macro edizioni)

Transurfing è un modo di vivere, di pensare e di vedere il mondo. È un’abilità che permette a noi e alla nostra mente di scivolare senza sforzo tra le onde degli eventi quotidiani, i quali perdono così la loro connotazione, positiva o negativa, malinconica o gioiosa, di privazione o abbondanza, e non hanno più il potere di influire sulla nostra esistenza. Transurfing ha già conquistato decine di milioni di persone, che si sono appassionati e hanno apprezzato gli stimolanti e innovativi contenuti proposti da Vadim Zeland nelle sue opere. VIVETE IN BALIA DELLE CIRCOSTANZE. LA VITA INTORNO A VOI “ACCADE”. E COSI SARÀ SEMPRE FINO A CHE NON SAPRETE COME SI PUÒ GESTIRE LA REALTÀ. Questo libro tratta di cose strane e inusuali, che sconvolgono al punto tale che crederci è difficile. Dopo che lo avremo letto, la nostra abituale visione del mondo crollerà. Il Transurfing è una tecnica nuova ed estremamente potente che permette di creare cose impossibili dal punto di vista comune e più precisamente di gestire il proprio destino a proprio piacimento. Nessun miracolo però. Vi aspetta qualcosa di ben altra entità. Vi convincerete che la realtà ignota è molto più stupefacente di qualsivoglia magia… La tecnica del Transurfing si è diffusa in Russia nel 2003, prima via Internet, dove ha suscitato un’animata discussione e un vivo dialogo tra i lettori, e poi grazie ai libri che, uscendo progressivamente nell’arco dei successivi due anni, hanno letteralmente invaso gli scaffali delle librerie diventando autentici bestseller. L’autore di questi volumi, nell’unica intervista rilasciata alla stampa, sottolinea di non esserne “l’autore vero e proprio”. Egli infatti non si considera né un creatore né tantomeno un maestro spirituale, un’idea assolutamente contraria al Transurfing, che disdegna scuole o movimenti di pensiero. Di Vadim Zeland sappiamo solamente che è russo ed è un esperto di fisica quantistica, divenuto “trasmettitore” di questa incredibile tecnica. Nei suoi libri, Zeland propone ai lettori un viaggio fantastico nella realtà, dove la destinazione non è un punto d’arrivo ma un processo, il vivere quotidiano in un’atmosfera di festa ininterrotta. Poiché, per colui che impara a gestire e scegliere il proprio destino e a ottenere ciò che desidera, la festa è ogni giorno, nel qui e nell’ora. Nella valigia del Transurfer, pochissime cose: la consapevolezza, la libertà da ogni dipendenza, la riduzione dell’importanza di sé e del mondo, un pensiero improntato al positivo comunque sia. Affrontando il viaggio con questo bagaglio essenziale, alleggerito da tutti i falsi stereotipi imposti dalla visione comune del mondo, l’uomo può solo scivolare di linea della vita in linea della vita verso la sua linea più favorevole, la sua onda della fortuna. Transurfing è proprio questo: scivolare per le linee della vita nello spazio delle varianti.

Di Vadim Zeland si sa solo che è russo, esperto di fisica quantistica e che è diventato, tramite le sue opere innovative, il "trasmettitore" dell'incredibile tecnica di Transurfing.

Come scivolare attraverso la realtà
ISBN: 9788862290685

disponibilità: Nov/Dicembre 2009

Prezzo € 14,50


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domenica 8 novembre 2009

Io Sono la Porta di Paul Ferrini (Macro edizioni)

In Io Sono la Porta la capacità di espressione dell’autore, sempre potente e mistica, è ancora più intensa e coinvolgente. In queste pagine, dove Gesù si rivolge direttamente al lettore, scopriamo come aprire la porta più importante del nostro cuore. Una volta aperta la prima porta, sarà ancora più semplice aprire le altre.
Il portatore di luce non nega il buio, lo attraversa.Molti anni fa Paul Ferrini cominciò a sentire una voce interiore che gli parlava. È la stessa voce che anima le pagine di questo prezioso libro. È la voce di Gesù. Gli insegnamenti del Maestro giungono a noi diretti, senza intermediari, semplici e attuali come se Lui fosse qui, adesso. Tutti gli ambiti della vita vengono illuminati dalla visione profondamente spirituale degli antichi insegnamenti cristiani, svuotati da ogni riferimento a chiese e dogmi, ma fondati sul cuore e sull’amore. Cercare la gioia non è egoista. In realtà, è l’azione più altruista che puoi intraprendere. Il tuo dono è necessario, e lo spirito degli altri non può essere sollevato se non hai piena fiducia nel tuo dono e non lo condividi … Non trattenere il tuo dono, non fare l’errore di pensare che non hai doni da offrire. Tutti hanno un dono. Ogni persona è portatrice di un dono: questo libro ci insegna a riconoscerlo e a farlo emergere, con gioia e semplicità, per se stessi e per gli altri. Ognuno di noi può accedere alla propria meravigliosa realtà spirituale e la soglia da attraversare è nel profondo di ognuno. Io Sono la Porta indica il cammino da compiere per raggiungere e attraversare quella soglia. Io Sono la Porta è la parola di Gesù che permette di divenire quella porta!

Paul Ferrini
è l’autore di 28 libri ricchi di ispirazione sulla compassione, la guarigione, e il self-empowerment. E’ un ministro consacrato, un oratore esperto e un leader di workshop. Negli anni 80 Ferrini divenne molto famoso come insegnante di A course in Miracles. Successivamente fondò e curò l’edizione della rivista Miracles Magazine, una pubblicazione trimestrale internazionale dedicata al raccontare storie, alla trasformazione e al perdono. La rivista, ora articolo da collezione, si è resa famosa anche grazie alle profonde interviste di Paul con i più importanti guaritori del nostro tempo. In questi tempi Paul ha iniziato a tenere le Conferenze dei Miracoli in tutti gli Stati Uniti. Questi eventi attirano migliaia di persone da tutte le parti del mondo, in cerca di un’esperienza diretta di compassione, grazia e comunione con il divino. Questo lavoro continua poi ad un livello più approfondito tramite workshop e ritiri che Paul organizza in chiese e centri spirituali in tutti gli Stati Uniti. Nonostante sia nativo del New England e abiti nel Massachussetts, Paul Ferrini ha vissuto per 6 anni a Santa Fe e per anni a a Kaaawa, nelle Hawaii. Egli possiede una laurea in Educazione dell’università di Antioch e un diploma di laurea del Marlboro College, dove ha studiato letteratura, psicologia e religione. Prima della sua carriera come scrittore e oratore spiritualista, Paul ha diretto progetti finanziati dal Ufficio dell’Educazione degli Stati Uniti e dall’Istituto Nazionale dell’Educazione, e ha lavorato come editore di un giornale per educatori già inseriti. Ha insegnato in college, scuole superiori e in una prigione di stato e ha lavorato come consigliere ad una serie di progetti all’interno di comunità. La sua esperienza include anche la proprietà della sua compagnia, la progettazione e la costruzione di edifici illuminati e la trasformazione della terra in comunità residenziali innovative.

ISBN: 9788862290753

Prezzo € 10,97
invece di € 12,90 (-15%)


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The Secret: trance and power

Installa The Secret
Installa The Secret
installathesecret.com
La trance Installa the secret e' stata creata da Mark J. Ryan. Mark e' un socio di Joe Vitale, il quale ha una predominante presenza nel libro e nel film di Rhonda Byrne, The Secret. Joe Vitale e' l'autore di The Key (La Chiave), Attractor Factor e molti, molti altri. Mark J. Ryan e' contributore in tre libri di Joe Vitale, The Key, Inspired Marketing e Hypnotic Writing. Questa trance e' la versione Italiana, narrata da Mark J. Ryan, del trance incluso nel programma The Missing Secret di Joe Vitale, il quale e' il programma piu' venduto da Nightingale-Conant. Questo video avanzato di 20 minuti e' ipnotico con messagi subliminali che agevolano l'installazioe dei concetti descritti nel film The Secret e accellera la tua intesa applicazione sul manifestare.

Tony Sozzo intervistato da Marco Montanaro

Se cercate qualcuno che lo fa per status – intendo: scrivere romanzi – cliccate altrove. E’ pur vero che ho curato nonricordobene cosa del secondo romanzo di Tony Sozzo, e che lui ha pubblicato due libri con una casa editrice a me molto cara, ma: Tony Sozzo è un autore da leggere. A partire da Facebook – si capirà in seguito perché dico questo – o da quest’intervista. Mi piace il suo spirito. Quello dei suoi personaggi. C’è una battuta nel suo Nolente che ricordo bene e mi fa ancora morire di risate. E il titolo del suo primo romanzo, L’eterna cosa peggiore, ha suscitato in me un’invidia che fatico a smaltire. Avanti.

Partiamo dalla fine. Progetti futuri? So che stai scrivendo un altro romanzo, forse è già pronto. Sarà sullo stesso genere dei due precedenti?

Sì, in un certo senso. Non c’è poi tanto di nuovo sotto il mio sole. Un personaggio che racconta le sue impressioni. Sono un prosatore lirico, se mi passi questa definizione. Ho sempre adorato il concetto di autore, più che quello di narratore. Nel cinema (Moretti, Allen) come negli altri settori artistici. Mi piace essere una personalità che dice sulle cose, che lascia i suoi atteggiamenti ad essiccare davanti ad occhi estranei. I miei futuri romanzi saranno la prosecuzione di quelli passati. È questo il mio bisogno artistico, per il momento. Per questa vita, probabilmente. E se teniamo conto di quello che faccio di solito, nella prossima vita mi reincarnerò in un panda stanco di essere sempre il simbolo degli animali più sfigati. I miei romanzi sono delle poesie un po’ prolisse, scritte con un linguaggio non del tutto elevato che ha bisogno di una serie di opportunità per raggiungere la decenza.

L’eterna cosa peggiore e Nolente, come titoli, spiegano bene la natura dei tuoi personaggi. Io li vedo come isole che usano una ironia stellare per autodifesa.


Sono… penisole. O forse galleggianti. Non direi che la mia ironia serva come difesa, perché dovrei sbarazzarmene, visti i risultati. Credo che in generale serva poco. È un atteggiamento che mi porto dietro. Mi dispero, ma in fondo mi viene da ridere. Poi però mi chiedo cos’ho da ridere. E via così. L’ironia è comunque un grande strumento. È come avere una pistola in giro per la stanza. Se si è in due e l’altro non ti guarda come dovrebbe, meglio cercare di portarla dalla propria parte. Ma alla fine di tutto, anche se ne sei uscito vivo, trovi tutti i negozi chiusi e i treni non partono. Per quanto riguarda il mio grado di tranquillità, di sicuro il mondo che ho intorno non mi rilassa così tanto da farmi buttare sul mio divano preferito ad aspettare un’altra sua carezza. Ma non credo di avere poi tanta più paura di un uomo medio.

C’è molto Woody Allen, per tua stessa ammissione, nelle battute dei tuoi personaggi. Sembrano caratteri immobili, destinati a cucinarsi nella propria incapacità. Immagini mai un’evoluzione diversa per loro?

Credo in un nichilismo inetto privo di slanci. In fondo, al mondo non c’è poi tanto da fare. C’è abbastanza amarezza, anche se raccontata con delicatezza infantile. Non è stata una mia idea quella di incarnarmi. Come non lo è stata dei miei personaggi. E allora, cosa dovrei fare? Intonare inni? Faccio il possibile, canto qualche canzoncina bislacca tanto per non farmi additare come quello che rovina sempre la festa. La vita non è né bella né brutta: fa quel che può. Ma io non sopporto eccessivamente le improvvisazioni. Ho pensato ai miei protagonisti che diventano qualcos’altro. Ma non mi pare che mi possano dare più soddisfazione. È nell’inciampare la poesia. Nel tremare per ogni svolazzamento.

Lo stile. Al di là delle citazioni – ce n’è di tutti i tipi – nei tuoi romanzi la lingua è semplice, limpida. Eppure io lo so, che riscrivi parecchio, che c’è molto studio, dietro. Quanto ci hai messo per arrivare su questa strada molto personale?

Tanto per darmi un tono, in effetti c’è molto labor limae. Sono un Orazio pelle ed ossa. Le tante influenze si sommano in un’espressione ripulita ma non per questo semplificata. Questo stile è la risultanza delle mie letture, ascolti, incontri, esperienze culturali e non, forse dell’indifferenza che molti aspetti della vita mi procurano. È da anni che scrivo. Ormai un certo ritmo arriva meccanico a depositarsi sulla carta. Avevo lo stesso procedimento nel tradurre le versioni, al liceo. Traducevo come veniva, fino alla fine. E poi stavo lì ad aggiustare, sempre quando ci riuscivo. Credo nel lavoro, nel rifinire, nel ritornare indietro. Sono d’accordo con chi ha detto (e deve essere stato uno importante) che un’opera d’arte non è mai finita. Però ad un certo punto mi dico: basta, adesso smetti di strofinare, prima di arrivare dall’altra parte.

Credi sia l’unica, per te, questa strada? Così come per il genere – a proposito, come definiresti i tuoi libri? – troverò mai un fantasy di Tony Sozzo in libreria?

Credo che questa sia la mia strada, perché questo sono io, è la cosa che mi piace scrivere, perché sarebbe quella che mi piacerebbe leggere. Magari potrò scrivere qualche libro di altro genere, ma con questo stile che mi ritrovo si ricadrebbe nei soliti vizi. Magari un giallo in cui il cadavere rimane solo mentre il protagonista se ne va per i fatti suoi. Di fantasy non se ne parla: è l’unico genere che non sopporto. Tutti quelle bacchette in giro per il mondo! Poi, gli elfi non li preferisco certo ai gatti. Gli altri possono anche andarmi bene. Non posso racchiudere i miei romanzi in un genere: cerco di fare letteratura. Cercando di fare le cose seriamente. Ecco, il concetto di serio mi sta molto a cuore. Scrivo perché devo, senza aspettarmi niente. E per il momento, mi pare proprio, sono accontentato. Tra l’altro, ho una certa incapacità di essere fluido nell’inventare una trama decente. E sono troppo pigro per sforzarmi. Così non invento. Lascio che le cose avvengano nella loro monotonia. Le mie storie non sono eccessivamente movimentate. Come la mia vita, e la vita della maggior parte della gente. Una trama più variegata sarebbe per me sempre e comunque un pretesto per parlare di quello che più mi interessa. E non sarebbe giusto, nei suoi confronti. Si è scomodata così tanto!

Mi interesserebbe molto sapere del tuo rapporto con la lettura (ma anche, perché no, col cinema e con la musica, che tipo di influenze hai, se ne hai di questo tipo).

L’arte è la mia vita, soprattutto la letteratura e la musica. Credo che non si possa scrivere senza conoscere e comprendere bene quello che si è fatto prima. Leggo perché mi piace e per migliorare come scrittore. Secondo me è necessario per scrivere. Ho letto abbastanza, nel corso della mia vita, al di là dei miei studi umanistici. Anche la musica è una compagna di cui non posso fare a meno. Mi piace qualsiasi genere, però di qualità, dal jazz all’elettronica. Dai Beastie Boys a Miles Davis, dai Paviment ai Basement Jaxx, da Sergio Caputo agli Stereolab. L’unico rimpianto è perdere tempo a fare altro, e non poter passare tutto il tempo addosso alla musica e alla lettura. Le mie letture seguono il corso della critica. I libri che scelgo sono rigorosamente dei classici. La vita è troppo breve ed ho bisogno di quello che vale. Se leggo Cervantes o Proust vado sul sicuro, e dopo qualche pagina non comincio a sudare perché ho paura di aver perso tempo. Virginia Woolf, Sartre, Saroyan, Bellow, Svevo, Canetti, Kafka e tutti gli altri. Siamo fortunati noi uomini ad avere scrittori del genere. Magari in qualche altra galassia sono più scarsi. Amo anche i fumetti. Meglio Paperinik di Moccia o qualcuno un po’ più decente. Di cinema so quel po’. L’accostamento Woody Allen e Indiana Jones è quello che mi viene di getto e non capisco come possa accadere.

Torno allo stile per la mia ultima domanda. Ogni periodo dei tuoi libri è isolabile, quasi un aforisma. Credo sia conseguenza di questo la tua abilità nello scrivere status di Facebook. Sono tra i più belli che io abbia mai letto. Lo status di Facebook (o di Twitter) può diventare un genere letterario? Adesso sembra che io sia fissato coi generi, ma è solo per fare il simpatico.

Grazie per il tuo apprezzamento. In questi due romanzi in effetti c’è molto gusto per l’aforisma. È stata una forma che ha preso la mia ispirazione. Ma non potrà essere sempre così. Forse nemmeno è la cosa migliore da fare. Vedremo. Credo nell’arguzia. Ma è un po’ sterile, se c’è solo il gusto fine a se stesso. Forse i miei futuri romanzi saranno meno ricchi di aforismi. Noto che i tanti aforismi scritti in questi miei romanzi non hanno migliorato la mia vita pratica. Il che è un po’ scocciante. Sembra che mi metta a fare il gradasso con quelle frasi così perentorie, e poi sto lì ad aver paura della mattina successiva. I miei status su Facebook sono un esercizio divertente. Ma non più di questo. Magari inseriti all’interno di un romanzo… Li ho sacrificati, mandandoli in avanscoperta.

Una domanda di un tuo lettore. Di un mio amico, insomma, che ti ha letto e si ritrovato in ciò che scrivi. Ami qualcun altro, oltre te stesso? Se non ti va, puoi anche non rispondere.

Da un po’ di mesi ho conosciuto una donna che amo tantissimo. La donna che voglio sposare. E che sposerò. Ho sempre amato molto le opere dei grandi uomini, ma l’amore per l’uomo… Adesso il sentimento verso questa donna mi ha aperto nuovi scenari, e mi ritrovo a far confluire in me altre percezioni senza stare lì a fare troppi controlli. Ho trovato la mia anima gemella e il gusto di fare del bene per vedere nell’altro un sorriso. Adesso per esempio mi verrebbe di scrivere pagine e pagine su di lei, ma credo che andrei fuori traccia. In effetti, l’amore è un sentimento intenso e sorprendente. E talvolta, ti fa fare delle figuracce, se non la smetti di parlare.

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