In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases
Cerca nel blog
sabato 26 marzo 2011
Il libro del giorno: Qui ho conosciuto purgatorio, inferno e paradiso di Goffredo Fofi e Giacomo Panizza (Feltrinelli)
La Puglia del romanzo concorre a Torino (2) di Luciano Pagano
“Il segreto del gelso bianco” (Besa Editrice) fa parte della terna finale del “Premio Letterario VIA PO”, la cui cerimonia di premiazione si terrà presso il Centro Congressi Unione Industriale di Torino, Lunedì 4 aprile prossimo alle ore 15. “Il segreto del gelso bianco” di Antonella e Franco Caprio, edito da Besa Editrice, dopo il successo di pubblico riscosso grazie all’unione di diversi elementi tutti importanti, quali soprattutto la storia scelta per la narrazione, la qualità letteraria e al tempo stesso contemporanea della lingua utilizzata, e un ottimo riscontro da parte del pubblico, si avvia verso la cerimonia di premiazione dell’ambito “Premio Letterario VIA PO”, dopo aver passato le fasi intermedie che dalla ’sestina’ iniziale hanno portato la giuria a decretare i tre romanzi più meritevoli. Le vicende familiari che attraversano un secolo dall’inizio del Novecento fino ai giorni nostri, accompagnandoci nella scoperta della storia di una famiglia pugliese tra l’America, le Puglie e Torino, fanno da sfondo a questo romanzo dal respiro internazionale. Questa premiazione giunge al termine di una stagione felice per quanto riguarda la ricezione da parte del pubblico e della critica letteraria degli ultimi titoli di narrativa appartenenti al catalogo di Besa Editrice, un ulteriore segno del tangibile impegno di questa realtà editoriale nel campo della ricerca e della diffusione della cultura su tutto il territorio nazionale e internazionale.
venerdì 25 marzo 2011
Il libro del giorno: Umbrella Girls 2011 ... il calendario!
È stato pubblicato (lo segnalo con ritardo e me ne scuso visto l'alta densità di Pop contenuta in questa pubblicazione) il calendario delle Umbrella Girls 2011: luce e ironia per le creature con l'ombrello che accompagnano i motociclisti del Moto Gp e della Superbike nelle competizioni internazionali. Create da Alessio Sundas, promettono dodici mesi colmi di colore. Un calendario che solo con uno sguardo fa evadere dalla quotidianita'! Da imprenditore illuminato, Sundas è riuscito ad veicolare le immagini delle Umbrella Girls nelle più importanti competizioni di MotoGp, SuperBike a Formula 1, da Valencia a Motegi, dal Mugello ad Imola. Fino alle competizioni internazionali di Laguna Seca in California. Le Umbrella Girls sono quindi divenute internazionali, presenti nelle maggiori dirette televisive.
I dodici scatti d’autore sono firmati dal bolognese Piergiorgio Raffaelli, il cui compito è stato quello creare la scenografia adatta per la vitalità entusiasta delle dodici statuarie bellezze, provenienti da altrettanti Paese, tra cui il Giappone, la Russia, gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, la Cina e, naturalmente, l'Italia. Si va da una ragazza di profilo con body e short che stringe un ombrello nero bordato di rosso, a una girl che sorride come le pinup; da una allegria curiosa alla Betty Poop alla grinta di una amazzone con stivali rossi. Fino alla mondo rosa di una ragazza bionda.
Le Girls sono vestite con abiti raffinati e short, e la maliziosita' emerge solo dalla loro ironia...
Lo Stampatore del Calendario è Art Design - Pierluigi Crivelli. La Tipografia sono le Edizioni Europee Guttemberg. La tiratura prevista è di 20000 copie, acquistabili sul sito (www.umbrellagirls.it) e disponibili presso tutti gli edicolanti..
Milano criminale. Il Romanzo, di Paolo Roversi (Rizzoli). Intervento di Nunzio Festa
Questa storia di guardie e ladri, queste vicende che da “Milano criminale” fanno passare un periodo italiano di quelli vergati dai Montanelli vari, sono testimonianze in forma di romanzo dell’anima d’almeno un pezzo dell’Italia unita e disomogenea. Un romanzo che, se già non conoscessimo l’autore Paolo Roversi già garanzia, scrittore che ama le trame fitte di pistole e duelli moderni quanto antichi, potremmo definire della maturità; a costo, persino, di portare uno sgarro alla stessa scelta del Roversi - che non scrive per produrre o fortificare miti: eppure noi, come gli italiani che dal ’58 a qualche decennio in poi seguono i fatti narrati, non possiamo che sentirci al fianco di rapinatori che prima d’iniziare a sparare hanno tentato l’uscita della miseria attraverso un passaggio a ostacoli che porta alla loro stessa fine. Tutto ha inizio in via Osoppo (tutto se si pensa alla ‘storia’ di fondo dell’incalzante romanzo – dove ci tornano le immagini dei diversi Vallanzasca - ), il 27 febbraio 1958. Ovvero la data che il poliziotto Antonio Santi e il bandito Roberto Vandelli, sempre in lotta fra loro e oltre loro stessi, come è naturale che sia, hanno impresso nelle vene scolpite dai loro differenti lavori. A ogni punto di barricata dietro la quale, effettivamente, stanno. Non solo una vocazione, ma la classica scelta di vita. Perché Vandelli dopo la rapina che vede in diretta decide di diventare bandito, mentre Santi decide che deve entrare in polizia. Corpo, d’altronde, che lo porterà a fare a botte con l’idea di necessità dell’intervento repressivo quando arriveranno le occupazioni e le manifestazioni, bardate persino da atti violenti, del ’67-’68-’69. Per non parlare di quando Roversi, insomma, farà ricominciare il racconto d’una criminalità milanese che è da analizzare e certi versi per incorniciare in un clima complessivo del Paese. In pratica dove ci sarà spazio, sostanzialmente, per il futuro Millenovecentosettantasette. Nel frattempo, però, Roversi riesce a far rivivere, appunto come se fossimo nel film più riuscito, parole e volti della “malavita” ‘lombarda’. Certo aiutato da “storie private”, fitte d’amori domestici ed extrafamigliari, Roversi permette di sentire di nuovo una Milano, e dintorni, che sono intanto l’humus che fa spuntare i fiori del male. Che Vandelli e tanti altri, per dire, escono dalle vite di periferia. Molte volte portatori, addirittura, d’una certa e colorata a tratti, idea di riscatto inseguita con foga. A dispetto, naturalmente, delle pause da galera. Di gabbie nelle quali si diventa banditi più esperti o si muore/soccombe. L’opera di Roversi, la migliore che fino a questo momento abbiamo letto, descrive con la mano dell’osservatore perfetto quanto non invasivo che s’annusa, consegna a lettrici e lettori materiale di svago. Ma d’uno svago che consente a noi di guardare nelle nostre idee sulla vita. Perché? Provate, rispondiamo, a sentire le fotografie di pezzi di giovani coi soldi a fare barricate a mano armata in certe occasioni. Ad ascoltare gli scatti di momenti di commistione ideale fra il poliziotto che conosce il ‘delinquente’ che ha di fronte oppure deve controllare il riso davanti agli studenti che contestano i borghesi impellicciati alla Scala. Perché questo romando di Paolo Roversi fa camminare tante singolarità, di circostante e di Storia italiana (e non solo italica), in mezzo al procedere di moti collettivi che sono il fenomeno complessivo come parziale. Dalle mosse dei banditi. Alle occupazioni di studentesse e studenti. Passando per gli scioperi operai. Con lenti che tolgono il tipico tabù che in tante situazioni non ci fa leggere le osservazioni della Polizia, in quanto questa è serva pronta a mettersi contro le nostre obiezioni al potere. Una Milano tutta rossa di bollori, e nostra.
giovedì 24 marzo 2011
Il libro del giorno: La scatola di Houdini di Adam Phillips (Ponte alle Grazie)
Nessuno si salva da solo di Margaret Mazzantini (Mondadori). Intervento di Elisabetta Liguori
E se la colpa fosse di romanzi come questi? Non si fa che discutere di famiglia. Poiché riconosciuta come l’origine di tutto, primo responsabile e utilizzatore finale, falò di vacui adolescenti e nostalgia di emigranti pentiti, poiché è lì che si forma la prima morula identitaria, per tutte queste ragioni e molte altre la famiglia vive anni emergenziali. Ci appare come una realtà ormai implosa, schiacciata da enormi pressioni emotive, psichiche ed economiche, e non ne restano che ceneri da analizzare al microscopio. E se la colpa fosse di romanzi come l’ultimo di Margareth Mazzantini “Nessuno si salva da solo” appena pubblicato da Mondadori? Del resto non sarebbe neppure l’unico. Si pensi a Jonathan Franzen, tornato in libreria con il suo americanissimo Freedom, tradotto da Einaudi. Il tema è sempre quello: la coppia e la famiglia, intesa l’una come la naturale evoluzione dell’altra. La coppia dell’ultima Mazzantini, in particolare, è stanca, dura, crudele. Intrappolata in se stessa e poi incenerita, tanto che la sua narrazione sembra un’orazione funebre. La Mazzantini questa volta, infatti, ci svela il lato oscuro e funereo della vita coniugale, quello che ci riguarda più da vicino, ma lo fa con una rabbia davvero imprevista. La storia scelta è quella di una coppia sui 40 anni, Delia e Gaetano che, dopo la prevedibile separazione, si ritrova una sera a cena a discutere di soldi e a recriminare. Come tanti, come tutti. Tra una portata e l’altra s’accendono tra i due frammenti di vita vissuta, brillano cocci di passione e delusione. È il vaso di pandora di una decina d’anni di convivenza che s’apre e ne viene fuori l’ira di Dio. Le fila di questa tragedia narrate in scaglie sono tirate da due direttori d’orchestra d’eccezione: i due figli di pochi anni. Sono loro gli unici osservatori: esterni e muti. Sono loro che, per il semplice fatto di esistere, consentono ai coniugi di prendere coscienza dello sfibrarsi reciproco delle proprie identità. Ricordando i loro figli, vedendoli, annusandoli, i due coniugi comprendono di essere rimasti disperatamente soli e che essere soli non basta. “Nessuno si salva da solo” infatti, ed è verissimo. Il ritmo di questa dolorosa scoperta è incalzante, dettato anche dal costante confrontarsi della coppia protagonista con quella di anziani coniugi che le cenano accanto. La Mazzantini sa raccontare magistralmente il desiderio. è rapida, efficace, cinematografica. Ma dove c’è un desiderio tanto tagliente e irrealizzato, non può non esserci la rabbia. Su questo l’autrice però forse eccede questa volta: cerca l’effetto a tutti i costi, schiaffeggia il lettore con un lessico furente e scabroso, mette in scena con artificio e violenza, finendo per perdere di credibilità. I denti corrosi di Delia, ad esempio, ruvidi, aguzzi, privi di smalto, sono metafora perfetta di un desiderio puro, corrotto dalla vita. La donna passa a ripassa con la lingua su questi denti per accettare il suo destino, ma il gesto a volte si fa verboso, claustrofobico, lasciando il lettore sdentato, incapace di riconoscere in ciò che legge qualcosa della sua fatica quotidiana, ma voglioso (non è detto che sia un male) di dichiararsi sopravvissuto, illeso, scampato, come se, leggendo, si fosse trovato davanti ad uno degli ultimi e più foschi casi di cronaca nera.
mercoledì 23 marzo 2011
Il libro del giorno: Come si esce dalla società dei consumi di Serge Latouche (Bollati Boringhieri)
La meravigliosa utilità del filo a piombo di Paolo Nori edito da Marcos y Marcos (Anteprima di Nunzio Festa)
“LA MERAVIGLIOSA utilità del filo a piombo”, è questo il meraviglioso titolo del nuovo libro di Paolo Nori. Libro che Marcos y Marcos manda in libreria il prossimo 24 marzo. Ma grazie all’editore e all’autore abbiamo avuto la possibilità di leggere in anticipo le pagine del testo. Al fine di presentarle alle nostre lettrici e ai nostri lettori. Soprattutto agli appassionati della penna dello scrittore e traduttore emiliano, a far loro venire l’acquolina in bocca passando qualche pezzettino di contenuto. “Buonasera. Stasera faccio un discorso che si chiama Noi e i governi ed è un piccolo discorso sul governo del sé, sulla dittatura, sulla democrazia e sulla libertà, cioè, forse, sull’anarchia, si intitola Noi e i governi e comincia dall’anarchia, ma prima ancora c’è una specie di epigrafe, che è una poesia, di un poeta che si chiama Velimir Chlebnikov e la poesia non ha titolo (…)”. Perché questo libro raccoglie, essenzialmente, ‘discorsi’ che Nori, autore per esempio dell’indimenticabile “Basso tuba non c’è” e di “Gli scarti” oppure “Pancetta” e altri libri di successo sia per pubblico che per critica, negli ultimi anni ha letto in alcuni luoghi soprattutto esemplari. Vedi il Museo d’arte moderna di Bologna. Come, ancora, a Praticello di Gattaccio, nella casa dei sette fratelli partigiani Cervi (le parole citate prima, per dire). Ma dovremmo e potremmo aggiungere il cinema Kijov di Cracovia. E non andiamo troppo dentro. Perché ci sarebbe la possibilità di recensire sia il testo che le sue ambientazioni pratiche e ideali. Però è giusto aspettare, certamente. Senza dimenticare che questa nuova opera di Nori si nutre, per di più, e cita personalità come Baldini, Cavazzoni, Celati, Fruttero & Lucentini, Tolstoj, Viktor Šklovskij, Kulekov, Dovlatov, Chlebnikov, Charms, Brodskij… Insomma dai russi che ama e bene conosce agli italiani che apprezza. Insomma grazie alla Meravigliosa utilità del filo a piombo sapremo che per scrivere, innanzitutto, occorre trovare la condizione intima e fisica che garantisca concentrazione. E non era scontato. Per scrivere, tra le altre cose: “dei bicchieri infrangibili, che avevano quel nome presuntuoso e così bello, e cosa avrà fatto il primo che ha visto un bicchiere infrangibile andare in mille pezzi, avrà telefonato a qualcuno?”. La Marcos y Marcos, a trent’anni di storia, si regala, dopo aver avuto grazie alla traduzione dello stesso Nori il “Disastri” proprio di Charms, si concede il dono di portare sugli scaffali quella che un altro scrittore e poeta dei nostri giorni, Tiziano Scarpa, ha recentemente definito come quei libri che non riesci a inquadrare per genere. Ma dei quali non puoi fare a meno. Che possono addirittura formarti. Magari il nonno di Paolo Nori non se lo sarebbe aspettato. Persino lo stesso scrittore forse non vorrebbe fosse così. Però con questo libro usciamo dall’infausta vita dell’ordinario meccanismo mediatico. Per arrivare nel ventre delle ‘belle’ lettere. 200 pagine inarrestabili.
martedì 22 marzo 2011
Il libro del giorno: Signorina Julie di Johann August Strindberg (Besa editrice)
Johann August Strindberg (1849-1912), drammaturgo e romanziere (La stanza rossa, 1879), è considerato l’inventore del teatro contemporaneo. I suoi drammi sono uno spaccato della società, con i conflitti più insanabili, da quelli familiari a quelli di classe, e in essi non c’è più spazio per la retorica e le esibizioni di alta acrobazia verbale.
La sua prima opera teatrale è Mastro Olaf (1872), riscritto per ben cinque volte fino alla definitiva messa in scena, accolta peraltro senza successo. Ma il genio di Strindberg nello scandagliare l’umanità emerge nel cosiddetto “teatro naturalistico”, al quale appartiene Signorina Julie.
© foto di copertina di Alessandro Valli
Infinity di Sherrilyn Kenyon (Fanucci)
lunedì 21 marzo 2011
Onnipotente di Michele Vaccari (Laurana editore)
domenica 20 marzo 2011
Il libro del giorno: La moneta di Akragas di Andrea Camilleri (Skira)
sabato 19 marzo 2011
Il libro del giorno: Salviamo l'Italia di Paul Ginsborg (Einaudi)
Caso Scazzi: "Incomprensibile la minaccia dell'avvocato De Jaco"
"Non comprendiamo la motivazione dell'avvocato De Jaco a querelare la nostra casa editrice e la scrittrice Mariella Boerci". Così il direttore editoriale Ed. Anordest Mario Tricarico risponde alla notizia di una querela da parte dell'avvocato di Cosima Serrano Misseri, Franco De Jaco. "Quello che maggiormente ci stupisce è che De Jaco doveva essere nostro ospite - continua Tricarico - per presentare il libro "La bambina di Avetrana", in cui la giornalista Mariella Boerci racconta le vicende del caso Scazzi, proprio questa sera all'interno del programma del Festival della cultura di Galatina, contesto nel quale anche promuoveremo la borsa di studio che abbiamo istituito in collaborazione con il Telefono Rosa in memoria di Sarah Scazzi contro la violenza sulle donne". Sabato 19 marzo alle 19,30, infatti, presso la sala Caffè 1861 all’interno del Festival della cultura di Galatina l’ex avvocato di Michele Misseri, Daniele Galoppa, e l’avvocato di Cosima Serrano Misseri, Franco De Jaco avrebbero dovuto trattareil caso di Sarah Scazzi assieme alla giornalista Mariella Boerci, autrice di “La bambina di Avetrana” (Ed. Anordest), libro da cui è per l'appunto nata la borsa di studio patrocinata dal Telefono Rosa “In memoria di Sarah Scazzi - Contro la violenza sulle donne”. L'evento ci sarà ugualmente, ma l'avvocaro De Jaco non interverrà, nonostante avesse inizialmente dato la sua disponibilità. "Il nostro libro è uscito a dicembre dell'anno scorso, ci stupisce che proprio ora - conclude il direttore Anordest Tricarico - nasca questa inutile polemica, dopo che la borsa di studio legata alla pubblicazione sta vedendo un successo nella sensibilizzaizone alla tematica e un numero di scuole intenzionate a partecipare sempre crescente. Infatti dalla pubblicazione “La bambina di Avetrana” (Ed. Anordest), cronaca della tragedia di Sarah Scazzi, firmato dalla giornalista Mariella Boerci, è legata alla borsa di studio istituita da Edizioni Anordest affinché tragedie simili a quelle di Sarah non abbiano più a ripetersi. Un concorso aperto a tutti gli studenti dai 13 ai 19 anni, cui sarà chiesta la redazione di un racconto breve sul tema della violenza, in particolare sulla violenza sulle donne. Proprio per questo la borsa di studio sarà assegnata il 7 ottobre. Edizioni Anordest pubblicherà annualmente i componimenti selezionati e devolverà i diritti al Telefono Rosa. In giuria ci saranno Irene Pivetti, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli (presidente del Telefono Rosa), Cipriana Dall’Orto (codirettore di Donna Moderna), l’avvocato Mario de Marco (sindaco di Avetrana), Mariella Boerci (autrice di “La bambina di Avetrana), Anna Di Ianni (ideatrice della borsa di studio) e Oriana Boldrin (segretaria). La borsa di studio verrà consegnata ad Avetrana il 6 ottobre.
Mariella Boerci, giornalista milanese, firma di punta per lungo tempo della stampa femminile (Annabella, Marie Claire), è stata per quindici anni un inviato speciale del newsmagazine Panorama, con cui tuttora collabora nel settore Attualità e Costume- Società. Collabora inoltre con Class, Donna Moderna e Vanity Fair. Ha pubblicato, per le edizioni Donna Moderna/Mondadori Printing “Vissi d’arte, Vissi d’amore. Rivalità, passioni e gelosie delle signore Pavarotti, donne di cuori e di denari” (2007)
Info: 349.3438269
Ufficio Stampa
Edizioni Anordest
via F.lli Rosselli 19/14
31020 Villorba TV
Tel/Fax. 0422912370
info@edizionianordest.com
venerdì 18 marzo 2011
Il libro del giorno: Dall'improbabile all'infinito (Dedalo) a cura di Edward B. Burger e Michael Starbird
Tutto il Nulla di Giuseppe Mossa (ISBN 9788862815222)
[…] Paola era nata in un quartiere periferico, in una calda notte di luglio da una donna che avrebbe potuto ambire a tanto nell’esistenza, ma che a tutto aveva rinunciato in nome della sua particolarissima visione del mondo. Sua madre, che l’età sembrava aver risparmiato dal decadimento fisico, mostrava ancora l’aspetto fresco di una giovane donna, nonostante lo sguardo appassito da una vita di amarezze. Solo un altro particolare ombrava il suo splendore: da tempo aveva rinunciato a dedicarsi alla cura della sua persona, a truccarsi ed a compiacersi di tutte quelle dispendiose attenzioni che riescono a far apparire una sirena anche la più befana tra le donne. A pochi esami dalla laurea sposò un uomo mediocre che aveva fatto di tutto per conquistarla, senza esito. Tanta insistenza fece però sì che alla fine lei cedesse, concedendogli un appuntamento. Poco a poco lui riuscì ad insinuarsi nel suo cuore fino a diventare l’unica relazione che lei, fino ad allora dedita solo agli studi, avrebbe avuto in tutta la sua vita. Non passò molto, prima che convolassero a nozze ed avessero quell’unica figlia, risultato di un amore ormai già unilaterale: il pusillanime, dopo tanta spossante corte, era già pago dei frutti prima ancora di beneficiarne. Crebbe la figlia praticamente da sola, alla quale mai riservò, nemmeno in parte, quel sentimento perduto che invece continuò a serbare sopito per il marito, dedicando i suoi restanti giorni solo a crescere la bambina e a svolgere le faccende domestiche, vedendo il sole quasi esclusivamente dalla finestra. Le vicissitudini del padre non meritano nemmeno una descrizione; dettaglio rafforzato dal particolare che, con buona pace di tutti coloro che ebbero la poca sorte di conoscerlo, da molto i suoi stivali non calpestano questa terra. Non era arrivata a compiere nemmeno la maggiore età, Paola, quando aveva abbandonato la casa che l’aveva vista crescere. Così giovane, contrariamente a quanto aveva fatto e suggerito sua madre, già aveva vissuto una lunga serie di tormentate relazioni sentimentali, ma era sola quando trovò il tugurio che ospitò la sua prima indipendenza. Non tardò molto prima di convincersi che l’unica professione che poteva soddisfare le sue aspirazioni ed i suoi vizi fosse quella più antica, senza comprendere in realtà a quante ambizioni avrebbe poi rinunciato. Passò gli anni che di solito si dedicano all’università esaminando la cassetta delle lettere, che in genere non porta che bollette e pubblicità, nell’attesa di qualche improbabile, insperata novità. Il giorno che il caso ci incrociò sullo stesso viale lei già aveva visto tanto mondo, c’era stato un periodo in cui aveva preso aerei con la frequenza con cui si prendono gli autobus, e viveva in una casa più che dignitosa. Finalmente si avvicinò chiedendo: «Quanti anni hai?» […]
giovedì 17 marzo 2011
Il libro del giorno: Sublime madre nostra. La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo di Alberto M. Banti (Laterza)
La rivoluzione delle api, di Serge Quadruppani, traduzione di Maruzza Loria (Edizioni Ambiente). Intervento di Nunzio Festa
mercoledì 16 marzo 2011
Il libro del giorno: Storia dell'Italia unita (Garzanti) a cura di Alberto De Bernardi e Luigi Ganapini
Il Festival della cultura a Galatina (Lecce)
questo mio intervento continua qui
martedì 15 marzo 2011
Il libro del giorno. Sono il numero quattro di Pittacus Lore (Nord editrice)
Oratorio Bizantino, di Franco Arminio, prefazione di Franco Cassano (Ediesse). Intervento di Nunzio Festa
lunedì 14 marzo 2011
Il libro del giorno: La vita segreta di Giuseppina Bonaparte di Carolly Erickson (Mondadori)
Primavera in Borgogna di Luca Terenzoni (Il Filo). Un estratto
"Era il primo sabato di primavera. Quella mattina Francesco aveva deciso di uscire di casa di buonora per recarsi a San Gimignano. Aveva avuto fin da piccolo una predilezione particolare per questo piccolo comune della provincia di Siena, quasi interamente racchiuso nelle mura duecentesche. Inoltre la campagna toscana aveva sempre avuto il potere di infondere in lui un senso di pace e tranquillità. Pace e tranquillità erano proprio quello di cui aveva bisogno in quei giorni: stava infatti passando uno dei periodi peggiori della sua vita. Sentiva di non avere più punti di riferimento, un obiettivo da perseguire. Tutto questo perché, dopo quattordici anni di felice fidanzamento con Laura, la loro storia si era improvvisamente interrotta. L’anno precedente avevano fissato insieme il giorno delle nozze per il 2 maggio 2009, ma non più tardi di tre settimane prima di quel sabato di primavera, lei aveva deciso di lasciarlo. Complice il nuovo lavoro di Laura, e soprattutto nuovi colleghi, la donna che lui credeva sarebbe rimasta al suo fianco per tutta la vita, si era perdutamente innamorata di uno dei consulenti finanziari della società di leasing per cui aveva iniziato a lavorare. Francesco, sebbene ferito profondamente nell’orgoglio e nello spirito, e forse perché l’aveva sempre amata incondizionatamente, aveva apprezzato la sincerità di Laura nel momento in cui lei gli aveva confessato di non provare più nulla per lui, nel corso di quella che sarebbe stata la loro ultima cena insieme, in quel ristorante in cui si erano conosciuti e nel quale erano andati frequentemente durante i loro quattordici anni di fidanzamento. Dalla sera in cui Laura gli aveva confessato, piangendo, di essersi innamorata di un altro uomo, lui aveva smesso di sognare e di avere fiducia nel futuro: non avrebbe mai più avuto il coraggio di immaginare una vita con un’altra donna con la quale sposarsi e avere dei figli. Francesco si sentiva l’inverno nel cuore. Quella mattina, decidendo di tornare a San Gimignano, sperava di trovare quel calore di cui aveva bisogno, affinché la primavera arrivasse anche dentro di lui e non soltanto nell’aria e nella natura circostante."
Titolo: Primavera in Borgogna. Autore: Luca Terenzoni
Casa Editrice: Gruppo Albatros Il Filo. Anno: 2010
Pagine: 155
Prezzo: euro 14,50
info: www.primaverainborgogna.blogspot.comdomenica 13 marzo 2011
Il libro del giorno: Sezione suicidi di Antonin Varenne (Einaudi)
The Power di Rhonda Byrne (Mondadori)
Rhonda Byrne
sabato 12 marzo 2011
Il libro del giorno: Gran circo Taddei e altre storie di Vigàta di Andrea Camilleri (Sellerio)
"L'avvocato del Re" di Maria Serena Camboa (Lupo editore). Un'anteprima
"Ciò che più mi diede fastidio fu di dover chiedere scusa alla collega per essermi lasciata scappare termini pesanti come “testimone falso”. Altrimenti mi sarebbero costati il deferimento al Consiglio dell’Ordine. Si viveva su precari equilibri. Quel pomeriggio stesso avrei preparato le note, pensavo, mentre salivo di corsa al piano del Collegio. Avevo studiato tutta la notte perché temevo di dover affrontare una discussione orale. Invece l’udienza di rimessione si risolse nella consueta formalità: «Per l’Avvocato Borghesi la causa può andare in decisione». Tornai giù velocemente per le ultime due udienze: un mero rinvio e una dichiarazione di contumacia. Finalmente anche per quella mattina avevo finito. Presi l’aperitivo al bar del tribunale con alcuni amici, i quali si congratularono per la grinta sfoderata nella disputa sul teste falso. Ringraziai con riserva: sapevo che cinque minuti prima avevano fatto la stessa cosa con la collega di controparte, esprimendole solidarietà. Li conoscevo bene i miei colleghi. Tutti simpatiche persone da cui ben guardarsi.”
Non sono certo intuito ed ambizione a mancare a Martina Borghesi, giovane avvocato del Foro leccese, segnata da una traumatica esperienza che la lega contraddittoriamente al brillante Teodorico Fuortes. Quando la bellissima Cinzia viene ritrovata cadavere nella fangosa campagna salentina, ad essere accusato del delitto è il fidanzato Giacomo, perfetto capro espiatorio. Chiamata ad assisterlo da Fuortes, Martina scopre presto che nulla è come sembra: oscure ingerenze viziano le indagini, mentre un’accesa campagna elettorale suscita inimicizie e sospetti incrociati. L’avvocato viene a conoscenza di scottanti risvolti della vita locale che la guidano verso una verità terribile e devastante. Un legal thriller all’italiana, in cui si intrecciano giochi di potere, introspezioni psicologiche, cinico arrivismo e il sogno del grande amore. Una scrittura brillante, dinamica, animata da una sottile vena ironica. Un “giallo” singolare, dunque che racconta i crimini e misfatti di un Salento tutto da “indagare”!
venerdì 11 marzo 2011
Il libro del giorno: L'Esordiente di Raul Montanari (B.C. Dalai Editore)
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
Cerca nel blog
Il Castello Errante Di Howl (Steelbook Blu-ray + DVD) - Il castello errante di Howl: Un capolavoro di Miyazaki tra fumetto e animazione
PUBBLICITA' / ADVERTISING "Il castello errante di Howl" è un'opera che ha affascinato il pubblico in due forme diverse ma...
-
Di cosa siamo veramente responsabili? Qual è il margine di libertà delle nostre azioni, anche di quelle che crediamo dipenda...
-
AGNESE MANGANARO live support a SARAH JANE MORRIS Nelle due prossime date italiane del Tour europeo di SARAH JANE MORRIS, la nota jazz singe...