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sabato 15 settembre 2012

Ananas e zenzero di Jacqueline Gentile (Besa editrice)



Marta Sabia ha trentatré anni, vive con Cindy, cura la rubrica della posta del cuore per la rivista femminile “Stelle & Charme” e la sua relazione sentimentale più lunga è durata sei mesi. Quando incontra Andrea, ennesimo flirt di Cindy, e se ne innamora, Marta inizia un processo di confronto con se stessa in cui prende piano coscienza del fatto che l’esistenza da lei condotta non corrisponde ai suoi desideri: le bugie che dice a Cindy le gravano pesantemente sulla coscienza, le vessazioni di Clara, il suo capo, la schiacciano, la gelosia la acceca e i suoi sogni di bambina fanno capolino a ricordarle che non era questo quello che si augurava per il suo futuro. Dopo la partenza di Cindy per gli Stati Uniti, Marta entra in una spirale discendente: si licenzia e, sull’onda della rabbia frammista a dolore, litiga furiosamente con Andrea. Giorni di buio isolamento nella sua casa vuota la trascinano a toccare il fondo costringendola a stare in contatto con la sua sofferenza e con la sua vita oramai svuotata. Ma proprio lì, nella tristezza del niente, Marta ritrova se stessa e il suo amore per Andrea: primi passi di una nuova esistenza tutta da inventare.
Ananas e zenzero è un romanzo narrato in prima persona, in cui la freschezza dell’ironia e della comicità accompagnano il percorso di crescita di una donna che trasforma un momento di profonda crisi in un’opportunità per poi scegliere coraggiosamente la strada del cambiamento come nuovo progetto di vita.

Jacqueline Gentile è nata a Brooklyn (New York) nel 1973. Vive a Bari dove svolge la professione di counsellor a orientamento gestaltico e di formatrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti Ho scelto me (2007).

venerdì 14 settembre 2012

L’autista delle slot di Caterina Emili (Besa editrice)



Un classico romanzo d’amore e di morte che parte da Milano per attraversare un’Umbria stralunata, fatta di terrecotte e pietre medievali e finire, poi, in Puglia dove tutte le cose assumono il giusto significato.
La morte di una prostituta scaraventa Vittore, il protagonista, nei territori della sua infanzia, tra leggende e crudeltà, tra poveri e ricchi, mai in pace, mai placati. Disincantato e cinico, Vittore osserva il suo mondo umbro con la piena consapevolezza dell’insieme dei fatti, ma solo nella Valle d’Itria, a Ceglie Messapica, trova risposte che lo ricostruiscono come uomo e come amante. Perché l’amore di Maddalena, la prostituta morta a Milano, ma uccisa in Umbria, lo riaggancia sotto altre forme, riconquistandolo tra masserie in rovina, olivi e ancora pietre.

Caterina Emili, giornalista, è stata inviato speciale di quotidiani nazionali nel periodo drammatico degli anni di piombo. È stata anche autrice e conduttrice di alcuni programmi radiofonici sulle reti RAI.
Nata a Roma, dopo aver vissuto in varie città italiane ed estere, attualmente trascorre metà dell’anno in Umbria e l’altra metà in Puglia.

Memento – I sopravvissuti di Julianna Baggott (Giano)



 Un grande boato, il sole che emana la luce e il calore di tre stelle sovrapposte, e il mondo svanisce, spazzato via dal fuoco. È il giorno delle Detonazioni, il giorno in cui l'umanità si divide in due: da un lato i Puri che, rifugiatisi nella Sfera, sono privi di deformazioni o cicatrici sul corpo; dall'altro i Sopravvissuti che, coi loro corpi deformi, fusi con gli oggetti più disparati, si aggirano tra i detriti e le pozzanghere nere di pioggia della terra esplosa. Pressia aveva sette anni quando le Detonazioni le regalarono una bambola al posto di una mano. Ora ha quasi sedici anni e la bambola è divenuta parte di lei. Tuttavia, nel magazzino sul retro di un negozio di barbiere dove vive con suo nonno, Pressia pensa a volte che sarebbe bello essere Puri, cancellare le cicatrici, vivere in quella Sfera da dove qualche settimana dopo le Detonazioni lasciarono cadere sulla terra devastata un messaggio che diceva: "Sappiamo che siete li, fratelli e sorelle. E un giorno emergeremo dalla Sfera per unirci a voi, in pace". Invece Pressia deve ora guardarsi dall'ORS, il cui acronimo significava Operazione Ricerca e Salvataggio, e aveva l'obiettivo di ripristinare le unità mediche, redigere liste dei morti e dei sopravvissuti e poi formare una piccola milizia per mantenere l'ordine. Trasformata in Operazione Rivoluzione Sacra, L'ORS governa infatti col terrore e arruola tutti i sedicenni con lo scopo di abbattere, un giorno, la Sfera.

Dostoevskij mio marito di Anna G. Dostoevskaja (Bompiani)



Il gande romanziere Fedor Dostoevskij viene svelato nell'intimità della vita famigliare dalla sua seconda moglie Anna Grigor'evna, che racconta con estrema semplicità e veridicità la propria esperienza al fianco dello scrittore russo. Ne esce il ritratto di un uomo già vecchio, malato e assillato dai debiti di gioco che trova un periodo di serenità e un freno all'inquietudine dell'esistenza negli ultimi anni passati con Anna. 
Al tempo stesso, la narrazione conduce al la scoperta dell'autrice, una donna che, rinunciando alle proprie ambizioni i indipendenza e affermazione personale, si annulla nel matrimonio in una completa dedizione al genio-marito.

giovedì 13 settembre 2012

Occhi chiusi di Giulio Massobrio (Newton Comtpon)




Alessandria, 1961. Alla vigilia del primo centenario dell'unità d'Italia, l'architetto Cammei viene trovato morto. Seduto su una panchina, gli occhi chiusi e un cartello appeso al collo. Una scritta in stampatello, "CAMMEI, IL PRIMO", annuncia una probabile serie di omicidi. Sul caso è chiamato a indagare il commissario Piazzi, uomo schivo e affascinante, duro quando occorre, poliziotto durante la guerra e poi partigiano. Dopo solo due giorni, un altro morto. Questa volta si tratta di un inquietante barbone, sfigurato in Grecia da una granata e rimasto cieco. Apparentemente nulla lo lega all'architetto, se non l'arma del delitto, insolita e antica: uno stiletto che non lascia quasi traccia. Solo una stilla di sangue. L'unico modo per far luce sulle due strane morti è scandagliare la vita di Cammei, dei suoi amici e conoscenti. Uno a uno, Piazzi mette sotto torchio tutti i personaggi che si muovevano intorno all'architetto, esimi rappresentanti della borghesia cittadina. Un medico molto noto, una nobildonna, un conte amante delle belle cose. Tutti, nessuno escluso, sono a conoscenza di fatti che riguardano il passato di Cammei. Ma tutti, nessuno escluso, farebbero qualsiasi cosa per tenerli nascosti. Perché rivelarli potrebbe fare emergere il torbido che si cela dietro le loro rispettabilissime vite. E magari condurre a un insospettabile assassino...

special tank to 10 righe dai libri

Ladra di cioccolato di Laura Florand (Leggereditore)



Sullo sfondo, la città romantica per eccellenza: Parigi... Cade Corey è la figlia del principale produttore di barrette di cioccolato americano, Sylvain Marquis è il più raffinato chocolatier di Parigi. Lei vorrebbe mettersi in affari con lui, ma lui non intende svendere la sua arte a un colosso industriale. Cade è però disposta a tutto pur di creare un nuovo prodotto dal sapore inconfondibile e raffinato, in grado di accrescere la fama del suo già popolarissimo marchio, persino di rubare le ricette dell’ostinato e affascinante chocolatier. Presto la notizia che una ladra di cioccolato si aggira per le strade di Parigi rimbalza di giornale in giornale, arrivando fino al The New York Times, portando così nuovi clienti al negozio e mettendo in serio pericolo la reputazione della donna.
Ma in guerra e in amore non ci sono regole, e nonostante tutto l’attrazione fra i due non si farà attendere. Complice l’irresistibile sensualità del cioccolato... Perché se in un primo momento Sylvain sembra diffidente e scontroso, poi userà tutte le sue armi per sedurre la donna della quale si è follemente innamorato. La sua arma? Il cioccolato...


Laura Florand ha vissuto in Francia, Spagna e Polinesia francese. Ha studiato danza a Tahiti come studente della Fulbright. Attualmente insegna francese alla Duke University in North Caroline. È sposata e ha una figlia. Insegna francese alla Duke University in North Caroline. È sposata e ha una figlia.

mercoledì 12 settembre 2012

Ristorante Don Alfonso



“In the heart of the Sorrentine Peninsula, between the gentle slopes descending into the Gulf of Naples and the daring and breathtaking coast of the Gulf of Salerno, Ristorante Don Alfonso 1890 in Sant'Agata sui Due Golfi reflects a philosophy that is innovative while respecting the local food culture to delight even the most refined palate with healthy and delicious dishes. Modernity, Mediterranean spirit and the absolute quality of the raw materials are the principles that are reflected in the cuisine of Chef Alfonso and Ernesto Iaccarino, Grands Chefs Relais & Chateaux. Nestled in a 19th century Neapoletan building, the restaurant is filled with bright colors - lilac, yellow, orange and pink - which look lovely with the natural, Mediterranean light, transporting guests to the extraordinary atmosphere of Southern Italy. Recent renovations have incorporated the philosophy that made this cuisine famous in the restaurant's design: innovate without losing the spirit of the place.”


RISTORANTE LEMI’ A TRICASE



“Luca, Eugenio, Margherita, Ippazio è l'acronimo della nostra famiglia che io e mia moglie abbiamo scelto per il nostro ristorante. Un nome appunto che evocasse l'accoglienza e la cucina famigliare. La passione per la cucina per me che ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia dove la cucina è una sorta di magia, di profumi, di semi tramandati da una generazione all'altra, evoca fin da piccolo un tesoro ed un bagaglio culturale autoctono salentino che si presenta in quasi tutti i miei piatti.
La nostra cucina – Il momento più bello è quando sforniamo i pani dal forno a legna tanti e diversi al pomodoro, all'origano, al rosmarino, al finocchietto, alla cipolla, al papavero, al nero di seppia. Tante farine integrali, ai cereali, semola, kamut, farro e tante idee.
Le verdure spontanee dove cerco sempre l'equilibrio tra quelle amare (tarassaco) e dolci (bietole) le ferrose(spinaci o papavero selvatico) e quelle balsamiche (finocchietto, boragine e dente di leone).
I legumi: le fave della signora domenica sgusciata ad una ad una, le lenticchie di altamura, i piselli di zollino, i frutti dimenticati, le carrube, i gelsi, il mirto, le more selvatiche, il corbezzolo, i formaggi del massaro, le chiacchere con i contadini e i pescatori veri custodi della tradizione che io Ippazio studio, elaboro e reinterpreto adattandola ai tempi moderni.”


Stone Sour - "Gone Sovereign/Absolute Zero" (Lyric Video)




© 2012 WMG.
Stone Sour
House of Gold & Bones Part 1
Download The Tracks on iTunes: http://bit.ly/O1hBos


14 Settembre 2012 – “Est/Ovest. Un dialogo tra Puglia e Montenegro”





Venerdì 14 settembre alle ore 19 presso la nuova sede della Fondazione Museo Pino Pascali a Polignano a Mare, si inaugura la mostra ‘Est/ Ovest, un dialogo tra Puglia e Montenegro’ , una selezione di artisti montenegrini, seconda tappa di un progetto che nasce con l’intento di creare una rete di scambi culturali con i paesi che si affacciano sul mare Adriatico. L’intento è creare un dialogo virtuale e un rapporto vitale tra le due sponde dell’Adriatico, uno spazio visivo nel quale narrarsi e conoscersi, una preziosa occasione per definirsi gli uni rispetto agli altri pur conservando la propria identità per giungere, attraverso il linguaggio dell’arte, ad una pratica culturale collettiva e condivisa. Domenica 16 settembre, alle ore 11, sempre presso il Museo Pino Pascali, sarà la volta di un incontro con la delegazione ministeriale montenegrina e con gli artisti ospiti della mostra. La mostra presenterà sei artisti montenegrini: Irena Lagator, Danijela Mrsulja, Marija Popovic e Natalija Vujosevic conosciute in Montenegro e all’estero, due giovani artisti selezionati dall’Accademia di Belle Arti di Cetinje, Ana Pejovic e Djordje Rasovic.

La mostra sarà inaugurata dall’Assessore della Regione Puglia al Mediterraneo Turismo e Cultura Silvia Godelli,dal Vice Ministro della Cultura della Repubblica del Montenegro Dragica Milic, dal Presidente della Fondazione Pascali Sindaco di Polignano Domenico Vitto, dal Console del Montenegro a Bari Luigi Morfini.

Besa Editrice ha realizzato il catalogo della mostra “Est/Ovest. Un dialogo tra Puglia e Montenegro”. La condivisione tra le diverse culture, la creazione di ‘ponti’ di comunicazione tra l’Est e l’Ovest, le traduzioni dei capolavori ma anche delle nuove voci provenienti di là dall’Adriatico, sono i segni distintivi della produzione di Besa Editrice, che con la realizzazione di questo catalogo manifesta la sua vicinanza ai linguaggi di un arte ad ampio raggio, agli artisti e alle manifestazioni di rilievo che li uniscono in un percorso dove la cifra più importante, da sempre, è il dialogo.

Sono ospitati, nel catalogo di “Est/Ovest. Un dialogo tra Puglia e Montenegro”: Irena Lagator Pejovic, Ana Pejovic Knezevic, Danijela Mrsulja Vasic, Dorde Rasovic, Marija Popovic, Natalija Vujosevic, Lida Abdul, Miki Carone, Donna Conlon, Adrian Paci, Dario Agrimi, Cristina Bari, Raffaele Fiorella, Michele Giangrande, Claudia Giannuli, Pierpaolo Miccolis, Francesco Schiavulli, Francesca Speranza, Giuseppe Teofilo, Nicola Vinci

“Est/Ovest. Un dialogo tra Puglia e Montenegro” nasce da una collaborazione tra il Museo Fondazione Pino Pascali (Fondazione museale dedicata all’arte contemporanea partecipata dalla Regione Puglia) e il Ministero della Cultura della Repubblica del Montenegro, con il supporto della Regione Puglia, del Consolato del Montenegro di Bari e della Fondazione Gramsci Puglia.

Questa mostra nasce come prosecuzione ideale di un progetto che è stato già ospitato a Cetinje, capitale culturale della Repubblica Montenegrina, dove si è potuta apprezzare un’interessante collettiva di artisti pugliesi, insieme a una selezione di opere video di artisti presenti nella collezione del Museo Pino Pascali.

Il progetto, a cura di Rosalba Branà con la collaborazione di Antonio Frugis e Mariapaola Spinelli, è stato ospitato nel maggio scorso a Cetinje, capitale culturale della Repubblica Montenegrina, con una collettiva di artisti pugliesi e una selezione di opere video di artisti provenienti dalla collezione del Museo Pino Pascali. Coordinamento generale: Natale Parisi, Fondazione Gramsci di Puglia.

Coordinamento generale: Natale Parisi, Fondazione Gramsci di Puglia.


"Est/Ovest. Un dialogo tra Puglia e Montenegro" - venerdì 14 Settembre 2012  ore 19.00
(Inaugurazione della Mostra “Est/Ovest. Un dialogo tra Puglia e Montenegro”)
Domenica 16 Settembre 2012 ore 11.00 - Incontro con la delegazione ministeriale montenegrina e con gli artisti ospiti della mostra

Museo Pino Pascali
Via Parco del Lauro, 119 – Polignano a Mare (Ba)
dal 14/09 al 14/10

aperta al pubblico a partire dal 15 settembre
tutti i giorni in orario 11.00/13.00 – 17.00/21.00
(chiuso il lunedì)


Info:


“Gli studenti raccontati dall’insegnante scrittrice”. “Il tempo che ci vuole” (Besa) di Francesca Palumbo su “Billy, il vizio di leggere”


Francesca Palumbo partiva avvantaggiata, lei gli studenti li conosce bene, insegnando.
Ma il vantaggio poteva ribaltarsi facilmente, perché non sempre è facile tradurre in un romanzo il mondo scolastico.
Francesca Palumbo invece c’è riuscita e il suo “Il tempo che ci vuole” (Besa) è un romanzo che coinvolge e colpisce, perchè riesce a tratteggiare storie contemporanee, immaginate, ma reali, che ci costringono a riflettere sul vuoto esistenziale che provoca la nostra mancanza di tempo, attenzione, partecipazione.
La crisi della studentessa protagonista, il difficile dialogo che prova a imbastire con l’insegnante, le pareti quasi isolate acusticamente di genitori distanti e chiusi ossessivamente nei loro fallimenti, l’amore che si spezza in nome dell’egoismo edonista, ci fanno immergere in una storia italiana dove protagoniste sono la scuola e la famiglia. Diversa la scuola da come possiamo immaginarcela, se tanti anni fa ci siamo lasciati alle spalle il suono della campanella.
L’impegno e la partecipazione sono un quadro ingiallito, l’urlo muto della solitudine dei giovani è una richiesta di aiuto troppo spesso inascoltata. La famiglia è una stazione di passaggio, non delle diligenze di un tempo, ma di noi tarscinati dal nocchiero moderno, il tempo accelerato, sovrano dispotico delel nostre vite, che ci costringe a correre sempre più velocemente, rinunciando all’ascolto, alla parola, all’abbraccio, impossibile senza una sosta.
Il diverso, che vive di lentezza e sguardo lungo, riuscirà a deviare l’epilogo violento. “Il tempo che ci vuole” (Besa) crediamo che sia il romanzo giusto per iniziare la scuola, per genitori e studenti. Un libro letto e consigliato dai “viziati”.

Merita le tre penne di Billy

Billy, il vizio di leggere



Info:
Besa Editrice



Monica Dionubile ha quasi diciassette anni, vive a Bari insieme a sua madre Laura che è malata di depressione e passa la sua vita a tormentare la figlia. Dunia Bonerba è figlia unica di Luca e Marina; i suoi genitori sono una coppia serena che regala sensibilità e spensieratezza a una ragazzina semplice, a tratti ingenua e molto legata a Monica, sua compagna di classe. Le due ragazze si completano a vicenda: la leggerezza di una si unisce alla complessità dell’altra, è come se tra di loro ci fosse un accordo di “mutuo soccorso” di cui, in realtà, è solamente la giovane Dionubile ad aver bisogno. Lei è così intristita e poco interessata alla sua vita da vivere alla giornata. È così profondamente sola e disillusa che anche l’avvenimento di aspettare un bambino, naturalmente non desiderato, è affrontato nella più completa apatia. Il ginecologo che segue distrattamen te l’aborto è Carlo, marito di Giulia, amico di vecchia data di Luca e Marina, che racconta all’uomo di avere l’ennesima relazione extraconiugale. La donna per la quale ha perso la testa si chiama Roberta Mori ed è la psicanalista che ha in cura la madre di Monica. In questo disfacimento quasi totale, il porto franco di Monica è la casa di Dunia, dove ha la possibilità di conoscere suo nonno che, molto malato, ogni volta che la vede la scambia per la sua amata moglie Ornella oramai morta da tempo. C’è poi il rapporto speciale con il suo professore di lettere, Girardi, un docente atipico che ascolta i suoi alunni, li osserva e non si limita a etichettarli con un numero sul registro o un cognome da ricordare al momento dell’interrogazione.
Testimone oculare delle storie di ognuno di questi personaggi è il barbone Lacca, un tenero clochard che costruisce piccoli portacenere colorati in latta e che ha un ruolo determinante nel destino di Dunia e Monica.


martedì 11 settembre 2012

Miti d'oggi di Marino Niola (Bompiani). Intervento di Nunzio Festa



Prima di tutto non invecchiare. Ma, comunque, poi, non dimenticare i compleanni; o te ne ricorderà fb (facebook, per chi non l'avesse capito): altrimenti non sei trendy: e soprattutto vorrà dire che dimostri di non aver scoperto i miti della società successiva a Barthes. L'antropologo Marino Niola, quasi aggiornando - appunto - la lezione di Roland Barthes, ragiona sui mitoidi dei nostri tempi. Spiegando, nello specifico, cosa sono e che rappresentano: blog, card, classifiche, compleanni, corpo, doni, ferragosto, giovinezza, allhoween, happy hour, ilife, la fine del mondo, l'etico, lotterie, low-last, madre teresa, magrezza, mostri, natale, natura, nuvole digitali, outlet, pop star, potere e seduzione, rifarsi, rottamazzioni, slow food, spa, stranieri, suv, tattoo you, tecnoleggende, twitter generation, vegetariani. "Simboli che danno corpo a sogni e incubi, passioni e ossessioni del presente. Ologrammi della mutazione antropologica di cui siamo attori e spettatori, questi oggetti-concetti hanno gli stessi caratteri del nostro tempo. Leggerezza, virtualità, precarietà. A differenza dei miti antichi, che erano grandi narrazioni fatte perdurare, quelli contemporanei sono frammenti d'immaginario a tempo determinato. Sono mitoidi, schegge luminose che si staccano da una realtà che cambia alla velocità della luce e come asteroidi infiammano l'etere con la loro luce effimera". E la descrizione delle "nuove icone della vita quotidiana" nessuno è in grando di mostrarla. Lo scorrevole, fluido e illuminato discorso di Niola, e si pensi che si tratta d'una raccolta di scritti, rende gradevole l'analisi di contenuti che sappiamo supportati dalle nostre stesse esistenze, dai nostri comportamenti e da quallo che l'uomo combina. Per avere un'idea più precisa, si prendano le righe che ci dicono d'Hallowee: oltre la certezza oramai appurata del carattere d'oggetto e abitudine d'importazione logata Usa. In quanto, insomma, il saggista ci racconta in che maniera adesso e sempre di più bisogna leggere il passeggio di zucchine e bare non solamente in qualità di materia da villaggio globale solo sorella della coca cola. Perché, alla fine, invece, dobbiamo chiederci che cosa pensiamo nel 2012 della morte. Che rapporto abbiamo con la morte? Ma, ancora, con la paura in genere? Volendo continuare a sfogliare l'agile libretto. Pure con la convinzione che specie nelle riflessioni su velocità e lentezza, si sofferma l'autore. Nonostante, alla fine, Marino Niola non l'abbia voluto affatto, inoltre, i dubbi nostri sulla missionaria albanese Madre Teresa non possono che aumentare.


Via Chanel n° 5 di Daniela Farnese (Newton Compton)



È possibile assomigliare a una delle più grandi icone dello stile, indipendente, bella, desiderata ed elegante come Coco Chanel? Rebecca ha trentatré anni, più di cento paia di scarpe, un armadio pieno di tubini neri, completi di tweed e una smisurata passione per la magnifica Coco. È romantica, sognatrice, e follemente innamorata di Niccolò, che sta per raggiungere a Milano, dopo un anno di relazione a distanza. Un nuovo lavoro come wedding planner, una vita vicino all'uomo che ama: la felicità sembra a portata di mano. Ma una brutta sorpresa è in agguato: appena giunta nella metropoli, Niccolò le confessa di essersi innamorato di un'altra. Rebecca si ritrova così in una città che non conosce e con il cuore a pezzi. Ma il suo mito, la grande Coco, come avrebbe reagito? Indossando degli enormi occhiali scuri, alzando la testa in segno di sfida, non avrebbe mai permesso a un uomo di schiacciare il suo spirito ribelle e anticonvenzionale! "Per essere insostituibili bisogna essere unici", e forse Niccolò, unico non lo era. Dopo intere giornate chiusa a casa, Rebecca è pronta a voltare pagina: si tuffa nell'intensa vita mondana milanese e, con lo stile della sua eroina, assapora la sensazione di sentirsi una donna cercata e desiderata. Resterà un'eterna mademoiselle, come l'intramontabile Coco? O forse il destino le riserverà sorprese inattese e capaci di rivoluzionare la sua vita?

Con te fino alla fine del mondo di Nicolas Barreau (Feltrinelli)



"Mon cher Monsieur, vi starete chiedendo chi è che vi scrive. Non ve lo dirò. Non ancora. Rispondetemi, e provate a scoprirlo. Forse vi aspetta un'avventura che farà di voi l'uomo più felice di Parigi. La Principessa" Così comincia la lettera che stravolgerà la vita di Jean-Luc Champollion, l'affascinante proprietario di una galleria di successo in rue de Seine. Molto sensibile al fascino delle donne, che lo ricambiano volentieri, Jean-Luc vive in uno dei quartieri più alla moda di Parigi, in perfetta armonia con il suo fedele dalmata Cézanne. Tutto procede al meglio, tra vernissage, allegri ritrovi con gli amici nei café di Saint-Germain-des-Prés e romantiche passeggiate au clair de lune lungo la Senna. Finché, una mattina, Jean-Luc scorge qualcosa nella posta: una busta azzurra, scritta a mano. È una lettera d'amore, o meglio, una delle più appassionate dichiarazioni d'amore che lui abbia mai ricevuto, ma non è firmata: la misteriosa autrice, nascosta dietro uno pseudonimo, lo sfida a smascherarla dandogli una serie di indizi. Per quanto perplesso, Jean-Luc sta al gioco. Ma l'impresa non sarà affatto semplice: chi sarà mai la deliziosa impertinente che sembra conoscere così bene le sue abitudini e si diverte a stuzzicarlo? Stregato dalle sue parole, Jean-Luc cercherà di dare un nome a quella donna così intrigante e sfuggente il cui volto gli è del tutto sconosciuto. O forse no?

lunedì 10 settembre 2012

Animal Collective - Summertime Clothes




Video for Animal Collective's 'Summertime Clothes' featuring the Brooklyn based FLEX dance crew. 'Merriweather Post Pavilion' is out now on Domino.

Director & Editor: Danny Perez
Director of Photography: Ryan Samul
Producer: Lizz Morhaim, Daniel GrossmanDomino Recording Company is an independent record label founded in 1993. Subscribe to Domino: http://goo.gl/kdcyu

http://dominorecordco.com
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http://twitter.com/dominorecordco
http://open.spotify.com/app/domino

Economia dell'abbastanza. Gestire l'economia come se del futuro ci importasse qualcosa di Diane Coyle edito da Edizioni Ambiente (Intervento di Vander Tumiatti Fondatore di Sea Marconi Technologies)

Tra le letture che mi hanno maggiormente colpito di recente, c’è una delle ultime pubblicazioni di Edizioni Ambiente, un editore che seguo da tempo e con grande interesse. Sto parlando del lavoro di Diana Coyle, dal titolo “Economia dell'abbastanza. Gestire l'economia come se del futuro ci importasse qualcosa”. Diana Coyle ha conseguito un PhD in economia ad Harvard e guida una società di consulenza specializzata in tecnologia e fenomeni della globalizzazione ed è inoltre autrice di diverse pubblicazioni scientifico – economiche e consigliere della BBC, nonché visiting professor alla University of Manchester. Il libro in questione è già diventato un caso letterario negli USA, ma va letto soprattutto perché ci fa riflettere su una necessità di fondo che sembra richiedere, e in maniera sempre più stringente, risposte serie e concrete: occorre pensare un altro modo di concepire l’economia, e di farla, perché al di là di ogni ragionevole dubbio il sistema va radicalmente cambiato, partendo proprio da una riorganizzazione delle libertà che coinvolgono diversi settori della società, e della produzione. E’ giunto insomma il momento di elaborare una nuova sintesi, un grande piano di fuga, un’ idea che possa risolvere le quattro emergenze parallele dell'economia, della politica, della natura, e della morale. Domanda: è possibile cambiare? E’ possibile cioè ridiscutere i termini di ciò che fino ad oggi ha rappresentato la struttura della nostra economia su scala planetaria? Nel bel mezzo di una gigantesca crisi finanziaria, l’economia non guarda più a sé stessa come a un possibile interlocutore con la realtà sociale. Anzi, ha abbandonato proprio del tutto la “questione”. Non è possibile formulare delle risposte, proporre alternative se prima non si comprendono a fondo i termini di questa deriva economica, i nodi insoluti, i meccanismi e le contraddizioni che hanno inceppato il sistema con conseguenze pesantissime. Per la Coyle sono cinque le sfide da affrontare per cercare di lasciarci alle spalle questo consumismo distruttivo: Felicità, Natura, Posterità, Equità, Fiducia. Ed ecco il suo “Manifesto dell'Abbastanza” nel quale pone le regole per consumare evitando di distruggere, edificare una società meno stressata, e lasciare ai nostri figli un futuro più sereno. All'origine dei nostri probemi, spiega la Coyle in un'analisi che potremmo definire “ideologica” e che sta raccogliendo vasti consensi a prescindere dagli orientamenti politici, è la caduta verticale del nostro "capitale sociale". Cioè la fiducia che abbiamo nei nostri concittadini, nei nostri governanti, nelle élite, nelle istituzioni. Ma gli spunti di riflessione che l’autrice propone in questo libro sono molteplici e rappresentano un vero e proprio percorso esplorativo all’interno di un’economia che fondamentalmente disprezza e non riconosce la categoria del “futuro sostenibile”. Già, perché l’umanità è giunta a produrre non solo più di quanto le necessita ma ha accantonato, quasi con noncuranza, l’idea di un approccio critico al consumo, da qualsiasi punto di vista si voglia considerare il termine CONSUMO. Il saggio di Diane Coyle si offre al lettore come pubblicazione che allo stesso tempo propone una sfida e tenta di costruire una speranza: la sfida sta nel pensare ad un salto di paradigma che ridisegni i meccanismi economici e finanziari, il sogno invece accarezza la volontà di individuare operativamente tutte le vie d’uscita che ci permettano di realizzare il tipo di società in cui vorremmo vivere, ritrovando la fiducia indispensabile per continuare a crescere, ma in modo più sano e consapevole. Il libro è inoltre da apprezzare per le riflessioni della scrittrice su ambiente e natura, sistemi che non possono essere trascurati dal momento che è sempre più indispensabile un’inversione di tendenza al fine di eliminare le emissioni di C02 e i consumi di energia in tutto il mondo, soprattutto nei paesi maggiormente industrializzati. Anche se per fare questo occorrerebbe un vasto consenso internazionale in materia ambientale, cosa che oggi appare quasi un sogno e, ancor più di un sogno, irraggiungibile. 

 Economia dell'abbastanza. Gestire l'economia come se del futuro ci importasse qualcosa di Diane Coyle (intervento apparso sul Paese Nuovo del 7 settembre 2012)

Follia Profonda di Dorn Wulf (Corbaccio)



Un mazzo di bellissime rose rosse senza biglietto. Un inquietante disegno sotto il tergicristallo dell'auto... Lo psichiatra Jan Forstner è l'oggetto delle attenzioni insistenti di una sconosciuta. All'inizio pensa si tratti semplicemente dei sentimenti innocui di una paziente. Ma quando un amico giornalista, che stava per fargli delle rivelazioni sconvolgenti che lo riguardavano da vicino, viene trovato barbaramente ucciso, Forstner comincia a temere di essere il bersaglio finale di una pazza omicida. Una stalker che non si ferma davanti a nulla pur di ottenere ciò che vuole. E ciò che vuole è lui, Jan, per sempre...

L’amore rubato di Dacia Maraini (Rizzoli)



Sono tutte qui le donne raccontate da Dacia Maraini, in questo piccolo libro importante. Sono qui a mostrarci qualcosa di intimo, qualcosa di necessario e doloroso. Le donne di Dacia sono forti, hanno lottato, a volte hanno perso ma non si sono mai arrese. Le protagoniste de "L'amore rubato" combattono una battaglia antica e sempre attuale, contro gli uomini amati che sempre più spesso si dimostrano incapaci di ricambiarle, di confrontarsi con il rifiuto, il desiderio. Davanti a queste donne, mariti, amanti, compagni si rivelano ragazzini che stentano a crescere e confondono la passione con il possesso e, per questo, l'amore lo rubano: alle bambine che non sanno, alle donne che si donano troppo. Come Marina, che si ostina a cadere dalle scale, come Ale, che sceglie con sofferta determinazione di non far nascere il frutto di una violenza o ancora come Angela, che si addossa, aderendo alle parole della Chiesa, le colpe che una antica misoginia attribuisce alla prima disobbedienza femminile. In tutte queste storie affilate e perfette, dure e capaci di emozionare e indignare, Dacia Maraini racconta di un mondo diviso fra coloro che vedono nell'altro una persona da rispettare e coloro che, con antica testardaggine, considerano l'altro un oggetto da possedere e schiavizzare.

domenica 9 settembre 2012

CHESA SALIS



“Siamo a Bever, un paese dove il tempo sembra essersi fermato! La Chesa Salis era in passato una casa contadina con la stalla e il fienile. Proprietari erano dei ricchi commercianti di Bergamo, che la usavano per trascorrervi l'estate. Nel 1877 la vendettero a Rudolf von Salis-Muralt, discendente di una delle più importanti famiglie dell' Engadina e della Bregaglia. Nel 1883 si incaricò Nicolaus Hartmann, un architetto da poco arrivato in Engadina dal Grigione settentrionale, di trasformarla in una villa aristocratica. Hartmann intervenne coniugando armoniosamente il rispetto per il preesistente con l'estetica del periodo, cioé lo stile eclettico. Dove c' era la stalla ricavò una splendida sala da pranzo, e all' esterno aggiunse un loggiato di legno. Sulle facciate distribuí una serie di decorazioni architettoniche a sgraffito, incidendo nell' intonaco le cornici delle finestre, gli archi delle porte e illusionistici muri bugnati che rimandano all' architettura di Biagio Rossetti, ma anche a quella, più vicina alla sua estrazione culturale, di Schinkel e Semper. Curò molto i dettagli come i ferri battuti disegnati con creatività ed eseguiti da abili artigiani. All' interno non mancano le sorprese: per esempio, i motivi floreali dipinti a olio sulla boiserie di alcune stanze (in origine erano stüe). Oggi la dimora ospita il nostro albergo-ristorante - da venticinque anni proprietà della famiglia Degiacomi - mettendo così a disposizione di tutti il proprio charme. L' accurata ristrutturazione dell' autunno 2003 è una prova di come l' antico artigianato e l'arredamento moderno si fondano armoniosamente.”


DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI ANNE FRANK (EINAUDI)



Si respira un'aria antica fra le pagine di questa nuova raccolta di racconti di Nathan Englander. C'è l'immutabilità della parabola e la sapienza della narrazione ebraica, c'è il grottesco di Gogol' e l'ineludibilità di Kafka, l'intelligenza caustica di Philip Roth e la spiritualità applicata di Marilynne Robinson. E intorno a tutto, incontenibile, liberatoria, un po' sacrilega, una sonora risata. La scrittura di Englander corre agile sul filo teso fra il religioso e il secolare, agile e mai leggera, esplora gli obblighi e le complessità morali dei due versanti, ne assapora le esilaranti debolezze, strappando sorrisi pronti a congelarsi in smorfie attonite. Il marito esemplare e avvocato di successo di "Peep show" cerca la trasgressione in uno squallido locale a luci rosse, e incontra invece la sua cattiva coscienza travestita (o meglio svestita) da rabbino della sua vecchia yeshiva. Le nudità flaccide e pelose dell'esimio dottore della legge restano comiche solo fino al successivo, terrorizzante, travestimento. Si ride di gusto anche delle piccole manie geriatriche degli ospiti del centro estivo "Camp Sundown", finché riguardano spray antizanzare e allarmi antifumo, ma quando le vetuste menti dei villeggianti credono di riconoscere in un compagno di soggiorno un carceriere nazista di ben altro campo del loro passato, la commedia si tinge di nero. L'ombra dell'Olocausto, o di una sua rivisitazione, occhieggia insistente...

IL DIAVOLO E LA ROSSUMATA DI SVEVA CASATI MODIGNANI (MONDADORI ELECTA)



1943, Milano è sotto le bombe degli Alleati. Una famiglia è sfollata in una cascina fuori città. Una bambina affidata alle cure dei nonni cresce immersa in un universo rurale, dove ha inizio il suo apprendistato alla vita. La bambina protagonista di questo libro è Sveva Casati Modignani, la quale affida per la prima volta a un racconto autobiografico i ricordi della sua infanzia, che si intrecciano con la memoria di cibi e sapori. Sono anni di fame, di mercato nero e di succedanei. Le donne si ingegnano a cucinare con fantasia i pochi ingredienti di cui dispongono. Nel racconto i ricordi dell'infanzia spaziano tra ricette golose e le attività solitarie della bambina che osserva silenziosa il mondo degli adulti sempre indaffarati: tra questi una nonna amorevole e un po' ruvida, che la crede posseduta dal Diavolo, e una mamma che, incapace di esprimere altrimenti il suo amore, cuce per lei abitini raffinati e cucina cibi gustosi. Il libro include un ricettario, con i piatti della cucina lombarda rivisitati dalle consuetudini di famiglia, tutti singolarmente commentati dall'autrice che rievoca con rara autenticità una cultura gastronomica radicata nel territorio, in un mondo di tradizioni e sapori dimenticati. "Il Diavolo e la rossumata" è un racconto personale, intenso, ironico, al quale non mancano tuttavia momenti intimi e a tratti drammatici, in cui Sveva Casati Modignani svela ai suoi lettori qualcosa di sé.

Ponderosa - Black Hill Smoke




"Black Hill Smoke" - From Ponderosa's new album 'Pool Party.'

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By Lord Sampson

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sabato 8 settembre 2012

Rifugio Città di Amandola



“Il rifugio "Città di Amandola" (aperto tutto l'anno) è situato ai piedi del monte Amandola a 1.200 metri sul livello del mare, da cui si può gustare un panorama superbo che abbraccia l'intera regione. Comodamente raggiungibile in auto, al rifugio "Città di Amandola" avrete la possibilità di pernottare e di gustare l'ottima cucina. Punto di partenza per escursioni a piedi o in mountain bike, verso le sorgenti dell'Ambro, il Monte Castel Manardo, il Pizzo Tre Vescovi, il Monte Priora. E' anche il luogo ideale per trascorrere una  giornata in relax e tranquillità. Nella stagione invernale potrete divertirvi lungo i binari della pista di fondo, potendo compiere gratificanti escursioni fino a Vallecaprina ed al suo incantevole bosco di faggi.”


Ristorante La Lucciola



“Dal 1987 il Ristorante La Lucciola è gestito con amore e passione dalla famiglia Frateschi. Laura ha raccolto con capacità l’eredità di suo marito Roberto, elbano doc e maestro nell’arte dell’accoglienza, e da due anni si occupa del locale assieme alla figlia Alice. Da quando Roberto e Laura si lanciarono in questa avventura il ristorante è cresciuto, imponendosi con originalità nel panorama della ristorazione elbana e non solo, Ottimi piatti, un servizio accurato e attento ed una calda atmosfera hanno reso La Lucciola un appuntamento irrinunciabile per chi decide di passare una vacanza all’Isola d’Elba.
Tanti clienti sono diventati veri e propri amici, confermando la bravura di Roberto e sua moglie nel far sentire speciali i propri ospiti.
Per tutto il nostro staff cortesia e qualità sono elementi imprescindibili. I ragazzi di sala e bar compongono da anni un team affiatato che lavora in armonia e con grande professionalità infondendo nel cliente la sensazione di trovarsi in una grande famiglia.
Da oltre 10 anni, inoltre, è lo Chef Marcello Rossi a dirigere la cucina, con un tocco di genio e follia da grande artista qual è.

Alla Lucciola ci si può fermare per una colazione a base di paste fresche, uno spuntino prima di andare in spiaggia, un aperitivo per rilassarsi con i colori del tramonto, o una cena romantica, spesso accompagnata da musica dal vivo.
Chi passa dalla Lucciola, comunque, ne conserverà per sempre il ricordo nel cuore…”

Criminal Jokers - This Was Supposed to Be the Future




Primo video per i Criminal Jokers! This Was Supposed to Be the Future è stato girato e montato da Annapaola Martin nel mese di ottobre tra le colline di Ponsano (Volterra) presso il White Rabbit recording studio.
I dipinti sono di Laura Gianetti, pittrice e fotografa livornese, che vive e lavora a Berlino.

In libreria per Besa editrice “Il cuore della terra” Svetislav Basara



Il cuore della terra è un romanzo basato dall’inizio alla fine su falsi storici e falsi letterari. Il falso storico è quello del ritrovamento a Cipro di un manoscritto nel quale un anonimo scrittore racconta i giorni del soggiorno di Friedrich Nietzsche nell’autunno del 1892 nell’isola, dove il filosofo si era rifugiato nel tentativo di liberarsi dall’influenza malvagia di Richard Wagner. In questa saga della finzione Nietzsche appare come un uomo mite, ossessionato da un demoniaco Wagner. Da questa invenzione letteraria prende le mosse Svetislav Basara per scrivere un romanzo folle e affascinante, dove il vero e il falso si mescolano, i documenti reali sono contraddetti da documenti apocrifi, inserti filosofici tratti dalle opere di Nietzsche sono piegati a supporto di tesi insostenibili. L’ironia devastante di questo grande romanzo satirico non si placa mai, Basara procede a colpi d’ascia, chiudendo l’opera con una serie di testimonianze (finte, naturalmente) di uomini eminenti su Nietzsche: Gillo Dorfles, Günter Grass, Salvador Dalí, Sigmund Freud, Andy Warhol, Emil Cioran, fino a un fulminante John Wayne.

Svetislav Basara, nato nel 1953 a Bajina Bašta in Serbia occidentale, alla frontiera bosniaca, è uno dei più grandi scrittori della letteratura serba. Autore di più di venti opere letterarie, romanzi, saggi, ha ricevuto numerosi premi tra i quali il premio NIN per il migliore romanzo breve pubblicato in Serbia nel 2006, Uspon i pad Parkinsonove bolesti (Ascesa e caduta del morbo di Parkinson). Il suo romanzo Fama o biciklistima (Quel che si dice dei Ciclisti Rosacroce) è stato proclamato nel 1988 dai critici serbi uno dei dieci romanzi migliori degli anni Ottanta.


Visto di transito di Nikolaj Stoyanov (Besa editrice)



Un errore di prospettiva in un quadro d’autore, i capricci di un palloncino nel cielo di Stoccolma, un campanaro sordo, una strada inagibile, un cigno morto sulle acque dello Spree, uno specchio nostalgico dei suoi vecchi proprietari, una misteriosa guida trovata in un’agenzia di turismo, una visita a un castello sito in un borgo slovacco…
Un giro del mondo in cui l’occhio del viaggiatore rivela l’insolito fino a quei luoghi ai quali il turismo di massa sembra aver tolto qualsiasi mistero. Una costruzione a spirale in cui i racconti aumentano di volume fino al cuore della chiocciola testuale per poi diminuire di nuovo fino agli ultimi pezzi/frammenti di quel viaggio, metafora del cammino umano.


Nikolaj Stoyanov è nato nel 1948 a Karlovo (Bulgaria). Fondatore nel 1989 di “Biblioteka 48”, una delle prime case editrici private in Bulgaria, traduce in bulgaro autori francesi come Patrick Modiano o Françoise Sagan. È autore di una decina di libri (racconti, novelle, saggi e romanzi) tradotti in più lingue e di moltissime sceneggiature per la televisione.


Anteprima: “Tramontana” di Giuseppe Calogiuri (Lupo Editore). In libreria dal novembre 2012



"Una inquietante sequenza di oscure morti e sparizioni agita le acque di una tranquilla cittadina del sud coinvolgendo indistintamente rampolli di buona famiglia, onesti professionisti e modesti lavoratori. L’apparente gratuita casualità dei fatti mette in allerta il fiuto di Michelangelo Romani, giornalista del Messaggero Quotidiano, e di Sandro Gennari, direttore di TeleCittàUno, che decidono di investigare nonostante la servile prudenza dei rispettivi editori quando l’indagine sembra infastidire le poltrone di politicanti affaristi o turbare antiche coscienze. Affiancati dalla fedele Carla, i due amici si mettono ostinatamente in cerca di polverosi “scheletri” negli armadi più insospettabili, seguendo l’esile filo di una traccia che appare sempre più sfuggente, in attesa del segnale anomalo rivelatore. Cosa sa il vecchio colono Antimo? E chi è il cinico giustiziere?"
Un giallo tutto salentino in cui lo studio delle atmosfere d’ambiente si sposa con la scrittura elegante e il gusto della suspense.



Info:
http://www.lupoeditore.it
0832949510

venerdì 7 settembre 2012

Hotel Ogliera



“L’Hotel Ogliera è situato a Pomonte, nella zona Occidentale dell’Isola d’Elba, una località caratteristica della Costa del Sole. Il paese sorge direttamente sul mare, nella vallata più ampia dell’Isola dominata dal Monte Capanne. La zona è particolarmente tranquilla e caratterizzata da scogliere e spiagge di ghiaia di vario tipo. La struttura accoglie i suoi clienti in un ambiente ospitale e familiare curato e gestito direttamente dai proprietari, Vincenzo e Annamaria e dai figli Giorgio e Laura. L'Hotel dista circa 150 metri dal mare e dispone di 16 camere dotate di aria condizionata, servizi privati, telefono diretto, riscaldamento, TV e connessione internet. La struttura offre servizio bar e parcheggio auto privato gratuito. A disposizione dei clienti ci sono, inoltre, ping pong, biciclette e internet point.”


I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

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