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martedì 14 luglio 2009

Io credo nei vampiri di Emilio de' Rossignoli (Gargoyle books)

Giusto in tempo. Per motivi di studio nei giorni scorsi mi sono recato prima a Camerino e poi più per piacere che per impegni istituzionali, ho fatto una piccola gita nella Repubblica di S. Marino, dove ho avuto la fortuna di poter visitare la splendida e curatissima mostra che non può non essere gustata dagli amanti del genere: “Vampiri e Licantropi, creature della notte” che è stata allestita nelle sale del Nido del Falco (Contrada dei Magazzeni). L’evento parla di 4000 Anni di Paura ovvero la storia, la vita e le origini dei più famosi e sanguinari succhiatori di sangue; dagli albori della storia umana agli ultimi ritrovamenti moderni di sepolture esorcizzate. Indubbiamente negli ultimi mesi, dopo il successo di “Twilight” di Stephenie Meyer la parola “vampiro” sembra ritornare con insistenza in auge con tutta la sua carica erotico-gotica e il suo fascino oscuro (anche se con innumerevoli contaminazioni pop), ma non solo in ambito cinematografico. Recentemente Newton Compton ha pubblicato la bellissima saga “succhiasangue”, “Il diario del vampiro” in ben sei volumi di Lisa Jane Smith che ha venduto oltre diecimila libri con questa serie che ha come protagonisti Elena, Stefan e Damon, negli episodi dal titolo “Il risveglio, La lotta, La furia, La messa nera e Il ritorno”. Possiamo parlare certamente di un revival mediatico veramente notevole, che si aggiunge alla mitologia editoriale che va da Bram Stoker sino ad Ann Rice. Gargoyle Book pubblica il meraviglioso saggio di Emilio de’ Rossignoli dal titolo “Io credo nei vampiri” pubblicato nel 1961 dall'editore Luciano Ferriani e da allora mai più ristampato, e che fortunatamente ora le nuove generazioni e gli “aficionados” di queste misteriose creature potranno apprezzare fino in fondo.
Stiamo parlando fondamentalmente di un saggio, pregevolissimo sia per stile che per contenuti (si va ad analizzare storia, antropologia, folklore che riguarda non solo i vampiri, ma anche incubi, succubi, licantropi, lamìe, golem, zombie, fantasmi e chi più ne ha più ne metta), rigoroso da un punto di vista scientifico nell’analisi che l’autore porta avanti, nell’esposizione proveniente da diverse fonti sugli episodi più inconsueti e inquietanti, e dotato di un apparato bibliografico veramente sorprendente che include titoli come il “Manuale exorcistarum ac parochorum” di Padre Candido Brognolo da Bergamo (1651) sino all’immenso Philosophicae et Christianae Cogitationes de Vampiriis di Giovanni Cristoforo Heremburg (1773), o al più moderno Lycanthropie et vampirisme apparso sulla rivista medica “Aesculape” a firma di Roland Villeneuve (1956), solo per citare pochissimi esempi. La mia personale meraviglia, risiede soprattutto nel fatto che De’ Rossignoli, scava a fondo sull’argomento “vampiri” con tanta attenzione, e profondità, che senza ombra di dubbio quest’opera è non solo completa, ma risulta nel panorama della storia della saggistica italiana, il lavoro più completo in quanto include svariati punti di vista sull’argomento in ambito cinematografico, letterario, musicale, pittorico, religioso, mitologico, politico, scientifico, biologico, botanico, giurisprudenziale facendo fruttare al massimo tutte le possibili fonti archivistico-librarie consultate dall’autore, che hanno conferito al tutto l’aspetto di eccezionalità! Sinceramente non immaginavo fosse possibile l’esistenza di un volume che unisse scienza e divulgazione a così elevati livelli. A spingermi nel consigliare vivamente l’acquisto e la lettura di questo lavoro, sono gli splendidi interventi di Angelica Tintori, Danilo Arona e Loredana Lipperini, che scrive nella sua postfazione dal titolo “Bruciare le stoppie” a pag. 365: “Manca, in Italia, la consapevolezza della potenza letteraria dell'horror. Quella che potrebbe avere, e quella che ha avuto. È esistito, nel Novecento, un gotico italiano che sembra essere passato senza lasciare traccia: quello di Tommaso Landolfi, di Dino Buzzati, dello stesso Italo Calvino. L'horror italiano, oggi, è - salvo [.] eccezioni - quello di un piccolo gruppo che si trincera dietro l'incomprensione altrui, e che vivacchia senza guardarsi attorno”.

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