Qual è il segreto di una vita felice? Come si comporta un uomo giusto?
Come si fa ad amare gli altri, e a esserne amati? Come si riesce a
sopportare la perenne instabilità di tutte le cose? Come sopravvivere
alla inesorabile perdita di tutto ciò che ci è caro? Da Seneca a
Spinoza, da Pascal a Schopenhauer, per secoli i filosofi hanno tentato
di dare risposte alle grandi questioni dell'esistenza. Ma se fossero i
gatti, anziché i grandi pensatori, i migliori maestri di vita? Secondo
il filosofo John Gray, i piccoli felini che da millenni vivono accanto a
noi hanno molto da insegnarci: non conoscono l'ansia e l'angoscia di
vivere; gestiscono con saggezza i complicati rapporti con i loro simili e
con gli esseri umani; sanno affrontare con serenità e dignità la morte,
propria e altrui. Il famoso gatto di Montaigne, invidiabile esempio di
equanimità. Meo, un acciaccato veterano della guerra in Vietnam, con la
sua incrollabile capacità di godersi tutto quello che il Destino gli
offre. La gatta della scrittrice Colette, Saha, deliziosa e perfida
osservatrice delle umane gelosie. Parlandoci con divertimento e passione
delle qualità uniche e ineffabili di questi (e molti altri) "gatti
esemplari", Gray ci insegna che la condizione umana si può anche
osservare con occhi diversi da quelli degli uomini.
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