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martedì 11 ottobre 2016

LO SCHIAVISTA di Paul Beatty (Fazi) con la traduzione di Silvia Castoldi



Il caso culturale e letterario del momento. Un libro di strettissima attualità su quanto sta accadendo negli Stati Uniti. Una satira pungente sulla razza, la vita urbana e la giustizia sociale. Un’esplosione di comicità, provocazione e prosa brillante da uno degli scrittori più audaci d’America, che con questo romanzo si è aggiudicato il National Book Critics Circle Award ed è tra i favoriti per la vittoria del prossimo Man Booker Prize.  Nel 2015 il libro è stato inserito al 4° posto della Top Ten del New York Times, tra i migliori dieci libri dell’anno per Wall Street Journal, Washington Post, Guardian, Financial Times, Los Angeles Times e molti altri. A novembre l’autore verrà in Italia per presentare il suo libro: il 17 al Circolo dei Lettori di Torino e il 20 alla Triennale di Milano, in occasione di BookCity. Il libro «So che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a un cassiere di supermercato». Questo l’inizio della storia di Bonbon. Nato a Dickens – ghetto alla periferia di Los Angeles – il nostro protagonista è rassegnato al destino infame di un nero della lower-middle-class. Cresciuto da un padre single, controverso sociologo, ha trascorso l’infanzia prestandosi come soggetto per una serie di improbabili esperimenti sulla razza: studi pionieristici di portata epocale, che certamente, prima o poi, avrebbero risolto i problemi economici della famiglia. Ma quando il padre viene ucciso dalla polizia in una sparatoria, l’unico suo lascito è il conto del funerale low cost. E le umiliazioni per Bonbon non sono finite: la gentrificazione dilaga, e Dickens, fonte di grande imbarazzo per la California, viene letteralmente cancellata dalle carte geografiche. È troppo: dopo aver arruolato il più famoso residente della città – Hominy Jenkins, celebre protagonista della serie Simpatiche canaglie ormai caduto in disgrazia –, Bonbon dà inizio all’ennesimo esperimento lanciandosi nella più oltraggiosa delle azioni concepibili: ripristinare la schiavitù e la segregazione razziale nel ghetto. Idea grazie alla quale finisce davanti alla Corte Suprema.
           

Il mio amico Hitler di Yukio Mishima (Guanda)



Berlino, giugno 1934. Il presidente von Hindenburg è in fin di vita e Adolf Hitler, già cancelliere del Reich, progetta di assumerne la carica dando ufficialmente corso alla dittatura. Per riuscirci gli occorrono il sostegno degli industriali e dell'esercito, che però chiedono in cambio lo scioglimento delle SA, le truppe d'assalto, e l'epurazione dell'ala rivoluzionaria del partito. Questo lo scenario in cui Yukio Mishima ambienta il suo dramma, dando voce con sorprendente capacità di penetrazione alle opposte ragioni dei protagonisti di quei giorni. La vicenda procede verso l'epilogo della Notte dei lunghi coltelli, in cui troveranno la morte centinaia di persone, tra cui Rohm, "l'amico di Hitler", sordo ai tentativi di Strasser di metterlo in guardia, aggrappato con tragica pateticità a valori condivisi in un passato leggendario, ma ormai irrimediabilmente tramontati. Senza la pretesa di alcuna valutazione morale a proposito di Hitler, definito "un genio politico, ma non un eroe", Mishima punta sulla seduzione estetizzante di una scrittura preziosa e affascinante, rivolta all'ideale modello del Britannicus di Racine, "che canta in versi alessandrini una grandiosa tragedia politica".

lunedì 10 ottobre 2016

Francesca Inaudi Showreel

Simbologia esoterica e iniziatica nella storia dell’arte contemporanea per AMACI e la GIORNATA DEL CONTEMPORANEO













Sin dalle origini l'uomo ha comunicato con le immagini e ogni immagine da lui rappresentata aveva una forte attinenza con la realtà in cui l'uomo viveva, con le sue necessità e la sua lotta per la vita. Un’esigenza che ha radici profonde nell’inconscio, nel sovrannaturale e nella ricerca iniziatica che parte dalle fondamenta della Storia dell’Arte e giunge sino alla nostra contemporaneità. Le opere di moltissimi artisti hanno un valore simbolico il più delle volte magico o comunque appartenente a tradizioni i cui saperi si perdono nella nebbia del tempo e della cultura. Paola Scialpi (docente di Simbologia esoterica nella Storia dell’Arte) in un appuntamento nato in collaborazione con la Libera Università di Studi Esoterici “Achille d’Angelo – Giacomo Catinella” di Lecce, affronterà nell’ambito di un incontro seminariale diaologo/visivo, attraverso una serie di immagini esposte e commentate al pubblico, simboli e significati esoterici in molta della produzione artistica dell’arte contemporanea e non solo. La sfida teorica ed analitica vuole essere la proposta di punti di vista altri su opere d’arte e su come gli artisti hanno utilizzato codici che contengono valori iniziatici che solo in pochi possono leggere. Si può (ri)leggere dunque la storia dell'arte? Certo con altre grammatiche e altre prospettive proprio come in questo singolare appuntamento. L’appuntamento è per il 15 ottobre 2016 dalle ore 16,30 presso Overeco Academy a Lecce in via Casetti

Information
Email: paolascialpi@gmail.com
 

Dieci e lode di Sveva Casati Modignani (Sperling & Kupfer)



Passiamo tanto tempo a inseguire sogni che ci sfuggono di mano, una felicità che non si lascia catturare. E poi capita che il meglio della vita si sveli in un attimo, magari nella magia di un incontro inatteso. Come quello tra Lorenzo e Fiamma, sorpresi da un amore che nemmeno loro, forse, credevano più possibile. Lorenzo Perego, uomo di grande fascino e cultura, insegna geografia economica in una scuola professionale di Milano. Avrebbe potuto scegliere un istituto più prestigioso, ma l'insegnamento è la sua passione e aiutare i ragazzi di talento in una realtà difficile e spesso desolante è una sfida che lo entusiasma e lo arricchisce. Non ha una famiglia tutta sua, ma, come ama ripetere, i suoi studenti sono come figli. Fiamma Morino ha poco più di quarant'anni, è madre di due bambine che adora, frutto di un matrimonio sbagliato, e direttore editoriale di una piccola e florida casa editrice che lei stessa ha fondato insieme al suo più grande amico, purtroppo venuto a mancare. Ora che la casa editrice sta per subire un drastico cambiamento di gestione, che Fiamma non condivide, è disposta a tutto pur di difenderla e di continuare a garantire la cura e l'amore con cui da sempre si dedica ai suoi autori. Lorenzo e Fiamma: il professore e la donna dei libri. Attraverso la loro esperienza, vediamo uno spaccato dell'Italia di oggi, quella della crisi della scuola e dell'economia, ma anche quella fatta di persone intraprendenti, pronte a rimboccarsi le maniche e decise a non arrendersi.

Torquato Accetto - Wikipedia

Torquato Accetto - Wikipedia

Antonio Abbondanti - Wikipedia

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In quest'alba dove ricomincia il tempo di Roberto Cotroneo (Metamorfosi)
























Questo poemetto è teatro, senso del tempo, una visione per questi anni irrisolti, densi eppure vacui. È una terra che si è fatta palcoscenico, dove una moltitudine di attori cerca la battuta per un mondo dimenticato. Questo poemetto è una notte lontana dai sentimenti veri, dalla passione come dall'amore, dall'erotismo come dall'amicizia; un'attesa, uno scorrere delle cose che malgrado tutto troverà una via di uscita, un'alba in cui riascoltare parole: quelle parole che ci siamo ostinati a ignorare. In quest'alba dove ricomincia il tempo è un linguaggio poetico che non riesce a fare a meno del futuro, anche se il futuro, il viaggio al termine di questa notte, non può che prendere forma nei suoi versi conclusivi. Quasi un ordine, un passaggio di consegne tra generazioni. Una prima versione di questo poemetto, più breve e senza alcune parti, è stata letta dall'autore al faro di Punta Palasela, nei pressi di Otranto, alle cinque del mattino del 1 gennaio 2016. L'ora di inizio era calcolata affinché gli ultimi versi potessero coincidere esattamente con l'arrivo dell'alba: la prima alba del 2016. La Punta Palasela è il luogo più orientale d'Italia; il suo faro, a picco sul mare, regala da sempre una grande suggestione. Nient'altro che un luogo simbolico, un punto di inizio, dove veramente ricomincia il tempo.

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