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martedì 13 ottobre 2009

Laura Iuorio con la Trilogia del sicario (Fanucci editore) alla Libreria Fanucci di Roma

Mercoledì 21 ottobre alle ore 18.30, presso la Libreria Fanucci, Piazza Madama 8 a Roma, Laura Iuorio presenterà il suo nuovo romanzo Trilogia del sicario. Dialoga con l’autrice Errico Passaro, scrittore e giornalista. Torna in libreria l’ironico e malinconico Sicario, riproposto in questa eccezionale trilogia in una versione riveduta e corretta dall’autrice. C’è una ragazza, giovane e bella. Ed è morta, perché è stata massacrata nel suo appartamento di Nuova Roma. Lavorava per Imanuel Olmo, titolare di una rinomata agenzia d’appuntamenti. Olmo si rivolge all’unica persona che ritiene in grado di aiutarlo, Sol Maio, assassino di professione e detective per caso. Allo stesso tempo, l’agente del DSG Lenora Kelley viene incaricata di indagare sull’omicidio di un alto grado dell’esercito, un apparente avvertimento terroristico in vista dell’imminente Conferenza Strategica delle Potenze Spaziali. Ma la pista che inizia a seguire si fa via via più intricata, fino a farle incrociare ancora una volta la strada di Sol Maio, l’uomo a cui è legata da un oscuro segreto... E molti nodi verranno al pettine quando Sol Maio, l’innocente reso assassino dal sistema, si troverà ancora a immergersi nel mondo della malavita organizzata in cui ha mosso i primi passi della sua carriera, un’esperienza che lo porterà a venire a patti con sé stesso e le conseguenze delle proprie scelte.

Laura Iuorio è nata a Cuneo, ma vive a Milano. Laureata in Lingue e letterature straniere moderne, ha scritto numerosi racconti che hanno ottenuto diversi riconoscimenti in concorsi di letteratura fantastica. Ha pubblicato per Fanucci Editore il romanzo Il sicario, vincitore del premio Solaria nel 2000, e ha inaugurato una nuova saga fantasy con Il destino degli Eldowin nel 2007.

Rossella Mianulli alla Biblioteca "A.Perotti"

Nuovo appuntamento per la città con l’arte pittorica. Giovedì 15 ottobre, infatti, alle ore 19, presso la Civica Biblioteca “A. Perotti” di Cassano delle Murge, si terrà l’inaugurazione della mostra personale della pittrice e scultrice Rossella Mianulli, patrocinata dall’Amministrazione Comunale ed organizzata dalla locale “Pro Loco La Murgianella” in collaborazione con il Centro Studi Europeo “Spinelli”.
“Il filo conduttore di questi ritratti - dichiara l’artista - è la ricerca: uno studio tra il soggetto e i colori, il soggetto e la materia e le possibili emozioni che da questi connubi – una vera e propria simbiosi -scaturiscono: perché una sfumatura, uno sguardo, un’espressione del volto, parlano di noi, delle diverse e variegate sfaccettature del sé. Come artista, ogni ritratto per me è stata un’analisi, una prova, un ostacolo, una soddisfazione, un passo, una meticolosa esplorazione nella figura femminile. La motivazione è stata la passione, la volontà di creare e raccontare; l’intento quello di avvicinarmi ad un’espressione artistica definibile ed emozionante”. Ogni giorno, le espressioni della nostra anima scrivono sul nostro viso una pagina di quel racconto, in perenne revisione, che è il volto di ciascuno di noi. La Mianulli ne ha osservato l'alfabeto, ne ha cercato la grammatica, ha studiato le combinazioni e le tracce che l'anima disegna sulla superficie del viso. "Ritrarre" (re-trahere) significa infatti "tirar fuori", ricavare con colori, marmo o altra materia, l'effige, il simulacro di un individuo. L'arte ha il potere di "simulare" cioè riprodurre e tenere vivi non solo la forma ma l'unicità interiore del soggetto ritratto, facendo affiorare il suo carattere, l'anima. Nel catalogo, il critico d’arte Lello Spinelli fa emergere “il personale universo dei tanti sguardi femminili, scavato sempre più in profondità piuttosto che in estensione”, mentre i bassorilievi, scolpiti su materiali diversi, “rappresentano volti di donne colti nella ieraticità e nella staticità dell’attesa, di tante attese, che traspaiono, nei dipinti, dai volti di queste sue figure apparentemente statiche, dalla fisicità trasognata, quasi enigmatica, atemporale”. “L’attesa” – l’ha definita lo stesso critico questa mostra della Mianulli – “una pittrice-scultrice-poetessa che non cerca la res publica così cara a Platone, ma cerca solamente di trasmettere al fruitore il suo messaggio: un messaggio, il suo, mai lanciato a squarciagola ma sussurrato a fior di labbra”. Nella recente Personale dell’artista saranno presentate anche opere “altre”, frutto “di un brusco mutamento, di una vera e propria rivoluzione nei contenuti, nei processi e nelle forme – scrive ancora Spinelli – tesi soltanto a rettificare il suo percorso e superare eventuali ristagni nella sua produzione”. La mostra, che rimarrà aperta fino al 30 ottobre, verrà presentata dallo stesso Spinelli ed inaugurata dal Sindaco di Cassano delle Murge Maria Pia Di Medio e dall’Assessore alla cultura, sport e turismo Pierpaola Sapienza. Nel corso della serata, nella quale interverranno il giornalista Domenico Fumarola ed il Presidente della Pro Loco Giovanni Brunelli, la scrittrice Anna Sciacovelli parlerà della riscoperta delle nostre radici storico-antropologiche e linguistiche.

Aldo Quarta, Porca Democrazia (Lupo editore). Recensione di Raffaele Polo

Questo recentissimo libro di Aldo Quarta, pubblicato nella collana Di-battiti di Lupo editore, non ha mancato di sorprenderci. In un periodo così bellicoso nella espressione e nella frequentaziione della res politica, con incursioni sempre più frequenti nel turpiloquio e nell’aggressione verbale, quasi a voler confermare l’assioma che chi grida di più ha ragione e i suoi argomenti sono inattaccabili, l’autore ci sorprende con il suo pacato ragionare e con la calma e misurata prosa che è molto ben calibrata, attentissima a non mostrare segni di alcuna ‘appartenenza’. Al contrario, l’intento di Quarta è quello, evidentissimo, di muoversi nel tracciato alveolo della Cosrituzione, rinnovando intenti puramente democratici, nella migliore tradizione di giuristi e Padri costituzionali.
E, soprattutto, Quarta si preoccupa, in tutte le sue argomentazioni, di far emergere il senso e l’importanza della ‘partecipazione’ dei cittadini alle gestione della cosa pubblica. Con il contemporaneo intento, da parte degli amministratori, di operare esclusivamente per il vantaggio e il benessere di chi ha affidato loro il mandato così importante di governare. Come si può intuire, siamo ben lontani dalle diatribe e dalle satire politiche degli antichi greci. Ma, pure, dal modo di esporre le proprie argomentazioni, ci è venuto di immaginare Aldo Quarta con il laticlavio, che parla davanti al Senato romano oppure che arringa gli ignoranti spettatori in una commedia di Aristofane…. Molto, molto lontana la tersa scrittura di Quarta, dalla quotidianità sovente becera che riduce anche l’attuale sistema elettorale ad un ‘porcellum’, come è nella raffigurazione della copertina. Che ci pare l’unica concessione con un pizzico di humour al discorso, serissimo e scandito in quattro corposi capitoli dal titolo esplicativo: Rappresentanza e ‘popolo sovrano’; Cittadinanza europea; Nuovi compiti della politica; Governo , maggioranza e minoranza. “In una democrazia, il polo sovrano è tale se non viene escluso, attraverso i suoi rappresentanti, dalla gestione della cosa pubblica” afferma l’autore. E ci accorgiamo, purtroppo, che nel nostro tempo il popolo è da troppo completamente escluso dagli affari politici italiani….

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lunedì 12 ottobre 2009

Angeli e orchi, di N. Angileri e R. Catalano. Prefazione di Ficarra & Picone (Dario Flaccovio). Recensione di Nunzio Festa

Il mondo salvato dai bambini. Per salvarsi, il mondo, però ha bisogno del rispetto da riservare in special modo ai più piccoli. Invece, le nostre città, grandi e piccole, sono piene di drammi consumati proprio sulla pelle di bimbe e bimbi. In questi giorni, le librerie italiane hanno potuto accogliere, oltre a vari saggi e altri volumi diversi ma importanti per comprendere e prendere sensibilità su politica e temi sociali in genere, un volume nato grazie al contributo importante d’un poliziotto in servizio presso la sezione specializzata minori di Palermo, che ha raccontato storie d’abusi appunto sui bambini. La testimonianza è raccolta grazie alla giornalista ed editor Raffaella Catalano. Nicolò Angileri, in virtù dell’intesa con la Dario Flaccovio, racconta le numerose esperienze d’abuso con le quali ha dovuto confrontarsi come allo stesso tempo quelle di recupero dell’innocenza. “Ho sentito le emozioni di Nicolò – scrive in sede di premessa la stessa Catalano - , ho vissuto la sua passione e capito i sacrifici che gli richiede ogni caso giudiziario in cui si impegna”. Il libro ha comunque una storia particolare. Le vicende d’abusi sessuali raccolti, tutte vere anche se riservate sul campo dell’identità, in principio erano solamente una questione privata di Angileri, ovvero testi scritti su scorta del consiglio della psicologa del poliziotto (a sua volta a conoscenza di fatti simili) e intesi quali via d’uscita da una crisi. “Condividiamo il dolore per ciò che giunge alle nostre orecchie, ma anche la gioia di costituire alleanze sane con quei bambini costretti, per anni, a rimanere ingabbiati in alleanze malate”, afferma proprio la psicologa Angela Ruvolo. Mentre gli attori sicilani Ficarra & Picone, che spesso sostengono battaglie civili sugli stessi temi, scrivono che “bisogna scovare questi ladri di sogni. Perché un bambino violato non sogna più. Questo libro servirà a tutti, specialmente a chi sa e non parla”. I casi resi pubblici da Nicolò Angileri, ricordiamo tutti veri anche se senza identità rintracciabili delle vittime, permettono di nuovo d’entrare nell’esperienze della pedofilia. In singhiozzi di soggetti maltrattati e sottoposti alla irresponsabilità e disumanità d’uno degli abusi più assurdi. Spesso le storie vere, e per queste si potrebbe giungere alle stesse conclusioni e raggiungere tramite esse gli stessi obiettivi, sono l’esempio che spingono tante e tanti a ingoiare coraggio e sputare fuori i danni subiti. Oltre essere la spinta utile per tanta gente a impegnarsi per far sì che questo tipo di cose non accadano, segnalare esperienze note, diventare difensori e pure difensori preventivi delle piccole vittime, presenti e ipotetiche. In tanti casi esistono già gli ambienti a rischio. Ma non è solamente nelle terre del rischio già considerato che si deve stare attenti. Il volume di Nicolò Angileri realizzato con Raffaella Catalano, inoltre, spiega che ci sono situazioni nelle quali la polizia deve realmente diventare soggetto sensibile, per arrivare a risolvere questi problemi, e dimenticare contemporaneamente d’essere corpo che si fregia di pistola. Il poliziotto Angileri e la giornalista Catalano - quest’ultima già collaboratrice di Repubblica e La Sicilia per la cronaca giudiziaria – hanno messo a disposizione del pubblico motivi civili utili a diventare più civili. Adesso tocca a lettrice e lettore giungere a discussioni e analisi sul grande argomento “pedofilia”, che dobbiamo sconfiggere.

Angeli e orchi, di Nicolò Angileri e Raffaella Catalano, prefazione di Ficarra & Picone, Dario Flaccovio (Palermo, 2009), pag. 180, euro 12.00.

domenica 11 ottobre 2009

Installa the secret di Joe Vitale e Mark Ryan

La trance Installa the secret e' stata creata da Mark J. Ryan. Mark e' un socio di Joe Vitale, il quale ha una predominante presenza nel libro e nel film di Rhonda Byrne, The Secret. Joe Vitale e' l'autore di The Key (La Chiave), Attractor Factor e molti, molti altri libri. Mark J. Ryan e' contributore in tre libri di Joe Vitale: The Key, Inspired Marketing e Hypnotic Writing. Questa trance e' narrata da Mark J. Ryan ed e' la versione Italiana del trance incluso nel programma The Missing Secret di Joe Vitale, il quale e' il programma piu' venduto da Nightingale-Conant. Questo video avanzato di 20 minuti e' ipnotico con messagi subliminali che agevolano l'installazioe dei concetti descritti nel film The Secret e accellera la tua intesa applicazione sul manifestare.
Questo video fornisce una speciale installazione ipnotica per rivelarti la metodologia discussa nel film The Secret. Mark J. Ryan utilizza la sua unica competenza ipnotica sviluppata in oltre 20 anni come maestro ipnotizzatore in questo video. Usando la sua esperienza con la serie dei DVD Subliminal Manifestation, Mark crea un incredibile video di installazione subconscia per aiutarti a manifestare rapidamente, senza fatica.

installathesecret.com

Subliminal Manifestation Volume 1: Forgiveness and Love. Joe Vitale and Mark Ryan

Subliminal Manifestation Volume 1: Forgiveness and Love
Subliminal Manifestation Volume 1: Forgiveness and Love

Yes, that's right. This DVD will help you remove Negative Emotional Vibrations™ and soar to the heights of Manifestation you were meant to enjoy. Negative Emotional Vibrations™ or NEV's™ are like the sandbags or tethers that keeps a hot air balloon from rising because of their weight. Once you begin to throw the sandbags out or loosen the tethers of the hot air balloon's basket, the balloon begins to rise and soar as it was designed to! In the same way, as you begin to heal the Negative Emotional Vibrations™ or NEV's™ in your life, you become lighter and your vibrations rise. This new energy that is freed up begins to attract and manifest more of your goals, wants and desires into your life. At the same time, you feel better because your personal emotional vibrations have risen. So how does this DVD do such an amazing thing?
Dr. Joe Vitale & Mark J. Ryan are both Masters in the arts of Ericksonian Hypnosis And Ho'oponopono (an ancient Hawaiian healing practice). Knowing the power of Both of these arts individually, Joe & Mark one day pondered using these two very powerful Healing arts together to take apart Negative Emotional Vibrations™ or NEV's™. "We could tell Hypnotic stories using the methods of the Great hypnotic Healer Milton H. Erickson, and at the same time infuse the stories with the Incredible Healing Power of the Ancient Hawaiian Secret art of Ho'oponopono!"

L'offesa e l'ignoranza di Vito Antonio Conte















Mai disturbare il riposo dei defunti.
Mai inquinarne la memoria,
specialmente se non si è depositari
delle loro ultime volontà,
ignorando o facendo finta d'ignorare
la verità.
Mai sparlare dei vivi,
specialmente quando l'assurdo dire
(per non dire altro)
è, oltre tutto, ingrato.
Mai perseverare nell'offesa
intanto che regna il silenzio.
Ho quasi del tutto messo al bando dal mio tempo l'informazione e/o (fate Voi) quel che ne resta. Raramente “sfoglio” blogs e similari e quando lo faccio è per pochi minuti. Leggo comunque poco e scrivo ancora meno. Rimane il grafomane che (da sempre) dimora in me. Ma questo, l'ho già detto e scritto, è altra cosa. L'altra scrittura, quella mia, cova dentro... Ché quella sgorga come il sangue dal mento quando radendoti erri nel dosare la pressione del rasoio sulla pelle. Un rivolo -per quanto copioso- che evoca tutto quel che inutilmente o per una ragione qualunque scorre dappertutto. C'è che, dopo la refrattarietà (nota a chi mi segue, in un modo qualsiasi) che m'ha preso all'inizio di quest'anno -e i cui strascichi (voluti) persistono- per tutto quel che senza senso gira intorno, permane questo desiderio di distanza dalle idiozie reiterate da chi questo cazzo di Paese governa, con l'aggravante che -di là dal fatto che a commentarle siano mass media di destra o di sinistra (quali?, ormai non vedo altro che le mie mani!)- chi le commenta (quasi sempre) finisce per fare il loro gioco (dei padri delle idiozie, che -siccome ne ho sentite a iosa- c'è soltanto l'imbarazzo di sceglierne una, fate Voi), aggiungendo speculazione a speculazione. Sulla crisi economica in atto, sulla precarietà esistenziale figlia (anche) di un'altra precarietà (del lavoro) ormai cronica (secondo alcuni, inesistente secondo altri, esagerata ma esistente per chi scrive...), sulla lanterna spenta a furia di cercare valori e dire che non ci sono i più (…), sulla produzione sostenibile, sulla vita sostenibile, sul sistema sostenibile, sull'ecologia sostenibile e financo sulla morte sostenibile, che uno si chiede ma chi sosterrà tutta questa materia sostenibile e -non trovando risposte, ché non si può pensare che quell'uno debba sostenere l'immane peso, nel mentre chi predica tutto ciò vola leggero perdovecazzoglipare- finisce col non capirci più nulla di come gira questa palla tra altre palle e poi va a votare uguale e non cambia nulla ché la morte ci vorrebbe... Una bella morte serena.
E un po' di quel che serve: poche leggi, poca roba di tutto... pochi capaci di farlo seriamente senza intrighi e cianfrusaglie di vario genere... poco di tutto quel ch'è magma sconfinato, ma chiaro e da osservare senza licenze. E me ne sarei rimasto qui a finire questo pezzo, ché questo volevo: scrivere un pezzo, che non fosse una recensione di qualunque altra cosa, un pezzo per questo piccolo intermittente giornale con una grande pagina governata da un grande uomo, un pezzo in cui sputare tutta la mia inconsistenza, un pezzo dove dire “che cosa c'è”, un pezzo dove dirla tutta, palesarla a chi da tempo si chiede “che storia è” invece di pensare a sé e al sangue -quello rosso, quello porpora, quello diluito, quello senza più colore- che mi fa sentire giù, che dovrebbe far stare male tutti, senza retorica, senza commenti, senza niente di niente, senza... col solo pensiero: cambiare casa! Avrei finito questo pezzo se Andreina non mi avesse chiesto di accompagnarla da Simona. Così esco, cerco di trasmettere qualcosa di me a mia figlia. Non so se ci riesco. Poi ci salutiamo: mi bacia sulla guancia destra e scende. Continuo la mia corsa, mi dirigo verso il centro, parcheggio. Adesso sono i miei passi a dettare il tempo. Mentalmente il pezzo prende forma. C'era una vecchia musicassetta, quando ancora giravo con l'Audi 100 CD, che ho ascoltato a lungo. Poi l'ho prestata. Non ricordo a chi. Non è più tornata. Piaceva anche a lui. O a lei. Ci ripenso spesso. A quelle canzoni intendo. Entro in un negozio di materiali musicali e, dopo aver girato un po' (o tanto?, non lo so: quando il tempo mi tocca così non importa!) tra gli espositori con musica dal mondo, trovo quel che cercavo, al cubo addirittura (cioè moltiplicato per tre). Spendo una cifra, il triplo CD è mio! Torno all'auto e inserico nell'apparecchio il primo, quello che contiene le tracce di quasi tutte le canzoni già contenute nella buonanima di quella musicassetta. Il pezzo prende corpo: le parole ci sono tutte e fluiscono come lava che scende a valle dopo l'incazzatura bollente di un vulcano. Una a una, ogni parola è quella giusta, fino alla fine. E ci vorrebbe un registratore, uno di quelli tascabili, che ci soffi dentro le parole e lì rimangono e puoi tirarle fuori quando vuoi. Per non perderle. Quante volte me lo sono detto, quante volte l'ho detto, quante volte l'ho scritto per ricordarlo a me stesso e, anche oggi pomeriggio, l'ho ripetuto. A Piero, mentre sorbivamo un cicchetto di rhum e pera, a Martina, incontrata per caso mentr'ero con Maria. Ma lei, Martina, ce l'ha, gliel'ha regalato Marco, è fantastico mi dice intanto che sono perduto in altri occhi. Prima o poi ne comprerò uno. Prima o poi. Così sono. Così è. Adesso devo orientarmi in questo nuovo ambiente, dove non c'è più quasi nulla di quel che c'era, dove c'è qualcosa di nuovo. Non ci sono più tutti i mobili che già l'arredavano, non ci sono più tutti i quadri già appesi alle pareti o appoggiati in un posto qualsiasi (ché alle pareti non c'era più spazio), non c'è più tutta la chincagliera (è finita in un libro), non ci sono più i libri (ne ho conservati pochi, gli altri via, dolorosamente via...), non ci sono più locandine pieghevoli ritagli e frattaglie varie, non c'è più tutto quel cartume che riempiva ogni angolo... pulizia radicale... una volta ancora, materialmente la terza, l'ultima forse, dell'inutile e del superfluo. Dentro, me nolente, c'è finito anche qualcosa cui tenevo, ma è rimasta in un altro dentro. E ciò, in fine, importa. Prima ancora del vuoto, già immaginavo i nuovi colori e il resto. Giò ha reso concreti quei colori, li ha stesi sulle pareti: verde e salmone. Verde, un bel verde (né cupo né brillante, un po' prato un po' speranza), sulla parete dov'è la porta-finestra che dà sulla scritta HOTEL (che campeggia nel cielo a est) e dove spicca la nuova libreria in legno naturale (castagno e larice) a tutto muro. Salmone (chiaro e vellutato quando la luce è allo Zenith) le altre tre pareti. Ora l'arredo è scarno e essenziale: poc'altre cose: non ho saputo rinunciare a quattro vecchie sfondate sedie (tipo della nonna), retaggio di un altro andato, che (sempre) Giò a rimesso a posto, dipingendole con i colori che il sottoscritto (riattatore folle) gli ha indicato: giallo, rosso, bianco e azzurro. Poi, finalmente, geo-mondo in tutti i suoi cm. 80 x 60 incorniciato in legno di frassino naturale. Tutta la musica in una piccola libreria etnica. La musica, già. Ascolto ancora quella di cui sopra: “Ho sognato una strada”, di Ivano Fossati, proprio mentre non ho più “voglia di mandare sangue al cuore”. Ma “nell'universo della mia pazzia ho una nuova teoria” che colmerà un'antica inconsistenza ché “di nuovo cambio casa / di nuovo cambiano le cose / di nuovo cambio luna e quartiere / come cambia l'orizzonte e il tempo / e il modo di vedere / cambio posto e chiedo scusa / ma qui non c'è nessuno come me... / e gira e gira / si torna ancora in primavera / e scopro che non ho capito niente...” e rifarei ogni errore, ma cambierei ogni scelta, se soltanto avessi modo di comprendere che cosa ho sbagliato e che cosa ho scelto e, credetemi, non è cosa da poco. Poi l'esempio che sei (per me lo sei) mi ricorda che non c'è mistero, non c'è segreto, non c'è arcano che non possa essere conosciuto se lo vivi con pienezza, ch'é lì per chi predispone la propria vita a accogliere, ma c'è che “.. avrei bisogno stasera / più che altro di una preghiera / perché so / perché lo so / di tanto amore morirò / di questo amore morirò...”.
Sono morto mille volte.
Non violate il mio riposo.
Sono vivo ché ancora amo.
Dimenticatevi di me.
Ho altro da fare, adesso...
Ma, vi prego (ché questo spesso mi ha fottuto: pregare per gli altri), non scordatevi dell'unica cosa che importa davvero e che, qualunque sia, non è mai contenuta in uno spot né nelle parole prive di significato che quotidianamente vi sparano addosso. Ché di cervelli lavati non c'è più bisogno!

immagine di una foto realizzata da Irene Leo

sabato 10 ottobre 2009

Adesso Basta di Simone Perotti (Edizioni Chiarelettere)

"Non si nasce liberi, lo si diventa. Non basta sperare, è necessario osservare una certa disciplina per realizzare i propri sogni."
Bjorn Larsson

Ne abbiamo abbastanza. Lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne?Cambiare vita da soli sembra una scelta troppo faticosa. Addirittura impossibile. Invece no. Il downshifting (“scalare marcia, rallentare il ritmo”) è un fenomeno sociale che interessa milioni di persone nel mondo (complice anche la crisi). Ma non si tratta solo di ridurre il salario per avere più tempo libero. Simone Perotti propone qui un cambio di vita netto, verso se stessi, il mondo che ci circonda, le abitudini, gli obblighi, il consumo. La rivoluzione dobbiamo farla a partire da noi, riprendendoci la nostra vita per essere finalmente liberi. Come ha fatto l’autore, che racconta la sua esperienza entrando nel merito delle conseguenze economiche, psicologiche, esistenziali, logistiche. Dire no non basta per essere felici. L’insicurezza economica cui andiamo incontro è anche un’occasione per ripensarci.

...a pagina 51
"Nei Paesi ricchi il consumo consiste in persone che spendono soldi che non hanno, per comprare beni che non vogliono, per impressionare persone che non amano."
Joachim Spangenberg

...a pagina 130
"Finora abbiammo pensato che ci sia un solo modo di guadagnare soldi e lavorare, cioè il nostro. Non è così."

Simone Perotti è nato a Frascati (Roma), nel 1965. Oltre a numerosi racconti su riviste letterarie cartacee e on-line, ha pubblicato "Zenzero e Nuvole" (Theoria, 1995 – Bompiani, 2004), racconti sul viaggio, la contaminazione, il fantastico, ciascuno dei quali legato a una ricetta gastronomica e a considerazioni estetiche sul gusto. La raccolta è stata presentata per la prima volta nell’ottobre del 1995 da Vincenzo Cerami. "Stojan Decu, l’Altro Uomo", Bompiani 2005 (Premio Volpe d’Oro). "Vele, White Star", 2008 (Premio Sanremo). "L’Estate del Disincanto", Bompiani, 2008. Ha collaborato e collabora con riviste e giornali («Yacht & Sail», «Yacht Capital», «Dove», «Style», «Corriere della Sera»), con articoli e reportage sul viaggio, il turismo, la nautica, le regate. Ha creato il primo sito di informazione editoriale nautica italiano: www.sailbook.info. Ha fatto il manager per quasi vent’anni nel settore della comunicazione, in agenzie e aziende quotate e non, italiane e multinazionali. Poi ha detto basta, ha lasciato soldi e carriera e si è trasferito in Liguria, tra La Spezia e le Cinque Terre, per dedicarsi esclusivamente a scrittura e navigazione. Per vivere oggi fa l’affittabarche, trasferisce imbarcazioni, fa lo skipper e l’istruttore di vela trascorrendo circa quattro mesi l’anno in mare. Poi pittura case, prepara aperitivi per i bar, restaura mobili, fa la guida turistica, vende le sue sculture e i suoi pesci, tutti visibili sul sito www.simoneperotti.com.

Zero Limits, il nuovo libro di Joe Vitale e Ihaleakala Hew Len (Edizioni Il Punto d'Incontro)

Presentare questo libro come una naturale conseguenza del percorso avviato da The Secret di Rhonda Byrne, sarebbe una vera e propria forzatura, dal momento che non vi sono le stesse coordinate teoriche ed etico/pratiche avviate da quell’opera o contenuti simili rispetto agli insegnamenti di questi nuovi illuminati. Né può essere considerato un semplice libro sull’auto-aiuto, e dunque esposto in modalità espressive che si avvicinano ad argomentazioni del tipo: “Il tuo lavoro ti stressa oltre ogni misura? Ce la stai mettendo tutta, ogni grammo della tua energia, della tua forza psico-fisica per raggiungere il successo professionale, ma tutte le porte ti vengono chiuse in faccia? Incontri sempre nella tua vita le persone sbagliate o ti trovi nel posto giusto ma proprio nel momento meno opportuno? Zero Limits edito in Italia da Punto d’Incontro con grande cura editoriale, non può e non deve essere considerato nella maniera più assoluta con queste modalità. Una premessa però è di vitale importanza. Si tratta di un libro che necessariamente richiede una seconda lettura non per complessità dei temi trattati, ma per uno stupore e incredulità che in un primo momento quest’opera suscita repentinamente nel lettore, tanto da sentire forte l’esigenza di considerare il tutto o una pazzia o di contro una gigantesca burla. Innanzitutto le pagine (all’interno vi si trovano anche innumerevoli testimonianze di chi ha seguito gli insegnamenti dei due autori ovvero Joe Vitale e Ihaleakala Hew Len) sono piene di un’amore infinito e una generosa compassione verso l’umanità. Un tipo d’amore che non è semplice spirito di fratellanza o bonaria accondiscendenza verso l’altro, ma Amore Universale, quasi cosmico direi. Ci sono dunque molti modi di intendere l’amore: quello tra padre e figlio; fra parenti o amici; l’amore per le cose, gli oggetti; l’amore per il rispetto. Ma in questa sede parliamo di un amore che non si riferisce a nulla di concreto. Soggetto e Oggetto di forze invisibili che si agitano caoticamente nello spazio e nel tempo. I due autori partendo da questo principio fondativo ritengono che , poichè noi percepiamo solo pochi bit della realtà che ci circonda e dunqe rimaniamo un po’ scoperti sui restanti milioni di bit d’informazioni che costituiscono la realtà, non siamo in grado di porre ordine nelle nostre esistenze liberando questa enorme energia d’Amore, facendoci vivere vite che non ci appartengono. Come fare allora? Un antico metodo hawaiiano ci viene in aiuto: infatti l’Ho’oponopono è un sistema tramandato dalla tradizione hawaiana che purifica da convinzioni, pensieri e ricordi inconsciamente accettati che ti intrappolano e di cui non sei nemmeno consapevole. Per arrivare al grado zero di quest’Amore, occorre prendere su di sé la responsabilità di tutto quello che c’è al di fuori di noi, ripetendo “Ti amo”; “Perdonami”; “Grazie”. Una sorta di mantra da estendere su tutti e ogni cosa indistintamente (talvolta dicono gli autori anche quando non ne siamo proprio convinti), con la convinzione però che non esiste un “là fuori”. Sì, perché una volta arrivati a “Zero Limitis” è come se ci aprissimo ad accogliere tutto ciò che il Divino o Amore, o come lo vogliate chiamare, ha in serbo per ciascun uomo. Il grado zero è l’assenza di ostacoli, la rimozione di programmi interiori consci o sub/consci,che permette tutto ciò che vogliamo. Leggiamo a pag. 107 del volume: “ Il nuovo Ho’oponopono aggiornato, un metodo di pentimento, perdono e trasmutazione, è la richiesta all’Amore di liberarci da energie nocive e di rimpiazzarle con se stesso. L’Amore lo fa fluendo attraverso la mente, iniziando il suo flusso attraverso la mente intellettuale, la mente conscia, liberandola dalle energie del pensiero. Finalmente, si dirige verso la mente emozionale, il subconscio, liberandola da pensieri di emozioni nocive e riempiendola di se stesso”. Questo libro è uno strumento eccezionale per ripulire la mente da ostacoli e blocchi subconsci che impediscono alla volontà di ciascuno di ri-prendere il controllo sulla propria vita e permette di trovare modi nuovi e inaspettati per raggiungere ciò che si vuole. Sembra che funzioni, veramente, anzi alcuni sostengono che faccia meraviglie, nel lavoro, nella vita privata, e permette di sperimentare giorno dopo giorno una pienezza e una felicità sorprendenti. Si provi ad esempio ad immaginare di dimenticare tutti gli errori passati, di ricominciare di nuovo senza preconcetti e di vivere in un mondo di costante stupore. Si immagini cosa succederebbe se tutto fosse possibile. In effetti, tutto è davvero possibile quando si è lontani da costrizioni mentali. Questa è la chiave che aprirà la tua vita a un nuovo universo di possibilità e di risultati, un universo a limiti zero.

Joe Vitale ha scritto diverse opere di successo sulla Legge di Attrazione, ricevendo negli ultimi tempi molta attenzione grazie alla sua predominante presenza nel libro e nel film di Rhonda Byrne, The Secret. Uno dei maestri accreditati di The Secret, Joe Vitale è presidente di due società con sede ad Austin, Texas. Per la sua combinazione di spiritualità e di abilità nel marketing è stato soprannominato "il Buddha di Internet". Dalla condizione di senza tetto e di totale povertà, Joe è passato a quella di pioniere del marketing in Internet. Ha aiutato molte persone a diventare milionarie e a creare imperi on line. Grazie a The Secret e al successo delle sue opere, oggi è considerato un guru dell'auto-aiuto.

Il dottor Ihaleakala Hew Len ha lavorato per quarant’anni su programmi di risoluzione dei problemi e di affrancamento da stress. Per alcuni anni ha esercitato come psicologo clinico presso le strutture ospedaliere delle Hawaii. Nel corso della sua carriera ha seguito migliaia di persone, compresi gruppi delle Nazioni Unite, dell’UNESCO e di altri enti. Dal 1983 insegna il sistema aggiornato di Ho’oponopono. Ha presentato questo metodo per tre volte all’ONU e lo ha applicato con successo in reparti di massima sicurezza, maturando una notevole esperienza con disabili mentali, criminali malati di mente e le loro famiglie. Attualmente conduce corsi sul sistema hawaiano di guarigione.

Zero Limits, il nuovo libro di Joe Vitale e Ihaleakala Hew Len. Lo straordinario sistema hawaiano per gioire di una vita meravigliosa in cui tutto è davvero possibile (Edizioni Il Punto d'Incontro)


Lo straordinario sistema hawaiano per gioire di una vita meravigliosa in cui tutto è davvero possibile
ISBN: 9788880936176

Prezzo € 15,90


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venerdì 9 ottobre 2009

Dal 16 ottobre 2009 in libreria il nuovo romanzo di Paolo Roversi per Mursia

"Milano è da sempre l'università del crimine e nella magica Bassa ci sono pure gli indiani padani. Paolo Roversi spicca il volo con questa tosta e malinconica storia di mala"
Massimo Carlotto

Milano, anni settanta. In cella, a San Vittore, un ragazzo poco più che ventenne muove i primi passi nel mondo del crimine. La dura realtà del carcere e le sue leggi spietate lo forgeranno, trasformandolo in colui che tutti, con timore e rispetto, impareranno a chiamare Hurricane.
All'uscita dall'università del Quarto raggio, Hurricane vi porterà nei meandri della Milano delle grandi bande criminali. Bische clandestine, partite di eroina, rapimenti e giochi di potere fra i boss che tenevano la metropoli sotto scacco a colpi di calibro 9. Un'intricata indagine che Enrico Radeschi, giornalista di nera ed hacker, si troverà a dover affrontare in sella alla sua inseparabile Vespa gialla del '74. Un romanzo intenso che, ripercorrendo la trentennale storia criminale di Hurricane, in bilico fra la Bassa padana e la Milano nera di ieri e di oggi, fra omicidi e sparatorie che lo trasformeranno nel nemico pubblico numero uno, costringerà il cronista a mettersi in gioco fino a dover rischiare il tutto per tutto... Una storia mozzafiato, dal respiro internazionale; il noir criminale che mancava, e che fa tremare Milano.

Medici per i Diritti Umani (MEDU) presso la libreria MINIMUM FAX di Roma con una mostra

Medici per i Diritti Umani (MEDU) inaugura il 9 ottobre 2009 alle 19.00 presso la libreria MINIMUM FAX – Via della Lungaretta 90/e , Roma (Piazza Santa Maria in Trastevere) - la mostra fotografica “Missione Ecuador”. MEDU presenta l’intervento sanitario a favore delle popolazioni afrodiscendenti dell’area di Limones (Esmeraldas). Il progetto comprende 29 comunità che vivono nell’ecosistema delle mangrovie più alte del mondo sulla costa ecuadoriana in prossimità del confine con la Colombia. Le comunità sono dedite da secoli alla pesca artigianale e vedono minacciati il loro modo di vita e la loro salute da acute problematiche sociali, dalle conseguenze del conflitto armato in Colombia e dalla devastazione ambientale. Le foreste di mangrovia sono infatti oggi gravemente minacciate dall’indiscriminata espansione dell’industria di allevamento di gamberi di cui l’Ecuador è uno dei maggiori esportatori mondiali. La mostra fotografica racconta la vita quotidiana delle comunità e la loro strenua lotta per difendere la salute, l’ambiente e la dignità. “Proteggete la mangrovia !” ci hanno ordinato i nostri antenati “ essa è nostra madre, i nostri figli e l’aria che respiriamo, essa è il nostro alimento” anziano della comunità di Olmedo (Esmeraldas)La mostra sarà allestita fino al 23 ottobre. Orario: da domenica a giovedì 10.00/24.00, venerdì e sabato 10.00/1.00 – ingresso libero.
Il progetto è realizzato in collaborazione con: ARCI Comitato Territoriale di Firenze, Comune di Condove, Ministerio de Salud Pública del Ecuador e il contributo di: Comune di Avigliana, Comune di Roma, Istituto di Istruzione Superiore Statale di Oulx, Regione Piemonte, Regione Toscana

Alessandro Papetti al Palazzo Reale di Milano. La sua opera più ambiziosa. Intervento di Maria Beatrice Protino














Tre giganteschi tondi, in cui smarrire il proprio senso dell’orientamento: non ci sono indicazioni narrative, non un ordine cronologico. “Il ciclo del tempo”: questo il titolo dei tre grandi ambienti pittorici circolari del diametro interno di 8 metri ciascuno di Alessandro Papetti - realizzati dall’artista in più di un anno di lavoro - che affrontano tre tematiche differenti: l'acqua, il bosco, il vento. Il progetto è stato realizzato per superare la dimensione piatta della tela e parte dai lavori dedicati all’acqua sviluppati dall’artista fin dal 1998, con quadri incentrati sull'idea del bagno di notte e con le grandi piscine che ha esposto in numerose occasioni. La sua sfida è quella di dare sostanza fisica al liquido e di fornire un’immagine romantica e decadente dei soggetti attraverso un processo di spoliazione che rende le figure più fantasmi che presenze.
Essenziale anche l’introduzione del concetto del tempo e dello spazio: per Papetti è fondamentale il gioco dello starci dentro. Il pubblico deve entrare nel quadro e scegliere il suo punto di vista, decidere quando uscire attraversando una vera e propria soglia. Nel secondo cerchio, soprannominato quello del bosco, la pittura sfiora il linguaggio dell’astrazione. Il periodico succedersi dei tronchi degli alberi non poggia per terra, ma galleggia: la natura si fa insidiosa e disorienta.
Allo stesso modo, nel quadro ispirato al tema del vento tutto sembra evaporare e perdere peso e spessore: lo stesso gesto pittorico, con la sua vibrante forza dinamica e la sua carica di energia, diventa il vero protagonista dell'opera. Il vento che è invisibile, intangibile, che svuota o riempie, sembra attraversare il corpo della sola, unica e residuale presenza umana: come ispirare ed espirare.

giovedì 8 ottobre 2009

Fabio Mauri alla Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Monfalcone

Sabato 10 ottobre, presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone verrà inaugurata una personale dedicata ad un protagonista dell’arte contemporanea recentemente scomparso, Fabio Mauri. La rassegna, in parte concepita dall’artista stesso prima della sua morte per la Galleria Michela Rizzo di Venezia, trova il suo naturale proseguimento qui a Monfalcone; arricchita di altri lavori, diventa un doveroso omaggio ad un artista eminente che ci ha lasciati all’età di 83 anni questo 19 maggio. Fabio Mauri è uno dei maestri dell'avanguardia italiana del secondo dopoguerra. Vive a Bologna e a Milano fino al '57, poi si trasferisce a Roma. Nel 1942 fonda con Pier Paolo Pasolini la rivista Il Setaccio. Ha insegnato per 20 anni Estetica della sperimentazione all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila. È stato invitato alla Biennale di Venezia nel 1954, 1974, 1978, 1993 e 2003.
È stato un grande sperimentatore, un grande innovatore, sempre in anticipo sui tempi.
La prima personale di Mauri nel '55 alla Galleria Aureliana di Roma è presentata proprio dall'amico Pasolini. Alla fine del '57 realizza i primi “schermi”, la sua versione del monocromo: la ricerca dell'azzeramento impegna tutti gli artisti più avanzati in quel momento. Ma il monocromo di Mauri contiene già il discorso sul cinema. Lo schermo è la nuova vera “forma simbolica” del mondo e Mauri coglie questo fatto tempestivamente, immediatamente. La forma mentale dello schermo attraverserà tutta l'opera di Mauri. Nel 1964 sbarca alla Biennale di Venezia la Pop Art americana, arte simbolo di una società che non può essere quella italiana e europea, Mauri allora inizia a riflettere sulla specificità della cultura europea e la individua nell’ideologia. “Ho ripensato la mia biografia e ho pensato che avevo conosciuto una realtà storica forte, la guerra. Avevo rimosso come un grande incidente tutto questo dolore, l’ho riaffrontato”, dice l’artista. Nascono qui le perfomance degli anni ‘70 Che cosa è il fascismo, Ebrea, Gran Serata Futurista 1909 – 1939. Per l’artista il Futurismo diventa un grande, inesplorato deposito, un rimosso rinascimento italiano contemporaneo. La finzione è un ulteriore mezzo di complicità con gli spettatori nell’intento di ricreare una rete di sensazioni tra palcoscenico e pubblico. Come afferma l’artista stesso il suo “è un teatro che non è teatro”. Mauri diventa anche attore nella Medea di Pasolini, dove interpreta il Re Pelia. È l'unico film dell'amico a cui Mauri accetta di partecipare, in cambio ottiene la promessa dello scrittore e regista di prendere parte a una sua opera: alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, il 31 maggio 1975, pochi mesi prima della morte di Pierpaolo, Mauri gli proietta addosso Il Vangelo secondo Matteo in una storica performance. Come afferma Andrea Bruciati: “Fabio Mauri è stato forse l'unico artista italiano operante dalla seconda metà del novecento ad avere nel suo lavoro una dimensione antropologica, sociologica e politica oltre che estetica, che ha cioè espresso in forma e contenuto nuovi lo spirito del tempo del secolo passato”.
Installazioni, video, documenti, fotografie degli ultimi trent’anni si dispiegano nell’aula grande della Galleria di Monfalcone per un ri-allestimento suggestivo degli spazi dedicato ad un artista oramai considerato maestro per le giovani generazioni. Un autore pienamente eversivo e contemporaneo, che ha sperimentato molteplici linguaggi espressivi: dai disegni, ai dipinti a tempera e ad olio di matrice espressionista, ai collage, agli sconfinamenti extrapittorici e concettuali degli anni Sessanta e Settanta fino ad oggi, quali la performance ed il ready-made, il teatro, l'installazione, l'ambiente, gli scritti teorici La rassegna è stata resa possibile grazie alla collaborazione dell’Associazione Studio Fabio Mauri di Roma e al prezioso supporto della Galleria Michela Rizzo di Venezia.

GC. AC - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, piazza Cavour 44. Curatela Andrea Bruciati. Dal 10 ottobre al 1° novembre 2009. Orario da mercoledì a domenica 16.00/19.00.
Organizzatori: GC. AC - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, Galleria Michela Rizzo Venezia, Associazione Studio Fabio Mauri Roma

SUDAPEST di Irene Leo poet/bar 14.10- magazzino di poesia a cura di Mauro Marino (Besa editrice)

La scrittura ha un immenso potere che fa viaggiare nel tempo e nello spazio, ha la facoltà di rievocare mondi e infinti universi paralleli dove le storie si intrecciano, colmano vuoti, si ricostruiscono senza posa sino a creare quella che è una possibile versione dei fatti. Raccontare il Sud dopo Salvatore Toma, Claudia Ruggeri, Vittorio Bodini e Antonio Leonardo Verri, risulta impresa ardua dal momento che la riscrittura dei luoghi, di questi luoghi, di un Salento ormai mitico e spesso inutilmente mitizzato all’ombra di ulivi, del morso del ragno che estasi e ritmo produce più del volo di S. Giuseppe da Copertino, e del morboso barocco, terribile e obliquo, è affare che rientra nella possibilità. E una tra le tante chiavi di lettura più psichica che cosmica di questo “Sud del Sud del mondo”, risulta essere quella di Irene Leo, poetessa dal grande respiro e dall’immensa generosità nel ritmo e nella resa immaginifica della scrittura e del suo performare semantico. Conosco da tempo Irene Leo e ho sempre associato il suo incedere nel mondo dei versi come una speranza, che ha fame di vita, inappagabile, inavvertita nel trascorrere del Tempo che ormai di divora se stesso nello slegarsi dei fatti, delle cose, delle storie che narrano di amori, solitudini, e occasioni mancate. Un tempo che fa i conti con il precariato esistenziale, che è liquido e vischioso, immateriale abisso dell’incertezza senza alcun argine e margine, mappa di un mondo che nella deriva degli sradicamenti affettivi crede di essere nel giusto. Questo è Sudapest di Irene Leo edito dalla Besa editrice, e che poi parli di una storia d’amore o più nuances dell’Amore si capisce che è un pre/testo, l’anticamera di una pesante melanconia che accarezza il cuore e di lui si beffa, che fa sorridere in maniera amara e crea solo disillusione. “I giorni qui portano sulle nocche i calli e le ferite di civiltà deserte, cugine di un’era grande che rivedi negli occhi e nelle curve generose, vere opere d’arte oltre le architetture d’azzardo mesciate a terra e sudore. Sono ricco. Ho qui con me sacchi interi di dignità in foglie ed olive e mani consunte che urlano e gemono nelle ore del giorno. Le osservo, me le guardo, le nascondo” questo dice Rodolfo - maschera principe su un palco dove la vita viene recitata con amarezza e un senso di deriva fortissimo in questo Sudapest -presentandosi. Non è un poemetto, il ritmo è quello della prosa poetica non tanto selvaggia, ma costruita oltre l’essere un mestierante della parola. Chi si avvicina a questo lavoro deve essere avvertito: potremmo dire “hic locus terribilis est” proprio come all’ingresso della piccola chiesa di Rennes les Chateaux. Già perché il lavoro di Irene Leo ci fa capire come sacro e profano sono ancora in lotta nelle nostre vite e spesso la scelta non può chiudersi su un oggetto ben definito … perché perennemente in bilico

Irene Leo, classe 1980, ha “esordito” ufficialmente nel 2006 con “Canto Blues alla Deriva” (Besa editrice). E’ presente su “Tabula Rasa 05″, rivista di letteratura invisibile, nella sezione Poesia e su alcune antologie, tra cui “Verba Agrestia ” 2008, e “Il Segreto delle fragole” 2009, entrambe Lietocolle edizioni. Nel 2007 ha ricevuto dal teatro di musica e poesia “L’Arciliuto di Roma, il riconoscimento in “Kagolokatia”. Collabora con “Il Paese nuovo ” e cura un suo blog letterario: www.ireneleo.wordpress.com. Ha sempre preferito all’apparenza la sostanza della parola, e del dettaglio. Su tutto la Poesia, la scrittura, emblema di quel niente “Ca te inchie lu core”…

SUDAPEST di Irene Leo poet/bar 14.10- magazzino di poesia a cura di Mauro Marino
ISBN 978-88-497-0630-7, www.besaeditrice.it, 09 – 2009, Euro 5.00

mercoledì 7 ottobre 2009

Orfeo e il Poeta @ dIvERSI immoralia Arterìa Martines poesia reading

E' un recital incentrato sulla figura del poeta cantore. Qui però le due figure si sdoppiano e accanto all'Orfeo mitologico, summa di poesia, musica e retorica, si inserisce il moderno poeta che alla propria voce affianca l'uso del corpo, lingue diverse nella materia ma identiche nella sostanza. Orfeo è Mataro da Vergato che accompagna il proprio canto alla lyra (strumento da lui stesso progettato e fatto realizzare e quindi pezzo unico al Mondo), intrecciandosi poi ai moderni versi di Massimiliano Martines, attore e poeta, sulla scia di quanto tramandato dalla tradizione ellenica. Il gioco di contrasti e rimandi crea una partitura di grande intensità emotiva e sonora. Accanto al recupero fatto da Mataro da Vergato, nel corso di anni di studio, degli antichi inni ed epitaffi, e all'arrangiamento di moderne canzoni (da segnalare l'omaggio a Jacques Prévert de “Les Feuilles mortes”), si inseriscono i caustici testi, per la maggior parte inediti, di Martines, talvolta veri e propri monologhi teatrali.

Mataro da Vergato - Nasce a Vergato (Bologna) nella seconda metà del '900. Diplomato Maestro d'arte e poi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, fin dall'infanzia ha abbinato le arti del tempo (il teatro) e quelle dello spazio (le arti applicate). Negli anni '80, oltre a importanti collaborazioni teatrali a livello internazionale, collabora con vari artisti Italiani tra cui, dall'86 all'89, la poetessa Patrizia Vicinelli. Dal '90, pur continuando a lavorare con compagnie teatrali e a partecipare a film e video, inizia a interessarsi al computer appena nato"personal", che abbinato alla fotografia (passione sempre coltivata) dà vita a quella che chiamerà "Pittura Digitale". Nel '98 la prima personale digitale allo Studio Cristofori, con la mostra "L'Altra Eva-Virtual Trans". Ha fatto performances ed esposto in Italia e all'estero, partecipando a mostre importanti tra le quali quella del NUDO alla GAM di Bologna nel 2003. Nel 2005 esce Il volume a tiratura limitata "Digital Paint" che raccoglie 10 anni di lavoro, con il patrocinio della Galleria d'Arte Moderna di Bologna e l'introduzione di Peter Weiermair e Jonathan Turner. La Personale più recente allo Spazio Testoni La 2000 nel gennaio 2008, in concomitanza con Artefiera a Bologna, dove ha presentato i nuovi lavori digitali dal titolo "HOLY EROS" (catalogo Damiani). Si divide tra il performer citaredo e l'artista digitale. Vive e lavora in Italia e all'estero.

Massimiliano Martines - nasce a Galatina (Lecce), ma vive e opera a Bologna dal 1995. Ha lavorato come attore con alcuni gruppi della scena contemporanea (Teatro Valdoca, Teatrino Clandestino, ..), prima di fondare la compagnia dry_art e curare la regia di diversi spettacoli. All'attivo ha anche la partecipazione a film, medio e cortometraggi, nonché alcune esperienze nelle vesti di autore. "Anime infernali" è la sua terza opera di poesia, che segue a "Della sete dell'anello" (Manni ed.) con prefazione di Roberto Roversi e postfazione di Mariangela Gualtieri e "Ho scritto ti amo sullo specchio" (ed. Pendragon) - con una nota di Roberto Roversi e la prefazione dell'ex-Assessora alla Cultura della Provincia di Bologna Simona Lembi. Ha avuto segnalazioni e premi per narrativa e poesia. Suoi scritti e interventi critici sono pubblicati in riviste e antologie.

venerdì 9 ottobre 2009 h. 21.30 presso Arterìa, v. Broglio 1/E, Bologna, Italy

"Nevica e ho le prove. Cronache dal paese della cicuta" di Franco Arminio, Editori Laterza (Bari, 2009). Recensione di Nunzio Festa

Dopo “Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia”, la bellissima collana Contromano dell'editore Laterza, accoglie l'almeno altrettanto accattivante e ustionante “Nevica e ho le prove. Cronache del paese della cicuta”. Se con Vento forte Arminio entrava maggiormente nei paesi, ora Franco Arminio entra soprattutto nelle persone. Più che entrarci, però, ne esce. Per offrire, quindi, un momento significativo e insignificante. Una vita. Arminio, ancora una volta in veste di paesologo malato di malattia, garantisce alla normalità della desolazione che vive quotidianamente il diritto all'evocazione. In terre purtroppo rotte, dalla marginalità. La stessa marginalità che potrebbe salvare e già ha fatto salvezza. Nel paese della cicuta dove comunque anche, e nonostante i tanti problemi e difetti delle persone, un morto qualsiasi messo in affissione ha dignità senza pregiudizi. Il poeta Franco Arminio usa il linguaggio di sempre. A cavallo fra poesia e prosa. Con quella normale cura per la parola spontanea, polemica, preziosa. Arminio infila nel corpo dell'opera un narratore che sa sperimentare le lande di tutte quelle donne e uomini che affollano, spesso vergati dalla forza dell'invisibilità, quei paesi che sa. L'obiettivo dell'autore non è dichiarato. Ma è sempre lo stesso, dunque. Il racconto. Dell'epica normalità. Anche se questa volta non c'affacciamo troppo sopra i paesi eppure di nuovo ci stiamo in mezzo. Il volume, che l'autore ha lungamente tenuto in fase di gestazione, è costruito per avere un impianto che siano le narrazioni stesse. Dunque, il libro è diviso in sezioni. Grazie alle quali, per esempio, si può incontrare un Sivizia come un Rocco Menna. Oppure andando più avanti quelle miniature che sono nient'altro e niente di più di aforismi, ma con la particolarità nuovamente d'Arminio che è quella dei protagonisti dei tempi disegnati. L'effetto prodotto dalle miniature non è costante, la resa a volte lascia a desiderare. Però gli accenti e gli accenti, i toni e le tirate che poi sono più abbondantemente ripartite nel resto della modulazione danno ugualmente grazia dolorifica. Arminio, con questa nuova opera, si conferma quale narratore dei luoghi e delle psicologie, conoscitore del materiale che utilizza e divulgatore di quella prosa sensuale che ci tiene ogni volta agganciati alla carta. In virtù dei racconti non possiamo dimenticare cosa l'emarginazione produca nella gente. Quello che ancora ci dice Franco Arminio è che si deve osservare e conoscere. La sua maestria di scrittore ci permette di entrare vicende che appartengono all'umanità e a volte al sentiero imprevedibile della odierna disumanità.

martedì 6 ottobre 2009

Dell'eroico furore a cura di Michelangelo Zizzi e Stefano Delacroix al Grifone di Lecce

Mercoledì 7 Ottobre alle ore 18.00, presso la galleria “Il grifone” di Lecce, via Giuseppe Palmieri 20, “Fucine letterarie” guiderà i presenti al corso di scrittura creativa “Dell’eroico furore”, giunto con successo al terzo anno, attraverso la lettura di passi tratti da “il sesso”(ed.Lupo), ultima opera dello scrittore tarantino Stefano Delacroix, allievo dei precedenti corsi. Il poeta e scrittore Michelangelo Zizzi, conduttore dell’incontro, presenterà il programma principale di formazione, comprendente 11 incontri full immersion di 3 ore ciascuno, ed i secondari, incentrati sulle tecniche di comunicazione di massa. Il calendario verrà stabilito in accordo con i partecipanti e si snoderà tra i mesi di Ottobre, Novembre e Dicembre 2009.
Info: fucineletterarie@libero.it
Tel. 328.3292451, 340.2757171

COME UN CANE di Alex Crippa e Alberto Ponticelli ( Edizioni BD). Recensione di Mauro Gulma

Paulinho è un ragazzo nato e cresciuto nello squallore e nella miseria di una favela brasiliana. Trattato (come intitola l’opera scritta dal talentuoso Alex Crippa e illustrata magistralmente da Alberto Ponticelli) “come un cane”, Paulinho è costretto a divenire uomo, dopo che l’infanzia gli è stata letteralmente violentata dalla crudele realtà del suo luogo natale. Come ogni brasiliano, sogna anche lui fama e ricchezza, desidera divenire un calciatore, ma le strade che si trova costretto a percorrere a causa del suo carattere impulsivo e violento, lo portano verso una meta fatta di droga e delinquenza (forse la tipica alternativa di chi nasce nelle zone più degradate del Brasile). Negati i suoi sogni e perso ogni legame che lo trattiene al luogo natio, decide di dare un taglio all’attuale esistenza, intraprendendo un viaggio che lo porta lontano da quella situazione insana.
Il destino infine, gli offre un mezzo per dar sfogo alle proprie frustrazioni nel modo “migliore” che Paulinho avrebbe potuto trovare: la violenza. Diviene lottatore di vale tudo, un tipo di lotta che permette incontri quasi completamente privi di regole, sfogando così tutta la sua rabbia contro gli avversari e conquistando, grazie agli insegnamenti del suo allenatore Horacio, la cintura di campione in questo crudele sport. Horacio si trasforma quindi in una sorta di maestro di vita per Paulinho, dimostrandogli che bisogna combattere sempre, se si vuole sopravvivere a qualunque costo. Come un cane è una storia drammatica e soffocante, resa con il tratto pulito e completamente a colori di Ponticelli; la sua morale è che, se si hanno la forza e il coraggio di far fronte agli ostacoli e lottare per raggiungere un ideale, la vita può avere risvolti positivi anche per chi nasce, proprio malgrado, in un mondo di degrado e povertà.

Ghiaccio di Alessio Viola (Palomar) il 10 ottobre al Fondo Verri

Venerdì 9 e domenica 10 ottobre (ore 21.00 - ingresso gratuito) presso il Fondo Verri di Lecce in via S. Maria del Paradiso, proseguono gli appuntamenti de La Poesia nei jukebox, rassegna di musica e libri a cura di Coolclub in collaborazione con Officine Cantelmo, Fondo Verri, Libreria Ergot e Il Giardino delle Nuvole e con il Patrocinio della Provincia di Lecce, che rientra nell’ambito del progetto Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura promosso dal Centro per il libro del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Unione delle Province d’Italia e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Sabato 10 ottobre spazio alla presentazione del romanzo Ghiaccio di Alessio Viola, scrittore, editorialista del Corriere del Mezzogiorno. Ghiaccio edito da Palomar, è un romanzo generazionale, on the road tra la Puglia e l’Olanda. Intrecci tra terrorismo, amicizia e amore, è il secondo capitolo di una trilogia cominciata nel 2006 con Closin’time per le Edizioni della Libreria, Laterza. Neil Young, i Beatles, il rugby, inseguimenti alla Serpico, il testamento di Easy rider, Guccini, la lotta politica, la focaccia “nella carta color marrone” di S.Nicola, gli addii alla Bogart. Humor che disturba ma fa sorridere, sogno e disincanto, la coppia anni 70, chiusa o aperta, il femminismo e la crisi, le estenuanti sedute di autocoscienza e la necessità di dirsi tutto, “poi a settembre, il massacro”. Le cabine a gettoni, profumo di camomilla e fieno, alla ricerca di una donna occhi color pervinca, strappati dalla realtà della quotidianità, noia, tradimenti e matrimoni, l’orrore del succedersi di giorni tutti uguali. “Ce ne saranno di donne di quelle che sorridono senza parlare, che parlano senza chiedere, che chiedono senza togliere”. Classe ’52, barese d’adozione, è sposato e ha un figlio, cui dedica i suoi lavori. Sulla figura del padre Cesare, sarto ecclesiastico a Troia, in provincia di Foggia, scrive una delle pagine più apprezzate del suo precedente libro. Laureato in Filosofia, giornalista, editorialista del Corriere del Mezzogiorno, collabora alla Comunicazione del Ciasu. Componente della Presidenza nazionale dell’Associazione Italia-Cina, ha curato i rapporti economici ed istituzionali tra i due Paesi. Nel 1980 ha diretto il periodico “La voce del Mezzogiorno” della Provincia di Bari. Ha collaborato con Repubblica Bari, e alcune televisioni locali, tra cui Telebari e Antenna Sud. Correttore di bozze per Laterza dal ’78 all’80, ha insegnato Storia e Filosofia negli istituti di scuola media superiore

Net-Poetry Reading in Web Cam, a cura di Caterina Davinio













53. Biennale di Venezia – Eventi Collaterali 2009
Fondazione Mare Nostrum / MHO_Save the Poetry / A cura di Marco Nereo Rotelli


Presentano

Evento: Network Poetico / Net-Poetry Reading in Web Cam, a cura di Caterina Davinio
Dove: San Servolo (VE), Piazza Baden Powell
Quando: 9 Ottobre 2009
Orari: dalle 15:00 alle 15:30 (chiedere in loco, possono variare) e proiezione delle registrazioni nel pomeriggio.
Info: e-mail: davinio.art.electronics@gmail.com


Eventi audio/video di poesia e in connessione live

SINTESI:. L’artista e poeta digitale italiana Caterina Davinio il 9 ottobre realizzerà a San Servolo (VE) un video-reading poetico in web cam, con poeti e artisti dal mondo, i quali porteranno la propria testimonianza poetica in un evento partecipativo di comunicazione globale.

NOTE: La performance collettiva fa parte della 53ma Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia – Eventi Collaterali 2009 / Evento: MHO_Save The Poetry/NOTTE DI LUCE, promosso dalla Fondazione Mare Nostrum, a cura di Marco Nereo Rotelli.

Evento: 9 Ottobre 2009
Pubblicazione delle registrazioni on line: 9 ottobre – 22 Novembre

Artisti/Poeti coinvolti nel “Poetry reading in web cam”:
Caterina Davinio, in connessione con i poeti e gli artisti: Stefano Donno (Lecce, Italia), Vincenzo Bagnoli (Bologna, Italia), Ruth Lepson (USA), Phoebe Giannisi (Grecia), Obododimma Oha (Nigeria), Nicole Mauro (USA), Mirona Magearu (USA), Matteo Fantuzzi (Bologna, Italia), Massimo Mori (Firenze, Italia), Lamberto Pignotti (Roma, Italia), Italo Testa (Parigi, Francia), Gabriele Montagano (Napoli, Italia), Francesco Muzzioli (Roma,Italia), David Seaman (USA), Craig Saper (USA), Avi Rosen (Israel), Annamaria Ferramosca (Roma,Italia), Alfonso Siracusa (Siracusa, Italia), Cristina Vignocchi (Sant'Andrea Pelago / Modena, Italia), Joseph Young (UK), Liliana Ugolini (Firenze, Italia), Denis Belley (Canada), Philip Meersman (Olanda), Mariapia Quintavalla (Milano), Elif Sezen (Australia), Mario Lunetta (Roma, Italia).

Genere: arte/poesia contemporanea, net-art, digital art, poesia, avanguardia
Ingresso: libero

L’artista digitale italiana Caterina Davinio, pioniera dell’arte/poesia digitale italiana dal 1990, resa popolare nella comunità artistica internazionale da una serie di happening virtuali legati alla poesia, il 9 ottobre 2009 realizzerà a San Servolo un video-reading poetico in web cam con poeti e artisti dal mondo, nell’ambito del progetto di Marco Nereo Rotelli MHO_Save the Poetry/Notte di Luce. I poeti, tramite Skype e web Cam porteranno la propria testimonianza poetica in un evento di comunicazione: la parola poetica come momento individuale, ma anche identità dei popoli e respiro globale, grazie ai nuovi media e tecnologie della comunicazione.
Il progetto Network Poetico/Poetry Reading in Web cam si è protratto anche on line durante il mese di settembre 2009. Sono intervenuti (e interverranno nuovamente il 9 ottobre a San Servolo:
Stefano Donno (Lecce, Italia), Vincenzo Bagnoli (Bologna, Italia), Ruth Lepson (USA), Phoebe Giannisi (Grecia), Obododimma Oha (Nigeria), Nicole Mauro (USA), Mirona Magearu (USA), Matteo Fantuzzi (Bologna, Italia), Massimo Mori (Firenze, Italia), Lamberto Pignotti (Roma, Italia), Italo Testa (Parigi, Francia), Gabriele Montagano (Napoli, Italia), Francesco Muzzioli (Roma,Italia), David Seaman (USA), Craig Saper (USA), Avi Rosen (Israel), Annamaria Ferramosca (Roma,Italia), Alfonso Siracusa (Siracusa, Italia), Cristina Vignocchi (Sant'Andrea Pelago / Modena, Italia), Joseph Young (UK), Liliana Ugolini (Firenze, Italia), Denis Belley (Canada), Philip Meersman (Olanda), Mariapia Quintavalla (Milano), Elif Sezen (Australia), Mario Lunetta (Roma, Italia).


Dopo la navetta spaziale di poesia su Second Life, per celebrare il Centenario del Futurismo (5 giugno – 22 novembre 2009) , con “atterraggio” su SL delle poesie nel quarantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, “Net-Poetry Reading in Web Cam” si propone come luogo di aggregazione e di scambio, opportunità di confronto e di presenza per i poeti.
Nella “call for entries”, rivolta al network poetico internazionale, Caterina Davinio scrive che i poeti sono un po’ come alieni in terra e che la poesia è guardare da un punto di vista estremo, qualcosa da difendere in un mondo omologato, divenuto forse un pianeta da cui fuggire. Ma i poeti, benvenuti a bordo dell’astronave di poesia, ritornano per affermare il loro punto di vista contro l’annullamento di identità e differenze.

Sul tema delle identità culturali minacciate la Fondazione Mare Nostrum ha sviluppato negli anni altri progetti, tra cui Isola della Poesia, evento collaterale della Biennale di Venezia del 2005, a cura di Marco Nereo Rotelli, con un grande happening on line a cura della stessa Caterina Davinio (Isola Virtuale), che ha coinvolto 500 poeti da molti paesi. La collaborazione tra Rotelli e la Davinio risale, però, al 2001, anno in cui fu realizzato lo storico evento di poesia della 49ma Biennale di Venezia: Bunker Poetico, progetto speciale voluto da Harald Szeemann, cui parteciparono oltre mille poeti e artisti dal mondo.

Ecco tutti i link del Network Poetico (VIRTUAL Mercury House) a cura di Caterina Davinio, nell’ambito della 53.ma Biennale di Venezia – Eventi Collaterali MHO_Save the Poetry:

The First Poetry Shuttle Landing on Second Life
http://slurl.com/secondlife/Face%20North/163/50/22

Network Poetico –“Net-Poetry readings in Webcam” (line/off line, live) 9 ottobre 2009. Successivamente sarà possibile vedere alcune registrazioni sul canale YouTube: http://www.youtube.com/VirtualMercuryHouse

Virtual Mercury House / Welcome on Board. Happening virtuale nei giorni dell’inaugurazione della Biennale e raccolta di testi nel Libro degli ospiti della Poetry Space Shuttle, aperto alle adesioni on line fino al 22 novembre 2009. Il guest book è accessibile da Internet e da Second Life e contiene oltre 250 interventi poetici.
Proponi un tuo testo poetico
http://htmlgear.tripod.com/guest/control.guest?u=virtualmercuryhouse&i=1&a=view

Tra i poeti e gli artisti presenti sul sito con le loro poesie:
Francesco Dalessandro Italia
Luigi Di Ruscio Norvegia
Chiarlone Bruno Italia
Antonio Spagnuolo Italia
Chiara De Luca Italia
Fortuna Della Porta Italia
@Netwurker Australia
John Gian Italia
Pietro Barbera Italia
Faraòn Meteosès Italia
Marco Palladini Italia
Antonia Colasante Italia
Rod Summers/Vec Maastricht, The Netherlands
Ida Campagnola Italia
Doron Furman Tel Aviv, Israel
Wilton Azevedo Sao Paulo Brazil
Ted Warnell Medicine Hat Canada
Eugenio Lucrezi Italia
Enrico Tavernini Italia
Ilaria Drago Italia
Franco Piri Focardi Italia
Anat Elberg New York, Ny
Mario Vassalle New York ,Usa
G.H. Hovagimyan New York, Usa
Geraldo De Joachima Neuva York, Etats Unidas
Irving Weiss Dix Hills, Ny Eua
Gabriella Di Trani Italia
Ben Brack Maastricht, Holland
Matteo Fantuzzi Italia
Alckmar Santos Silveiras - Sp/Brasil
Sitalo Nove Italia
Luisella Carretta Italia
Laura Mautone Italia
Sergio Sarritzu Italia
Stefano Donno Italia
Miekal And Dreamtime Village, Usa
Rosetta Berardi Italia
Linda Mavian Italia
Paolo Arceri Italia
Luc Fierens Belgium
Massimo Mori Italia
Alfonso Lentini Italia
Elda Torres Italia
Holly Crawford Nyc/Usa
Gustavo Sànchez-Velandia Paris/France
John M. Bennett Columbus, Ohio, Usa
Massimo Zanasi - Arka (H.C.E.) Italia
Eric Dubois Joinville Le Pont/France
Reid Wood Oberlin, Ohio, Usa
Javier Robledo Argentina
Pete Spence Australia
Karissa Lang Chicago/Usa
Randy Adams Nanaimo, Canada
Lucas Farrell Middlebury, Vermont, Usa
Adrian Arias (Peru) San Francisco Us
Gigi Zoppello Italia
Caterina Davinio Italia
Italo Testa Italia
Giovanni Fontana Italia
Lorenzo Mazza Italia
Tomaso Binga Italia
Keith A. Buchholz St. Louis, Missouri, U.S.A.
Sara Maino Italia
Mud Scab Usa
Vermeulen Guido Belgium
Radoslav B. Chugaly Odzaci / Serbia
Djazairia Lamia Rue Emir Khaled Ain-Defa 44000 Algérie
María Jimena Pintos Montevideo/Uruguay
Klaus Peter Dencker Germany
Pedro Juan Lopez Caracas, Venezuela
Maria Grazia Calandrone Italia
Lamberto Caravita Italia
Reynolds Brooklyn, Ny Usa
Paul Murphy Ireland
Piotr Osuszkiewicz Brussels/Belgium
Juan Jose Díaz Infante Mexico
Margherita Levo Rosenberg Italia
Anna Boschi Italia
Giovanni And Renata Strada Da Italia
Robitah Nawawi Malaysia
Richard Piegza Paris France
Vincent Gregory Switzerland
Carmela Corsitto Italia
Maria Grazia Galatà Italia
Robert Van Saane Netherlands
Alberto Mori Italia
Armando Tinnirello Italia
Pascale Gustin Paris, France
Ricci Rossella Italia
Ignacio Pérez Pérez Venezuela
Alessio Liberati Italia
Aidana Rico Caracas
Allan Revich Toronto, Canada
Angela Ibañez Zaragoza/España
Mario Lunetta Italia
Vincenzo Bagnoli Italia
Lamberto Pignotti Italia
Lello Masucci Italia
Francesco Muzzioli Italia
Cecil Touchon Fort Worth, Texas Usa
Bruno Santos Coimbra // Portugal
Emanuela Santoro Italia
Daniel Daligand Levallois – France
Aristotelis Triantis Karditsa Greece
Joe Murray Kansas/Usa
Gilbertto Prado São Paulo – Brazil
Tony Green North Shore City, New Zealand
Nathalie Ranc France
Flavia Fernandes Florianopolis,Brasil
Thomas Nicolai Germany
Claudio Grandinetti Italia
Carla Della Beffa Milano/Italia
Maria Grazia Martina Italia
Don Boyd Mt. Vernon/Ohio/Usa
Mariapia Quintavalla Italia
Sanda Nedic Italia
Marija Nikola Vauda Pilipovic Manik Serbia
Jean-Pierre Balpe Paris France
Demosthenes Agrafiotis Greece
Eugenia Serafini Italia
Sérgio Monteiro De Almeida Curitiba/Brazil


E altri, di cui potrete leggere le poesie/text art partendo da questo link: Leggi le poesie. Partecipa all'evento online / Submit http://htmlgear.tripod.com/guest/control.guest?u=virtualmercuryhouse&i=1&a=sign

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lunedì 5 ottobre 2009

La rivolta dello stile a cura di Ted Polhemus e Pierfrancesco Pacoda al Fondo Verri

Venerdì 9 e domenica 10 ottobre (ore 21.00 - ingresso gratuito) presso il Fondo Verri di Lecce in via S. Maria del Paradiso, proseguono gli appuntamenti de La Poesia nei jukebox, rassegna di musica e libri a cura di Coolclub in collaborazione con Officine Cantelmo, Fondo Verri, Libreria Ergot e Il Giardino delle Nuvole e con il Patrocinio della Provincia di Lecce, che rientra nell’ambito del progetto Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura promosso dal Centro per il libro del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Unione delle Province d’Italia e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. La poesia nei jukebox si propone di tracciare un percorso nella storia della musica attraverso la voce degli autori, la ricerca musicale, i romanzi che trasudano musica, il costume e lo stile che la musica ha marchiato, e anche attraverso la musica stessa e le canzoni. Sette incontri capaci di spaziare tra generi (letterari e musicali), con l’intento di raccontare il secolo appena trascorso e quello appena cominciato proprio attraverso la musica e le parole. Venerdì 9 ottobre un interessante cambio di prospettiva sulla musica e sulle sue influenze con la presentazione del libro “La rivolta dello stile” che il giornalista Pierfrancesco Pacoda ha scritto con il sociologo e antropologo Ted Polhemus. A seguire dj set di Popolous. La musica è il linguaggio per eccellenza delle culture giovanili. Espressione di un confuso supermarket dello stile, definisce oggi i confini, sottili, delle comunità, e ha sostituito così l’appartenenza a un’etnia basata sulle radici e la tradizione. Fenomeno sempre più al centro della cultura delle metropoli, dove i ragazzi fondano la loro identità proprio sui suoni nei quali si riflettono. Quegli stessi suoni che non si limitano più a essere canzoni, ma generano linguaggio, abbigliamento, consumi. Quello, insomma, che viene definito “stile di vita”. Questo libro è una guida alle modificazioni che solcano i codici del lifestyle e della società, ricostruendo una geografia fatta di luoghi, club, stelle del rock e dj di successo che, inconsapevolmente, hanno messo in relazione la strada e i consumi, l’underground e l’alta moda, sovrapponendo frammenti di una ribellione che passa dal rock’n’roll a Malcolm X, da Vivienne Westwood ai chicanos che ballano nei club latin only di New York. Se Ted Polhemus racconta la nascita di una rivoluzione che, attraverso i grandi protagonisti della musica bianca e nera, ha contribuito a cambiare il volto dell’America e dell’Europa, Piefrancesco Pacoda (che sarà ospite dell’incontro insieme all’operatore culturale e giornalista Mauro Marino) raccoglie il testimone, e fa parlare il presente attraverso le voci dei protagonisti della scena musicale, portandoci nei locali, da Londra a New York a Goa passando per Berlino, lasciando che a spiegarci cos’è un club sia chi ne costruisce l’immagine e la vita ogni notte. Pierfrancesco Pacoda, critico musicale e saggista, si occupa di stili di vita e culture giovanili. Tra i suoi libri: Potere alla parola e Sulle rotte del rave (Feltrinelli), Hip hop Italiano e Io, DJ (Einaudi). Collabora con “Il Resto del Carlino”, “L’Espresso”, “Hot Magazine” . Ted Polhemus è sociologo, antropologo, figura di riferimento nello studio delle culture giovanili. Ha curato la mo-stra Streetstyle al Victoria and Albert Mu-seum di Londra. Tra i suoi libri Fashion&Anti-Fashion, Diesel / World Wide Wear

Amedeo Anelli, "Alla rovescia del mondo. Introduzione alla poesia di Guido Oldani" (LietoColle). Recensione di Silla Hicks

La mia ignoranza, non conoscenza della vita e del mondo nuda di qualsiasi autocompiacimento (il mito del buon selvaggio è una cazzata, da quello che non si sa non nasce mai niente di buono) è anche mancanza di idonei strumenti culturali a decodificare buona parte della produzione artistica che mi circonda. Voglio dire: esistono cose davanti alle quali ci si può accostare comunque, a prescindere dalle basi che uno ha, se passi due ore in un cinema Cronemberg o Herzog o Lumet o Kurosawa ti parlano, e capirai di più o di meno, ma capirai, comunque, uscirai e terrai tra le braccia qualcosa, fossero anche lacrime o rabbia cui non sai dare un nome. E lo stesso vale per alcuni libri, puoi immergerti fino a raccogliere la sabbia sul fondo o guardarlo dalla superficie attraverso una maschera da 2 soldi, ma se sono buoni ti perseguiteranno, per un pezzo o per la vita, fioriranno di domande e di risposte e ti scoprirai diverso, altro prima e dopo “loro”.
Non è così, e mi spiace, per la poesia. Oggi pomeriggio sostenevo accanitamente che fosse uno scandalo il mancato spazio che ha nell’editoria e sugli scaffali, e stasera mi ritrovo con in mano un libro che mi lascia fuori, né più né meno come quelli di algebra che mia sorella ha accatastato qui, sul tavolo della sua cucina, fitti di annotazioni incomprensibili, cancelli chiusi dietro cui non vale implorare. I suoi teoremi – a margine di alcuni è scritto “caso banale” – semplicemente per me non hanno senso, come lo spagnolo e il baseball e tutti i riferimenti che inzuppano queste pagine, ancor più che non sono riportati i versi che commentano, e che magari mi avrebbero parlato, Sylvia Plath, e Auden ci sono riusciti, e anche Ungaretti, Saba, e alcuni Haiku, abbastanza democratici per rivolgere la parola anche a un illetterato camionista, cani feroci che si sono fatti accarezzare. Ed è un peccato, perché c’è scritto introduzione alla poesia di Guido Oldani, nel sottotitolo, e un’introduzione dovrebbe avvicinare, non ringhiarti contro: invece è un rompicapo per iniziati, che non ammette chi non ha lauree e dottorati e un background che gli consenta di capire (che il campo si chiama diamante, che quelle mattonelle sono le basi, che c’è uno che lancia una palla e uno che deve colpirla con una mazza e viene eliminato se la manca 3 volte, etc. etc.). Peccato, perché i pochi versi riportati mi tagliano in due, anche se non ci vedo collegamenti con Dante, Petrarca e Pavese : perché uno che parla d’amore come fa Oldani in “A quattr’occhi” sintetizza il destino di tutti, dai sogni avventurosi di quando eri bambino al letto in fiamme di cui canta Blixa Bargeld in cui ti addormenti naufrago, se c’è qualcuno che può e vuole stringerti. Straordinario Oldani, nell’intuire che davvero il nocciolo di tutto (vita/mondo/sentimenti) sia irraggiungibile con le parole, che possono solo metterci sulla strada e al contempo sono zavorra, ci ostacolano, come quando guardi una donna e quello che provi in quel momento è troppo grande perché tu possa contenerlo, e qualsiasi cosa tu dica non può tirare fuori in tempo ciò che ti fa esplodere il torace, larva che si nutre distruggendoti: solo la scena dell’alveare di Aliens, i coloni nei bozzoli cui Vasquez pietosamente spara, può dare l’idea di che sia, l’amore. Straordinario Oldani, che accetta i limiti della scrittura eppure si spinge oltre le sue colonne d’Ercole e ne scardina le regole, la sintassi che padroneggia al punto di farne a meno, di riscriverne una sua, che ha le parole composte del mio tedesco e i suoi costrutti tratti dal latino, come se non bastasse il resto a colpirmi al cuore. Cazzo, leggetelo: leggetelo e mi arriverà addosso come un treno, e vaffanculo se – come me – non avete finito le superiori. Perché è uno che parla del nostro tempo, delle nostre storie, inclusa la ruffianeria dei leccaculi (“Le sedie) e non rimpiange i riti barbari del passato, no, solo li riconosce edulcorati nel presente (“Il brodo”), è uno che si protegge dalla disperazione con l’ironia, come i più grandi, come Pirandello, eppure che vede con gli occhi aperti, sempre, tutto: il guiccirdinismo italico (“La pace”) e persino il placebo della religione, pur senza mai mettere di credere davvero in un dio che sia più di una “betoniera”. Cazzo, leggetelo: leggetelo e vi lascerà quello che potete prendere, il che sarà comunque abbastanza. Mi correggo: la poesia non è diversa dai film o dai libri, se è buona è buona, e fa male uguale. Perché fa sempre male uscire dall’ignoranza, fa sempre male crescere, capire. Certo, di questo libro qui mi restano oscure molte parti (ci sono persino note in cirillico) ed è un peccato. Però, adesso. Oldani so che esiste, e alcune sue parole mi restano, altro asfalto della mia personale autostrada, lui sta lì dentro di me, da qualche parte, omaccione che ride di sé stesso e rivendica la sua libertà che lo fa leggero divenire mentre, scarabeo, appallottola la bruttura del mondo perché ne venga fuori qualcosa (“Autoritratto”). Tenendo per mano Kureishi e Roth e Palaniuk e Kurosawa e Ferrara e Cronemberg e gli altri, tutti quelli che ho incontrato in una pagina o un fotogramma, tutti quelli che mi hanno fatto ridere e piangere e trovare il cazzo di coraggio di cercare un senso, com’è destino di qualsiasi uomo.

GRAZIE OLDANI - ALLA ROVESCIA DEL MONDO DI AMEDEO ANELLI letto da Silla Hicks

domenica 4 ottobre 2009

STANZE di Michele D'Aloisio_NUfactory 09/10_INSIDE ART

La scelta di NUfactory di aprire la stagione espositiva del Teatro Palladium con una personale di Michele D’Aloisio non è del tutto casuale. La volontà di rendere questo spazio espositivo un vero punto di riferimento per i giovani artisti che meritano un’adeguata visibilità ci porta ad accogliere le opere di questo artista. Michele D’Aloisio meritava di aprire la nuova stagione con questa personale per diversi motivi: per la sua maestria tecnica, per il suo rapportarsi libero ma rispettoso di una tradizione accademica alla quale deve la sua conoscenza profonda delle forme nonché per la sua capacità di variare il modello compositivo delle sue opere in un continuo confronto tra la dimensione narrativa e quella emotiva. Le opere selezionate per questa mostra offrono un ampio panorama della sua produzione grafica e pittorica degli ultimi anni, ma tra tutte ci piace sottolineare la presenza dei disegni e delle tavole, in parte inedite, per il fumetto OPUS, realizzato a partire da una sceneggiatura di Marcello D’Angelo. Michele D’Aloisio riesce infatti a restituire proprio quelle atmosfere introspettive che hanno contribuito a far conoscere D’Angelo sulle pagine di Alter Alter o di Corto Maltese, all’epoca in cui lo sceneggiatore collaborava con Andrea Pazienza.

STANZE di Michele D'Aloisio_NUfactory 09/10_INSIDE ART sabato 3 ottobre 2009 h. 18.00 al PALLADIUM di piazza Bartolomeo Romano a Roma

Da Via Etere di Paolo Lunghi (Ibiskos-Ulivieri) al RadioLibro

Un progetto innovativo creato con l’obiettivo di offrire nuove metodologie d’utilizzo della cultura, orientato ad aprire nuovi spazi nel mondo della comunicazione e nato soprattutto con la volontà di offrire, grazie alle nuove tecnologie digitali, una maggiore fruibilità del libro tradizionale, integrandolo con nuove forme di utilizzo dell’opera letteraria, come la possibilità di ascoltarlo in auto e in casa, offrire nuove occasioni ai giovani grazie all’utilizzo dell’mp3, supporti in CD e la rete internet come strumento primario di distribuzione e non sottovalutando l’opportunità che si crea per i portatori di handicap spesso impossibilitati a “leggere” opere non tradotte in braille.
Nasce anche per offrire nuove forme d’espressione artistica integrando l’aspetto letterario dell’opera alla straordinaria capacità interpretativa dei nostri attori e artisti, mettendo la Radio come strumento primario d’interazione e integrazione artistica e comunicativa. Dal libro “Via Etere –Trent’anni di Radio Libere” di Paolo Lunghi, edito da Ibiskos-Ulivieri, nasce l’audiolibro, “il RadioLibro” un libro da ascoltare, un doppio CD realizzato grazie alla partecipazione di grandi nomi del mondo della Radio, dello spettacolo e del giornalismo, una bella storia italiana, letta ed interpretata dai protagonisti dei nostri giorni, con la forza delle diversità interpretative, espressive e caratteriali, un viaggio nel mondo della radio, com’era e come sarà. Un doppio CD nato come progetto No Profit per l’AVIS con l’obiettivo di sensibilizzare ed incrementare la donazione del sangue, quindi editore, produttore, autore, grafici, fonici, fotografi, doppiatori, artisti, giornalisti, attori, in pratica tutti i soggetti coinvolti nel progetto hanno offerto la propria collaborazione e disponibilità in modo completamente gratuito senza né gettoni presenza né rimborso spese, contribuendo così alla realizzazione del progetto. Grazie alla collaborazione con la REA Radiotelevisioni Europee Associate e Assoartisti/Confesercenti, e ad un gran numero di personaggi, alla loro professionalità e disponibilità è stato possibile realizzare Via Etere, il RadioLibro, grazie a: Andrea Agresti, Ferdinando Avarino, Don Backy, Max Baldino, Dario Ballantini, Teo Bellia, Andrea Buscemi, Giovanni Carta, Paolo Cavallone, David Del Bufalo, Antonio Diomede, Margherita Fumero, Awana Gana, Guido Genovesi, Niki Giustini, Jocelyn Hattab, Riccardo Heinen, Rossella Iallorenzi, Marco Degl’Innocenti, Philippe Leroy, Franco Ligas, Marco Liorni, Anna Longo, Marco Mailer, Alessandro Masti, Maurizio Melita, Cristiano Militello, Ryan Paris, Tiziana Rivale, Sergio Sironi, Betty Senatore, Tullio Solenghi, Tana de Zulueta, grazie a Marco Lastri per la regia.Via Etere, analizza il settore radiofonico partendo proprio dalle piccole realtà di provincia, da quei progetti apparentemente inutili di piccoli ragazzi, di nomi ignoti che non “saranno famosi”, ma che grazie al loro intuito hanno modificato la storia d’Italia, dando vita negli anni ‘70 al fenomeno delle Radio libere.
Affronta l’argomento non solo da un punto di vista tecnico e giuridico, ma soprattutto da un profilo umano e se vogliamo sentimentale, in quanto la Radio è stata, non solo un apparecchio frutto della tecnologia, ma la leva e allo stesso tempo lo specchio di un fondamentale sviluppo dell’informazione, pilotando il passaggio all’età della libera informazione del cittadino e dal cittadino, il primo vero progetto di interattività nei processi informativi e comunicativi “on demand”, vuol essere un contributo per i più giovani che operano o vogliono “fare Radio”, anche in futuro grazie alle nuove tecnologie ed internet.
Sottolinea quello che la Radio ha rappresentato per i giovani, come creatrice di tendenze, come punto di riferimento, quello che ha rappresentato per il mercato discografico e per tutti quegli artisti anche di nicchia che sperimentavano nuovi progetti musicali, modificando per sempre la comunicazione tra individui, ed è stata un vero “Etere” in tutti i sensi per coloro che hanno vissuto a trecentosessanta gradi quell’esperienza.

Da Via Etere al RadioLibro. Un cast straordinario per un progetto importante.
La 5° edizione del libro “Via Etere” di Paolo Lunghi in audio

PRIMA EDIZIONE PREMIO “POESIA PURA”



















1)
E’ indetta la prima edizione del premio Poesia Pura, aperto a tutti gli autori italiani e stranieri che abbiano compiuto diciotto anni di età. Si partecipa con una sola poesia a tema libero in lingua italiana, edita o inedita, non superiore a 50 versi.
2) Il presidente di giuria è Paolo Ruffilli, poeta, critico letterario, direttore editoriale de le edizioni del leone. Riconosciuto come una delle punte della poesia italiana contemporanea, è stato membro di giuria dei premi nazionali più prestigiosi come il Premio Camaiore. Fa parte dell’elenco dei giurati del Premio Strega.
3) Le opere devono essere inviate a mezzo posta elettronica come allegato word entro il 31/12/2009, al seguente indirizzo: premiopoesiapura@email.it. Occorre inoltre specificare, all’interno dello stesso file, dati anagrafici, indirizzo postale completo, recapito email, titolo dell’opera.
4) La quota di partecipazione è fissata in € 10,00 da inviare tramite ricarica postepay carta N° 4023 6005 6085 5522 intestata a Giulio Marchetti. E’ possibile effettuare la ricarica postepay in tutti gli uffici postali e in tutte le ricevitorie SISAL. In alternativa è possibile effettuare un versamento sul CC. bancario intestato a Giulio Marchetti, codice IBAN IT 48 S 03002 05138 000400236294. L’iscrizione diverrà effettiva all’accertamento della ricarica postepay o del versamento bancario. Per velocizzare l’operazione, si consiglia di allegare la ricevuta di pagamento.
5) L’esito del premio verrà comunicato a mezzo internet. Gli autori premiati saranno avvisati personalmente. Il Premio non prevede una serata di premiazione pubblica. I vincitori riceveranno i premi direttamente al loro domicilio.
6) Al primo classificato verrà assegnato un quadro d’autore del valore di € 300,00.
Gli autori segnalati riceveranno un diploma di merito.
7) La Giuria del premio è composta da poeti e critici il cui nome sarà reso noto contestualmente alla pubblicazione dei risultati.
8) Il giudizio della giuria è insindacabile.
9) Con la partecipazione al Premio, l’autore autorizza la Segreteria del Premio al trattamento dei dati personali come previsto dalle norme di legge vigenti.
10) La partecipazione al Premio comporta l’accettazione integrale del presente Regolamento. La non osservanza anche di un solo punto del presente regolamento implica l’impossibilità di partecipare al Premio senza che la Segreteria sia obbligata a darne comunicazione.

sabato 3 ottobre 2009

I superdotati (ad est dell'equatore ed.) alla Feltrinelli di Napoli

13 delle penne piu’ vivaci e di qualità del panorama narrativo italiano, senza farsi mancare un paio di esordienti dal sicuro avvenire: Abate, Brun, Caria, Cretella, Deiana, de Giovanni, del Giudice, Morganti, Petrella, Pingitore, Santoni, Scarpati, Vaccari. Questi 13 autori sono stati incaricati di scrivere di 13 improbabili supereroi che si celano sotto mentite spoglie nella vita di tutti i giorni, in una ideale città dal sapore di Sin City, dove scorazzare e farne di tutti i colori.
Questi Superdotati hanno qualità uniche (per fortuna) che spaziano da talento in talento, rimpinzando un corpus narrativo completo di voci comiche e grottesche, che sanno essere serie, puntute in alcuni punti e clamorosamente divertenti in altri, mischiando il sacro e il profano, il porno e il calcio, la magia e la musica rock. Così non sarà anormale incontrare per le strade della loro città un ricettatore di nome Mago Merlino e il suo curioso amico (campione di sputi) Carmine o’ pazzo, o incappare in una lettera scritta da un gerarca nazista di nome Adolf. Con queste, altre diavolerie ad animare una raccolta di racconti veramente preziosa, che vi farà ridere e riflettere su quale sia, in fin dei conti, il vostro talento nascosto. Perché, se c’è una cosa che “I Superdotati” ci insegna, è che tutti, nessuno escluso, possiedono una particolare abilità che il mondo gli invidia.
E, come disse l’Uomo Ragno: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.
Chissà cosa direbbe dunque Spider Man se leggesse questi racconti. Probabilmente reclamerebbe un posto in un eventuale sequel, sbraitando contro l’uso maldestro che i protagonisti dei racconti fanno dei loro poteri. La domanda sorge spontanea: meglio un giorno da Superdotato o cento da Viagra?

Mario Gelardi e Marco Lombardi presentano l’antologia I superdotati, pubblicata dalla neonata casa editrice napoletana Ad est dell’equatore. Tra gli autori intervengono Riccardo Brun, Maurizio de Giovanni, Antonella Del Giudice, Davide Morganti, Luigi Pingitore e Daniele Scarpati.

I superdotati (Ad est dell'equatore ed.), mercoledì 7 ottobre 2009, h. 18.00, alla Feltrinelli di via S. Tommaso D'Aquino, 70/76 a Napoli

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