Poco
più di venti minuti per scrivere un pezzo. Vediamo un po’. Amo dire di quel che
intorno c’è. Di quel che mi sfiora. Di quel che mi tocca. Di quel che mi scava
dentro. Di questo (ma anche d’altro) amo dire. E scrivere. Ché (soprattutto)
questo sento. Ché (amo) questo ascolto. Ché poi è questo che sfioro, tocco e
penetro. Stamane –tra l’altro- pensavo al Botswana, al suo miracolo, ai suoi
animali, alla sua gente, ai suoi corsi d’acqua, al suo deserto, al suo essere
senza mare... Ho viaggiato con gli occhi e con la mente in quella terra… E ho
creduto d’esserci. Forse, in realtà, c’ero. Come liberare voce nel cielo. In
quel suo infinito cielo bianco, traversato dal Tropico del Capricorno. Anche se
il mio (tropico) appartiene a quello del Cancro. Henry Miller non c’entra
niente. O, forse, sì. Soltanto un po’. Ché –gira e rigira- c’è sempre un libro
sullo sfondo dei giorni. Ché –gira e rigira- c’è sempre un giorno sullo sfondo
di ogni libro. Stavolta si tratta di un libro umido. No, ve l’ho già detto,
Henry non c’entra. E neppure Anaïs. Anche se questione d’un umore è. Ché il
libro di cui ho appena letto l’ultima pagina trasuda umori per duecentotrentacinque
fogli inchiostrati di parole semplici. E il giallo, misto all’ocra all’arancio
al rosso al verde che si stagliano sull’assente-presente azzurro, inizia sin
dall’inconfondibile copertina -animata dal disegno etnico africano- da sembrare
quasi un batik. Ossia altro. Come tutte le copertine dei libri di questo
Autore. Sempre una nuova esplosione di colori presi in prestito da quello
sconfinato Sud. E di libri Alexander McCall Smith, meglio identificato come
Alexander (R.A.E.) “Sandy” MaCall Smith, ne ha pubblicati, sin’ora, una
sessantina (compresi quelli per ragazzi e una manciata di testi accademici).
Ché “Sandy” è scrittore, ma anche giurista (specializzato in diritto applicato
alla medicina e alla bioetica). Ho già letto qualche suo libro. Piacevolmente.
Di uno (“Scarpe azzurre e felicità”) ho già scritto su queste pagine poco meno
di due anni fa. Quello che ho chiuso ora, invece, è “Le lacrime della giraffa”,
dove il genere (“giallo”) è, tanto per sfuggire all’omologazione, soltanto un
pretesto per raccontare altro. Quella Terra, madre di tutte le Terre e di chi
le abita, dove nulla è scontato e già tesserne trame costituisce di per sé un
mistero più grande di qualunque intrigo letterario inventato. Sicché il
“giallo” perde consistenza nel quotidiano esistere e nei suoi ordinari
problemi, ma –nel contempo- si rimane rapiti da quel primigenio mistero ch’è
l’Africa. La narrazione scorre come solo una scrittura semplice -ma mai
semplicistica- può e possiede il ritmo di chi sa far parlare ogni personaggio con
la misuratezza o l’eccessività proprie del personaggio stesso, riuscendo a
accordare le voci di ognuno nel canto corale della storia descritta, poiché ne
conosce lo spartito musicale (“Sandy” è appassionato di musica, ha co-fondato
la “Really Terrible Orchestra”, di Edimburgo, con la quale dà fiato al suo
fagotto). Protagonista indiscussa del romanzo è, una volta ancora, la signora
Precious Ramotswe, titolare e fondatrice della Ladies’ Detective Agency N. 1,
ma intorno a lei “Sandy” fa muovere una ricca e variegata galleria di
personaggi, nessuno dei quali passa inosservato. Tra i casi di cui la signora
Ramotswe si occupa in questa vicenda, tutti un po’ banali (ma non per questo
meno interessanti: ché l’originalità sta nella soluzione…), ce n’è uno principale:
quello di un ragazzo americano scomparso in Botswana… Com’è mio solito e com’è
ovvio (…), non aggiungerò altro sul punto, tranne che la soluzione del caso
sarà nel luogo natìo dello scrittore, ossia a Bulawayo, nello Zimbabwe, dove la
signora Ramotswe si reca col suo inseparabile furgoncino bianco (un pick-up) da
Gaborone (nel confinante Botswana). In questo, come negli altri libri di
“Sandy” che ho letto, la geografia è importante. Meglio: sono importanti i
luoghi. L’ambientazione, intendo. E Alexander MaCall Smith i luoghi in cui si
snoda la trama dei suoi romanzi la descrive accuratamente, ma senza alcun
appesantimento della narrazione. Ciò ch’è ancor più decisivo per un “giallo”.
Il lettore vede i personaggi dinamicamente nella storia, li vede agire sulla
strada, come nell’ufficio o nel Kalahari… e viaggia insieme a loro. Toccandone
i luoghi. Annusandone gli odori. Percependone i sapori… Questo libro, come gli
altri libri di “Sandy” che ho letto, oltre tutto, è ricco d’informazioni e
–soprattutto- dà modo di accostarsi a un’altra delle tante realtà africane,
diversa da quelle paradisiache (costruite ad hoc) offerte delle agenzie
turistiche e da quelle crude (e più oggettive) descritte da Kapuściński, sì che
il caleidoscopio s’allarga e si può aggiungere un altro tassello alla personale
conoscenza del “luogo dei luoghi”. Se muoverò le natiche sarà per toccarlo
ancora. E respirarlo. E stare. I venti minuti sono passati da un pezzo, ormai.
Ma ho fatto anche altro. Compresi altri incontri. Tra cui quello con un
erotomane perduto. Che non so ancora se si ritroverà. Se troverà quel che cerca. Ma quel che più mi
ha soddisfatto è sapere che (come me) la signora Ramotswe “preparò i resoconti
per l’imminente scadenza fiscale. Quell’anno non aveva fatto grandi guadagni,
ma non ci aveva neanche perso, ed era stata bene, coinvolta in casi
interessanti. Per lei questo contava molto di più che un bilancio decisamente
in attivo. In realtà, pensava, il bilancio annuale dovrebbe includere la voce
, accanto a spese, ricevute e tutto il resto. Nel suo
rendiconto, quella cifra sarebbe stata rilevante, pensò”. Volete sapere perché?
Leggetevi questo libro. Poi, fate i vostri stramaledetti conti. Forse,
congiuntura del cazzo (che –a ben vedere- dura da decenni e ha sempre le stesse
parole politichesi che non significano ormai niente…) a parte, stavolta
troverete (anche) un sorriso… Ah, dimenticavo, se avete trentatré minuti e
ventitré secondi di tempo, ascoltatevi “Don’t Ever Let Nobody Drag Your Spirit
Down” (di Eric Bibb, Rory Block & Maria Muldaur). Perché? Non lo so. A
volte, è inutile cercare la risposta a un interrogativo. Perché? Semplice: ci
sono domande che non hanno risposte!
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sabato 16 giugno 2012
In libreria dal 21 giugno 2012 La casa sul fiume di Penny Hancock. Traduzione di Elena De Giorgi (Time Crime – Fanucci)
Esordio noir teso e denso, forte di una bellissima contestualizzazione in cui l’acqua, il fiume, le correnti sono così presenti da
condividere con Sonia a Jez il ruolo di protagonista. La storia, narrata in
prima persona da Sonia, la protagonista, fa sì che il lettore viva dall’interno
i dissidi, le contraddizioni, i sogni, i ricordi di questa donna che, nella sua
follia, è così disperatamente “normale”, così simile alla moltitudine di mogli
e madri sospese tra la quotidianità di un’esistenza apparentemente senza
scossoni e gli urti di una frustrazione sempre latente che qui, d’un tratto,
diventa tanto urgente da cancellare ogni cosa, famiglia, affetti, equilibrio
mentale. Di più: il contesto più ampio che ruota intorno alla protagonista è
una camera d’echi di tutto quello che sostanzia, da sempre, il dolore
“clandestino” delle donne: un dolore fatto di tutto e niente, di vite spese in
riti sempre uguali, di incomunicabilità mai risolte affogate in piccole e
grandi sbornie solitarie, di figli e mariti e amici sempre presenti e mai
realmente conosciuti.
Greenwich, Londra. In un freddo pomeriggio di febbraio
Sonia, 43 anni, apre la porta di casa (una vecchia, splendida magione che si
affaccia sul Tamigi e che lei ama definire, da sempre, “the River House”) e
lasciando entrare Jez, 15 anni, amico del figlio e nipote di una sua cara amica. Il ragazzo
viene per un motivo qualsiasi (vorrebbe vedere un raro disco di vinile del
marito di Sonia, Greg, che al momento non è in casa), ha intenzione di restare
in casa una mezzora o poco più. Non ne
uscirà più. Con una progressione
geometrica, un passo dopo l’altro, senza che ci sia nulla di prestabilito,
Sonia inizia a far sì che il momento in cui il ragazzo lascerà the River House
venga via via rimandato: inizialmente è una piccola sbornia innocente che si
prendono insieme, poi diverrà una pratica quotidiana fatta di sonniferi sciolti
nelle bevande, di una lunga reclusione nel garage (evidentemente, semi
abbandonato) nel cortile antistante, di legacci che tengono Jez stretto alla
spalliera del letto. Il ragazzo non sa
cosa pensare: Sonia nutre per lui un’attrazione fisica che è ha una forte
componente materna; sostiene di volerlo proteggere, lo coccola, lo nutre con
delizie sempre nuove, continua ad affermare che presto lo lascerà andare, che
il tutto è una specie di gioco a termine. Il ragazzo non ha tuttavia alcuna
voglia di partecipare: ma non ha scelta, Sonia ha fatto sparire il suo
cellulare, lui non ha modo di contattare nessuno, quando il marito e il figlio
della donna sono in casa si ritrova recluso nel freddo e nel buio del garage.
Si ammala, rischia di morire; poi, grazie
alle amorevoli (ma ossessive, asfissianti) cure della protagonista, il suo
stato di salute migliorerà. Nel
frattempo, le indagini sulla scomparsa del ragazza si serrano in cerchio
intorno alla River House: ma sarà Helen, la zia di Jez, la sola a pagare per
una verità che la donna non ha ancora messo a fuoco. Un giorno va a trovare
Sonia e trova una t-shirt del ragazzo, realizza cosa sta accadendo, e paga con
la vita. Sonia uccide Helen, e ne fa scomparire il corpo tra le gelide correnti
del fiume (un fiume che conosce bene, che è stato il leitmotiv della sua
infanzia lì, in quella casa che si affaccia sull’argine); ma le indagini
continuano, il cerchio si fa ancora più serrato.
Il finale è sorprendente: tutto lascerebbe pensare che il
ragazzo morirà o verrà liberato in tempo, tertium non datur: e invece Sonia lo
lascerà andare (dopo averne preso un calco in gesso, così da serbarne,
tangibilmente, la memoria), e si
consegnerà poi al suo destino, le accuse, l’arresto, la detenzione in un
istituto psichiatrico. Penny Hancock, logopedista in una scuola elementare di
Londra, vive a Cambridge con il marito e i tre figli. La casa sul fiume, suo
romanzo d’esordio, verrà tradotto in dieci paesi; i diritti cinematografici e
televisivi sono stati acquisiti dalla Festival Films.
«La sola cosa che conta, la sola cosa che vale la pena
raccontare, è l’interiorità dei personaggi, cosa accade sotto la superficie.
Scrivere è un’immersione nel profondo: niente di più e niente di meno.» (Penny
Hancock)
11-12 Luglio 2012 – Asfalto Teatro presenta: LE BAGATELLE DI MISTER MACBETH. Da Shakespeare a Céline. Lecce, Teatro Paisiello
TEATRO PAISIELLO – Lecce 11 e 12 Luglio 2012 –
ore 21.00. Regia: Aldo Autieri. Aiuto
regia: Davide Morgagni. Con: Aldo Augieri, Mariela Cafazzo, Andrea Cariglia,
Toto’ Del Popolo, Davide Morgagni, Maria Chiara Provenzano, Manuela Tondo. Scenografia: Daniele Sciolti e Antonio
Cazzato. Costumista: Fiamma Benvignati.
Luci: Musiclub. Rumoristica: Andrea Cariglia. Tecnico del suono: Emanuele
Autieri. Trucco: Bianca Sitzia.
Note di regia: L’OPERAZIONE BAGATELLA, VERA E
PROPRIA OPERAZIONE CHIRURGICA SUL CORPO CADAVERICO DEL TESTO SHAKESPEARIANO,
NASCE DAL DESIDERIO DI VOLER MASSACRARE I FLUSSI MALEFICI E INCANTATORI CHE
IMPRIGIONANO IL CORPO SCENICO – CHE LO CONDANNANO ALL’ESECUZIONE E ALLA RAPPRESENTAZIONE
SOCIALE DEL SENSO E ALLA SUA VOLONTÀ DI CONSENSO
– CHE COS’È UN CORPO CADAVERICO??
– CHE COS’È UN CORPO ATTRAVERSATO DA UNA CRISI
INFINITA??
– E ANCORA COSA C’È DI PIACEVOLE NELL’IMBOCCARE
UN VICOLO CIECO??
LA TRASFUSIONE DI SANGUE CÉLINIANO NEL CORPO
SHAKESPEARE, È TRASFUSIONE RITMICA, ELETTRICA, CHE SCUOTE E LIBERA
L’ATTORIALITÀ DAL SONNAMBULISMO DISPOTICO DEL LINGUAGGIO E DAI SUOI MECCANISMI,
DAI SUOI COMPLOTTI, CHE NE AMPLIFICA LE POTENZE PARANOICHE DEL FARNETICO,
RENDENDO VISIBILI LE FORZE DEPRESSIVE CHE LO GOVERNANO.
INFO
cell. 338.24.33.222 – 329.97.41.727
asfaltoteatro@libero.it
Prevendite presso:
Museo del Teatro Romano, via degli Ammirati, tel.
0832/279196 (dal lun. al sab., dalle 9.30 alle 13.30)
Shulùq, via Palmieri 37/A, tel. 0832/242284
(tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 17.00 alle 22.00)
Costi biglietti:
Intero 12 €
Ridotto studenti 8 €
Loggione 8 €
(Si informano gli spettatori che il teatro è
dotato di impianto di climatizzazione/aria condizionata)
venerdì 15 giugno 2012
UFOs in Wartime: What They Didn't Want You To Know by Mack Maloney (Berkley)
“Although often written off as myths, UFOs are
found in Renaissance Art, on ancient coins, etched on cave walls-and even
reported in the Bible. Even more surprising is when they are documented most:
in times of war. These sightings are made by high ranking officials, soldiers,
and newsreporters. Why do these sightings spike so drastically during wartime?
Could it be mistaken aircraft? Or is someone-or something- looking in on us?”
IRON MAN & I VENDICATORI ACCADEMIA 51 (Marvel – Panini Comics)
FEAR ITSELF EPILOGO 3 Il Serpente e i Valorosi sono stati sconfitti, ma
l’ondata di Paura ha lasciato profonde ferite e cumuli di macerie. Parigi,
lapiù viva città del mondo, è un museo di statue immobili. È il momento di
ricostruire: un lavoro per Tony Stark! Di Matt Fraction & Salvador Larroca.
Tornano i Vendicatori di domani, ed è un nuovo inizio per Avengers: Academy di
Gage & Chen.
Gyakuten! Ippatsuman
Gyakuten! Ippatsuman è una serie anime giapponese del 1982, composta da 58 episodi prodotta dalla Tatsunoko Productions
AC/DC - Highway To Hell
Music video by AC/DC performing Highway To Hell. (C) 2010 Leidseplein Presse B.V.
IN LIBRERIA: “Angeli dimenticati” (Youcanprint) di Nicola Capecchi
Un
terribile incidente ferroviario. La
Freccia del Nord A 407 proveniente da Setterville e diretto a
Blow City, precipita per cause misteriose in un canyon. Muoiono circa 300
persone. Poco distante dal luogo dell’incidente si trova una piccola cittadina,
Busyville, dove il Tempo pare si sia fermato chissà da quanto. Marc Rosendale,
avvocato in carriera sull’orlo di un forte esaurimento nervoso, torna dopo più
di trent’anni a Busyville dalla sua famiglia, un po’ per ritrovare se stesso,
un po’ per nostalgia. Qui nulla sembra essere cambiato, ma circolano voci, a
causa di una serie di suicidi inspiegabili, che quella città sia un posto
maledetto. Solo voci? Marc intende andare a fondo sulla questione, e quello che
scoprirà andrà oltre i limiti dell’umana comprensione…
“Marc,
su consiglio del proprio psichiatra, si concede una vacanza dal lavoro per
riposarsi. Egli sceglie di tornare al suo paese natale per rivedere i suoi
genitori, che non vede da trenta lunghi anni. Busyville è una piccola città con
pochissimi abitanti, rimasta ferma a trenta anni prima, chiusa al mondo esterno
progredito, per vivere in una voluta e ostinata vecchia cultura. Una cittadina
di gente per bene e caratterizzata da una grande tranquillità. Ma ben presto
Marc si renderà conto che si tratta di una tranquillità del tutto apparente,
quando in città cominceranno a verificarsi strani fenomeni, nei quali si
troverà personalmente coinvolto. Quali misteri si nascondono all’interno di
questa apparentemente tranquilla cittadina? Cosa troverà Marc indagando su
quanto sta accadendo?
Marc
troverà anche l’amore in città, un amore bellissimo, forte e puro, un amore che
andrà oltre ogni difficoltà, un amore che andrà oltre la morte.”
“Angeli
Dimenticati” (Youcanprint) di Nicola Capecchi, Narrativa, pag. 212, ISBN:
9788866185482
Skerk – I Vini del Carso
“La
famiglia e la tradizione – “Boris Skerk e la sua famiglia, nell'antica intesa
tra l'uomo e la natura, si dedicano con un profondo senso d'appartenenza al
territorio alla coltivazione dei vitigni ad alta densità e, prendendo spunto
dalle antiche tecniche di viticoltura, si orientano verso la coltivazione di
quelle varietà autoctone, quali Terrano, Vitovska e Malvasia, che hanno
dimostrato nei secoli di essere in grado di assicurare i migliori risultati in
tale terra e clima.
Il
vigneto - La vite , presente da secoli sul Carso, conferisce ai luoghi e alla
gente che la circonda una forte senso d'appartenenza a questa terra.
La
cantina - Grazie al progressivo affinamento in vigna, alla sapiente selezione
delle uve ed un'attenta vinificazione in cantina, che essendo completamente
scavata nella pietra calcarea è in grado di assicurare il giusto equilibrio tra
umidità e temperatura, tali vini ritrovano la propria massima espressione ed
acquistano un carattere unico ed originale.”
LA MANDRAGOLA di Niccolò Machivelli. Intervento di Vittoria Coppola
È stimata tanto da essere
ritenuta la commedia per eccellenza del teatro del '500. Composta da un prologo
e cinque atti, propone una satira potente sulla corruttibilità della società
italiana dell'epoca. La Mandragola è stata
scritta dal Machiavelli durante l'esilio seguito alla condanna di complotto
contro i Medici ed è stata pubblicata per la prima volta nel 1524. All'interno dell'opera
viene descritta una società dominata da calcolo e meschinità. Lo stile ed il
linguaggio di Machiavelli sono molto vicini a quelli del Boccaccio e delle sue
novelle cariche di beffa. Non mancano di certo frasi fatte e modi proverbiali. Sebbene
l'autore descriva la sua società in modo tagliente e disilluso, dalla commedia
emerge il suo lato più giocoso, seppur non in maniera lampante. La storia si
svolge a Firenze. Narra di un marito sciocco ed una moglie ingenua, entrambi
gabbati da un giovane dedito ai piaceri della vita - innamorato di lei – che,
con la complicità di più di una persona, arriva a conquistare il cuore
dell'amata. C'è molta amarezza ed ossessione all'interno delle pagine di
quest'opera rinascimentale ed ogni singolo protagonista è come accecato dagli
istinti primordiali, a discapito di qualsivoglia valore morale. A vantaggio,
spesso e volentieri, persino della pura follia.
Editore: BUR (collana Classici)
Curatore : R. Rinaldi.
Il professor Fumagalli e altre figure di Giampiero Neri (Mondadori). Intervento di Nunzio Festa
Giampiero Neri è memoria personale, poesia del ricordo
individuale che supera il dramma dell'approccio al sistema collettivo delle
affezioni a quel che è stato. "Il professor Fumagalli e altre
figure", ultima prova letteraria del Pontiggia, insomma, è l'ennesimo
elemento a favore della tesi appena esposta; e basteresse scomodare soltanto il
primo pezzo del titolo, per intenderci. Non è vero che siamo al poemetto in
prosa, dunque, proprio perché il Fumagalli non è che figura della figura.
Passaggio naturali dei versi e non naturale passaggio nel verso. E lo si
capisce benissimo quando troviamo le liriche 'dedicate' e vissute al e dal
fratello Giuseppe. Prima d'incontrare, in un certo senso e secondo un
determinato approccio, la ragione politica della poesia di Neri. Che sappiamo
somigliare, fortemente, tanto che in quest'opera il concetto è persino ribadito
quanto sublimato, al motivo ideale che è alla base dello Stato Svizzera. Al
pari dei più grandi, parimenti odiato dai critici più intransigenti e adoranti
delle categorie, Giampiero Neri non trova spazio nelle classiche schiere dei
formati confini di stilistica e principio d'appartenenza. Perché la poesia di
Neri è d'antilirismo come d'istintiva dedizione al discorso poetico: punti,
evidentemente, che potrebbero sembrare antitetici, proprio, ma che alla fine ci
danno l'originalità e l'unicità del poeta nato a Erba. Non è vero, infine, che
Neri si disinteressi all'universale e all'etico. Ché, al contrario, il sistema
poetico di Neri addirittura cresce e si immedesima nei rivoli di quelle storie
che sono posizioni spazio-temporali del nostro retroterra. Tra fascimo e
Rivoluzione Francesce, per dire.
In libreria dal 21 giugno 2012 "La trilogia nera" di Dave Zeltserman. Traduzione di Marta Dilani (TimeCrime – Fanucci)
Una trilogia di hardboiled brutali e irriverenti per tre
scalcagnati, indimenticabili antieroi: Zeltserman si è guadagnato, di diritto,
un posto d’onore nel sanguinoso Pantheon del crime.
Contea di Bradley,
Vermont. L’ex poliziotto Joe Denton ha appena finito di scontare sette
anni per il tentato omicidio del procuratore distrettuale. Si illude di aver chiuso
con il passato, con la violenza, la droga e le scommesse: ma un crimine di quel
genere è impossibile da dimenticare.
Kyle Nevin è invece un “bravo
ragazzo”, gestisce gli affari nei
quartieri a sud di Boston. Ammazza solo se costretto, non pesta i piedi a
nessuno: eppure Red Mahoney, il suo boss, lo vende all’FBI. Quando Nevin esce di galera ha quindi una
sola cosa in mente: fare a pezzi Red. Per racimolare qualche dollaro organizza
un rapimento, ma niente va come dovrebbe…
Nè la fortuna sorride a Leonard March, sgherro “storico” del
mafioso Sal Lombard. Quando dopo
quattordici anni le porte del carcere
gli si aprono davanti, per mettere insieme due pasti caldi al giorno si
ritrova a pulire gabinetti. Non sarebbe poi così male, per uno che ha sessantadue
anni e ventotto omicidi sulla
coscienza: ma si ci si può reinventare
una vita “normale” quando là fuori tutti vogliono la tua testa?
Dave Zeltserman è nato a Boston nel 1959. Laureato in
matematica, ha lavorato per venticinque anni nello sviluppo di software per
grandi aziende di comunicazione. Nel 2004, in seguito alla pubblicazione del suo
primo romanzo, Fast Lane, ha deciso di dedicarsi alla crime fiction e alla
pratica del kung fu. Per Fanucci Editore ha pubblicato Piccoli crimini (2010),
con cui si apre la pluripremiata trilogia del “bastardo uscito di prigione” di
cui La vera storia di Kyle Nevin
costituisce il secondo volume e Killer il terzo.
«Ho deciso di raccontare le imprese dei miei “bastardi
usciti di prigione” in prima persona perché sono tutti e tre totalmente
inaffidabili. Se non li avessi fatti parlare con la propria voce ci avrebbero
raccontato solo un mucchio di balle.» (Dave Zeltserman)
giovedì 14 giugno 2012
The Day After Roswell by Philip Corso (Pocket Book)
“A landmark expose firmly
grounded in fact, The Day After Roswell ends the decades-old controversy
surrounding the mysterious crash of an unidentified aircraft at Roswell, New
Mexico, in 1947. Backed by documents newly
declassified through the Freedom of Information Act, Colonel Philip J. Corso
(Ret.), a member of President Eisenhower's National Security Council and former
head of the Foreign Technology Desk at the U.S. Army's Research &
Development department, has come forward to reveal his personal stewardship of alien
artifacts from the Roswell crash. He tells us how he spearheaded the Army's
reverse-engineering project that led to today's: Integrated circuit chips; fiber
optics; lasers; super-tenacity fibers … and
"seeded" the Roswell
alien technology to giants of American industry. Laying bare the U.S.
government's shocking role in the Roswell incident -- what was found, the
cover-up, and how they used alien artifacts to change the course of
twentieth-century history -- The Day After Roswell is an extraordinary memoir
that not only forces us to reconsider the past, but also our role in the
universe.”
GLI INCREDIBILI X-MEN 264 METAL VARIANT EDITION (Marvel – Panini Comics)
Regenesis! Con Scisma e Wolverine e gli X-Men 1 è terminato un capitolo
della storia degli X-Men e ora Kieron Gillen, Greg Land & Carlos Pacheco
inaugurano una nuova era per gli X-abitanti di Utopia. Inoltre, le nuove
avventure di Generation Hope per un albo che vede l’esordio della nuova serie
di Uncanny X-Men. Per l’occasione, una versione variant metallizzata! 17x26,
S., 80 pp.,col. Contiene:
Uncanny X-Men #544, Uncanny X-Men (new series) #1 e Generation Hope #12
Chouja Reideen (Reideen the Superior)
Reideen (REIDEEN - Raidīn) è un remake di una serie televisiva di animazione giapponese del 1975. È stato prodotto da Production IG e diretto da Mitsuru Hongo.
Rapper Big Pooh - Medicine Man produced by Family Biz Ent. directed by Kent Willard
1st single off of Dirty Pretty Things, Rapper Big Pooh's official sophomore solo album. Produced by Family Biz Ent out of Chicago.
I GIARDINI DI RAVELLO
“L’azienda “I
Giardini di Ravello” è stata fondata nel 1991 con l’intento di trasformare in
eccellente liquore i limoni della Costiera Amalfitana secondo ricette
tramandate per secoli dalla tradizione contadina. Il limoncello, anche se con
nome diverso, “ Rosolino al limone”, viene citato su testi risalenti al 1400.
Il metodo di lavorazione per la produzione del nostro limoncello è ancora
quello di un tempo: selezioniamo i limoni migliori, li raccogliamo e li
trasformiamo in liquore dal gusto inconfondibile. La sbucciatura dei limoni è
ancora manuale e gli ingredienti sono gli stessi delle antiche ricette: zucchero, alcool, acqua e bucce di limoni.
Accanto al limoncello, sempre seguendo ricette del luogo tramandate per
generazioni, produciamo altri liquori, marmellate ed olio utilizzando frutti ed
erbe della Divina Costiera. I prodotti cui si è appena fatto cenno sono: il
liquore di finocchietto, arancia, alloro, mirto, mandarino, fragolino di bosco,
l’olio extravergine di oliva e l’olio aromatizzato, le marmellate di limone,
arance e fichi ed altre. L’esigenza di soddisfare una sempre più ampia
clientela ci ha indotti all’attuazione di un continuo ampliamento della gamma
di prodotti con i babà al limoncello, il liquore di liquirizia e le creme al
limone, al melone, di fragola e il liquore Concerto. Il nostro obiettivo è
stato ed è ancora oggi quello di far conoscere non solo sul mercato nazionale
ma anche estero prodotti dal gusto e dalla genuinità inconfondibile.”
Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze … intervento di Vito Antonio Conte
Avevo lasciato
l’ingombrante volume di istituzioni di diritto privato sul tavolino che usavo
come scrivania, insieme a tutto il resto. La tazza di caffè vuota. Due
pieghevoli di altrettanti imminenti eventi culturali: una session jazz al
Fermoposta e un nonricordopiù a teatro. Una lattina di arachidi riciclata come
portapenne piena di biro e matite rosse e blu. L’ultimo carteggio d’amore.
Radici di liquirizia. Un blocco di carta per appunti. Altre cianfrusaglie. E
una vecchia fotografia di David Doyle che non smetteva mai di guardarmi. Lei in
B&N di fronte a me. Ne avevo abbastanza. E mi doleva lo stomaco. Dovevo
camminare per non vomitare. Respirando. Inspiravo. Mandavo giù fino allo
stomaco. Trattenevo. Facevo tre passi e buttavo fuori. Così, da via D’Azeglio,
superando il cine d’essai e poi il ponte su quella pisciata di torrente che
chiamavano fiume, giunsi in piazza Garibaldi e da lì, costeggiando un po’ di
medioevo, scesi nella piazza dove la cattedrale e il battistero si guardano di
sbieco. Sedetti sui gradini del negozietto di souvenir adiacente la chiesa e mi
accesi una enneottanta. Non era una Marlboro, ma se anche lo fosse stata non
sarebbe bastata. Il sole era assente. Come altro. Il profumo di brodo di
cappelletti indicava un’ora prossima a quella di pranzo. Mi alzai. Il dolore
era sceso al ventre. Rimisi in moto le mie adidas consunte e mi trovai di
fronte a una libreria. Credo fosse la Rizzoli. Entrai.
Iniziai a girare tra gli scaffali. Notai, orizzontale tra tanti verticali,
appoggiato su una mensola, un libriccino di colore giallo, del quale già ho
fatto altre parole. Sulla copertina era scritto, in inchiostro nero, con un bel
carattere, “Los Angeles 462-0614. Poesie”. Lo presi. Lessi l’intera copertina.
In alto, in corsivo, era scritto “il labirinto”. Poi, Charles Bukowski. Sotto
il nome dell’autore, il titolo che ho detto (il numero di telefono
dell’autore), e a piè di pagina la casa editrice (Savelli). Era il 1982. Portai
il libro alla cassa, con la sensazione di aver trovato quel che cercavo. Pagai
e uscii. Risalii sino al mercato delle erbe, trovai altri gradini, mi sedetti,
mi accesi un’altra puzzolente sigarette di quelle e iniziai a leggere. Era quel
che cercavo. Parole che non erano soltanto parole. Lenivano il dolore e
carezzavano la pelle. Stetti meglio. Quello è stato il mio incontro con Hank.
Da allora non ho più smesso di leggerlo. E di amarlo. E quando ne ho abbastanza
di scrittori e presunti tali, di poeti e presunti tali, di critici e presunti
tali, di tutto quel che non è e fa di tutto per apparire, quando ne ho le palle
piene di tutto l’inutile rumore d’intorno, quando non sopporto più tutto il
silenzio, quando il lecchinaggio che chiamano letteratura supera l’orlo, quando
sento incensare l’arte per farne soldi in culo all’autentica necessità di
creare, quando la bellezza viene spudoratamente insultata in nome di chissà
quale cazzo di novità, insomma quando sparirei per non morire di coglionate,
allora il buon vecchio Henry sa farmi compagnia. Adesso, mi parla ancora della
sua vita e della sua immaginazione traverso le pagine di “Absence of the hero”,
stupidamente tradotto per finalità commerciali “Scrivo poesie solo per portarmi
a letto le ragazze” (Feltrinelli, 2012, pagine 312, € 17,00). L’immensa mole di
“scrittura” di Bukowski mi rassicura: ci sarà sempre qualcosa di suo che potrò
leggere per non finire di leggere. Ché, ogni volta, dopo di lui, posso
ricominciare. Ché scrivere versi non è uno stolto titolo. Ché fare poesia non è
pappagallare. Ché trovare parole per dire l’andare e lo stare non è esercizio
di qualunque cosa pensiate. Non è tante altre cose. È urgenza. È resistenza. È
cercare di esistere senza sopravvivere. È tante altre cose. Ché “L’atto di
scrivere la Parola
è un atto miracoloso, la grazia salvatrice, la fortuna, la musica, quello che
fa andare avanti”. E questa non è una recensione. È testimonianza! Se v’importa
qualcosa di vivere, leggete… Se, invece, v’importa apparire informatevi
sull’ultima “notizia” che riguarda Belen (citata in tribunale dalla sua colf).
Potrete farne discorso coi vostri amici. Potrei dirvi che ho fatto l’amore con
Belen, ma sarebbe fantasia sprecata. Ma lui l’ha scopata. Ne sono certo!
“Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” edito da Kurumuny a Cannole
Sabato 16 giugno 2012 alle ore
20,30 presso la Pro Loco
di Cannole (Le) in via Cesare Battisti ci sarà la presentazione del booklet con
doppio cd “Ricci i tuoi capelli, arie e
canti popolari di Cannole” edito da Kurumuny con contributi critici di LUIGI
CHIRIATTI, CIRO DE ROSA, SALVATORE ESPOSITO, RAFFAELE CRISTIAN PALANO, ADRIANA
BENEDETTA PETRACHI. È previsto il saluto del sindaco Adriana Benedetta Petrachi
e a seguire gli interventi di Luigi Chiriatti; Salvatore Esposito; Raffaele
Cristian Palano. Al termine del dibattito ci sarà l’intervento-performance
musicale a cura delle cantrici di Cannole.
“Ricci i tuoi capelli – Arie e
canti popolari di Cannole” aggiunge un ulteriore tassello nel percorso di
ricerca musicale al quale la casa editrice salentina Kurumuny, con assiduità,
dedica parte del suo ricco catalogo; basti pensare ad uscite recenti come
“Corimondo”, “Canti e suoni della tradizione di Carpino”, “Uccio Aloisi il
Canto della Terra”, “Uccio Bandello la
Voce della Tradizione”, dove la formula del booklet+cd reinventa
la trasmissione della tradizione.
“Ricci i tuoi capelli” dà voce a
un canto tutto al femminile. La maggior parte del repertorio presente in questo
lavoro è rappresentato dai canti diffusi in tutta la Penisola e questo
elemento conferma, ancora una volta, come la poesia popolare e la sua musica,
che toccano corde del sentire comune, sono conosciute ovunque, appartengono a
tutti e suscitano uguali sentimenti anche se il “modo” di esecuzione assume
caratteristiche diverse e le fanno appartenere al luogo e al tempo in cui
vengono eseguiti. Al centro dell’indagine che ha dato vita a questa
pubblicazione è la voce che è corporeità, spessore, timbro, calore
comunicativo, e che si fa mezzo per riannodare i fili della memoria, per
narrare, testimoniare. I canti a sole voci di questa raccolta possiedono una
marcata valenza emozionale: sono storie più o meno conosciute, che raccontano
dell’amore, della fatica del lavoro, delle relazioni sociali, della
quotidianità, dell’emigrazione, della lontananza.
Il cantare di queste donne è
giocoso e nudo, senza orpelli e senza palchi e riflettori, un cantare distante
dai codici spettacolari che è il segno di quanto l’analisi della pluralità
sonora salentina non possa darsi del tutto completata e riveli ancora tesori, al
di là del mare, sole, mieru (vino) e pizzica, giustamente celebrati, ma più
spesso spacciati e consumati con superficialità. Il volume è corredato da due
Cd che contengono un’antologia di brani scelti, per un totale di 42 tracce
Il Cd “Ricci i tuoi capelli, arie e canti popolari di Cannole” è
promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV”
ed è patrocinato dalla Provincia di Lecce, dall’Istituto Diego Carpitella e dal
Comune di Cannole.
L’Antrum Draconis di Davide Striani
L’Ordo Equestris Templi Arcadia e la Libreria Palmieri
di Lecce organizzano la prima personale di grafica del giovanissimo esordiente
nel mondo dell’arte Davide Striani che presenta oltre 10 tavole a tecnica mista
nella mostra dal titolo “Antrum Draconis – la caverna del drago”. Le opere
saranno visibili dal 15 al 20 giugno 2012 presso la Libreria Palmieri
a Lecce in via Via Salvatore Trinchese, 62°. L’inaugurazione è prevista per
venerdì 15 giugno 2012 alle ore 19,00 presso la Libreria Palmieri.
Presenteranno il leccese Davide Striani
l’artista Paola Scialpi, il Presidente dell’Ordo Equestris Templi
Arcadia Valentino Zanzarella, il Vice-Presidente dell’Ordo Equestris Templi
Arcadia Eleonora Sorrento, Anna e Daniela Palmieri titolari della libreria
omonima. Verrà illustrato un percorso di lettura e di approfondimento di alcuni
tra gli autori storici e contemporanei del fantasy da Tolkien a Lara Manni, per
viaggiare sulle ali del fantastico e del sovrannaturale. Le opere di Striani
attingono al mondo del fantasy ovvero a quel genere letterario nato
nell'ottocento, i cui elementi dominanti sono la mitologia, il soprannaturale,
il surreale, l'allegoria, la metafora, il simbolo. In questo genere rientrano
quelle storie di letteratura dove gli elementi fantastici non vengono descritti
in maniera scientifica. Dalla letteratura il fantasy ha contaminato il cinema,
i giochi di ruolo, quindi i fumetti, i librogame, la televisione, la radio ed i
videogiochi. Nelle arti figurative è rappresentata soprattutto
dall'illustrazione fantasy legata al mercato editoriale. Ed è proprio seguendo
queste indicazioni che si materializzano le grafiche presentate dal giovane
leccese, che presenta al pubblico una serie di elementi iconografici che
attingono alla mitologia nordica, e a tutta una serie di rappresentazioni di
creature fantastiche che riportano alla mente i capolavori di J.R.R. Tolkien
nella saga del Signore degli Anelli, o in quella del maghetto Harry Potter
creato dalla Rowling. Aspetto ancora più intrigante dei lavori di Striani è che
frequenti possono individuarsi elementi propri di una cultura esoterica.
mercoledì 13 giugno 2012
Need to Know: UFOs, the Military, and Intelligence by Timothy Good (Pegasus)
“Fact: In 1945, the US
military recovered an alien spacecraft. Fact: The United States shot down several
flying disks in the late 1940s, a period marked by an unprecedented wave of
unexplained aircraft crashes. The facts have continued only to mount over the
past six decades in the classified files of military and intelligence agencies
worldwide. Pilots the world over have reported incidents with UFOs that have
often been accompanied by electrical interference and communications
difficulties. UFOs have prompted more secrecy and security-and deception-than
any other concern ever on the part of military specialists and intelligence
chiefs around the world. An acknowledged authority on the controversial subject
of UFOs, and an indefatigable researcher, Timothy Good in this revelatory book
tells us what we need to know.”
DEVIL AMORE E GUERRA - MARVEL GRAPHIC NOVEL (Marvel – Panini Comics)
Torna una graphic novel fondamentale, assente da decenni dagli scaffali
italiani. È Amore e guerra, per i testi di Frank Miller (300, Sin City) e i
visionari disegni di Bill Sienkiewicz (New Mutants, Stray Toaster). La coppia
che ci ha regalato Elektra: Assassin scaraventa l’eroe cieco in un turbine di
drammi e amori, puntando i riflettori sul tormentato rapporto tra il boss
Kingpin e l’amata Vanessa. Un capitolo fondamentale nella vita di Devil scritto
dall’autore che più ha influenzato il personaggio. Una gemma imperdibile per
tutti gli amanti del buon fumetto.
Rainbowman
Rainbowman (Reinbōman )è il nome del supereroe titolare della serie TV conosciuto anche come Warrior of Love Rainbowman (Ai no Senshi Reinbōman). Creato da Kohan Kawauchi, questa è stata la prima serie TV prodotta dalla Toho Company Ltd., ed è stata trasmessa su NET (ora TV Asahi) dal 6 ottobre 1972 al 18 settembre 1973, con un totale di 52 episodi.
Kip Moore - Somethin' 'Bout A Truck
Kip's debut album Up All Night here features the #1 hit 'Somethin Bout A Truck' and 'Beer Money'! Download now on iTunes: http://bit.ly/KipUpAllNightiTunes Get Exclusive updates from Kip Moore here http://bit.ly/H9Nzv0 'Like' Kip on Facebook: http://on.fb.me/sflSQk Up All Night features the hit 'Somethin' Bout A Truck' and 13 other songs, including 'Hey Pretty Girl' and 'Crazy One More Time'.
Nasce l'Osservatorio Italiano sull'Editoria Digitale
Teseo Research, Istitutuo di
ricerca specializzato in Indagini e Consulenze di tipo qualitativo e
quantitativo applicate allo studio della evoluzione socio-culturale dei target,
in partnership con Youcanprint.it, uno dei più importanti self-publishing
italiani, è felice di annunciare il lancio di un'indagine sul mondo
dell'Editoria digitale. Obiettivo della ricerca è mettere in atto un
osservatorio permanente sull'editoria digitale che, con cadenza trimestrale,
restituisca il punto di vista dell'utente sui temi fondamentali implicati nel
fenomeno; in particolare, vengono indagati:
- La soddisfazione percepita
dall'utente riguardo alla sua esperienza con i libri in formato elettronico
- L'elasticità del prezzo: costo
dell'eBook rispetto ai libri tradizionali, soglie di accettabilità, prezzo
ottimale dal punto di vista dell'utente.
- La qualità percepita per quanto
riguarda le principali librerie online
- Vantaggi e limiti legati
all'utilizzo di un device specifico (eBook reader, tablet, PC)
Il questionario richiede
all'incirca 10 minuti. Tutte le opinioni saranno trattate in forma anonima e
contribuiranno a sviluppare un osservatorio peramente su questi temi.
Per poter partecipare alla
ricerca e compilare il questionario clicca qui. (http://teseoresearch.osservatorio-ebook.sgizmo.com/s3)
Per avere maggiori informazioni
sulla ricerca e il progetto scrivere a ufficiostampa@youcaprint.it .
Per avere maggiori informazioni
su Teseo Search, visita il loro sito http://www.teseo-research.it/
L'avvocato del re di Serena Camboa (Lupo editore) a Casarano
Il 16 Giugno 2012 alle ore 19.00 press il sedile comunale Piazza San Giovanni
a Casarano ci sarà la presentazione del
romanzo “L'avvocato del re” di Serena
Cambia (Lupo editore). Interverranno insieme all’autrice Sergio Stefano, Maria Chiara Pino. L’introduzione musicale è
a cura di Claudia Placì. Durante la serata ci sarà una degustazione di vino a
cura dell’azienda Santi Dimitri.
Non sono certo intuito ed
ambizione a mancare a Martina Borghesi, giovane avvocato del Foro leccese,
segnata da una traumatica esperienza che la lega contraddittoriamente al
brillante Teodorico Fuortes.
Quando la bellissima Cinzia viene
trovata cadavere nella fangosa campagna salentina, ad essere accusato del
delitto è il fidanzato Giacomo, perfetto capro espiatorio. Chiamata ad
assisterlo da Fuortes, Martina scopre presto che nulla è come sembra: oscure
ingerenze viziano le indagini, mentre un'accesa campagna elettorale suscita
inimicizie e sospetti incrociati.
L'avvocato viene a conoscenza di
scottanti risvolti della vita locale che la guidano verso una verità terribile
e devastante.
Un legal thriller all'italiana in
cui si intrecciano giochi di potere, introspezioni psicologiche, cinico
arrivismo e il sogno del grande amore.
Avvocato cassazionista, si occupa
in prevalenza di diritto bancario e dei mercati finanziari
In campo accademico e
professionale ha scritto numerosi articoli e saggi: Il nuovo reato di usura:
dallo stato di bisogno al tasso di soglia, in Quaderni di ricerca, Dipartimento
Studi Giuridici, Università degli Studi di Lecce, 1997; La riforma del reato di
usura, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n.
1/98; Ancora sulle società professionali: una questione dibattuta, in Rivista
del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n. 4/98; I patti
parasociali alla luce della disciplina dettata dal Testo Unico della Finanza,
in Quaderni di ricerca, Dipartimento Studi Giuridici, Università degli Studi di
Lecce, Lecce, n. 12, 2001; Le indagini in banca, cosa resta del segreto
bancario?, in Rivista del Consiglio, Ordine degli Avvocati presso la Corte d'Appello di Lecce, n.
1/02. L'avvocato del re è la sua prima opera di narrativa.
POLIZIANO AZIENDA AGRICOLA
“La mia famiglia
ebbe i primi contatti con il mondo della viticoltura nel 1961, quando mio
padre, Dino Carletti, acquistò 22 ettari di terreno nel comune di
Montepulciano, dove impiantò i primi vigneti specializzati della zona. A
suggerire a mio padre quell’investimento, furono ragioni più di cuore che
economiche, dettate dal desiderio di mantenere vivo il contatto con i luoghi
della sua infanzia e con la cultura della propria terra di origine. Quel
legame, più che produrre immediati risultati nella gestione dell’azienda,
influì soprattutto sulle mie scelte formative, che mi portarono a Firenze, dove
mi laureai in agraria nel 1978. Negli anni immediatamente successivi, ricoprii
un incarico professionale in un’azienda agricola dell’Italia settentrionale,
dove non mi occupavo di viticoltura, ma dove potei arricchire di preziose
esperienze la mia formazione. Alla fine del 1980, in un momento
delicato a causa della crisi economica e del calo dei consumi, decisi di
accettare la sfida e assunsi la direzione della mia azienda, impostando una
nuova e più moderna filosofia produttiva, secondo la mia personale visione
dell’agricoltura. Da subito, la passione per l’arte del “fare il vino” mi
spinse a confrontarmi con le tecniche più avanzate in uso nella viticoltura e
nell’enologia internazionale, creando un dialogo sempre più stretto e proficuo
con gli specialisti del settore e con i colleghi produttori del Chianti
Classico. Decisiva, all’inizio, fu l’amicizia e la collaborazione con il Dottor
Carlo Ferrini, mio compagno di studi all’Università, insieme ai preziosi
consigli del Dottor Maurizio Castelli, autentico maestro nei miei primi passi
nel mondo del vino. Ben presto compresi che il rinnovamento dell’azienda poteva
avvenire solo attraverso la sintesi fra le migliori conoscenze tecniche, il
coraggio e la creatività. Il risultato della combinazione di questi ingredienti
è la nuova viticoltura di Poliziano, grazie alla quale da almeno un decennio i
nostri vini, rigorosamente basati sul Prugnolo Gentile, sanno assumere uno
stile internazionale di grande piacevolezza, pur mantenendo un forte legame con
il loro territorio d’origine. In oltre venti anni di conduzione
viticolo-enologica della mia azienda, mai una decisione è stata presa soltanto
con il conforto dell’analisi di mercato, ma tutte le scelte sono state ispirate
dalla mia grande passione per l’agricoltura e dalla vera emozione di immaginare
e teorizzare una vigna, un’uva, un vino e vederli poi finalmente realizzati
dopo averli seguiti passo dopo passo nel corso della loro vita. Tutto questo,
unito fortunatamente al positivo andamento del consumo del vino, ha contribuito
all’ ascesa dell’Azienda Poliziano! Guardando al futuro mi propongo
l’obbiettivo di consolidare il carattere ben identificabile dei miei prodotti,
che nasceranno dai nuovi vigneti, e in questa prospettiva svolgo una continua e
appassionata ricerca, che non cessa di verificare tutte le possibilità di
crescita qualitativa dei miei vini. (Federico Carletti)”
Borges aveva un Tumblr di Angelo Ricci (Errant Editions – versione kindle)
Un percorso
intrecciato fra racconti e visioni ipertestuali. Un oggetto digitale che parte
dal web e che nel web ritorna, in un rapporto di creatività liquida e
circolare. Territori narrativi volutamente sgranati, dove l’apparente mancanza
di punti di riferimento è il punto di riferimento. Apparizioni di effigi pop e
underground. Frammenti e contaminazioni che attraversano la rete e che dalla
rete si fanno attraversare. Luoghi che si fondono con le storie e storie che
nascono dai luoghi. Un viaggio in una Interzona burroughsiana, popolata, tra
gli altri, da Hunter S. Thompson, Jack Kerouac, John Holmes, Mick Jagger, David
Hockney. Il tutto sotto lo sguardo sornione di Borges.
Angelo Ricci è
scrittore e blogger. Ha pubblicato il romanzo Notte di nebbia in pianura
(Manni) e l’ebook L’ossessione per le parole (Errant Editions). Ha partecipato
all’antologia Nero Lombardia (Perrone Lab) con il racconto Ozana.
Ebano di Ryszard Kapuściński (Feltrinelli). Intervento di Vito Antonio Conte
Credo che qualunque
scrittura non possa (e, soprattutto questa, non debba) sottrarsi dal rispondere
almeno a una delle domande note con la regola delle cinque W. L’ideale sarebbe
non trascurarne neppure una. Ma l’idealità, si sa, è un’aspirazione e, per
definizione, essendo il tentativo di elevarsi spiritualmente oltre la realtà, è
irraggiungibile. Difficile, quindi, far aderire l’idea alla vita reale.
Difficile, ma non del tutto impossibile. E, anche questo è noto, le gesta
immortali son quelle che hanno fatto (o sono andate più vicine a realizzare)
concretezza di un sogno. Qualunque scrittura non può sottrarsi dal rispondere
almeno a una delle domande note con la regola delle cinque W. Oppure a porre
almeno una di quelle domande. Ossia: Who? (Chi?), When? (Quando?), Where?
(Dove?), Why? (Perché?), What? (Cosa?). Leggendo “Ebano” (Feltrinelli Editore,
Collana: Universale Economica, traduzione di Vera Verdiani, pagine 280, € 8,00
), di Ryszard Kapuściński (1932 – 2007), il miracolo è compiuto! Questa la
sensazione che ho percepito alla fine di questo libro che ho distillato a un
ritmo equatoriale perché desideravo non fosse mai l’ultima pagina. Una specie
di magia. Non solo ho trovato tutte le risposte alle suddette domande, ma ho
dovuto pormi almeno altrettanti interrogativi. Ho spesso citato “Ebano” e di
Kapuściński altre volte ho scritto. Porsi domande è bene. Non trovare le
risposte può diventare un problema. Secondo Kapuściński ogni crisi è la
conseguenza di una domanda a cui non può darsi risposta. Ma c’è crisi e crisi.
Per quella che attanaglia oggi l’Occidente la risposta ci sarebbe, ma non viene
praticata. E ahi voglia a parlare di decrescita felice… ma nella coscienza
collettiva qualcosa si muove… c’è che, come sempre, è necessario iniziare da
sé! E, a proposito di incipit, così comincia “Ebano”: “La prima cosa che
colpisce è la luce. Luce dappertutto, forte, intensa. Sole dappertutto. Solo
ieri, la Londra
autunnale, inondata di pioggia. L'aereo lucido di pioggia. Il vento freddo,
l'oscurità. Qui, di primo mattino, l'aeroporto inondato di sole e noi tutti
immersi nel sole. In passato, quando gli uomini giravano il mondo a piedi, a
cavallo o per nave, il viaggio dava loro il tempo di abituarsi al cambiamento.
Le immagini della terra scorrevano con lentezza, la scena del mondo si spostava
un po' alla volta. Un viaggio durava settimane, mesi. L'uomo aveva il tempo di
abituarsi al nuovo ambiente, al nuovo paesaggio. Anche il clima mutava gradualmente,
a tappe successive. Prima di raggiungere la fornace equatoriale, il viaggiatore
proveniente dalla gelida Europa aveva già attraversato il grato tepore di Las
Palmas, la canicola di El-Mahara e l'inferno di Capo Verde…”. Questo libro, che
non è (come alcuni hanno scritto) un romanzo, raccoglie una serie di reportage
del grande giornalista-narratore nel continente madre. E, per dirla con le sue
parole, “Questo libro non parla dell’Africa, ma di alcune persone che vi
abitano e che vi ho incontrato, del tempo che abbiamo trascorso insieme.
L’Africa è un continente troppo grande per poterlo descrivere. È un oceano, un
pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo. È solo per semplificare e
per pura comodità che lo chiamiamo Africa. A parte la sua denominazione
geografica, in realtà l’Africa non esiste”. Esistono, invece, i luoghi vissuti
e le persone incontrate dal viaggiatore Kapuściński, che –evitando
accuratamente ogni stereotipo- s’immerge nella vita dei neri e si lascia
sommergere dalla cruda esistenza dei popoli africani, cogliendone
contraddizioni e ricchezza. Una ricchezza che nulla ha a che fare col concetto
che questo lemma evoca (ancora) qui, dov’io sto! La ricchezza che emerge dalle
pagine di questo libro è quella insita nel significato di ogni rapporto
dell’uomo con l’uomo: trasmettersi sapere. Condividendo momenti. Qualcosa che
non si può comprare in nessun supermercato! “In un paese ricco, i soldi sono
pezzi di carta con cui si possono comprare oggetti di consumo al mercato. In
questo modo siamo solo clienti. Perfino un milionario è solo un cliente e
niente di più. E in un paese povero? In un paese povero, i soldi sono una
stupida barriera, bizzarra e spesso fiorente, che separa da qualsiasi altra
cosa”. L’altro è il tema fondamentale di “Ebano”, l’altro come ricchezza.
Qualunque scrittura non può sottrarsi dal rispondere almeno a una delle domande
note con la regola delle cinque W. Oppure a porre almeno una di quelle domande.
Ora non posso e non voglio più dire di domande e risposte. Ognuno ha le
proprie. Spesso ignoriamo quelle altrui. Quelle che aprono all’occhio la via
dell’anima. E indicano la via del fare. Qui e adesso. O così dovrebbe essere.
LEGGETE QUESTO LIBRO! Ché basta una lettura e poco altro per vivere bene.
Sottraete gente. Sottraete.
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