From one of
the greatest writers of our time, his first collection of short stories,
written between 1979 and 2011, chronicling—and foretelling—three decades of
American life. Set in Greece, the Caribbean, Manhattan, a white-collar prison and outer
space, these nine stories are a mesmerizing introduction to Don DeLillo’s
iconic voice, from the rich, startling, jazz-infused rhythms of his early work
to the spare, distilled, monastic language of the later stories. In
“Creation,” a couple at the end of a cruise somewhere in the West
Indies can’t get off the island—flights canceled, unconfirmed
reservations, a dysfunctional economy. In “Human Moments in World War III,” two
men orbiting the earth, charged with gathering intelligence and reporting to
Colorado Command, hear the voices of American radio, from a half century
earlier. In the title story, Sisters Edgar and Grace, nuns working the violent
streets of the South Bronx, confirm the
neighborhood’s miracle, the apparition of a dead child, Esmeralda. Nuns, astronauts,
athletes, terrorists and travelers, the characters in The Angel Esmeralda
propel themselves into the world and define it. DeLillo’s sentences are
instantly recognizable, as original as the splatter of Jackson Pollock or the
luminous rectangles of Mark Rothko. These nine stories describe an
extraordinary journey of one great writer whose prescience about world events
and ear for American language changed the literary landscape.
In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases
Cerca nel blog
giovedì 24 novembre 2011
Il libro del giorno: Il libro proibito di Maria Antonietta di Juliet Grey (Newton Compton)
Il ritratto di una delle
principesse più spregiudicate e ribelli della Storia. Vienna nel XVIII secolo è
una delle città più affascinanti e ricche d’Europa. Maria Antonietta, la
giovane arciduchessa d’Austria, è cresciuta qui, nel lusso più sfrenato e nella
magnifica opulenza della corte imperiale.
La sua è una vita fatta di balli,
ricevimenti e feste; i suoi amici sono nobili e re, i suoi parenti decidono i
destini di interi popoli. Ma l’immagine di felicità e perfezione che la
circonda è destinata a dissolversi. Sua madre, la rigida imperatrice Maria
Teresa, è pronta a sacrificare persino i figli alla ragion di Stato. E ben
presto, per la giovane principessa, il tempo delle scintillanti serate di gala
e dei magnifici banchetti finisce: le logiche del potere la obbligano a sposare
un ragazzo goffo e scontroso, il futuro Luigi XVI, e a partire per la Francia. La strada per
diventare regina è lunga e insidiosa: nessuno è al suo fianco per aiutarla ad
affrontare intrighi, gelosie di corte, nemici interni ed esterni e la
rivoluzione. Maria Antonietta è sola, e ha un compito troppo grande. Il
ritratto vero e appassionato di una donna che è diventata una leggenda nera,
che ha suscitato odio e invidia, ma che è stata anche una grande vittima della
storia.
Sensuale come una dea. Fragile
come una bambina. Intrigante come una star. Inchinatevi alla più affascinante
regina di Francia.
HELL’S KITCHEN
“ -Nouvelle- Mexican Done Right "Among NYC
restaurants that gussy up Mexican food for Gringo foodies, Hell's Kitchen is
among the best. Offering less expensive, better food and drink than Rosa
Mexicana and a modicum of comfort and courtesy missing at Mexicana Mama, Hell's
Kitchen is worth a little trek. Staff was unfailingly accomodating and polite.
Chef has a rare deft hand with the deep frier as evidenced in the pita-like toasts
offered gratis (instead of the usual crisp tortillas) with an excellent black
bean dip, the surprisingly delicate duck empanada on red mole, and the banana
pastry for dessert. Excellent balance of textures and flavors in my red snapper
on a bed of plantains, onions and tomato, all in banana leaf - fine attention
to detail in the prep. Paired wines were excellent. Restaurant would earn a 9
were the noise lessened and the tables more generously spaced. In sum: good
show!" Attention Spicy Food! "Can I say good food, friendly service
and a relaxed atmosphere all in one! No reservations were required, however the
small space means you most likely will need to wait a bit. Margaritas need some
help - may be the cheap tequila. The food is hot, hot, hot to trott if that's
what you like. However, will aim to please on the spice scale. Prices
definitely match the quantity and quality of the food. Recommend eating at the
bar for an intimate, relaxed dinner." "Nouvelle".
About our chef - Jorge Pareja was born in 1971 in the southern
Mexican state of Guerrero. Having emigrated to the U.S. in 1989, Jorge still fondly
recalls his upbringing in the thriving farm community of Alpoyeca as an ideal
example of people living in harmony with the land. High in the plains between mountains,
or cañada, cut by the river Tlapaneco, Alpoyeca has an excellent climate for
farming of all types. Protected from the heat of the long equatorial days by
the sheltering shade of the mountains, Alpoyeca has warm days and cool nights.
Jorge recalls life on his grandparents’ farm: “We had the perfect conditions
for growing any type of plant. In spring and summer, we grew everything from
corn, beans, tomatoes and chiles to mango, melon and papaya. We would eat these
foods right from the plant. In winter, when the rains flooded the river, we
grew rice.” During the rainy winter, mountain streams, or barrancas, would also
flood, often altering the course of the river uncomfortably close to towns
alongside it. Jorge humorously recounts: “Every year the people of each town
hoped the barrancas on their side of the river would flood first and direct the
river away from their town.”
OGGI MANGIO DA … 77: DOLADA (Pieve d’Alpago - BL)
“Il Dolada, Ristorante e Albergo
fin dal 1923, situato alle pendici dell’omonimo Monte, domina una panoramica
vista su tutta la Conca
dell’Alpago, nota per il suo clima soleggiato e mite, paradiso di una Natura
incontaminata anche se a due passi dal frastuono cittadino. Solo a Km 9
dall’uscita dell’autostrada A 27 , a metà strada tra Venezia e Cortina
D’Ampezzo e il comprensorio delle Dolomiti raggiungibile con una sola ora
d’auto tra le due località. Per gli appassionati di Golf un campo estivo a 18
buche nella Foresta del Consiglio, mentre nel sottostante lago di Santa Croce,
pesca per gli appassionati della lenza e ancora il Surf e la Vela , che grazie alla presenza
del vento possono essere praticati tutti i giorni.”
TECHDIRT
“Started in 1997 by Floor64 founder Mike
Masnick and then growing into a group blogging effort, the Techdirt blog uses a
proven economic framework to analyze and offer insight into news stories about
changes in government policy, technology and legal issues that affect companies
ability to innovate and grow. The dynamic and interactive community of Techdirt
readers often comment on the addictive quality of the content on the site, a
feeling supported by the blog’s ~800,000 RSS subscribers, 45,000+ posts,
600,000+ comments and a consistent Technorati Technology Top 100 rating. Both
Business Week and Forbes have awarded Techdirt with Best of the Web thought
leader awards. You can also find Techdirt on Twitter and Facebook.”
DIEGOZILLA – il blog di Diego Cajelli
“Chi sono Mi chiamo Diego
Cajelli. Sono nato a Milano il 31 Luglio 1971. Il mio lavoro è scrivere. Lo
faccio per la Sergio
Bonelli editore, Edizioni BD, me stesso e altre case
editrici. Sono docente di scrittura
creativa alla Scuola Del Fumetto di Milano.
Secondo Boris Battaglia: - Nasce
a Milano nel 1971. Si dice che abbia visto un UFO nel 1978. Pare che si sia
messo a scrivere, esordendo nel 1993. Da allora ha scritto parecchio, firmando
storie per Bonelli, Astorina, BD, Eura, Disney, questo e quest’altro. Adesso
sta scrivendo un romanzo. Si vanta di non aver mai vinto un premio* e di aver
conosciuto Jimmy il Fenomeno.
*Aggiornamento:
Si vantava.
Ha vinto il Gran Guinigi come
miglior sceneggiatore nel 2008.
Secondo AF Volume 3: - Milanese
da sempre e per sempre, nel giro di pochi anni è passato dallo status di
ribelle del fumetto italiano a quello di giovane, ma già venerato, autore
mainstream. Della sua prima fase ricordiamo "Pulp Stories" e
"Randall Mc Fly", nonchè i lavori per la Factory. Passato
in casa Bonelli, ha scritto storie di Napoleone, Dampyr e Zagor. Trovando però
il tempo per dedicarsi al poliziottesco: Milano Criminale.
Secondo AF Volume 4: - Cajelli è
stato un enfant prodige del fumetto indipendente italiano, sceneggiando a metà
degli anni '90 la miniserie Pulp Stories. In seguito, è passato alla scuderia
della Sergio Bonelli, dove ha scritto storie per Napoleone, Dampyr e Zagor,
oltre a soggetti per Diabolik e i progetti indipendenti Milano Criminale e
Mambo Italiano.
Secondo Eleanore Rigby: - Diego
Cajellix è uno dei Grigi di Zeta Reticuli, in missione sul nostro pianeta per
il comicdome mondiale dalla lobby dei Detrattori delle Armi da Fuoco. Per
risucire nell'impresa ha inventato la teoria della continuity estrema
applicata, che entro il 2012 lo porterà a vincerà il Nobel per la Letteratura. È di
bell'aspetto e modi gentili.
Secondo Fumo di China - Creativo.
Quale aggettivo migliore per definire una persona che scrive racconti, fiabe
per bambini, poesie per un libro di fotografie, articoli di parapsicologia e
misteri, nonché analisi del fumetto, oltre a dedicarsi (e tanto) alla radio
(Radio Popolare) e al cabaret (sui palchi e nei teatri di tutt’Italia, dal 1998
al 2003, anche con la banda di Zelig insieme ad Alessio Tagliento). Dal
cassetto potrebbe estrarre pure un Premio della Critica vinto al premio
Charlot, oltre ai testi scritti per altri comici. Ha persino fatto un film, Non
è successo Niente di Agostino Porro, dove è l’unico protagonista e non parla
mai. A questo lungo elenco aggiungete che è stato consulente di un’agenzia milanese.
Creativo, ovviamente.
Quando poi aggiungiamo al
curriculum l’attività fumettistica vera e propria, rischiamo di non avere
spazio adeguato. Sì, perché Diego Cajelli, milanese, classe 1971 (31 luglio,
per la precisione), ha lavorato e lavora per diverse case editrici italiane e
insegna sceneggiatura presso la
Scuola del Fumetto di Milano (dove era entrato come alunno
nel 1990, docente Antonio Tettamanti). A 22 anni, con nessuna esperienza sulle
spalle, gestisce una pubblicazione da edicola Virtual Heroes, e immediatamente
dopo tre episodi di Demon Hunter. Scrive spesso di super eroi (Capitan Italia,
Il Massacratore, Examen, Simbolo), dà vita a iniziative editoriali indipendenti
come TrogloComics Ltd, la
Factory con Roberto Recchioni, Luca Bertelè e altri amici
(1998), la rivista Fresco. Scrive molti fumetti per testate non a fumetti come
Touring Junior (le avventure di Lele, Sabry e dell’amico alieno Tobia), il Sole
24 ore e Le Ore (Godiman). Con il bravissimo Luca Rossi realizza (è il 1996 per
le Edizioni Scuola del Fumetto) Pulp Stories, miniserie in 6 numeri, che
affianca all’altra miniserie Randall McFly. Collabora con Selen e Magic Press,
Alta Fedeltà, scrive il primo fumetto del servizio civile volontario in Italia
(per i disegni di Alfio Buscaglia). Entra nel mitico Studiocomics perché Enea
Riboldi era alla ricerca di un nuovo sceneggiatore per Tony e Clint,
l'houseorgan dell'Alleanza Assicurazioni, Riboldi diventa il suo guru, e Carlo
Ambrosini, dalla scrivania di fianco, dice: “ti terrò presente per una
cosa...".
Per Sergio Bonelli Editore dal
1999 al 2002 si alterna con Carlo Ambrosini ai testi di Napoleone, scrive Legs,
Dampyr e Zagor. Il rapporto con questi ultimi due personaggi – a detta dello
stesso sceneggiatore –“ è più stabile, è una relazione ‘sentimentale’ che si
sta consolidando”. Ha al suo attivo anche saggi, Scrivere fumetti (PuntoZero,
2001) e Making of Nick Raider, curato in coppia con Franco Busatta (edizioni
if, 2005).
Sempre per la edizioni If ha
firmato i redazionali della ristampa di Nick Raider, e il numero 2 della
miniserie inedita.
Ha paragonato una storia ad una
pesca. “Alcuni sono attratti dal suo gusto, dal suo colore, dalla sua
sfericità, altri sminuzzano il nocciolo e guardano com’è fatto. Il segreto
della pesca è nel suo nocciolo. Il segreto delle storie è nel loro nucleo
principale, quello che pochi considerano, preferendo lo zucchero della polpa”.
Milano Criminale è la sua
"serie", un poliziesco ambientato a Milano nel 1975, frutto dello
sviscerato amore di Cajelli per i film polizieschi all'italiana degli anni '70
(di Massi, Di Leo, Caiano, Lenzi). “Mi piacciono i temi, le tecniche di
ripresa, la violenza e le colonne sonore. Con Milano Criminale sto cercando di
riportare quel tipo di iconografia nel fumetto, adattando e correggendo alcuni
errori di forma e attualizzando le linee per i fumetti di oggi”. In origine
Milano Criminale era uscito anni fa con un numero zero con la Factory, 16 pagine a
colori, disegnate da Maurizio Rosenzweig e Marco Guerrieri; oggi è illustrato da
Giuseppe Ferrario, per i tipi di Edizioni BD.
Si definisce uno “Scrittore
Investigativo, uno che per scrivere si documenta andando a cercare informazioni
e dettagli sul campo, sfruttando consulenti e basandosi su fatti reali. Se
scrivo di qualcosa, è perché mi sono documentato notevolmente su
quell'argomento, non basandomi su opere scritte da altri sullo stesso tema, ma
approfondendo specificatamente il tema originario, se scrivo di Serial Killer
studio i Serial Killer non riguardo Il Silenzio degli Innocenti”.
Secondo Fumetti di Carta - Diego
Cajelli è stato allievo e poi docente di sceneggiatura alla Scuola del Fumetto
di Milano, cabarettista allo Zelig, conduttore radiofonico per Radiopopolare
(“Strane storie”), dove ha contribuito ad importare clandestinamente il cabaret
con l’esperienza del “Gruppo Scaldasole”, nonché eterna promessa del porno
nostrano. Tutto questo senza ovviamente tralasciare il fumetto, campo in cui ha
esordito poco più che ventenne con “Virtual Heroes” e “Demon Hunter”, prima di uscire
con “Pulp Stories” (per la sua Troglocomics). Ha pubblicato o collaborato con
“Selen”, "Touring Junior”, “Il Sole 24 ore”, Puntozero (il saggio
“Scrivere fumetti”), Magic Press e altri ancora. La consacrazione a “noto
scrittore di fumetti” è arrivata con la chiamata di Sergio Bonelli Editore (per
bocca di Carlo Ambrosini) che l’ha voluto ai testi di “Napoleone”; da lì in poi
è storia recente, con “Legs”, “Dampyr” e “Zagor”, senza perdere di vista le
piccole realtà indipendenti come l’Alta Fedeltà per cui torna alle origini con
alcuni racconti e “Milano criminale”.
Secondo la recensione di Garrett
su Giudizio Finale - Menzione d’onore va fatta anche alla guida di
sopravvivenza anti-zombie scritta da Diè (alias Diego Cajelli), uno che, tenuto
conto anche delle informazioni divulgate nei redazionali precedenti, sembra
quasi faccia della lotta agli zombie una specie di ragione di vita (solo un
geniaccio come lui poteva inventarsi una cosa del genere).”
La casa in pietra grigia di Jelena Banfichi Di Santo (Casa editrice Emil)
La Casa in pietra grigia è il
racconto su una terra vicina, ma poco nota nella sua essenzialità; la Croazia nella ex
Jugoslavia. Un misurato euritmico
percorso nel claustrofobico microcosmo del Potere Socialista, resosi eticamente
e moralmente discostante dalle promesse di Società dal Volto Umano. Penetranti osservazioni metaforicamente
rapportate tra cadenze di vita reale e molteplici dettagli di indimenticabili
paesaggi, antiche città, sublimati colori, luci inaspettate, evocativi valori…,
collocati tra il reale e il verosimile per rendere ariosa la narrazione posta
su un asse più profonda l’accezione storica.
Eccezionale attitudine descrittiva e ottima capacità linguistica e
sintattica.
Jelena Banfichi Di Santo è nata
sull’isola dalmata Hvar; studi universitari di letteratura e lingue slave, per
molti anni traduttrice e interprete internazionale, sposata a un noto
urologo-chirurgo pugliese, vive a Bari.
In lingua italiana ha tradotto varie antologie di poeti slavi durante
gli anni della sua conduzione del Centro Culturale Italo-Croato. Nel periodo
del conflitto jugoslavo 1990-95 è stata insignita con la Targa per la Pace anno 1993 dalla
Repubblica Italiana e attestati di merito dai governi di Zagabria e
Sarajevo. Segnaliamo la Trilogia dalmatica:
Passato tra noi (Periodo dalle migrazioni dal Cinquecento alla Seconda Guerra
Mondiale); La Casa
in pietra grigia (Periodo dal 1940 al 1968); Isole o Dove tornare (Periodo dal
1975 al 2005)
mercoledì 23 novembre 2011
Il libro del giorno: CASA DOLCE CASA . IL NUOVO NUMERO DI UNDUETRESTELLA
È in distribuzione il numero
autunno-inverno di UnduetreStella, la rivista-laboratorio pubblicata da Lupo
Editore che periodicamente bandisce un concorso di scrittura e illustrazione
per l'infanzia legato ad un topos letterario delle fiabe d'ogni tempo.
Il titolo di questa nuova uscita,
che raccoglie i più bei racconti e le più belle immagini giunte in redazione, è
Casa dolce Casa, luogo simbolo di tante fiabe antiche e moderne; che sia di
paglia, di legno o di mattoni come quella dei tre piccoli porcellini o di
marzapane come quella di Hansel e Gretel, la casa nel mondo delle fiabe è una
materia carica di significati.
> Case piccole che ci stanno
strette o tanto grandi da perdersi dentro, case brutte che sembrano stamberghe
e case belle come castelli, case lontane dove voler tornare e case che dalle
quali partire per cercar fortuna… sono tante quelle delle fiabe, tante quante
le fiabe stesse perché non c’è una storia senza una casa, fatata o stregata che
sia.
In questo numero, come sempre,
sono presenti autori e illustratori provenienti da tutta Italia e non solo, la
copertina è dell'illustratore argentino Gustavo Aimar, i racconti sono di
Leonello Bertolucci, Salvatore Pussumato, Daniele Iannelli, Lea Barletti,
Fabrizio Calì corredati dalle illustrazioni di Claudia Petrazzi, Chiara
D'Amato, Umberto Mischi, Mara Cannone, Chiara Armellini; il focus - a cura di
Susanna Sara Mandice - è dedicato alla poetessa e scrittrice Vivian Lamarque e
all'illustratore Guglielmo Castelli, il grande poster centrale "Matilda e
Filippo" è di Giada Ricci, le ultime due pagine, come di consueto, sono
invece destinate alle recensioni di libri e spettacoli di teatro ed eventi per
bambini.
Il prossimo concorso, aperto a
scrittori e illustratori, con scadenza il 29 febbraio 2011 è La formula magica,
il bando è disponibile sul sito della casa editrice: www.lupoeditore.com, per
informazioni è possibile scrivere a redazione@unduetrestella.org.
UnduetreStella è una
rivista-laboratorio che raccoglie e pubblica testi e illustrazioni su un tema
ogni volta diverso creando preziose monografie ispirate ai tòpoi delle fiabe di
tutti i tempi. UnduetreStella è uno spazio dove sperimentare nuove forme di
comunicazione, dove osare inedite soluzioni narrative e visive muovendosi
liberamente fra immagini e parole, grafica e design; un luogo d’incontro tra
scrittori e illustratori che di volta danno vita alla rivista con opere inedite
e originali.
UnduetreStella nasce dalla volontà di dare voce a tanti artisti
contemporanei che si interessano di editoria per l’infanzia, con l’intento di
creare un circuito di appassionati e addetti ai lavori capaci di fornire nuove
chiavi di lettura per accedere alle storie di ieri e di oggi. “Sfogliando la
rivista si scoprono colori, parole, personaggi, rime e filastrocche; la
pesantezza della carta si sente tra le dita, densa, piena; ogni foglio è
un’opera.” Il formato è gigante per offrire tutto lo spazio che la creatività e
la libera espressione esigono, perché UnduetreStella è dedicato a chi non ha
paura della pagina bianca.
THEN AGAIN By Diane Keaton (Random House)
“Mom loved adages, quotes, slogans. There were
always little reminders pasted on the kitchen wall. For example, the word
THINK. I found THINK thumbtacked on a bulletin board in her darkroom. I saw it
Scotch-taped on a pencil box she’d collaged. I even found a pamphlet titled
THINK on her bedside table. Mom liked to THINK.
So begins Diane Keaton’s unforgettable memoir
about her mother and herself. In it you will meet the woman known to tens of
millions as Annie Hall, but you will also meet, and fall in love with, her
mother, the loving, complicated, always-thinking Dorothy Hall. To write about
herself, Diane realized she had to write about her mother, too, and how their
bond came to define both their lives. In a remarkable act of creation, Diane
not only reveals herself to us, she also lets us meet in intimate detail her
mother. Over the course of her life, Dorothy kept eighty-five
journals—literally thousands of pages—in which she wrote about her marriage,
her children, and, most probingly, herself. Dorothy also recorded memorable
stories about Diane’s grandparents. Diane has sorted through these pages to
paint an unflinching portrait of her mother—a woman restless with intellectual
and creative energy, struggling to find an outlet for her talents—as well as
her entire family, recounting a story that spans four generations and nearly a
hundred years. More than the autobiography of a legendary actress, Then Again
is a book about a very American family with very American dreams. Diane will
remind you of yourself, and her bonds with her family will remind you of your
own relationships with those you love the most.”
TINO COSMA
“L'azienda nasce nel 1946 dal
fondatore Vittorio Cosma, come laboratorio artigianale di cravatte. Nel 1969,
Tino Cosma lancia la sua prima innovativa collezione di cravatte ed avvia la
trasformazione da laboratorio artigianale ad industria della moda. Il marchio
Tino Cosma cresce di notorietà e si diffonde in tutto il mondo. Negli anni 80
il grande successo negli Stati Uniti permette l'apertura della boutique in Fifth
Avenue a New York e negli anni 90 si diffondono i corners e i negozi nelle più
importanti città. Le cravatte Tino Cosma, distribuite in tutto il mondo, sono
simbolo di stile e qualità: prodotte ancora artigianalmente con sete preziose e
disegni esclusivi, contribuiscono a diffondere il 'Made in Italy' nel mondo.”
GABRIELA’S in NEW YORK
“Originally established in 1992, Gabriela's was
the brainchild of famed restauranteur Artie Cutler and Gabriela Hernandez.
After tasting Gabriela's cooking Artie knew that he wanted to have a restaurant
that featured these kinds of authentic flavors and dishes in a time when
tex-mex was king. Gabriela brought up her family from Mexico who
developed the menu and recipes still in use today. It was an instant upper west
side sensation. Gabriela and her family have since retired from the business
leaving Artie's nephew to carry on the torch. With the expansion and move to
our incredible new location at 93rd and Columbus, and the addition of Chef
Fernando Aquino and General Manager Moises Galarza, the traditions of Artie and
Gabriela continue as Gabriela's Restaurant and Tequila Bar provides the upper
west side with fantastic place to celebrate and enjoy friends and family. Cross
through our authentic Mexican Mission style door and enter an upper west side
oasis while dinning on what has been called "Some of the best Mexican Food
in NYC" (Epoch Times) and a "True Secret of NY!"(Palmer).”
OGGI MANGIO DA … 76: Jane and Olivier Roellinger - Les Maisons de Bricourt
“Quel que soit le temps, le paysage vous hante
et vous absorbe. Vous sortez alors de la villa, parcourez la grève ou entrez
dans le domaine d'Alain et Frédéric qui s'occupent du parc, du verger et du
potager. Vous rencontrerez leurs longues silhouettes pliées, penchées, étirées
pour tailler, déésherber, planter, tout ce qui me permettra de m'exprimer
totalement dans ma cuisine.
Tous deux consacrent beaucoup de temps au
potager celtique qui voit herbes et légumes enserrés dans de grandes feuilles
d'ardoise dont on pense ici depuis des temps immémoriaux qu'elles favorisent la
croissance et la santé des plants. Ensemble, ils recherchent inlassablement
avec moi des graines biologiques, anciennes souvent, qui autorisent des saveurs
exquises et rares. Sans oublier les ruches qui nous permettent de produire 100 kg de miel mariant
toutes les fleurs du jardin, miel que vous dégustez au petit-déjeuner. Il y a
David aussi, le boulanger qui cuit le pain au feu de bois, pour toutes les
Maisons de Bricourt chaque matin, dans ce four que nous avions conçu avec Lionel
Poilâne dans le jardin. L'équipage des Maisons de Bricourt veille sur vous tout
au long de votre séjour. Chacun d'entre nous a à cœur de créer chaque jour cet
joie de moments partagés dans une nature somptueuse et une vie qui se veut
simple et de qualité.
Chaque saison est belle ici et nous réserve
surprises et émerveillements dans notre quête d'une nature pure et respectée.
Au détour d'un rang de groseilliers, vous rencontrerez aussi Claudia et
Pâquerette, la douce ânesse, et les moutons d'Ouessant qui habitent notre
jardin.
D155, route du Mont Saint Michel 35350
Saint-Méloir-des-Ondes
Latitude : 48.640984
Longitude : - 1.874944.”
MLB TRADE RUMORS
“MLB Trade Rumors is a clearinghouse for
relevant, legitimate baseball rumors.
The site focuses on the hot stove - trades and free agent signings. Rumors come from established journalists, and
always include a link to the source material.
All 30 teams are covered. MLBTR
is written and maintained by Tim Dierkes.
You can read about Tim here, contact him here, and follow him on Twitter
here. MLBTR has new material 365 days a year, and attempts to post all rumors
with analysis as soon as they are available.
The site was created as a hobby in November of 2005, and has grown
virally. MLB Trade Rumors now receives
hundreds of thousands of pageviews per day.
The peak day - 2,001,128 pageviews -
was July 31st, 2009, baseball's Trade Deadline day. MLBTR also has an RSS feed with over 57,000
subscribers, a Facebook page with over 40,000 fans, a Twitter feed with over
97,000 followers, and a forum with over 8,900 members.
MLB Trade Rumors has been praised by Peter
Gammons, The Chicago Sun-Times, The Chicago Tribune, USA Today, The Boston
Herald, and many other major publications.
In June of 2011, MLBTR was named one of TIME's 25 best blogs of the
year. MLB Trade Rumors is a favorite of
baseball writers and fans of all ages.
MLBTR is even read by baseball players, such as Dustin Pedroia, Dan
Haren, C.J. Wilson, Joel Hanrahan, David Aardsma, Scott Hairston, Mark Lowe,
Freddy Sanchez, Jack Wilson, Chad Qualls, Billy Butler, Michael Cuddyer, Adam
Jones, Justin Morneau, Jake Peavy, and Mike Stanton! Dodgers manager Don Mattingly and Blue Jays
GM Alex Anthopoulos are also regular readers.”
L’ISOLA DEI CASSINTEGRATI
“Il 24 febbraio 2010 un gruppo di
cassintegrati Vinyls di Porto Torres occupava il carcere abbandonato dell’isola
Asinara, nord Sardegna, per creare un reality di protesta alla chiusura degli
stabilimenti. Non c’era nessuno, però, a riprendere quel reality. Il 25
febbraio Michele Azzu (laureato in comunicazione, musicista di professione
residente a Londra) e Marco Nurra (giornalista praticante al quotidiano El
Mundo, ex informatico al Grande Fratello spagnolo, residente a Madrid) decidono
di aprire il gruppo facebook L’isola dei cassintegrati, per dare voce alla
protesta dell’asinara. Col preciso scopo di dare forma a quel reality atipico,
e di far arrivare la notizia alla ribalta dei media nazionali.
“L’isola dei cassintegrati.
L’unico reality REALE, purtroppo, – dalle info del gruppo FB – dove nessuno è
famoso, ma tutti sono senza lavoro. Trincerati in un’isola simbolo della più
grande Sardegna ormai in crisi profonda, alloggiati in celle non peggiori delle
sbarre che governo, regione ed Eni hanno messo loro davanti. Nessuno yacht,
billionaire e soubrette su quest’isola, solo la cruda verità di una politica
che non dà risposte, e di una società a controllo statale – ENI – che persegue
i propri scopi aziendali passando sulle vite di migliaia di famiglie. E, non
ultimi, un gruppo di operai coraggiosi che lotta per i propri diritti”. Gli
iscritti superano i cinquemila e i due ragazzi hanno un’idea: il mail bombing.
Ogni membro del gruppo facebook avrebbe dovuto inviare la stessa email a un
elenco di indirizzi di posta elettronica, relativi ai maggiori quotidiani e tg
nazionali, per far passare la notizia. Il risultato è immediato: in due
settimane le email inviate sono più di duemila e gli iscritti al gruppo
quarantamila. L’Espresso, La
Repubblica, Il Corriere della Sera, Tg3, Rainews24 e Sky TG24
si accorgono del fenomeno in rete e parlano de L’isola dei cassintegrati.
Dal gruppo facebook nasce quindi
il blog, per porsi direttamente come creatori di contenuti, anziché
collezionarli dai media per riportarli su facebook. La strategia viene notata
da Manuel De Carli, talentuoso disegnatore romano che propone le sue vignette
satiriche per la causa, e da Fabio Borraccetti e Fabrizio Trapani di Porto
Torres, geni dell’informatica che disegnano il sito.
Il blog viene notato ed
apprezzato da Alessandro Gilioli, de L’Espresso, autore del famoso blog Piovono
Rane. Il giornalista pubblicizza il blog l’isola dei cassintegrati sul proprio,
e si presta a scrivere l’introduzione per l’apertura del sito novizio. Nasce
così il fenomeno mediatico – e di culto – de L’isola dei cassintegrati, che in
poche settimane raggiungerà tutti i media nazionali (giornali, radio, blog) per
approdare poi in televisione su Tetris di Luca Telese a La7 in cinque puntate,
e ben due puntate su Annozero di Michele Santoro. Mentre gli operai sono ospiti
in tv e radio, tenendo testa a politici e giornalisti… la piattaforma
comunicativa del blog e del gruppo facebook si espande. Cominciano le dirette
video sul blog, col confessionale degli operai. Poi le dirette radio
giornaliere su Radio Fujiko (Bologna), Radio Beckwith (Torino), e settimanali
su Radio Popolare Roma e Radio Popolare Milano. Blog e gruppo facebook sono
completamente integrati, a loro volta sincronizzati con un profilo twitter.
Infine, Il Fatto Quotidiano contatta Marco e Michele per proporre loro una
rubrica giornaliera sulle pagine del giornale, la rubrica de L’isola dei
cassintegrati. Questo ancora non basta ai blogger, che contattando giornalisti
e programmi televisivi riescono a convincere Le Iene a realizzare un servizio
sulla protesta dell’Asinara, e tanti altri personaggi noti a partecipare al
Blog . Il passo successivo è scrivere ai principali quotidiani e blog degli
altri paesi europei. In questo modo la notizia passa prepotentemente all’agenda
estera, in Francia, Spagna, Inghilterra, Germania, Austria, Ungheria, Canada,
Svizzera, Australia, Messico. Perfino Internazionale riprende la notizia da un
settimanale messicano. Ma una protesta operaia, per quanto innovativa ed
estrema, non rimane sui media importanti a lungo, se non ci si inventa sempre
qualcosa di nuovo. Nasce così l’evento facebook Stampalo, Appendilo e
Fotografalo!, che permetterà di far entrare il logo de L’isola dei
cassintegrati nelle case e negli uffici degli italiani. In centinaia ad
invieranno la loro foto col simbolo dell’isola, da Parigi, Dublino, Sarajevo,
Città del Messico, Barcellona, Ginevra. Il successo mediatico e la validità
della piattaforma comunicativa de L’isola dei cassintegrati vengono
riconosciuti dai media che parlano (servizio del Tg3) dell’impresa. Il gruppo
facebook supera i 100.000 membri, il blog conta migliaia di contatti unici
giornalieri. Sarà poi l’Università di Sassari a dare un riconoscimento
accademico all’esperimento comunicativo, organizzando una giornata di
conferenze sul tema, con Luca Telese. Il
posto di rilievo è per i due giovani blogger.
L’atto conclusivo dell’escalation mediatica de L’isola dei cassintegrati
è la sconfitta de L’isola dei famosi agli ascolti. Cassintegrati battono
famosi, titolano La
Repubblica e Il Fatto
Quotidiano, e la stessa Simona Ventura, in diretta, manda un messaggio
all’altra isola. Blog e gruppo facebook de L’isola dei cassintegrati sono stati
un esperimento comunicativo di successo. Si è utilizzato facebook con modalità
che nessuno aveva usato prima, una piattaforma comunicativa che comprende blog,
facebook, twitter, stampa, radio e tv, in una maniera rivoluzionaria. C’è
perfino chi dice che il fenomeno de L’isola dei cassintegrati abbia cambiato la
storia della lotta operaia in Italia. Nel Marzo del 2011, un anno dopo
l’apertura dei siti, il Blog entra nella Top20 dei blog di politica italiani.
Riparte la rubrica dal blog sul Fatto Quotidiano e il progetto di inchiesta
realizzato sul blog vince il Premio Eretici Digitali, sponsorizzato da
Google, nell’ambito del Festival Internazionale
del Giornalismo di Perugia (Leggi i diari). Michele e Marco decidono dunque di
aprire il sito agli altri casi di aziende in crisi (Leggi su La Nuova Sardegna), e
di lavoratori in lotta d’Italia. Perché il successo del sito e gruppo facebook
sono frutto della partecipazione di tantissimi. Il 24 Agosto esce in libreria
per Bompiani il romanzo autobiografico dei due blogger, Asinara Revolution, la
vera storia di com’è nata l’isola dei cassintegrati.”
Il museo dell'inferno di Derek Raymond e Confessioni di un cuoco eretico di David Madsen editi da Meridiano Zero e visti da Nunzio Festa
Quest'anno sono stati nuovamente
ristampati due libri imperdibili, ovvero “Il museo dell'inferno” di Derek
Raymond (già ristampato l'ultima volta nel 2002) e “Confessioni di un cuoco
eretico” di David Madsen (già stampato nel 2006). Ora, se di Raymond forse si
sa addirittura troppo, insomma molto si dice è s'è detto sul formidabile
romanziere della serie della Factory, meno forse si dice del professore inglese
che si cela dietro lo pseudonimo David Madsnen e che dimostra puntualmente
d'essere romanziere di grande valore. Ma torniamo momentaneamente al museo
dell'inferno, testo scontroso e ovviamente apocalittico per l'intimità che
Raymond inventò per pomparci dentro il pazzoide e assassino Ronald Jidney. Uno
di quelli, aggiungiamo, che mette in disordine la carne spezzettata delle sue
vittime per farla diventare ordine rispondente ai suoi deliri 'artistici'. E
tenete in mente la parola Carne: perché qui sentiamo il legame col Madsen del
cuoco eretico. Epperò per sentir meglio leggiamo e rileggiamo le copertine
fresche fresche destinate alle ristampe in questione... “Dead man upright”,
ultimo romanzo di Derek Raymond, raggiunge l'apice quando, e lo spiega
mirabilmente Pezzotta, racconta i massimi deliri, senza freni, del serial
killer. Tra esternazioni e interrogatori. Superando il genere. Dandoci la menta
omicida dell'omicida. Jidney, tra l'altro, è l'artista-fallito. Comunque
l'artista. Pittore, per l'esattezza. Mentre, appunto, nel romanzo di David
Madsen Orlando Crispe, grazie al perverso e tirannico cuoco Egbert Swayne
scopre d'essere cuoco-artista che sceglie la Carne come materia. Similmente, appunto, forse
per la seconda volta a dir il vero, con l'R. Jidney di Raymond. Insomma Crispe
addirittura a Roma apre il ristorante Il giardino dei piaceri. Locale 'in' che
diviene alla fine luogo di sperimentazioni di Orlando Crispe e dei suoi
aiutanti. Perché grazie ai suoi piatti a base di carne, Crispe riesce a
sottomettere cardinali e intellettuali ai suoi desideri. Crispe usa la carne
come pozione magica. La serve per farsi servire. Adesso, quindi, avrete visto
il vero legame fra i due testi. La carne. Dove la carne pasto e il pasto carne
trasformano vite umane. Di Raymond avevamo già fatto appuntare “Incubo di
Strada” e “Stanze nascoste”, di Madsen “Amnesie di un viaggiatore
involontario”. Che l'elenco continui.
Il museo dell'inferno, di Derek
Raymond, traduzione e postfazione di Alberto Pezzotta, Meridiano zero (Padova,
2011), pag. 221, euro 14.00; Confessioni di un cuoco eretico, di David Madsen,
traduzione di Francesco Francis, Meridiano zero (Padova, 2011), pag. 216, euro
14.00.
martedì 22 novembre 2011
Alessandro Bastasi racconta il suo ultimo romanzo CITTA’ CONTRO (Eclissi edizioni)
“Solo il rumore dei nostri passi,
qualche parlottio isolato, gruppetti di tre, quattro uomini accucciati sui
talloni tra una roulotte e una baracca. Al chiarore fioco che filtra da sotto
una porta intravedo qualcosa che assomiglia a delle spranghe di ferro. Non
tutti saranno ragionevoli come Khalid, penso.”
Massimo Rainer racconta il suo
ultimo romanzo CHIAMAMI BUIO (Todaro edizioni)
“Prima regola dello sbirro che
vuole arrivare alla pensione: fatti i cazzi tuoi. Seconda regola: non ti distrarre e continua a
farteli, ché stai andando bene. Terza
regola: se non hai seguito le prime due, la terza non ti serve più a una
madonna perché sei già crepato da un pezzo. È parola di Buio”
su CARMILLA
Il libro - Un campo di immigrati, gestito da
un'organizzazione religiosa sospettata di favorire il reato di clandestinità, è
oggetto delle mire di imprenditori senza scrupoli, di racket criminali e di
torbidi interessi politici. La popolazione è inquieta. Ha paura di ciò che non
capisce, di ciò che non sa, di ciò che è diverso: il colore della pelle, la
lingua, le abitudini, le storie, la religione. In questo scenario si consuma un
duplice delitto. L'intolleranza, a lungo repressa, esplode. I nuovi arrivati
diventano una minaccia da allontanare subito, prima che sia troppo tardi. La
città si divide, una conflittualità latente si insinua tra gli stessi
immigrati. Persino tra la procura e la polizia giudiziaria cresce l’erba
maligna della contrapposizione ideologica. Attorno ai due delitti si
intrecciano rapporti umani e sentimenti, destini già scritti e scelte di vita,
tanti misteri, piccole storie, come la vicenda drammatica di Modibo, l’africano
del Mali col volto devastato dal fuoco.
Con il sostituto procuratore
collabora Alberto Sartini, il protagonista del romanzo "La gabbia
criminale", che nel campo dei migranti insegna la lingua italiana. Alberto,
nato "alla fine della prima metà del secolo scorso", non riesce più a
riconoscersi in una società nella quale i valori in cui ha sempre creduto non
hanno più cittadinanza. Sarà proprio l’incontro con i nuovi "dannati della
terra" a dargli la spinta necessaria per superare un difficile momento
della sua vita.
Presenta Fabrizio Fulio Bragoni
del blog Nonsolonoir
Letture a cura di Luca Rinarelli
INGRESSO LIBERO FINO A
ESAURIMENTO POSTIINFO: 011.3852921 – 347.5977883
BELGRAVIA LIBRERIE TORINO
VIA VICOFORTE 14/D
MARTEDI’ 29 NOVEMBRE ORE 18,30
GIALLO ITALIANO: SCRITTURE E
LETTURE
MAX ROHR - Looking Through the Trees A Distorted Diary 2010-2011
Looking through the trees - A
distorted diary 2010-2011 è un grande corpus d’opera, summa poetica e pittorica
che potremmo paragonare a un visionario memoir. Realizzati nell’arco di un
anno, i dipinti insistono su un pallido tonalismo e una linea ferma, decisa,
che conferisce compattezza e solidità alle immagini. Esiste in esse un ferreo
silenzio, una calma assoluta che proietta le figure e il paesaggio in atmosfere
(e)statiche. Tutte le figure hanno zigomi dolci, rilassati, sereni; il loro
sguardo è elusivo, fissano intensamente il vuoto, quasi presentissero o
intravedessero qualcosa. Ma per loro “scrutare” vuol dire “frugare” dentro se
stessi, come in uno scrigno. Uomini e donne, vecchi e bambini sono impassibili,
statuari: sono come cedri del libano, come sequoie immortali su cui
attecchiscono gli oggetti – alla maniera dei muschi sulle cortecce degli
alberi, o degli insetti invischiarsi nell’ambra. I veri protagonisti di queste
opere sembrano essere gli oggetti. Oggetti d’affezione, del desiderio, del
ricordo, che non hanno nulla a che vedere con l’utilità: essi esprimono soltanto
se stessi. Siano essi utensili di cucina o attrezzi da carpentieri, reperti o
cimeli, tutti in egual modo costituiscono un arsenale iconografico che agisce
sull’animo e sulla coscienza. Si tratta di forme più soprasensibili che
sostanziali, quasi incorporee – fluttuano, brillano, vibrano – lasciando
sospesi nel dubbio anche le figure. Non meno destabilizzante è l’incoerenza
prospettica, quell’a[nta]gonismo dei piani in cui agiscono diversi livelli di
gravità. Max Rohr rinuncia infatti a dipingere secondo l’intersezione della
piramide visiva, rinnega la “scienza della visione” a favore di una prospettiva
“scorretta e sproporzionata”, alla maniera dei pittori trecentisti. Ne nasce
uno spazio contraddittorio, in cui il dentro si riversa nel fuori, il sopra nel
sotto, il piccolo nel grande. Max Rohr non si limita ad autorappresentarsi ma a
immedesimarsi nell’opera, adottando una forma includente che si pone al di là
della cronaca e della cronologia. Grazie a un meccanismo di diversificazione e
di alterazione della realtà, l’artista ci propone una cultura agronomica del
ricordo (“ricordo disarticolato” di ciò che ha visto e ha vissuto). Le opere
rispecchiano esattamente i suoi protagonisti: organismi affetti da semiofilia,
ossia da una fuoriuscita di significati che finiscono per convertirsi in
immagini e capaci di ramificarsi come cosa viva, vitale.
MAX ROHR
Looking Through the Trees
A Distorted Diary 2010-2011
A cura di Alberto Zanchetta
Inaugurazione sabato 26 novembre
2011 – ore 18
Fino al 8 gennaio 2012
Orari di apertura: dal venerdì
alla domenica dalle 16 alle 19,30
Catalogo
Bonelli ArteContemporanea
Via Corrado 34 | 46100 Mantova |
t. +39 0376 244769 | f. +39 0376 725747
info@bonelliarte.com |
www.bonelliarte.com
IO SOTTRAGGO. La Triangolazione Cibo-Corpo-Peso. Performance by Giovanna Lacera
4 Luglio 2005
“Lasciarsi morire di fame.
Sottrarsi al mondo.
Farlo con coscienza. Sceglierlo, ogni giorno,
con vocazione.
Oggi: 475 Kilocalorie.”
…
Trasformare in arte la patologia.
Fare in modo che il corpo, da anni ostaggio di rituali ossessivi, da
anni contenitore di vuoti affettivi, di assenze e di mancanze, da anni vittima
e carnefice di se stesso, diventi racconto espressivo e creativo di una tra le più paradossali malattie: il disturbo anoressico-bulimico. Mangiare niente come mangiare tutto.
Svuotarsi come ingombrarsi. Mettere dentro il mondo intero, o il mondo intero
rifiutare. Sbranare pulsionalmente l’amore che non si ha. O scegliere stoicamente la rinuncia.
Controllare il corpo per illudersi di controllare la vita intera. Operare calcoli minuziosi, e istituire una vera e propria aritmetica del desiderio. Sottrarsi chili per sottrarsi ai desideri. Scarnificarsi e rischiare la vita, pur di rendersi visibili. Fingersi inarrivabili, perché il contatto è già una ferita. Non ho bisogno di niente. Non ho bisogno di cibo. Non ho bisogno di te
Controllare il corpo per illudersi di controllare la vita intera. Operare calcoli minuziosi, e istituire una vera e propria aritmetica del desiderio. Sottrarsi chili per sottrarsi ai desideri. Scarnificarsi e rischiare la vita, pur di rendersi visibili. Fingersi inarrivabili, perché il contatto è già una ferita. Non ho bisogno di niente. Non ho bisogno di cibo. Non ho bisogno di te
IO SOTTRAGGO. LA TRIANGOLAZIONE CIBO-CORPO-PESO,
proposta della Galleria Famiglia Margini di Milano, è un progetto ideato,
scritto e agito da Giovanna Lacedra, curato da Grace Zanotto e Massimiliano
Bisazza, con video-sonorizzazione a cura di Giuseppe Fiori. Si tratta di una
performance-confessional totalmente autobiografica, che nello spazio
creativo-distruttivo-creativo-rigenerativo di 20 minuti, mette e rimette in
scena l’ingranaggio perpetuante dei rituali ossessivi anoressico-bulimici. IO SOTTRAGGO è atto performativo caustico,
autentico, disperato, catartico, sensibilizzatore. Un atto in cui è il corpo stesso a dire la
verità. Una verità figlia del gesto, una
verità figlia della parola, una verità figlia del dolore, figlia di una
creatività capace di sgorgare persino dall’ossessività di una patologia
paradossale come quella anoressico-bulimica, dove non è l’appetito ad essere
malato, ma una piaga dell’amore. Una incrinatura nell’amore. Una fenditura tellurica nell’amore, che ha
spalancato una ferita di vuoto buio e ingoiante. La ferita di quell’amore
mancato, abusato, violato. E sottratto. La
ferita del disamore. La corrosione del contatto. L’incapacità della relazione. Perché nei disturbi del comportamento
alimentare non è l’appetito ad essere disturbato, ma l’anima, l’emotività, il
vuoto affettivo, la relazione. Un disturbo del comportamento alimentare è un
disturbo del “comportamento” , non della “alimentazione”, è una compulsione a
sottrarre, sia che si digiuni sia che si divori il mondo. Ma alla fine è sempre
il vuoto a dover prevalere. Quel vuoto ingombrante che nessun pane sarà mai in
grado di colmare. IO SOTTRAGGO è tutto questo, in una performance di soli 20
minuti, corredata dai diari che l’artista stessa scrisse nei mesi più
annichilenti: quelli di un’anoressia ha scalpellato il suo corpo, quasi fino
alla morte.
IO SOTTRAGGO.
La Triangolazione Cibo-Corpo-Peso. Performance by Giovanna Lacera
Per Step09 New Art
Fair
26 Novembre 2011 ore 12.00.
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo Da Vinci”
Sala delle Colonne - Piazza San Vittore, 21 - Milano.
Ingresso gratuito, previa registrazione sul sito www.step09.com
Info:
www. famigliamargini.com
famiglia margini@gmail.com
Iscriviti a:
Post (Atom)
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà
Cerca nel blog
Gundam (Bandai Tamashii Nations - Mobile Suit Gundam Orfani a sangue di ferro - ASW-G-08 Gundam Barbatos Lupus Rex, Spirits Gundam Universe Action Figure)
PUBBLICITA' / ADVERTISING Gundam è più di un semplice anime o manga. È un fenomeno culturale che ha travalicato i confini del Giappone ...
-
Di cosa siamo veramente responsabili? Qual è il margine di libertà delle nostre azioni, anche di quelle che crediamo dipenda...
-
AGNESE MANGANARO live support a SARAH JANE MORRIS Nelle due prossime date italiane del Tour europeo di SARAH JANE MORRIS, la nota jazz singe...