Oggi c'è una forma di psicoterapia finalizzata a realizzare momenti di
ricongiungimento con i nostri cari non più in vita. Si chiama Induced
After Death Communication ed è stata scoperta e poi perfezionata dallo
psicologo americano Allan Botkin. Tale intervento permette di affrontare
il profondo dolore che segue la perdita di una persona cara. Nell'arco
di due sedute lo psicoterapeuta promuove nel paziente l'emergenza di uno
stato mentale di recettività che gli permette di accedere, attraverso
una o più modalità sensoriali, a un'esperienza di contatto e
comunicazione con il proprio caro che è deceduto. È così possibile
sapere che la persona amata esiste ancora, porle domande sul suo stato,
attingere ai suoi pensieri, risolvere questioni affettive rimaste in
sospeso. I pazienti valutano l'esperienza come assolutamente reale. Da
ciò nasce la possibilità di una radicale rilettura dell'evento luttuoso e
con essa l'acquisizione di una rinnovata serenità. L'IADC può essere
attuata da sola, oppure integrata in un trattamento psicoterapeutico più
ampio, può essere effettuata con persone che hanno subito una perdita
recente o con quanti l'hanno patita anni prima. Tale modalità di
intervento ha dimostrato inoltre di essere efficace indipendentemente
dall'essere o meno credenti.
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