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venerdì 8 febbraio 2013
giovedì 7 febbraio 2013
mercoledì 6 febbraio 2013
Ecco I Gialli del Corriere della Sera. Si parte con La casa dei sette cadaveri Jefferson Farjeon
Si tratta di una collana di 20 libri gialli che usciranno con cadenza settimanale a
partire dal 9 febbraio come supplemento a Corriere della Sera. In offerta il primo
libro costerà 1 euro + il prezzo di
Corriere, dal secondo in poi le cose cambieranno (ma ne vale la pena) 6,90
euro + il prezzo di Corriere. Si tratta di autori poco noti in Italia, cosa
interessante sono tutti di provenienza anglosassone, e “dotati” di ottime
traduzioni. Parliamo di gialli di tipo classico, tradizionali, che possono
essere apprezzati da chi ama i grandi pilastri del genere come Agatha Christie,
Simenon, Chandler e chi più ne ha più ne metta!. Il Corriere della Sera, con
questa iniziativa vuole creare un
appuntamento settimanale presso gli appassionati del genere, ma anche
intercettare chi vuole scoprire il
giallo e imparare ad amarlo.
Ted Lyte è un ladro molto sfortunato.
Abituato a sbarcare il lunario con piccoli furti e borseggi, per una volta ha
deciso di puntare in alto e di introdursi in una villa sulla costa dell’Essex.
Ma lo spettacolo che si trova davanti è così spaventoso che per poco non
impazzisce: sette persone – sei uomini e una donna – giacciono privi di vita
nel salotto dell’abitazione. Ted fugge a gambe levate, ma viene subito acciuffato
da Thomas Hazeldean, un giornalista freelance appena approdato nei paraggi con
il suo amato yacht. L’ispettore Kendall, accompagnato sul posto dallo stesso
Hazeldean, trova un biglietto che lascerebbe pensare a un suicidio collettivo:
una soluzione fin troppo facile per il numero di interrogativi che il caso
solleva. Chi erano costoro? Da dove venivano? E, soprattutto, perché si erano riuniti
lì? Forse i due abitanti della casa, un certo Fenner e la sua giovane nipote
Dora, potrebbero gettare un po’ di luce sulla vicenda, ma a quanto pare sono
partiti in tutta fretta verso una destinazione ignota. E più il salotto viene
esaminato più particolari curiosi emergono:
un ritratto a olio trapassato da una
pallottola, una misteriosa palla da cricket appoggiata sopra un vaso da fiori,
un indecifrabile indirizzo scritto in punto di morte da uno dei presunti
suicidi… Un mystery del 1939 che tiene col fiato sospeso fino all’ultima
pagina.
Jefferson
Farjeon
(1883-1955) nacque a Londra in una famiglia di artisti. Il padre era un noto romanziere
e commediografo, il nonno materno un famoso attore americano e i tre fratelli
si sarebbero ben presto affermati nel campo della letteratura per bambini, del
teatro e della musica. Dopo aver lavorato per una decina d’anni per una casa
editrice specializzata in riviste umoristiche, nel 1924 Farjeon pubblicò il suo
primo mystery,
The Master Criminal, dopodiché si dedicò
a tempo pieno alla scrittura. Autore estremamente prolifico, in una trentina
d’anni scrisse circa ottanta romanzi, in prevalenza gialli, un’incredibile quantità
di racconti, nonché alcune sceneggiature cinematografiche tra cui quella per
Number Seventeen – un film diretto da Alfred Hitchcock nel 1932 – che si basava
su una pièce da lui scritta nel 1926. Elogiato dalla critica per la sua
capacità di ideare trame ingegnose e personaggi intriganti e per il suo stile
pulito e scorrevole, Jefferson
Farjeon fu uno degli scrittori preferiti
da Dorothy L. Sayers. Tra i titoli più noti ricordiamo The Fancy Dress Ball
(1934), Mystery in White (1937, Sotto la neve) e Death in the Inkwell (1942).
Potete dare intanto un’occhiata qui
.
“INVISIBILI, VIVERE E MORIRE ALL'ILVA DI TARANTO” (Kurumuny) e proiezione di “SETTANTA” UN CORTOMETRAGGIO DI PIPPO MEZZAPESA A CALIMERA
L’associazione
di Promozione Sociale “Polemonta” in collaborazione con Kurumuny e la libreria
Volta la carta di Calimera vi invitano a partecipare all’incontro che si terrà
presso la libreria Volta la
Carta in via Atene 39 a Calimera (Le) per parlare di diritto al
lavoro e diritto alla salute, di Ilva e di Taranto, ma non solo. Ospiti della
serata il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Fulvio Colucci, autore di Invisibili Vivere e morire all’Ilva di
Taranto (Kurumuny) e Nandu Popu dei Sud Sound System, autore del libro Salento fuoco e fumo (Laterza). A
conclusione dell’incontro sarà proiettato SettanTa,
un cortometraggio del regista Pippo Mezzapesa. L’appuntamento è per l’8
febbraio 2013 alle ore 19,00
Invisibili - Quello di Fulvio Colucci e Giuse
Alemanno è un lavoro a quattro mani che raccoglie e racconta storie di uomini,
inanellate come i grani di un rosario. Sono storie di operai la cui vita è
indissolubilmente legata al lavoro, sospesa in aria come il braccio di una gru,
operai del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, l’Ilva di Taranto. Invisibili
è il racconto che nasce dal desiderio di rivelare l’umanità degli operai
stretti tra il ricatto occupazionale e il sentirsi colpevoli di lavorare.
Invisibili è la
narrazione di un’umanità divisa fra la necessità e il rifiuto, la psicologia di
chi ogni giorno passa quei cancelli aspettando il momento di uscirne, il
malessere di chi sa che non può farne a meno pur essendone sempre tentato. Invisibili è anche un lavoro storico: di
storia e di storie: si intrecciano gli aspetti umani con quelli più analitici,
nel tentativo di creare una memoria storica, una coscienza collettiva che
consenta di riconoscere gli errori per non perseverare. Un’operazione storica
che serve a Taranto e al resto del Paese per capire che cosa è successo nel rapporto
tra la città e i suoi lavoratori, perché si sono interrotte le comunicazioni e
perché si sono inceppati dei meccanismi di solidarietà che in un primo momento,
nei primi anni dell’avvento del siderurgico, si era tentato di costruire.
un messaggio su qual è la condizione degli operai nel nostro Paese, la
condizione di una classe che ha smesso di sognare di andare in paradiso e che
invece si è trovata a far fronte alla difficile realtà di una società liquida,
la società della globalizzazione, con cui ha dovuto fare i conti
mimetizzandosi.
Taranto
è una delle città più inquinate d'Italia, con indici di mortalità in crescita
impressionante e sempre a Taranto il tasso di disoccupazione è altissimo
e se l'Ilva chiudesse andrebbero in fumo circa 12mila posti di lavoro.
Una guerra
tra poveri. Da una parte chi ha in casa una persona malata o che non vuole che
si ammali, dall'altra chi vive con un marito o un figlio lavoratore e non vuole
perdere l'unica fonte di sopravvivenza.
SettanTA - È stato realizzato dal
regista Pippo Mezzapesa nei giorni successivi all'uragano che si è abbattuto su Taranto. Il documentario racconta la vita di
un uomo tarantino che vive nel rione Tamburi, alle case-parcheggio: sono
case di emergenza, costruite per ospitare coloro che vivevano nel Borgo antico
di Taranto e che, dopo vari crolli, necessitavano di un’altra abitazione.
L'uomo non
ha un lavoro e così “per fare la giornata” (cioè guadagnare qualche
soldo, nel dialetto tarantino) invita tutti gli abitanti della zona ad
acquistare dei numeri per una riffa tutta particolare: in palio ci sono due
cestini di vari generi alimentari (provolone, salsiccia, dolci) e il numero
(Settanta, per l'appunto) viene estratto sempre da un bambino, simbolo
dell'innocenza e garanzia di trasparenza della riffa. Tra un acquisto e
l’altro, si sentono le voci dei cittadini che parlano dell'Ilva e la associano alla morte, alle
malattie; c’è chi dice di preferire la salute al lavoro e chi chiede solo tre
cose: salute, ambiente e lavoro, così difficili da far convivere.
Un occhio su
una parte della città, molto spesso dimenticata, e nella quale sembra che il
tempo si sia fermato.
Per info
329 9886391
• info@kurumuny.it
0832 873777 • libreriavoltalacarta@gmail.com
320 7225960
martedì 5 febbraio 2013
PARTE DA ZOLLINO IL PROGETTO POLYSONG. Primo incontro informativo Giovedì 7 febbraio alle ore 18,00 presso l’Auditorium “Tondi” di Zollino
Nell’ambito del
progetto POLYSONG, programma di cooperazione territoriale europea, Grecia –
Italia 2007-2013, che per la parte italiana vede coinvolti i comuni di
Calimera, Sternatia e Zollino, giovedì 7
febbraio alle ore 18,00 presso l’Auditorium “Tondi” di Zollino si terrà la
prima giornata informativa dal titolo: “I
canti polifonici di tradizione orale della Grecìa salentina”.
Ai saluti
iniziali dei partners italiani e greci, seguiranno i contributi degli studiosi
Luigi Chiriatti e Francesca Zacheo.
Il termine
POLYSONG è l’acronimo di PHOLYPHONIC SONG, una piattaforma transfrontaliera tra
l’area della Grecìa salentina e il Comune di Pogoni, città dell’Epiro.
Le due regioni, Epiro e Puglia,
sono separate dal mare, ciò nonostante ci sono somiglianze sorprendenti negli
usi, costumi e tradizioni, soprattutto per ciò che riguarda i repertori sonori
di tradizione orale e quindi le musiche, i canti e le danze popolari. Tanto più
se si considera l’aspetto linguistico che rappresenta il filo rosso che da
secoli tiene legate le due aree geografiche e che testimonia come nei secoli ci
siano stati rapporti molto intensi fra questi due popoli.
Questa ricca eredità culturale è
oggi al centro dell’attività del progetto Polysong, un programma di
Cooperazione territoriale europea, tra Grecia e Italia che ha come obiettivo
principale quello di preservare gli aspetti peculiari delle due culture,
creando un ponte, una rete che favorisca lo scambio transfrontaliero, il
confronto che metta in luce somiglianze e differenze.
Polysong ha il
merito di richiamare l’attenzione su un patrimonio che va verso una lenta ma
progressiva dissoluzione. Molto è stato fatto in questo campo, soprattutto
negli ultimi anni, ma si è trattato prevalentemente di iniziative isolate che
non hanno dato esiti duraturi nel tempo. Molto ancora si può fare sul piano della
documentazione, della ricerca e della valorizzazione di un bene immateriale per
evitarne la scomparsa e POLYSONG nasce con queste finalità.
Mission del progetto POLYSONG,
infatti, è migliorare la qualità della
vita, tutelare l’ambiente, e
promuovere la coesione sociale e culturale,
attraverso le seguenti azioni:
1) Promozione e conservazione del
patrimonio culturale immateriale delle regioni partecipanti.
2) Promozione dell’identità
culturale delle comunità che partecipano al progetto.
3) Scambio di conoscenze musicali
e storiche relativamente ai canti polifonici, alle musiche alle danze tradizionali, attraverso la
cooperazione transfrontaliera e la capacità di “fare rete”.
4) Il confronto utilizzato come
metodologia di scambi e studio.
5) Tutela del patrimonio
culturale inteso come musica polifonica e danze popolari locali anche come
fattori che possano favorire lo sviluppo del turismo.
L’EVENTO È ORGANIZZATO DAL
COMUNE DI ZOLLINO
LA PRODUZIONE È CURATA DA KURUMUNY
Per maggiori info
0832801528 | 3299886391 | info@kurumuny.it;
Lo strano caso dei tre nubiani di Francesco Signor (‘round midnight edizioni)
«Rifarei tutto quello che non ho
fatto.».
Ana è una ragazza di facili
costumi, figlia di “Uomoni e Donne” e “Sex and the city”. Ana è un’aspirante
zoccola, sì avete letto bene. La cosa peggiore che le potesse succedere era
quella di essere assunta in un’autodemolizioni, in cui lavorano tre nubiani dai
fisici scultorei e dalle doti (non troppo nascoste) sproporzionate. La paga da
fame è compensata dai sogni erotici che allietano le notti della protagonista,
dagli orgasmi multipli, dalle masturbazioni folli. Ana è una ragazza espansiva,
troppo, e il suo carattere “allegro” non è ben visto dalla ex moglie del suo
squallido datore di lavoro, il grasso e scorreggiante Mr. Grasso. Sesso,
volgarità, noir, vibratori, cosa volete di più, cari lettori? Signor ci
racconta un mondo di precariato, di follia, un mondo in cui per sopravvivere
bisogna “cacciare le palle” e non sempre in senso figurato.
Francesco Signor è giornalista e
autore satirico. Scrive per Affaritaliani.it. è stato responsabile editoriale
di «Giudizio Universale» e, prima ancora, ha curato per tre anni «Bookmark»,
l'inserto settimanale di cultura del quotidiano «il Riformista». Ha lavorato in
teatro e televisione con Enrico Montesano e Beppe Braida. Inoltre, ha scritto
per «Cuore», «Comix», «Zapata», «Pippol». Tra le sue pubblicazioni, la raccolta
satirica Carognate di Natale (Aa.Vv., Gremese, 2008) e il romanzo in coppia con
Ornella Gaido Tutto l'amore in un bicchiere rotto (Editrice Zona, 2009).
lunedì 4 febbraio 2013
domenica 3 febbraio 2013
sabato 2 febbraio 2013
Due libri sul presente dell’energia. Intervento di Vander Tumiatti (Imprenditore e Fondatore di Sea Marconi Technologies)
Da qualche anno a questa parte,
con l’evoluzione della tecnologia “green” e un aumento di consapevolezza della
coscienza ambientalista, noi tutti abbiamo appreso il significato
dell’espressione “fonti di energia rinnovabili” o della forma breve con cui
comunemente le si definisce: “le rinnovabili”. Sappiamo che questa tipologia di
energie non pregiudica le risorse naturali, si rigenera e può essere
considerata praticamente “inesauribile”. Sappiamo quali sono queste particolari
fonti di energia: l’energia solare, l’energia eolica, le biomasse, la
geotermia, l’idroelettrica, il moto delle onde e le correnti marine, tutte
accomunate dal fatto che il loro utilizzo attuale non ne pregiudica minimamente
la disponibilità futura. Eppure, nonostante la loro netta superiorità in quanto
a sostenibilità ambientale, le energie rinnovabili alimentano a tutt’oggi
accesi dibattiti, suscitando numerose polemiche circa la loro utilità o meno, a
dimostrazione che in tal senso c’è ancora molto da lavorare. Basti ricordare a
tal proposito che, se prendiamo ad esempio una regione come la Puglia e in particolare il
Salento, territorio dove queste fonti energetiche vengono valorizzate in
maniera abbastanza intensiva, col passare del tempo si è formato un fronte
piuttosto ampio di oppositori, al cui interno figurano movimenti ambientalisti
e più genericamente d’opinione, ma anche operatori della comunicazione,
pregiudizialmente ostili a qualsivoglia proposta o progetto di ricerca in senso
“green”. Ciò sta ostacolando di fatto e al di là di ogni ragionevolezza, una
crescita “verde” anche in senso occupazionale. Eppure tutti sappiamo che, in
momenti come quello che stiamo attraversando, lo sviluppo di un settore in cui
presumibilmente prevarrebbe l’occupazione giovanile, sarebbe altamente
auspicabile . A proposito di questo e altri temi la mia attenzione è stata
catturata di recente da due pubblicazioni che reputo piuttosto interessanti,
proposte da Edizioni Ambiente.
In ordine di novità editoriale prenderei
in considerazione per primo il libro dal titolo “Fonti rinnovabili.
Autorizzazioni, connessioni, incentivi e fiscalità della produzione elettrica”
a cura di Anna Bruno, della Redazione di Nextville e con la prefazione di
Gianni Silvestrini. Il punto da cui muove il libro, che intende offrire un
panorama di fotovoltaico e rinnovabili elettriche, è un’analisi, datata 2012,
di come stiano cambiando gli scenari a proposito delle energie rinnovabili. Si
scopre così che, nel corso dell’anno preso in esame, molte piccole e medie
imprese hanno dimezzato il loro fatturato dal momento che non sono state in
grado di percepire in tempo la sproporzione palese tra incentivi e i costi
degli impianti. Ciò a causa del fatto che, proprio nel cuore della crisi economica,
sono intervenuti tagli sempre più consistenti agli incentivi al fotovoltaico,
allontanando coì il break even point per le aziende che vi avevano investito.
Ma anche le altre fonti rinnovabili sono finite in stallo, in conseguenza di
un’incertezza normativa che ha reso praticamente impossibile qualsivoglia
pianificazione. Uno scenario che a fine dicembre 2012 appare tutt’altro che
incoraggiante. Questo libro rappresenta un tentativo, a mio parere riuscito, di
semplificare l’analisi dei diversi aspetti legislativi, così come degli
incentivi (e della loro possibile evoluzione futura) alle rinnovabili termiche
e all’efficienza energetica: elementi assolutamente indispensabile per chi
opera professionalmente in questi settori, o per coloro che stanno meditando di
entrarvi.
Il secondo titolo è “Energia da
biogas. Manuale per la progettazione, autorizzazione e gestione
tecnico-economica degli impianti” con contributi di Francesco Arecco, Alexander
Albrecht, Davide Chiesa, Paola Caputo, Alessandro Casula, Gabriele Insabato,
Francesca Malpei, Luca Marigo, Pierangelo Pasqualin. Francesco Arecco svolge la
professione di avvocato, è civilista e amministrativista in materia di ambiente
ed energia, e coordinatore della Formazione Rinnovabili Nextville.it. In questo
pregevole lavoro si parla di come l’energia ottenuta dai biogas avrà
nell’immediato futuro una incredibile convenienza, sia per la facilità di
reperimento che per la grande disponibilità di tecnologie avanzate per il
trattamento, la sicurezza e l’utilizzo. Un’opera che preannuncia il prossimo
successo del biogas come fonte energetica alternativa e che si pone alcuni
interrogativi fondamentali: “cosa fare?”, “conviene farlo?” e “come farlo?” Due
lavori che consiglio assolutamente di leggere a chi desidera approfondire, per
ragioni professionali ma non solo, il tema della produzione di energia
rinnovabile e dei molteplici aspetti che ne condizionano la sostenibilità
economica.
Fonti rinnovabili. Autorizzazioni, connessioni, incentivi e fiscalità
della produzione elettrica, 2011, €18, p. 256, Edizioni Ambiente, a cura di
Anna Bruno
Energia da biogas. Manuale per la progettazione, autorizzazione e
gestione tecnico-economica degli impianti 2012, €34, p. 210, Edizioni Ambiente,
a cura di Francesco Arecco
Intervento apparso sul Blog Libri de La Repubblica Bari
CARMELO BENE, IL FENOMENO E LA VOCE di Antonio ZORETTI (Lupo editore) domani alla Libreria Palmieri a Lecce
Alla Libreria Palmieri in via Trinchese 62 a Lecce domani domenica 3
febbraio 2013 si presenta “Carmelo Bene, il fenomeno la voce” di Antonio
Zoretti. Dialoga con l’autore il prof. Giovanni Invitto.
“Ecco” - diceva Cesare Garboli -
“quello che a volte ci manca quando si sente parlare di Carmelo Bene in maniera
dotta e molto impegnata, oggi, è quell’esperienza degli anni ‘60 che, per chi
andava a teatro, vedeva non solo qualcosa di straordinario…un attore geniale,
ma la risata (non perché faceva il comico), una risata liberatoria, di uno che
faceva piazza pulita, distruggeva montagne di carta in un colpo di mano. Non
solo prendeva in giro i critici o le persone che pensavano di avere cultura
(avendone dieci volte di più lui), stralciando soprattutto il resto
dell’intellettualità italiana, ma faceva proprio piazza pulita di forme,
valori, pseudovalori culturali.”
Per questo è importante tornare a
riflettere sull’operato di Carmelo Bene, il quale è da considerare un fenomeno
culturale del XX secolo. A conferma e a testimonianza dell’oramai unanime
riconoscimento attribuitogli: essere considerato uno dei massimi artisti del
Novecento.
Antonio Zoretti - Vive tra Lecce
e Bologna. Nel capoluogo emiliano durante gli anni Ottanta frequenta il corso
di Laurea DAMS della Facoltà di Lettere dell’Università. Segue sempre con
interesse lo sviluppo delle attività letterarie, teatrali e artistiche in senso
lato. Come operatore culturale, questo è il suo primo saggio su un autore.
venerdì 1 febbraio 2013
giovedì 31 gennaio 2013
Giuseppe Calogiuri con il suo Tramontana (Lupo editore) al Cibo per la mente di Taranto
Venerdì 1 febbraio 2013 alle ore
19.00 al “Cibo per la Mente”
Caffè Letterario a Taranto (Via Duomo, Palazzo Gennarini), è prevista la
presentazione del nuovo libro di Giuseppe Calogiuri “Tramontana” edito da Lupo
editore. Dialogherò con l'autore.
Una inquietante sequenza di
oscure morti e sparizioni agita le acque di una tranquilla cittadina del sud
coinvolgendo indistintamente rampolli di buona famiglia, onesti professionisti
e modesti lavoratori. L’apparente gratuita casualità dei fatti mette in allerta
il fiuto di Michelangelo Romani, giornalista del Messaggero Quotidiano, e di
Sandro Gennari, direttore di TeleCittàUno, che decidono di investigare
nonostante la servile prudenza dei rispettivi editori quando l’indagine sembra
infastidire le poltrone di politicanti affaristi o turbare antiche coscienze.
Affiancati dalla fedele Carla, i due amici si mettono ostinatamente in cerca di
polverosi “scheletri” negli armadi più insospettabili, seguendo l’esile filo di
una traccia che appare sempre più sfuggente, in attesa del segnale anomalo
rivelatore. Cosa sa il vecchio colono Antimo? E chi è il cinico giustiziere? Un
giallo tutto salentino in cui lo studio delle atmosfere d’ambiente si sposa con
la scrittura elegante e il gusto della suspense.
Giuseppe Calogiuri - Nato a Lecce
e qui vive e lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli
artisti. Già cronista e reporter per quotidiani e riviste locali,
all’avvocatura associa l’attività di chitarrista blues e jazz. Scrittore sin
dall’età giovanile, ha esordito nella narrativa nel 2005 (premio “Corto
Testo”). Scrive su ogni pezzo di carta gli capiti tra le mani. Tramontana è il
primo romanzo della serie con protagonista il giornalista Michelangelo Romani.
Taranto (Taranto)
Cibo per la mente
ore 19:00
ingresso libero
Info. 099/4007520
Novità: “GoodMooning!” di Stefano Saldarelli (Phasar Edizioni)
La missione spaziale che portò
l’uomo sulla Luna nel luglio 1969 non fu la prima. Anche se di pochi mesi, fu
preceduta da un’altra. Assolutamente top secret. Poiché la posta in gioco era
altissima e gli imprevisti inimmaginabili, fu deciso di inviare alcuni
volontari sulla Luna per preparare lo sbarco ufficiale. Questo libro raccoglie
i diari di missione del programma spaziale più segreto al mondo, oggi
conosciuto grazie al contributo di alcuni testimoni chiave che hanno messo a
rischio la loro vita per far luce sul caso di insabbiamento più importante
della storia. Questa missione fu battezzata GoodMooning! ed oggi voi
conoscerete la verità.
Stefano Saldarelli è nato a
Firenze il 21 settembre 1969,
in pieno programma spaziale Apollo.
Da sempre è appassionato di
fantascienza e missioni spaziali. Vive e lavora a Prato dove svolge l’attività
di grafico freelance (www.achrom.it). Nell’inseguire i propri sogni, nel 2006
progetta e realizza l’allestimento dell’ambiente di lavoro nel quale svolge la
propria attività, prendendo ispirazione dal design della serie televisiva
“Spazio1999” (www.studio1999.it). Alla fine del 2009 studia e realizza il logo
GoodMooning! e l’astronauta John Doe. All’inizio del 2012 il sogno GoodMooning!
prende vita attraverso la realizzazione di alcuni disegni che vengono poi
riprodotti su t-shirt e “mug”. Nascono parallelamente anche alcune brevi storie
che cominciano ad essere raccolte in un blog (www.goodmooning.it). Queste
storie si sviluppano e a dicembre 2012 diventano un libro, questo libro…
"GoodMooning!", Stefano Saldarelli, Phasar Edizioni, 2012,
€11, ISBN: 978-88-6358-167-6, pp. 122
Visita il sito dell’autore.
Scarica l’anteprima del libro in formato PDF
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Carsica il blog di Gianluca Conte
mercoledì 30 gennaio 2013
Prove di libertà di Stefano Dal Bianco (Mondadori). Intervento di Nunzio Festa
Decorato a suo tempo d’alloro dal
critico Mengaldo, il poeta Stefano Dal Bianco, dopo oltre un decennio
dall’ultima opera letteraria, ridiscute la sua poesia con “Prove di libertà”.
Scandito dalle sette note del pentagramma, il libro si rasserena solamente
nelle brevi prose poetiche poste quasi a far da pausa al navigare. Nell’agire,
invece, è più che compulsivo. Anche quando, pure senza dimostrarlo
sfacciatamente, parla dei doveri sentimentali. Esplorando le grazie dell’esser
padre. Le cadute arrivano molto prima dei passaggi che intercettano le dolci
violenze dedicate all’Io. Debolezze che san di canzonetta battistiana, per
giunta. Eppur l’imperfezione, allora, condisce il Prove di libertà dell’olio
dell’arte. Il meglio e il peggio di Dal Bianco è tutto comunque in questi
versi: “Qui davanti alla finestra bellissimo / c’è un arcobaleno ogni tre
giorni / che canta la gloria di Dio, e io / che me ne faccio?”. La Fede ‘anti-retorica’ assicura
la forza della parola. Mentre il frugare nelle tasche del semplice ammorbidisce
il Tono. In “Arcobaleno”, questo il titolo esemplare della composizione,
abbiamo Dal Bianco. Per intero. Prima di mischiare, invece, il verso
impareggiabile con il male del petto a petto con la poesia stessa, anzi
solamente con la parola “poesia”. (E’ necessario che ci si sbatta? E l’han
fatto i più grandi, - e lo fanno e faranno i minori). Le poesie destinate agli
sguardi dal finestrino della vita, invece, partono lentamente. Ma per divenire
frenesia pura. Non serve, in effetti, farsi afferrare dalla chiusa. Per
capirlo. Ché le chiuse portano i puntini di sospensione alla ricerca. Non
terminano. Saluta il mondo Stefano Dal Bianco. Quando s’inabissa nella propria
dimensione personale. Dove la navigazione si tiene ferma nei contrappunti del
parlare. Non è parlato, quello del poeta. Comunque. Però la voce dice. Il metro
tutt’altro che antico si ricopre di nudità allevando negli scatti facili la
semplicità dell’errore dovuto all’incedere. I cambi di passo, ritmo, lo
testimoniano. Il poeta Dal Bianco si scrolla di dosso le regole dell’accademia.
In quanto vuole fidarsi ciecamente di se stesso, affidarsi a sé stesso. Come se
il mondo fosse piccolo. Consapevole, di contro, della sua vastità. Ascoltata.
martedì 29 gennaio 2013
Nel vento di Emiliano Gucci (Feltrinelli). Intervento di Nunzio Festa
"Nel 1992 mio padre uccise
mio fratello nella neve. Nel 2007 ho perso Caterina per sempre. Io per questi
motivo corro". L'incipit infuocato, a dir poco lampante, del romanzo
scritto dal libraio part-time toscano, Emiliano Gucci, attacco camusiano e
decisivo, soccorre il titolo dell'opera, "Nel vento". E definitiva è
la corsa del protagonista del libro. Alla stregua del colpo lanciato dal
giudice di gara delle gare vitali del centometrista estraniato e gelido. Un
centrometrista che vuole, dopo dolori immani e fortificanti assai, la gara
perfetta: una vittoria nell'albo dell'eterno secondo; mentre scorrono nella
testa fantasie che sono molto più lancinanti della realtà, addirittura. Il
narratore autodiegetico del libro si concrentra e, allo stesso tempo, non evade
che sui blocchi di partenza. Dai quali deve darsi lo slancio, per scappare.
Perennemente. Correre via dal passato, in ogni caso. Ben conscio che sopravvive
in un mondo di steroidi e altre sostanze stupefacenti - utili alla corsa
sportiva. Ma, soprattutto, elementi che devono alimentare il fuoco delle
scommesse clandestine e di tutto il resto del giro d'affari del suo sport. Tra
falso e non vero. Mentre sa bene il protagonista di Nel vento, che l'irreale
certo che ha in testa lo porta a citare i suoi avversari con nomi che non sono
nomi. UNO, DUE, CINQUE. Persone identificate solamente con le postazioni che
coprono in pista. Dove il pensiero del fratello morto ammazzato dal padre,
crollato sulla neve fresca sotto i suoi occhi e l'abbandono senza remissioni di
peccato dell'unico amore della sua vita, lo tengono in stato di sana pazzia.
Davvero dunque "non ci si deve fermare a pensare". Gucci, autore tra
le altre cose dell'indimenticato "Donne e topi" (Fazi), ha fatto
proprio un "romanzo esistenzialista", come è stato definito dal
concittadino e anche lui giovane scrittore, Vanni Santoni. La lingua è
perfetta. Dalla quale, insomma, apprendiamo tutti i tormenti del protagonista
del romanzo. Perché non ci si può inzuppare dell'acqua della pioggia che lo
terrà sotto scacco. Ma uscendo da quella, riprendere l'ansia da 'prestazione'
della voce. Nel vento abolisce la presenza dei riflettori. Che pur ci sono.
Però li fa oggetto, al pari d'altri, della trama. Il discorso è attualissimo.
Eppure stravolge le regole della modernità che vorrebbero confini netti tra i
momenti della narrazione. Qui, infatti, il romanzo diventa imperdibile.
lunedì 28 gennaio 2013
CELEBRATION DAY, Led Zeppelin. Intervento di Giuseppe Calogiuri
Era il 1999 o giù di lì. Stavo
lavorando ad una serie di articoli sulla storia del rock e quello che narrava
la nascita dell’hard rock principiava così “Due accordi. In MI minore, suonati
da una Gibson diavoletta”. A distanza di quindici anni torno sul luogo del
misfatto parlando sempre di quelle due, stramaledette, note. Maledette, perchè
tutta la tiritera sul rock satanico parte essenzialmente da lì.
uuuuuuUUUUHHH!!!
rock sataaaaAAAHHHNICOOOOooooo
Ecco, questo dovrebbe aver fatto
allontanare i benpensanti.
Si diceva, due stramaledette note
in MI minore che ieri aprirono “Good Times, Bad Times” primo solco del
monumentale “Led Zeppelin” e che oggi, a distanza di oltre quarant'anni, aprono
il lussuosissimo Celebration Day, ricco cofanetto di ciddì e divvuddì con la
fedelissima ripresa audiovideo del concerto tenutosi nel 2007 alla londinese O2
Arena dal quartetto che ci ha insegnato le scale pentatoniche minori sul quinto
tasto.
Che, poi, diciamolo. Abbiamo
spulciato iutùb, torrent ed emiùl alla ricerca di una ripresa audiovideo
decente che potesse testimoniare quel che sei anni fa è accaduto in quella O2
che vibrava di feedback ad otto ohm e di Plantiani gridolini femminei
dell'appollineo dio del falsetto rock. Niente di niente, solo ripresine con
quei cellulari che ci han fatto dimenticare gli ustionanti accendini di
SanSiriana memoria. Sono stati parchi, gli Zep. Come sempre. Ci han fatto attendere, e
parecchio, con l'usuale giochetto del no, ci mancherebbe, ma forse chissà. E il
tempo che si è dovuto attendere è stato benedetto.
Ops.
Maledetto.
Maledettissimo.
Dall'onnipresente Cornuto del
Rock.
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