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giovedì 19 maggio 2011

Colpiscimi di Olivia Corio (Alet)











“Colpiscimi” è l’opera esordio di una giornalista milanese classe 1975, di nome Olivia Corio. La sua è una scrittura dove il sentimento prende corpo e si fa umanità, generosità del dire e del donare, diviene pietà verso l’altro nel senso più compassionevole del termine. Romanzo fatto di improvvise sterzate di ritmo proprio come il nostro essere oggi, ma anche delicata lente d’indagine sul destino e su tutti i suoi nessi e connessi. Il libro si legge velocemente e non certo per la brevità dei capitoli, quanto invece per la “musicalità” dei dialoghi e per un certo non so che “vetero/pop” che stempera paranoie sulla paternità e maternità, sul vivere e il senso della vita. Ringrazio chi mi ha donato questo libro, ovvero una cara amica, che ci tiene alla mia salute “intellettuale”, e che sa che certe letture mi fanno ripartire con più voglia di vivere e di sorridere. Ad ogni modo il volume esce nella splendida collana “Iconoclasti” della Alet di Padova ideata e diretta dalla letterata patavina Giulia Belloni, “faber” già degli “Intemperanti” per Meridiano Zero e dei “Giovani Cosmetici” in Sartorio. Protagonista della vicenda, è Mariasole che provoca e solletica il cambiamento in ogni voce che si palesa tra le pagine di “Colpiscimi”. Forse un cambiamento non sempre foriero di cose buone, e forse solo un goffo volo, monco e sgraziato.
“Ecco Mariasole: pedala, i cerchi girano lenti, il cuore corre al posto delle gambe, strappa sangue ai muscoli, ruba fiato. È che si agita se pensa a Lorenzo, perché avranno un bambino e lui non lo sa. Glielo dirà tra poco e non saprà trovare le parole, le cercherà con le mani in tasca, le dita nascoste nella tana della fodera, i pensieri raccolti in nodi difficili da allentare, ma dovrà parlare, questo è sicuro, e non sarà facile”. Forse un inconscio desiderio di voelrsi “stordire” di vita per sentire e sentirsi di nuovo.

mercoledì 18 maggio 2011

Jovanotti - Le Tasche Piene Di Sassi



fonte Youtube/Vevo

Music video by Jovanotti performing Le Tasche Piene Di Sassi. (C) 2011 Universal Music Italia Srl

Ritorno a Kurumuny di Piero Cannizzaro (Kurumuny edizioni)














Un film-documentario girato nel 2003, un viaggio nella tradizione sonora del Salento firmato da Piero Cannizzaro, cineasta e documentarista milanese, che con questo lavoro ha vinto il premio Ischia Film 2004 nella sezione documentari alla seconda edizione del concorso internazionale Foreign Film Festival «Per la forza documentaristica ed antropologica di una testimonianza di cultura popolare e di tradizione locale che supera i limiti del reportage, nella sincera evocazione di un mondo contadino e rurale tramandato con spirito di ricerca e con sincera affettività». Kurumuny è un piccolo scorcio di Salento in cui ogni Primo Maggio si rivive una festa popolare con canti, musiche, balli, poesie, in uno spirito glocal, dove passato e futuro proseguono con continuità un viaggio culturale ed esistenziale e il lavoro di Piero Cannizzaro si inscrive all’interno dell’intensa e stimolante stagione che sta vivendo ormai da diversi anni il Salento: una grande stagione di ricerca e riorganizzazione della propria memoria orale facilitata anche da un processo di globalizzazione che interessa l’universo delle popolazioni. All’interno delle pieghe di questo processo ogni singolo territorio ha riscoperto l’alterità e la diversità. Oggi siamo chiamati a discutere e a prendere posizione su temi che riguardano la cultura del territorio che diventa bene immateriale da salvare, forse da una nuova forma di ghettizzazione globale. Ritorno a Kurumuny contiene l’invito a recuperare l’attualità che non risiede tanto in una serie di topoi consolidati e stereotipi anacronistici quanto in un esercizio dell’immaginazione dei sensi, un modo di attraversare un territorio, una città, un paesaggio e di indovinarne il senso attraverso prospettive multiformi, suggerite da modi di percepire e raccontare il paesaggio diversi da quello abituale. Ritorno a Kurumuny coglie l’occasione della festa del Primo Maggio «per documentare un caso abbastanza insolito per i tempi che viviamo, di organizzazione di una festa nazionale, secondo i modi della cultura popolare. […] La continuità di una cultura tradizionale, al di là del tempo, perché capace di assimilare le istanze della modernità, senza per questo tradirsi, è il tema di questo documentario. […] Tra i ruderi ristrutturati di antiche abitazioni contadine, dove un’antica vegetazione si fa strada fra i muretti a secco, centinaia di persone hanno festeggiato il sogno di una comunità che vuole rimanere se stessa». (Rina Durante)

Piero Cannizzaro (il regista) - Il rinnovamento del documentario italiano, avvenuto negli ultimi anni, ha in Piero Cannizzaro uno dei suoi maggiori artefici, come testimonia la sua ampia filmografia, che si muove su molteplici latitudini, sempre alla ricerca di nuovi universi da esplorare. Isole, la musica, la guerra, le città sotterranee, la spiritualità e il monitoraggio dello sviluppo sociale sono i principali temi di cui Cannizzaro si è occupato per approdare infine alla dimensione ideale del glocale (direttore artistico a Capalbio della rassegna “Il Glocale nel Documentario 2005”) e della musica etnica, soprattutto nell'Italia del Sud.

Il libro del giorno: Le cronache di Narnia di C.S. Lewis (Mondadori)













Viaggi fino alla fine del mondo, creature fantastiche, epiche battaglie tra il bene e il male: cosa avrebbe potuto aspettarsi di più un lettore? Scritto nel 1949 da C.S. Lewis, "Il leone, la strega e l'armadio" inaugurò la serie dei sette volumi che sarebbero divenuti celebri come "Le Cronache di Narnia". Un capolavoro che trascende il genere fantasy, ormai riconosciuto tra i classici della letteratura inglese del Novecento. C.S. Lewis lo scrisse con la dichiarata intenzione di rivolgersi ai bambini, ma non solo a loro. Era convinto, infatti, che "un libro non merita di essere letto a dieci anni se non merita di essere letto anche a cinquanta". Un'incredibile girandola di personaggi (fauni, ninfe, streghe, animali parlanti, eroici guerrieri), per il ritmo incalzante dell'avventura, ma anche per l'insolito spessore che tradisce l'immensa cultura di un autentico scrittore, noto medievalista dell'Università di Oxford, capace di attingere dalla vasta letteratura inglese quanto dalle allegorie dantesche. La presente edizione offre al pubblico italiano il testo integrale delle "Cronache di Narnia" in un unico volume, con una traduzione completamente aggiornata e con un breve saggio in appendice, inedito in Italia, in cui Lewis stesso spiega cosa significhi per lui "scrivere per i bambini".

Le cronache di Narnia - Il film

“Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio” è un film diretto da Andrew Adamson. Il film è stato prodotto dalla Walden Media e distribuito dalla Walt Disney Pictures. Con Georgie Henley, Skandar Keynes, William Moseley Anna Popplewell, Liam Neeson, Tilda Swinton, James McAvoy, Ray Winstone, Dawn French., Kiran Shah, Patrick Kake, Jim Broadbent, Elizabeth Hawthorne, Rupert Everett, Judy McIntosh, James Cosmo, Phillip Steuer, Jim May, Rachael Henley, Noah Huntley, Mark Wells, Sophie Winkleman, Shane Rangi, Cameron Rhodes, Sim Evan-Jones, Michael Madsen

InferNapoli di Peppe Lanzetta (Garzanti)













La vicenda si slabbra in una Napoli martoriata, vilipesa, oltraggiata, che si narcotizza con sesso e denaro. Vincent Profumo ha una storia da raccontare ed è quella di un camorrista, uno tutto un pezzo, insomma un boss autentico. Un po’ sui generis però perché è mandante spietato e commosso auditore della Maria Callas che ogni volta con la sua voce regina lo fa piangere, lo fa commuovere sino alle lacrime. I suoi famelici “segugi” hanno i nomi dei personaggi che adora: Rigoletto, Falstaff, Lohengrin, Andrea Chénier. Sciupafemmine e diviratore di cozze. Vincent Profumo è sposato e ha tre figlie che per omaggiare la Callas ha voluto chiamare Maria Sole, Maria Stella e Maria Luna. Fondamentalmente rimane l’incarnazione della solitudine, quella di chi ha perso il controllo sulla sua famiglia.. Intanto la lotta per il territorio continua con il Cinese, senza esclusione di colpi per diventare padroni di un territorio dove scorrono fiumi di sangue. Lanzetta scrive in InferNapoli la vera storia di una città di dannati come Napoli, fatta di ostentazione culinaria, sessuale e di status symbol extra/lusso. Una vera e propria discesa in un mondo malato e morboso, che condurrà il lettore a infilarsi lungo le pieghe della città partenopea in una spirale di vicoli, palazzi, coscienze, tragedie e orrore, in un mix ad alto potenziale di aggressività.

martedì 17 maggio 2011

DOLCENERA - Il sole di domenica



Una sequenza di immagini come invito alla consapevolezza della propria personalità, a crescere ed esprimersi per potersi sentire veri fino in fondo e pienamente affini con la persona che si ama e le persone con cui si condivide la vita: è questo il messaggio che emerge dal videoclip de "IL SOLE DI DOMENICA", primo singolo di DOLECENERA tra i brani più suonati dalle radio italiane. Il nuovo album "EVOLUZIONE DELLA SPECIE" in uscita il 17 maggio, produzione esecutiva K6DN , licenza esclusiva EMI Music Italy.
Il video, girato a Barcellona, è firmato da Alex Orlowski e prodotto da Done.

Acquista "IL SOLE DI DOMENICA" su iTunes http://bit.ly/jOIm1Z
Facebook: http://www.facebook.com/dolcenera

fonte Youtube/Vevo

Dario E. M. Consoli, €uromedia (Libellula Edizioni)







Libellula Edizioni è felice di presentare questo saggio di Dario E. M. Consoli e Jean-Claude Abrahm Sigmund Lévi-Strauss, €uromedia – L’Unione Europea tra Comunicazione e Globalizzazione nell’Era digitale.

Prefazione:
Con la Globalizzazione, l’Europa può cogliere dalla sfida dei media nel nuovo millennio, un’opportunità incomparabile. Infatti, come ben illustrano gli Autori di questa importante opera, ricca di nozioni, indicazioni ed elementi di riflessione, la comunicazione, l’informazione ed il sapere costituiscono ormai la vera ricchezza culturale ed economica nell’esasperato globalismo massificante che tende a disunire ed uniformare i popoli. Così l’Europa ha un potenziale inespresso assolutamente esclusivo e solo attraverso un’adeguata governance – che in “€uromedia” indicano magistralmente i Professori Lévi-Strauss e Consoli –essa potrà con sicura valenza vincere questa sfida, per riuscire finalmente a realizzare il sogno degli Stati Uniti d’Europa. (Tratto dalla prefazione, Valery Giscard d’Estaing)

Gli autori:


Dario E. M. Consoli, nato nel 1961, laureato cum laude a Palermo, ove insegna Diritto pubblico e Diritto civile e svolge pratica forense sulle Comunicazioni, diviene redattore in testate culturali (1979), ghost-writer (1987), funzionario RAI (1996), membro Gruppo Tecnico RAI-Giubileo (1999), consulente giuridico Centro Televisivo Vaticano e Cappella Sistina (2001-2002) e giurista d’impresa (2002). Riceve da Berkley University il PhD.h.c. in Information & Communication Technology (2002), vince il Premio S. Albino T. (con “€uroglocal”) e cura la rubrica Tecnologia&Comunicazione de “L’Opinione” (2005). Frattanto insegna presso La Sapienza (Scienze delle Comunicazioni, 2001, e Sociologia, 2002), l’Università Agr. di Oriolo/Viterbo (2003) e l’Upter-Unida di Roma (Psicologia della Comunicazione, 2004). Per la sua competenza nelle Comunicazioni (materia cui dedica opere per Ariete, Edizioni Scientifiche Italiane, Giuffrè, Giulio Mondadori, 24, ecc.) il Senato accademico della Lumsa lo nomina Cultore in Teoria e tecniche dei media (2005), Economia dei Newmedia (2007) e Ist. Diritto per il Giornalismo (2006). È membro di UND, GhostwritersOD, UIAT, AIC, ICLW e del comitato scientifico del Premio Persefone (patrocinato dal Senato).

Jean-Claude Abrahm Sigmund Lévi-Strauss
, figlio del filosofo Jacob Hirsch e della pittrice Emma Braun e nipote del noto antropologo Claude, nasce a Parigi nel 1958. Dopo la laurea in Information et Communication financière, medias et médiatisation all’Université Paris-Sorbonne, consegue l’MBA presso il Centre d’Etudes Littéraires et Scientifiques Appliquées. Diviene poi docente universitario a Bruxelles (diritto economico comunitario), Algeri (Economia e diritto maghrebino), Vienna (psicologia giuridico-cognitiva) e Paris III-Sorbonne Nouvelle (Economia delle Comunicazioni), nonché preside della Facoltà di Ètudes européennes all’UFLA de Provence-Alpes-Côte d’Azur. Consulente di J.-P. Chevénement, M. Rochard e del Presidente F. Mitterand, conferenziere, editorialista e collaboratore di giornali e TV, ha scritto numerose pubblicazioni, tra cui spiccano “La crise culturàle et economique du monde francophone mediatisèe”, Gallimard, 1997, “La TV et l’homme”, con V.-C. Chapie, Hachette, 2001 e “L’Internet et l’Interactivité”, sous la direction de J.-M. Delèn, Hòllander, 2006.

Per acquistare il libro:
Dario E. M. Consoli, €uromedia, Libellula Edizioni

E’ possibile acquistare il volume scrivendo direttamente a info@libellulaedizioni.com o sul sito www.youcanprint.it

Green Lantern (Lanterna verde) – Il trailer. Dal 17 giugno 2011

Ryan Reynolds è Hal Jordan, un pilota collaudatore arrogante e pieno di sé; la sua vita cambierà radicalmente quando verrà scelto per entrare a far parte dei Green Lantern Corps, una fratellanza di guerrieri che ha giurato di mantenere l'ordine intergalattico. Unico essere umano della squadra, Jordan riceverà un anello in grado di conferirgli superpoteri, con il quale combatterà il nemico più potente di tutti, Parallax.

Il libro del giorno: Io sono leggenda di Richard Mateson (Fanucci)











Robert Neville torna a casa dopo una giornata di duro lavoro. Cucina, pulisce, ascolta un disco, si siede in poltrona e legge un libro. Eppure la sua non è una vita normale. Soprattutto dopo il tramonto. Perché Neville è l'ultimo uomo sulla Terra. L'ultimo umano sopravvissuto, in un mondo completamente popolato da vampiri. Nella solitudine che lo circonda, Robert esegue la sua missione, studia il fenomeno e le superstizioni che lo circondano, cerca nuove strade per lo sterminio delle creature delle tenebre. Durante la notte se ne sta rintanato nella sua roccaforte, assediato dai morti viventi avidi del suo sangue. Ma con il sorgere del sole è lui a dominare un gioco crudele e di meccanica ferocia, scandito dalle luci e dalle ombre di un tempo sempre uguale a sé stesso e che impone la ripetizione di un rituale sanguinario. In questo mondo Neville, con la sua unicità, si è già trasformato in leggenda.

Io sono leggenda - il film

Io sono leggenda (I Am Legend) film diretto da Francis Lawrence con Will Smith

Frontenotte di Stefano Lorefice (Transeuropa edizioni)












Davvero splendido e devastante il lavoro di Stefano Lorefice, dal titolo”frontenotte” per i tipi di Transeuropa edizioni. Non ci troviamo dinanzi ad una lettura inattuale o non poetica, tutt’altro. La scansione di ritmi e timbri nascono da una sapiente commistione di esperienze che attingono dal profondo ed emergono in tutta la loro sanguinaria violenza a contatto con la quotidianità con cui ci misuriamo giorno per giorno. Una quotidianità, quella cantata dall’autore, dove giocare significa rischiare la pelle, dove il vivere è il potenziare l’immagine della periferia dell’esistere come luogo del sub/conscio monoliticamente grigio, inespressivo, umanamente mostruoso, popolato da figure di reietti, fessi, disadattati, immigrati clandestini, mignotte, e chi più ne ha più ne metta, dove l’umanità si sente sconfitta da un orizzonte dell’esistenza che si tinge di contorni sempre più evanescenti. L’obiettivo è trasmutare l’odio in lotta e antagonismo. Inquieta il CD allegato fatto di stroboscopici ritornelli che ammiccano al folk degli anni sessanta, fatto di psichedelica variazione di suoni e arrangiamenti oggi un po’ “old/style”. Assolutamente consigliato.
Per queste strade ci sono //quelli che indovinano// quante persone sei// e da capo ti contano gli occhi//come se essere qui// sul viale sia una cosa semplice// nei lunghi passi// che misurano il dopolavoro // e il mattino,// si sente quasi l’origine, si capisce da dove viene la notte. (V.le Zara – Milano – 2007)

lunedì 16 maggio 2011

Machete - Il trailer



fonte Thebestoftrailers on Youtube

Un film di Robert Rodriguez, Ethan Maniquis. Con Danny Trejo, Robert De Niro, Jessica Alba, Steven Seagal, Michelle Rodriguez (Lucky Red)

Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wild (Newton Compton)












Il sogno di possedere un ritratto che invecchi al suo posto, assumendo i segni che il tempo dovrebbe tracciare sul suo volto angelico, diviene per Dorian Gray una paradossale, terribile realtà. Ma non saranno tanto le tracce del tempo che passa a fermarsi sul dipinto di quel bellissimo giovane, quanto le nefandezze di cui la sua anima si è macchiata. Un'anima giunta al culmine della dissolutezza, corrotta e degradata, trascinata nell'abisso della turpitudine e del vizio dal cinismo e dalla sfrenata avidità di piaceri di ogni sorta. Dalla sua sfida diabolica alla giovinezza eterna, Dorian uscirà sconfitto, schiavo di un ideale, assurdo desiderio di far coincidere l'arte con la vita. "Il ritratto di Dorian Gray" è considerato il romanzo simbolo del decadentismo e dell'estetismo.

Dorian Gray - Il film



Il trailer italiano in HD di "Dorian Gray", nuovo adattamento cinematografico del famoso romanzo di Oscar Wilde. Il film vede il volto di Ben Barnes nel ruolo del protagonista.

La recensione di Silenzio in Sala:
http://www.silenzio-in-sala.com/recensione-dorian-gray.html

Musica del trailer:
Immediate Music - Catch The Falling Sky

Tutti i diritti sono dei rispettivi proprietari.
All Rights Reserved

Il libro del giorno: L'ALBA DEGLI ZOMBIE. Voci dell'Apocalisse: il Cinema di George Romero (Gargoyles Book's)














Quando all'Inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla Terra (George A. Romero)
«Una delle cose che ho sempre pensato di comunicare attraverso questi film è che "loro", gli zombie, non sono altro che "noi stessi". Loro erano come noi e ora, forse, sono solamente una nostra variante». Così George Romero a proposito degli zombie, protagonisti della sua possente - seppure dagli esiti artistici diseguali - Dead Saga (La notte dei morti viventi, 1968; Zombi, 1978; Il giorno degli zombi, 1985; La terra dei morti viventi, 2005; Le cronache dei morti viventi, 2007; L'isola dei sopravvissuti, 2009). Gli zombie romeriani rinvengono copiosamente nella routine contemporanea, non siamo più Altro da loro, bensì zombie noi stessi: resi gretti e cattivi da una Storia che ci presenta quotidianamente un conto sempre più elevato, finiamo per riprodurre l'Inferno sulla Terra, aderendo a un putrescente conformismo fatto di razzismi, disuguaglianze e crescenti emarginazioni. È su tale tesi che prende avvio il saggio L'alba degli zombie firmato dallo scrittore Danilo Arona, dall'esperta di cinema e fiction seriale Selene Pascarella e dal giornalista Giuliano Santoro, i quali, partendo dalla filmografia di George Romero - sorta di canone dello zombie postindustriale - si interrogano sulla longevità del morto vivente, dalla tradizione voodoo del XVII secolo alla prima decade del Terzo millennio, saggiandone la capacità di raccontare il nostro mondo e di incarnarne le paure più profonde. Il testo, arricchito da un'intervista inedita al regista newyorkese del critico Paolo Zelati, è strutturato in tre interventi autonomi, frutto di impostazioni diverse ma felicemente complementari, montaggio di spunti compositi e suggestioni plurime, che agevolano le riflessioni e le ispirazioni più varie attorno al fenomeno zombie non solo nell'appassionato ma anche nel neofita. Il contributo di Arona è un amacord, una scorribanda sentimentale che entra nel merito della Dead Saga con prezioso rigore storico-filologico, evidenziando il potere presago del cinema romeriano con la sua inesauribile carica allegorica ed eleggendolo a chiave d'accesso per esaminare la figura dello zombie; quello di Santoro privilegia, invece, un'angolazione filosofico-politica che semina fecondi parallelismi con l'attualità (particolarmente incisivo il paragone morto vivente/migrante: quest'ultimo, proprio come uno zombie, si aggira nelle nostre città sperduto, barcollante, affamato e scansato da tutti; scongiurato il minimo contatto, viene ostacolata, così, qualsiasi possibilità di confronto e accettazione): la genesi del contagio zombie diventa inconsueta ma efficacissima lente d'indagine per spiegare l'odierna crisi dell'Occidente e l'inarrestabile declino delle sue "unità di misura", quali la solidarietà, il lavoro, la funzione educativa della cultura; il testo di Pascarella, infine, si sofferma sui come e i perché gli zombie abbiano attecchito l'immaginario culturale odierno in maniera tanto massiccia - dal cinema ai fumetti, dalla fiction seriale televisiva e on line ai videogiochi, dalla poesia alla narrativa comica e alla chick-lit fino alla ricerca scientifica (dalla matematica pura alla genetica e alla biologia). L'alba degli zombie costituisce, quindi, un lavoro spiccatamente innovativo nell'ambito editoriale nostrano, in linea con tradizione di ricerca dei cultural studies nordamericani, che, anzi, annoverano l'argomento tra i loro corsi universitari già da tempo con saggi potentissimi - vere e proprie stilettate al sistema politico e socio-economio occidentale (pensiamo solo a Zombie economics: How Dead Ideas Still Walk among Us dell'australiano John Quiggin, tra i testi economici più acclamati del 2010, o ad American Zombie Gothic: The Rise and Fall (and Rise) of the Walking Dead in Popular Culture di Kyle William Bishop, che vede gli zombie come figure fortemente evocative delle atrocità del colonialismo e della schiavitù nel Nuovo Mondo).
GLI AUTORI
Danilo Arona (Alessandria, 1950) è giornalista, scrittore e critico cinematografico. Dal 1978 a oggi ha firmato oltre venti titoli tra saggi di cinema, inchieste sul lato oscuro del sociale e romanzi horror. Nella sua produzione più recente spiccano: L'ombra del dio alato, La stazione del dio del suono, Palo Mayombe, Cronache di Bassavilla, Black magic woman, Finis terrae, Melissa Parker e l'incendio perfetto, Santanta, Pazuzu, L'estate di Montebuio (Gargoyle 2009). Il suo sito web è www.daniloarona.com
Selene Pascarella (Taranto 1977), laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi sul cinema italiano dell'orrore e del fantastico, è giornalista dal 2005. Collabora con il settimanale Carta, per il quale cura una rubrica dedicata alla fiction seriale televisiva. Suoi scritti sono usciti nell'Annuario di Poesia curato da Giorgio Manacorda (Castelvecchi, 2001), ha pubblicato il racconto Mondovisione all'interno della raccolta Tutto il nero del Piemonte (Noubs, 2007) curata da Danilo Arona.
Giuliano Santoro (Alatri 1976), giornalista, fa parte della redazione del settimanale Carta dove si occupa di politica e società. Suoi articoli sono stati pubblicati su Il manifesto, Il Messaggero, Il Quotidiano della Calabria, Il Ponte, Posse. Suoi contributi sono apparsi in Mercenari: il business della guerra a cura di M. Bulgarelli e U. Zona (Nda Press, 2004) e nell'antologia Stranieri! (Manni, 2004).

L'ALBA DEGLI ZOMBIE. Voci dell'Apocalisse: il Cinema di George Romero di Danilo Arona, Selene Pascarella, Giuliano Santoro. Con un'intervista esclusiva a George Romero di Paolo Zelati (Gargoyles Book’s)

domenica 15 maggio 2011

Duran Duran - All You Need Is Now


on Youtube

"All You Need Is Now" by Duran Duran is the first single to be released from the record "All You Need Is Now." Video directed by Nick Egan.
For more information visit: http://www.duranduran.com/
Follow Duran Duran on Twitter: http://twitter.com/duranduran

Io Robot di Isaac Asimov (Mondadori)











Pubblicata per la prima volta nel 1950, questa celebre antologia raccoglie i più significativi racconti che il più prolifico e famoso scrittore di fantascienza di tutti i tempi ha dedicato ai robot. E proprio in questo libro che Asimov detta le tre Leggi della robotica, che regolano appunto il comportamento delle "macchine pensanti" e che da allora in poi sono alla base di tutta la letteratura del genere. Io, Robot (I, Robot) è un'antologia di racconti di fantascienza di Isaac Asimov, del 1950. Contiene 9 storie scritte in modo da essere ognuna indipendente dalle altre e hanno un tema che conduce all'interazione fra il genere umano, i robot e la morale, e combinati insieme ci danno un'ampia visione dell'opera di Asimov sulla robotica.

Io robot



Il detective Del Spooner è chiamato a investigare sulla morte del dottor Miles Hogenmiller, un brillante scienziato della U.S. Robotics che stava lavorando a un nuovo tipo di robot, chiamato 'Sonny', dotato di un cervello simile a quello umano. Con l'aiuto della dottoressa Susan Calvin, psicologa esperta di intelligenze artificiali, deve cercare di svelare il mistero che si cela dietro quello che apparentemente sembra essere un omicidio commesso per mano di un robot...

La passione del calcio” di Franz Krauspenhaar: storia dell'Italia vista da un campo di calcio. Intervento di Roberto Martalò












Poeta, romanziere e blogger, Franz Krauspenhaar si dimostra scrittore prolifico e talentuoso con il suo ultimo libro dal titolo “La passione del calcio”. “Ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”, come lo definiva Pasolini, o sport che “ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce”, come scrisse il grande Osvaldo Soriano, il calcio, nel nostro paese, è lo specchio della nazione e coinvolge gran parte della popolazione. Krauspenhaar subisce il fascino di questo sport fin da bambino, da quando cresceva nella periferia di Milano e, influenzato dal compagno di banco e dallo zio, cominciava ad appassionarsi e a sentirsi parte di qualcosa di grande. Non si tratta semplicemente di uno scritto sul calcio, anzi è più un libro sulla passione, su quel fervore che, a un certo punto della vita, ti prende, anche forse irrazionalmente, e ti segue, accompagnandoti per anni finché, man mano, si affievolisce. Il calcio è una delle passioni più forti per diversi motivi: la calendarizzazione, ossia l'appuntamento fisso domenicale (anche se oramai si gioca quasi tutti i giorni) e quindi la ritualizzazione, l'aggregazione e la condivisione (in particolare in occasione di eventi come Mondiali o Europei che riguardano una nazione). Un romanzo autobiografico che non coincide con lo scorrere del film della vita dell'autore: il calcio è lo strumento che lo scrittore utilizza per far riemergere il ricordo e per raccontare lo sviluppo dell'Italia dalla fine degli anni '60 a oggi. Con precisione e nostalgia, l'autore, ad esempio, collega la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 al fantastico calcio totale degli olandesi; ancora, rammenta l'entrata di Berlusconi sulla scena sportiva italiana e la sensazione che tutto sarebbe cambiato, e tanto altro ancora. Un libro piacevolissimo, attraverso flash-back improvvisi che non seguono un ordine cronologico. Piuttosto, si tratta di un flusso di ricordi ed emozioni che l'autore riesce a raccontare con grandi capacità e un registro linguistico che sa essere alto o basso, secondo le specifiche esigenze letterarie. Così, Krauspenhaar crea un'atmosfera familiare e “calda”, dove il lettore si ritrova perché la passione del calcio, pur nella sua individualità, è universale e trasversale. “Che cosa è il calcio, al centro di se stesso? Un dribbling...Nel dribbling il calcio si liofilizza, si incentra. È un simbolo, un riassunto, una sinossi del calcio... È una sintesi della vita, per certi versi. Perché è un'azione individuale che si crea all'interno di gruppi contrapposti”. Un unico dubbio: siamo sicuri che la passione dell'autore sia venuta meno? A leggere cosa scrive dei Mondiali 2010 non sembrerebbe. Infine, un piccolo rimprovero: la squadra del cuore non si cambia..

La passione del calcio di Franz Krauspenhaar (Perdisa Editore)

sabato 14 maggio 2011

RED - Il trailer



Come agente della C.I.A., il talento innato per l'assassinio di Paul Moses l'ha portato in giro per il mondo, da un punto caldo all'altro, portando a termine gli ordini dei suoi superiori. Quando si è ritirato ha voluto mettere il suo sanguinoso passato alle spalle. Ma quando una nuova amministrazione si insidia alla Casa Bianca, i potenti decidono che Moses sa troppo, e lo costringono a ritornare nel gioco contro l'agenzia che l'ha addestrato. Con Bruce Willis, Mary-Louise Parker, Morgan Freeman, John Malkovich.

fonte Youtube/

Per gli anni a venire di Sebastiano Adernò (LietoColle)










Sebastiano Adornò ha la stoffa del lottatore, che per un poeta oggi deve essere la costante auto/formativa se vuole sopravvivere nell’odierno mercato dei libri. Questo poeta ha trovato la sua strada, il suo cammino per riportare il mondo delle Muse coi piedi per terra. Versi di una forza adrenalinica, che mi fanno definire quest’autore un “poeta da combattimento”.

Sebastiano Adernò è nato nel 1978. Laureato in Lettere Moderne a Milano, con un iter formativo in Storia e Critica delle Arti, e una tesi in Storia e Critica del Cinema, il suo percorso si snoda tra poesie, vi­deo, concorsi letterari, reading e pubblicazioni. Sue poesie sono apparse in antologie. I suoi interessi spaziano nel mondo dell’arte. Negli ulti­mi anni è stato impegnato nella diffusione del documentario U stissu Sangu che è stato proiettato a Bruxelles, New York e in un tour per il Messico. Nel 2010 ha vinto il “Premio Ossi di Seppia” e si è classifica­to terzo al Premio di poesia “Antonio Fogazzaro”. Nel 2011 è arrivato secondo all’International Poetry Slam di Trieste. Ha un canale su you­tube dove poter vedere ed ascoltare le sue poesie.

In copertina: Bolle Blu di Rosa Cerruto

IL CAMMINO DI ERACLITO - voglio essere il discepolo// aprirmi// ad un viaggio d’avambraccio// estensione dell’utensile// come avamposto della forgia//di martellare// e urgente rimuovere le spore// e per iniziazione, porgere le tempie// ferite// di eterna rimarginazione// dove crosta – sepolta viva// alienazione// clausura della vita madre// e sesso delle caverne// sono segni// di un sole spento dall’intestino// passi// verso la mortificazione del polline

Il libro del giorno: Blade Runner di Philip Dick (Fanucci)













Nel 1992 la Guerra Mondiale ha ucciso milioni di persone, e condannato all'estinzione intere specie, costringendo l'umanità ad andare nello spazio. Chi è rimasto sogna di possedere un animale vivente, e le compagnie producono copie incredibilmente realistiche: gatti, cavalli, pecore. Anche l'uomo è stato duplicato. I replicanti sono simulacri perfetti e indistinguibili, e per questo motivo sono stati banditi dalla Terra. Ma a volte decidono di confondersi tra i loro simili biologici. A San Francisco vive un uomo che ha l'incarico di "ritirare" gli androidi che violano la legge, ma i dubbi intralciano a volte il suo crudele mestiere, spingendolo a chiedersi cosa sia davvero un essere umano.

Blade Runner diretto da Ridley Scott



fonte Youtube/illidesh

In una Los Angeles piovosa e sovrappopolata, il poliziotto Deckard (Harrison Ford), dell'unità Blade Runner, viene richiamato in servizio. La sua specialità è l'eliminazione di esemplari insubordinati di "replicanti", androidi destinati al lavoro nelle colonie spaziali. Quattro di loro, Roy Batty, Leon, Zora e Pris, hanno raggiunto la Terra per tentare di infiltrarsi nelle industrie che li fabbricano. I replicanti sono identici agli esseri umani, tranne che per la durata limitata della loro esistenza e per l'apparente incapacità di provare sentimenti. Proprio sulla registrazione delle reazioni emotive si basa il test Voigt - Kampff, con cui Deckard indentifica in Rachel (Sean Young), collaboratrice dell'industriale, una replicante sperimentale, inconsapevole della propria vera natura. Deckard si pone sulle tracce di replicanti da "ritirare", eliminando per prima la spogliarellista Zora (Joanna Cassidy). È però Rachel a salvarlo da Leon, mentre Pres (Daryl Hannah) si installa a casa di un ricercatore per convincerlo a portare lei e Batty (Rutger Hauer) dall'industriale. L'incontro non ha esito felice: i due replicanti apprendono che non c'è modo di prolungare la loro esistenza. Gli effetti speciali sono di Douglas Trumbull e la colonna sonora di Vangelis. (fonte Mymovies – dall’intervento di Andrea Carlo Cappi)

Cronache binarie di Maria Caterina Prezioso (Enzo Delfino editore)












"Io ho il cuore nero, me ne frego e sputo in faccia al mondo intero”. "Il tram si muove sulle rotaie. A Milano, di sicuro, corre sulle rotaie ma qua da noi, a Roma, non corre nulla, tanto meno un tram che nel migliore dei casi si muove sulle rotaie, stride e rallenta. Rimango incollato al finestrino, è una mattina piovosa di un settembre impazzito in un autunno anticipato, la fermata di via dei Reti è vicina, poi il tram imboccherà la curva che porta dritti dritti al Verano, il camposanto della città, il primo, il vero camposanto, gli altri sono venuti dopo e sono periferie aggiuntive di un tempo che ha diminuito le nascite ma centuplicato i morti. Noi siamo morti, voi siete morti, diceva Carmelo Bene, sbarrava gli occhi senza alcuna pietà per noi che stavamo ad ascoltarlo, perché vi parlo si domandava, parlo a gente che è morta, voi siete tutti morti e non lo sapete. Il tram percorre viale Regina Margherita, all’incrocio con via Nomentana scendo e prendo un altro mezzo che mi porta in centro, a ridosso delle mura vaticane. Potrei fare anche un altro tragitto, più veloce mi hanno garantito, ma ho una perniciosa attitudine alla ripetizione, tra le tante ripetizioni giornaliere non può mancare il caffè al bar, la sigaretta accesa d’inverno con il bavero alzato, il cenno al giornalaio e prendere il tram, il mio arrugginito, anchilosato tram delle ore 7.30, superaffollato, superlento, super, semplicemente super. Io ho il cuore nero, me ne frego e sputo in faccia al mondo intero. I manifesti in fila indiana, uno dietro l’altro, sono ancora là, come muti annunci mortuari, quelli che si vedono ancora nei paesi, nel giorno di santa Rosalia, è venuta a mancare ai propri cari la zia Carmela vedova del fu zio Domenico. I manifesti affissi sono neri con la scritta bianca e dicono tutti la stessa cosa: io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero. C’è qualcosa di posticcio e inquietante, quel qualcosa che emana non è un odore ma un segnale lacerante che perfora i timpani, come quegli ultrasuoni che riescono a sentire solo i cani. I cani possono impazzire se quel sibilo viene usato costantemente e ripetutamente come una silenziosa sirena. È una croce, una croce capovolta, immagino celtica, non di certo la croce di un Cristo misericordioso che invece è sita in alto al centro dei manifesti funebri che ricordano quanto zia Carmela nel giorno di santa Rosalia manca tanto all’affetto dei suoi cari e dei suoi congiunti. Un mondo di prelati e faccendieri dell’anima mi accolgono, oltrepassate le mura vaticane. Un collega ha consigliato al figlio dell’altro collega di fare una bella visita oculistica, il figlio adolescente guarda interdetto, non capisce bene cosa si sta dicendo, ha capito che si sta parlando dei suoi occhi ma quello è un fattore solo marginale, in realtà della sua visita oculistica non frega molto a nessuno. Intanto il collega dice all’altro collega che è sempre meglio scegliere occhiali di una gradazione inferiore rispetto a quella prescritta. Questo perché a lungo andare l’occhio malandrino si abitua e s’impigrisce, in altre parole non fatica, non si sforza, ma in fondo poi è meglio non vederci perfettamente bene anche con le lenti, così se ti chiedono se hai visto qualcosa tu, chiunque tu sia, potrai sempre rispondere: «Cosa? Cosa c’è da vedere?». Sfumare i contorni e non mettere a fuoco l’immagine è una forma di salvezza. Mi trovo costretto a lavorare in questo luogo e devo ringraziare il cielo perché di questi tempi non ci sono tante occasioni per conservarti il posto di lavoro, come una conserva di pomodoro inacidita, e curarti l’anima con l’uso di occhiali male graduati, lenirti l’anima con la miopia corretta da lenti imperfette. Non sono più tanto giovane, ma nemmeno così anziano da non crederci più e lasciare andare quelle corde tese che mi hanno tenuto ancorato a invenzioni fasulle, a dettami più o meno sicuri entro i quali ho regolato l’orologio del mio tempo. Eppure c’è qualcosa che non torna, i conti non sempre tornano e anche quando fai la prova del nove può rimanerti un resto, un difetto, così alzi il tappeto e con la velocità di un goleador ce lo butti sotto, lo sotterri affinché nessuno lo veda."

Tre storie ambientate a Roma che si intrecciano e svelano nella trama delle generazioni. Successi e frustrazioni personali legati alle vicende politiche dell’Italia degli ultimi sessant'anni, affidati allo sguardo di tre generazioni diverse, dal Sessantotto ultrapolitico al miracolo degli anni Ottanta, per approdare alla confusione del Duemila. Sullo sfondo disastri e misteri irrisolti di un paese dolente, riflesso sui muri della città eterna che invoca, soffocante e magica, il passato ingombrante, l'esperienza, il presente., Ogni racconto è un urlo che ne aggancia un altro, fino all’azzardo ultimo del protagonista ventenne, perchè l'Italia non è, ormai, un paese per giovani.

venerdì 13 maggio 2011

Accogliere lo straniero e amare senza parole: “La cura” di Andrés Beltrami, una riflessione sulla solidarietà umana. Intervento di Roberto Martalò










Nel panorama delle novità letterarie italiane, Fandango propone il primo romanzo del giovane Andrés Beltrami dal titolo “La cura”. Una storia d'amore difficile tra due persone differenti per provenienza, storia e lingua, un amore fatto di gesti, comprensione e pochissime parole. La protagonista trascorre la vita a curare sia il padre, personaggio quasi ombra del romanzo, figura spettrale eppure imponente nella vita della figlia, sia i fiori della sua serra che le danno un lavoro ma non sono una sua passione. Intanto, passa le sue giornate in una casa isolata dal paese, con un cane e il mare a farle compagnia e una nave fantasma a regalarle il sogno di evadere lontano insieme al suo immaginario capitano. Il suo unico contatto con il resto del mondo è il dottore che periodicamente passa a controllare le condizioni del padre. Una notte dall'oscurità spunta uno straniero misteriosamente ferito che cerca aiuto. Lei si prenderà cura anche di lui e i due inizieranno a conoscersi, trovando un linguaggio comune. Piano piano, lui si aprirà e lei scoprirà la sua storia: l'emigrazione da un paese povero, l'esclusione, la violenza ma soprattutto il segreto che l'uomo porta con sé. Beltrami sceglie di non dare nomi a personaggi e luoghi per astrarre una situazione che potrebbe essere concreta ma singola e renderla universale, evitando di soffermarsi sulle differenze tangibili di due personaggi caratterizzati da un'identità. Il tema della solidarietà umana è centrale nel romanzo e si lega anche al tema della fuga che contrappone le due figure: lei con la voglia di fuggire via ma ostinata e rassegnata a restare; lui costretto a scappare via dal suo Paese ma con tanta nostalgia di casa. Beltrami riesce a costruire un'atmosfera capace di accogliere il lettore e sospenderlo in un contesto senza luogo e tempo precisi, anche se certi passaggi sembrano essere un po' deboli o eccessivi nell'oscillazione tra lirica e essenzialità. Lo scrittore ci offre dunque un interessante spunto di riflessione sul rapporto con l'altro, sulla cura come accoglienza, sull'amore e sulla fuga come ribellione al proprio destino.

La cura di Andrés Beltrami Fandango Editore, 198 pag, 16 €

La bella e la bestia di Ludovica Lumer e Semir Zeki (Laterza)





















"Il processo di studio della relazione tra l'individuo e quello che vede e più ancora tra il sé e lo spazio circostante, le relazioni sociali e le situazioni non usuali è proprio quello che l'arte contemporanea enfatizza come mai precedentemente nella storia. Ed è sorprendente come le questioni approcciate dall'arte di oggi siano esattamente le stesse che sfidano le neuroscienze." Le neuroscienze mettono oggi a disposizione un'enorme quantità di dati sul funzionamento di varie parti del sistema nervoso, dati che raccontano storie, più o meno esaustive, su come gli esseri umani vivono, interagiscono e si muovono nel mondo. Allo stesso modo l'arte, una delle più elevate modalità di rappresentare sensazioni ed emozioni, ci fornisce preziosi documenti sul funzionamento del cervello e in ultima istanza dell'uomo. In particolare l'arte contemporanea, nel suo essere in bilico tra progettualità e azione, tra idea e gesto creativo, esplora e rivela le capacità percettive del sistema nervoso. L'opera d'arte e il processo creativo diventano quindi per lo scienziato il racconto esplicito e diretto delle esperienze percettive, emotive e comportamentali.

Beastly - il trailer



Per saperne di più sul film visitate: http://www.film.it/beastly
Il trailer italiano del film "Beastly" di Daniel Barnz.

Con Vanessa Hudgens, Alex Pettyfer, Mary-Kate Olsen, Neil Patrick Harris, Kenan Thompson, Peter Krause, Erik Knudsen, Dakota Johnson. Tratto da un romanzo ispirato direttamente dalla favola della Bella e la Bestia, il film vede come protagonista Kyle, un giovane di New York spavaldo e molto sicuro di se. A causa del suo comportamento da superbo subisce un incantesimo che lo deturpa e lo trasforma in una creatura immonda. Se entro due anni non troverà una donna che si innamorerà del suo cuore e non del suo corpo rimarrà in quello stato per tutta la vita.

Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (Dalai)




















"L'immaginazione di una donna è molto rapida, salta dall'ammirazione all'amore e dall'amore al matrimonio in un istante". Dei sei romanzi di Jane Austen, questo è il primo in ordine di tempo e insieme il suo capolavoro. Quando lo scrisse la Austen aveva ventun anni e un'amica di famiglia l'eveva definita "la più graziosa, sciocca, leziosa farfalla in cerca di marito che sia dato incontrare". Frivola e ironica, non si distingueva dal mondo campagnolo e borghese cui apparteneva, fatto di tè, ballli, flirt della buona società, minuti e ridicoli incidenti della vita quotidiana. Ma su questi motivi sapeva giocare con una grazia e una profondità uniche. Ed è così che, narrando in Orgoglio e pregiudizio la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro conteggiatori, riesce a evocare, con tocchi sobri e precisi, l'intero, incantevole, penetrante quadro della provincia inglese alla fine del Settecento.

Becoming jane



Film di Julian Jarrold. Con James Cromwell, Julie Walters, Maggie Smith, James McAvoy, Anne Hathaway, Joe Anderson. Inghilterra, fine 1700. Jane, la più giovane delle figlie del reverendo Austen, è in età da marito e la sua famiglia vorrebbe darla in sposa al facoltoso signor Wisley, nipote della ricca Lady Gresham, ma la ragazza, dotata di uno spirito libero e indipendente, non accetta l'imposizione di un matrimonio di convenienza perché attende il vero amore. In occasione della visita di suo fratello Henry, Jane fa la conoscenza di Tom Lefroy, un giovane avvocato irlandese, e tra i due nasce un forte sentimento. Fonte Film.it

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