venerdì 19 marzo 2010

PERCHÉ QUELLE STRANE GOCCE DI SANGUE SUL CORPO DI BAFEFIT?. Intervento di Angela Leucci




















Mostruosi bianconigli ed eroine sanguinarie o sanguinolente. Si può riassumere così il suggestivo universo delle illustrazioni di Bafefit (al secolo Raffaele Iodice), che dopo alcune pregevoli mostre dei suoi “mostracci” (pupazzi ricavati con scarti di stoffa) in Italia, è giunto all'attenzione delle riviste statunitensi di settore. Abbiamo voluto utilizzare un titolo che parafrasasse un universo che si confa a quest'artista, che assomigliasse un po' alla trama splatter di un film, come “Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?”, con Edwige Fenech. Eppure lo splatter, come sappiamo, ha un ipertesto di finzione, un dizionario non scritto che segna il confine, la differenza sottile in quel contesto, tra fantasia e realtà.

Un po' quello che capita con le illustrazioni di Bafefit. Un immaginario che sembra ispirato a quello burtoniano, ma che invece è crudamente originale nei suoi chiaroscuri di sangue e lacrime, tra rovi che decapitano e carcrashing con inebetiti testimoni di laghi di sangue. Carta in cui immergersi ed emergere nuovi, pur nella vecchiezza di una cellulosa targata XIX secolo, che Bafefit recentemente utilizza per i soggetti cui tiene di più.

Tutto questo e molto altro. Perché nei mille particolari che Bafefit imprime sulla carta c'è un po' di noi stessi, delle nostre paure, quello che ci differenzia gli uni con gli altri. Tutti dettagli che non si possono esprimere, perché l'animo umano stesso prova scandalo a sentirsi nudo.

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