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giovedì 20 settembre 2012

GASTRONOMIA MIGLIORI



“L’azienda - Zè Migliori, testimonial della gastronomia ascolana e delle tradizioni locali, è tornato nelle campagne del territorio a ricercare le mitiche olive ascolane oggi difese dal marchio DOP, a procurarsi personalmente il frutto quasi scomparso, base della famosa ricetta 'Oliva ascolana del piceno in salamoia DOP', integrando la personale produzione del proprio uliveto. MIGLIORI, nel corso del tempo, ha arricchito l'offerta creando varianti nella farcitura delle olive e un ventaglio di altri prodotti tipici del "fritto all'italiana".
Questo trionfo di sapori è apprezzato a livello internazionale: vanto della tipicità e della raffinata gastronomia delle Marche.”



VOLPE PASINI



“Il cuore dell’azienda, con i suoi uffici e le cantine, è composto da una villa padronale, il cui impianto originario risale al 1596, e da uno splendido complesso di immobili che circondano la villa stessa. All’interno della proprietà di 20 mila metri quadrati si trovano, inoltre, il parco secolare ed un piccolo vigneto di Ribolla Gialla che ricorda la vocazione enologica dell’azienda.  Al XVII secolo risalgono i primi documenti testimonianti con certezza la produzione vitivinicola sulla proprietà. L’azienda, da allora, ha sempre espresso una vocazione prettamente agricola, che nella seconda metà del ’900 è divenuta sempre più esclusivamente enologica. Negli anni ’70, insieme a pochi altri “produttori pionieri”, la Volpe Pasini ha portato l’enologia friulana in Italia e nel mondo e, uscendo dalla logica del vino in damigiana, concentrò le proprie energie nella ricerca qualitativa dell’eccellenza e nel vaglio di nuovi sbocchi sui mercati internazionali (soprattutto tedesco e statunitense). Attualmente la Volpe Pasini vende il 50% dei suoi prodotti all’estero, attraverso una rete commerciale solidissima ed ultratrentennale. Oggi l’azienda si presenta più vitale e competitiva di prima, avendo ritrovato quelle solide basi e quella volontà innovativa che ne hanno fatto, nel corso dei decenni, una delle più importanti del Friuli Venezia Giulia”



Heartist "Disconnected"




Dall'EP di debutto "Nothing You Didn't Deserve", disponibile (in digitale) dal 16 ottobre 2012.
Facebook: http://www.facebook.com/heartistband
"Disconnected" free download: http://www.heartistband.com

La collera di Andrea Di Consoli (Rizzoli). Intervento di Nunzio Festa



E' sicuramente un caso che abbiamo letto il nuovo sublime romanzo d'Andrea Di Consoli, "La collera", nei giorni della morte del poeta post-novecentesco del Novecento, Roberto Roversi e mentre sentivamo ancora la presenza del Damìn del Volponi del "Lanciatore di giavellotto" (non ci crederete, comunque solamente dopo aver scritto queste righe abbiam incrociato la notarella di Paris) e quando un'altra idea di Mezzogiorno è proposta e riproposta, per esempio, dal paesologo Arminio. Però tutto questo, sicuramente, in qualche maniera ha a che fare con il libro di Di Consoli. Fra fenomenologia dell'emigrazione, prima del concetto stesso di 'migrazioni', proprio quindi niente a che vedere col De Luca, racconto dell'allontanamento dalle origini e illustrazione crudele del cordone ombellicale attaccato da ovunque e sempre alle origini, Pasquale Benassìa è l'estraniato. Un personaggio che divora chi legge, certo, ma di facile analisi. Perché, innanzitutto, per quanto il protagonista della Collera abbia la maschera del forza originale che vien dal Sud senza voler quelle compromissioni della maggioranza silenziosa e "catarrosa" del Meridione, lo stereotipo voluto dal poeta nato a Zurigo e di discendenza della Rotonda di Lucania è rintracciabile viaggiando nei tempi e nei modi di Calabria, Basilicata, Puglia. Ché il narratore fa del suo manichino una figura da teatro della realtà. Ne conosciamo, dunque, di fascisti sui generis. Posizionati e rintanati nei paesi. Tipo dopo aver subito una sonora sconfitta: vedi, appunto, il dramma del rancoroso Benassià. Insomma Pasquale Benassìa dice d'odiare infinitamente la sua terra, le Calabrie e il Paese dei Mori. Tutto il Sud di "mendicanti, miserabili e vigliacchi". D'asserviti al potere di turno. Quando i comunisti e i sindacalisti son vissuti alla stregua del male peggiore che possa esistere e il potere del Mancini della Calabrie e d'altri socialisti in forma di potere che compre e corrompe. La famiglia di Pasquale è una famiglia di pastori. Pasquale, invece, rifiuta il contatto diretto con la terra e insieme ai suoi pacchetti di sigarette prova a varcare la soglia della Fiat di Valletta e Agnelli. Eppure son gli anni Settanta. Eppur la politicizzazione, specie di sinistra, della fabbrica è forte. Eppure l'operaio Benassìa non pensa che a studiare, da autodidatta puro, i pensatori che fortemente gli piacciono e a faticare senza catapultarsi negli scioperi rossi. Tanto da entrare, per dire, nelle grazie d'un capetto che rappresenta in faccia a Benassìa il nobile Nord dei buoni di spirito e ultima ricaduta del lascito delle monarchie da lui tanto vantate e sperate. Fino a quando tra l'incontro col capo-turno e una maestrina di Rivoli si mette una giovane siciliana che fa sentire la furia del suo corpo appassionato e appassionante. Una rovina, in pratica, per il Benassìa integerrimo - che dall'impatto con la forza vera del sesso è messo all'angolo. Quanto, ovviamente, dalle conseguenze, che non starem di certo qui a riportare, della dipartita improssiva della giovine. Sta di fatto che l'estraniato, certo inconsapevolmente, si trova costretto a fuggire. A tornare in Patria. A riprendere i favori che stanno ad attendere, è chiaro, dove l'erba trema. Perché lo Stato, come a lui stesso è dimostrato, non tutela e non protegge; le autorità non sono forti. Il lirismo di Di Consoli si palesa dove le prove del "tramonto da bestia macellata" abbracciano la rivolta sostanzialmente interiore di Pasquale Benassìa. Quasi celato, il lirismo. E questo scarto della società, Benessìa, non può che farsi annegare dal narratore onniscente che possiede trama e vocazione dell'opera (per questo il poetico è più in ombra). Quarant'anni or sono, pare dirci Andrea Di Consoli, stavamo quasi come oggi. L'Italia e il Sud sono posti massacrati da tanti mali. Qui un Benassìa, tra macchinette mangiasoldi e solitudine che il fascista fiero invoca quale valore aggiunto, deve per forza soccombere. L'autore, furioso polemista, nel suo personaggio carica tutta la rabbia e la disperazione che è possibile sentire. Per questo Pasquale Benassìa ci sbrana. Mettendo in ridicolo, tra l'altro, persino le figure più importanti che galleggiano nell'ambientazione del romanzo. Il confronto con la potenza del protagonista, su tutto, manco è retto dal dott. Anile o dai vari padroni socialisti di sottofondo. Lo scrittore, ancora una volta diversamente dall'indimenticabile romanzo d'esordio, "Il padre degli animali", si fa dare il destino dal suo Meridione.




mercoledì 19 settembre 2012

VALLE REALE



La Famiglia Pizzolo - C'era una volta una terra, e un uomo appassionato della coltivazione del tabacco... Nel primo dopoguerra Giovanni Alberto Pizzolo decide di investire i risparmi accumulati in diversi anni di attività di fattore per acquistare ì primi terreni. La famiglia è molto numerosa e abita in un piccolo paese ai confine fra la provincia di Verona e quella di Vicenza chiamato Zimella.
L'attività agricola inizia con la coltivazione di ortaggi per poi concentrarsi sulla produzione di tabacco da vendere nelle aste governative del monopolio di stato. Giovanni Alberto è coadiuvato dall'aiuto di quattro dei suoi figli, Augusto, Giuliano, Floriano e Giorgio. L'attività prosegue bene per molti anni fino a quando i figli si vedono costretti a prendere la gestione completa dell'attività del padre ammalato di asma. Siamo negli anni sessanta e la famiglia ha già più di ottanta dipendenti che lavorano le proprietà nel frattempo allargate.
I Pizzolo decidono di dedicarsi all’allevamento del bestiame e alle aziende agricole, abbandonando definitivamente la produzione del tabacco. Alla fine degli anni ottanta decidono anche di iniziare l’attività di produzione ed importazione di pesce da proporre alla ristorazione e alla grande distribuzione. Oggi il Gruppo Pizzolo è un gruppo agroalimentare complesso con poco meno di 400 dipendenti. Le attività spaziano dall’agricoltura alla produzione di carne chianina venduta direttamente alla ristorazione qualificata attraverso una rete di agenti con il marchio Corte Pizzolo.
Leonardo Pizzolo - Leonardo Pizzolo nasce a Verona il 28 maggio 1969. Laureato in Economia e Commercio matura le prime esperienze nell’azienda di famiglia affiancando Giorgio Pizzolo nell’attività di imbottigliamento rilevata agli inizi degli anni novanta.
Nel 1998, Giorgio e Leonardo, iniziano a coltivare un vecchio vigneto di proprietà sito all’interno dei Parco Nazionale della Majella dove la famiglia ha due allevamenti di trote fra i più importanti d’Europa. La passione per l’agricoltura ereditata dal nonno li spinge a mettersi in contatto con l’Università di Milano, nella persona del Prof. Leonardo Valenti per iniziare uno studio del Montepulciano d’Abruzzo riscoprendo le sue antiche origini di vitigno pedemontano in una zona ancora incontaminata. Infatti le prime tracce dell’esistenza di questo vitigno si trovano proprio ad un passo dall’azienda. Nasce così il progetto agronomico Valle Reale.
Luciana Biondo - Responsabile Agronomo vigneti di Popoli e Capestrano
Luciana Biondo nasce a Verbania il 19 novembre 1967. Si laurea in Scienze agrarie all’Università degli studi di Milano nell’anno 1993 con una tesi sulla gestione integrata del vigneto e consegue nello stesso anno l’abilitazione alla libera professione di Dottore Agronomo.
Inizia subito una collaborazione con l’Istituto di Coltivazioni Arboree della Facoltà di Agraria di Milano, nel team del Prof. Leonardo Valenti, occupandosi di diverse tematiche inerenti ad una moderna gestione dei vigneti (selezione clonale di vari vitigni italiani, confronti tra sesti d’impianto e forme di allevamento, valutazione di differenti tecniche colturali).
Dal 1996 al 1999, oltre alla collaborazione con l’Università, inizia ad occuparsi di assistenza tecnica alle aziende viticole, dapprima tramite un Consorzio di tutela in Lombardia poi nell’ambito di un’Associazione di produttori nelle zone di produzione delle DOCG Ghemme e Gattinara.
Nel 2000 diventa responsabile agronomico dell’Azienda Cottanera a Castiglione di Sicilia (Ct), dove matura una buona esperienza sulla conduzione di nuovi impianti vitati e sulle problematiche inerenti alla coltivazione dei vitigni internazionali. Dall’inizio del 2004, insieme a Giulio e a Leonardo, lavora al progetto di un grande Montepulciano a Valle Reale.”



La mia possessione. Come mi sono liberato da 27 legioni di demoni di Francesco Valasuso e Paolo Rodari (Piemme)

Fino a 31 anni Francesco non immaginava neanche lontanamente quale realtà avesse preso possesso del suo corpo. Fino all'incontro con un sacerdote esorcista che un giorno, pregando su di lui, fa venire allo scoperto Satana. E ben 27 legioni di demoni. Per Francesco è l'inizio di una quotidiana lotta con le forze delle tenebre per riuscire a liberarsi dagli spiriti demoniaci che finalmente sono usciti allo scoperto, dopo averne segretamente condizionato l'esistenza per lunghissimi anni. Sì, perché tutto ha avuto origine da una messa nera e da un rito di consacrazione a Satana che Francesco ha subito quando aveva appena 4 anni... Un'intera vita trascorsa dunque come posseduto dal demonio. Finché, dopo oltre 500 incontri di preghiera, Francesco giunge alla completa liberazione. E a riprendersi quella vita con la moglie, curando la galleria d'arte della famiglia ad Alcamo cui temeva di dover rinunciare. Una testimonianza sconvolgente che insegna a conoscere, a difendersi e a combattere il male presente nella vita di ognuno di noi.

martedì 18 settembre 2012

Una vita libera di Walter Bonatti (Rizzoli)


"Uno sguardo cristallino, morale fino all'ingenuità, sulle cose del mondo, della società, della politica, uno sguardo che sembra calibrato sui ghiacci, sulle rocce, sugli orizzonti della natura più che sugli ambigui paesaggi umani." Questo sguardo limpido, così ben descritto da Michele Serra, è la prospettiva dalla quale Rossana Podestà racconta un uomo libero: oltre l'alpinista, l'esploratore, il reporter, il fotografo e lo scrittore. Il volume prende le mosse dai sogni di un ragazzo che segue il volo delle aquile nei cieli bergamaschi e gioca sul Po immaginando oceani e deserti, dando fuoco alla fantasia attraverso la lettura dei grandi scrittori d'avventura, da London a Defoe, Melville, Conan Doyle e Hemingway. Le pagine ripercorrono, attraverso testi e immagini, le imprese alpinistiche e i viaggi nei cinque continenti, e danno voce a pensieri ed emozioni. Gli oggetti fotografati portano l'impronta di un uomo straordinario che si è misurato con pareti inviolate, è sopravvissuto a grandi tragedie, ha scoperto terre estreme e inospitali, si è avvicinato, con rispetto e curiosità, ad animali feroci e a popoli primitivi. Un libro "a due voci", la testimonianza di un confronto costante e onesto con se stesso e con le forze della natura, ricco di ricordi personali, testi mai pubblicati dai suoi taccuini di viaggio, scritti di amici. 


Il manoscritto. Come la riscoperta di un libro perduto cambiò la storia della cultura europea di Stephen Greenblatt (Rizzoli)



Nel 1417, in un'epoca in cui per impadronirsi di un testo antico si poteva rubare o uccidere, l'umanista Poggio Bracciolini scoprì in un monastero tedesco l'unica copia sopravvissuta del poema filosofico di Lucrezio, "De rerum natura". Oggi "Il manoscritto" racconta l'impatto delle idee di Lucrezio - intorno agli atomi, agli dèi e alla loro assenza, alla felicità umana - su artisti e pensatori come Botticelli e Giordano Bruno, Montaigne e Shakespeare, Freud e Einstein. Con il passo e la felicità del narratore Greenblatt dimostra in queste pagine che i grandi libri cambiano la storia del mondo.

TWO DOOR CINEMA CLUB | WHAT YOU KNOW




The official video for Two Door Cinema Club's new single 'What You Know' released in the UK on 7th February 2011. Taken from their debut album 'Tourist History' on Kitsuné/Co-Op.

Video directed by Lope Serrano at CANADA
http://www.lawebdecanada.com

'Tourist History' can be bought from the following places in the UK:
Rough Trade - http://bit.ly/touristhistoryroughtrade
HMV - http://bit.ly/touristhistoryhmv
Play.com - http://bit.ly/touristhistoryplay
Amazon - http://bit.ly/touristhistoryamazon

For other countries, you can find retailers here:
http://bit.ly/tdcctouristhistory


http://www.twodoorcinemaclub.com
http://www.myspace.com/twodoorcinemaclub
http://www.facebook.com/twodoorcinemaclub
http://www.twitter.com/tdcinemaclub

Le confessioni di Noa Weber di Gail Hareven (Giuntina)



Noa Weber è una donna di successo, una scrittrice celebre e un personaggio di spicco nell'ambiente culturale di Gerusalemme. È una donna desiderabile e quando ha voglia di fare l'amore si sceglie un uomo, anche per una notte soltanto. Apparentemente è libera e rifugge da ogni legame del cuore. Eppure vive in schiavitù di un unico amore: Alek, lo studente anarchico immigrato dalla Russia che l'ha sposata poco più che adolescente solo per evitarle il servizio militare. Da questa unione nascerà anche una figlia, ma Alek se ne andrà lontano per vivere la sua vita. Noa aspetta il suo ritorno, aspetta che lui la chiami. E tutte le volte che lui la vorrà, lei correrà, ovunque lui sia, senza chiedere di più.

Why aren’t we all still talking about the monkeys that glow in the dark. By Stephanie Grice




As an English teacher in the south of Italy, people often raise their eyebrows when I say that I am, in fact, a biochemist. When I try to talk to them about science, they often laugh and tell me to go to Milan. Or Canada.

I am particularly interested in bioengineering, meaning technologies that use a combination of molecular biology, chemistry and physics to change the form of living organisms. The power of modern-day bioengineering is astonishing. What is more astonishing, however, is how few members of the general public seem to know or care, and how little open discussion there is about the ethical issues surrounding these technologies.

I recently designed a lesson for a group of advanced students using a TED talk about bioengineering1 given by Paul Wolpe, the chief bioethicist for NASA. He begins his presentation with the chilling statement: “...for the first time in history, we have the power to design bodies...” He then goes on to show images of cross-species animal hybrids (including “everyone’s favourite, the zorse”, which appears to have the head and backside of a zebra but the body of a horse), animals that glow in the dark under UV light (including the famous “glow-in-the-dark monkeys” which caused the media storm in 2009), and insects and mice with electrodes inserted directly into their brains which enable their movements to be remotely controlled. None of the students had ever heard of these technologies and most were too horrified to contribute to the class discussion about bioethics at the end of the lesson.

Any scientists reading this will probably be muttering “but this is old news”. Yes, that’s precisely my point. To the world of science this is old news, but to the vast majority of the general public it’s still science fiction. Let’s take the glow-in-the-dark animals as an example. The green fluorescent protein (known as GFP) was isolated from jellyfish (Aequoria victoria) in 1962, the gene responsible was sequenced in 1992, and in the mid to late 1990s the gene was successfully expressed in bacteria, worms, insects, plants and mice. Glow-in-the-dark rabbits and pigs followed soon afterwards. The first glow-in-the-dark primate was engineered in 2001 but it wasn’t until 2009 that scientists reported the creation of primates which could pass the gene onto their offspring. In the same year, it was announced that the first glow-in-the-dark dog had been produced. It was only then that the ethical debate hit the international headlines with full force. Finally, in 2011, glow-in-the-dark cats. And most people are still oblivious to it all.

If the students’ lack of awareness was surprising, their horror was understandable. I, myself, was disturbed by what I saw. I was also very excited by the implications for medical research, particularly into the understanding and treatment of neurodegenerative diseases. It’s important to understand that making animals glow in the dark is not the scientists’ objective. The fluorescent protein is simply a marker: it shows the scientists that they can introduce a foreign gene into an animal embryo such that the gene is retained and expressed in most if not all of the tissues of the adult animal. Now that they have found a technique that works, they can introduce a gene that causes human disease into an animal to create a model of that disease. The closer the animal is genetically to a human being, the more accurate the model, which is why scientists are so keen to work on monkeys. Scientists at the Yerkes National Primate Research Centre in Atlanta, Georgia, USA, have already created a monkey with some of the physiological and behavioural features of Huntington’s disease. This research could, I repeat could, save thousands (even millions) of lives in the future, although it’s far too early to tell. An ethical dilemma. In short, I found myself sitting rather uncomfortably on the fence. I felt the need to discuss it all with someone, with everyone – with friends, with colleagues, with the man who makes my cappuccino every morning – but my efforts were usually met with disbelief, disgust, fear or indifference, and more than just a pinch of ignorance.

Why aren’t people more aware of these technologies and more willing to contribute to the ethical debate? To the non-scientist, making animals glow in the dark is surely almost as incredible as putting man on the moon, and considerably more thought-provoking. How is it possible that, despite the best efforts of science communication, those furry luminaries have remained in the shadows? Newspapers dedicate few column inches to science, and even fewer front pages, and The Times is the only national UK newspaper to have a dedicated science supplement. News programmes on TV rarely include science-related reports in their headline stories and prime-time popular science programmes seem to concentrate on physics and environmental science and rarely delve into the world of genetics. The situation needs to change.

Even if people were ready and willing to talk, who would they talk to? Why aren’t there more outlets for people to express their opinions? There need to be more internet forums, helplines and TV talk shows where scientists and non-scientist members of the public discuss these issues openly. Bioethics should be taught alongside science in schools so that children grow up asking questions.

Laws are being made. Guidelines are being written. And it’s happening now. It shouldn’t just be the clever scientists in Milan, or the people at NASA, or the EU and US Governments who make the decisions. Every man, woman, child and grandparent should be aware of these advancements in science, weigh up the scientific and ethical pros and cons as best they can, and have their say. And the powers that be should listen.

So, shall we go to the bar and talk?

Stephanie Grice


Perché ancora non stiamo tutti parlando delle scimmie che brillano al buio?

Essendo io un'insegnante di inglese nel sud Italia, la gente spesso inarca le sopracciglia con stupore quando dico che, in realtà, sono una biochimica. Quando provo a parlare con loro di scienza, spesso ridono e mi dicono di andare a Milano. Oppure in Canada.

Sono particolarmente interessata alla bioingegneria, cioè alle tecnologie che utilizzano una combinazione di biologia molecolare, chimica e fisica per cambiare la forma degli organismi viventi. Il potere della moderna bioingegneria è sorprendente. Quello che è ancora più sorprendente, tuttavia, è quanti pochi membri del pubblico generale lo conoscano e se ne preoccupino e quanta poca discussione aperta ci sia sui problemi etici che circondano queste tecnologie.

Recentemente ho progettato una lezione per un gruppo di studenti avanzati usando un discorso TED sulla bioingegneria1 proposto da Paul Wolpe, il bioeticista capo della NASA. Egli inizia la sua presentazione con l'agghiacciante affermazione: "...per la prima volta nella storia, abbiamo il potere di progettare corpi...". Passa poi a mostrare immagini di ibridi tra specie animali diverse (tra cui "preferito da tutti, lo zorse", che sembra avere la testa e parte posteriore di una zebra, e il corpo di un cavallo), animali che brillano al buio alla luce UV (tra cui le famose "scimmie che brillano al buio", che hanno alzato un polverone nei media nel 2009), e gli insetti e i topi con elettrodi inseriti direttamente nel cervello che ne permettono il controllo a distanza dei movimenti. Nessuno degli studenti aveva mai sentito parlare di queste tecnologie e la maggior parte erano troppo inorriditi per contribuire alla discussione in classe sulla bioetica alla fine della lezione.

Ogni scienziato che legga questo testo probabilmente borbotterà che questa è una notizia vecchia. Sì, ed è proprio questo il punto. Per il mondo della scienza questa è una notizia vecchia, ma per la stragrande maggioranza della popolazione è ancora fantascienza. Prendiamo gli animali che brillano al buio come esempio. La proteina verde fluorescente (nota come GFP) è stata isolata dalle meduse (Aequoria victoria) nel 1962, il gene responsabile è stato sequenziato nel 1992, e nella seconda metà degli anni 1990 il gene è stato correttamente espresso in batteri, vermi, insetti, piante e topi. I conigli e maiali che brillano al buio sono arrivati poco tempo dopo. Il primo primate che brilla al buio è stato progettato nel 2001, ma solo nel 2009 gli scienziati hanno segnalato la creazione di primati che potessero passare il gene alla prole. Nello stesso anno, è stata annunciata la produzione del primo cane che brilla al buio. È stato solo allora che il dibattito etico ha colpito i titoli delle testate internazionali con tutta la sua forza. Infine, nel 2011, i gatti che brillano al buio. E la maggior parte delle persone è ancora ignara di tutto.

Se la mancanza di consapevolezza degli studenti era sorprendente, il loro orrore era comprensibile. Io stessa ero turbata da quello che avevo visto. Ero anche molto entusiasta delle ripercussioni sula ricerca medica, in particolare nella comprensione e nel trattamento delle malattie neurodegenerative. È importante capire che rendere fluorescenti al buio gli animali non è l'obiettivo degli scienziati. La proteina fluorescente è semplicemente un marker: mostra agli scienziati che possono introdurre un gene estraneo in un embrione animale così che il gene sia espresso e mantenuto nella maggior parte, se non tutti i tessuti, dell'animale adulto. Ora che hanno trovato una tecnica che funziona, possono introdurre un gene che provochi una malattia umana in un animale per creare un modello di tale malattia. Quanto più l'animale è vicino geneticamente all'essere umano, tanto più è preciso il modello, ed è per questo gli scienziati sono così desiderosi di lavorare sulle scimmie. Gli scienziati del Centro Nazionale di Ricerca sui Primati, di Yerkes, ad Atlanta, Georgia, Stati Uniti d'America, hanno già creato una scimmia con alcune delle caratteristiche fisiologiche e comportamentali del morbo di Huntington. Questa ricerca potrebbe, ripeto potrebbe, salvare migliaia (se non milioni) di vite in futuro, sebbene sia troppo presto per dirlo. Un dilemma etico. In breve, questa possibilità mi ha messa in una posizione piuttosto difficile. Ho sentito il bisogno di discutere il tutto con qualcuno, con tutti - con gli amici, con i colleghi, con l'uomo che mi fa il cappuccino ogni mattina - ma i miei sforzi di solito accolti con incredulità, disgusto, paura o indifferenza, e con più di un semplice pizzico di ignoranza.

Perché la gente non è più consapevole di queste tecnologie e più disposta a contribuire al dibattito etico? Per i non-scienziati, far brillare al buio gli animali è incredibile quasi quanto mettere l'uomo sulla luna, e di certo molto più stimolante. Come è possibile che, nonostante gli sforzi di comunicazione della scienza, quei lumi pelosi siano rimasti nell'ombra? I quotidiani dedicano qualche trafiletto alla scienza, e ancor meno copertine, e il Times è l'unico quotidiano nazionale britannico ad avere un supplemento dedicato alla scienza. I notiziari in TV raramente includono servizi relativi alla scienza nei loro titoli principali e i programmi di divulgazione scientifica in prima serata sembrano concentrarsi sulla fisica e sulle scienze ambientali e raramente approfondono il mondo della genetica. La situazione deve cambiare.

Anche se le persone fossero pronte e disposte a parlare, con chi parlerebbero? Perché non ci sono più sbocchi per le persone per esprimere le proprie opinioni? Ci dovrebbero essere più forum su internet, più servizi di assistenza telefonica e più talk show televisivi in cui scienziati e non-scienziati, membri del pubblico, possano discutere apertamente di tali argomenti. La bioetica dovrebbe essere insegnata a fianco alle scienze nelle scuole in modo che i bambini crescano facendo domande.

Si emanano leggi. Si scrivono linee guida. E sta accadendo ora. Non dovrebbero essere solo i brillanti scienziati di Milano, o le persone della NASA, o dei governi dell'UE e degli USA a prendere le decisioni. Ogni uomo, donna, bambino e nonno dovrebbe essere a conoscenza di questi progressi della scienza, valutarne i pro e i contro scientifici ed etici come meglio possono, ed esprimere la propria opinione. E i poteri dovrebbero ascoltare.

Allora, andiamo al bar e ne parliamo?

Stephanie Grice

lunedì 17 settembre 2012

Allmen e il Diamante Rosa di Martin Suter (Sellerio)



Maria Wern è un'investigatrice della polizia svedese che in passato ha risolto molti casi complicati. Lavorando a contatto con un mondo per lo più maschile, e con un capo che la sottovaluta, è costretta a lottare con tutte le sue forze per affermarsi professionalmente. Sta cercando di venire a capo della scomparsa di un uomo, quando una mattina si risveglia ferita e dolorante sul freddo pavimento di un capanno ancora avvolto nel buio. È ferita, non ricorda nulla e non sa dove si trova. Quando allunga una mano, scopre con orrore che accanto a lei c'è un cadavere. Come è finita in questa trappola? Maria può solo affidarsi ai propri ricordi: stava seguendo il caso di Clarence Haag, un agente immobiliare svanito nel nulla, senza lasciare tracce. Potrebbe essere suo il corpo senza vita che giace con lei in quella cella? O forse è Odd Molin, il suo ambiguo socio in affari? In ogni caso, chi li ha ridotti così e perché? A Maria non resta che scavare ancora più a fondo nella sua memoria, alla ricerca di qualche fondamentale indizio. Deve riuscire a salvarsi la pelle e a trovare il colpevole di quel misterioso delitto, prima che sia troppo tardi...

Riposa in pace di Anna Jansson (Newton Compton Editore)



Maria Wern è un'investigatrice della polizia svedese che in passato ha risolto molti casi complicati. Lavorando a contatto con un mondo per lo più maschile, e con un capo che la sottovaluta, è costretta a lottare con tutte le sue forze per affermarsi professionalmente. Sta cercando di venire a capo della scomparsa di un uomo, quando una mattina si risveglia ferita e dolorante sul freddo pavimento di un capanno ancora avvolto nel buio. È ferita, non ricorda nulla e non sa dove si trova. Quando allunga una mano, scopre con orrore che accanto a lei c'è un cadavere. Come è finita in questa trappola? Maria può solo affidarsi ai propri ricordi: stava seguendo il caso di Clarence Haag, un agente immobiliare svanito nel nulla, senza lasciare tracce. Potrebbe essere suo il corpo senza vita che giace con lei in quella cella? O forse è Odd Molin, il suo ambiguo socio in affari? In ogni caso, chi li ha ridotti così e perché? A Maria non resta che scavare ancora più a fondo nella sua memoria, alla ricerca di qualche fondamentale indizio. Deve riuscire a salvarsi la pelle e a trovare il colpevole di quel misterioso delitto, prima che sia troppo tardi...

"Le promesse non muoiono mai" (Besa Editrice) di Domenico Medea ha vinto il "Premio Letterario Ofelia Giudicissi"

"Le promesse non muoiono mai" (Besa Editrice) di Domenico Medea ha vinto il "Premio Letterario Ofelia Giudicissi". Questo premio costituisce un importante riconoscimento ad opere Arberesche dei comuni della Calabria, che evocano l'opera della poetessa Ofelia Giudicissi. Il premio è stato consegnato all'autore il 14 agosto 2012, a Pallagorio, dal Sindaco Umberto Lorecchio, con un'introduzione del Prof. Antonio Blandino.

LE PROMESSE NON MUOIONO MAI. IL LIBRO.
"Andrea Reres è un giovane ingenuo e idealista che convive con la domanda fondamentale della sua vita: “Chi è mio padre?” Un giorno ritrova una lettera del Settecento firmata col suo stesso nome: era di un suo progenitore. Così Andrea, con fantasia romanzesca, intrusioni comiche e biografiche e con una “storica ricercazione”, comincia a costruire la storia della sua famiglia. Ne rintraccia i personaggi principali e si accorge come la sua storia coincida con quella di una intera comunità, con la rivendicazione della memoria e con qualche grido di passione civile per le terre del Sud così lontane e spesso dimenticate dalla Storia, proprio come la sua Panume che non a caso nella sua lingua, parlata dai suoi abitanti di origine balcanica, significa “senza nome”."

Domenico Medea vive a Firenze ed è nato a Pallagorio, un piccolo borgo di origine arberesca, in provincia di Crotone. Ha pubblicato tre racconti: L’errore (2000), Nel sabato di festa (2001), La chitarra di Santana (2003), tutti vincitori o finalisti di premi letterari.



AMANDA PALMER - Want It Back



WANT IT BACK è il primo singolo estratto da "Theatre Is Evil", nuovo album della talentuosa AMANDA PALMER, uscito il 10 settembre 2012. L'album è stato finanziato da 24.883 fan, attraverso la piattaforma Kickstarter, iniziativa salutata con molto clamore.
I fan hanno risposto all'appello della stessa Amanda donando da 1 a 10.000 dollari, raggiungendo e superando di gran lunga i 100.000 $ necessari per finanziare la produzione del dusco. Le donazioni si sono fermate a 1.192.793 dollari.

La cantautrice, già Dresden Dolls, è accompagnata in quest'avventura da una nuova band denominata The Grand Theft Orchestra.



Official music video by Amanda Palmer & The Grand Theft Orchestra performing "Want It Back" from the album 'Theatre Is Evil.' Produced by Jim Batt.
Singer, songwriter, piano-slayer and super-blogger Amanda Palmer is preparing to release her first new studio album in four years, in conjunction with her new band, The Grand Theft Orchestra, featuring Michael McQuilken, Chad Raines and Jherek Bischoff. Entitled Theatre Is Evil, the album was recently recorded in Melbourne with producer John Congleton (St. Vincent, Murder By Death, Modest Mouse, Xiu Xiu), and is due out in September. Palmer and GTO will embark on a six-city summer tour, unveiling the new album as a series of intimate performances alongside a dynamic visual art exhibit featuring 30 contemporary artists to include Frances Bean Cobain, Shepard Fairey, Kristin Hersh (Throwing Muses), David Mack and Cynthia Von Buhler.

"Palmer is set to join Radiohead and Nine Inch Nails as the artists that people tend to mention when they talk about the new music business." - Billboard

domenica 16 settembre 2012

Calexico - "Para"




"Para" by Calexico from the new album 'Algiers,' out September 11th!
N. America/AUS/NZ Pre-Order at http://www.anti.com/store
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Tre bare bianche di Antonio Ungar (Feltrinelli)



Il romanzo racconta l'incredibile storia di José Cantoná, un giovane solitario e senza qualità, sempre in vestaglia e boxer, indolente, che fa la prima colazione a base di vodka. Vive nell'immaginaria Miranda, riconoscibilissima però nell'odierna Colombia. Ebbene, José è anche il sosia perfetto di Pedro Akira, leader dell'opposizione al presidente dittatore Tomás del Pito. Akira viene ucciso in una trattoria italiana della capitale con tre colpi di pistola in mezzo alla fronte. È in ospedale, morto, ma la cosa resta segreta. José viene contattato dal principale collaboratore di Akira e, strappato alla sua routine, si ritrova a dover impersonare il leader dell'opposizione almeno fino alle elezioni, prima in ospedale come degente e poi in pubblico. Ma la faccenda si fa sempre più pericolosa e, coinvolto in un vortice di eventi, combattuto tra l'amore per un'infermiera che lo contraccambia appassionatamente e l'insinuante attrazione per il ruolo che interpreta, finisce per acquisire una dignità che neppure lui immaginava di possedere. La storia inizia con toni che dall'ironico sconfinano nel grottesco, e pagina dopo pagina assume sempre più spessore; il protagonista evolve da caricatura a dolente eroe suo malgrado, in un crescendo di coinvolgimento per il lettore, passando dalla superficialità di una visione scanzonata e sprezzante della sanguinosa realtà della Colombia alle viscere dei drammi individuali e collettivi di un intero continente.

Sofia si veste sempre di nero di Paolo Cognetti (Minimum Fax)



"Sofia si veste sempre di nero" è la nuova prova narrativa di Paolo Cognetti, autore di "Manuale per ragazze di successo" e "Una cosa piccola che sta per esplodere". Nei suoi racconti, cesellati con la finezza di Carver e Salinger, Cognetti ha saputo rappresentare con sorprendente intensità l'universo femminile. Ed è ancora una donna la protagonista del suo nuovo libro, un romanzo composto da dieci racconti autonomi che la accompagnano lungo trent'anni di storia: dall'infanzia in una famiglia borghese apparentemente normale, ma percorsa da sotterranee tensioni, all'adolescenza tormentata da disturbi psicologici, alla liberatoria scoperta del sesso e della passione per il teatro, al momento della maturità e dei bilanci. Con la sua scrittura precisa e intensa, Cognetti ci regala il ritratto di una donna torbida e inquieta, capace di sopravvivere alle proprie nevrosi e di sfruttare improvvisi attimi di illuminazione fino a trovare, faticosamente, la propria strada.

sabato 15 settembre 2012

Apocalypse Baby di Virginie Despentes (Einaudi Stile Libero). Traduzione di Silvia Marzocchi



 «Da quando lavoro qui, non mi hanno fatto fare altro che pedinare adolescenti. Non c'è ragazzino che possa fumarsi una canna senza che io gli sia attaccata al culo. I primi anni però non capitava che pedinassi giovani di meno di quindici anni. Oggi non mi stupirebbe che mi mandassero alle elementari. Gli adulti della mia generazione s'infiltrano nella vita dei loro figli, non sono disposti a lasciarsi sfuggire la giovinezza per la seconda volta. Non si può dire che detesti quello che faccio, ma truccare i cellulari dei ragazzini è un atto per niente eroico e tanto meno eccitante».


Irriverente e provocatorio, immerso nello sguardo acido di tre cattive ragazze - due investigatrici private sulle tracce di un'adolescente in fuga - Apocalypse Baby è una black comedy tutta al femminile, un thriller antisociale, collerico e spassosissimo.La quindicenne Valentine Galtan, cocainomane ed espulsa da una serie di scuole private, sparisce misteriosamente su una banchina della metro di Parigi, malgrado fosse pedinata dall'investigatrice privata Lucie Toledo, assoldata dalla nonna della ragazzina. La povera Lucie, priva di qualsiasi iniziativa e sotto sotto in realtà intimamente solidale con gli adolescenti che tagliano la corda, sa di non potercela fare. Cosí decide di chiedere aiuto alla mitica «Iena», un'investigatrice leggendaria. Lesbica e facile a menar le mani, la Iena dà un'immediata svolta al caso. E col suo ciclone di energia traumatizza la povera Lucie, ma alla fine, a forza di scossoni, le apre gli occhi su un mondo insperato.



Rapropos. Il rap racconta la Francia di Luca Gricinella (Agenzia X)



Preso di mira dai politici, denigrato dalla stampa, temuto dalla classe media, boicottato dall'estrema destra, corteggiato dal cinema e citato dalla letteratura. In Francia da oltre vent'anni il rap è il genere musicale che anima maggiormente il dibattito pubblico, a cui partecipa anche senza invito: che si parli di religione, omosessualità, sessismo, identità nazionale o calcio, l'hip hop esprime le sue opinioni senza giri di parole. "Rapropos" è un libro di analisi, narrazioni orali e documenti storici che raggiunge il climax nell'autunno 2005, quando le banlieue francesi prendono fuoco in nome di due adolescenti, Bouna Traoré e Zyed Benna, inseguiti dalla polizia e "morti per niente". NTM, Diam's, Akhenaton, Keny Arkana, Abd Al Malik, Booba, La Rumeur, Medine e Orelsan sono solo alcune delle voci più note che raccontano in rima il loro paese. In questo testo le loro storie si mischiano a quelle di figuranti come il "piccolo Napoleone" Nicolas Sarkozy, il calciatore disobbediente Nicolas Anelka, l'attore e regista Mathieu Kassovitz o lo scrittore Jean-Claude Izzo. Lo sguardo acuto e il flirt col pop costituiscono non solo un invito a comprare dischi, accolto puntualmente da migliaia di persone, ma anche una nitida fotografia dell' intera società contemporanea occidentale.

Led Zeppelin - Celebration Day Trailer




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Global Theatrical Release On October 17, 2012.
Audio / DVD & Blu-ray Out 19th November, 2012

Ananas e zenzero di Jacqueline Gentile (Besa editrice)



Marta Sabia ha trentatré anni, vive con Cindy, cura la rubrica della posta del cuore per la rivista femminile “Stelle & Charme” e la sua relazione sentimentale più lunga è durata sei mesi. Quando incontra Andrea, ennesimo flirt di Cindy, e se ne innamora, Marta inizia un processo di confronto con se stessa in cui prende piano coscienza del fatto che l’esistenza da lei condotta non corrisponde ai suoi desideri: le bugie che dice a Cindy le gravano pesantemente sulla coscienza, le vessazioni di Clara, il suo capo, la schiacciano, la gelosia la acceca e i suoi sogni di bambina fanno capolino a ricordarle che non era questo quello che si augurava per il suo futuro. Dopo la partenza di Cindy per gli Stati Uniti, Marta entra in una spirale discendente: si licenzia e, sull’onda della rabbia frammista a dolore, litiga furiosamente con Andrea. Giorni di buio isolamento nella sua casa vuota la trascinano a toccare il fondo costringendola a stare in contatto con la sua sofferenza e con la sua vita oramai svuotata. Ma proprio lì, nella tristezza del niente, Marta ritrova se stessa e il suo amore per Andrea: primi passi di una nuova esistenza tutta da inventare.
Ananas e zenzero è un romanzo narrato in prima persona, in cui la freschezza dell’ironia e della comicità accompagnano il percorso di crescita di una donna che trasforma un momento di profonda crisi in un’opportunità per poi scegliere coraggiosamente la strada del cambiamento come nuovo progetto di vita.

Jacqueline Gentile è nata a Brooklyn (New York) nel 1973. Vive a Bari dove svolge la professione di counsellor a orientamento gestaltico e di formatrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti Ho scelto me (2007).

venerdì 14 settembre 2012

L’autista delle slot di Caterina Emili (Besa editrice)



Un classico romanzo d’amore e di morte che parte da Milano per attraversare un’Umbria stralunata, fatta di terrecotte e pietre medievali e finire, poi, in Puglia dove tutte le cose assumono il giusto significato.
La morte di una prostituta scaraventa Vittore, il protagonista, nei territori della sua infanzia, tra leggende e crudeltà, tra poveri e ricchi, mai in pace, mai placati. Disincantato e cinico, Vittore osserva il suo mondo umbro con la piena consapevolezza dell’insieme dei fatti, ma solo nella Valle d’Itria, a Ceglie Messapica, trova risposte che lo ricostruiscono come uomo e come amante. Perché l’amore di Maddalena, la prostituta morta a Milano, ma uccisa in Umbria, lo riaggancia sotto altre forme, riconquistandolo tra masserie in rovina, olivi e ancora pietre.

Caterina Emili, giornalista, è stata inviato speciale di quotidiani nazionali nel periodo drammatico degli anni di piombo. È stata anche autrice e conduttrice di alcuni programmi radiofonici sulle reti RAI.
Nata a Roma, dopo aver vissuto in varie città italiane ed estere, attualmente trascorre metà dell’anno in Umbria e l’altra metà in Puglia.

Memento – I sopravvissuti di Julianna Baggott (Giano)



 Un grande boato, il sole che emana la luce e il calore di tre stelle sovrapposte, e il mondo svanisce, spazzato via dal fuoco. È il giorno delle Detonazioni, il giorno in cui l'umanità si divide in due: da un lato i Puri che, rifugiatisi nella Sfera, sono privi di deformazioni o cicatrici sul corpo; dall'altro i Sopravvissuti che, coi loro corpi deformi, fusi con gli oggetti più disparati, si aggirano tra i detriti e le pozzanghere nere di pioggia della terra esplosa. Pressia aveva sette anni quando le Detonazioni le regalarono una bambola al posto di una mano. Ora ha quasi sedici anni e la bambola è divenuta parte di lei. Tuttavia, nel magazzino sul retro di un negozio di barbiere dove vive con suo nonno, Pressia pensa a volte che sarebbe bello essere Puri, cancellare le cicatrici, vivere in quella Sfera da dove qualche settimana dopo le Detonazioni lasciarono cadere sulla terra devastata un messaggio che diceva: "Sappiamo che siete li, fratelli e sorelle. E un giorno emergeremo dalla Sfera per unirci a voi, in pace". Invece Pressia deve ora guardarsi dall'ORS, il cui acronimo significava Operazione Ricerca e Salvataggio, e aveva l'obiettivo di ripristinare le unità mediche, redigere liste dei morti e dei sopravvissuti e poi formare una piccola milizia per mantenere l'ordine. Trasformata in Operazione Rivoluzione Sacra, L'ORS governa infatti col terrore e arruola tutti i sedicenni con lo scopo di abbattere, un giorno, la Sfera.

Dostoevskij mio marito di Anna G. Dostoevskaja (Bompiani)



Il gande romanziere Fedor Dostoevskij viene svelato nell'intimità della vita famigliare dalla sua seconda moglie Anna Grigor'evna, che racconta con estrema semplicità e veridicità la propria esperienza al fianco dello scrittore russo. Ne esce il ritratto di un uomo già vecchio, malato e assillato dai debiti di gioco che trova un periodo di serenità e un freno all'inquietudine dell'esistenza negli ultimi anni passati con Anna. 
Al tempo stesso, la narrazione conduce al la scoperta dell'autrice, una donna che, rinunciando alle proprie ambizioni i indipendenza e affermazione personale, si annulla nel matrimonio in una completa dedizione al genio-marito.

giovedì 13 settembre 2012

Occhi chiusi di Giulio Massobrio (Newton Comtpon)




Alessandria, 1961. Alla vigilia del primo centenario dell'unità d'Italia, l'architetto Cammei viene trovato morto. Seduto su una panchina, gli occhi chiusi e un cartello appeso al collo. Una scritta in stampatello, "CAMMEI, IL PRIMO", annuncia una probabile serie di omicidi. Sul caso è chiamato a indagare il commissario Piazzi, uomo schivo e affascinante, duro quando occorre, poliziotto durante la guerra e poi partigiano. Dopo solo due giorni, un altro morto. Questa volta si tratta di un inquietante barbone, sfigurato in Grecia da una granata e rimasto cieco. Apparentemente nulla lo lega all'architetto, se non l'arma del delitto, insolita e antica: uno stiletto che non lascia quasi traccia. Solo una stilla di sangue. L'unico modo per far luce sulle due strane morti è scandagliare la vita di Cammei, dei suoi amici e conoscenti. Uno a uno, Piazzi mette sotto torchio tutti i personaggi che si muovevano intorno all'architetto, esimi rappresentanti della borghesia cittadina. Un medico molto noto, una nobildonna, un conte amante delle belle cose. Tutti, nessuno escluso, sono a conoscenza di fatti che riguardano il passato di Cammei. Ma tutti, nessuno escluso, farebbero qualsiasi cosa per tenerli nascosti. Perché rivelarli potrebbe fare emergere il torbido che si cela dietro le loro rispettabilissime vite. E magari condurre a un insospettabile assassino...

special tank to 10 righe dai libri

Ladra di cioccolato di Laura Florand (Leggereditore)



Sullo sfondo, la città romantica per eccellenza: Parigi... Cade Corey è la figlia del principale produttore di barrette di cioccolato americano, Sylvain Marquis è il più raffinato chocolatier di Parigi. Lei vorrebbe mettersi in affari con lui, ma lui non intende svendere la sua arte a un colosso industriale. Cade è però disposta a tutto pur di creare un nuovo prodotto dal sapore inconfondibile e raffinato, in grado di accrescere la fama del suo già popolarissimo marchio, persino di rubare le ricette dell’ostinato e affascinante chocolatier. Presto la notizia che una ladra di cioccolato si aggira per le strade di Parigi rimbalza di giornale in giornale, arrivando fino al The New York Times, portando così nuovi clienti al negozio e mettendo in serio pericolo la reputazione della donna.
Ma in guerra e in amore non ci sono regole, e nonostante tutto l’attrazione fra i due non si farà attendere. Complice l’irresistibile sensualità del cioccolato... Perché se in un primo momento Sylvain sembra diffidente e scontroso, poi userà tutte le sue armi per sedurre la donna della quale si è follemente innamorato. La sua arma? Il cioccolato...


Laura Florand ha vissuto in Francia, Spagna e Polinesia francese. Ha studiato danza a Tahiti come studente della Fulbright. Attualmente insegna francese alla Duke University in North Caroline. È sposata e ha una figlia. Insegna francese alla Duke University in North Caroline. È sposata e ha una figlia.

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