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giovedì 1 ottobre 2009

Dal 10 ottobre, con i libri e per i libri, apre in via Cavallotti la Gutenberg a Lecce.

Dal 10 ottobre, con i libri e per i libri, apre la Gutenberg a Lecce. La nostra libreria ha un sogno. Vivere della stessa vita dei libri che accoglie, divenendo parte di un processo di mediazione di parole e idee. Nella convinzione che nulla più di un libro ci rende consapevoli di appartenere ad una comune umanità, illuminata e tormentata dalle medesime speranze e angosce, abbiamo voluto dare inizio a questa nuova avventura, che è commerciale ed esistenziale allo stesso tempo. Da sempre avvicinarsi ad un buon libro significa avvicinarsi a noi stessi, alle differenze di cui siamo fatti, alle nostre zone più oscure, come a quelle più luminose; a quella parte di noi ancora capace di sognare, amare, temere, credere, disperarsi e reagire. Un buon libro, infatti, non si legge: vi si precipita. E’ potenzialmente contagioso e infinito e può generare infiniti altri libri. E’ carne, ossa, sangue e spirito, così come chi lo legge, per questo la scelta che presuppone, sia nel momento della scrittura che in quello della lettura, è sempre una necessità. Un buon libro genera uomini nuovi. Provoca reazioni. Costruisce legami prima inimmaginabili. Ecco, questo è per noi il libro. Con il libro e per il libro, noi oggi scegliamo di diventare parte attiva del meccanismo creativo e consapevole che la lettura consente. Scegliamo di partecipare alla creazione di nuovi e necessari legami tra gli uomini ed al loro possibile cambiamento. Scegliamo con forza e con tutti i mezzi a nostra disposizione. Su circa 100 metri quadrati di superficie complessiva, una particolare attenzione sarà dedicata al settore dei giovani lettori, alla stampa illustrata, all’arte ed alla piccola editoria, con l’intenzione caparbia di occuparsi contestualmente del territorio, dando voce allo stesso – alla sua luce come alle ombre, alla marginalità quanto all’orgoglio, ai confini da superare non meno che alle relazioni più ampie ancora da costruire - attraverso la parola scritta. Pensiamo a laboratori, percorsi creativi guidati ed altre forme di sostegno a progetti diversificati di crescita intellettuale, nell’idea di una cammino ambizioso, ma possibile perché condiviso. In altre parole, con passione e leggerezza vorremmo fare la nostra piccola parte: contribuire a diffondere, agevolare e stimolare, la scelta dei libri adatti a ciascuno di noi, perché l’intreccio tra la curiosità dei sogni e i diversi contatti umani, ci pare oggi il gioco più necessario all’umanità tutta.

Teresa, Caterina ed Elisabetta

domenica 19 aprile 2009

LA SIGNORA DELLA LETTERATURA ITALIANA: MARIA CORTI

Domenica 19 aprile, ore 18.00, nella Sala Consiliare del Palazzo Ducale di Cavallino, ultimo appuntamento con la rassegna "Il colore delle parole", ideata e realizzata da Ambra Biscuso ed Alessandro Turco.

L'incontro è dedicato a Maria Corti. Lo spunto per ricordarla è nel tema della conversazione curata da Giuliana Coppola "Alla ricerca delle metafore e dell'Aghia Sofia, la santa sapienza, in terra d'Otranto, seguendo il percorso delle parole e della felicità mentale di Maria Corti". Interverranno, fra gli altri, Sergio Blasi, Elisabetta Liguori, Martina Gentile, Luigina De Prezzo, Rosa Mariano, Renata Asquer, Teresa Romano che hanno in maniera diversa lavorato accanto alla scrittura della artista. La giovanissima Federica Ventola darà voce al Canto delle Sirene.

Maria Corti, parlando di una donna dice: ….a lei spettava non solo il presente ma la memoria del passato e la previsione del futuro. Lei di diritto era insieme nell’attualità e nell’eternità.

Ed è sull’idea di attualità ed eternità che si conclude questo percorso nel Colore delle parole.

Maria Corti (1915-2002) è stata una delle figure centrali della cultura del Novecento: critica, filologa, teorica della letteratura, narratrice. Maria Corti insegnò dapprima ai licei; ottenuta la cattedra di Storia della Lingua Italiana all’Università di Pavia, nel 1972 creò il Fondo Manoscritti di autori moderni e contemporanei, a cui si collega la rivista “Autografo” da lei fondata. Collaborò anche ad altre riviste, quotidiani e ad iniziative editoriali. È stata membro della Accademia della Crusca, di Brera e dell’Arcadia; è ricordata anche all’estero per la sua instancabile attività di critica stilistico-letteraria. Alla sua costante attività di studiosa e critica si intrecciò quella di scrittrice e di coraggiosa sperimentatrice di diversi registri narrativi. Tutti i romanzi di Maria Corti sono viaggi da percorrere: intellettuali, metaforici, spaziali o storici. Tra questi ricordiamo: L’ora di tutti, un viaggio nella storia ottantina quattrocentesca; Il ballo dei sapienti, percorso tra costume e lingua nel pianeta-scuola degli anni Sessanta; Voci dal Nord Est e Il canto delle sirene, il primo viaggio investigativo nel New England, il secondo percorso tra tempo, cultura e storia, guidato da incantevoli sirene; Cantare nel buio, viaggio nella realtà del pendolarismo quotidiano.

Il Canto delle sirene Prima raffigurate nell'antica Grecia come uccelli rapaci con testa e bionda chioma di donna, poi dal Medioevo in avanti come donne a coda di pesce, le sirene sono da sempre con insidioso canto simbolo della seduzione intellettuale. Nei quattro episodi del libro, che vanno dai remoti tempi omerici all'oggi, Maria Corti illumina quella strana avventura di seduzione per cui "Sirene e naviganti si desideravano reciprocamente". Gli esiti sono fabulosi, drammatici o ironici, tutti conditi da un sottile chiacchierio delle Divine.

Nel Canto delle sirene protagonista è il pittore Basilio che dipinge Sirene, si mette sulle loro tracce sperando – e temendo – di essere fra gli eletti cui esse accordino le loro apparizioni, crede di avvertirne la misteriosa presenza durante i suoi tragitti sul mare intorno a Otranto, si pone in ascolto del loro canto. Ciò che ottiene è solo un profondo, panico silenzio. In parte, è però questo silenzio a ispirare quello che egli ritiene il suo capolavoro: un sacro dipinto di Santa Sofia, la divina sapienza raffigurata secondo la tradizione dell’iconografia bizantina. È qui evidente, da parte della narratrice e filologa, un recupero dell’idealizzazione pitagorico-platonica delle Sirene, ma anche del loro pathos “esiziale”. Infatti, a differenza di Ulisse, Basilio perirà nel naufragio della sua barca.

Scrive Maria Corti “le sirene invece di scomparire dalla storia umana davano luogo a frequenti apparizioni, ritorni qua e là nel corso dei secoli; niente meraviglia che figurassero in capitelli, in libri di poesia, nelle prediche, di volta in volta con diversa natura


Progetto e organizzazione: Ambra Biscuso e Alessandro Turco.
email: ilcoloredelle_parole@libero.it cell: 339.5607242

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