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lunedì 22 febbraio 2010

Salento 2010: convergenze possibili. Forum delle progettualità che possono fare grande il Salento







Il titolo: "SALENTO 2010: CONVERGENZE POSSIBILI. FORUM DELLE PROGETTUALITÀ CHE POSSONO FARE GRANDE IL SALENTO" , rivolto a istituzioni pubbliche e private, aziende, operatori culturali, comitati, associazioni, testate giornalistiche, salenntine e pugliesi, esprime piuttosto efficacemente l´approccio fattivo e positivo che lo ispira. A essere coinvolti in una tavola rotonda saranno i maggiori rappresentanti delle categorie produttive, dei movimenti di opinione, della cultura e dei media del territorio salentino. L´obiettivo principale del forum è quello di creare un primo momento che sia non solo dimostrativo delle energie che si agitano sul territorio, ma anche di "fare rete" sul piano del dibattito e soprattutto sviluppi un aspetto fondamentale che è quello della proposizione fattiva da parte dei soggetti coinvolti per la creazione concreta di sviluppo. E dunque si discuterà di ambiente, economie, culture e ipotesi progettuali da sviluppare, promuovere e concretizzare, per rendere questo "Grande Salento" non solo una realtà nominale, ma anche una viva ed energica forza produttiva. L´intero forum sarà promosso dalla società editrice Edita, dalle associazioni culturali Fondo Verri, Laboratorio di Ricerca sull´Arte contemporanea diretto da Paola Scialpi, dalla cooperativa editoriale CoolClub, Offcine Cantelmo e la partnership scientifica del CSE (Centro Studi Economici) dell´Università del Salento. La partecipazione sarà proposta ad enti, comitati, aziende, istituzioni che, tramite apposito modulo d´iscrizione già predisposto, invieranno al Forum propri rappresentanti (non più di tre) affinché possano fornire il proprio contributo di idee, proposte, testimonianze, all´ appuntamento.

Il forum avrà sede il 19 marzo 2010 alle Officine Cantelmo di Lecce

La prima sezione ore 9:00-13:00 sarà dedicata a
Politica/ Innovazione/Comunicazione - Convergenze Possibili;
La seconda sezione ore 15:00-18:00 a
Cultura/Ambiente/Turismo - Convergenze possibili.

La scadenza per aderire al forum è per il 6 marzo 2010
Il modulo di adesione può essere richiesto a forum.convergenzepossibili@gmail.com
I partecipanti al forum e quanti vorranno intervenire con un post sugli argomenti del forum, hanno a disposizione il blog dedicato all'indirizzo www.convergenzepossibili.blogspot.com

domenica 21 febbraio 2010

Bright Star. La vita autentica (ma breve) di John Keats, di Elido Fazi (Fazi editore)


Cosa sappiamo dell’immenso John Keats. Sappiamo che è stato un poeta inglese, una delle grandi firme del romanticismo. Sappiamo che nel corso della sua breve ma intensa vita, le opere che scrisse furono oggetto costante di una critica politica. Sappiamo, come nella migliore tradizione del mondo delle lettere, che solo successivamente, con l'importanza del mutamento culturale promosso anche dalla sua opera, il suo lavoro fu pienamente riconosciuto.
Sappiamo che la sua produzione poietica, poetica era dettata da un esuberante passione per la lingua e per l'immaginifico, aspetti tenuti a bada da un sottofondo di leggera malinconia a cui sovente ha ceduto. Sappiamo che solo verso la fine della sua vita fu in grado di produrre le sue poesie più originali. Ma tutto questo non basta: ora per i tipi di Fazi esce “Bright Star. La vita autentica (ma breve) di John Keats” di Elido Fazi dove si racconta dell’ultimo periodo della vita del poeta, perso nelle oscure trame destinali di difficoltà economiche e travagliate vicende familiari. Si racconta in questo libro della statura intellettuale e umana di un personaggio che ha sovente rivelato di essere in balia di una tremenda fascinazione che solo la parola è in grado di produrre nell’artista, nel poeta. Parliamo di un ritratto felice, di un resoconto esistenziale che va dall’incontro con personaggi come Shelley, Wordsworth, Coleridge, sino al suo amore per Fanny, in cui trionfa il desiderio di una intima fusione tra anime e una sorta di complicità non solo di carattere affettivo ma che diventa intesa ideale in bilico tra ossessione e indifferenza. Elido Fazi, quasi come posseduto da un’entità altra, ricostruisce mirabilmente stati d’animo e situazioni, di un poeta come Keats, mistico e visionario eroe moderno, fondatore di una nuova visione del mondo instancabile indagatore di categorie come Bene, Verità e Bellezza anticipando nella sua opera aspetti fondamentali per la sensibilità odierna. Elido Fazi, è eccellentemente dotato nel parlare del “padre del romanticisimo” attraverso una puntuale, chiarissima, avvincente biografia romanzata.


Elido Fazi, Acquasanta Terme (AP), 1952. Economista e scrittore, è il fondatore della Fazi Editore, per i cui tipi ha tradotto il poema epico in versi sciolti La caduta di Iperione di John Keats, e ha pubblicato L’amore della luna (2005). Nel 2007 ha scritto con Paolo C. Conti Euroil, La borsa iraniana del petrolio e il declino dell'impero americano.

Il libro del giorno: “Una parola ha detto Dio, due ne ho udite” Lo splendore delle verità di Barbara Spinelli (Laterza)


Tutto tende all’Uno: una è la radice culturale e politica dell’Europa, una la via per governare e sanare l’economia, una per costruire l’Unione europea. Da tempo si è smesso di contare oltre l’Uno. Eppure di pensare anche il due se non il tre ce ne sarebbe un bisogno grande. Se nel formulare un’opinione non vengo confrontato con forti obiezioni, sarò contento. Se sono un politico, avrò addirittura l’impressione che si sarà creata una sorta di pace. La pace dell’Uno non è tuttavia pace. È stasi. La verità, lasciata sola con se stessa, non splende più forte. Al contrario: si spegne.

Barbara Spinelli è tra i commentatori italiani più autorevoli sui temi della politica internazionale. Ha scritto per “Repubblica” e per il “Corriere della Sera”. Attualmente è editorialista della “Stampa”. Vive e lavora a Parigi. Ha pubblicato, tra l’altro, Il sonno della memoria (Mondadori 2001) e Ricordati che eri straniero (Qiqajon 2005).

Altai di Wu Ming (Einaudi, Stile Libero) visto da Dario Goffredo


Amo le belle storie raccontate bene. Le amo con tutto me stesso. Quando mi capita tra le mani un libro come Altai, l'ultimo romanzo del collettivo bolognese Wu Ming, provo un senso profondo di appagamento. Gli uomini raccontano e ascoltano storie dall'alba dei tempi. È nella nostra natura, siamo animali narranti. E Wu Ming dimostra come sempre di sapere molto bene come si raccontano le storie. Circa 400 pagine per parlare, ancora una volta, della storia dalla parte sbagliata della storia. Siamo nel 1569 (Q, il romanzo dei bolognesi ormai entrato nel mito, finiva nel 1555) e ci muoviamo tra Venezia, Ragusa (quella dalmata, conosciuta come Dubrovnik), Salonicco, Costantinopoli, Cipro e Lepanto per seguire le vicende di Emanuele De Zante alias Manuel Cardoso, un giudeo battezzatosi cristiano e poi ritornato giudeo. Ma Altai non è la storia delle vicende personali di Manuel, ex contrabbandiere, ex agente segreto della Repubblica di Venezia, tradito per essere trattato da traditore dalla gente che aveva servito per anni e risorto a nuova vita grazie al nemico pubblico numero uno della Serenissima, il giudeo Giuseppe Nasi, uomo che coltiva un progetto, un'utopia: costruire un regno ebraico, donare al suo popolo la terra santa, un luogo dove regni la tolleranza religiosa tra i popoli. Altai poi ci regala il ritorno di un personaggio a cui sono molto affezionato come, credo, tutti i lettori di Q: quel Tedesco, conosciuto anche come Gert Dal Pozzo, Ludovico, Tiziano l'Anabbatista che ritroviamo sotto il nome di Ismail Al Mokhawi. È invecchiato, Tiziano, è un po' provato dalle sue esperienze passate, ma è sempre lui, con la sua energia trascinante, con la sua lucida intelligenza, con la sua conoscenza del mondo.

Dieci anni fa usciva in Italia Q e tante cose sono successe da allora, tante volte abbiamo pensato a quell'omnia sunt communia che lo caratterizzava, gli stessi Wu Ming ne hanno ragionato a più riprese fino a far nascere questo Altai (e ritardando così il secondo capitolo della trilogia iniziata con Manituana) che lo riprende, lo richiama, ma ne sposta, in modo molto efficace, il punto di vista, l'ambientazione e le conclusioni politiche :

(non farò commenti su questo punto, rischio di dire cose sbagliate come è già successo per Manituana (http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap12_VIIIa.htm).

Aggiungo un'ultima cosa: la bellezza di certe frasi che restano appiccicate addosso a chi legge, la bellezza di certe immagini vivide e, soprattutto, la bellezza della lingua usata sapientemente per rendere quel crogiuolo di civiltà e di popoli che era il mar Mediterraneo nel XVI secolo.

Un libro bellissimo, una prova entusiasmante per il collettivo Wu Ming, giunto ormai ad una piena maturazione artistica che porterà in futuro sicuramente altre storie memorabili come questa. Leggete, meditate e diffondete.


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sabato 20 febbraio 2010

Il libro del giorno: Ritorno a Ford County di John Grisham (Mondadori)

Inez Graney, costretta da anni su una sedia a rotelle, parte assieme ai suoi due figli per un bizzarro viaggio attraverso il delta del Mississippi per andare a trovare il suo amato terzo figlio, rinchiuso da undici anni nel braccio della morte. Mark Strafford, avvocato divorzista, annoiato e con qualche problema con l'alcol, riceve una telefonata inaspettata che riporta alla luce un vecchio caso irrisolto che potrebbe fruttargli molto più denaro di quanto lui abbia mai visto in vita sua. Sidney, modesto impiegato in una società di assicurazioni, affina le sue capacità nel gioco d'azzardo con il solo scopo di rovinare per sempre Bobby Calr Leach, balordo giocatore di blackjack colpevole, tra gli altri crimini, di avergli rubato la moglie. Tre bravi ragazzi di campagna si mettono in viaggio per Memphis animati dalle migliori intenzioni: donare il sangue a un loro caro amico in fin di vita. Ma dopo essersi fermati nel primo negozio di alcolici che incontrano, il loro viaggio prende una piega inaspettata fino a concludersi in un infimo club di spogliarelli alla periferia della grande città. Questi sono alcuni dei personaggi che animano Ford County, prima raccolta di racconti di John Grisham.

Le ragioni della passione di Antonio Errico (Kurumuny). Intervento di Elisabetta Liguori




















Ormai non mi stupisco più di alcun viaggio. Solitamente, se c’è da andare vado, mi affido e vado. Scelgo il conducente e vado. Mi accade con i libri e non solo. Ma se la partenza sempre mi riempie di curiosità, l’arrivo solo di rado mi è affine. Questa volta con “ Le ragioni della passione”, nuova raccolta di scritti firmati da Antonio Errico per Kurumuny editore, non si è trattato soltanto di viaggiare, ma di progettare il viaggio fin nei più piccoli dettagli. Il percorso mi è parso sin da subito familiare quanto arduo. Affascinante senza ombra di dubbio. Si tratta, è bene dirlo con chiarezza, del percorso più importante della vita: quello della didattica, della formazione. Pane quotidiano per Antonio Errico, dirigente scolastico di consolidata esperienza, per me nuova, desiderata e sapida abbuffata. Un cammino elaborato per tappe e poi custodito come uno scrigno in questo volumetto prezioso, di un Errico Maestro, che sa moltiplicarsi in un caleidoscopio di citazioni, stimoli, memorie, desider
i. Tre le chiavi didattiche offerte dall’autore quelle contraddittorie e per questo ancor più sapide della Verità/ della Menzogna, quella del Bene/ del Male, quella della Bello/ e del Brutto. E dunque tutto il vivere che c’è nel mezzo espresso in piccoli saggi. Si parte dal Novecento, favola triste ormai giunta alla su conclusione, qui percepita come groviglio da districare. Si procede un bandolo per volta. La verità, il bene, il bello del Novecento. Poi l’alba degli anni 2000, la sua frattura, il suo cinismo, la sua solitudine. È Edgar Morin ( in realtà Edgar Nahoum) la prima guida scelta da Errico per accompagnare il lettore lungo sei snodi filosofici di tipo interdisciplinare e sociologico, che partono dal passato per guardare al futuro. Snodi quali la naturale cecità della conoscenza, ad esempio, che ci obbliga oggi ad insegnare alle generazioni future che sforzarsi di conoscere è (e sarà) sempre insidioso. Ogni discente, ribadisce con forza Errico, deve imparare a confrontarsi con la parzialità delle cose, con la loro illogicità, la loro frammentarietà, perché da quella naturale cecità deriva un obbligo assoluto a comporre frammenti, cocci di un vaso in frantumi, sviluppando sempre più adeguate tecniche di composizione. La condizione umana è di per sé molteplice e va intesa come confronto dinamico tra nessi culturali, infatti, e così anche la terra. Siamo parte di una identità terrestre complessa. Viaggiamo su questo pianeta e di questa composizione materiale e spirituale non possiamo non tener conto. Pertanto l’etica del genere umano deve essere un’aspirazione morale, una volontà ferma, una forma di oculata obbedienza alla forza della vita stessa di cui siamo parte, che dovrebbe indurci alla solidarietà, alla comprensione, alla compassione. Da molti è stato detto che una società si sviluppa da sempre solo in condizioni di solidarietà. Errico, da grande romanziere quale è, sa bene che la letteratura, come la vita, è compassione e che questo può (deve) essere insegnato. E da questo viaggio deriva il nostro futuro. Altra fondamentale tappa dunque non può che essere la narrazione. In ogni narrazione ci vuole chi narri e chi ascolti. Ci vuole il tempo. Le figure che prendono corpo. Il percorso chiaro, l’andare verso altro. L’elaborazione di un doppio, di un modello, di un ideale. Una progettazione condivisa e innamorata, come già Ezio Raimondi aveva saputo dire nella sua “ Un’etica del lettore”. Così in ogni forma di apprendimento.

Apprendimento e racconto. Apprendimento e libri. Se ne deduce con gioia che la scuola a cui aspira Errico è una scuola che insegna a leggere, secondo un’etica superiore che aspira a dare nuovo valore (e nuovo vigore) alla pagina e spinge il lettore verso l’esterno, verso il mondo, verso le necessarie relazioni umane, verso sempre nuovi viaggi. Anche attraverso il conflitto, o il dubbio o la noia. Persino attraverso l’apparente silenzio. Perché al centro del mondo non c’è l’uomo, ma piuttosto la ricerca della migliore rappresentazione del mondo stesso.

venerdì 19 febbraio 2010

Il libro del giorno: I dieci giorni che sconvolgeranno il mondo di Alain Minc, Collana Reverse, Chiarelettere edizioni

“Dove diavolo siamo?” “La domanda giusta è: quando diavolo siamo?”
Dal film “Ritorno al futuro”

Dieci giorni. Dieci scenari possibili. Che cosa accadrà quando Google acquisirà il “New York Times”, quando Israele attaccherà le basi nucleari iraniane, quando gli asiatici deterranno il primato intellettuale, quando i giovani maschi bianchi si rivolteranno in massa? Minc si proietta in avanti di qualche anno, facendosi cronista del futuro che potrebbe attenderci. È sul campo quando ognuno dei dieci eventi choc accade: lo descrive in presa diretta, prevedendo le reazioni immediate, le conseguenze a lungo termine. Ogni giornata è un capitolo che mette in scena un evento choc in grado di sconvolgere gli equilibri attuali. Il mondo non sarà più lo stesso. È necessario allora provare a raccontare il tempo che ci attende, senza dimenticare da dove veniamo. L’autore, esperto di politica e di finanza internazionale, ci aiuta a intraprendere un nuovo ritorno al futuro.

Alain Minc è un politilogo e consulente finanziario francese. È autore di numerosi saggi. Fra i più recenti pubblicati in Italia: "La nuova trinità. I giudici, i media, l'opinione pubblica"(Armando, 1997) e "Spinoza. Un romanzo ebreo" (Baldini Castoldi Dalai, 2002).

I dieci giorni che sconvolgeranno il mondo di Alain Minc, traduzione di Valentina Abaterusso
Collana Reverse, Chiarelettere edizioni

"Sono pericoli che interessano tutti, senza eccezioni"

"L'acquisizione del New York Times da parte di Google è forse il meno improbabile degli eventi che cambieranno il mondo"

Jacomo Tintoretto & i suoi figli di Melania Mazzucco (Rizzoli)


Jacopo Comin, detto il Tintoretto è stato non solo uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana ma anche l'ultimo grande pittore del Rinascimento italiano. Il soprannome di "Tintoretto" gli derivò dal mestiere del padre, tintore di stoffe. Il suo vero nome "Comin" si deve alla scoperta di Miguel Falomir, il curatore del museo del Prado di Madrid, che ha reso pubblica la notizia in occasione della retrospettiva di Tintoretto al Prado nel 2007. Figura dalle doti tecnico-pittoriche straordinarie, tanto che per la sua energia dirompente nella pittura gli avevano attribuito il soprannome de "Il Furioso". Una grande scrittrice italiana, Melania Mazzucco, dedica a questo personaggio totale uno studio ossessivo e puntualissimo. Dopo aver pubblicato “La lunga attesa” dedicato alla figlia dell’artista, ecco che viene alla luce la biografia del “Comin” a cui ha lavorato per più di otto anni, vivendo addirittura a Venezia pur di dar voce a circa 2000 voci che come personaggi a tutto tondo animano la storia del Nostro, da aristocratici, pittori, impostori, truffatori, cortigiane, a fruttivendoli e fornai, a testimonianza dell’attenzione della Mazzucco ai tracciati dei margini, e alle loro memorie. “Jacomo Tintoretto & i suoi figli" edito da Rizzoli, è una vera e propria biografia certo, ma non di un semplice personaggio come tanti che attraversano la Storia della cultura: no … è la biografia di un genio e della sua straordinaria famiglia, e della figlia illegittima, Marietta, presenza avvolta da un fitto alone di mistero, e senz’altro la più misteriosa pittrice dal Cinquecento. Questo lavoro è inoltre la narrazione di una svariata collezione di attori principali e innumerevoli comparse e della grande Venezia, raccontata nel brulichìo e nello sbrilluccichìo della sua vita quotidiana proprio nel periodo in cui conobbe lo sfarzo e il piacere ma anche il castigo flagellante della Controriforma, due epidemie di peste e un ineluttabile declino. Non lasciatevi intimorire dalle dimensioni poderose del volume, che presenta comunque notevoli difficoltà anche nel maneggiarlo. Questo bellissimo spaccato tra l’altro sulla vita cinquecentesca a Venezia, nonostante si parli con dati storiografici ben precisi alla mano, deve essere letto come un romanzo ( e qui scendono in campo le doti della Mazzucco lasciatemelo dire) e può piacere senza ombra di dubbio!

giovedì 18 febbraio 2010

Edita promuove il concorso "Corto-testo® Luoghi, personaggi e leggende del Mediterraneo"




















Edita Srl, società di servizi editoriali, indice la IIa edizione del concorso letterario “Corto-testo”. Dopo il successo del 2005 di ”Corto-testo. Istantanea sulla tua città”, il concorso viene riproposto anche per il 2009-2010. Quest’anno il tema scelto è “Corto-testo® Luoghi, personaggi e leggende del Mediterraneo”. Il progetto editoriale vuole essere innanzitutto uno strumento di valorizzazione della cultura italiana e in particolare di quella pugliese che, grazie alla posizione geografica della regione e alle vicende storiche succedutesi nel corso dei secoli, rappresenta un patrimonio di inestimabile valore da rivalutare e salvaguardare con continue e sempre più incisive attività. Con questo concorso si invita a descrivere monumenti, personaggi leggendari o storici, miti, leggende e itinerari di una città o di un borgo pugliesi, facendoli diventare protagonisti o sfondo di una storia immaginaria o verosimile. La partecipazione è aperta a tutti i cittadini dei paesi appartenenti alla comunità europea. La scadenza del concorso è fissata per il 30 giugno 2010. Sono ammessi al concorso i racconti in lingua italiana, purché inediti, che hanno per oggetto il tema: Corto-testo® Luoghi, personaggi e leggende del Mediterraneo. Si concorre con una o più opere di una lunghezza massima di 16000 battute (spazi e punteggiatura inclusi). I racconti non devono contenere disegni, grafici o illustrazioni di qualunque tipo. Gli elaborati presentati saranno valutati a insindacabile giudizio da un comitato di lettura interno e successivamente da una giuria composta da esponenti del mondo accademico, del mondo della cultura e dello spettacolo e da professionisti del settore editoriale. Contemporaneamente i racconti saranno votati dal pubblico degli internauti sul sito di Edita (è previsto un premio speciale per il racconto più votato). Il concorso si concluderà il 20 dicembre 2010. Tra tutti gli elaborati saranno scelti i migliori e pubblicati nel libro “Corto-testo® luoghi, personaggi e leggende del Mediterraneo”. Il regolamento e la scheda di partecipazione sono scaricabili su www.editaonline.com


Il libro del giorno: Otto personaggi in cerca (con autore) di BJÖRN LARSSON (Iperborea)

È rimasto un solo mondo di regioni inesplorate, di rotte da tracciare e mete provvisorie, dove la scoperta di tesori è ancora possibile: il mondo delle scienze. È sull’oceano del sapere che navigano questa volta i personaggi di Larsson, accomunati tutti, nella loro diversità, dallo stesso spirito di avventura: sono pronti a non dare niente per scontato, a mettersi totalmente in gioco, pur di inseguire la loro ricerca e il loro sogno. Come il filologo deciso a trovare negli antichi manoscritti la soluzione al mistero del Graal, il linguista che si immerge nelle strutture della grammatica per fare ordine nel caos del mondo, o la filosofa atea che sente la voce di Dio, e il chimico che compie il primo passo verso la conoscenza studiando le reazioni molecolari dell’innamoramento, fino all’ironico autoritratto dell’autore in crisi d’ispirazione che scopre, in una lettera smarrita di Flaubert, l’impossibile ricetta del capolavoro. Muovendosi con avvincente semplicità tra i problemi filologici e la grammatica generativa di Chomsky, la matematica quantistica e le teorie rivali del Big-bang o la mappatura del genoma umano, Larsson riesce ad entrare con umorismo e leggerezza nel vivo dei temi più attuali della scienza, dell’etica, del libero arbitrio, del dibattito tra verità e fede, tra laicità e fondamentalismo. E seguendo i suoi personaggi sulle inaspettate vie della scoperta, lontano da dove pensavano di arrivare, ricorda che non c’è altra legge che il dubbio, altra regola che l’incertezza, quando si ha a che fare con l’uomo e la sua imprevedibilità.

"E il mio cuore trasparente” di Véronique Ovaldé (Minimum Fax)




















Vince il premio Renaudot del Lycéens per la sua opera dal titolo “Ce que je sais de Vera Candida”, viene considerata la voce più interessante dell’intero panorama letterario contemporaneo francese. Parliamo di Véronique Ovaldé che esce ora in Italia per i tipi di Minimum Fax con “E il mio cuore trasparente”, ma già premiato nella sua terra natale con il “Prix France Culture Télérama” nel 2008 che venduto più di 30.000 copie. Parliamo di una storia che riesce a catturare il lettore non da subito, ma pagina dopo pagina, grazie allo stile di questa scrittrice che oltre ad essere sempre misuratamente un po’ sopra le righe, si rivela capace di tratteggiare una figura maschile come quella di Lancelot con grande eleganza e poesia. Lancelot è il protagonista maschile, una specie di Alfonso Nitti dei nostri giorni, che rimane vedovo della moglie Irina, ignaro però delle verità più grandi di lui, che la sua defunta compagna ha portato con sé nella tomba. La storia: Irina viene ritrovata morta in una “buia e tempestosa” notte d’inverno. Lancelot non riesce a rielaborare la perdita e il lutto, e si getta a capofitto in una ricerca spasmodica dei perché, e dei come. Poco a poco una serie di segreti che riguardano Irina, riaffiorano dalle ombre di un passato fatto di bombe molotov, uomini ambigui e milizie ecologiste militanti. “E il mio cuore trasparente” rappresenta quella parte segreta che fa parte un po’ di tutti noi e che tentiamo di tenere ben nascosta, una specie di mistero che occorre rispettare, senza farsi troppe domande. Fondamentalmente è un lavoro che parla delle innumerevoli contraddizioni di una donna moderna, certamente frivola e alcolista, ma che vuole riscattare se stessa dinanzi ad una arida ingenerosità del Destino, dando tutta se stessa per la salvaguardia del pianeta. Questo romanzo non è solo banalmente la descrizione dell’illusorietà dei sentimenti umani, non è la descrizione di una scontata solitudine che si cela dietro l’innamoramento, ma l’affermazione categorica che non riusciremo mai a conoscere le persone con cui viviamo

mercoledì 17 febbraio 2010

TUTTI I RACCONTI 1964-1981di Philip K. Dick (Fanucci editore)

Con questo quarto volume si conclude la pubblicazione di tutta la narrativa breve di Philip K. Dick. I racconti coprono l’arco cronologico che va dal 1964 al 1981: è il periodo della piena maturità artistica, gli anni in cui Dick arriva a esprimere il suo complesso mondo interiore nella maniera più compiuta. Agli slittamenti progressivi e inarrestabili della realtà si aggiungono ora i vistosi contorcimenti del tempo, caratteristiche a cui l’autore ha sempre mirato e che ossessivamente ha perseguito. Così in Il suo appuntamento è fissato per ieri lo scorrere lineare del tempo s’inverte, procedendo dal passato al presente, e in Tempo nauti c’è chi si trova nella bizzarra condizione di partecipare come ospite d’onore al proprio funerale. Ventitré racconti che ripropongono l’universo dickiano: evoluzione dell’automazione e simulacri artificiali; sostituzione della memoria biologica con una memoria artificiale prefabbricata; impossibilità di distinguere l’essere umano dal replicante androide.

"A chiunque si sia perso negli infiniti modelli di realtà del mondo moderno, noi diciamo: Philip K. Dick era lì prima di voi.” Terry Gillian

"Philip K. Dick è stato uno dei visionari più originali della narrativa statunitense del XX secolo.” L.A. Weekly


Donne e altri animali feroci, di Manila Benedetto, Coniglio Editore. Intervento di Nunzio Festa

I racconti feroci di Manila Benedetto, contenuti nell'ultimo “Donne e altri animali feroci”, sono delle miniature, descrizioni agili che nella maggior parte dei casi disegnano sulle pagine un quadro devastante per l'umanità e proprietà deflagranti dell'umanità. Il primo dei racconti brevi, d'altronde, già presenta la piccola raccolta. Che, dicendo di mucche sorde – chiaramente per vizi derivanti dall'infame guerra – oltre di nuovo a illustrare l'osceno, lasciano esterrefatti quasi quanto certe scritture dell'ambientazione metropolitana più truce. Ma il territorio della Benedetto è quello della rottura delle forze primarie, dove il destino del congelamento temporaneo delle speranze avanza di pari passo con la forza d'un destino segnato. Le ambientazioni scelte dall'autrice pugliese sono tutte affascinanti. Anche quando lo spazio è davvero microscopico. Con questo tassello proposto negli esilaranti 'lemming' della Coniglio, la Benedetto offre un altro passo inventato dai suoi sguardi e dalla sua visione della scrittura, e della vita dunque. E' forse di nuovo la notte dei blogger, potremmo dire, prendendo in prestito il titolo dell'antologia di scritti curata da Loredana Lipperini per Einaudi nel non più vicinissimo 2004, volume che conteneva già allora un testo di Manila Benedetto. I dieci racconti (o nove più uno) dei quali riferiamo, però, oltre a mettere nel sottofondo dei tempi di scrittura delitti dal quotidiano, presentano lo stesso 'quotidiano' toccato da briciole di mistero. Dunque abbiamo donne assassine, che però non ammazzano animali, e animali feroci che incontrano uomini e donne. Per fare cosa? Inoltre, la scrittrice di Castellana Grotte mette pizzichi delle sue sperimentazioni in prose che non devono spaventare.

martedì 16 febbraio 2010

Il libro del giorno: Haiducii (Homo homini pitbull) di Tommaso Labranca (Excelsior 1881)

Arrivati in Italia dalla Romania interna, i Petrescu osservano incantati il paradiso delle merci che li circonda e la facilità con cui possono accedervi tramite finanziarie capestro. Ma è una felicità fugace perché la loro vita è uno slalom tra prepotenze di ogni tipo e conti che non tornano. Haiducii è narrato in maniera destrutturata, in una serie di capitoli ambientati in anni diversi, a volte nel passato o in un futuro improbabile, e con un finale inatteso, non è un romanzo buonista: è l'espressione diretta di quella guerra tra (finti) poveri propria del nostro tempo e che qualcuno in Francia ha definito con l'espressione "homo homini pitbull".

Tommaso Labranca è nato a Milano nel 1962. Come scrittore ha pubblicato tra gli altri "Andy Warhol era un coatto (Castelvecchi, 1994); "Charltron Hescon" (Einaudi Stile Libero, 1999); "Neoproletariato" (Castelvecchi, 2002); "Il Piccolo Isolazionista" (Castelvecchi, 2006). E' anche attivo come autore televisivo e ha condotto per due anni una particolare rassegna stampa mattutina su Play Radio.

Uomini nello spazio di Tom McCarthy (Isbn edizioni)

Tom McCarthy non è solo uno degli intellettuali più innovativi, più prolifici del Regno Unito, ma è un personaggio della letteratura internazionale che riesce a creare plot di raro fascino e grande lucidità. Il suo ultimo lavoro pubblicato da Isbn edizioni, è un lavoro ragionato sin nei minimi particolari, davvero come pochi se ne leggono oggi. Insomma un lavoro esilarante, brillante, che tiene attaccati sino all’ultima pagina e che ha per protagonisti una folta schiera di criminali di Praga e un pool di astronauti intrappolati nella loro navicella spaziale. Uomini nello spazio, parla in sostanza di una deriva, di un multiverso della storia contemporanea che è franato sotto i piedi dell’umanità, ovvero quell’arco di tempo onto-fenomenico che include la caduta del Muro di Berlino e la fine dell’U.R.S.S. Praga fine anni novanta: i destini di alcuni malviventi si intersecano con tracciati esistenziali di altra gente di malaffare, galleristi senza scrupoli e “acidi” cineasti statunitensi che hanno percorso in lungo e largo l’Oceano dopo il 1989 in cerca di affari facili. La chiave di volta dell’intero romanzo, riguarda alcuni mafiosi bulgari che tentano di “estradare” clandestinamente una rara e preziosissima icona bizantina, progetto che si rivelerà pieno di ostacoli, ma ricco di avventure e dis/avventure. La metafora sta tutta invece nella figura di un astronauta sovietico lanciato in orbita appena prima della caduta del muro, e lasciato al suo fato nello spazio mentre nascono le incerte e oblique nuove democrazie, che sostituirono l’Urss.

Tom McCarthy è nato nel 1969 e vive a Londra. È artista, romanziere, teorico della letteratura, e portavoce della International Necronautical Society (INS), un network di avanguardie artistiche che esplora le dinamiche tra morte e rappresentazione. Déjà-vu, il suo primo romanzo, è stato inserito dal New York Times nella lista dei migliori libri del 2007.

lunedì 15 febbraio 2010

Girolamo Comi, poeta del Novecento, domani all'Arci "I Sotterranei di Copertino"


Lupo editore e Acme Lab presentano, Girolamo Comi, poeta del Novecento: un documentario di Carlo Mazzotta (ACME LAB) e presentazione del volume "Identità e scrittura nella poesia di Girolamo Comi di Maria Occhinegro (Lupo editore). Martedì 16 febbraio ore 20,00 presso l'Arci I Sotterranei in Via Delle Grazie 5 (Copertino). Presenta assieme agli autori Anna Cordella

Comi dall’accademia alla scuola: è il senso primario di questo impegnativo ed esaustivo lavoro pedagogico e critico della professoressa Maria Occhinegro. Ed è un gran merito, perché nessuno ha mai osato finora portare all’attenzione della scuola l’opera e la figura del poeta salentino. Ciò si spiega coi fatto che la poesia di Comi occupa un posto di solitaria altezza nel panorama della letteratura non solo salentina e pugliese, ma anche nazionale ed europea. Maria Occhinegro si è cimentata in questo non facile incontro. I risultati sono quelli che il libro esibisce: risultati di assoluta novità metodologica, di grande espansività didattica, di notevole spessore critico. Il lettore è immerso in un paese d’anima che gli era sconosciuto; comincia ad avere la nozione esatta del come può nascere e vivere la poesia, può toccare con le antenne della propria intelligenza il mistero che è alla radice dei suoni, allo sbocciare della parola poetica, non semplicemente descrittiva, ma eroicamente creativa, misteriosamente amica del respiro del mondo. Innamorarsi della poesia attraverso le sillabe che la compongono, entrare nei suoi meccanismi linguistici e psicologici seguendo l’eco dei suoni, procedendo sul tratturo di inusuali incontri col respiro mozzato dall’epifania di una ininterrotta pioggia d’accordi.

Il libro del giorno: Anima magica di Rossella Panigatti (Tea)

Silvia è una ragazzina alle porte dell’adolescenza che vive un mondo apparentemente perfetto e dorato. I genitori appartengono al ceto borghese, sembrano non farle mancare nulla, avvolti come sono dal perbenismo, dalla facciata sociale che li costringe in uno schema rigido, imperniato sul bello e sul conveniente. L’improvvisa malattia del padre, quasi morente in quel di New York con a fianco l’amante ad accudirlo anziché la moglie legittima, cambia la vita di Silvia, costretta a trasferirsi dalla zia Gaia – anima ribelle e anticonformista – nel paesaggio magico e avvolgente della Maremma. Non le vengono date spiegazioni, deve partire, migrare per un tempo breve, sì, ma pur sempre lontano da casa. Sono dieci anni che Silvia, fragile e ancora indifesa, non incontra Gaia. Una sensazione di inadeguatezza l’assale, la sconvolge, le impedisce di razionalizzare. Cosa succederà, dopo? Come cambierà la vita di una ragazzina che ha appena incominciato a domandarsi che cosa voglia davvero dire ‘vivere’? Quale ruolo giocherà Gaia, la zia/maga/strega buona/guaritrice? Rossella Panigatti, al suo esordio narrativo dopo una serie di manuali di auto-aiuto quali I sintomi parlano. Comprendere il messaggio della malattia e servirsene per guarire e La comunicazione vitale. Usare l'energia per trasformare i conflitti in relazioni: con noi stessi, gli altri e l'ambiente (entrambi per TEA), ha alle spalle un’esperienza di vita non comune essendosi specializzata in marketing ed imprenditoria e avendo poi abbandonato il settore a causa di una profonda depressione e a problemi di natura fisica. Si è infatti avvicinata alle teorie del Sistema Corpo Specchio, originariamente coniate da Martin Brofman, grande esperto dello sviluppo personale legato alle energie individuali, applicandole su stessa e su terzi. L’autrice milanese ha sperimentato, e insegna ormai da oltre quindici anni, la guarigione spirituale servendosi sia della psicoterapia classica sia dell’esoterismo, associandolo al sistema dei Chakra e all’utilizzo proficuo delle energie positive che risiedono nel nostro corpo, in contatto costante con la coscienza. In Anima magica sonda un territorio delicato, quello del bambino che si fa adulto, rendendosi comprensibile ed efficace – con uno stile delicato e liquido – a tutti, giovani e adulti. Un romanzo che parla al cuore e del cuore con incredibile immediatezza, sondando i lati più nascosti dell’Io con l’intento di migliorarsi, di sfruttare al massimo le potenzialità inespresse dell’interiorità, senza barriere fisico/temporali attraverso una storia di formazione legata ai sentimenti e alla natura. Si può essere felici, si può conoscere se stessi ed è possibile comprendere i propri figli, anche quando appaiono isole in mare aperto.

“Verso la dolcezza” di Francois Bégaudeau (Einaudi)


Ho avuto modo di apprezzare “La classe” di Francois Bégaudeau, ma il mio interesse a onor del vero è stato solleticato dall’aver visto il film di Laurent Cantet ispirato a quel romanzo e vincitore del festival di Cannes nel 2008. Una film documentario dove vi recitano attori non professionisti, di età compresa la maggior parte tra i 13 e i 15 anni che raccontano e inventano se stessi, dove il professore altri non è che Bègaudeau stesso, che per davvero insegna letteratura. Due esempi mirabili questi che insegnano a comprendere meglio problemi quali l’educazione e l’integrazione etnica senza scivolare mai nell’ovvietà. Il passo successivo è stato poi quello di procurami “Verso la dolcezza” sempre di Francois Bégaudeau per i tipi di Einaudi, e devo dire che mi sento in dovere di consigliarlo con assoluta tranquillità! “Verso la dolcezza”, permette all’autore di focalizzare meglio la sua lente indagativa sulla generazione dei trentenni di oggi, con piglio ironico e con un pizzico di sarcasmo. Jules, incarna perfettamente il ruolo di chi non sa mai nella vita cosa fare, dove andare e perché, financo sulle piccole cose, rasentando talvolta l’atrofia interiore. «A trentacinque anni arrivò il momento di diventare uomo», recita l'incipit del romanzo. Nel bel mezzo del romanzo Jules pensa qualcosa che molti della mia generazione stentano a dirsi, perché la maturità oramai sopraggiunge un po’ troppo tardi di questi tempi: «A trentasei anni arrivò il momento di diventare uomo». Un libro che parla di vita sentimentale precaria, dove addirittura il lasciare una donna si trasforma in «cambiare assetto». Che sia un’opera che racconta con le modalità stilistiche e linguistiche la nostra epoca sentimentale, poco importa, come poco importa se sia da leggere come una prosa poetica che ammicca alla sociologia o alla politica. Stiamo parlando di un lavoro ad ogni modo molto contemporaneo ,che padroneggia suono e fiato della scrittura. Il romanzo non delude per niente, Jules a volte arrivi perfino ad odiarlo, e la realtà (anche se talvolta non proprio la stessa che vorremmo agire e condurre) non è né più né meno che quella che anche noi viviamo. La bravura di un autore sta nel rendertela universale e autentica. E Bégaudeau lo fa!

François Bégaudeau, nato in Francia nel 1971, è giornalista e scrittore. Ha collaborato con i «Cahiers du cinéma» e scrive di cinema per «Playboy». Ha insegnato Letteratura nelle scuole medie. È autore di alcuni romanzi di prossima pubblicazione presso Einaudi, de La classe (Einaudi Stile libero 2008) - da cui è stato tratto il film omonimo, premiato a Cannes con la Palma d'oro, e nel quale interpreta il ruolo del professore - e di Verso la dolcezza (Einaudi Stile libero 2010).

domenica 14 febbraio 2010

Il libro del giorno: Il sangue è randagio di James Ellroy (Mondadori)

Estate 1968. Gli Stati Uniti sembrano sul punto di esplodere per il caldo che li soffoca e gli scandali che la scuotono. Nell'attraversare un quadriennio infuocato, lo sguardo implacabile di Ellroy si ferma su eventi enormi l'imperialismo Usa in America Latina, il dilagare del Black Power, la morte di J. Edgar Hoover, la presidenza Nixon - e su esistenze minime, trascinate dal corso di quella spaventosa e magnetica fiumana che è Los Angeles, interrompendosi sull'orlo del Watergate.

James Ellroy, il cui vero nome è Lee Earle Ellroy (Los Angeles, 4 marzo 1948), è uno scrittore statunitense. Dopo il suo secondo matrimonio con Helen Knode (autrice del libro The Ticket Out), Ellroy si era trasferito a Kansas City. Nel 2006, a seguito del loro divorzio, lo scrittore è tornato a L.A. Si definisce un eremita: scrive al computer molto raramente e preferisce creare grandi schemi della trama prima di cominciare di lavorare al libro.

Shutter Island (BD edizioni) a cura di Stefano Ascari e Andrea Riccadonna


Il 5 marzo esce il film di Martin Scorsese dal titolo “Shutter Island” con protagonista Leonardo Di Caprio nelle vesti di Teddy Daniels. Si tratta di una storia affascinante e misteriosa tratta dall’opera di Dennis Lehane pubblicata da Piemme nel 2003. Siamo nel settembre del 1954. L'agente federale Teddy Daniels viene mandato sull'isola di Shutter, al largo di Boston, dove si trova l'Ashecliffe Hospital, un luogo preposto alla detenzione e alla cura dei criminali affetti da gravi turbe psichiche. La missione è ritrovare una detenuta scomparsa letteralmente nel nulla, Rachel Salando, condannata per omicidio. Un uragano però si abbatte sull'isola, strappando qualsivoglia collegamento con il resto del mondo. Ma sull'isola, niente è davvero quello che sembra. Si tratta davvero di un bel libro con una trama fittissima e che tiene il fiato sospeso sino all’ultima pagina. Ho letto tutti i 7 lavori di Lehane e non posso che consigliarli tutti. Se dovessi consigliarne uno di questo autore non posso non indicare “La casa buia", ma questa è un'altra storia. Ora Edizioni BD ha trasmutato il romanzo di Lehane in una dirompente e oscura graphic novel, sceneggiata da Stefano Ascari per i disegni di Andrea Riccadonna, gli autori di David. Imperdibile!

sabato 13 febbraio 2010

Il libro del giorno: Tony Earley, La stella blu (Fanucci), collana Vintag


Otto anni fa i lettori di tutto il mondo si innamorarono di Jim Glass, il precoce ragazzino di dieci anni del best seller di Tony Earley. Ora Jim è un adolescente e si è innamorato, come solo un adolescente può innamorarsi, della sua compagna di classe Chrissie Steppe. Lei è la ragazza di Bucky, che si è arruolato in marina alla vigilia della seconda guerra mondiale. Jim decide di approfittare della sua assenza per conquistare il cuore di Chrissie, ma la guerra trasforma il liceo in un porto poco sicuro, e fa pesare sulle emozioni di un ragazzo la drammaticità di un uomo adulto. Con una sorprendente abilità nel narrare le vicende del cuore, Tony Earley ha realizzato un indimenticabile ritratto dell’America di un’altra epoca, rendendolo più reale di quello dei nostri giorni.

Tony Earley, autore della raccolta di racconti Here We Are in Paradise, del romanzo Il giovane Jim, dei saggi Somehow Form a Family, è stato inserito dal New Yorker nell’elenco dei 20 migliori scrittori d’America sotto i quarant’anni, e da Granta in quello dei 20 migliori giovani autori americani. Vive con la moglie e la figlia di cinque anni a Nashville, in Tennessee, dove insegna all’università Vanderbilt.


“Jim, i McBride e Aliceville incarnano in modo tanto perfetto il desiderio del nostro tempo di sentir parlare di persone oneste, che La stella blu e il suo protagonista sono irresistibili.” Scott Turow - The New York Times

“Ecco un libro che ci fa sorridere e commuovere dalla prima pagina” Il venerdì

“Teniamolo d’occhio!” “Uno stile limpido e profondo” Il sole 24ORE

“Scritto in una lingua bellissima e disseminato di delicati e stupefatti sentimenti”

Ttl

Il paese dei diari di Mario Perrotta (Terre di Mezzo). Di Pierpaolo Lala

Nei suoi spettacoli teatrali l’attore leccese Mario Perrotta lavora sulla memoria. Dai racconti dei migranti che lasciavano la propria terra in cerca di lavoro sono nati alcuni spettacoli teatrali e una trasmissione radiofonica. Qui, passando dal ruolo di autore/attore a quello di scrittore, si cimenta con un racconto in bilico tra finzione e realtà. Ne Il paese dei diari illustra l’esperienza di Pieve Santo Spirito, paesino toscano, dove nel 1984 il giornalista Saverio Tutino ha fondato un Archivio diaristico nel quale sono raccolti oltre seimila manoscritti. Ognuno può mandare il suo diario, o quello dei parenti scomparsi, e sperare nel giudizio della giuria (composta dall’intero paese) che decide cosa pubblicare ogni anno. Quello di Perrotta però non è un reportage su quanto accade a Pieve ma un racconto – guidato dal Virgilio Tutino - del mondo dei diari che nella notte si muovono, parlano. Ognuno racconta la propria storia e solo in questo mondo fantastico fascisti e partigiani possono stare l’uno accanto all’altro, solo così risorgimento e fine 900 diventano contemporanei. E poi ci sono storie incredibili come quella di Clelia Marchi che un giorno, affranta dall’assenza del defunto marito, inizia a scrivere su un lenzuolo bianco, conservato in una teca nella stanza principale dell’archivio. Un enorme foglio da compilare con la propria storia. “A Pieve Santo Stefano di diari ce ne stanno a migliaia e sono pieni di memorie transitorie, di incroci di frutta e colori, di esperienze utili per andare al mercato delle mele, migliaia di leve simili, ma differenti, memorie che messe tutti insieme non fanno un monumento”, sottolinea Ascanio Celestini nell’introduzione. “Storie effimere nelle quali Perrotta s’è fatto un giro tirando un po’ di leve e raccontandoci che senza i ricordi personali l’effimero della memoria non transita da nessuna parte”. Il volume è completato da alcune fotografie dei diari e da un capitolo di Loretta Veri, direttrice organizzativa della Fondazione, che spiega la genesi, la storia e il futuro di questa incredibile iniziativa di memoria personale e collettiva.

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venerdì 12 febbraio 2010

Il libro del giorno: La mano sinistra di Dio di Paul Hoffman (Editrice Nord)

Non lasciatevi ingannare. Si chiama Santuario dei Redentori, quello in cima a Shotover Scarp, ma è un luogo che non dà nessun rifugio e offre ben poca redenzione. Anzitutto è circondato, a perdita d’occhio, da un’arida boscaglia, è avvolto da una perenne coltre di fuliggine ed è così grande che è facilissimo perdersi, proprio come ci si perderebbe in una landa desolata. Poi ci vivono più di diecimila ragazzi, tormentati dalla fame e dal gelo, costretti a pregare e a fare penitenza, stremati da punizioni brutali e da un addestramento sfibrante. E tutto perché i Redentori hanno un disperato bisogno di soldati da mandare in guerra contro gli Antagonisti, contro coloro che non credono in nessun Dio. Una guerra che dura ormai da due secoli. Questa è stata la vita di Cale da quando, dieci anni prima, è stato strappato alla sua famiglia e condotto nel Santuario. Adesso Cale di anni ne ha quattordici: il suo passato è stato cancellato, il suo presente è un inferno e il suo futuro è la morte sul campo di battaglia. La stessa fine di tutti suoi compagni. Però Cale non è come gli altri. Non si lamenta, non rimpiange, non protesta. Il suo sguardo è freddo e spietato, il suo cuore è calmo e risoluto, la sua mente è lucida e determinata. Perché Cale ha un piano. Deve fuggire. Ma non si può sfuggire al destino. Perché, dopo aver abbandonato il Santuario, Cale si ritroverà in un mondo ancora più crudele e pericoloso. Un mondo in cui bisogna combattere con le armi e con l’astuzia. Un mondo che regala l’amore soltanto per strapparlo via. Un mondo in cui amici e nemici hanno lo stesso volto. Un mondo che aspetta e teme colui che forse lo distruggerà: la Mano Sinistra di Dio…

Paul Hoffman ha passato gran parte della sua infanzia in giro per il mondo, assistendo alle spericolate evoluzioni del padre, un pioniere del paracadutismo acrobatico. E' comunque riuscito a laurearsi in Leteratura inglese al New College di Oxford, diventando poi un affermato sceneggiatore cinematografico. La mano sinistra di Dio è uscito in contemporanea mondiale in 20 paesi ed è stato definito dal Bookseller &laquouno degli eventi editoriali dell'anno&raquo.

LA REPUBBLICA DELLE BANANE – IL BLOG SU FACEBOOK a cura di Andrea Riezzo e Giuseppe Cristaldi

Il blog, nasce nel 1997 ed è una sorta di diario online gestito da una o più persone, dove vengono scritte, esattamente come nel "vecchio diario", impressioni, opinioni o riflessioni dei "blogger", ovvero i gestori del blog, che decidono di condividere idee o ideali.
Il termine "condividi" è sicuramente la parola cardine di questi ultimi tempi, in quanto è il fulcro del noto social-network, Facebook. Proprio per questo motivo il neonato blog, "La Repubblica delle Banane" ha preso forma in Facebook, in quanto l'obiettivo fondamentale è condividere. "La Repubblica delle Banane" non è assolutamente un nome blasonato e palese come molti potrebbero pensare, tutt'altro, è un nome coniato da O. Henry (pseudonimo di William Sydney Porter) per classificare l'Honduras. Infatti "La Repubblica delle Banane" è una modalità dispregiativa di dire, rivolto a piccole nazioni latino-americane, dove regna una politica instabile, il potere economico è in mano alle multinazionali, e il governo è composto da un'oligarchia ricca e corrotta.
L'utilizzo dell’espressione “La Repubblica delle Banane” in questa sede è rivolto all'Italia, in quanto la situazione è poco differente rispetto a quella del sud america, se non per il fatto che non ci troviamo a quelle latitutidini e, pertanto, questo blog ideato da A. Riezzo, e con lui amministrato anche da G. Cristaldi, ha come obiettivo, quello di denunciare le malefatte di chi è a capo del governo, attraverso un'informazione limpida, pura, senza mezzi termini o possibilità di “inciucio”, offrendo a tutti la possibilità di "condividere" la notizia, affinchè quanti più cittadini s'informino in maniera corretta. Perchè preferire un blog? La risposta è molto semplice. Basta accendere un comune televisore e successivamente parlare con un italiano medio che non ha altri mezzi d'informazione oltre al tubo catodico, e ci si rende conto che la televisione impone alla mente solo due opportunità: scegliere tra l'ignoranza pura o la cultura filtrata. In ogni caso, nessuna delle due opzioni fa crescere la cultura di un cittadino, tutt'altro, annebbia le coscienze e rende deboli, lasciando scivolare addosso ogni tipo di notizia, dalla più scottante alla più effimera. Il blog "La Repubblica delle Banane" mira alla comunicazione senza "rumore", seguendo alla lettera la definizione di "comunicazione" cioè : mittente/messaggio/ destinatario, aggiungendo, dopo il "destinatario", solo ciò che la tecnologia di Facebook ci ha donato, la condivisione, che non è altro che un sinonimo del termine "divulgazione" che veniva usato negli anni precedenti.
Si aggiunga, che "La Repubblica delle Banane" non è schiava della televisione di Stato, non è schiava della televisione privata, non è schiava dei giornali di destra o di sinistra che siano. Essa è schiava soltanto della demagogia che ci governa, in quanto a causa di quest'ultima, le notizie vengono setacciate clamorosamente quindi consecutivamente tutti gli errori e tutti gli orrori commessi dai capi di governo e dai politici tutti.
Per maggiori informazioni, iscrivetevi al blog attraverso questo link:

http://www.facebook.com/pages/La-Repubblica-delle-Banane/163655204714?ref=mf

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giovedì 11 febbraio 2010

OPERATORI DI PACE SI DIVENTA il 13 febbraio ad Alessano con Nichi Vendola, Antonio Gabellone, Vittorio Prodi per Don Tonino Bello


SCUOLA DI PACE “DON TONINO BELLO”, ALESSANO, con il Patrocinio della REGIONE PUGLIA, PROVINCIA DI LECCE, COMUNE ALESSANO il 13 febbraio 2010 alle ore 9,00, presentano il CONVEGNO "OPERATORI DI PACE SI DIVENTA" presso la sala convegni Benedetto XVI (SS 275 Lucugnano-Alessano). Sono previsti i saluti del Presidente della Fondazion, prof. DONATO VALLI, il Vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca MONS VITO DE GRISANTIS, Sindaco del Comune di Alessano, il Presidente della Regione NICHI VENDOLA e il Presidente della Provincia di Lecce ANTONIO GABELLONE. Interverrà il Prof. VITTORIO PRODI (Europarlamentare- Già presidente della Scuola di Pace di Marzabotto). Con la partecipazione di : DON LUIGI CIOTTI Presidente di “Libera” e MONS.LUIGI BETTAZZI, Vescovo emerito di Ivrea-Già Presidente di Pax Christi.

Seguiranno due letture da “danza la vita” (Lupo Editore) delle prof.sse MARIAGABRIELLA CARLINO E MARIA OCCHINEGRO

Intermezzo musicale : Introduce la prof.ssa ANNALENA MANCA

Esecuzione al pianoforte del M.tro FRANCESCO LIBETTA

Inaugurazione della sede della scuola di Pace in Piazza Don Tonino Bello.

Seguirà buffet offerto dalla Scuola IPSSAR di S. Cesarea Terme

La fondazione della scuola di pace intitolata a Don Tonino Bello è un evento di straordinaria importanza. Significa costituire qui nel Salento, ad Alessano, un centro permanente di educazione alla legalità a disposizione di tutti i giovani che intendano usufruirne. Le istituzioni scolastiche potranno sintonizzare l’offerta formativa dei singoli POF con le iniziative che di volta in volta organizzerà questa scuola speciale, che nel territorio si configura come interlocutrice preziosa, in quanto “industria di pace”.

Il libro del giorno: Bellini e gli spiriti di Tony Bellotto (Cavallo di Ferro editore)

Una misteriosa busta viene lasciata sotto la porta dell’Agenzia Investigativa Lobo. Dentro ci sono 5 mila dollari e una denuncia di omicidio. La vittima è l’avvocato Arlindo Galvet, morto durante la maratona di San Silvestro cadendo stecchito a terra, senza causa apparente.

Pericolosamente diviso tra questo cliente fantasmagorico, le avventure amorose e la mafia cinese, il famoso detective Remo Bellini (un brasiliano di origini italiane) ha una gran bella gatta da pelare. Tra inseguimenti nel quartiere Liberdade, il quartiere orientale di San Paolo, e visite a un centro spiritista (tutto sempre con il sottofondo dei blues) Bellini comincia ad ammettere che le forze dell’altro mondo potrebbero anche dargli una mano a risolvere il caso.

Tony Bellotto è nato a San Paolo nel 1960. Oltre ad essere scrittore, è il chitarrista e il compositore del famoso gruppo rock brasiliano Titãs. Il detective Bellini, il personaggio di tutti i suoi romanzi gialli, ha ottenuto un successo così straordinario che alle sue avventure si sono ispirati un film e una seguitissima serie televisiva della TV Futura.

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