Dopo “Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia”, la bellissima collana Contromano dell'editore Laterza, accoglie l'almeno altrettanto accattivante e ustionante “Nevica e ho le prove. Cronache del paese della cicuta”. Se con Vento forte Arminio entrava maggiormente nei paesi, ora Franco Arminio entra soprattutto nelle persone. Più che entrarci, però, ne esce. Per offrire, quindi, un momento significativo e insignificante. Una vita. Arminio, ancora una volta in veste di paesologo malato di malattia, garantisce alla normalità della desolazione che vive quotidianamente il diritto all'evocazione. In terre purtroppo rotte, dalla marginalità. La stessa marginalità che potrebbe salvare e già ha fatto salvezza. Nel paese della cicuta dove comunque anche, e nonostante i tanti problemi e difetti delle persone, un morto qualsiasi messo in affissione ha dignità senza pregiudizi. Il poeta Franco Arminio usa il linguaggio di sempre. A cavallo fra poesia e prosa. Con quella normale cura per la parola spontanea, polemica, preziosa. Arminio infila nel corpo dell'opera un narratore che sa sperimentare le lande di tutte quelle donne e uomini che affollano, spesso vergati dalla forza dell'invisibilità, quei paesi che sa. L'obiettivo dell'autore non è dichiarato. Ma è sempre lo stesso, dunque. Il racconto. Dell'epica normalità. Anche se questa volta non c'affacciamo troppo sopra i paesi eppure di nuovo ci stiamo in mezzo. Il volume, che l'autore ha lungamente tenuto in fase di gestazione, è costruito per avere un impianto che siano le narrazioni stesse. Dunque, il libro è diviso in sezioni. Grazie alle quali, per esempio, si può incontrare un Sivizia come un Rocco Menna. Oppure andando più avanti quelle miniature che sono nient'altro e niente di più di aforismi, ma con la particolarità nuovamente d'Arminio che è quella dei protagonisti dei tempi disegnati. L'effetto prodotto dalle miniature non è costante, la resa a volte lascia a desiderare. Però gli accenti e gli accenti, i toni e le tirate che poi sono più abbondantemente ripartite nel resto della modulazione danno ugualmente grazia dolorifica. Arminio, con questa nuova opera, si conferma quale narratore dei luoghi e delle psicologie, conoscitore del materiale che utilizza e divulgatore di quella prosa sensuale che ci tiene ogni volta agganciati alla carta. In virtù dei racconti non possiamo dimenticare cosa l'emarginazione produca nella gente. Quello che ancora ci dice Franco Arminio è che si deve osservare e conoscere. La sua maestria di scrittore ci permette di entrare vicende che appartengono all'umanità e a volte al sentiero imprevedibile della odierna disumanità.
In qualità di affiliato Macrolibrarsi | eCommerce n°1 in Italia per il benessere di corpo e spirito io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As a Macrolibrarsi affiliate | #1 eCommerce in Italy for the well-being of body and spirit / In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases
Cerca nel blog
Please ... S'il vous plaît ... Por favor ... Bitte ... Por favor ... 请 ... お願いします ... Пожалуйста
Click on the images of the posts published on this site // Cliquez sur les images des publications publiées sur ce site // Klicken Sie auf die Bilder der Beiträge, die auf dieser Seite veröffentlicht wurden // Hagan clic en las imágenes de las publicaciones publicadas en este sitio // Clique nas imagens das postagens publicadas neste site // 点击本网站上发布的帖子图片。// このサイトに掲載されている投稿の画像をクリックしてください。// Нажмите на изображения постов, опубликованных на этом сайте
mercoledì 7 ottobre 2009
"Nevica e ho le prove. Cronache dal paese della cicuta" di Franco Arminio, Editori Laterza (Bari, 2009). Recensione di Nunzio Festa
Dopo “Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia”, la bellissima collana Contromano dell'editore Laterza, accoglie l'almeno altrettanto accattivante e ustionante “Nevica e ho le prove. Cronache del paese della cicuta”. Se con Vento forte Arminio entrava maggiormente nei paesi, ora Franco Arminio entra soprattutto nelle persone. Più che entrarci, però, ne esce. Per offrire, quindi, un momento significativo e insignificante. Una vita. Arminio, ancora una volta in veste di paesologo malato di malattia, garantisce alla normalità della desolazione che vive quotidianamente il diritto all'evocazione. In terre purtroppo rotte, dalla marginalità. La stessa marginalità che potrebbe salvare e già ha fatto salvezza. Nel paese della cicuta dove comunque anche, e nonostante i tanti problemi e difetti delle persone, un morto qualsiasi messo in affissione ha dignità senza pregiudizi. Il poeta Franco Arminio usa il linguaggio di sempre. A cavallo fra poesia e prosa. Con quella normale cura per la parola spontanea, polemica, preziosa. Arminio infila nel corpo dell'opera un narratore che sa sperimentare le lande di tutte quelle donne e uomini che affollano, spesso vergati dalla forza dell'invisibilità, quei paesi che sa. L'obiettivo dell'autore non è dichiarato. Ma è sempre lo stesso, dunque. Il racconto. Dell'epica normalità. Anche se questa volta non c'affacciamo troppo sopra i paesi eppure di nuovo ci stiamo in mezzo. Il volume, che l'autore ha lungamente tenuto in fase di gestazione, è costruito per avere un impianto che siano le narrazioni stesse. Dunque, il libro è diviso in sezioni. Grazie alle quali, per esempio, si può incontrare un Sivizia come un Rocco Menna. Oppure andando più avanti quelle miniature che sono nient'altro e niente di più di aforismi, ma con la particolarità nuovamente d'Arminio che è quella dei protagonisti dei tempi disegnati. L'effetto prodotto dalle miniature non è costante, la resa a volte lascia a desiderare. Però gli accenti e gli accenti, i toni e le tirate che poi sono più abbondantemente ripartite nel resto della modulazione danno ugualmente grazia dolorifica. Arminio, con questa nuova opera, si conferma quale narratore dei luoghi e delle psicologie, conoscitore del materiale che utilizza e divulgatore di quella prosa sensuale che ci tiene ogni volta agganciati alla carta. In virtù dei racconti non possiamo dimenticare cosa l'emarginazione produca nella gente. Quello che ancora ci dice Franco Arminio è che si deve osservare e conoscere. La sua maestria di scrittore ci permette di entrare vicende che appartengono all'umanità e a volte al sentiero imprevedibile della odierna disumanità.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ITALIA (ITALY)
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà
Cerca nel blog
Posticini carini. Libro da colorare per tutte le età (Gli originali Coco Wyo) di Coco Wyo
I libri da colorare bestseller che hanno conquistato il mondo. Gli unici, originali e inimitabili. Entra nel mondo colorato di Coco Wyo e ...
-
VIII Edizione de Le mani e l'ascolto a cura di Mauro Marino e Piero Rapanà Fondo Verri, via S. Maria del Paradiso 8, Lecce Show case di ...
-
FABRIZIO Vedremo altri soli domani, o giù nella stiva sono questi i migliori. Ditemi allora chi scoprire chi ignorare di nuovo, quale faccia...
-
E' la prima volta che Francesco Baccini si racconta così a lungo. Tanto a lungo che c'è voluto un libro intero per raccogliere tutto...
Nessun commento:
Posta un commento