Cerca nel blog

venerdì 11 novembre 2011

Il libro del giorno: Pandereski di Cristiana Koll (Youcanprint)























Scoprire che le proprie radici non esistono più. Sapere che il suo vero padre è a capo della più importante agenzia privata di intelligence. Puntare tutto su due amici. Essere salvata dalla Cia. Una serie di avvenimenti e disavventure che la porteranno dall’Italia agli Stati Uniti, passando per altri Paesi Europei. Emma Parker rischia la vita per conoscere la verità. “Pandereski” è il primo libro di una serie dedicata al ‘giallo’ vecchio stile, che punta sulle indagini e sul ragionamento piuttosto che sulle analisi chimiche.

Sgranocchia Frutta e Verdura di Josée Thibodeau (Bis edizioni)


Sgranocchia Frutta e
Verdura


La frutta e la verdura sono ingredienti fondamentali per un’alimentazione incredibilmente gustosa, oltre che sana. Tutti siamo abituati a pensare che i piatti a base vegetale siano principalmente indicati per una dieta, o che riguardino quasi esclusivamente i vegetariani. Ma i prodotti della nostra Terra sono prima di tutto alimenti succosi, sfiziosi e veloci da cucinare. Basta mettere da parte i pregiudizi, lasciarsi consigliare alcune ricette e, una volta fatta pratica, imparare ad inventarne di nuove! La varietà di soluzioni proposte in questo pratico manuale è stupefacente, e la facilità di preparazione assolutamente senza paragoni. L’autrice Joseé Thibodeu ci guida da subito alla realizzazione di piatti eccezionali; gli abbinamenti fantasiosi renderanno la nostra cucina irresistibile, anche per chi fosse meno abituato a cibarsi di ortaggi e frutti. Con frutta e verdura si può ottenere di meglio e di più di macedonie e insalate. La qualità, la varietà e la leggerezza dei piatti che riuscirete subito a preparare aumenterà il piacere di stare a tavola, per voi e per i vostri ospiti. Sgranocchia Frutta e Verdura è quel tocco di colore che migliora la nostra cucina e le nostre abitudini.

“Sangue di nemico”: storia del Salento che cambia nel secondo dopoguerra di Roberto Martalò
























È il Salento del secondo dopoguerra a essere raccontato nel primo romanzo di Giacomo Toma, intitolato “Sangue di nemico”.
Nel comune di Monteroni, il dottor Luigi Truzzo decide di aprire una fabbrica di scarpe; l'evento, ovviamente, suscita nei cittadini sia curiosità sia aspettative di posti di lavoro. Ma il vento dell'innovazione porterà con sé anche risvolti negativi: gli artigiani avranno grosse difficoltà a competere con l'industria e molti saranno costretti a chiudere. Intanto anche il mondo dell'agricoltura è in agitazione, con i contadini che reclamano condizioni lavorative più umane e un pezzo di terra da coltivare; le proteste sfoceranno in quella che è stata definita la “rivolta dell'Arno” e che testimonia l'epoca di grande cambiamento sociale.
In questo contesto si inserisce la storia d'amore tra Alfredo, giovane calzolaio apprendista agli ordini del padre, e Maria, figlia di braccianti che aiuta la madre nella tenuta di Villa La Monaca per portare a casa da mangiare. Anche la loro relazione sarà influenzata dalle forti scosse sociali che in  quel periodo cominciavano ad affacciarsi sul territorio leccese.
Da sfondo della storia tra Alfredo e Maria, regolata da costumi e abitudini dell'epoca, il Salento irromperà con forza come protagonista dell'intero romanzo quando sarà la rivolta dell'Arno a diventare centrale nel romanzo o, ancora, quando narrerà i cambiamenti che cominciano ad avvenire veloci a Monteroni, comune che rappresenta simbolicamente tutti i paesi salentini dell'epoca: dall'avvento della grande industria a scapito delle botteghe di artigiani, alle trame politiche di Luigi Truzzo per diventare sindaco della città con il solo scopo di ottenere vantaggi personali.
L'autore descrive con cura le abitudini di vita dei monteronesi e caratterizza con scrupolo i singoli personaggi presenti nella storia: da don Antonio, austero con i fedeli e intrallazzato politicamente, al segretario comunale Diego Rizzo, assenteista quasi sempre per giocare a carte con i suoi compari, al dottor Mentini, ricco di famiglia ma incapace sia di gestire Villa La Monaca sia nell'esercitare la sua professione di medico, ecc.
Un romanzo che ha il pregio di rievocare uno dei momenti più importanti della storia salentina, la rivolta dell'Arno, già evocata dalla grande Rita Durante nella sua Quistione Meridionale, e che indica un momento di svolta importante per la nostra società: la presa di coscienza non solo dei propri diritti ma anche delle proprie identità da parte dei contadini.

Sangue di nemico di Giacomo Toma
Lupo Editore, 274 pag, 15 €

THE ZERO EDGE – manifesto











Our mission: to widen the scope of financial, economic and political information available to the professional investing public; to skeptically examine and, where necessary, attack the flaccid institution that financial journalism has become; to liberate oppressed knowledge; to provide analysis uninhibited by political constraint;  to facilitate information's unending quest for freedom.
Our method: pseudonymous speech... - anonymity is a shield from the tyranny of the majority. it thus exemplifies the purpose behind the bill of rights, and of the first amendment in particular: to protect unpopular individuals from retaliation-- and their ideas from suppression-- at the hand of an intolerant society.
 ...responsibly used - the right to remain anonymous may be abused when it shields fraudulent conduct. but political speech by its nature will sometimes have unpalatable consequences, and, in general, our society accords greater weight to the value of free speech than to the dangers of its misuse.

mcintyre v. ohio elections commission 514 u.s. 334 (1995) justice stevens writing for the majority.

Though often maligned (typically by those frustrated by an inability to engage in ad hominem attacks) anonymous speech has a long and storied history in the united states. used by the likes of mark twain (aka samuel langhorne clemens) to criticize common ignorance, and perhaps most famously by alexander hamilton, james madison and john jay (aka publius) to write the federalist papers, we think ourselves in good company in using one or another nom de plume. particularly in light of an emerging trend against vocalizing public dissent in the united states, we believe in the critical importance of anonymity and its role in dissident speech. like the economist magazine, we also believe that keeping authorship anonymous moves the focus of discussion to the content of speech and away from the speaker- as it should be. we believe not only that you should be comfortable with anonymous speech in such an environment, but that you should be suspicious of any speech that isn't.


giovedì 10 novembre 2011

THE HOG PIT IN NEW YORK












The Hog Pit NYC is a one of a kind, BBQ place where you can be who you were meant to. We’re going to update this page soon, but in the meantime, we can let some reviews do the talking:
“I went with my father, a meat eater for life and myself a vegetarian and we each had incredible meals! That’s extremely rare for BBQ. The flavors of each dish pop in your mouth without being overwhelmingly too sweet like other BBQ joints. I can’t wait to go back with my friends.” (New York Magazine Reviews )

“The ribs at the Hog Pit are to die for! They are tender, moist, fall off the bone, and just melt in your mouth. The BBQ sauce is amazing — full of body and flavor. It goes perfectly with the ribs. The pulled pork is the best I have ever had, by far. Again, it is moist, enhanced by the sauce, and just plain impossible to stop eating. The sides, aaahhhhh, the sides….. Perfect collard greens, delicious mashed potatoes, perfect mac and cheese. So difficult to pick from all the things I love in this place. No better BBQ in the South, and certainly not in the NY area. The decor is interesting and thematic, and complements the food quite well. And while many vegetarians might not be willing to give up their dietary preferences, there are tons of meat-free sides here for them!” (New York Magazine Reviews)


Pandereski di Cristiana Koll (Youcanprint)


Scoprire che le proprie radici non esistono più. Sapere che il suo vero padre è a capo della più importante agenzia privata di intelligence. Puntare tutto su due amici. Essere salvata dalla Cia. Una serie di avvenimenti e disavventure che la porteranno dall’Italia agli Stati Uniti, passando per altri Paesi Europei. Emma Parker rischia la vita per conoscere la verità. “Pandereski” è il primo libro di una serie dedicata al ‘giallo’ vecchio stile, che punta sulle indagini e sul ragionamento piuttosto che sulle analisi chimiche.



mercoledì 9 novembre 2011

LEVANTE GROUP

















“In quasi cinquanta anni di intensa attività, la società Levante ha realizzato uno sviluppo incessante: da piccola impresa a conduzione familiare, specializzata nella produzione di calze e collant per donna, fino ad evolversi in un’importante società per azioni. Oggi Levante è leader in vari segmenti dei mercati in cui opera, con una capacità produttiva di circa 300.000 capi al giorno che distribuisce in tutti i continenti; presidia i principali canali di distribuzione ed ha diversificato l’offerta di prodotti per poter coniugare al meglio le mutevoli esigenze di mercato con il proprio Know how e le proprie tradizioni. Il tutto in chiave “marketing-consumer oriented”.
La produzione è realizzata in unità produttive efficienti ed ecologiche, site a Castel Goffredo, in provincia di MN ed estese per circa 100.000 mq.

MISSION: “Produrre e distribuire, con l’ausilio delle tecnologie più all’avanguardia unite all’attenzione e cura artigianale, calze e collant, intimo, mare, accessori, ecc. per tutte le donne… Specialmente per le più esigenti.”

PUNTI DI FORZA: Il notevole know-how produttivo: acquisito grazie a circa cinquanta anni ai massimi livelli del settore e alla collocazione geografica nel cuore del “Distretto di Castel Goffredo”, principale centro per le calza femminile a livello europeo e la cui importanza nel settore è riconosciuta in tutto il mondo. Il posizionamento distintivo dei marchi: ben collocati in tutte le principali fasce e canali del mercato. La giusta dimensione: in equilibrio tra una struttura produttiva “snella/flessibile” e la necessaria “Massa Critica” che consente di competere nella difficile arena del mercato attuale. L'internazionalità: con la presenza in circa cinquanta Stati in tutti i continenti. La potenzialità di crescita: ancora molto elevata in alcuni mercati dalle notevoli opportunità. La strategia di comunicazione: l’averla incentrata sia sui marchi che sui prodotti, unitamente all’utilizzo sinergico dei vari media, hanno prodotto ottimi risultati in termini di notorietà ed immagine, consentendo il raggiungimento degli obiettivi di comunicazione perseguiti. La capacità creativa e di ricerca e sviluppo nell'area prodotto: consente di poter proporre sempre nuovi articoli in sintonia con i  più significativi trend.”



Il libro del giorno: La nuova macrobiotica di Simon G. Brown (Bis edizioni)


La Nuova Macrobiotica


La Nuova Macrobiotica affronta e risolve tutti gli ostacoli quotidiani che finora ti hanno allontanato da uno stile di vita e da un’alimentazione sani. Ora hai tutto quello che ti serve per trasformare la tua dieta, nutrire la mente, il corpo e lo spirito! Desideri mangiare sano senza passare troppo tempo in cucina e senza stress? La Nuova Macrobiotica è la risposta migliore alla tua esigenza, perché ti offre tutte le ricette, i piani alimentari e i consigli necessari per avvicinarti all’alimentazione macrobiotica gradualmente, con soddisfazione e piacere. Ogni piano alimentare presentato nel libro ha un obiettivo specifico ed è presentato in modo da farti raggiungere con soddisfazione il risultato desiderato. Per questo i piani, le ricette, i metodi di preparazione e conservazione degli alimenti sono inseriti in un quadro di salute generale, che considera anche gli aspetti psicologici, mentali, fisici e spirituali dell’equilibrio alimentare. Un manuale colorato e facile da consultare che ti permette di iniziare subito un piano alimentare personalizzato: puoi cominciare con una semplice giornata di ambientamento, con tre giornate di purificazione, dieci giorni di dieta rigenerante, fino ad un percorso di guarigione della durata di quattro mesi.

OGGI MANGIO DA … N. 63: LA REI RISTORANTE (Il Boscareto Resort s.r.l, Via Roddino 21 a Serralunga d'Alba, Cn, Italy)














“Alta cucina al ristorante La Rei, diretto da Gianpiero Vivalda, uno dei cuochi piemontesi più apprezzati per la capacità di armonizzare creatività e tradizione. Un grande chef col suo staff per 60 amanti della buona tavola, accolti nella sala ristorante o nel privè per fumatori, dotato di cigar & chocolate corner. Le cucine, di notevole livello per gli strumenti all’avanguardia, sono in bella vista, dotate di attrezzatissima pasticceria.
La Briccolina Vineria. La vineria de Il Boscareto Resort & Spa - Uno spazio giovane e vitale, pensato serate informali, in un ambiente inconsueto e sempre all’insegna della buona cucina dove il giovane chef Vincenzo La Corte, allievo di Gianpiero Vivalda dell’Antica Corona Reale di Cervere, fonde tradizione e creatività nei suoi menù. La Briccolina è la scelta ideale per uno spuntino al tramonto, con vista sul castello di Serralunga, o una cena con amici. Le materie prime e la qualità dei prodotti sono gli ingredienti ideali, elaborati in semplici e gustose ricette. Il nome della vineria deriva dal vigneto Corda della Briccolina di Batasiolo, un vigneto che si trova proprio davanti alla vineria, nella migliore posizione del comune di Serralunga. Vino dal profumo avvolgente e sapore austero che si accompagna perfettamente alle delizie gourmet locali.”


Le Fiabe ungheresi a cura di Francesco Spilotros (Besa)






















Le fiabe ungheresi hanno l’ardire di affrontare in campo aperto questioni pedagogiche di alto profilo. Con una lettura trasversale che coinvolge tutte le fiabe, si può affermare che il progetto
educativo che portano avanti, unitariamente, è quello per una società democratica che faccia del dialogo la sua dimensione fondativa. Le fiabe ungheresi spingono verso un’educazione che sia impegno a elaborare e coltivare una tensione infinita sia verso la realtà esterna sia verso una realtà interna, verso se stessi alla continua ricerca di significato. E lo fanno preparando alla vita i piccoli lettori attraverso mille temi, svariati personaggi, infinite avventure, multiformi situazioni.

Francesco Spilotros (1968), insegnante, sposato con tre figli, è laureato in lingue e letterature straniere e in scienze della formazione primaria. Collabora con la cattedra di storia della letteratura per l’infanzia dell’università di Bari. È socio fondatore dell’associazione internazionale di lettura e letteratura per l’infanzia L’Aquilone, nata a Bari nel 2007, e della omonima rivista specializzata di letteratura giovanile (www.associazionelaquilone.info). Sul sito http://www.montessorimola.net/ gestisce il blog “Didattica e dintorni”.

LUCA TELESE – il blog
















“Sono nato a Cagliari, nel 1970 nel mitico anno dello scudetto, ma sono cresciuto a Roma, cuore giallo-rossoblu. Mia madre è sarda anche se è nata a Brescia, mio padre è di Torre Annunziata, anche se è fuggito a Roma e cancellato le sue tracce di accento, io sono romano anche se nato nell’Isola. Mia madre era l’ultima di cinque figli, e mi ha avuto tardi: così mio nonno materno, Erminio (che è morto a 96 anni) era nato nel 1887, e mi raccontava di quando vedeva dei pazzi, sull’altipiano della Giara, che pretendevano di imparare a volare. La madre di mio padre, invece, come in una pièce di Edoardo, era una trovatella che era stata adottata, fatto per l’epoca quasi incredibile, da una famiglia di nobiltà decaduta. Il mio nonno paterno, invece, all’anagrafe fu registrato con il curioso nome di “Felicio” (in luogo di “Felice”) per un errore dell’ufficiale comunale. Mio padre, perso da una raptus filologico avrebbe voluto tramandare il nome e il refuso, mia madre per fortuna si oppose. L’eredità onomastica, per sua disgrazia, è toccata al primo cugino che è venuto dopo di me (ma lo chiamiamo comunque Felice). Nonno Felicio è morto giovanissimo di crepacuore, e così papà si è ritrovato capofamiglia di altri otto fratelli a vent’anni, e una cospicua eredità di debiti da sopravvivenza per i successivi trenta. Il primo quartiere della mia vita è stato Monteverde, borghese e spensierato. Poi, un cataclisma familiare, ci ha paracadutato in estrema periferia, a Cinecittà est, un quartiere marziano dove avevo una stanzetta con vita su un pilone dell’alta tensione – bzzzz prima di addormentarsi, ogni sera – e il raccordo anulare. Andavo a scuola in centro, tutti i gironi, con la Metro. E facevo a botte con le vecchiette, al capolinea, per trovare un posto a sedere. Per questo ogni giono per dieci anni ho letto mezz’ora all’andata e al ritorno: praticamente uno stage di cui i figli di papà del centro non hanno potuto usufruire. Per arrivare alla metro di Anagnina traversavo un pratone di fango che d’inverno diventava una laguna: quando pioveva si poteva passare un quarto d’ora a togliersi il fango dalle suole a carrarmato sui gradini della metro. E poi ero come una cenerentola che alle 23,30 vedeva partire la sua ultima carrozza per tornare a casa. Dopo quell’ora c’era solo un autobus notturno da Termini al cui confronto “Noi ragazzi dello zoo di Berlino” pare un parco a tema della Disney. Dopodiché, attraversavo il prato correndo nel buio pesto come un pazzo, lo confesso, perchè non si vedeva nulla e mi cagavo sotto dalla paura. Quando tornavo mia madre dal letto chiedeva: “Ma non è che sei passato per il prato!?”. E io: “Nooooh….”. La mattina quando si svegliava andava a controllare la suola delel scarpe ed erano cazzi (ma tutti gli stage hanno un prezzo, nella vita). Fra le cose per cui vale la pena di vivere ci sono Laura e il nostro piccolo Enrico e la doccia rovente di prima mattina ascoltando la Sagra della primavera di Stravinsky. Amo i Beatles, soprattutto quelli di “Rubber soul”, Primo Levi e Pierpaolo Pasolini, il rock progressive dei vecchi Genesis, Peter Gabriel (all) e i fumetti – dai Bonelli al più grande di tutti i disegnatori: Magnus (il vero Maestro). Sulla cineteca dell’Arca, bisognerebbe portarsi: “Brazil” di Terry Gilliam, “A qualcuno piace caldo” di Billy Wilder, e “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, “Ci eravamo tanto amati” di Ettore Scola e “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman. Ho iniziato a fare il giornalista a “Il Messaggero”, correva l’anno 1989, cadeva il muro di Berlino e io vincevo uno stage di tre mesi legato a una colletta di beneficenza. Non avendo parenti nel mondo del giornalismo, per diventare professionista ci ho messo la bellezza di dodici anni. Nel mezzo ho fatto tutto quello che si può fare di precario nel mondo della comunicazione: dalla stampa di t-shirt, all’ufficio stampa (grande palestra), dalle agenzie (la Dire) alle collaborazioni a singhiozzo con le redazioni più scalcagnate – anni indimenticabili – fino a quelle più blasonate (da “Cominform” a “Il Foglio”, a “Panorama”, passando per “Capital” e “GQ”). Tendenzialmente scrivo di politica, spettacoli e varia umanità. Il primo che mi ha assunto come giornalista è stato Pietrangelo Buttafuoco quando era direttore de “Italia Settimanale” (per la cronaca, il periodico chiuse dopo soli quattro mesi). Dal 1996 al 1998 lavoro da free lance per “Sette”, l’inserto del giovedì del Corriere della sera, con Andrea Monti prima e Maria Luisa Agnese poi. Nel 1998 mi assumono, naturalmente a termine, a “Il Corriere della Sera” (al politico, nella redazione di Milano). Dal 1999 sono a “Il Giornale”, chiamato da Maurizio Belpietro come “redattore parlamentare”. Dal 2004 collaboro con “Vanity Fair” e, dal 2008, con “Panorama”. Da settembre 2009 sono al "Fatto Quotidiano". Insieme a Roberto Corradi sono anche l'animatore de Il Misfatto, il supplemento di satira de Il Fatto su cui di solito scrivo un corsivo contraffatto con la voce dei protagonisti della settimana. I primi passi nel fatato mondo della televisione, li ho mossi in una casereccia tv privata, “Teleambiente”, in cui potevo sbagliare tutto e imparare moltissimo: la tv era a Monteporzio Catone, a trenta chilometri da Roma, e ci andavo direttamente dalla Camera, in Vespa per montare i pezzi (ancora oggi mi chiedo come abbia potuto farlo, anche sotto i nubifragi per due anni). Poi ho fatto l’autore di “Chiambretti c’è” ( Rai Due, solo la prima edizione), “L’Alieno” (Italia uno), “Batti & ribatti” (Rai Uno), “Cronache Marziane” (Italia uno, solo la prima edizione) e nel 2006 ho condotto "Omnibus estate" (La7). Sono stato poi autore e conduttore di “Parenti Serpenti”, “Planet 430″ (su Planet, 2004 e 2005), e “Tetris” (su Raisat extra prima e su La7 ora). La banda di Tetris è cresciuta tutta insieme, all’insegna del “Surreality”: a furia di dire che volevamo fare proprio quello, ci siamo persino inventati un genere. Io sull’Auditel ho una mia teoria: non esiste. O meglio: non c’è più nulla di scientifico, sopratutto nei campioni piccoli. C’è però un omino addetto ad ogni programma, che disegna gli ascolti come si può dipingere un quadro, modulando la curva sui suoi gusti. Mi sono convinto che l’omino auditel di Tetris è un signore di una certa età, di buone letture, colto e simpatico, che ha deciso di regalarci qualcosa: spero vivamente che non lo mandino in pensione. Dal giugno del 2010, con Luisella Costamagna, conduco "In onda", talk show di approfondimento serale di La7.  Ho scritto quattro libri: “La lunga Marcia di Sergio Cofferati” (Sperling & Kupfer 2003), “Lula! Storia dell’uomo che vuole cambiare il Brasile e il mondo” (con Oliviero Dottorini – Castelvecchi 2003), "Cuori neri" (Sperling & Kupfer 2006) e "Qualcuno era comunista" (Sperling & Kupfer 2009). Sempre per la Sperling curo una collana a cui tengo molto, “Le radici del presente”, che si occupa di raccontare il passato prossimo dell’Italia, quello che per i giornali è vecchio, per i libri di storia è prematuro e per noi è interessante. In uno dei volumi, “Vite ribelli” (2007), ho pubblicato un racconto lungo sul terremoto di San Giuliano che considero una delle esperienze giornalisticamente più formative della mia vita. In una raccolta della Cairo Editore, “Ti amo ti ammazzo”, ho raccontato, a modo mio, la storia de “La Marchesa a luci rosse” (Anna Casati Stampa, ovviamente) uno di quei delitti che superano di gran lunga l’immaginazione. In un’altra antologia “Invito alla festa con delitto” (2004) è pubblicato “L’Uomo che voleva uccidere Palmiro T.”, il racconto più narrativo in cui mi sia mai cimentato”


SLASH GEAR - Feeding Your Gadget and Tech Obsessions

















“Dedicated to highlighting the latest and greatest in personal technology, SlashGear covers everything from cutting-edge tech gear to the latest digital lifestyle trend. Distinctive, informative and fresh, we’ll keep bringing you device information and reviews you can trust as well as thought-provoking commentary. We welcome community involvement and recommend our readers to voice their opinions on our site by joining our forum discussions or commenting on our entries. SlashGear is part of R3 Media LLC. If you have a product you’d like us to review, a story you think we should be covering, or some feedback on any aspect of the site, we’d love to hear from you. Get in touch via our contact page.

STAFF

Ewdison Then - SlashGear An advocate for the open source community, Ewdison Then is the co-founder of R3 Media, the media content company behind SlashGear. Ewdi is responsible for editorial planning, product & business development, strategy, and building the company’s culture.
Vincent Nguyen - Vincent’s hunger for tech scoop makes him one of the best in the industry when it comes to getting information on breaking stories. As R3 Media co-founder, Vincent plays an enormous part in keeping SlashGear’s editorial agenda fresh and exciting. Vincent loves to travel and enjoy the challenges of covering tech show.
Chris Davies - SlashGearWriting for R3 Media since 2006, Chris Davies is currently executive editor for SlashGear, PhoneMag and the other network sites. Based in London, UK, he’s responsible for SlashGear’s editorial decisions, and covers all forms of consumer technology.
Chris Burns - Chris Burns is a graduate of the Minneapolis College of Art and Design with a BFA in Graphic Design and has worked in design journalism since 2007. He is currently writing for SlashGear as well as Android Community, where he’s spearheading the effort to keep the open source community informed on everything Android.
Avi Greengart - Avi is the Research Director for Consumer Devices at Current Analysis (Mobile Devices and Digital Home). Avi’s expertise lies in understanding consumer electronics marketing, consumer behavior, and technology adoption patterns: where new technologies meet the mass market.
Philip Berne - Philip Berne is a writer, a cultural theorist and an all around nice guy. You can find him at the virtual water cooler @philipberne. His opinions are not his own, but are channeled from Zuul, the minion of Gozer.
Don Reisinger - Don Reisinger is a technology and video game columnist. You can see what he’s up to each day on Twitter by following him @donreisinger.
Shane McGlaun - Shane has been writing for SlashGear since June 2009. His writing has been published in several well known outlet such as Laptop Magazine and Computer Shopper.
Satsuki Then - Satsuki is the executive editor of SlashGear Japan and a contributing writer on SlashGear. She’s an educator and a foodie.
Daniel Lim - Daniel is SlashGear’s photography and home theatre expert. Known mostly for his wildlife photography, his work has been featured in many advertisement and marketing materials.


LEXINGTON CANDY SHOP in New York
















“Upon arriving at the Lexington Candy Shop, stop and enjoy our historical Coca Cola display, gathered from around the world.  Everyone enjoys this display of American “Pop” history.  Our display includes Coca Cola toy trains and trucks, as well as unusual bottles and cans.  The bottles are generally from U.S. regional celebrations and sporting events, while the international cans and bottles show the global side of Coca Cola.  Our display is constantly growing through our own acquisitions as well as “gifts and donations” from our customers and visitors.
Once in the luncheonette, notice the 1940 vintage Hamilton Beach milk shake mixer located next to the coffee urns dating from 1948.  The soda fountain, with its goose neck soda and water arms also dates from 1948, when sodas and ice cream drinks were and are still made by hand with the skillful touch of the “soda jerk”. When seated, take a moment to enjoy the décor which is painstakingly maintained as authentically as possible.  An original menu is on display, as well as pictures of the store, as it originally was, along with pictures of our founders.  Pictures of a few of our celebrity customers, as well as a picture of the famous 1955 Brooklyn Dodgers World Champions are on view as well.  Our expert staff will answer any questions you may have about the menu or our history. Picture taking is welcome. Sit back, (unless you’re on a stool) and enjoy our timeless food and beverages. As you enjoy your meal or beverage, you will understand why the Restaurant News has this to say about us: “A David among Goliaths in Gotham City,  the Lexington Candy Shop is like a page in food service history bringing to life the energy and attentiveness of a bygone era”.
We look forward to welcoming you to a step back in time!
Here you can see and enjoy a “fresh” Coca Cola made for you just as it was in 1925.  Quench your thirst with a fresh “squeezed to order” lemonade which has been voted “Best in New York” three times by the New York Times and the New York Daily News.  Enjoy a classic American milk shake or malted acclaimed as the “Best of New York” by New York Magazine.  With all syrups blended or made on premises and using super premium ice cream, the shakes and malts are truly amazing.  All this in a setting the New York Daily News has described as a “clean, cheerful, wonderfully preserved luncheonette that does fabulous soda fountain drinks”.  One drink not to be missed is a Classic New York City Egg Cream.   Generations have enjoyed this refreshing drink (no, it does not have an egg); and nobody does it better!  We have been featured on the Food Network on three separate occasions:  for our Ice Cream Sundaes, our Lemonades and our Egg Creams, which have also been featured on Japan’s #1 nightly news show. Enjoying a simple grilled cheese sandwich, a burger done just right, or a fantastic Lexington Special, all  satisfy your comfort food craving.  Our breakfast is always available.  Our pancakes and French toast are internationally acclaimed by Le Guide Du Routard, Lonely Planet, and Le Petit Fute.  Or enjoy our egg dishes which are always cooked to perfection. Our luncheonette is also no stranger to Hollywood.  Many commercials and advertisements have been shot on location here.  We have appeared in Three Days of the Condor with Robert Redford, The Nanny Diaries with Scarlett Johansson and Kojak with Telly Savalas.”



Alice nel Paese delle Meraviglie e il Disastro delle Torri Gemelle di David Icke (Macro edizioni)


Alice nel Paese delle
Meraviglie e il Disastro delle Torri Gemelle Da non
perdere


In occasione del 10° Anniversario dell'attacco alle Torri Gemelle, esce in edizione economica Alice nel Paese delle Meraviglie e il Disastro delle Torri Gemelle di David Icke che, attualissimo per gli argomenti che tratta e per le vicende ancora in corso di svolgimento, svela i retroscena del più grande e funesto attentato della storia moderna, quello che ha portato alla distruzione del World Trade Center a New York e alla morte di oltre 3000 persone.
Chi è stato il regista di quei fatti dell'11 settembre ? Chi ha permesso che ciò accadesse? Quali sono le responsabilità dei servizi di sicurezza americani? E del Presidente degli Stati Uniti? Quali furono le vere motivazioni che spinsero "qualcuno" a lanciare due aerei passeggeri contro il World Trade Center e un altro contro il Pentagono? Furono pilotati da terroristi o erano teleguidati? È veramente Osama Bin Laden il mandante degli attentati? Rispondendo a tutte queste domande, con Alice nel Paese delle Meraviglie e il Disastro delle Torri Gemelle David Icke ci presenta una realtà talmente singolare da sembrare inverosimile e talmente cupa da lasciare sgomenti. L'autore, infatti, inserisce gli accadimenti dell'11 settembre in una visione d'insieme molto più ampia da cui risulta che l'attentato e la conseguente "guerra al terrorismo" fanno parte di una strategia programmata da anni, volta a rendere l'umanità prigioniera in un mondo di terrore, con il fine di soggiogarla e controllarla.
Anche in questo volume Icke non finisce di stupirci, per ciò che racconta, ma anche per la dovizia di particolari e le documentazioni che produce a sostegno delle sue tesi.

Il libro del giorno: C'era una volta il futuro. L'Italia della Dolce Vita di Oscar Iarussi (Le edizioni del Mulino)



















"Che cosa c'era davvero in quel film sotto la patina dello scandalo? Quale Italia promettente e deludente raccontava? E che cosa ci è successo? L'Italia della Dolce Vita - sembra il titolo di un 'progetto per il passato', mentre la favola raccontata ai nostri figli riserva un incipit un po' inquietante: c'era una volta il futuro...". L'Italia che nel 1961 celebra i cent'anni dall'unità è un paese giovane, in preda a un'incontenibile voglia di crescita. Uscito sconfitto e immiserito dalla seconda guerra mondiale, si lancia in un vorticoso sviluppo industriale e dei consumi che mette in soffitta le memorie della sua identità contadina. Tra il 1959 e il 1963, la stagione del boom coincide con la cosiddetta "Dolce Vita". Simbolo del vitalismo disordinato ed euforico dell'Italia del miracolo economico, il capolavoro di Fellini è un repertorio dei tic, delle contraddizioni, delle zone d'ombra di quell'esplosiva fame di futuro. Ma i grandi temi che attraversano il film -l'informazione, la cultura, la fede, la famiglia, l'eros - ci parlano a ben vedere della realtà di oggi, di un'Italia grottescamente più felliniana di Fellini, e soprattutto avvitata nella cupa sensazione di avere "un grande futuro dietro le spalle".

Oscar Iarussi, critico cinematografico, è giornalista della "Gazzetta del Mezzogiorno". Insegna Storia del cinema americano nell'Università di Bari. Tra i suoi libri: "Lettera aperta. Sud, Nord e altre storie" (Manni, 2003), "L'infanzia e il sogno. Il cinema di Fellini" (Ente dello Spettacolo, 2009); ha curato inoltre "Viva l'Italia. Undici racconti per un paese da non dividere" (Fandango Libri, 2004) e il catalogo "Frontiere. La prima volta" (Laterza, 2011).

Per chi suona la campanella. Un anno di scuola visto da un prof di Ermanno Scrip Ferretti (Fazi editore)























"Per chi suona la campanella" (Fazi Editore, 2011) è un trattato di filosofia in pillole ad uso quotidiano frutto dell’ingegno di un professore di storia e filosofia precario di liceo. L’autore, Ermanno Ferretti, si è fatto conoscere sul social network Twitter con il nome SCRIP raccontando in 140 caratteri la sua vita di insegnante, dalle disavventure del precariato agli strafalcioni degli studenti, dai problemi reali della scuola a spunti per una nuova didattica.  Abbiamo parlato con Ermanno Ferretti del libro uscito lo scorso 4 novembre nelle librerie.
Innanzitutto, come descriveresti questo libro?
E’ un libro che parla della scuola italiana raccontata da un professore di storia e filosofia e cerca di farlo in tono scanzonato, scherzoso. Non è insomma un saggio, anzi è forse quanto di più lontano possibile ci sia da un saggio sulla scuola. È quasi un racconto in cui emergono soprattutto gli aspetti comici e oserei dire grotteschi del nostro sistema scolastico, dei giovani d'oggi e, perché no?, anche dei trentenni precari.
Ma se non è un saggio, cos'è?
Non è facile definirlo. Al di là del tema è particolare anche la forma in cui il libro è scritto: si tratta infatti non di una normale narrazione in prosa ma di una serie di frasi di una o due righe, apparentemente slegate tra loro ma che alla fine formano un quadro unitario, come degli aforismi e degli sketch in cui alcuni dei personaggi ritornano ma in cui c'è spazio anche per la battuta secca o per intermezzi composti da pensieri più seri.
Da dove nasce la scelta di questa forma così "epigrammatica"?
Nasce da Twitter. Il libro, infatti, è una raccolta di tweet che ho "postato" in quel social network negli ultimi anni, rivisti, riordinati e corretti.
Spiegati meglio, perché magari non tutti conoscono Twitter: Cos'è un tweet?
Twitter è un social network con una caratteristica molto particolare e dalla quale non si sgarra: gli aggiornamenti di stato, appunto chiamati "tweet", non possono essere più lunghi di 140 caratteri. Quando scrivi su Twitter, quindi, sei obbligato a scrivere degli epigrammi, perché devi riuscire a far stare una battuta, un pensiero, il racconto di un fatto in 140 caratteri. Certe volte questo implica un lavoro di sintesi notevole.
In copertina campeggia una frase “Se il mondo deve proprio finire come dicono i Maya, spero almeno che sia prima di un Collegio Docenti” , anche questa è un “tweet”?
Sì, con gli editor della Fazi abbiamo scelto di metterla in copertina perché era una delle più carine e dava un'idea chiara sia del tono del libro, sia dell'argomento.
E cioè un professore che non ama i Collegi Docenti...
Sì, ma non solo. L'idea che volevamo trasmettere è anche quella di un modo di intendere la scuola più alla mano, più moderno, più leggero senza per questo essere meno rigoroso. So che sembra un controsenso, ma sono convinto che per essere buoni insegnanti, per riuscire cioè a far crescere culturalmente e umanamente i nostri allievi, si dovrebbe essere il più possibile agli antipodi della vecchia professoressa acida, distaccata, fredda e un po' carogna che ancora oggi popola l'immaginario degli studenti.
Il contrario di quanto sembra aver sostenuto in questi anni il ministro Gelmini...
Direi di sì: il ministro ha più volte parlato di rigore, di serietà, di inflessibilità che bisogna far rientrare nella scuola, salvo poi veder fallire la sua politica davanti ai dati che parlano di diminuzione di bocciati e quindi di una scuola più permissiva. Il problema è che quella del ministro è solo una formuletta pensata per i suoi elettori: la vera sfida, invece, è dimostrare che si può essere contemporaneamente rigorosi e comprensivi, seri e divertiti, inflessibili e giusti. Questi temi, tra una battuta, una gaffe degli studenti e un commento semiserio sul senso della vita, in "Per chi suona la campanella" tornano più volte.
Ritorniamo a Twitter e alla genesi del libro. Come hai fatto a passare da un social network alle librerie?
Il passaggio è stato meno veloce di quanto si possa pensare. Mi sono iscritto a Twitter nel 2008 e all'inzio ho cominciato ad usarlo per pura curiosità. A quel tempo la "twittersfera" era ancora piuttosto ristretta e da parte mia passai i primi mesi a familiarizzare col mezzo, a cercare di capire cosa volevo scrivere in quei 140 caratteri. Ad un certo punto ho scoperto che mi trovavo bene a parlare di due tipi di cose: ciò che mi faceva ridere e ciò che m'indignava. E, anzi, provai a metterle insieme, cercando di parlare di ciò che m'indignava tramite battute.
E come sei arrivato a parlare di scuola?
Lavorando come insegnante e insegnando in particolare filosofia, una materia che dà luogo a clamorosi equivoci ed errori negli studenti, era normale che molte delle cose che mi facevano ridere riguardassero la scuola. Le prime cose sono state gli strafalcioni degli studenti; poi si sono aggiunti i loro commenti sarcastici su questo o quel filosofo, poi i miei sugli studenti, poi è arrivata la Gelmini che ha dato a tutti fin troppe occasioni per fare battute. Insomma, i tweet hanno cominciato a fioccare.
E il libro?
Già nel 2009 alcuni dei miei follower, cioè persone che mi seguono su Twitter, mi chiesero di raccogliere questi tweet in un file. Dal file si passò presto a un libretto autoprodotto che ebbe un certo successo nell'ambiente; infine, da lì è arrivato un agente letterario, che mi ha aiutato a strutturare meglio il libro e renderlo editorialmente più appetibile, e infine i tipi della Fazi.
Ci lasci con tre frasi che ti sembra possano descrivere meglio il libro?
Certo. La prima: «Nel 1650 Cartesio arriva in Svezia ma si prende la polmonite e muore». «Che sfigato!». «E non avete ancora sentito la sua filosofia». La seconda: «Prof, che scuole ha fatto?». «Liceo scientifico e poi laurea in storia». «Non poteva fare altro?». «Tipo?». «Un mestiere che desse soldi?». La terza: «Amleto decide di vendicarsi quando scopre che il padre, il re, è stato ucciso dal di lui fratello». «Ma, prof, è copiato da Il Re leone!».

Ermanno SCRIP Ferretti, Per chi suona la campanella. Un anno di scuola visto da un prof

Fuori collana
pp. 112 – euro 10,00

martedì 8 novembre 2011

OGGI MANGIO DA … N. 62: LA TROTA dal 1963 (Via S. Susanna, 33 - Rivodutri di Rieti, RI)


















“La Trota: così i genitori chiamarono la piccola trattoria aperta 47 anni fa sulle sponde di un fiume dalle acque cristalline. I figli, Sandro e Maurizio Serva,  occupandosi personalmente della sala e della cucina da oltre 20 anni, hanno trasformato la piccola trattoria in un  ristorante divenuto punto  di riferimento gastronomico per molti gourmet. Serva Maurizio - “Vi può essere una  grande cucina ma se questa non è supportata da un’accoglienza vera e spontanea, se non si trasmette in sala la passione e la filosofia del proprio lavoro, il ristorante non avrà un’ anima”. Serva Sandro -  “Ricerca dei migliori prodotti , tradizione in chiave moderna, territorio, sono le basi della nostra cucina che  rielabora e concentra  sapori sedimentati nella nostra memoria,  giocando sulle consistenze e le temperatura con occhio attento alla leggerezza delle preparazioni. Un sapiente utilizzo delle erbe conferisce ai piatti i profumi dei nostri luoghi.”


PANDORA BORSE E ACCESSORI














“Le Pandorine sono capienti shopping bag in pvc ed ecopelle, caratterizzate da inusuali accostamenti e giochi di colore: dal rosa al blu, dall’arancio al panna, dal verde al viola. Hanno interni in velluto e sono impreziosite dai manici in metallo silver e da chiusure esterne che le rendono sicure ed originali. Molto più che un accessorio, diventano uno status symbol; ogni pezzo è unico, è stile e personalità, un prodotto di alta qualità ad un prezzo abbordabile. Il nome Le Pandorine trae spunto dal mito greco del “vaso di Pandora”, simbolo della curiosità femminile e file rouge di tutte le collezioni. E’ la vita di tutti i giorni la primaria fonte di ispirazione, ogni dettaglio, ogni piccolo particolare può diventare un soggetto. Dalle fiabe ai personaggi del jet set internazionale, dai vecchi proverbi della nonna alla passione per le scarpe: messaggi, disegni e slogan che fanno parte del complesso, intricato e straordinario universo femminile, interpretato con ironia, amato con leggerezza e vissuto con un sorriso.
L'Azienda - Magic sns – società a cui fa capo il brand Le Pandorine -  nasce a Milano nel 2008 dall’incontro creativo di due amiche di lunga data, Chiara Felici e Manuela Casella che insieme hanno dato  vita al progetto di realizzare un accessorio ironico ed elegante per le donne di oggi. Le due stiliste seguono personalmente la creazione, il disegno, la produzione e la commercializzazione delle shopping bag, per offrire un prodotto unico nel suo stile, innovativo ed adatto alle sfaccettate personalità di tutte le donne. L’azienda si avvale di importanti showroom e agenti per garantire una distribuzione capillare su tutto il territorio italiano con oltre 200 negozi di altissimo livello quali Sorrisi a Bari, Nida a Caserta, Franz Klarer a Cortina, Morini a Forte dei Marmi, La Caprese a Ischia, Lori a Mestre, Anna Ravazzoli a Milano, Cortesi a Pavia, My Dream a Torino, Silvia Bini a Viareggio, Bruschi a Vicenza, Azzurra a Vigevano e Courmayeur e molti altri ancora. Dal 2008 la produzione è cresciuta in maniera esponenziale fino ad arrivare alla produzione attuale di circa 20.000 pezzi a collezione.”


BLOGOSFERE












Blogosfere fa parte del gruppo Populis (www.populis.com) ed è il più grande network italiano di blog professionali. Nato nell'ottobre del 2005 ora conta (ottobre 2010) oltre 220 blog. Blogosfere si pone l'obbiettivo di risultare complementare ed alternativa ai media classici (televisione,radio e carta stampata), con particolare riferimento a quelle aree di interesse (di nicchia e non) non "coperte" per impossibilità o scelta. Ogni blog è dedicato ad 1 solo argomento ed è curato da 1 o più esperti/blogger (giornalisti e non) appassionati e competenti di quella materia; Blogosfere attraverso la sua redazione, seleziona con cura lo specialista per ogni blog. Inoltre analizza candidature e sviluppa progetti proposti direttamente dagli interessati. Dietro a Blogosfere c'è Populis, digital media company fondata e guidata da Luca Ascani e Salvatore Esposito (che fino a ottobre 2010 si chiamava GoAdv). Nato nel 2004 il Gruppo include sotto il proprio cappello Blogo, Blogosfere, Excite Europa, Better Deals e Nanopublishing e produce più di 35.000 articoli e video al mese diffusi in 8 lingue tramite 550 siti web proprietari gestiti in prima persona. In Italia Populis si riconferma come uno dei primi gruppi editoriali online con quasi 9 milioni di utenti unici e il 39,2% di audience share nel mercato (fonte: Comscore Febbraio 2011), e rappresenta il primo gruppo di media verticali sul Web.


I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

Cerca nel blog

My Hero Academia: Oltre l'eroismo, un'esplosione di poteri e valori

  PUBBLICITA' / ADVERTISING Un mondo di supereroi, ma non come lo conosciamo In un futuro non troppo lontano, il mondo di My Hero Academ...