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venerdì 24 settembre 2010

Il libro del giorno: Il fiele e le furie di Gianni Bonina (Hacca edizioni)





















Nel pieno degli anni di piombo un delitto comune diventa il caso italiano più lungo della storia del Dopoguerra, con effetti che si ripercuotono a distanza di decenni. Teatro di una vicenda che si presenta come metafora della Sicilia dei contrasti e specchio dell’Italia dei veleni è Ragusa, la città più a sud d’Europa, la più soporosa ma anche la più intossicata. Qui nasce l’accrocco perfetto: il 25 febbraio 1972 viene ucciso un ingegnere dalla vita movimentata. Un giovane giornalista comunista, che sta indagando per “L’Ora” sulle trame nere nella Sicilia sudorientale, accusa del delitto il figlio del presidente del tribunale, che lo uccide il 27 ottobre, diventando così un assassino per dimostrare di non esserlo.
Una “storia semplice”, che però si complica perché il caso giudiziario sul primo delitto e gli effetti sociali del secondo determinano una catena di implicazioni che trasferiscono l’interesse privato sulla vicenda su un piano pubblico, coinvolgendo sempre più la città in uno scontro tra parti sociali e istituzioni, entro una spirale che mette giudici contro giudici, società civile contro stampa locale, partiti contro magistrati e che, in una escalation senza tregua, finisce per coinvolgere figure come Stefano Delle Chiaie e ministri come Diliberto, creando a distanza di quasi quarant’anni nuovi effetti dirompenti e nuovi guasti. Ma nessuno saprà mai chi ha ucciso il 25 febbraio Angelo Tumino e nessuno riuscirà a stabilire il contesto nel quale Roberto Campria decide di sparare a Giovanni Spampinato in una sera di fine ottobre davanti al carcere dove si costituisce. Si parlerà di mandanti occulti che avrebbero armato Campria per zittire un giornalista troppo interessato alle sordide manovre eversive in Sicilia, sarà evocata anche l’oscura sciagura di Montagnalonga, saranno battute piste che portano alla Grecia dei colonnelli, saranno adombrate collusioni con il traffico di opere d’arte e la delinquenza comune in combutta con il neofascismo, ma il mistero rimarrà impenetrabile su tutto l’affaire: a designare uno sciasciano teorema siciliano che diventa canone inverso dell’Italia di ieri e di oggi.

1 commento:

  1. Condivido pienamente il suo punto di vista. Ritengo che questa sia un'ottima idea. Pienamente d'accordo con lei.
    Condivido pienamente il suo punto di vista. L'idea di un buon supporto.

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