Il caso culturale e
letterario del momento. Un libro di strettissima attualità su quanto sta
accadendo negli Stati Uniti. Una satira pungente sulla razza, la vita urbana e
la giustizia sociale. Un’esplosione di comicità, provocazione e prosa brillante
da uno degli scrittori più audaci d’America, che con questo romanzo si è
aggiudicato il National Book Critics Circle Award ed è tra i favoriti per la
vittoria del prossimo Man Booker Prize. Nel
2015 il libro è stato inserito al 4° posto della Top Ten del New York Times,
tra i migliori dieci libri dell’anno per Wall Street Journal, Washington Post,
Guardian, Financial Times, Los Angeles Times e molti altri. A novembre l’autore
verrà in Italia per presentare il suo libro: il 17 al Circolo dei Lettori di
Torino e il 20 alla Triennale di Milano, in occasione di BookCity. Il libro «So
che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non
ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al
cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a
un cassiere di supermercato». Questo l’inizio della storia di Bonbon. Nato a
Dickens – ghetto alla periferia di Los Angeles – il nostro protagonista è
rassegnato al destino infame di un nero della lower-middle-class. Cresciuto da
un padre single, controverso sociologo, ha trascorso l’infanzia prestandosi
come soggetto per una serie di improbabili esperimenti sulla razza: studi
pionieristici di portata epocale, che certamente, prima o poi, avrebbero
risolto i problemi economici della famiglia. Ma quando il padre viene ucciso
dalla polizia in una sparatoria, l’unico suo lascito è il conto del funerale
low cost. E le umiliazioni per Bonbon non sono finite: la gentrificazione
dilaga, e Dickens, fonte di grande imbarazzo per la California, viene
letteralmente cancellata dalle carte geografiche. È troppo: dopo aver arruolato
il più famoso residente della città – Hominy Jenkins, celebre protagonista
della serie Simpatiche canaglie ormai caduto in disgrazia –, Bonbon dà inizio
all’ennesimo esperimento lanciandosi nella più oltraggiosa delle azioni
concepibili: ripristinare la schiavitù e la segregazione razziale nel ghetto.
Idea grazie alla quale finisce davanti alla Corte Suprema.
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