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giovedì 12 gennaio 2012

ANNA BIANCHI






















"Cerco di restare pura ed indipendente nel mio modo di esprimermi". Questa è la caratteristica artistica di Anna Bianchi. ..........La mente mi riporta al lontano 1980, quando in pieno fermento Punk e New Wave mi imbatto in un negozio a Viareggio; "SKA" uno dei primi negozi dedicati all'abbigliamento e accessori di questo nuovo stile, caratteristico fin dall'adesivo e le locandine. L'adesivo di "SKA" reca un disegno della proprietaria Anna Bianchi, un'elaborazione stilistica di divagazione punk in nero su campo giallo, immagine molto innovativa per quei tempi nella Viareggio regno della borghesia.
Qualche anno più tardi ritrovo Anna in un altro negozio di abbigliamento molto personale e conosciuto per il suo stile new wave, questa volta a Lucca e porta il nome di "Senso" e come simbolo Anna Magnani. Pittrice e artista tuttotondo Anna Bianchi vive e lavora a Lucca.
Nei suoi lavori si ispira principalmente a maestri che hanno lasciato un segno nell'arte contemporanea: A. Warhol, Hamilton, M. Rotella, Hains e Villaglé .
Le sue opere prendono spunto da tutto ciò che ruota intorno al cinema, moda e cultura, dagli anni 50 fino agli 80, grazie a questi periodi ricchi di rivoluzioni visive e stilistiche, l'artista ha maturato la sua crescita personale creativa. La capacitá che Anna ha di reinventare l'arte giá esistente è fortemente intrecciata alla sua vita, cosí come finemente intrecciati tra loro sono i soggetti della sua pittura: volti ed espressioni che appartengono al vissuto quotidiano, i personaggi realizzati da Anna Bianchi riemergono come valore culturale attuale, come immagine rivisitata e fatta propria in modo eccellente. La sua è un'espressione fondata su libera rielaborazione e parte da esigenze personali di suggestioni, motivi, strutture, soluzioni provenienti da più fonti del presente che del passato. Vario e molto personale è il repertorio dei personaggi (miti) che popolano suoi quadri. Le sue realizzazioni infatti spaziano da visioni di Marilyn Monroe, Brigitte Bardot, Anna Magnani, Bette Devis, Al Capone, alle vecchie pubblicitá da cui sono state prodotte collezioni per l'alta moda, la sua stilista preferita è Mary Quent, una particolare attenzione riserva ai simboli del boom economico degli anni 60, per cui le automobili, e alcuni marchi in voga negli anni 60.
Negli ultimi lavori ha introdotto nuovi personaggi come Siouxsie Sioux, Grace Jones, Barack Obama, Patty Pravo, Nina Hagen. Le sue tecniche prendono spunto dai maestri a cui si ispira e sono processi di décollage, prendono icone del panorama cinematografico, musicale, fotogrammi rubati a momenti ed espressioni meno felici delle dive, Anna se ne appropria, distrugge l'originale per crearne una nuova forma. Ne da cosí un'espressione del personaggio, mentre sta vivendo un determinato momento, perché no, anche drammatico, e nel rubare un espressione intima, racconta il personaggio abituato ad essere visto sui giornali, alla tv ecc, con un occhio diverso e più interiore. La lavorazione di costante pazienza rende il lavoro finito fatto di sovrapposizioni, strappi, cesellature, di un manierismo unico e di originalitá incredibile. Le opere assumono dei connotati originali con ulteriore tracce di colore, che neppure l'artista poteva inizialmente prevedere, ogni elemento viene decontestualizzato e riposizionato in questo nuovo spazio. Anna ricostruisce le vicende e il clima che nel corso degli anni cinquanta e la metá degli anni ottanta hanno dato vita ad un Italia originale (contesto che oggi è venuto a mancare), con un gusto tutto pop. Pochi interventi cromatici, su stampe in bianco e nero pazientemente ritagliate. Ne viene fuori una metamorfosi straordinaria, e quello che può apparire uno stracciare, cancellare, profanare ció che è giá stato accettato, rivive di una nuova luce propria, esaltata da una forte sensibilitá dell'artista, che mette in gioco se stessa e da all'opera positivitá e unicitá.
Il materiale stampato che Anna usa e da lei stessa continuamente ricercato in mercatini vintage dove acquista riviste, pubblicità, marchi,locandine di film, originali.
Negli ultimi decenni dove con l'arte è facile scioccare, scandalizzare, dove per farsi notare è più facile mostrare parti del corpo o uccidere piú che avere le idee chiare, l'arte di Anna Bianchi è invece romanticismo e coraggio di sperimentare. (Luca Gennai)”


domenica 5 luglio 2009

Bisogna raccontare di Maria Zimotti














Vite come atomi. Macchie sull´asfalto, come l´ombra di vita descritta da Camus a proposito dell´esplosione di Hiroshima. “Lasciò – diceva - l´ombra bruciata dell´uomo sul muro”. Neanche il tempo di dire le preghiere, tempo concesso anche agli ultimi condannati, anche a quelli che muoiono nei film western. Vite fugaci come le macchine che vagano come insetti per ogni dove con i respiri delle canzoni che saettano qua e là, appena percepiti dalla ragazza calda di sole che si mangia un gelato sul lungomare che costeggia la ferrovia, che costeggia la statale. Scie di strade attaccate a ferrovie, attaccate a spiagge. Scorci così ce ne sono a migliaia nella nostra penisola bagnata per tre quarti dal mare. Ed è una sera d´estate. Le sere d´estate si va in moto solo per il gusto di sentire l´aria fresca. Atomi, come le vite che nascono per caso. E per caso, quella sera, la reazione chimica. Un treno carico di gpl passa in quella stazione, tra le case. La meccanica e la chimica. La meccanica fa rompere il carrello che lega i vagoni che deragliano. E come la chimica vuole il suo contenuto inerte scivola via silenzioso. Come la vita che aspetta la scintilla che la penetri così, quella bomba di morte silenziosa aspetta il fato. Il fato è quella moto che passa, la scintilla della marmitta trasportata dal vento e come la chimica vuole tutto deflagra. Vite. Queste vite bisogna raccontarle, perchè non restino ombre. Il voyeurismo è imperante oggi come oggi, si sa. Inutile fare gli schizzinosi. Nel voyeurismo c'è il sentimento ambivalente della pietas e del gossip. Che poi è quello che i greci chiamavano catarsi. Il dolore è spesso teatrale. C'è sempre una buona dose di esibizionismo. Non lo confesseremmo mai neanche a noi stessi ma è così. Ma non c'è niente di male. E' il sentimento umano di esserci. E di raccontare. Io la voglio raccontare la vita breve di qualche atomo che ha lasciato ombre sull'asfalto. La nave Italia va con il “ghe pensi mi” del suo guitto padrone mentre la sera d'estate accoglie tanti stranieri. Sempre di più. Alla vigilia di qualcosa di cupo che li farà ritornare nell'ombra, alcuni di loro in questa sera toglieranno il disturbo da sé, qualcuno in meno. Laggiù nell'ombelico d'Italia, nella capitale gli insetti vocianti dei parlamentari nell'arnia sonnolenta del Parlamento stanno per vidimare leggi razziste in nome della sicurezza, dicono loro, in nome della paura. Ma loro, gli stranieri, come cavallette arrivano sempre e si fermano da qualche parte. Anche qui sul litorale toscano ne è appena arrivato uno. Attraversa solo la strada e abbraccia il suo parente. Nell'appartamento in cui sarà ospite come spesso succede, c'è la promiscuità di razze, dettata dal caso. Poi arriva la fiamma, tutto brucia e non vi è più nessuna differenza. “Domani, domani...” arriva dalla radio, sull'onda emotiva di un'altra tragedia vicina nel tempo. Anche qui, esserci. Essere vip e andare nel luogo nel disastro cosicchè anche chi è sfollato si senta vip, nel circolo vizioso dell'essere e apparire. “Domani, domani”, in Parlamento, nell'arnia sonnolenta e litigiosa, ci sarà un altro decreto urgente sul sangue dei morti in questo Paese che mette sempre le toppe e le illumina di telecamere. Intanto la terra trema ancora mentre le macerie d'Abruzzo sono tirate a lucido perchè arrivano i grandi. Il fato, chissà, sta in agguato. Che colpo teatrale, un terremoto che si porti via i potenti del mondo tutti in una volta. Anche questa è catarsi.

fonte iconografica: http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2009/07/02/procuratore_lucca_diretta_viareggio.html

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