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martedì 17 maggio 2011

Green Lantern (Lanterna verde) – Il trailer. Dal 17 giugno 2011

Ryan Reynolds è Hal Jordan, un pilota collaudatore arrogante e pieno di sé; la sua vita cambierà radicalmente quando verrà scelto per entrare a far parte dei Green Lantern Corps, una fratellanza di guerrieri che ha giurato di mantenere l'ordine intergalattico. Unico essere umano della squadra, Jordan riceverà un anello in grado di conferirgli superpoteri, con il quale combatterà il nemico più potente di tutti, Parallax.

Il libro del giorno: Io sono leggenda di Richard Mateson (Fanucci)











Robert Neville torna a casa dopo una giornata di duro lavoro. Cucina, pulisce, ascolta un disco, si siede in poltrona e legge un libro. Eppure la sua non è una vita normale. Soprattutto dopo il tramonto. Perché Neville è l'ultimo uomo sulla Terra. L'ultimo umano sopravvissuto, in un mondo completamente popolato da vampiri. Nella solitudine che lo circonda, Robert esegue la sua missione, studia il fenomeno e le superstizioni che lo circondano, cerca nuove strade per lo sterminio delle creature delle tenebre. Durante la notte se ne sta rintanato nella sua roccaforte, assediato dai morti viventi avidi del suo sangue. Ma con il sorgere del sole è lui a dominare un gioco crudele e di meccanica ferocia, scandito dalle luci e dalle ombre di un tempo sempre uguale a sé stesso e che impone la ripetizione di un rituale sanguinario. In questo mondo Neville, con la sua unicità, si è già trasformato in leggenda.

Io sono leggenda - il film

Io sono leggenda (I Am Legend) film diretto da Francis Lawrence con Will Smith

Frontenotte di Stefano Lorefice (Transeuropa edizioni)












Davvero splendido e devastante il lavoro di Stefano Lorefice, dal titolo”frontenotte” per i tipi di Transeuropa edizioni. Non ci troviamo dinanzi ad una lettura inattuale o non poetica, tutt’altro. La scansione di ritmi e timbri nascono da una sapiente commistione di esperienze che attingono dal profondo ed emergono in tutta la loro sanguinaria violenza a contatto con la quotidianità con cui ci misuriamo giorno per giorno. Una quotidianità, quella cantata dall’autore, dove giocare significa rischiare la pelle, dove il vivere è il potenziare l’immagine della periferia dell’esistere come luogo del sub/conscio monoliticamente grigio, inespressivo, umanamente mostruoso, popolato da figure di reietti, fessi, disadattati, immigrati clandestini, mignotte, e chi più ne ha più ne metta, dove l’umanità si sente sconfitta da un orizzonte dell’esistenza che si tinge di contorni sempre più evanescenti. L’obiettivo è trasmutare l’odio in lotta e antagonismo. Inquieta il CD allegato fatto di stroboscopici ritornelli che ammiccano al folk degli anni sessanta, fatto di psichedelica variazione di suoni e arrangiamenti oggi un po’ “old/style”. Assolutamente consigliato.
Per queste strade ci sono //quelli che indovinano// quante persone sei// e da capo ti contano gli occhi//come se essere qui// sul viale sia una cosa semplice// nei lunghi passi// che misurano il dopolavoro // e il mattino,// si sente quasi l’origine, si capisce da dove viene la notte. (V.le Zara – Milano – 2007)

lunedì 16 maggio 2011

Machete - Il trailer



fonte Thebestoftrailers on Youtube

Un film di Robert Rodriguez, Ethan Maniquis. Con Danny Trejo, Robert De Niro, Jessica Alba, Steven Seagal, Michelle Rodriguez (Lucky Red)

Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wild (Newton Compton)












Il sogno di possedere un ritratto che invecchi al suo posto, assumendo i segni che il tempo dovrebbe tracciare sul suo volto angelico, diviene per Dorian Gray una paradossale, terribile realtà. Ma non saranno tanto le tracce del tempo che passa a fermarsi sul dipinto di quel bellissimo giovane, quanto le nefandezze di cui la sua anima si è macchiata. Un'anima giunta al culmine della dissolutezza, corrotta e degradata, trascinata nell'abisso della turpitudine e del vizio dal cinismo e dalla sfrenata avidità di piaceri di ogni sorta. Dalla sua sfida diabolica alla giovinezza eterna, Dorian uscirà sconfitto, schiavo di un ideale, assurdo desiderio di far coincidere l'arte con la vita. "Il ritratto di Dorian Gray" è considerato il romanzo simbolo del decadentismo e dell'estetismo.

Dorian Gray - Il film



Il trailer italiano in HD di "Dorian Gray", nuovo adattamento cinematografico del famoso romanzo di Oscar Wilde. Il film vede il volto di Ben Barnes nel ruolo del protagonista.

La recensione di Silenzio in Sala:
http://www.silenzio-in-sala.com/recensione-dorian-gray.html

Musica del trailer:
Immediate Music - Catch The Falling Sky

Tutti i diritti sono dei rispettivi proprietari.
All Rights Reserved

Il libro del giorno: L'ALBA DEGLI ZOMBIE. Voci dell'Apocalisse: il Cinema di George Romero (Gargoyles Book's)














Quando all'Inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla Terra (George A. Romero)
«Una delle cose che ho sempre pensato di comunicare attraverso questi film è che "loro", gli zombie, non sono altro che "noi stessi". Loro erano come noi e ora, forse, sono solamente una nostra variante». Così George Romero a proposito degli zombie, protagonisti della sua possente - seppure dagli esiti artistici diseguali - Dead Saga (La notte dei morti viventi, 1968; Zombi, 1978; Il giorno degli zombi, 1985; La terra dei morti viventi, 2005; Le cronache dei morti viventi, 2007; L'isola dei sopravvissuti, 2009). Gli zombie romeriani rinvengono copiosamente nella routine contemporanea, non siamo più Altro da loro, bensì zombie noi stessi: resi gretti e cattivi da una Storia che ci presenta quotidianamente un conto sempre più elevato, finiamo per riprodurre l'Inferno sulla Terra, aderendo a un putrescente conformismo fatto di razzismi, disuguaglianze e crescenti emarginazioni. È su tale tesi che prende avvio il saggio L'alba degli zombie firmato dallo scrittore Danilo Arona, dall'esperta di cinema e fiction seriale Selene Pascarella e dal giornalista Giuliano Santoro, i quali, partendo dalla filmografia di George Romero - sorta di canone dello zombie postindustriale - si interrogano sulla longevità del morto vivente, dalla tradizione voodoo del XVII secolo alla prima decade del Terzo millennio, saggiandone la capacità di raccontare il nostro mondo e di incarnarne le paure più profonde. Il testo, arricchito da un'intervista inedita al regista newyorkese del critico Paolo Zelati, è strutturato in tre interventi autonomi, frutto di impostazioni diverse ma felicemente complementari, montaggio di spunti compositi e suggestioni plurime, che agevolano le riflessioni e le ispirazioni più varie attorno al fenomeno zombie non solo nell'appassionato ma anche nel neofita. Il contributo di Arona è un amacord, una scorribanda sentimentale che entra nel merito della Dead Saga con prezioso rigore storico-filologico, evidenziando il potere presago del cinema romeriano con la sua inesauribile carica allegorica ed eleggendolo a chiave d'accesso per esaminare la figura dello zombie; quello di Santoro privilegia, invece, un'angolazione filosofico-politica che semina fecondi parallelismi con l'attualità (particolarmente incisivo il paragone morto vivente/migrante: quest'ultimo, proprio come uno zombie, si aggira nelle nostre città sperduto, barcollante, affamato e scansato da tutti; scongiurato il minimo contatto, viene ostacolata, così, qualsiasi possibilità di confronto e accettazione): la genesi del contagio zombie diventa inconsueta ma efficacissima lente d'indagine per spiegare l'odierna crisi dell'Occidente e l'inarrestabile declino delle sue "unità di misura", quali la solidarietà, il lavoro, la funzione educativa della cultura; il testo di Pascarella, infine, si sofferma sui come e i perché gli zombie abbiano attecchito l'immaginario culturale odierno in maniera tanto massiccia - dal cinema ai fumetti, dalla fiction seriale televisiva e on line ai videogiochi, dalla poesia alla narrativa comica e alla chick-lit fino alla ricerca scientifica (dalla matematica pura alla genetica e alla biologia). L'alba degli zombie costituisce, quindi, un lavoro spiccatamente innovativo nell'ambito editoriale nostrano, in linea con tradizione di ricerca dei cultural studies nordamericani, che, anzi, annoverano l'argomento tra i loro corsi universitari già da tempo con saggi potentissimi - vere e proprie stilettate al sistema politico e socio-economio occidentale (pensiamo solo a Zombie economics: How Dead Ideas Still Walk among Us dell'australiano John Quiggin, tra i testi economici più acclamati del 2010, o ad American Zombie Gothic: The Rise and Fall (and Rise) of the Walking Dead in Popular Culture di Kyle William Bishop, che vede gli zombie come figure fortemente evocative delle atrocità del colonialismo e della schiavitù nel Nuovo Mondo).
GLI AUTORI
Danilo Arona (Alessandria, 1950) è giornalista, scrittore e critico cinematografico. Dal 1978 a oggi ha firmato oltre venti titoli tra saggi di cinema, inchieste sul lato oscuro del sociale e romanzi horror. Nella sua produzione più recente spiccano: L'ombra del dio alato, La stazione del dio del suono, Palo Mayombe, Cronache di Bassavilla, Black magic woman, Finis terrae, Melissa Parker e l'incendio perfetto, Santanta, Pazuzu, L'estate di Montebuio (Gargoyle 2009). Il suo sito web è www.daniloarona.com
Selene Pascarella (Taranto 1977), laureata in Scienze della Comunicazione con una tesi sul cinema italiano dell'orrore e del fantastico, è giornalista dal 2005. Collabora con il settimanale Carta, per il quale cura una rubrica dedicata alla fiction seriale televisiva. Suoi scritti sono usciti nell'Annuario di Poesia curato da Giorgio Manacorda (Castelvecchi, 2001), ha pubblicato il racconto Mondovisione all'interno della raccolta Tutto il nero del Piemonte (Noubs, 2007) curata da Danilo Arona.
Giuliano Santoro (Alatri 1976), giornalista, fa parte della redazione del settimanale Carta dove si occupa di politica e società. Suoi articoli sono stati pubblicati su Il manifesto, Il Messaggero, Il Quotidiano della Calabria, Il Ponte, Posse. Suoi contributi sono apparsi in Mercenari: il business della guerra a cura di M. Bulgarelli e U. Zona (Nda Press, 2004) e nell'antologia Stranieri! (Manni, 2004).

L'ALBA DEGLI ZOMBIE. Voci dell'Apocalisse: il Cinema di George Romero di Danilo Arona, Selene Pascarella, Giuliano Santoro. Con un'intervista esclusiva a George Romero di Paolo Zelati (Gargoyles Book’s)

domenica 15 maggio 2011

Duran Duran - All You Need Is Now


on Youtube

"All You Need Is Now" by Duran Duran is the first single to be released from the record "All You Need Is Now." Video directed by Nick Egan.
For more information visit: http://www.duranduran.com/
Follow Duran Duran on Twitter: http://twitter.com/duranduran

Io Robot di Isaac Asimov (Mondadori)











Pubblicata per la prima volta nel 1950, questa celebre antologia raccoglie i più significativi racconti che il più prolifico e famoso scrittore di fantascienza di tutti i tempi ha dedicato ai robot. E proprio in questo libro che Asimov detta le tre Leggi della robotica, che regolano appunto il comportamento delle "macchine pensanti" e che da allora in poi sono alla base di tutta la letteratura del genere. Io, Robot (I, Robot) è un'antologia di racconti di fantascienza di Isaac Asimov, del 1950. Contiene 9 storie scritte in modo da essere ognuna indipendente dalle altre e hanno un tema che conduce all'interazione fra il genere umano, i robot e la morale, e combinati insieme ci danno un'ampia visione dell'opera di Asimov sulla robotica.

Io robot



Il detective Del Spooner è chiamato a investigare sulla morte del dottor Miles Hogenmiller, un brillante scienziato della U.S. Robotics che stava lavorando a un nuovo tipo di robot, chiamato 'Sonny', dotato di un cervello simile a quello umano. Con l'aiuto della dottoressa Susan Calvin, psicologa esperta di intelligenze artificiali, deve cercare di svelare il mistero che si cela dietro quello che apparentemente sembra essere un omicidio commesso per mano di un robot...

La passione del calcio” di Franz Krauspenhaar: storia dell'Italia vista da un campo di calcio. Intervento di Roberto Martalò












Poeta, romanziere e blogger, Franz Krauspenhaar si dimostra scrittore prolifico e talentuoso con il suo ultimo libro dal titolo “La passione del calcio”. “Ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”, come lo definiva Pasolini, o sport che “ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce”, come scrisse il grande Osvaldo Soriano, il calcio, nel nostro paese, è lo specchio della nazione e coinvolge gran parte della popolazione. Krauspenhaar subisce il fascino di questo sport fin da bambino, da quando cresceva nella periferia di Milano e, influenzato dal compagno di banco e dallo zio, cominciava ad appassionarsi e a sentirsi parte di qualcosa di grande. Non si tratta semplicemente di uno scritto sul calcio, anzi è più un libro sulla passione, su quel fervore che, a un certo punto della vita, ti prende, anche forse irrazionalmente, e ti segue, accompagnandoti per anni finché, man mano, si affievolisce. Il calcio è una delle passioni più forti per diversi motivi: la calendarizzazione, ossia l'appuntamento fisso domenicale (anche se oramai si gioca quasi tutti i giorni) e quindi la ritualizzazione, l'aggregazione e la condivisione (in particolare in occasione di eventi come Mondiali o Europei che riguardano una nazione). Un romanzo autobiografico che non coincide con lo scorrere del film della vita dell'autore: il calcio è lo strumento che lo scrittore utilizza per far riemergere il ricordo e per raccontare lo sviluppo dell'Italia dalla fine degli anni '60 a oggi. Con precisione e nostalgia, l'autore, ad esempio, collega la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 al fantastico calcio totale degli olandesi; ancora, rammenta l'entrata di Berlusconi sulla scena sportiva italiana e la sensazione che tutto sarebbe cambiato, e tanto altro ancora. Un libro piacevolissimo, attraverso flash-back improvvisi che non seguono un ordine cronologico. Piuttosto, si tratta di un flusso di ricordi ed emozioni che l'autore riesce a raccontare con grandi capacità e un registro linguistico che sa essere alto o basso, secondo le specifiche esigenze letterarie. Così, Krauspenhaar crea un'atmosfera familiare e “calda”, dove il lettore si ritrova perché la passione del calcio, pur nella sua individualità, è universale e trasversale. “Che cosa è il calcio, al centro di se stesso? Un dribbling...Nel dribbling il calcio si liofilizza, si incentra. È un simbolo, un riassunto, una sinossi del calcio... È una sintesi della vita, per certi versi. Perché è un'azione individuale che si crea all'interno di gruppi contrapposti”. Un unico dubbio: siamo sicuri che la passione dell'autore sia venuta meno? A leggere cosa scrive dei Mondiali 2010 non sembrerebbe. Infine, un piccolo rimprovero: la squadra del cuore non si cambia..

La passione del calcio di Franz Krauspenhaar (Perdisa Editore)

sabato 14 maggio 2011

RED - Il trailer



Come agente della C.I.A., il talento innato per l'assassinio di Paul Moses l'ha portato in giro per il mondo, da un punto caldo all'altro, portando a termine gli ordini dei suoi superiori. Quando si è ritirato ha voluto mettere il suo sanguinoso passato alle spalle. Ma quando una nuova amministrazione si insidia alla Casa Bianca, i potenti decidono che Moses sa troppo, e lo costringono a ritornare nel gioco contro l'agenzia che l'ha addestrato. Con Bruce Willis, Mary-Louise Parker, Morgan Freeman, John Malkovich.

fonte Youtube/

Per gli anni a venire di Sebastiano Adernò (LietoColle)










Sebastiano Adornò ha la stoffa del lottatore, che per un poeta oggi deve essere la costante auto/formativa se vuole sopravvivere nell’odierno mercato dei libri. Questo poeta ha trovato la sua strada, il suo cammino per riportare il mondo delle Muse coi piedi per terra. Versi di una forza adrenalinica, che mi fanno definire quest’autore un “poeta da combattimento”.

Sebastiano Adernò è nato nel 1978. Laureato in Lettere Moderne a Milano, con un iter formativo in Storia e Critica delle Arti, e una tesi in Storia e Critica del Cinema, il suo percorso si snoda tra poesie, vi­deo, concorsi letterari, reading e pubblicazioni. Sue poesie sono apparse in antologie. I suoi interessi spaziano nel mondo dell’arte. Negli ulti­mi anni è stato impegnato nella diffusione del documentario U stissu Sangu che è stato proiettato a Bruxelles, New York e in un tour per il Messico. Nel 2010 ha vinto il “Premio Ossi di Seppia” e si è classifica­to terzo al Premio di poesia “Antonio Fogazzaro”. Nel 2011 è arrivato secondo all’International Poetry Slam di Trieste. Ha un canale su you­tube dove poter vedere ed ascoltare le sue poesie.

In copertina: Bolle Blu di Rosa Cerruto

IL CAMMINO DI ERACLITO - voglio essere il discepolo// aprirmi// ad un viaggio d’avambraccio// estensione dell’utensile// come avamposto della forgia//di martellare// e urgente rimuovere le spore// e per iniziazione, porgere le tempie// ferite// di eterna rimarginazione// dove crosta – sepolta viva// alienazione// clausura della vita madre// e sesso delle caverne// sono segni// di un sole spento dall’intestino// passi// verso la mortificazione del polline

Il libro del giorno: Blade Runner di Philip Dick (Fanucci)













Nel 1992 la Guerra Mondiale ha ucciso milioni di persone, e condannato all'estinzione intere specie, costringendo l'umanità ad andare nello spazio. Chi è rimasto sogna di possedere un animale vivente, e le compagnie producono copie incredibilmente realistiche: gatti, cavalli, pecore. Anche l'uomo è stato duplicato. I replicanti sono simulacri perfetti e indistinguibili, e per questo motivo sono stati banditi dalla Terra. Ma a volte decidono di confondersi tra i loro simili biologici. A San Francisco vive un uomo che ha l'incarico di "ritirare" gli androidi che violano la legge, ma i dubbi intralciano a volte il suo crudele mestiere, spingendolo a chiedersi cosa sia davvero un essere umano.

Blade Runner diretto da Ridley Scott



fonte Youtube/illidesh

In una Los Angeles piovosa e sovrappopolata, il poliziotto Deckard (Harrison Ford), dell'unità Blade Runner, viene richiamato in servizio. La sua specialità è l'eliminazione di esemplari insubordinati di "replicanti", androidi destinati al lavoro nelle colonie spaziali. Quattro di loro, Roy Batty, Leon, Zora e Pris, hanno raggiunto la Terra per tentare di infiltrarsi nelle industrie che li fabbricano. I replicanti sono identici agli esseri umani, tranne che per la durata limitata della loro esistenza e per l'apparente incapacità di provare sentimenti. Proprio sulla registrazione delle reazioni emotive si basa il test Voigt - Kampff, con cui Deckard indentifica in Rachel (Sean Young), collaboratrice dell'industriale, una replicante sperimentale, inconsapevole della propria vera natura. Deckard si pone sulle tracce di replicanti da "ritirare", eliminando per prima la spogliarellista Zora (Joanna Cassidy). È però Rachel a salvarlo da Leon, mentre Pres (Daryl Hannah) si installa a casa di un ricercatore per convincerlo a portare lei e Batty (Rutger Hauer) dall'industriale. L'incontro non ha esito felice: i due replicanti apprendono che non c'è modo di prolungare la loro esistenza. Gli effetti speciali sono di Douglas Trumbull e la colonna sonora di Vangelis. (fonte Mymovies – dall’intervento di Andrea Carlo Cappi)

Cronache binarie di Maria Caterina Prezioso (Enzo Delfino editore)












"Io ho il cuore nero, me ne frego e sputo in faccia al mondo intero”. "Il tram si muove sulle rotaie. A Milano, di sicuro, corre sulle rotaie ma qua da noi, a Roma, non corre nulla, tanto meno un tram che nel migliore dei casi si muove sulle rotaie, stride e rallenta. Rimango incollato al finestrino, è una mattina piovosa di un settembre impazzito in un autunno anticipato, la fermata di via dei Reti è vicina, poi il tram imboccherà la curva che porta dritti dritti al Verano, il camposanto della città, il primo, il vero camposanto, gli altri sono venuti dopo e sono periferie aggiuntive di un tempo che ha diminuito le nascite ma centuplicato i morti. Noi siamo morti, voi siete morti, diceva Carmelo Bene, sbarrava gli occhi senza alcuna pietà per noi che stavamo ad ascoltarlo, perché vi parlo si domandava, parlo a gente che è morta, voi siete tutti morti e non lo sapete. Il tram percorre viale Regina Margherita, all’incrocio con via Nomentana scendo e prendo un altro mezzo che mi porta in centro, a ridosso delle mura vaticane. Potrei fare anche un altro tragitto, più veloce mi hanno garantito, ma ho una perniciosa attitudine alla ripetizione, tra le tante ripetizioni giornaliere non può mancare il caffè al bar, la sigaretta accesa d’inverno con il bavero alzato, il cenno al giornalaio e prendere il tram, il mio arrugginito, anchilosato tram delle ore 7.30, superaffollato, superlento, super, semplicemente super. Io ho il cuore nero, me ne frego e sputo in faccia al mondo intero. I manifesti in fila indiana, uno dietro l’altro, sono ancora là, come muti annunci mortuari, quelli che si vedono ancora nei paesi, nel giorno di santa Rosalia, è venuta a mancare ai propri cari la zia Carmela vedova del fu zio Domenico. I manifesti affissi sono neri con la scritta bianca e dicono tutti la stessa cosa: io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero. C’è qualcosa di posticcio e inquietante, quel qualcosa che emana non è un odore ma un segnale lacerante che perfora i timpani, come quegli ultrasuoni che riescono a sentire solo i cani. I cani possono impazzire se quel sibilo viene usato costantemente e ripetutamente come una silenziosa sirena. È una croce, una croce capovolta, immagino celtica, non di certo la croce di un Cristo misericordioso che invece è sita in alto al centro dei manifesti funebri che ricordano quanto zia Carmela nel giorno di santa Rosalia manca tanto all’affetto dei suoi cari e dei suoi congiunti. Un mondo di prelati e faccendieri dell’anima mi accolgono, oltrepassate le mura vaticane. Un collega ha consigliato al figlio dell’altro collega di fare una bella visita oculistica, il figlio adolescente guarda interdetto, non capisce bene cosa si sta dicendo, ha capito che si sta parlando dei suoi occhi ma quello è un fattore solo marginale, in realtà della sua visita oculistica non frega molto a nessuno. Intanto il collega dice all’altro collega che è sempre meglio scegliere occhiali di una gradazione inferiore rispetto a quella prescritta. Questo perché a lungo andare l’occhio malandrino si abitua e s’impigrisce, in altre parole non fatica, non si sforza, ma in fondo poi è meglio non vederci perfettamente bene anche con le lenti, così se ti chiedono se hai visto qualcosa tu, chiunque tu sia, potrai sempre rispondere: «Cosa? Cosa c’è da vedere?». Sfumare i contorni e non mettere a fuoco l’immagine è una forma di salvezza. Mi trovo costretto a lavorare in questo luogo e devo ringraziare il cielo perché di questi tempi non ci sono tante occasioni per conservarti il posto di lavoro, come una conserva di pomodoro inacidita, e curarti l’anima con l’uso di occhiali male graduati, lenirti l’anima con la miopia corretta da lenti imperfette. Non sono più tanto giovane, ma nemmeno così anziano da non crederci più e lasciare andare quelle corde tese che mi hanno tenuto ancorato a invenzioni fasulle, a dettami più o meno sicuri entro i quali ho regolato l’orologio del mio tempo. Eppure c’è qualcosa che non torna, i conti non sempre tornano e anche quando fai la prova del nove può rimanerti un resto, un difetto, così alzi il tappeto e con la velocità di un goleador ce lo butti sotto, lo sotterri affinché nessuno lo veda."

Tre storie ambientate a Roma che si intrecciano e svelano nella trama delle generazioni. Successi e frustrazioni personali legati alle vicende politiche dell’Italia degli ultimi sessant'anni, affidati allo sguardo di tre generazioni diverse, dal Sessantotto ultrapolitico al miracolo degli anni Ottanta, per approdare alla confusione del Duemila. Sullo sfondo disastri e misteri irrisolti di un paese dolente, riflesso sui muri della città eterna che invoca, soffocante e magica, il passato ingombrante, l'esperienza, il presente., Ogni racconto è un urlo che ne aggancia un altro, fino all’azzardo ultimo del protagonista ventenne, perchè l'Italia non è, ormai, un paese per giovani.

venerdì 13 maggio 2011

Accogliere lo straniero e amare senza parole: “La cura” di Andrés Beltrami, una riflessione sulla solidarietà umana. Intervento di Roberto Martalò










Nel panorama delle novità letterarie italiane, Fandango propone il primo romanzo del giovane Andrés Beltrami dal titolo “La cura”. Una storia d'amore difficile tra due persone differenti per provenienza, storia e lingua, un amore fatto di gesti, comprensione e pochissime parole. La protagonista trascorre la vita a curare sia il padre, personaggio quasi ombra del romanzo, figura spettrale eppure imponente nella vita della figlia, sia i fiori della sua serra che le danno un lavoro ma non sono una sua passione. Intanto, passa le sue giornate in una casa isolata dal paese, con un cane e il mare a farle compagnia e una nave fantasma a regalarle il sogno di evadere lontano insieme al suo immaginario capitano. Il suo unico contatto con il resto del mondo è il dottore che periodicamente passa a controllare le condizioni del padre. Una notte dall'oscurità spunta uno straniero misteriosamente ferito che cerca aiuto. Lei si prenderà cura anche di lui e i due inizieranno a conoscersi, trovando un linguaggio comune. Piano piano, lui si aprirà e lei scoprirà la sua storia: l'emigrazione da un paese povero, l'esclusione, la violenza ma soprattutto il segreto che l'uomo porta con sé. Beltrami sceglie di non dare nomi a personaggi e luoghi per astrarre una situazione che potrebbe essere concreta ma singola e renderla universale, evitando di soffermarsi sulle differenze tangibili di due personaggi caratterizzati da un'identità. Il tema della solidarietà umana è centrale nel romanzo e si lega anche al tema della fuga che contrappone le due figure: lei con la voglia di fuggire via ma ostinata e rassegnata a restare; lui costretto a scappare via dal suo Paese ma con tanta nostalgia di casa. Beltrami riesce a costruire un'atmosfera capace di accogliere il lettore e sospenderlo in un contesto senza luogo e tempo precisi, anche se certi passaggi sembrano essere un po' deboli o eccessivi nell'oscillazione tra lirica e essenzialità. Lo scrittore ci offre dunque un interessante spunto di riflessione sul rapporto con l'altro, sulla cura come accoglienza, sull'amore e sulla fuga come ribellione al proprio destino.

La cura di Andrés Beltrami Fandango Editore, 198 pag, 16 €

La bella e la bestia di Ludovica Lumer e Semir Zeki (Laterza)





















"Il processo di studio della relazione tra l'individuo e quello che vede e più ancora tra il sé e lo spazio circostante, le relazioni sociali e le situazioni non usuali è proprio quello che l'arte contemporanea enfatizza come mai precedentemente nella storia. Ed è sorprendente come le questioni approcciate dall'arte di oggi siano esattamente le stesse che sfidano le neuroscienze." Le neuroscienze mettono oggi a disposizione un'enorme quantità di dati sul funzionamento di varie parti del sistema nervoso, dati che raccontano storie, più o meno esaustive, su come gli esseri umani vivono, interagiscono e si muovono nel mondo. Allo stesso modo l'arte, una delle più elevate modalità di rappresentare sensazioni ed emozioni, ci fornisce preziosi documenti sul funzionamento del cervello e in ultima istanza dell'uomo. In particolare l'arte contemporanea, nel suo essere in bilico tra progettualità e azione, tra idea e gesto creativo, esplora e rivela le capacità percettive del sistema nervoso. L'opera d'arte e il processo creativo diventano quindi per lo scienziato il racconto esplicito e diretto delle esperienze percettive, emotive e comportamentali.

Beastly - il trailer



Per saperne di più sul film visitate: http://www.film.it/beastly
Il trailer italiano del film "Beastly" di Daniel Barnz.

Con Vanessa Hudgens, Alex Pettyfer, Mary-Kate Olsen, Neil Patrick Harris, Kenan Thompson, Peter Krause, Erik Knudsen, Dakota Johnson. Tratto da un romanzo ispirato direttamente dalla favola della Bella e la Bestia, il film vede come protagonista Kyle, un giovane di New York spavaldo e molto sicuro di se. A causa del suo comportamento da superbo subisce un incantesimo che lo deturpa e lo trasforma in una creatura immonda. Se entro due anni non troverà una donna che si innamorerà del suo cuore e non del suo corpo rimarrà in quello stato per tutta la vita.

Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (Dalai)




















"L'immaginazione di una donna è molto rapida, salta dall'ammirazione all'amore e dall'amore al matrimonio in un istante". Dei sei romanzi di Jane Austen, questo è il primo in ordine di tempo e insieme il suo capolavoro. Quando lo scrisse la Austen aveva ventun anni e un'amica di famiglia l'eveva definita "la più graziosa, sciocca, leziosa farfalla in cerca di marito che sia dato incontrare". Frivola e ironica, non si distingueva dal mondo campagnolo e borghese cui apparteneva, fatto di tè, ballli, flirt della buona società, minuti e ridicoli incidenti della vita quotidiana. Ma su questi motivi sapeva giocare con una grazia e una profondità uniche. Ed è così che, narrando in Orgoglio e pregiudizio la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro conteggiatori, riesce a evocare, con tocchi sobri e precisi, l'intero, incantevole, penetrante quadro della provincia inglese alla fine del Settecento.

Becoming jane



Film di Julian Jarrold. Con James Cromwell, Julie Walters, Maggie Smith, James McAvoy, Anne Hathaway, Joe Anderson. Inghilterra, fine 1700. Jane, la più giovane delle figlie del reverendo Austen, è in età da marito e la sua famiglia vorrebbe darla in sposa al facoltoso signor Wisley, nipote della ricca Lady Gresham, ma la ragazza, dotata di uno spirito libero e indipendente, non accetta l'imposizione di un matrimonio di convenienza perché attende il vero amore. In occasione della visita di suo fratello Henry, Jane fa la conoscenza di Tom Lefroy, un giovane avvocato irlandese, e tra i due nasce un forte sentimento. Fonte Film.it

Il libro del giorno: Attentato al Papa di Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato (Chiarelettere)












Che storia! Vale la pena provare a ricostruirla, tutta. Vi sono coinvolti ben sei paesi (Francia, Bulgaria, Russia, Germania,Turchia, Polonia), un killer, Ali Agca, l'attentatore del papa (altri suoi obiettivi Bourguiba, Walesa, Dom Mintoff, Khomeini) che dice di essere Gesù Cristo. Un bel gruppo di spie (monsignori, cardinali e persino guardie svizzere) che s'infiltrano nelle stanze del papa, due giudici bulgari che giudici non sono e anzi sono ritenuti i due organizzatori del sequestro nel 1983 di Emanuela Orlandi, strumento inconsapevole del terrorismo internazionale. E non è finita: un morto che in realtà non è morto (il presunto organizzatore dell'attentato al papa), due italiani trattati come spie dal governo bulgaro per ritorsione nei confronti del nostro ma che spie non sono, un sindacalista incarcerato e poi scagionato vent'anni dopo, senza nemmeno ricevere le scuse. Omicidi, sequestri, furti, ricatti, minacce (anche ai giudici); spie, terroristi, servizi segreti al gran completo, criminalità organizzata: come in una vera spy story entrano ed escono personaggi di ogni tipo (anche un monaco benedettino con Maserati Biturbo color giallo oro, spia della Stasi), e non mancano le sorprese. I due autori, un noto giornalista e un noto magistrato che ha seguito un filone dell'inchiesta sull'attentato ed è avvocato della famiglia Orlandi, hanno lavorato su documenti e testimonianze, contro silenzi e omertà. Il loro libro entra nel cuore del Novecento, tra equilibri politici mondiali e storie personali. A distanza di trent'anni da quel giorno (13 maggio 1981), la verità deve ancora essere chiarita del tutto, anche perché il giallo non finisce mai: ancora nel 1998 l'omicidio del comandante delle guardie svizzere (con sua moglie e il vicecaporale) e il furto dei documenti che aveva con sé mandano un messaggio molto chiaro: guai a chi vuole parlare, alle spie non si fanno sconti. Mai. E questo è un monito che vale per tutti, anche per il papa.

Ferdinando Imposimato è uno dei magistrati che hanno lavorato di più sul caso Moro. Si è occupato anche della lotta ai sequestri di persona e di terrorismo, di mafia e di camorra, oltre che dell'attentato al papa. Ha lavorato per conto dell'Unione europea e dell'Onu. Parlamentare della sinistra indipendente per tre legislature, docente universitario, ha scritto per diversi quotidiani e settimanali. Attualmente è avvocato penalista.

Sandro Provvisionato, giornalista professionista, già direttore di Radio Città Futura, ha lavorato per dodici anni all'Ansa (da praticante a capo della redazione politica), per poi passare come inviato speciale al settimanale «L'Europeo» e diventare in seguito capo della cronaca del Tg5. Per questa testata ha lavorato anche nella redazione inchieste, è stato conduttore del tg della notte e inviato di guerra (in Kosovo e in Iraq). Dal 2000 è curatore del settimanale TERRA! di cui è anche conduttore. Dirige il sito www.misteriditalia.it.

Imposimato e Provvisionato hanno pubblicato per Chiarelettere DOVEVA MORIRE (2008), inchiesta sul caso Moro

10 grandi donne dietro 10 grandi uomini, di Isabella Marchiolo, prefazione di Alessandra Casella (Laurana). Anteprima di Nunzio Festa











Mancano pochissimi giorni all'arrivo in libreria il nuovo, fresco, a tratti scoppiettante libro della giornalista e scrittrice calabrese Isabella Marchiolo “10 grandi donne dietro 10 grandi uomini”; questo nuovo libro di Isabella Marchiolo, che ben conosciamo e non da oggi, e che dimostra giorno dopo giorno una maturazione di scrittura e una consapevolezza letteraria sempre crescente, autrice che alterna appunto prosa a giornalismo, entra a far parte d'una nuova linea di libri che la Laurana dell'antico Mozzi e del nuovissimo Vaccari, passando per l'oramai famosa Tomassini, fa per dare un poco d'ossigeno vero e pulito al presente. In vista d'un futuro possibile. Perché, appunto, questo volume è il primo della neo-nata collana “Dieci!”: voluta dall'editore Garlisi e dall'editor Gabriele Dadati e, immaginiamo, consigliata dal Giulio Mozzi che sappiamo. Con tanto di illustrazione di copertina, per giunta, che è opera a sé, 'stavolta di Silvia Rastelli. Se nel comunicato di lancio sentiamo che “la nuova collana si poene come obiettivo quello di scavare dentro il detto 'Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna', quasi a volerlo ribaltare”, in realtà questo ultimo libro di Marchiolo, che ricordiamo recentemente in veste d'autrice d'un'interessantissima intervista inopportunamente titolata “LadyMen” e prefata da Cecchi Paone, è un modo di guardare con rispetto ma anche giusta distanza a dieci grandi figure, donne, che per diverse ragioni hanno raggiunto fama e celebrità. Ed è vero, sempre o quasi sempre, che le donne stanno un passo in avanti e assolutamente non uno indietro dei mariti ecc., perché devono pensare molte volte a fratelli, sorelle, figlio e/o genitori. D'esempi, insomma, ne potremmo fare davvero tanti. A partire da ogni privato. La scelta d'Isabella mette nel testo Michelle Obama a braccetto con Rita Borsellino e Yoko Ono. E non solo. Eppure questa volta dovremmo ripensare, molto probabilmente, nel tempo che strapazza l'etica e i sentimenti puri, a Mina Welby che veramente “mette al centro del suo amore il desiderio di morire del marito”. Marchiolo riesce ancora una volta a commuovere. Che con pezzi di vita di queste donne rappresenta simbolicamente il mondo intero. “E non è per una sorellanza di genere – dice direttamente l'autrice, quasi ad accennare in un pezzo del libro alla tanto discussa 'solidarietà femminileì - , perché anch'io sono una donna. No, questa sarebbe semplicemente un'associazione logica: le donne generano vita, e senza di loro a un certo punto dell'umanità non rimarrebbe comunque nient'altro da salvare. Insomma, questo significa che non potete estinguerci o decidere di cancellarci da un elenco ideale delle cose importanti”. Per aggiungere: “Inoltre credo poco alle possibilità della scienza di procreare al di fuori di un grembo femminile. Dunque, almeno nel futuro che fino ad adesso riusciamo a immaginare, siamo ancora indispensabili”.

mercoledì 11 maggio 2011

Fast & Furious 5 - Il trailer




Vin Diesel e Paul Walker guidano il ritorno di tutti i protagonisti dei precedenti episodi dell'esplosiva saga a tutta velocità in Fast Five. In questo nuovo episodio, l'ex-poliziotto Brian O'Conner (Paul Walker) passa dall'altro lato della legge e si associa all'ex-truffatore Dom Toretto (Vin Diesel). Dwayne Johnson si unisce a Jordana Brewster, Chris "Ludacris" Bridges, Tyrese Gibson, Sung Kang, Gal Gadot, Matt Schulze, Tego Calderon e Don Omar per una corsa estrema con un'altissima posta in gioco. Da quando Brian e Mia Toretto (Brewster) hanno aiutato Dom ad evadere, si sono trovati ad affrontare numerosi ostacoli per sfuggire alle autorità. Adesso sono intrappolati a Rio de Janeiro e devono completare un ultimo lavoro per riavere la loro libertà. Mentre assemblano la loro squadra di piloti migliori, gli improbabili alleati sanno che la loro unica chance di uscire dal gioco una volta per tutte vuol dire affrontare il corrotto uomo d'affari che li vuole morti. Ma non è l'unico ad inseguirli. L'agente federale Luke Hobbs (Johnson) è molto determinato e non manca mai il suo bersaglio. Quando gli viene assegnato di trovare Dom e Brian, elabora un piano d'attacco per catturarli con la sua squadra d'assalto. Ma mentre i suoi uomini iniziano la ricerca in Brasile, Hobbs scopre di non riuscire più a riconoscere i buoni dai cattivi. Adesso deve fidarsi del suo istinto per catturare la sua preda... prima che lo faccia qualcun'altro.

Il trailer italiano di Fast & Furious 5, con il saluto di Vin Diesel e Paul Walker.
Sito ufficiale: www.fastandfurious5.it
Pagina Facebook: http://www.facebook.com/fastfiveitalia
Twitter: http://twitter.com/#!/FastFuriousIT

Margherita Hack, Il mio infinito Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea (Dalai editore)











Fin dagli esordi dell'umanità la volta stellata è sempre stata la culla di dèi e cosmogonie, racconti per esorcizzare il mistero della vita e della morte. Nel contempo, in ogni civiltà, alla visione religiosa del mondo si sono contrapposte menti curiose che hanno cercato spiegazioni razionali dei fenomeni naturali e celesti. Questo libro racconta come si è evoluta la nostra capacità di leggere il cielo e con essa la visione scientifica del mondo, dagli astronomi della Grecia classica alla nascita della scienza moderna con Galileo e Keplero alle scoperte di Newton,- per arrivare all'astronomia e alla fisica quantistica dopo le rivoluzioni del Novecento. Ci pone di fronte ai problemi cui ancora la scienza non sa rispondere: l'origine dell'universo e della vita. Ci interroga sulla natura del nostro universo: è tutto ciò che esiste? E finito o infinito nel tempo e nello spazio? E uno fra tanti? Com'è possibile che da una caotica zuppa di particelle elementari si sia originato il Cosmo gerarchicamente ordinato, le stelle e galassie, dai cui elementi è nata la vita biologica evolutasi fino ad arrivare a quello straordinario strumento di conoscenza che è il cervello umano? A tanta meraviglia si può rispondere invocando un Creatore, oppure accettando la bellezza di un mondo governato dalle leggi della materia senza altri fini.

Ensemble pisco/cosmico con Margherita Hack e Dario Vergassola

http://www.youblob.org - Margherita Hack ospite di Serena Dandini e Dario Vergassola a "Parla con Me" su Raitre. Fonte Youtube

Il libro del giorno: Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos (Newton Compton)












"Le relazioni pericolose" rimane per la critica e per i lettori una pietra miliare di qualsiasi narrativa e un capolavoro indiscutibile del romanzo epistolare. Considerata la molteplicità dei temi, degli intrecci e dei riferimenti letterari, può essere soggetto a varie interpretazioni: c'è chi ne esalta l'ironia sostanziale e chi vi intravede invece un sentore di morte e di autodistruzione, chi arriva a vederci un'anticipazione dello Sturm und Drang e chi individua parentele con i fratelli minori di Sade. Resta comunque il fascino che continua, con il passare del tempo, a esercitare. Dal libro è stato tratto un film di grande successo, diretto da Stephen Frears e interpretato da Glenn Close, John Malkovich e Michelle Pfeiffer.

Le relazioni pericolose - Il film

Le relazioni pericolose è un film del 1988, diretto da Stephen Frears, tratto dal romanzo Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos, con un buon livello di fedeltà alla storia originale, seppure anche con alcune differenze nei personaggi e nel finale. Dangerous Liaisons (USA, Gran Bretagna – 1988). Sceneggiatura: Christopher Hampton. Fotografia: Philippe Rousselot.. Montaggio: Mick Audsley. Musiche: Johann Sebastian Bach, George Fenton, Christoph Willibald Gluck, Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi.

* John Malkovich: Visconte Sébastien di Valmont

* Glenn Close: Marchesa Isabelle de Merteuil

* Michelle Pfeiffer: Madame Marie de Tourvel

* Uma Thurman: Cécile de Volanges

* Keanu Reeves: Raphael Danceny

* Swoosie Kurtz: Madame de Volanges

* Mildred Natwick: Madame de Rosemonde

Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh (Garzanti)












Chissà perché ma ho sempre associato ai fiori delle doti, delle qualità particolari semi/oniriche quasi, che puntualmente facevano riaffiorare tra le maglie dei miei ricordi sinuosità, delicatezze, e sorrisi di tante donne che ho conosciuto. Misteri dell'immaginifico! Indistintamente tutti i fiori hanno su di me il potere di catapultarmi in atmosfere surreali, dove tutto si sfiora con estremo pudore, dove la storia, le storie non sono condizionate né da ferite profonde, né da ritorni mancati. Poi mi capita (in maniera rocambolesca) tra le mani questo splendido lavoro di Vanessa Diffenbaugh dal titolo “Il linguaggio segreto dei fiori” edito da Garzanti. Splendido perché è riuscito a incuriosirmi, a commuovermi, a farmi sorprendere, tutte cose che di rado un lettore (border/line) come me riesce a trovare in un libro. Non è questione di intraprendere una lotta feroce contro il “postmodernismo” (in fondo senza il mercato - anche quello editoriale - non potremmo nulla, non saremmo nulla, e forse vivremmo ancora in un mondo dominato da barbarie ben più sanguinarie delle logiche del profitto), ma è tentare di scovare con la lente dell’indagine e della critica letteraria, quell’identità che è l’Autore autentico, come nel caso di questa meravigliosa penna. Narrazione di confine, dove la protagonista Victoria, è una ragazza vissuta in "infeni" fatti di violenza e “anestetizzazioni” intimistiche, tanto da farle odiare il contatto fisico, o il semplice lasciarsi andare, o fidarsi. Poi l’incontro con una donna, Elizabeth, che le insegnerà il linguaggio dei fiori. E Victoria che ha il suo bel hortus conclusus, dove tutto è pace e silenzio, nel parco pubblico di Portero Hill, proprio lì pianterà e accudirà i suoi fiori imparandone fragilità e durezza, scoprendo la bellezza, la durezza e lo splendore della vita con tutte le sue ascese e le sue cadute. E i fiori, nel romanzo della Diffenbaugh, curano prima di tutto le cicatrici ancora aperte dell’anima e lasciano delle dolci caramelle di felicità. In fondo meno male che ci sono i fiori. Meno male che ce n’è uno per ogni male dell’anima.

martedì 10 maggio 2011

Ciao che fate? La Pina e Diego con La Vale (Mondadori)












"Abbiamo scritto questo libro per tutte le persone molto speciali che in questi anni sono cresciute con noi e ci hanno divertito, entusiasmato, commosso, e che ci hanno tanto amato, come noi ogni giorno amiamo loro." Un gruppo di amici, una vera e propria community che da una decina d'anni segue Pinocchio su Radio Deejay, e parla di tutto con La Pina e Diego. Dal primo bacio a quello che sta facendo in quel momento, al contenuto della propria borsa. Valanghe di sms: "Io e la mia fidanzata ci siamo baciati a pesce per un anno", "Non dire a una sposa: 'Sei bellissima, non sembri tu'", "L'angolo del cuscino funziona come campo pratica del bacio... unico neo: ti felpa la lingua", "Mia mamma una volta mi ha rifatto il letto mentre ancora dormivo!", "Io e il mio geniale fratello maggiore bucavamo le bombolette spray! Ho ancora l'ombretto argentato sull'occhio destro!". Telefonate, ragazze qualunque che diventano ospiti fisse: la Lalla (la bugiarda torinese), la Giada (la quattordicenne che pensa solo a limonare), l'Afona (che tutto quello che indossa "fa moda"), la Katia (la sua vita è una soap opera). E poi classifiche, tormentoni, sigle dei cartoni animati, gente che telefona col cuore spezzato, perché, alla fine, l'importante è stare insieme. "Ciao che fate?" raccoglie il meglio di tutti quei pomeriggi di divertimento. "Assomiglia un po' a una puntata di Pinocchio: c'è un tema, anzi un tema-capitolo e in ogni tema c'è un po' di noi e molto di voi. Con i vostri messaggi e la vostra ironia...".

Anna Tatangelo, La Pina e Diego per Pinocchio su Radio Deejay



A Pinocchio i provini con Anna Tatangelo: La Pina, Diego ed un'"interessante" giudice negli studi di Radio Deejay. Fonte Youtube

Il libro del giorno: Misteri per caso. Un viaggio intorno al mondo che non racconta la solita Storia. Di Syusy Blady e Patrizio Roversi (Rizzoli)












L’Italia dei luoghi nascosti, il domandare “investigativo e inquisitorio” di Syusy e lo scetticismo cosmico di Patrizio conducono per mano il lettore sulle tracce di “misteri misteriosi” di caratura planetaria. Tipo: la Lupa del Campidoglio è stata copiata da una più antica simbologia della Mongolia; Syusy c'è stata e ne ha le prove! Da una Mappa conservata all'Università di Bologna si scopre che è esistita una Google Earth antidiluviana: Syusy a Istanbul ha avuto in mano la famosa Mappa di Piri Reis. Dal Santuario di San Luca si arriva a Malta, l'isola della Dea Madre, e dei leggendari cavalieri, dove i due “indagatori” hanno scoperto che Dio è nato donna. Studiando i menir della Puglia si può scovare l'antico computo elaborato dal calendario Maya che prevede l'apocalisse del 2012. Syusy non trascura nulla di nulla, non lascia al caso nessuna ipotesi, nemmeno la pista extraterrestre. Con la splendida ironia che li contraddistingue, gli autori ci conducono in un seducente viaggio lungo i percorsi meno noti del mondo.

«Ogni viaggiatore, al ritorno dai suoi viaggi, ha sentito il bisogno di riordinare le idee, Marco Polo per primo. Syusy è una viaggiatrice non per caso con un sacco di informazioni e verità che potrebbero cambiare la storia come la conosciamo. Patrizio un cinico ascoltatore che prova a seguirla nel suo viaggio mentale oltre che fisico. Alla fine lei si sarà liberata da un fardello fatto di luoghi, ragionamenti e scoperte sconvolgenti, mentre lui sarà pieno di sani dubbi e avrà perso definitivamente la sua innocenza.». Il libro è uno splendido momento dove chiunque può volgere lo sguardo al mistero, attraverso gli occhi di due personaggi noti della scena televisiva italiana, la stessa con cui hanno intrattenuto e divertito per anni i telespettatori.

Turisti per caso - sulle orme di Darwin. Condotto da Syusy Blady e Patrizio Roversi



Turisti per caso condotto da Syusy Blady e Patrizio Roversi
fonte Youtube/Rai.tv

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