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domenica 30 ottobre 2011

OGGI MANGIO DA … N. 52: L’Accanto Ristorante (Via Santa Maria Vecchia, 2 a Seiano di Vico Equense (NA) nella Penisola Sorrentina)

















Armonia, classe, comfort, accuratezza, novità, tradizionalità, ospitalità. Queste sono alcune delle caratteristiche che distinguono il Ristorante Gourmet "L'Accanto", situato a Seiano, una piccola e caratteristica frazione di Vico Equense, all’inizio della Penisola Sorrentina. Insignito della prestigiosa stella Michelin nel 2010, il ristorante “L’Accanto” è un tempio del gusto, dove lo chef delizia gli ospiti con specialità gastronomiche tipiche del territorio. Nonostante la sua giovane età, L’Accanto si è già affermato quale meta per gli amanti della buona cucina.
 Accanto al mare, su una delle coste più belle del mondo, ecco un ambiente elegante e solare dai colori pastello che si fondono con il blu intenso del mare, dove potrete trascorrere momenti unici come una cena a lume di candela accompagnati da eccellenti proposte gastronomiche che delizieranno anche i palati più raffinati.
"L'Accanto" è sentirsi coccolati, godersi lo splendido panorama, il servizio eccellente, una curata selezione di vini, gustarsi le delizie di una cucina che esalta i sapori del mare e di una terra rigogliosa che raccontano la gioia dei sensi….Un'esperienza da provare…..Sarete conquistati!
Una terrazza con vista da batticuore sul Golfo di Napoli e il borgo marinaro di Seiano di Vico Equense. Uno chef, che ha conquistato rapidamente la prima stella Michelin riuscendo a sorprendere e sedurre anche i gourmet più esigenti. Ecco la carta d'identità del ristorante "L'Accanto" nato nel 2007 presso il Grand Hotel Angiolieri e subito affermatosi come uno dei paradisi per buongustai della penisola sorrentina. Il ristorante L’Accanto è ubicato all’interno del Grand Hotel Angiolieri, hotel a 5 stelle in penisola Sorrentina dal quale si domina tutto il Golfo di Napoli, dall’isola d’Ischia fino ai piedi del Vesuvio. Questo lussuoso albergo nasce da una villa antica immersa in una natura ineguagliabile per mitezza del clima e bellezza del territorio.
Oggi perfettamente restaurato nei caldi colori pastello per rispettare la cromaticità paesaggistica, l’hotel offre un soggiorno insostituibile per il godimento panoramico e le suggestioni magiche che ne derivano.


FRED PERRY






















“Fred Perry prides itself on being the first British heritage brand to successfully blend sportswear with streetwear to create some of the most iconic styles of the last century. Throughout our history we have always stayed true to our ethos of authenticity, integrity and attitude. The brand was born in the late 1940s, when former Austrian footballer Tibby Wegner approached three times Wimbledon champion Fred Perry with an idea. Their initial venture was the very first sweatband, which was quickly adopted by tennis players across the courts of Britain. In 1952 the pair launched what was to be Fred Perry's most famous garment: a slim fit cotton pique shirt with Laurel Wreath embroidery. From the beginning, Fred Perry - and the tipped pique shirt in particular - has been associated with a whole series of subcultures driven by musical affinities. Mods, skinheads, suedeheads, soul boys, rude boys, two tone. There was even a short-lived subculture known as the Perry Boys. When Britpop took the world by storm in the mid 1990s it was no surprise to find bands like Blur and Oasis sporting the epitome of street fashion credibility. Today our Laurel Wreath logo is recognisable worldwide, with shops and customers across 50 countries around the globe. The original Fred Perry cotton pique shirt is still made to the same high standards and is synonymous with underground fashion and British cool. We have collaborated with some of the most exciting and respected artists and designers: from Raf Simons to Richard Nicoll; Emma Cook to Amy Winehouse. Fred Perry continues to search out new and interesting associates to bring innovative ideas to our iconic styling. To read more about our history and discover how the brand was born, visit the Heritage section of our site”.

LUCIANO PIGNATARO – il blog



















Luciano Pignataro, laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilancio della viticoltura campana e meridionale. Al centro dei suoi interessi la ristorazione di qualità, la difesa dei prodotti tipici e dell’agricoltura ecocompatibile. E’ autore per le Edizioni dell’Ippogrifo delle uniche guide, sponsor free, sui vini della Campania e della Basilicata andate ripetutamente esaurite oltre che del fortunato Le Ricette del Cilento giunto alla terza edizione. Con la Newton Compton ha pubblicato La cucina napoletana di mare, I dolci napoletani, 101 vini da bere almeno una volta nella vita. Ha vinto il premio Veronelli come miglior giornalista italiano nel 2008. Dal 1998 collabora con la Guida ristoranti Espresso, è impegnato nella nuova guida Vini d’Italia di Slow Food.


 

sabato 29 ottobre 2011

GQ n. 48: CAMERON DIAZ ... UN ANGELO BIONDO!


FENDI






















NEL 1925 Edoardo e Adele Fendi aprono a Roma, in via del Plebiscito, un piccolo negozio di borse con annesso laboratorio di pellicceria.  E’ LA SECONDA GENERAZIONE FENDI ad iniziare insieme a Karl Lagerfeld il processo che trasformerà la pelliccia da immutabile status symbol a capo di moda, in materiali, conce, colorazioni e lavorazioni inedite. Nasce la doppia F del logo, inizialmente utilizzato come fodera interna della valigeria, viene lanciata la linea pret-à-porter della pellicceria, seguita poi dal ready to wear. Negli anni ’80 Fendi diventa cosi un marchio di lifestyle globale. Farà quindi il suo ingresso la Selleria, che si rifà allo spirito artigianale delle origini. Silvia Venturini Fendi diventa direttore creativo degli accessori e della linea uomo. Tra i suoi più grandi successi la Baguette, che si distinguerà come la borsa di culto, un oggetto da collezione, declinata negli anni successivi in oltre seicento modelli.
NEL 2004, anno dell’acquisizione da parte di LVMH, Michael Burke è nominato Amministratore Delegato. Per celebrare gli 80 anni del marchio, si inaugura Palazzo Fendi, concept store di Peter Marino che riunisce nella stessa sede gli uffici creativi e gli atelier di pellicceria, dando il via ad una serie di eventi unici che consolidano l’identità della maison, dalla sfilata evento sulla Grande Muraglia fino al concerto privato di Amy Winehouse per l’apertura del negozio a Parigi in avenue Montaigne.



Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso di Vincenzo Di Michele (Curiosando, 2011). Intervento di Nunzio Festa






















La boutade non è nuova. Per la prima volta, infatti, come più volte afferma lo stesso autore di “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, Vincenzo Di Michele, fu una rivista e oltre quarant'anni fa a riportare che il duce in realtà a Campo Imperatore non fu in prigione ma in vacanza. Oggi, però, Di Michele commenta questo fatto (quei fatti?) incentrando la ricerca sulle testimonianze d'alcune persone che dicono d'esser state testimoni oculari di quel momento. Annullando il grosso errore di Vincenzo Di Michele che facendo addirittura eccesso di ridondanza ripete nel testo troppe volte due affermazioni fondanti: Mussolini sul Gran Sasso faceva quello che voleva e incontrava chi voleva, la liberazione di Mussolini a opera dei nazisti fu una pagliacciata e gli uomini di guardia non reagirono, grazie al lavoro di Vincenzo Di Michele leggiamo alcuni elementi che dovrebbero farcire rendere conto quanto da sempre l'italiano medio, tipo il carabiniere di guardia che poi passa alla Repubblica di Salò, sia disposto da sempre a vendersi. Eliminando, poi, altri due punti a sfavore del comunque interessante libro. Intanto l'opera è martoriata dalla presenza di virgole poggiate a caso nel testo. Ovvero l'utilizzo della punteggiatura da parte di Di Michele è quanto meno estroso. Poi il tono, e questo è un appunto che non va fatto soltanto all'autore dell'opera, tende a rappresentare il boia dell'Italia Benito Mussolini come un uomo dignitoso e già da rispettare, prima di farlo addirittura passare per vittima della Storia quando invece stiamo parlando appunto d'un carnefice. Però rivediamo in questo racconto d'un pezzo della storia italiana e italica di nuovo la fuga del re e di Badoglio, la loro ultima codardia. Che mai dovremmo dimenticare. Vincenzo Di Michele, quindi, fa bene a ritornare sui luoghi del delitto. Dove intanto gli occupanti tedeschi fecerono sceneggiate sbeffeggiando l'Italietta. Perché Mussolini fu dato a Hitler.

IL LIBRO DEL GIORNO: Toni Servillo. L'attore in più a cura di Enrico Magrelli (Besa editrice)





















 
Se si dovesse eleggere un volto simbolo, in grado di condensare attraverso i suoi lineamenti il mood della cinematografia italiana attuale, il candidato ideale sarebbe certamente Toni Servillo.  Nessuno, meglio di lui, ha saputo mettere la propria statura attoriale a disposizione di film, autori e registri tanto diversi, delineando con altrettanta abilità e precisione una galleria di personaggi emblematici, tipici dei nostri anni, scolpiti con perizia ostinata e rigorosa osservanza del dettaglio. E con risultati interpretativi sempre suggestivi, quando non indimenticabili. Un lavoro, il suo, che ha contribuito nei suoi esiti più alti a riportare il nostro cinema su un piano di prestigio e competitività decisamente internazionale.

Enrico Magrelli è conservatore della Cineteca Nazionale. Dal 1994 è autore e conduttore del programma radiofonico Hollywood Party. È consulente della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e vicedirettore del bif&st di Bari. Fa parte della Commissione del fondo di garanzia per il cinema del Ministero dei Beni Culturali. Scrive per la “Rivista del Cinematografo” e collabora con al Casa del Cinema di Roma. Ha scritto e curato numerose pubblicazioni.

MATRIX ENERGETICS RICHARD BARTLETT (MACRO EDIZIONI)



Credete all'impossibile? Qualsiasi cosa possiate immaginare è possibile. Il limite è dato solo dalla vostra immaginazione! Con Matrix Energetics il famoso autore e dottore Richard Bartlett ci offre gli strumenti, le speranze e la possibilità di apportare cambiamenti straordinari alla nostra vita. Nel 1997 Bartlett ha vissuto un evento destinato a modificare l'intero corso della sua esistenza: ha scoperto che con un leggero tocco, unito all'intento focalizzato, poteva far riacquistare ai suoi pazienti uno stato di equilibrio fisico, mentale e perfino spirituale. Da allora i risultati ottenuti per mezzo di questa tecnica, denominata Matrix Energetics e ispirata al campo della fisica quantistica, sono stati straordinari e continuano ancora oggi a sfidare ogni logica.

OGGI MANGIO DA ... N. 51: Ristorante, enoteca Le Case (Contrada Mozzavinci 16 - 62100 Macerata)


















“Nel cuore delle Marche, immerso nel verde della campagna, il Ristorante Country House Le Case vi accoglie con la sua originale filosofia del sostare che unisce eleganza, benessere e legame con il territorio. Un luogo caldo ed accogliente, un'atmosfera tranquilla e familiare pervade tutti gli ambienti.”


RIGONI DI ASIAGO

















I cimbri - In un’epoca lontanissima, un popolo proveniente dal nord, forse dalla Germania, forse dalla Scandinavia, probabilmente ciò che restava dell’esercito sconfitto dal Console romano Cajo Mario nelle pianure di Verona, scelse come “terra promessa” un’area di montagna che si estendeva attraverso due antiche vie di comunicazione tra la pianura veneta e il nord Europa. Era un territorio vasto, di terra verde, cinta da alte vette. Un’area di montagna che oggi si chiama Altopiano di Asiago, o degli Otto Comuni. Qui i Cimbri, così si chiamava quel popolo, conservarono per secoli la loro lingua e le loro tradizioni. In questo paesaggio di boschi, di prati, di fiori e di frutti i Cimbri sapevano ricavare dalla natura alimenti ed utensili. Producevano un ottimo formaggio, lavoravano la lana e ottenevano dai fiori e dai frutti mieli e confetture squisite. Tutti i prodotti della Rigoni di Asiago prendono spunto da quelle ricette originali.
Nonna Elisa - Elisa Antonini (la nonna di Andrea, Antonio, Luigi e Mario Rigoni che rappresentano l’attuale vertice aziendale della Rigoni di Asiago Spa) aveva la tempra combattente della gente di montagna e il piglio di chi fronteggia la vita a viso aperto. Quella vita che le aveva già presentato un conto salatissimo. Un marito, Antonio, morto nel Varesotto, da sfollato della Prima guerra mondiale e, una volta tornata ad Asiago, nove figli da crescere, due malati di poliomielite, Mario e Paolo. Questi due erano il cruccio di Elisa, in quanto non potevano, Mario e Paolo, fare sforzi pesanti. La madre li indirizzò verso l’attività di rilegatori di libri, ma le venne in mente anche un dopolavoro legato al miele. Già, le api, la grande passione del marito Antonio. Da questo punto di vista, per altro, Asiago, sull’Altopiano vicentino, offriva il meglio, sia per l’aspetto naturalistico, sia per gli insegnamenti sulla lavorazione del miele e delle confetture tramandati dai Cimbri.
Il miele, una passione - Mario e Paolo ci misero pochissimo ad abbracciare totalmente la passione di famiglia. Così, appena terminati gli impegni di rilegatori, correvano dietro casa, nel prato delle arnie. Col tempo, la famiglia Rigoni notò che il miele prodotto principalmente per uso domestico trovava consensi sempre più larghi. La richiesta cresceva. Così decise di vendere la produzione eccedente. Andò tutto talmente bene che l’apicoltura divenne per loro una seconda attività vera e propria. Mario e Paolo Rigoni furono i primi titolari dell’Apicoltura Rigoni Snc, azienda a conduzione famigliare, in quanto tutti in casa erano chiamati a collaborare, a cominciare da Vittorio, Narciso e Giuseppe, gli altri figli. Gli affari andarono bene, tanto che l’apicoltura divenne la prima attività della famiglia Rigoni. Scomparsi Paolo e Mario, subentrarono nella gestione Vittorio e Narciso.
L’ultima generazione Rigoni - Andrea, Antonio e Luigi, i figli di Vittorio, e Mario, l’erede di Narciso, a loro volta crebbero tra boschi, prati, alberi da frutta, fiori, arnie e api. Dando una mano tra le arnie. E a subentrare nella conduzione dell’attività quando i tempi furono maturi. Dalla nascita e fino al 1978 l’impegno della famiglia Rigoni fu concentrato esclusivamente sull’allevamento delle api nell’Altopiano di Asiago. Api e miele. A partire dal 1979, con l’insediamento della terza generazione dei Rigoni, iniziò l’attività di trasformazione e commercializzazione di altri tipi di miele, oltre a quelli di propria produzione. In breve tempo, l’attività di trasformazione assunse la preminenza rispetto a quella produttiva. Con un’ulteriore novità: la proposta di tante varietà di miele, legate all’origine botanica. In sostanza, l’offerta dei mieli tipici della terra d’origine si allargava, comprendendo i mieli caratteristici di più regioni italiane. Sempre e comunque ritagli di natura accuratamente selezionati e inseriti nella “mappa dei Rigoni”, diventata sinonimo di qualità. In questo contesto, i Rigoni furono i primi ad introdurre nel mercato italiano il miele monoflora. Parallelamente, iniziarono altre produzioni: in particolare confetture al miele e integratori a base di prodotti apistici. Anche la commercializzazione venne rivista, lasciando i negozi specializzati in favore della grande distribuzione.
Il miele non basta più -Nel novembre del 1989 cadde il muro di Berlino. Rivoluzionando l’Europa anche per il mercato del miele. Presero ad arrivare dall’Est prodotti venduti a prezzi molto bassi e di qualità dubbia. Inoltre, la crisi dei consumi degli anni ‘90-’91 si trascinò appresso l’avvento, nel mercato della distribuzione, dei negozi discount. L’effetto immediato fu uno sconvolgimento delle richieste dei clienti. Tanto che la marginalità del prodotto venduto scese moltissimo. L’Apicoltura Rigoni dovette fronteggiare questa crisi nel momento meno adatto, in quanto esposta finanziariamente con un investimento importante: l’apertura, datata 1990, del nuovo centro produttivo, anche questo scelto sull’Altopiano, a Foza, dotato di moderni impianti e nuove strutture produttive.
 La scelta del biologico - Le difficoltà aguzzano l’ingegno, come si suole dire. Accadde anche per i fratelli Rigoni. Il mercato cambiava e richiedeva decisioni all’altezza di questi cambiamenti. Se prima veniva coperta col marchio Apicoltura Rigoni una parte importante del mercato italiano, era giunto il momento di cambiare posizionamento. A ciò, i Rigoni, una “squadra” sempre più compatta e decisa, affiancarono un’altra scelta, una scelta di vita, dettata dalla loro storia, dalle loro tradizioni e dalla natura che li circondava da sempre: furono tra i primi in Italia a sposare la causa del biologico e a rivolgersi a quella “nicchia” di mercato. La svolta è datata 1992 e segna un ulteriore senso di appartenenza dell’azienda e dei suoi uomini al territorio, alla montagna.
Nasce Fiordifrutta - In primo luogo, vengono ampliate le varietà di miele commercializzate, tutte biologiche, poi nel laboratorio di Foza vengono studiati nuovi prodotti, in particolare marmellate, inizialmente dolcificate con il miele, ingrediente progressivamente abbandonato, in quanto comportava problematiche qualitative, e sostituto con un dolcificante naturale ottenuto dal succo di mela. Fu la mossa vincente. Nacque Fiordifrutta, una confettura che abbinava la scelta del biologico a competenze esclusive di dolcificazione naturale, attraverso tecniche di cottura a bassa temperatura. Registrò subito un grande successo. Grazie alla sua straordinaria bontà abbinata alla genuinità. La scelta del nuovo mercato venne premiata dal consenso di venditori e consumatori. La strada intrapresa era giusta. Per stare adeguatamente al passo con l’evolversi della situazione, venne redatto un piano industriale incentrato su nuovi macchinari che garantivano un altissimo grado di tecnologia e automazione. Lo scopo era invariabilmente quello: mantenere uno standard qualitativo superiore a quello dei concorrenti, contenendo i costi di mano d’opera e di energia.
 Una porta sulla Bulgaria - Nel 1993 venne aperta una porta importante sulla Bulgaria, con la nascita di società collegate e destinate soprattutto alla raccolta di alcuni tipi di frutta biologica impiegati per Fiordifrutta, l’unica confettura prodotta con sola frutta e succo di mela biologici. Un’attività di coltivazione e di trasformazione che è andata via via sviluppandosi negli anni. Il 1997 è un’altra data importante per la società, che vede la storica Apicoltura Rigoni Snc diventare la Rigoni di Asiago Spa, adeguandosi alla crescita costante. Nello stesso periodo nasce anche la Rigoni Usa Inc che distribuisce sul mercato statunitense la gamma completa dei prodotti. Nel 1999 entrano nella compagine societaria due nuovi partner, la società pubblica Sviluppo Italia (12,3%) e la finanziaria regionale Veneto Sviluppo (29,8%). I fratelli Rigoni mantengono la maggioranza delle quote azionarie.
Leader del biologico - Con l’apporto del nuovo capitale, la Rigoni di Asiago conosce uno sviluppo straordinario e diventa leader del biologico in Italia. La ricerca costante della qualità e l’inflessibile etica imprenditoriale premiano l’azienda e il suo lavoro, largamente apprezzato dai consumatori, e portano alla nascita di nuovi prodotti, sempre fedeli alla filosofia aziendale del naturale: tra questi spiccano DolceDì, lo zucchero delle mele, e Nocciolata, la crema spalmabile di nocciole biologiche. Nel 2005 i fratelli Rigoni riacquistano le quote societarie di Sviluppo Italia e Veneto Sviluppo tornando ad avere il pacchetto completo delle azioni della Rigoni di Asiago Spa.
Leader delle marmellate - Il mese di giugno del 2006 segna un’altra data fondamentale per la Rigoni di Asiago, ma anche per il mercato italiano del biologico in generale. Fiordifrutta conquista la prima posizione nella classifica italiana delle confetture più vendute. Una leadership raggiunta con un prodotto biologico contro concorrenti che, al contrario, puntano su marmellate tradizionali. Il 2008, infine, segna un’altra svolta aziendale. Con Fruttosa, la Rigoni di Asiago, spiazza i mercati del settore commercializzando un dessert di frutta che non ha eguali sul mercato. La Rigoni di Asiago è oggi un’azienda di successo, ma anche una tradizione di famiglia che è stata tramandata e viene sviluppata dalle nuove generazioni. I fratelli Antonio, Andrea, Luigi Rigoni e il cugino Mario continuano l’attività con lo stesso entusiasmo di nonna Elisa, alla quale va il merito di essere riuscita a trasmettere ai nipoti la saggezza e l’amore per la natura dei Cimbri.





venerdì 28 ottobre 2011

GQ n. 47: HEIDI KLUM ... e le altre!!!


Il libro del giorno: Innamorarsi a Manhattan di Kate Parker (Leggereditore)





















Un uomo e una donna, i loro destini sembrano essere già scritti. Lei è un’infermiera pediatrica con il mito di Audrey Hepburn, lui uno scrittore di successo che ha dimenticato cosa significa sognare. Poi l’incontro da Tiffany, uno sguardo e il tempo si ferma. In un attimo le loro vite vacillano, ed entrambi intravedono la possibilità di un futuro diverso, senza però riuscire a mettersi in gioco fino in fondo. Il loro momento è intenso ma sembra che siano destinati a separarsi e a non vedersi mai più. Ma un anno dopo si ritrovano, protagonisti di un romanzo del quale toccherà a loro scrivere il finale... Riuscirà la magia di Tiffany a trasformare un semplice istante in qualcosa di speciale che durerà per sempre? Un romanzo delicato e profondo, che risplende a ogni pagina. Una storia che ci ricorda il potere dell’amore, e la meraviglia che si nasconde dietro un incontro inaspettato che può stravolgere una vita intera e forse dare felicità a chi osa rischiare fino all’ultimo respiro.

Kate Parker ha sempre vissuto a Manhattan, New York, città che adora. È per questo che ha scelto di ambientare il suo romanzo d’esordio proprio fra le strade che l’hanno vista crescere. Kate ha deciso di dedicarsi alla scrittura per due motivi: realizzare un sogno che nutriva sin da bambina, e trasmettere ai suoi lettori la voglia di provarci, di crederci sempre e comunque. Le sue sono storie di persone comuni, disposte a tutto pur di lottare per ciò in cui credono. Lo stile limpido, l’accurata descrizione psicologica dei personaggi e la capacità di far rivivere sulla pagina emozioni forti e indimenticabili, conquisteranno le lettrici, per non abbandonarle più in questo primo libro di una trilogia.

Un estratto – “Prologo - New York, luglio 2011. La città sembrava brillare mentre il cielo livido si tingeva del turchese e oro di un’alba ormai avanzata. Le poche nubi si stavano rapidamente ritirando incalzate dal calore di quel sole che presto avrebbe illuminato New York. Mentre l’aereo cominciava l’atterraggio, Matías osservava fuori dal finestrino un punto imprecisato, senza in realtà vedere nulla. Erano arrivati in anticipo. Mentre l’aereo rollava sulla pista, Matías riusciva a stento a contenere l’eccitazione. Aveva predisposto ogni cosa, e si era preso anche un mese di ferie. E se quel tempo non fosse bastato a ritrovarla, ne avrebbe preso dell’altro. Tutto quello necessario, pensò. Una volta recuperato il suo bagaglio, raggiunse la sala dove trovò Steve ad attenderlo. «Buongiorno, signore, come sta? Sono molto felice di rivederla. È passato tanto tempo.». Matías strinse la mano che gli porgeva l’autista. «Che piacere vederti, speravo che mandassero te.». L’uomo sorrise. «Ho fatto in modo di liberarmi» gli disse aprendogli la portiera della macchina. «C’è molta agitazione per via della presentazione del suo libro. Non mi aveva detto che scriveva romanzi del genere, signore. Ci sono stati dei punti in cui mi è costato molto mantenere il mio proverbiale aplomb.».  Incredulo e divertito, Matías scoppiò a ridere. «Lo prenderò per un complimento, Steve» disse scuotendo la testa. «Non sapevo che l’avessi letto.». L’uomo lo fissò dallo specchietto. «Io leggo tutti i suoi libri, signor Matías.». Ecco un’altra sorpresa, pensò lui. «La porto direttamente in albergo, o preferisce andare da qualche altra parte?». Matías ci pensò su un momento. «Se non ti è di disturbo, vorrei andare da Tiffany sulla Fifth Avenue.». L’autista inarcò un sopracciglio. «Caspita, le deve piacere davvero tanto quel posto. Mi pare che sia lo stesso in cui l’ho accompagnato l’altra volta. Un anno fa, giusto?».  «Sì, un anno fa. Ma questa volta mi aspetterai, okay?». «Naturalmente, signore.».  Steve sorrise, e cominciò a fargli delle domande sul libro, poi a un certo punto s’interruppe e spalancò gli occhi. «Vuol dire che sta andando da Tiffany per comprare quello che credo?». Un sorriso enorme fu l’unica risposta. L’amava. Che dio lo aiutasse perché amava quella donna disperatamente.


ETRO






















"Etro" è sinonimo di stile. Uno stile di vita all'insegna della qualità e  della ricercatezza non solo estetica, ma  anche dei materiali e delle lavorazioni. Un universo di eleganza che nasce  dall'innata passione di Gimmo Etro per i  viaggi e per la storia, divenuti oggi il  leitmotiv di tutte le linee della maison. La fondazione della Etro S.p.A. nel 1968  deriva quindi dall'estremo amore di  Gimmo per la cultura e per le cose belle.  L'attività iniziale si concretizza nella  produzione di stoffe di grande pregio, rese eleganti da fibre nobili ed originali ed  impreziosite da eleganti disegni e  colorazioni. A partire dal 1981 la decorazione Paisley  entra a far parte delle collezioni Etro, essa  diventerà non soltanto il masterpiece della  produzione, ma anche un simbolo che  contraddistinguerà negli anni a venire il  marchio Etro. La linea di tessuti per  l'arredamento viene ben presto affiancata  dagli accessori per l'abbigliamento  maschile e femminile, sempre  interpretando le idee attraverso materiali  preziosi ed ornamenti originali. Il passo successivo dell'ampliamento di gamma riguarda la pelletteria.  Il tessuto jacquard Paisley, trattato con una speciale tecnica di plastificazione, diventa uno degli status-symbol dello chic anni '80. La casa e gli accessori che la rendono un  ambiente raffinato sono l'obiettivo  seguente nello sviluppo produttivo e  creativo della Etro.  La linea di complementi d'arredo veste le dimore di eleganti suggestioni. Gli anni Novanta accolgono la Etro nel  mondo del prêt-à-porter.  Lo stile e la ricerca si rivolgono alla  realizzazione delle collezioni di  abbigliamento maschile e femminile,  rivelando la straordinaria abilità artigianale associata all'originalità e alla creatività nelle scelte di materiali e soluzioni sartoriali.  Ha origine la "New Tradition", che diventerà uno dei concetti peculiari e rafforzativi del brand Etro.



IL MANUALE DEL GIOVANE MAGO di Cornelius Rumstuckle (MACRO EDIZIONI)


Il Manuale del Giovane
Mago Buono

“La Teoria della Magia. La Magia lavora dall’interno - Ecco, l’ho detto: questo è uno dei più grandi segreti esistenti della Magia, in passato ti rinchiudevano in una caverna di cristallo se lo svelavi a qualcuno, oppure ti bruciavano sul rogo. Eppure eccolo qui, perché tutti possano conoscerlo.
La Magia lavora dall’interno - Tuttavia sono pronto a scommettere che tu non abbia la benché minima idea di cosa significhi. Mi fa uno strano effetto uscire allo scoperto come Mago e spiegartelo, ma è quello che farò. Ecco qui... Se vuoi fare magia, della vera magia, non della prestidigitazione o qualunque altro tipo di trucco, dovrai guardare dentro la tua testa. Anche quando userai le bacchette, gli incantesimi o i simboli segreti, la magia inizierà sempre nello spazio che sta tra le tue orecchie. Provaci adesso: chiudi gli occhi e scopri cosa c’è nella tua testa. È buio vero?
Ed è anche rumoroso, tu chiacchieri continuamente da solo. Sì, lo fai, sempre. Ogni minuto del tempo che trascorre, da quando ti svegli, lo passi sempre a parlare, parlare, parlare, parlare, ciarlare, chiacchierare, cicalare. In seguito ce ne occuperemo in modo più approfondito, ma prima di tutto voglio che tu faccia qualcosa contro quel buio. Voglio che immagini una luce splendente. Adesso potrai notare due cose: la prima è che all’interno della tua testa non è più buio, perché l’hai illuminata, ridecorandone l’interno. La seconda è che hai il controllo di ciò che vi avviene dentro: hai appena acceso una luce, puoi spegnerla altrettanto facilmente. Dentro alla tua testa puoi fare tutto quello che vuoi, è questo che intendo con la parola “controllo”. Adesso usiamo un po’ di quel controllo. Invece di immaginare solo una luce splendente, voglio che immagini una scena agreste: boschi, colline, erba, un fiume, delle mucche felici, insomma, tutte quelle sciocchezze. Non è stato difficile vero? Per nulla, anche se in una scena campagnola ci sono molti più elementi rispetto a quando hai immaginato una luce splendente, ti è risultato comunque facile come l’esercizio precedente. Credo sia dovuto al fatto che hai acquisito molta esperienza nel sognare ad occhi aperti.
(Oh sì, so tutto anche sui tuoi sogni ad occhi aperti. So bene di cosa vai fantasticando, ed è scandaloso, assolutamente scandaloso). Però lascia che ti dica questo: adesso non stai semplicemente sognando ad occhi aperti, ma fantasticando in modo controllato, e c’è una differenza abissale tra le due cose. Ecco il secondo grande segreto della magia:
Se controlli ciò che succede dentro la tua testa, riuscirai a controllare ciò che succede
al suo esterno. Sembra facile, vero? Ti viene da domandarti perché non sono tutti Maghi, no? Be’, non è per niente facile! Prova a fare questo: prendi un orologio per cronometrarti, quindi smetti di pensare. Guarda quanto puoi restare senza avere un solo pensiero per la testa.
A-ha! Per quanto tempo ci sei riuscito? Venti minuti? Dieci? Cinque? Nemmeno uno? Sei molto fortunato, se riesci a stare anche solo dieci secondi senza pensare, a meno che tu non ti sia allenato in precedenza. Magari sei lì seduto, con la mente vuota, poi pensi: “Ehi, non sto pensando!” Ta-dàn! Hai appena ricominciato a pensare.
Questo mi porta all’ultimo segreto della Magia:
Puoi riuscire a controllare quello che succede nella tua testa nello stesso modo in cui puoi fare un concerto al Teatro della Scala. Sai come si fa a suonare alla Scala? Certo che lo sai, basta esercitarsi! Avrai molte opportunità di fare pratica con i tuoi pensieri, mentre ti addestrerai per diventare un Mago. Ok, basta con la teoria per il momento, facciamo qualcosa di più emozionante. Svolgi il compito per questa lezione (ti ci vorranno otto secondi in tutto). Secondo me, un giovane Mago va allenato gradualmente, poi ti dirò come trovare il tuo Nome Segreto di Mago.
Compito per la 1a Lezione - Scrivi i tre segreti della Magia sul tuo Diario del Mago. Poi guarda se riesci a volare su una scopa (ovviamente sto scherzando).”

OGGI MANGIO DA ... N. 50: VILLA FELTRINELLI (GRAND HOTEL A VILLA FELTRINELLI in VIA RIMEMBRANZA 38-40 - 25084 GARGNANO, Italy)






















“The Feltrinelli family in Gargnano, the tale of a dynasty. In 1892, the sons of "lumber magnate," Faustino Feltrinelli, built what we know today as Villa Feltrinelli in Gargnano, on Lake Garda. The Villa was built as one of the "summer seats" of a lumber empire that stretched from the woods of Northern Italy, Austria, Hungary and Turkey to the stock market and banking centers of Milan. At the time the villa was being built, the two Feltrinelli brothers, Angelo and Giacomo, were busy developing new businesses and expanding the budding "empire" that their father Faustino had begun in 1846. They shared the use of the villa in the summer months, while Angelo stayed in Gargnano most of the year, taking a keen interest in its development.”


ORIENTALIA


















“Questo è il blog di Enrica Garzilli, specialista di indologia e di studi asiatici e docente di Storia del Pakistan e dell’Afghanistan presso il Dip. di Studi Politici dell’Università degli Studi di Torino. Mi sono laureata in sanscrito all’università di Roma La Sapienza con Raniero Gnoli, allievo di Giuseppe Tucci, il più grande esploratore italiano dell’Asia e studioso di fama internazionale. Ho studiato con altri suoi famosi allievi quali Mario Bussagli e Luciano Petech. Nel 1987-1990 sono stati pubblicati i miei primi articoli sulla legge indiana tradizionale e coloniale inerente alle donne (strīdharma) e le fonti del diritto induista (due negli Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia della Università degli Studi di Perugia: Studi Classici e uno nella rivista Sinistra Europea). Ho vinto una borsa di ricerca nell’ambito del Programma per gli Scambi culturali fra il Ministero degli Affari Esteri e il Governo indiano e sono stata per due anni alla University of Delhi come Research Affiliate (1988-1990). Il mio maestro e supervisor è stato Nityanand Sharma, specialista di Dharma (legge induista) e di poetica e presidente del PGDAV College. Nel 1989 ho pubblicato il mio primo libro, Lo Spandasadoha di Kemarāja, l’edizione critica e traduzione di un testo filosofico in sanscrito del XII secolo mai tradotto prima. Ho conseguito un Master in Informatica per le scienze umanistiche, in cui ho imparato anche dei rudimenti di LISP e ho svolto 150 ore di pratica su mainframe IBM; successivamente ho conseguito un Master nell’Insegnamento della storia italiana per stranieri. In quest’ultimo insegnavano, fra gli altri, Giovanni Pugliese Carratelli e Jacques Le Goff. Dal 1991 all’agosto 1996 ho insegnato alla Harvard University, sono stata Senior Fellow al Center for the Study of World Religions, Lecturer al Department of Sanskrit and Indian Studies ed Editor-in-Chief della Harvard Oriental Series, Opera Minora, che ho inaugurato con il volume Translating, Translations, Translators: From India to the West. Fino al 2004 sono tornata ogni estate a Harvard per collaborare con il mio ex direttore di dipartimento, Michael Witzel, e insegnare sanscrito. Ho frequentato le lezioni di Diritto internazionale e Diritti umani della Harvard Law School e sono stata chiamata come Visiting Researcher (1994-1996). Ho avuto come maestro anche l’avvocato William P. Homans, paladino dei diritti civili e primo oppositore della guerra del Vietnam. Nel 1995 ho aperto le prime riviste accademiche online del mondo, l’International Journal of Tantric Studies e il Journal of South Asia Women Studies, di cui sono tuttora Editor-in-Chief. Nel 1997 ho fondato, insieme ad altri studiosi, un’associazione culturale senza fini di lucro per promuovere e diffondere lo studio delle culture orientali: l’Asiatica Association. Tornata in Italia, dal 1996 e per quattro anni sono stata docente di sanscrito e materie affini (letteratura indiana, studi nepalesi, storia e diritto dell’Asia meridionale) all’Università di Perugia; nel 2000-2006 sono stata all’Università di Macerata, dove ho fatto ricerca e ho insegnato buddhismo, induismo, confucianesimo e taoismo e istituzioni dell’Asia meridionale. Grazie agli anni trascorsi in Asia mi sono sempre più interessata a questo grande continente, ai suoi problemi attuali, alle relazioni con l’Occidente, alla sua politica, la sua storia e le sue istituzioni. Ho scritto libri e articoli scientifici. Collaboro a diverse testate giornalistiche cartacee quali Limes, ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, Nòva del Sole 24 ore, ioProgrammo e altre. Gli ultimi due anni li ho dedicati principalmente a terminare un volume di circa 1000 pagine su di un grande studioso, protagonista della politica culturale fascista insieme a Giovanni Gentile, e ho ricostruito i sogni di Mussolini in Asia. Il libro sarà pubblicato nella primavera del 2011 (Inshallah!). Oltre che docente, lavoro come Research Assistant di sanscrito ad Harvard University e come esperta di problemi asiatici per istituzioni pubbliche. Questa è la lista delle mie pubblicazioni (incompleta), queste le mie conferenze e le mie interviste, e questa è la mia email: info_at_asiatica.org.”

giovedì 27 ottobre 2011

GQ n. 46: PAZ VEGA ... il sexo di Paz!


LOTTO LEGGENDA E AVRIL LAVIGNE

















“Nel Giugno del 1999 l’Azienda viene rilevata da un gruppo di imprenditori locali, già attivissimi nel settore dello sport, con a capo Andrea Tomat che assume il ruolo di Presidente e Direttore Generale della nuova Società, ribattezzata Lotto Sport Italia S.p.A. Obiettivo della nuova proprietà, quello di valorizzare i punti di forza del marchio - dinamismo, innovazione, qualità, design made in Italy e passione per lo sport - uniti ad un servizio sempre più attento ed efficace nei confronti del Cliente. Oggi, in linea con la nuova missione aziendale, è stato potenziato il settore performance dando particolare enfasi alle calzature e all’abbigliamento tecnico, a sostegno anche della leadership mondiale del marchio attraverso prodotti d’avanguardia per innovazione e design. In parallelo, sulla base di un know how produttivo, tecnico e stilistico, è stata sviluppata un’idea di abbigliamento e calzature leisure per uomo e donna con un’immagine e un gusto sport inspired nella scelta dei tessuti, dei colori e delle forme. Sempre con marchio Lotto vengono, inoltre, prodotte e distribuite su licenza, da aziende terze, linee di intimo sportivo, cartotecnica, cosmesi, calze, occhiali e orologi. Nato dalle ultime lettere del cognome del suo fondatore, il marchio Lotto è oggi sinonimo in tutto il mondo di ricerca tecnologica e design. La doppia losanga che lo accompagna, due campi da gioco parzialmente sovrapposti, è la testimonianza evidente di una strategia aziendale dedicata da sempre al calcio e al tennis e di una vocazione innata allo sport attivo. Il logo Lotto è nato nel 1973. Da allora sono state apportate pochissime e lievi variazioni grafiche al fine di garantire la continuità di immagine del marchio e la massima riconoscibilità nel tempo. Lotto sarà protagonista anche sul palcoscenico musicale grazie alla coloratissima partnership con la giovane e popolarissima cantante canadese Avril Lavigne. Grazie a questo accordo eccezionale di 2 anni, Avril Lavigne - una delle star più celebri del panorama pop-rock mondiale - sarà più di una semplice testimonial di immagine, perché firmerà delle linee di abbigliamento, calzature e accessori per uomo e donna realizzati in esclusiva per Lotto nel mercato cinese. Inoltre la cantante canadese parteciperà ad eventi speciali in Cina, quali concerti e autograph session, indossando i prodotti Lotto. Un progetto creativo unico nel suo genere, che unisce lo stile pop rock della star canadese e l'Italian Sport Design che ha fatto di Lotto un simbolo nel mondo. Una collaborazione che celebra l'unione di due anime, rock e fashion, per la creazione di un nuovo rock'n'roll style perfetto per lo spirito dei mercati del Far East, così vivaci e in costante evoluzione.”


Il libro del giorno. La Notte degli Spiriti a cura de Il Clan del Lupo (Macro edizioni)


La Notte degli Spiriti Sufficiente

Lo sapevate che le nostre feste tradizionali e agricole derivano dalle antiche celebrazioni celtiche?
E che la maggior parte delle feste religiose si sono sovrapposte a precedenti celebrazioni pagane di cui hanno assunto in parte anche il significato? La Notte degli Spiriti ci svela un universo di tradizioni, feste e spiritualità legate al mondo agrario, fatto di cicli e di feste del Sole, tradizioni il cui significato più profondo oggi è quasi completamente rimosso e delle quali si sente sempre più l'esigenza di un recupero, per imparare nuovamente a rispettare e salvaguardare la Natura e noi stessi. La più significativa di queste celebrazioni sta tornando oggi a farsi conoscere col nome di HALLOWEEN. Chi non la conosce? Pochi però sanno che le sue radici non sono in America, ma proprio nella vecchia Europa, più precisamente in Irlanda, dove scandiva la festa del Capodanno. Il nome con cui era conosciuta è Samhain e rappresentava l'inizio della "stagione oscura". Questa e molte altre antiche celebrazioni celtiche vengono rivelate pagina dopo pagina dagli autori di questo libro affascinante e misterioso. Inoltre sciamanesimo, stregoneria, odinismo e druidismo, fino al culto della Dea, vengono spiegati alla luce dei cambiamenti sociali e spirituali in atto nel nostro tempo. La riscoperta del femminino occupa uno spazio importante ne La Notte degli Spiriti, con il mistero e la forza che lo caratterizzano, dopo essere stato per secoli osteggiato ed escluso da una cultura improntata al maschile, più dedita alla distruzione e alla depredazione che alla creazione e alla solidarietà. Il recupero del culto della Dea può essere una chiave per cambiare strada e salvare l'uomo da se stesso? Tornare a venerare la Dea Madre Terra, come facevano i nostri antenati, può essere il mezzo per ritrovare la sintonia con l'ambiente, la cui perdita ci sta rendendo malati e sofferenti? Il recupero e la reintegrazione del principio femminile nell'individuo e nella collettività può costituire la soluzione che l'umanità sta cercando in questo suo momento di crescita.



OGGI MANGIO DA ... N. 49: RISTORANTE ST. HUBERTUS (Strada Micurá de Rü, 20 39030 San Cassiano in Badia Italia)



















“La prima Pietra dell'Hotel & SPA Rosa Alpina di San Cassiano Nel 1850, viene posta la prima pietra dell‘odierno Rosa Alpina. Tramite la famiglia Crazzolara, che ha fatto una donazione alla Chiesa, é stato costruito un „Vidum“, una casa parrocchiale. Fin dall‘inizio i parrocchiani gestiscono in questa casa un piccolo ristorante, un‘osteria ed alcune stanze per ospiti. A quei tempi, San Cassiano ha poco più di 100 abitanti e il paese è formato dalla chiesa, dalla casa parrocchiale, dalla scuola, dall‘abitazione del sagrestano e da dieci masi sparsi.
Il fiore all'occhiello dell'Hotel & Spa Rosa Alpina è il Ristorante St. Hubertus: elegante, misurato, con solo 11 tavoli. Il ristorante esiste dal 1996 e deve il suo nome al Santo protettore dei cacciatori. A quel tempo una piccola parte dell'allora pizzeria fu dedicata alla cucina di Norbert Niederkofler. Da una parte questa necessità è nata dalla famiglia Pizzinini che aveva come obiettivo di entrare con il loro hotel nel Relais & Châteaux per cui serviva un ristorante importante. D'altro canto gli ospiti diventavano sempre più esigenti. Nel 2000 arriva la prima stella Michelin. Questo successo del ristorante porta nel 2001 all'eliminazione della pizzeria e alla ristrutturazione del locale. I tavoli sono stati dislocati in maniera molto confortevole, lasciando uno spazio generoso tra l'uno e l'altro. In sala si trovano solamente nove tavoli, il "tavolo dello chef" in una saletta privata con una finestra verso la cucina e un tavolo più appartato vicino al camino aperto. Il ristorante è aperto solo la sera, in concomitanza con la stagione alberghiera.”


ANICE E CANNELLA – il blog
















“Questo blog nasce senza alcuna pretesa, ma solo con il desiderio di unire le mie più grandi passioni, cucina e fotografia. Pur amando la cucina in tutte le sue forme, ho una predilezione particolare per quelle che sono le ricette della tradizione, ed ho forte la sensazione che, con la fotografia, queste possano essere fissate in modo indelebile, insieme ai gesti e ai sentimenti che ci legano a queste. Se vuoi partecipare ai corsi di panificazione dolce e salata, organizzati insieme a Adriano Continisio, o acquistare una foto, pubblicare il tuo banner, o anche un link commerciale, contattami all'indirizzo email aniceecannella@alice.it



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