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sabato 16 giugno 2012

E di libri Alexander McCall Smith, ne ha scritti parecchi!!! Intervento di Vito Antonio Conte


Poco più di venti minuti per scrivere un pezzo. Vediamo un po’. Amo dire di quel che intorno c’è. Di quel che mi sfiora. Di quel che mi tocca. Di quel che mi scava dentro. Di questo (ma anche d’altro) amo dire. E scrivere. Ché (soprattutto) questo sento. Ché (amo) questo ascolto. Ché poi è questo che sfioro, tocco e penetro. Stamane –tra l’altro- pensavo al Botswana, al suo miracolo, ai suoi animali, alla sua gente, ai suoi corsi d’acqua, al suo deserto, al suo essere senza mare... Ho viaggiato con gli occhi e con la mente in quella terra… E ho creduto d’esserci. Forse, in realtà, c’ero. Come liberare voce nel cielo. In quel suo infinito cielo bianco, traversato dal Tropico del Capricorno. Anche se il mio (tropico) appartiene a quello del Cancro. Henry Miller non c’entra niente. O, forse, sì. Soltanto un po’. Ché –gira e rigira- c’è sempre un libro sullo sfondo dei giorni. Ché –gira e rigira- c’è sempre un giorno sullo sfondo di ogni libro. Stavolta si tratta di un libro umido. No, ve l’ho già detto, Henry non c’entra. E neppure Anaïs. Anche se questione d’un umore è. Ché il libro di cui ho appena letto l’ultima pagina trasuda umori per duecentotrentacinque fogli inchiostrati di parole semplici. E il giallo, misto all’ocra all’arancio al rosso al verde che si stagliano sull’assente-presente azzurro, inizia sin dall’inconfondibile copertina -animata dal disegno etnico africano- da sembrare quasi un batik. Ossia altro. Come tutte le copertine dei libri di questo Autore. Sempre una nuova esplosione di colori presi in prestito da quello sconfinato Sud. E di libri Alexander McCall Smith, meglio identificato come Alexander (R.A.E.) “Sandy” MaCall Smith, ne ha pubblicati, sin’ora, una sessantina (compresi quelli per ragazzi e una manciata di testi accademici). Ché “Sandy” è scrittore, ma anche giurista (specializzato in diritto applicato alla medicina e alla bioetica). Ho già letto qualche suo libro. Piacevolmente. Di uno (“Scarpe azzurre e felicità”) ho già scritto su queste pagine poco meno di due anni fa. Quello che ho chiuso ora, invece, è “Le lacrime della giraffa”, dove il genere (“giallo”) è, tanto per sfuggire all’omologazione, soltanto un pretesto per raccontare altro. Quella Terra, madre di tutte le Terre e di chi le abita, dove nulla è scontato e già tesserne trame costituisce di per sé un mistero più grande di qualunque intrigo letterario inventato. Sicché il “giallo” perde consistenza nel quotidiano esistere e nei suoi ordinari problemi, ma –nel contempo- si rimane rapiti da quel primigenio mistero ch’è l’Africa. La narrazione scorre come solo una scrittura semplice -ma mai semplicistica- può e possiede il ritmo di chi sa far parlare ogni personaggio con la misuratezza o l’eccessività proprie del personaggio stesso, riuscendo a accordare le voci di ognuno nel canto corale della storia descritta, poiché ne conosce lo spartito musicale (“Sandy” è appassionato di musica, ha co-fondato la “Really Terrible Orchestra”, di Edimburgo, con la quale dà fiato al suo fagotto). Protagonista indiscussa del romanzo è, una volta ancora, la signora Precious Ramotswe, titolare e fondatrice della Ladies’ Detective Agency N. 1, ma intorno a lei “Sandy” fa muovere una ricca e variegata galleria di personaggi, nessuno dei quali passa inosservato. Tra i casi di cui la signora Ramotswe si occupa in questa vicenda, tutti un po’ banali (ma non per questo meno interessanti: ché l’originalità sta nella soluzione…), ce n’è uno principale: quello di un ragazzo americano scomparso in Botswana… Com’è mio solito e com’è ovvio (…), non aggiungerò altro sul punto, tranne che la soluzione del caso sarà nel luogo natìo dello scrittore, ossia a Bulawayo, nello Zimbabwe, dove la signora Ramotswe si reca col suo inseparabile furgoncino bianco (un pick-up) da Gaborone (nel confinante Botswana). In questo, come negli altri libri di “Sandy” che ho letto, la geografia è importante. Meglio: sono importanti i luoghi. L’ambientazione, intendo. E Alexander MaCall Smith i luoghi in cui si snoda la trama dei suoi romanzi la descrive accuratamente, ma senza alcun appesantimento della narrazione. Ciò ch’è ancor più decisivo per un “giallo”. Il lettore vede i personaggi dinamicamente nella storia, li vede agire sulla strada, come nell’ufficio o nel Kalahari… e viaggia insieme a loro. Toccandone i luoghi. Annusandone gli odori. Percependone i sapori… Questo libro, come gli altri libri di “Sandy” che ho letto, oltre tutto, è ricco d’informazioni e –soprattutto- dà modo di accostarsi a un’altra delle tante realtà africane, diversa da quelle paradisiache (costruite ad hoc) offerte delle agenzie turistiche e da quelle crude (e più oggettive) descritte da Kapuściński, sì che il caleidoscopio s’allarga e si può aggiungere un altro tassello alla personale conoscenza del “luogo dei luoghi”. Se muoverò le natiche sarà per toccarlo ancora. E respirarlo. E stare. I venti minuti sono passati da un pezzo, ormai. Ma ho fatto anche altro. Compresi altri incontri. Tra cui quello con un erotomane perduto. Che non so ancora se si ritroverà.  Se troverà quel che cerca. Ma quel che più mi ha soddisfatto è sapere che (come me) la signora Ramotswe “preparò i resoconti per l’imminente scadenza fiscale. Quell’anno non aveva fatto grandi guadagni, ma non ci aveva neanche perso, ed era stata bene, coinvolta in casi interessanti. Per lei questo contava molto di più che un bilancio decisamente in attivo. In realtà, pensava, il bilancio annuale dovrebbe includere la voce , accanto a spese, ricevute e tutto il resto. Nel suo rendiconto, quella cifra sarebbe stata rilevante, pensò”. Volete sapere perché? Leggetevi questo libro. Poi, fate i vostri stramaledetti conti. Forse, congiuntura del cazzo (che –a ben vedere- dura da decenni e ha sempre le stesse parole politichesi che non significano ormai niente…) a parte, stavolta troverete (anche) un sorriso… Ah, dimenticavo, se avete trentatré minuti e ventitré secondi di tempo, ascoltatevi “Don’t Ever Let Nobody Drag Your Spirit Down” (di Eric Bibb, Rory Block & Maria Muldaur). Perché? Non lo so. A volte, è inutile cercare la risposta a un interrogativo. Perché? Semplice: ci sono domande che non hanno risposte!

In libreria dal 21 giugno 2012 La casa sul fiume di Penny Hancock. Traduzione di Elena De Giorgi (Time Crime – Fanucci)


Esordio noir teso e denso, forte di una bellissima contestualizzazione in cui l’acqua, il fiume, le correnti sono così presenti da condividere con Sonia a Jez il ruolo di protagonista. La storia, narrata in prima persona da Sonia, la protagonista, fa sì che il lettore viva dall’interno i dissidi, le contraddizioni, i sogni, i ricordi di questa donna che, nella sua follia, è così disperatamente “normale”, così simile alla moltitudine di mogli e madri sospese tra la quotidianità di un’esistenza apparentemente senza scossoni e gli urti di una frustrazione sempre latente che qui, d’un tratto, diventa tanto urgente da cancellare ogni cosa, famiglia, affetti, equilibrio mentale. Di più: il contesto più ampio che ruota intorno alla protagonista è una camera d’echi di tutto quello che sostanzia, da sempre, il dolore “clandestino” delle donne: un dolore fatto di tutto e niente, di vite spese in riti sempre uguali, di incomunicabilità mai risolte affogate in piccole e grandi sbornie solitarie, di figli e mariti e amici sempre presenti e mai realmente conosciuti.

Greenwich, Londra. In un freddo pomeriggio di febbraio Sonia, 43 anni, apre la porta di casa (una vecchia, splendida magione che si affaccia sul Tamigi e che lei ama definire, da sempre, “the River House”) e lasciando entrare Jez, 15 anni, amico del figlio e  nipote di una sua cara amica. Il ragazzo viene per un motivo qualsiasi (vorrebbe vedere un raro disco di vinile del marito di Sonia, Greg, che al momento non è in casa), ha intenzione di restare in casa una mezzora o poco più.  Non ne uscirà più.  Con una progressione geometrica, un passo dopo l’altro, senza che ci sia nulla di prestabilito, Sonia inizia a far sì che il momento in cui il ragazzo lascerà the River House venga via via rimandato: inizialmente è una piccola sbornia innocente che si prendono insieme, poi diverrà una pratica quotidiana fatta di sonniferi sciolti nelle bevande, di una lunga reclusione nel garage (evidentemente, semi abbandonato) nel cortile antistante, di legacci che tengono Jez stretto alla spalliera del letto. Il ragazzo  non sa cosa pensare: Sonia nutre per lui un’attrazione fisica che è ha una forte componente materna; sostiene di volerlo proteggere, lo coccola, lo nutre con delizie sempre nuove, continua ad affermare che presto lo lascerà andare, che il tutto è una specie di gioco a termine. Il ragazzo non ha tuttavia alcuna voglia di partecipare: ma non ha scelta, Sonia ha fatto sparire il suo cellulare, lui non ha modo di contattare nessuno, quando il marito e il figlio della donna sono in casa si ritrova recluso nel freddo e nel buio del garage. Si ammala,  rischia di morire; poi, grazie alle amorevoli (ma ossessive, asfissianti) cure della protagonista, il suo stato di salute migliorerà.  Nel frattempo, le indagini sulla scomparsa del ragazza si serrano in cerchio intorno alla River House: ma sarà Helen, la zia di Jez, la sola a pagare per una verità che la donna non ha ancora messo a fuoco. Un giorno va a trovare Sonia e trova una t-shirt del ragazzo, realizza cosa sta accadendo, e paga con la vita. Sonia uccide Helen, e ne fa scomparire il corpo tra le gelide correnti del fiume (un fiume che conosce bene, che è stato il leitmotiv della sua infanzia lì, in quella casa che si affaccia sull’argine); ma le indagini continuano, il cerchio si fa ancora più serrato.
Il finale è sorprendente: tutto lascerebbe pensare che il ragazzo morirà o verrà liberato in tempo, tertium non datur: e invece Sonia lo lascerà andare (dopo averne preso un calco in gesso, così da serbarne, tangibilmente,  la memoria), e si consegnerà poi al suo destino, le accuse, l’arresto, la detenzione in un istituto psichiatrico. Penny Hancock, logopedista in una scuola elementare di Londra, vive a Cambridge con il marito e i tre figli. La casa sul fiume, suo romanzo d’esordio, verrà tradotto in dieci paesi; i diritti cinematografici e televisivi sono stati acquisiti dalla Festival Films.

«La sola cosa che conta, la sola cosa che vale la pena raccontare, è l’interiorità dei personaggi, cosa accade sotto la superficie. Scrivere è un’immersione nel profondo: niente di più e niente di meno.» (Penny Hancock)

11-12 Luglio 2012 – Asfalto Teatro presenta: LE BAGATELLE DI MISTER MACBETH. Da Shakespeare a Céline. Lecce, Teatro Paisiello


TEATRO PAISIELLO – Lecce 11 e 12 Luglio 2012 – ore 21.00. Regia: Aldo Autieri.  Aiuto regia: Davide Morgagni. Con: Aldo Augieri, Mariela Cafazzo, Andrea Cariglia, Toto’ Del Popolo, Davide Morgagni, Maria Chiara Provenzano, Manuela Tondo.  Scenografia: Daniele Sciolti e Antonio Cazzato.  Costumista: Fiamma Benvignati. Luci: Musiclub. Rumoristica: Andrea Cariglia. Tecnico del suono: Emanuele Autieri.  Trucco: Bianca Sitzia.
Note di regia: L’OPERAZIONE BAGATELLA, VERA E PROPRIA OPERAZIONE CHIRURGICA SUL CORPO CADAVERICO DEL TESTO SHAKESPEARIANO, NASCE DAL DESIDERIO DI VOLER MASSACRARE I FLUSSI MALEFICI E INCANTATORI CHE IMPRIGIONANO IL CORPO SCENICO – CHE LO CONDANNANO ALL’ESECUZIONE E ALLA RAPPRESENTAZIONE SOCIALE DEL SENSO E ALLA SUA VOLONTÀ DI CONSENSO
– CHE COS’È UN CORPO CADAVERICO??
– CHE COS’È UN CORPO ATTRAVERSATO DA UNA CRISI INFINITA??
– E ANCORA COSA C’È DI PIACEVOLE NELL’IMBOCCARE UN VICOLO CIECO??
LA TRASFUSIONE DI SANGUE CÉLINIANO NEL CORPO SHAKESPEARE, È TRASFUSIONE RITMICA, ELETTRICA, CHE SCUOTE E LIBERA L’ATTORIALITÀ DAL SONNAMBULISMO DISPOTICO DEL LINGUAGGIO E DAI SUOI MECCANISMI, DAI SUOI COMPLOTTI, CHE NE AMPLIFICA LE POTENZE PARANOICHE DEL FARNETICO, RENDENDO VISIBILI LE FORZE DEPRESSIVE CHE LO GOVERNANO.

INFO
cell. 338.24.33.222 – 329.97.41.727
asfaltoteatro@libero.it
Prevendite presso:
Museo del Teatro Romano, via degli Ammirati, tel. 0832/279196 (dal lun. al sab., dalle 9.30 alle 13.30)
Shulùq, via Palmieri 37/A, tel. 0832/242284 (tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 17.00 alle 22.00)
Costi biglietti:
Intero 12 €
Ridotto studenti 8 €
Loggione 8 €
(Si informano gli spettatori che il teatro è dotato di impianto di climatizzazione/aria condizionata)

venerdì 15 giugno 2012

UFOs in Wartime: What They Didn't Want You To Know by Mack Maloney (Berkley)


“Although often written off as myths, UFOs are found in Renaissance Art, on ancient coins, etched on cave walls-and even reported in the Bible. Even more surprising is when they are documented most: in times of war. These sightings are made by high ranking officials, soldiers, and newsreporters. Why do these sightings spike so drastically during wartime? Could it be mistaken aircraft? Or is someone-or something- looking in on us?”

IRON MAN & I VENDICATORI ACCADEMIA 51 (Marvel – Panini Comics)


FEAR ITSELF EPILOGO 3 Il Serpente e i Valorosi sono stati sconfitti, ma l’ondata di Paura ha lasciato profonde ferite e cumuli di macerie. Parigi, lapiù viva città del mondo, è un museo di statue immobili. È il momento di ricostruire: un lavoro per Tony Stark! Di Matt Fraction & Salvador Larroca. Tornano i Vendicatori di domani, ed è un nuovo inizio per Avengers: Academy di Gage & Chen.

Gyakuten! Ippatsuman

Gyakuten! Ippatsuman è una serie anime giapponese del 1982, composta da 58 episodi prodotta dalla Tatsunoko Productions

AC/DC - Highway To Hell

Music video by AC/DC performing Highway To Hell. (C) 2010 Leidseplein Presse B.V.

IN LIBRERIA: “Angeli dimenticati” (Youcanprint) di Nicola Capecchi


Un terribile incidente ferroviario. La Freccia del Nord A 407 proveniente da Setterville e diretto a Blow City, precipita per cause misteriose in un canyon. Muoiono circa 300 persone. Poco distante dal luogo dell’incidente si trova una piccola cittadina, Busyville, dove il Tempo pare si sia fermato chissà da quanto. Marc Rosendale, avvocato in carriera sull’orlo di un forte esaurimento nervoso, torna dopo più di trent’anni a Busyville dalla sua famiglia, un po’ per ritrovare se stesso, un po’ per nostalgia. Qui nulla sembra essere cambiato, ma circolano voci, a causa di una serie di suicidi inspiegabili, che quella città sia un posto maledetto. Solo voci? Marc intende andare a fondo sulla questione, e quello che scoprirà andrà oltre i limiti dell’umana comprensione…

“Marc, su consiglio del proprio psichiatra, si concede una vacanza dal lavoro per riposarsi. Egli sceglie di tornare al suo paese natale per rivedere i suoi genitori, che non vede da trenta lunghi anni. Busyville è una piccola città con pochissimi abitanti, rimasta ferma a trenta anni prima, chiusa al mondo esterno progredito, per vivere in una voluta e ostinata vecchia cultura. Una cittadina di gente per bene e caratterizzata da una grande tranquillità. Ma ben presto Marc si renderà conto che si tratta di una tranquillità del tutto apparente, quando in città cominceranno a verificarsi strani fenomeni, nei quali si troverà personalmente coinvolto. Quali misteri si nascondono all’interno di questa apparentemente tranquilla cittadina? Cosa troverà Marc indagando su quanto sta accadendo?

Marc troverà anche l’amore in città, un amore bellissimo, forte e puro, un amore che andrà oltre ogni difficoltà, un amore che andrà oltre la morte.”

“Angeli Dimenticati” (Youcanprint) di Nicola Capecchi, Narrativa, pag. 212, ISBN: 9788866185482


Skerk – I Vini del Carso


“La famiglia e la tradizione – “Boris Skerk e la sua famiglia, nell'antica intesa tra l'uomo e la natura, si dedicano con un profondo senso d'appartenenza al territorio alla coltivazione dei vitigni ad alta densità e, prendendo spunto dalle antiche tecniche di viticoltura, si orientano verso la coltivazione di quelle varietà autoctone, quali Terrano, Vitovska e Malvasia, che hanno dimostrato nei secoli di essere in grado di assicurare i migliori risultati in tale terra e clima.
Il vigneto - La vite , presente da secoli sul Carso, conferisce ai luoghi e alla gente che la circonda una forte senso d'appartenenza a questa terra.
La cantina - Grazie al progressivo affinamento in vigna, alla sapiente selezione delle uve ed un'attenta vinificazione in cantina, che essendo completamente scavata nella pietra calcarea è in grado di assicurare il giusto equilibrio tra umidità e temperatura, tali vini ritrovano la propria massima espressione ed acquistano un carattere unico ed originale.”


LA MANDRAGOLA di Niccolò Machivelli. Intervento di Vittoria Coppola


È stimata tanto da essere ritenuta la commedia per eccellenza del teatro del '500. Composta da un prologo e cinque atti, propone una satira potente sulla corruttibilità della società italiana dell'epoca. La Mandragola è stata scritta dal Machiavelli durante l'esilio seguito alla condanna di complotto contro i Medici ed è stata pubblicata per la prima volta nel 1524. All'interno dell'opera viene descritta una società dominata da calcolo e meschinità. Lo stile ed il linguaggio di Machiavelli sono molto vicini a quelli del Boccaccio e delle sue novelle cariche di beffa. Non mancano di certo frasi fatte e modi proverbiali. Sebbene l'autore descriva la sua società in modo tagliente e disilluso, dalla commedia emerge il suo lato più giocoso, seppur non in maniera lampante. La storia si svolge a Firenze. Narra di un marito sciocco ed una moglie ingenua, entrambi gabbati da un giovane dedito ai piaceri della vita - innamorato di lei – che, con la complicità di più di una persona, arriva a conquistare il cuore dell'amata. C'è molta amarezza ed ossessione all'interno delle pagine di quest'opera rinascimentale ed ogni singolo protagonista è come accecato dagli istinti primordiali, a discapito di qualsivoglia valore morale. A vantaggio, spesso e volentieri, persino della pura follia.

Editore: BUR (collana Classici)
Curatore : R. Rinaldi.

Il professor Fumagalli e altre figure di Giampiero Neri (Mondadori). Intervento di Nunzio Festa


Giampiero Neri è memoria personale, poesia del ricordo individuale che supera il dramma dell'approccio al sistema collettivo delle affezioni a quel che è stato. "Il professor Fumagalli e altre figure", ultima prova letteraria del Pontiggia, insomma, è l'ennesimo elemento a favore della tesi appena esposta; e basteresse scomodare soltanto il primo pezzo del titolo, per intenderci. Non è vero che siamo al poemetto in prosa, dunque, proprio perché il Fumagalli non è che figura della figura. Passaggio naturali dei versi e non naturale passaggio nel verso. E lo si capisce benissimo quando troviamo le liriche 'dedicate' e vissute al e dal fratello Giuseppe. Prima d'incontrare, in un certo senso e secondo un determinato approccio, la ragione politica della poesia di Neri. Che sappiamo somigliare, fortemente, tanto che in quest'opera il concetto è persino ribadito quanto sublimato, al motivo ideale che è alla base dello Stato Svizzera. Al pari dei più grandi, parimenti odiato dai critici più intransigenti e adoranti delle categorie, Giampiero Neri non trova spazio nelle classiche schiere dei formati confini di stilistica e principio d'appartenenza. Perché la poesia di Neri è d'antilirismo come d'istintiva dedizione al discorso poetico: punti, evidentemente, che potrebbero sembrare antitetici, proprio, ma che alla fine ci danno l'originalità e l'unicità del poeta nato a Erba. Non è vero, infine, che Neri si disinteressi all'universale e all'etico. Ché, al contrario, il sistema poetico di Neri addirittura cresce e si immedesima nei rivoli di quelle storie che sono posizioni spazio-temporali del nostro retroterra. Tra fascimo e Rivoluzione Francesce, per dire.

In libreria dal 21 giugno 2012 "La trilogia nera" di Dave Zeltserman. Traduzione di Marta Dilani (TimeCrime – Fanucci)


Una trilogia di hardboiled brutali e irriverenti per tre scalcagnati, indimenticabili antieroi: Zeltserman si è guadagnato, di diritto, un posto d’onore nel sanguinoso Pantheon del crime.


Contea di Bradley,  Vermont. L’ex poliziotto Joe Denton ha appena finito di scontare sette anni per il tentato omicidio del procuratore distrettuale. Si illude di aver chiuso con il passato, con la violenza, la droga e le scommesse: ma un crimine di quel genere è impossibile da dimenticare.  Kyle Nevin è  invece un “bravo ragazzo”,  gestisce gli affari nei quartieri a sud di Boston. Ammazza solo se costretto, non pesta i piedi a nessuno: eppure Red Mahoney, il suo boss, lo vende all’FBI.  Quando Nevin esce di galera ha quindi una sola cosa in mente: fare a pezzi Red. Per racimolare qualche dollaro organizza un rapimento, ma niente va come dovrebbe…
Nè la fortuna sorride  a Leonard March, sgherro “storico” del mafioso  Sal Lombard. Quando dopo quattordici anni le porte del carcere  gli si aprono davanti, per mettere insieme due pasti caldi al giorno si ritrova a pulire gabinetti. Non sarebbe poi così male, per uno che ha sessantadue anni  e ventotto omicidi sulla coscienza:  ma si ci si può reinventare una vita “normale” quando là fuori tutti vogliono la tua testa?

Dave Zeltserman è nato a Boston nel 1959. Laureato in matematica, ha lavorato per venticinque anni nello sviluppo di software per grandi aziende di comunicazione. Nel 2004, in seguito alla pubblicazione del suo primo romanzo, Fast Lane, ha deciso di dedicarsi alla crime fiction e alla pratica del kung fu. Per Fanucci Editore ha pubblicato Piccoli crimini (2010), con cui si apre la pluripremiata trilogia del “bastardo uscito di prigione” di cui  La vera storia di Kyle Nevin costituisce il secondo volume e Killer il terzo.

«Ho deciso di raccontare le imprese dei miei “bastardi usciti di prigione” in prima persona perché sono tutti e tre totalmente inaffidabili. Se non li avessi fatti parlare con la propria voce ci avrebbero raccontato solo un mucchio di balle.» (Dave Zeltserman)

giovedì 14 giugno 2012

The Day After Roswell by Philip Corso (Pocket Book)


“A landmark expose firmly grounded in fact, The Day After Roswell ends the decades-old controversy surrounding the mysterious crash of an unidentified aircraft at Roswell, New Mexico, in 1947. Backed by documents newly declassified through the Freedom of Information Act, Colonel Philip J. Corso (Ret.), a member of President Eisenhower's National Security Council and former head of the Foreign Technology Desk at the U.S. Army's Research & Development department, has come forward to reveal his personal stewardship of alien artifacts from the Roswell crash. He tells us how he spearheaded the Army's reverse-engineering project that led to today's: Integrated circuit chips; fiber optics; lasers; super-tenacity fibers …  and "seeded" the Roswell alien technology to giants of American industry. Laying bare the U.S. government's shocking role in the Roswell incident -- what was found, the cover-up, and how they used alien artifacts to change the course of twentieth-century history -- The Day After Roswell is an extraordinary memoir that not only forces us to reconsider the past, but also our role in the universe.”

GLI INCREDIBILI X-MEN 264 METAL VARIANT EDITION (Marvel – Panini Comics)


Regenesis! Con Scisma e Wolverine e gli X-Men 1 è terminato un capitolo della storia degli X-Men e ora Kieron Gillen, Greg Land & Carlos Pacheco inaugurano una nuova era per gli X-abitanti di Utopia. Inoltre, le nuove avventure di Generation Hope per un albo che vede l’esordio della nuova serie di Uncanny X-Men. Per l’occasione, una versione variant metallizzata! 17x26, S., 80 pp.,col. Contiene: Uncanny X-Men #544, Uncanny X-Men (new series) #1 e Generation Hope #12

Chouja Reideen (Reideen the Superior)

Reideen (REIDEEN - Raidīn) è un remake di una serie televisiva di animazione giapponese del 1975. È stato prodotto da Production IG e diretto da Mitsuru Hongo.

Rapper Big Pooh - Medicine Man produced by Family Biz Ent. directed by Kent Willard

1st single off of Dirty Pretty Things, Rapper Big Pooh's official sophomore solo album. Produced by Family Biz Ent out of Chicago.

I GIARDINI DI RAVELLO


“L’azienda “I Giardini di Ravello” è stata fondata nel 1991 con l’intento di trasformare in eccellente liquore i limoni della Costiera Amalfitana secondo ricette tramandate per secoli dalla tradizione contadina. Il limoncello, anche se con nome diverso, “ Rosolino al limone”, viene citato su testi risalenti al 1400. Il metodo di lavorazione per la produzione del nostro limoncello è ancora quello di un tempo: selezioniamo i limoni migliori, li raccogliamo e li trasformiamo in liquore dal gusto inconfondibile. La sbucciatura dei limoni è ancora manuale e gli ingredienti sono gli stessi delle antiche ricette:  zucchero, alcool, acqua e bucce di limoni. Accanto al limoncello, sempre seguendo ricette del luogo tramandate per generazioni, produciamo altri liquori, marmellate ed olio utilizzando frutti ed erbe della Divina Costiera. I prodotti cui si è appena fatto cenno sono: il liquore di finocchietto, arancia, alloro, mirto, mandarino, fragolino di bosco, l’olio extravergine di oliva e l’olio aromatizzato, le marmellate di limone, arance e fichi ed altre. L’esigenza di soddisfare una sempre più ampia clientela ci ha indotti all’attuazione di un continuo ampliamento della gamma di prodotti con i babà al limoncello, il liquore di liquirizia e le creme al limone, al melone, di fragola e il liquore Concerto. Il nostro obiettivo è stato ed è ancora oggi quello di far conoscere non solo sul mercato nazionale ma anche estero prodotti dal gusto e dalla genuinità inconfondibile.”


Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze … intervento di Vito Antonio Conte


Avevo lasciato l’ingombrante volume di istituzioni di diritto privato sul tavolino che usavo come scrivania, insieme a tutto il resto. La tazza di caffè vuota. Due pieghevoli di altrettanti imminenti eventi culturali: una session jazz al Fermoposta e un nonricordopiù a teatro. Una lattina di arachidi riciclata come portapenne piena di biro e matite rosse e blu. L’ultimo carteggio d’amore. Radici di liquirizia. Un blocco di carta per appunti. Altre cianfrusaglie. E una vecchia fotografia di David Doyle che non smetteva mai di guardarmi. Lei in B&N di fronte a me. Ne avevo abbastanza. E mi doleva lo stomaco. Dovevo camminare per non vomitare. Respirando. Inspiravo. Mandavo giù fino allo stomaco. Trattenevo. Facevo tre passi e buttavo fuori. Così, da via D’Azeglio, superando il cine d’essai e poi il ponte su quella pisciata di torrente che chiamavano fiume, giunsi in piazza Garibaldi e da lì, costeggiando un po’ di medioevo, scesi nella piazza dove la cattedrale e il battistero si guardano di sbieco. Sedetti sui gradini del negozietto di souvenir adiacente la chiesa e mi accesi una enneottanta. Non era una Marlboro, ma se anche lo fosse stata non sarebbe bastata. Il sole era assente. Come altro. Il profumo di brodo di cappelletti indicava un’ora prossima a quella di pranzo. Mi alzai. Il dolore era sceso al ventre. Rimisi in moto le mie adidas consunte e mi trovai di fronte a una libreria. Credo fosse la Rizzoli. Entrai. Iniziai a girare tra gli scaffali. Notai, orizzontale tra tanti verticali, appoggiato su una mensola, un libriccino di colore giallo, del quale già ho fatto altre parole. Sulla copertina era scritto, in inchiostro nero, con un bel carattere, “Los Angeles 462-0614. Poesie”. Lo presi. Lessi l’intera copertina. In alto, in corsivo, era scritto “il labirinto”. Poi, Charles Bukowski. Sotto il nome dell’autore, il titolo che ho detto (il numero di telefono dell’autore), e a piè di pagina la casa editrice (Savelli). Era il 1982. Portai il libro alla cassa, con la sensazione di aver trovato quel che cercavo. Pagai e uscii. Risalii sino al mercato delle erbe, trovai altri gradini, mi sedetti, mi accesi un’altra puzzolente sigarette di quelle e iniziai a leggere. Era quel che cercavo. Parole che non erano soltanto parole. Lenivano il dolore e carezzavano la pelle. Stetti meglio. Quello è stato il mio incontro con Hank. Da allora non ho più smesso di leggerlo. E di amarlo. E quando ne ho abbastanza di scrittori e presunti tali, di poeti e presunti tali, di critici e presunti tali, di tutto quel che non è e fa di tutto per apparire, quando ne ho le palle piene di tutto l’inutile rumore d’intorno, quando non sopporto più tutto il silenzio, quando il lecchinaggio che chiamano letteratura supera l’orlo, quando sento incensare l’arte per farne soldi in culo all’autentica necessità di creare, quando la bellezza viene spudoratamente insultata in nome di chissà quale cazzo di novità, insomma quando sparirei per non morire di coglionate, allora il buon vecchio Henry sa farmi compagnia. Adesso, mi parla ancora della sua vita e della sua immaginazione traverso le pagine di “Absence of the hero”, stupidamente tradotto per finalità commerciali “Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze” (Feltrinelli, 2012, pagine 312, € 17,00). L’immensa mole di “scrittura” di Bukowski mi rassicura: ci sarà sempre qualcosa di suo che potrò leggere per non finire di leggere. Ché, ogni volta, dopo di lui, posso ricominciare. Ché scrivere versi non è uno stolto titolo. Ché fare poesia non è pappagallare. Ché trovare parole per dire l’andare e lo stare non è esercizio di qualunque cosa pensiate. Non è tante altre cose. È urgenza. È resistenza. È cercare di esistere senza sopravvivere. È tante altre cose. Ché “L’atto di scrivere la Parola è un atto miracoloso, la grazia salvatrice, la fortuna, la musica, quello che fa andare avanti”. E questa non è una recensione. È testimonianza! Se v’importa qualcosa di vivere, leggete… Se, invece, v’importa apparire informatevi sull’ultima “notizia” che riguarda Belen (citata in tribunale dalla sua colf). Potrete farne discorso coi vostri amici. Potrei dirvi che ho fatto l’amore con Belen, ma sarebbe fantasia sprecata. Ma lui l’ha scopata. Ne sono certo!

“Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” edito da Kurumuny a Cannole


Sabato 16 giugno 2012 alle ore 20,30 presso la Pro Loco di Cannole (Le) in via Cesare Battisti ci sarà la presentazione del booklet con doppio cd  “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” edito da Kurumuny con contributi critici di LUIGI CHIRIATTI, CIRO DE ROSA, SALVATORE ESPOSITO, RAFFAELE CRISTIAN PALANO, ADRIANA BENEDETTA PETRACHI. È previsto il saluto del sindaco Adriana Benedetta Petrachi e a seguire gli interventi di Luigi Chiriatti; Salvatore Esposito; Raffaele Cristian Palano. Al termine del dibattito ci sarà l’intervento-performance musicale a cura delle cantrici di Cannole.

“Ricci i tuoi capelli – Arie e canti popolari di Cannole” aggiunge un ulteriore tassello nel percorso di ricerca musicale al quale la casa editrice salentina Kurumuny, con assiduità, dedica parte del suo ricco catalogo; basti pensare ad uscite recenti come “Corimondo”, “Canti e suoni della tradizione di Carpino”, “Uccio Aloisi il Canto della Terra”, “Uccio Bandello la Voce della Tradizione”, dove la formula del booklet+cd reinventa la trasmissione della tradizione.
“Ricci i tuoi capelli” dà voce a un canto tutto al femminile. La maggior parte del repertorio presente in questo lavoro è rappresentato dai canti diffusi in tutta la Penisola e questo elemento conferma, ancora una volta, come la poesia popolare e la sua musica, che toccano corde del sentire comune, sono conosciute ovunque, appartengono a tutti e suscitano uguali sentimenti anche se il “modo” di esecuzione assume caratteristiche diverse e le fanno appartenere al luogo e al tempo in cui vengono eseguiti. Al centro dell’indagine che ha dato vita a questa pubblicazione è la voce che è corporeità, spessore, timbro, calore comunicativo, e che si fa mezzo per riannodare i fili della memoria, per narrare, testimoniare. I canti a sole voci di questa raccolta possiedono una marcata valenza emozionale: sono storie più o meno conosciute, che raccontano dell’amore, della fatica del lavoro, delle relazioni sociali, della quotidianità, dell’emigrazione, della lontananza.
Il cantare di queste donne è giocoso e nudo, senza orpelli e senza palchi e riflettori, un cantare distante dai codici spettacolari che è il segno di quanto l’analisi della pluralità sonora salentina non possa darsi del tutto completata e riveli ancora tesori, al di là del mare, sole, mieru (vino) e pizzica, giustamente celebrati, ma più spesso spacciati e consumati con superficialità. Il volume è corredato da due Cd che contengono un’antologia di brani scelti, per un totale di 42 tracce

Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Provincia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal Comune di Cannole.

L’Antrum Draconis di Davide Striani


L’Ordo Equestris Templi Arcadia e la Libreria Palmieri di Lecce organizzano la prima personale di grafica del giovanissimo esordiente nel mondo dell’arte Davide Striani che presenta oltre 10 tavole a tecnica mista nella mostra dal titolo “Antrum Draconis – la caverna del drago”. Le opere saranno visibili dal 15 al 20 giugno 2012 presso la Libreria Palmieri a Lecce in via Via Salvatore Trinchese, 62°. L’inaugurazione è prevista per venerdì 15 giugno 2012 alle ore 19,00 presso la Libreria Palmieri. Presenteranno il leccese Davide Striani  l’artista Paola Scialpi, il Presidente dell’Ordo Equestris Templi Arcadia Valentino Zanzarella, il Vice-Presidente dell’Ordo Equestris Templi Arcadia Eleonora Sorrento, Anna e Daniela Palmieri titolari della libreria omonima. Verrà illustrato un percorso di lettura e di approfondimento di alcuni tra gli autori storici e contemporanei del fantasy da Tolkien a Lara Manni, per viaggiare sulle ali del fantastico e del sovrannaturale. Le opere di Striani attingono al mondo del fantasy ovvero a quel genere letterario nato nell'ottocento, i cui elementi dominanti sono la mitologia, il soprannaturale, il surreale, l'allegoria, la metafora, il simbolo. In questo genere rientrano quelle storie di letteratura dove gli elementi fantastici non vengono descritti in maniera scientifica. Dalla letteratura il fantasy ha contaminato il cinema, i giochi di ruolo, quindi i fumetti, i librogame, la televisione, la radio ed i videogiochi. Nelle arti figurative è rappresentata soprattutto dall'illustrazione fantasy legata al mercato editoriale. Ed è proprio seguendo queste indicazioni che si materializzano le grafiche presentate dal giovane leccese, che presenta al pubblico una serie di elementi iconografici che attingono alla mitologia nordica, e a tutta una serie di rappresentazioni di creature fantastiche che riportano alla mente i capolavori di J.R.R. Tolkien nella saga del Signore degli Anelli, o in quella del maghetto Harry Potter creato dalla Rowling. Aspetto ancora più intrigante dei lavori di Striani è che frequenti possono individuarsi elementi propri di una cultura esoterica.

mercoledì 13 giugno 2012

Need to Know: UFOs, the Military, and Intelligence by Timothy Good (Pegasus)


“Fact: In 1945, the US military recovered an alien spacecraft. Fact: The United States shot down several flying disks in the late 1940s, a period marked by an unprecedented wave of unexplained aircraft crashes. The facts have continued only to mount over the past six decades in the classified files of military and intelligence agencies worldwide. Pilots the world over have reported incidents with UFOs that have often been accompanied by electrical interference and communications difficulties. UFOs have prompted more secrecy and security-and deception-than any other concern ever on the part of military specialists and intelligence chiefs around the world. An acknowledged authority on the controversial subject of UFOs, and an indefatigable researcher, Timothy Good in this revelatory book tells us what we need to know.”

DEVIL AMORE E GUERRA - MARVEL GRAPHIC NOVEL (Marvel – Panini Comics)


Torna una graphic novel fondamentale, assente da decenni dagli scaffali italiani. È Amore e guerra, per i testi di Frank Miller (300, Sin City) e i visionari disegni di Bill Sienkiewicz (New Mutants, Stray Toaster). La coppia che ci ha regalato Elektra: Assassin scaraventa l’eroe cieco in un turbine di drammi e amori, puntando i riflettori sul tormentato rapporto tra il boss Kingpin e l’amata Vanessa. Un capitolo fondamentale nella vita di Devil scritto dall’autore che più ha influenzato il personaggio. Una gemma imperdibile per tutti gli amanti del buon fumetto.

Rainbowman

Rainbowman (Reinbōman )è il nome del supereroe titolare della serie TV conosciuto anche come Warrior of Love Rainbowman (Ai no Senshi Reinbōman). Creato da Kohan Kawauchi, questa è stata la prima serie TV prodotta dalla Toho Company Ltd., ed è stata trasmessa su NET (ora TV Asahi) dal 6 ottobre 1972 al 18 settembre 1973, con un totale di 52 episodi.

Kip Moore - Somethin' 'Bout A Truck




Kip's debut album Up All Night here features the #1 hit 'Somethin Bout A Truck' and 'Beer Money'! Download now on iTunes: http://bit.ly/KipUpAllNightiTunes Get Exclusive updates from Kip Moore here http://bit.ly/H9Nzv0 'Like' Kip on Facebook: http://on.fb.me/sflSQk Up All Night features the hit 'Somethin' Bout A Truck' and 13 other songs, including 'Hey Pretty Girl' and 'Crazy One More Time'.

Nasce l'Osservatorio Italiano sull'Editoria Digitale


Teseo Research, Istitutuo di ricerca specializzato in Indagini e Consulenze di tipo qualitativo e quantitativo applicate allo studio della evoluzione socio-culturale dei target, in partnership con Youcanprint.it, uno dei più importanti self-publishing italiani, è felice di annunciare il lancio di un'indagine sul mondo dell'Editoria digitale. Obiettivo della ricerca è mettere in atto un osservatorio permanente sull'editoria digitale che, con cadenza trimestrale, restituisca il punto di vista dell'utente sui temi fondamentali implicati nel fenomeno; in particolare, vengono indagati:

- La soddisfazione percepita dall'utente riguardo alla sua esperienza con i libri in formato elettronico
- L'elasticità del prezzo: costo dell'eBook rispetto ai libri tradizionali, soglie di accettabilità, prezzo ottimale dal punto di vista dell'utente.
- La qualità percepita per quanto riguarda le principali librerie online
- Vantaggi e limiti legati all'utilizzo di un device specifico (eBook reader, tablet, PC)

Il questionario richiede all'incirca 10 minuti. Tutte le opinioni saranno trattate in forma anonima e contribuiranno a sviluppare un osservatorio peramente su questi temi.

Per poter partecipare alla ricerca e compilare il questionario clicca qui. (http://teseoresearch.osservatorio-ebook.sgizmo.com/s3)

Per avere maggiori informazioni sulla ricerca e il progetto scrivere a ufficiostampa@youcaprint.it .
Per avere maggiori informazioni su Teseo Search, visita il loro sito http://www.teseo-research.it/

L'avvocato del re di Serena Camboa (Lupo editore) a Casarano


Il 16 Giugno 2012 alle ore 19.00 press il sedile comunale Piazza San Giovanni a  Casarano ci sarà la presentazione del romanzo “L'avvocato del re” di  Serena Cambia (Lupo editore). Interverranno insieme all’autrice Sergio Stefano,  Maria Chiara Pino. L’introduzione musicale è a cura di Claudia Placì. Durante la serata ci sarà una degustazione di vino a cura dell’azienda Santi Dimitri.

Non sono certo intuito ed ambizione a mancare a Martina Borghesi, giovane avvocato del Foro leccese, segnata da una traumatica esperienza che la lega contraddittoriamente al brillante Teodorico Fuortes.
Quando la bellissima Cinzia viene trovata cadavere nella fangosa campagna salentina, ad essere accusato del delitto è il fidanzato Giacomo, perfetto capro espiatorio. Chiamata ad assisterlo da Fuortes, Martina scopre presto che nulla è come sembra: oscure ingerenze viziano le indagini, mentre un'accesa campagna elettorale suscita inimicizie e sospetti incrociati.
L'avvocato viene a conoscenza di scottanti risvolti della vita locale che la guidano verso una verità terribile e devastante.
Un legal thriller all'italiana in cui si intrecciano giochi di potere, introspezioni psicologiche, cinico arrivismo e il sogno del grande amore.

Avvocato cassazionista, si occupa in prevalenza di diritto bancario e dei mercati finanziari
In campo accademico e professionale ha scritto numerosi articoli e saggi: Il nuovo reato di usura: dallo stato di bisogno al tasso di soglia, in Quaderni di ricerca, Dipartimento Studi Giuridici, Università degli Studi di Lecce, 1997; La riforma del reato di usura, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n. 1/98; Ancora sulle società professionali: una questione dibattuta, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n. 4/98; I patti parasociali alla luce della disciplina dettata dal Testo Unico della Finanza, in Quaderni di ricerca, Dipartimento Studi Giuridici, Università degli Studi di Lecce, Lecce, n. 12, 2001; Le indagini in banca, cosa resta del segreto bancario?, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n. 1/02. L'avvocato del re è la sua prima opera di narrativa.

POLIZIANO AZIENDA AGRICOLA


“La mia famiglia ebbe i primi contatti con il mondo della viticoltura nel 1961, quando mio padre, Dino Carletti, acquistò 22 ettari di terreno nel comune di Montepulciano, dove impiantò i primi vigneti specializzati della zona. A suggerire a mio padre quell’investimento, furono ragioni più di cuore che economiche, dettate dal desiderio di mantenere vivo il contatto con i luoghi della sua infanzia e con la cultura della propria terra di origine. Quel legame, più che produrre immediati risultati nella gestione dell’azienda, influì soprattutto sulle mie scelte formative, che mi portarono a Firenze, dove mi laureai in agraria nel 1978. Negli anni immediatamente successivi, ricoprii un incarico professionale in un’azienda agricola dell’Italia settentrionale, dove non mi occupavo di viticoltura, ma dove potei arricchire di preziose esperienze la mia formazione. Alla fine del 1980, in un momento delicato a causa della crisi economica e del calo dei consumi, decisi di accettare la sfida e assunsi la direzione della mia azienda, impostando una nuova e più moderna filosofia produttiva, secondo la mia personale visione dell’agricoltura. Da subito, la passione per l’arte del “fare il vino” mi spinse a confrontarmi con le tecniche più avanzate in uso nella viticoltura e nell’enologia internazionale, creando un dialogo sempre più stretto e proficuo con gli specialisti del settore e con i colleghi produttori del Chianti Classico. Decisiva, all’inizio, fu l’amicizia e la collaborazione con il Dottor Carlo Ferrini, mio compagno di studi all’Università, insieme ai preziosi consigli del Dottor Maurizio Castelli, autentico maestro nei miei primi passi nel mondo del vino. Ben presto compresi che il rinnovamento dell’azienda poteva avvenire solo attraverso la sintesi fra le migliori conoscenze tecniche, il coraggio e la creatività. Il risultato della combinazione di questi ingredienti è la nuova viticoltura di Poliziano, grazie alla quale da almeno un decennio i nostri vini, rigorosamente basati sul Prugnolo Gentile, sanno assumere uno stile internazionale di grande piacevolezza, pur mantenendo un forte legame con il loro territorio d’origine. In oltre venti anni di conduzione viticolo-enologica della mia azienda, mai una decisione è stata presa soltanto con il conforto dell’analisi di mercato, ma tutte le scelte sono state ispirate dalla mia grande passione per l’agricoltura e dalla vera emozione di immaginare e teorizzare una vigna, un’uva, un vino e vederli poi finalmente realizzati dopo averli seguiti passo dopo passo nel corso della loro vita. Tutto questo, unito fortunatamente al positivo andamento del consumo del vino, ha contribuito all’ ascesa dell’Azienda Poliziano! Guardando al futuro mi propongo l’obbiettivo di consolidare il carattere ben identificabile dei miei prodotti, che nasceranno dai nuovi vigneti, e in questa prospettiva svolgo una continua e appassionata ricerca, che non cessa di verificare tutte le possibilità di crescita qualitativa dei miei vini. (Federico Carletti)”

Qui

 

Borges aveva un Tumblr di Angelo Ricci (Errant Editions – versione kindle)


Un percorso intrecciato fra racconti e visioni ipertestuali. Un oggetto digitale che parte dal web e che nel web ritorna, in un rapporto di creatività liquida e circolare. Territori narrativi volutamente sgranati, dove l’apparente mancanza di punti di riferimento è il punto di riferimento. Apparizioni di effigi pop e underground. Frammenti e contaminazioni che attraversano la rete e che dalla rete si fanno attraversare. Luoghi che si fondono con le storie e storie che nascono dai luoghi. Un viaggio in una Interzona burroughsiana, popolata, tra gli altri, da Hunter S. Thompson, Jack Kerouac, John Holmes, Mick Jagger, David Hockney. Il tutto sotto lo sguardo sornione di Borges.

Angelo Ricci è scrittore e blogger. Ha pubblicato il romanzo Notte di nebbia in pianura (Manni) e l’ebook L’ossessione per le parole (Errant Editions). Ha partecipato all’antologia Nero Lombardia (Perrone Lab) con il racconto Ozana.

Ebano di Ryszard Kapuściński (Feltrinelli). Intervento di Vito Antonio Conte


Credo che qualunque scrittura non possa (e, soprattutto questa, non debba) sottrarsi dal rispondere almeno a una delle domande note con la regola delle cinque W. L’ideale sarebbe non trascurarne neppure una. Ma l’idealità, si sa, è un’aspirazione e, per definizione, essendo il tentativo di elevarsi spiritualmente oltre la realtà, è irraggiungibile. Difficile, quindi, far aderire l’idea alla vita reale. Difficile, ma non del tutto impossibile. E, anche questo è noto, le gesta immortali son quelle che hanno fatto (o sono andate più vicine a realizzare) concretezza di un sogno. Qualunque scrittura non può sottrarsi dal rispondere almeno a una delle domande note con la regola delle cinque W. Oppure a porre almeno una di quelle domande. Ossia: Who? (Chi?), When? (Quando?), Where? (Dove?), Why? (Perché?), What? (Cosa?). Leggendo “Ebano” (Feltrinelli Editore, Collana: Universale Economica, traduzione di Vera Verdiani, pagine 280, € 8,00 ), di Ryszard Kapuściński (1932 – 2007), il miracolo è compiuto! Questa la sensazione che ho percepito alla fine di questo libro che ho distillato a un ritmo equatoriale perché desideravo non fosse mai l’ultima pagina. Una specie di magia. Non solo ho trovato tutte le risposte alle suddette domande, ma ho dovuto pormi almeno altrettanti interrogativi. Ho spesso citato “Ebano” e di Kapuściński altre volte ho scritto. Porsi domande è bene. Non trovare le risposte può diventare un problema. Secondo Kapuściński ogni crisi è la conseguenza di una domanda a cui non può darsi risposta. Ma c’è crisi e crisi. Per quella che attanaglia oggi l’Occidente la risposta ci sarebbe, ma non viene praticata. E ahi voglia a parlare di decrescita felice… ma nella coscienza collettiva qualcosa si muove… c’è che, come sempre, è necessario iniziare da sé! E, a proposito di incipit, così comincia “Ebano”: “La prima cosa che colpisce è la luce. Luce dappertutto, forte, intensa. Sole dappertutto. Solo ieri, la Londra autunnale, inondata di pioggia. L'aereo lucido di pioggia. Il vento freddo, l'oscurità. Qui, di primo mattino, l'aeroporto inondato di sole e noi tutti immersi nel sole. In passato, quando gli uomini giravano il mondo a piedi, a cavallo o per nave, il viaggio dava loro il tempo di abituarsi al cambiamento. Le immagini della terra scorrevano con lentezza, la scena del mondo si spostava un po' alla volta. Un viaggio durava settimane, mesi. L'uomo aveva il tempo di abituarsi al nuovo ambiente, al nuovo paesaggio. Anche il clima mutava gradualmente, a tappe successive. Prima di raggiungere la fornace equatoriale, il viaggiatore proveniente dalla gelida Europa aveva già attraversato il grato tepore di Las Palmas, la canicola di El-Mahara e l'inferno di Capo Verde…”. Questo libro, che non è (come alcuni hanno scritto) un romanzo, raccoglie una serie di reportage del grande giornalista-narratore nel continente madre. E, per dirla con le sue parole, “Questo libro non parla dell’Africa, ma di alcune persone che vi abitano e che vi ho incontrato, del tempo che abbiamo trascorso insieme. L’Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere. È un oceano, un pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo. È solo per semplificare e per pura comodità che lo chiamiamo Africa. A parte la sua denominazione geografica, in realtà l’Africa non esiste”. Esistono, invece, i luoghi vissuti e le persone incontrate dal viaggiatore Kapuściński, che –evitando accuratamente ogni stereotipo- s’immerge nella vita dei neri e si lascia sommergere dalla cruda esistenza dei popoli africani, cogliendone contraddizioni e ricchezza. Una ricchezza che nulla ha a che fare col concetto che questo lemma evoca (ancora) qui, dov’io sto! La ricchezza che emerge dalle pagine di questo libro è quella insita nel significato di ogni rapporto dell’uomo con l’uomo: trasmettersi sapere. Condividendo momenti. Qualcosa che non si può comprare in nessun supermercato! “In un paese ricco, i soldi sono pezzi di carta con cui si possono comprare oggetti di consumo al mercato. In questo modo siamo solo clienti. Perfino un milionario è solo un cliente e niente di più. E in un paese povero? In un paese povero, i soldi sono una stupida barriera, bizzarra e spesso fiorente, che separa da qualsiasi altra cosa”. L’altro è il tema fondamentale di “Ebano”, l’altro come ricchezza. Qualunque scrittura non può sottrarsi dal rispondere almeno a una delle domande note con la regola delle cinque W. Oppure a porre almeno una di quelle domande. Ora non posso e non voglio più dire di domande e risposte. Ognuno ha le proprie. Spesso ignoriamo quelle altrui. Quelle che aprono all’occhio la via dell’anima. E indicano la via del fare. Qui e adesso. O così dovrebbe essere. LEGGETE QUESTO LIBRO! Ché basta una lettura e poco altro per vivere bene. Sottraete gente. Sottraete.

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