“ Il volume si propone, nello spirito della collana Filigrane di cui inaugura una nuova serie, come uno spazio di confronto comparatistico, di apertura interdisciplinare. Studiosi del Rinascimento e contemporaneisti, critici e teorici, italianisti e germanisti offrono i loro contributi intorno ad una tematica fondante della letteratura a partire dalle sue origini mitiche, disposti a correre il rischio di una apparente dispersività, per puntare sull’incrocio delle traiettorie critiche. Si va da Petrarca, Ariosto e Tasso a Dostoevskij, a Borges, da Pirandello a D’Annunzio, a Sbarbaro, a Ungaretti e Montale, alla narrativa del postmoderno. È questo l’obiettivo della nostra per altro modesta e provvisoria proposta: far scattare la scintilla dell’interpretazione dall’attrito di nuovi sguardi, di angolazioni critiche inedite. L’arte della poesia si basa su un paradosso: essa è depositaria di un segreto che è costitutivamente votata a rivelare. Paradossalmente, proprio di fronte all’incomunicabilità dello strumento poetico emerge prepotentemente la necessità di rappresentare la condizione esistenziale dell’uomo contemporaneo, la sua precarietà, il dissolversi della sua humanitas, ma soprattutto gli esiti della ricerca infinita di quel segreto significato dell’esistere. ”
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domenica 26 settembre 2010
Romamoremorte. Racconti di Aristos, Cristina Del Ferraro, Marco Marsullo, Mauro Petrelli (Enzo Delfino editore)
Un libro, quattro scrittori, quattro racconti in cui i personaggi vivono e uccidono, camminano, strisciano, parlano, e i pensieri muoiono.
Sono storie di emarginazione, di violenza, di sesso, di amore impossibile da comunicare e destinato a finire in maniera dolorosamente tragica. Sono storie che si svolgono a Roma, una Roma di panni stesi, autobus sporchi, rumori di sottofondo, la Roma delle periferie vecchie e nuove che non è certamente (come non lo è mai stata) la città che si offre in pasto ai turisti, immobile, più che eterna.
L'atmosfera va dal pulp de noantri al racconto romantico, dal realismo feroce alla genesi di un racconto, scivolando in un'agevole lettura ma sempre con una caratteristica fondamentale: nascere da un punto di vista uni(vo)co che, ingrandendo e deformando un particolare aspetto della realtà, ce ne rivela il meccanismo complessivo. Ciascuno con il suo stile, eclettico e aderente alla situazione. Tutti con una dote: farsi leggere volentieri, che in fondo è ciò che si chiede a uno scrittore.
tratto da CONFESSA, MALEDETTA di Marco Marsullo
che pareva un assolo di batteria. Istintivamente si portò la mano al petto. Aveva avuto un infarto qualche mese prima e il medico gli aveva categoricamente imposto di non fare sforzi e di non rischiare stupidi spaventi. Come questo, ad esempio. Boccheggiando come un’orata pescata, infilò la mano tremolante nel giubbotto nero di nappa col pellicciotto, ottenendone un vecchio cellulare avvolto in un fodero sgualcito di
tela. Fissò lo schermo per un momento, poi lasciò precipitare verso il basso il braccio che teneva il telefono, come a scaricare una tensione insostenibile. Soffiò fuori dalla bocca un respiro più rumoroso, poi rispose.
sabato 25 settembre 2010
Il libro del giorno: Douin Jean-Luc, Dizionario della censura del cinema (Mimesis edizioni) a cura di Paolo Bignamini
Come semplice lettura o come strumento di consultazione, questo dizionario, nel quale i casi di censura sono raccontati attraverso l’esperienza di attori, cineasti, film, nazioni, percorsi tematici, mostra la molteplicità di un fenomeno che mutila, taglia, cattura, sequestra, brucia, tiranneggia, uccide.
Addio mia concubina, Locandine, Algeria, Altman (Georges), Donna del Bandito (La), Arletty, Autant-Lara (Claude), Barbarella, Brigitte Bardot, Battaglia di Algeri (La), Bergman (Ingmar), Bertolucci (Bernardo), Bogart (Humphrey), Boisset (Yves), Brooks (Louise), Browning (Tod), Buñuel (Luis), Cannes (festival di), Quadrato Bianco, Chahine (Youssef), Chaplin (Charlie), Cina, Quarto potere, Colorazione, Corvo (Il), Delair (Suzy), Desnos (Robert), Dietrich (Marlène), Dieci di Hollywood, Einsenstein (Sergej Michajlovic), Erotismo, Stati Uniti: il Codice Hays, FBI, Final Cut, Genet (Jean), Godard (Jean-Luc), Grande illusione (La), IRA, Italia, Kubrick (Stanley), Lang (Fritz), Looping, Monroe (Marilyn), Nascita di una Nazione (La), Notte e nebbia, Ossessione, Pasolini (Pier Paolo), Peluria, Pull-over rouge (Le), Religione, Scarface, Swanson (Gloria), Assassini Nati, Stupro, Wajda (Andrzej), Warhol (Andy), West (Mae), X, Zulawski (Andrzej)...
Jean-Luc Douin è stato cronista a Combat, caporedattore cinema
a Télérama, capo della redazione libri a Le Monde, dove è attualmente critico cinematografico. Nel 2007 debutta nella narrativa con il romanzo Le premier sommeil.
Paolo Bignamini, giornalista, drammaturgo e regista, scrive sulle pagine di cultura de Il Sole 24 Ore. Le sue versioni teatrali e i suoi testi sono stati rappresentati nei più importanti teatri italiani.
Black Wade (Edizioni Voilier), arriva il sito in italiano!
Si annuncia come il fumetto omo-erotico meglio riuscito della storia dei comics. Cresce l’attesa per Black Wade che sarà ufficialmente presentato il 29 ottobre durante Lucca Comics & Games. Intanto debutta on-line il sito di anteprima in italiano. Aperte anche le prenotazioni attraverso il sito della libreria del fumetto Comic Cult. I primi ordini verranno evasi già dal 30 settembre.
Black Wade – The wild side of love é probabilmente il primo vero fumetto che riesce a mixare il tema omoerotico con una perizia tecnica professionale di grande impatto. Pubblicato in contemporanea dalla Gmunder (in inglese per il circuito internazionale) e dalla H&O per il mercato francese, questa vera e propria graphic novel omoerotica realizzata dal duo Franze & Andarle (italianissimi nonostante i nomi), divenuta estremamente popolare in Europa, arriva finalmente in Italia grazie ad Edizioni Voilier.
Con Black Wade, Edizioni Voilier apre al genere erotico e lo fa con una nuova collana e con una scelta coraggiosa per il mercato italiano: una storia di erotismo gay, di pirati e uomini di mare. Tutto parte quando Jack Wilkins, aiutante luogotenente della Marina Inglese in procinto si sposarsi con una giovane nobildonna, viene rapito dal selvaggio capitano Black, fondamentalmente al fine avere un nuovo giocattolo con cui passare il tempo fra un arrembaggio e l’altro. Quello che Black e Jack non si aspettano, però, e che l’intesa sessuale possa iniziare a trasformarsi in qualcosa di più, e così Black decide – a malincuore – che è meglio separarsi da Jack prima che sia troppo tardi per entrambi. Tornato fra i suoi pari Jack riprende i preparativi per le nozze, ma poco prima della cerimonia viene a sapere che Black è stato catturato dalla marina inglese. Questo rimette tutte le carte in tavola… Jack manderà a monte il suo matrimonio per salvare Black? Per scoprirlo non resta da fare altro che perdersi fra le magnifiche tavole di Black Wade, un vero e proprio spartiacque per questo genere, nonché uno dei fumetti omoerotici meglio realizzati in assoluto.
Per anteprime sul fumetto, download di immagini e sfondi desktop è possibile collegarsi al sito www.jimbocomics.com
Per pre-ordinare il fumetto ci si può collegare al sito della Libreria Comic Cult, www.comiccult.net e ciccare su Balck Wade.
Per info sulla casa editrice: www.edizionivoilier.com
Copie per recensioni possono essere richieste a info@edizionivoilier.com
venerdì 24 settembre 2010
Il libro del giorno: Il fiele e le furie di Gianni Bonina (Hacca edizioni)
Una “storia semplice”, che però si complica perché il caso giudiziario sul primo delitto e gli effetti sociali del secondo determinano una catena di implicazioni che trasferiscono l’interesse privato sulla vicenda su un piano pubblico, coinvolgendo sempre più la città in uno scontro tra parti sociali e istituzioni, entro una spirale che mette giudici contro giudici, società civile contro stampa locale, partiti contro magistrati e che, in una escalation senza tregua, finisce per coinvolgere figure come Stefano Delle Chiaie e ministri come Diliberto, creando a distanza di quasi quarant’anni nuovi effetti dirompenti e nuovi guasti. Ma nessuno saprà mai chi ha ucciso il 25 febbraio Angelo Tumino e nessuno riuscirà a stabilire il contesto nel quale Roberto Campria decide di sparare a Giovanni Spampinato in una sera di fine ottobre davanti al carcere dove si costituisce. Si parlerà di mandanti occulti che avrebbero armato Campria per zittire un giornalista troppo interessato alle sordide manovre eversive in Sicilia, sarà evocata anche l’oscura sciagura di Montagnalonga, saranno battute piste che portano alla Grecia dei colonnelli, saranno adombrate collusioni con il traffico di opere d’arte e la delinquenza comune in combutta con il neofascismo, ma il mistero rimarrà impenetrabile su tutto l’affaire: a designare uno sciasciano teorema siciliano che diventa canone inverso dell’Italia di ieri e di oggi.
Donne di Charles Bukowski (Guanda)
"Donne". Fin dall'inizio, e per tutte le sue trecento pagine, il romanzo è la confessione esplicita, quasi ostentata, di una passione stregante: le donne per Bukowski sono un'attrazione costante, un bisogno che non conosce pause e che non si arresta neppure di fronte alle situazioni più disagevoli, o riprovevoli, o disgustose. No, la ricerca del narrante non si arresta di fronte a nulla, forse perché l'amore, e la lotta, tra i sessi è per lo scrittore americano il mezzo più sicuro per tenersi in rapporto con la realtà. In questo, che è il suo romanzo più esplicitamente erotico, Bukowski racconta con strepitosa immediatezza le sue - vere o immaginarie - avventure d'amore. Storie tumultuose, incontri sguaiati e grotteschi, memorabili o miserabili prodezze, dialoghi enormemente e quasi commoventemente sboccati, sullo sfondo di un'esistenza randagia, segnata da maratone alcoliche, gravata dalla continua e assillante ricerca di denaro, vissuta sempre e rigorosamente on the road
“Afferrai Lydia e ci scambiammo il bacio più lungo della nostra storia. La inchiodai contro il lavandino e cominciai a strusciarle addosso l’uccello. Lei mi spinse via ma riuscii a riacchiapparla in mezzo alla cucina. Lydia mi prese la mano e se la spinse giù nei jeans dentro le mutandine. Con la punta del dito sentii la fica. Era bagnata. Continuai a baciarla e le spinsi il dito dentro la fica. Poi tirai fuori la mano, mi staccai da lei, presi la bottiglia e mi versai un altro bicchiere.” (p.16)
giovedì 23 settembre 2010
Il libro del giorno: IL PROFETA DI SATANA di Silvio Fazio (Stampa Alternativa)
Da "I viaggi dei filosofi" a cura di M. Bettetini e S. Poggi (Cortina) a "Conversazioni con un Gargoyle" di M. N. Lesniewski (Il Rovescio)
Quando pensiamo ai filosofi, pensiamo ad una categoria in perenne movimento, soprattutto per quello che concerne le loro riflessioni, e i loro sistemi di pensiero. Ma il filosofo è anche un viaggiatore, e lo dimostra un libro splendido che ho appena terminato di leggere uscito per i tipi di Cortina a cura di Maria Bettetini e Stefano Poggi con un titolo intrigante: “I viaggi dei filosofi”. Si parla di Platone che finisce nelle mani dei pirati per andare da Siracusa alla sua Atene, si parla di Rousseau per il quale il viaggio rappresenta una necessità biologica, per arrivare a Nietzsche, e al suo delirio Torinese. Un volume che consiglio caldamente come un gioco per il lettore che ama scoprire il mondo delle ricerca interiore. E unitamente a quest’opera, voglio proporre uno spazio anche al lavoro di Marcello Nardo Lesniewski che per i tipi di “Il Rovescio editore” pubblica “Conversazioni con un Gargoyle”. Marcello Nardo è nato a Roma nel 1978. Coltiva da sempre la scrittura come bussola dell'umore, influenzata da un tangibile percepito come "bagliori di luce nella decadenza", paradosso destabilizzante e retaggio storico. L'aggiunta ulteriore del cognome Lesniewski è un omaggio alla moglie Kasia. Entriamo però nello specifico. Si tratta di poco più di 90 pagine animate da una serie di visioni che hanno il comun denominatore della guerra tra il soggetto, l’individuo e la realtà. L’Io parlante è un vero e proprio “fugitivus errans” da intendersi non tanto in chiave romantica come viaggiatore spinto nel mondo dall’amore per la conoscenza, ma come indagatore dei miasmi di tutto ciò che lo circonda. Marcello Nardo Lesniewski conduce il lettore attraverso dimensioni a volte reali a volte frutto della sola componente mnemonica, con l’obiettivo di parlare di destinalità e di abissi che spesso irrompono nella vita di ciascuno di noi senza preavviso. Si tratta comunque di un'opera prima che con dieci racconti disegna un cammino, anzi un vero e proprio viaggio da Barcellona a Nizza a Cracovia. Il Gargoyle allora cosa c’entra! Nel caso specifico assurge a ruolo di metafisica Sfinge, predisposta a dare quiete ai mille interrogativi dei “viandanti” ontici!
mercoledì 22 settembre 2010
Il libro del giorno: LA PERSONA. Etica e ontologia in Nicolai Hartmann di Carlo Scognamiglio (Pensa Multimedia)
Le mani di Persefone di Pierpaolo D’Auria e Michele Tursi (Bes editrice)
continua qui
martedì 21 settembre 2010
Il libro del giorno: L'intermittenza di Andrea Camilleri (Mondadori)
lunedì 20 settembre 2010
Il libro del giorno: Il vento del Texas di James Reasoner (Meridiano Zero)
Il vento del Texas scuote i rami degli alberi mentre le foglie cadute danzano ipnotiche nell’aria. Ritrovare Mandy, figlia di un ricco uomo d’affari di Fort Worth: questo è l’incarico di Cody. Investigatore privato, con un debole per i dipinti western di Frederic Remington, Cody è un uomo tutto d’un pezzo, l’ultima bandiera di una terra che sta cedendo il passo a cactus artificiali, discoteche e corna finte di longhorn.
Mandy era la cantante di un giovane trio che si esibiva nei locali texani. Potrebbe essere scappata con Jeff, il chitarrista del gruppo, anche se Lisa, la pianista, giura di no? O invece è stata rapita? Quello che era cominciato come il più classico dei casi di persona scomparsa assume ben presto colori più crudi. Fra macabri avvertimenti e pestaggi all’ultimo sangue, Cody si ritrova a fare i conti con uno spietato gangster della mafia locale, mentre compaiono i cadaveri e le pallottole cominciano a fischiare troppo vicine. Solo l’amore per Janice gli darà la forza di sciogliere i nodi di un gioco ormai mortale.
Con uno stile teso e asciutto che ricorda Tobacco Road di Erskine Caldwell e una trama fitta di tranelli e sorprese, Reasoner racconta un superbo giallo a tinte noir, pescando a piene mani dalla tradizione americana. Tratteggia un Texas intenso e spietato, molto vicino a quello di James Crumley, fondendo mito e poetica del quotidiano, onore e sofferenza, in un affresco vivido ed emozionante, intelligentemente sospeso fra ballata e melodramma.
La forza di questo romanzo, pubblicato da una piccola casa editrice newyorkese nel 1980 e subito esaurito, a lungo introvabile oggetto di discussione tra fan e infine ripubblicato vent’anni dopo, risiede nel descrivere un mondo credibile – un mondo reale – al di là dei clichè del noir. Il Texas di Reasoner, freddo e battuto dal vento, dove niente riesce a restare fermo e a crescere solido, emerge dalle sue pagine con forza e precisione, grazie a una moltitudine di minimi tocchi capaci di creare una struttura perfetta nella sua essenzialità e nella sua classicità.
Ma il Texas non si limita a essere mera scenografia: è l’orizzonte irrinunciabile in cui si specchiano in ogni momento i protagonisti del romanzo, impregnati della poesia e della tragedia del mondo che li circonda. Tragedia amplificata dalla verità dei personaggi che lo abitano, dal loro essere assolutamente umani, autentici nella loro disperazione, incomprensibili nella loro follia, modesti nella loro normalità.
Questo romanzo, come fa notare lo scrittore Ed Gorman, riesce a raccontare "quello di cui la gente normale si occupa, senza cercare la tragedia a ogni costo", e nel farlo si allontana da quella tendenza, sempre più diffusa nella narrativa contemporanea, che cerca di portare nella letteratura i caratteri e le strutture narrative proprie della fiction televisiva. Di fronte a tanta stereotipata finzione contemporanea, questo libro è una piccola gemma proprio perché si sviluppa all’interno della concreta realtà del delitto. Una realtà abitata da personaggi che non si propongono come calchi dal piccolo e grande schermo, ma che possono essere stupidi o acuti, poveri o ricchi, colmi di risentimento o paura, e che proprio nella loro esistenza quotidianea trovano la strada per scivolare nel delitto.
Il protagonista non è solo un investigatore alle prese con un caso da risolvere, ma un uomo che cerca di capire com’è possibile che nell’universo ordinato delle vite comuni faccia irruzione l’orrore, che cerca di aggrapparsi alla propria umanità, alla giovinezza, all’amore, per non sprofondare in un vortice di caos.
Gorman ricorda una frase di Raymond Chandler, secondo cui il vero noir dev’essere in grado di soddisfare le aspettative del lettore anche in assenza dell’ultimo capitolo. Questo è senz’altro il caso di Reasoner, che conquista per la sua capacità di scavare in una storia e di raccontare l’odio, l’amore, la paura, la follia e il rimorso, mettendo il lettore di fronte alla parte più intensa della sua umanità.
«Questo è un libro significativo perché è capace di creare un mondo alla perfezione – quello del Texas – attraverso i suoi personaggi, la sua sociologia, e soprattutto la semplicità del suo protagonista, esponente della classe media lavoratrice. […]
Nel Vento del Texas, Reasoner costruisce un mondo reale. La gente parla di soldi, di figli, di lavoro, legge certi libri, ascolta certa musica, guarda certi film. I riferimenti alla cultura popolare fanno parte dello svolgimento della storia, sono le cose di cui parla la gente comune, senza scivolare in emozioni di portata wagneriana.»
Ed Gorman
Ma gli occhi chiusi di Ramon Trinca (libro +cd) per conto di Mimisol edizioni
alba ispirata
e che dire?
pomeriggio ipnotico impunito.
infine questa sera e le mie pagine con
sapore d'asfalto - presente?
qui gira una mosca
gira gira una mosca
attraversa nervosa ogni
numero civico della mia pazienza
gira si rigira
e si posa.
- ecco
piccola stronza ...
Libro:
Progetto grafico e impaginazione: Mirko Visentin
In copertina: Manifesto di Ramon Trinca
All'interno: Il Pianista, Bukowski e Prova per una disperazione di Ramon Trinca
Foto backstage: Paolo Formisano
Disco:
Testi e voce: Ramon Trinca
Musiche: Enrico Lucchese e Mirko Visentin
Pianoforte: Mirko Visentin
www.ultimopoeta.net
domenica 19 settembre 2010
Il libro del giorno: Ultima notte a Twisted River di John Irving (Rizzoli)
Sir Gawain e il cavaliere verde. Perla e sir Orfeo di John R. R. Tolkien (Edizioni Mediterranee)
E’ accaduto già con un altro caso letterario: il “Necronomicon” di Howard P. Lovecraft. Il dibattito ancora oggi tutt’altro che concluso, verte sul tentativo di comprendere se ci si trovi dinanzi ad un’opera di pura fantasia o se il contenuto del celeberrimo “grimorio maledetto” abbia contenuti reali e dunque, per gli argomenti trattati, inquietanti. La stessa cosa accade per un altro libro, scritto dall’autore di una delle saghe fantasy più celebri, ovvero J. R. R. Tolkien con la sua opera immensa “Il Signore degli Anelli”. Ma non è di questo libro che voglio parlare in questa sede. Vorrei segnalare un lavoro che è frutto di anni e anni di studio da parte dell’autore, della letteratura e lingua scandinava e romanza e della loro cultura magica ed esoterica. Faccio riferimento a “Sir Gawain e il cavaliere verde. Perla e Sir Orfeo” edito quest’anno dalle edizioni Mediterranee. Nella tradizione della storia della letteratura, Sir Gawain e il Cavaliere Verde o Sir Galvano e il Cavaliere Verde è un romanzo scritto in medio inglese (XIV secolo) che racconta le vicende avventurose di Galvano, membro della Tavola Rotonda, che accetta la sfida lanciata da un misterioso cavaliere verde ( e quando Tolkien parla di cavaliere verde lo fa in senso letterale cioè verde dalla testa ai piedi). La sfida consiste in questo: il Cavaliere Verde sostiene che consentirà a chiunque di infliggergli un colpo di ascia senza difendersi a condizione che egli stesso però possa restituire il colpo allo scadere di un anno e un giorno esatti. Gawain accetta e con un sol colpo decolla lo sfidante. Questi non muore ma raccoglie la sua testa, salta su a cavallo e rimembra a Galvano che gli deve soddisfazione alla data concordata. Sir Galvano, comincia così il suo rocambolesco viaggio per raggiungere il luogo prescelto ove riceverà il colpo, dimostrando il suo spirito di nobile cavaliere e la sua straordinaria lealtà. Si tratta fondamentalmente di un romanzo in prosa poetica, o se si preferisce di un poema in forma di romanzo, epico, e ricchissimo di simbologie occulte e singolari. Il suo retroterra socio/culturale è quello del folklore gallese e inglese. Nell’edizione voluta dalla casa editrice romana, c’è posto anche per la storia di “Perla e Sir Orfeo” che narra di un uomo che perde la sua preziosa perla tra l'erba di un giardino e ha la visione del paradiso. L’intramontabile mito di Orfeo ed Euridice visto con gli occhi di un grande studioso del Medioevo. Libro imperdibile, con tanto di dosi massicce di avventura, magia, esoterismo, misticismo, amore e morte lungo le pagine di tre testi del XIV secolo riscritti per i lettori di oggi dall'autore de Il Signore degli Anelli.
venerdì 17 settembre 2010
Il libro del giorno: Notturno di Sole di Rosa Montero (Salani)
Il 30 settembre uscirà per Fanucci editore Devil Red di Joe R. Lansdale
Non ancora paghi delle ultime avventure e dell’incontro con la leggendaria killer Vanilla Ride, Hap e Leonard decidono di continuare la loro attività di investigatori privati, anche se vorrebbero poterla svolgere nella legalità, una volta tanto. Il primo caso che affrontano, però, è uno dei più incredibili che sia mai capitato loro, e tra una specie di setta vampirica, una strampalata organizzazione di killer mercenari, Hap è sull’orlo di una crisi di nervi. Ma non c’è tempo per riposare: lui e Leonard sono troppo impegnati nel disperato tentativo di non farsi ammazzare da una serie di personaggi che li hanno presi di mira, tra cui il killer Devil Red, la Dixie mafia e una loro vecchia conoscenza, che potrebbe rivelarsi un prezioso alleato o il peggiore nemico mai affrontato.
Joe R.Lansdale (1951) è autore di oltre venti romanzi e più di duecento racconti. Ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti, tra cui l’Edgar Award per In fondo alla palude, e il Bram Stoker Horror Award (sei volte). Per Fanucci Editore, che oggi pubblica in esclusiva le sue opere, sono usciti anche i romanzi Atto d’amore, Freddo a luglio, L’anno dell’uragano, Il lato oscuro dell’anima, L’ultima caccia, Echi perduti, Freddo nell’anima, Il valzer dell’orrore, La ragazza dal cuore d’acciaio, Fuoco nella polvere, La morte ci sfida, Il carro magico, Sotto un cielo cremisi (quest’ultimo parte della fortunatissima serie di Hap e Leonard) e le antologie di racconti Maneggiare con cura e Altamente esplosivo.
Il libro del giorno: Romanzo Meridionale di Sergio D'Amaro (Besa editrice)
Sergio D’Amaro ha pubblicato testi di poesia, narrativa e saggistica. Collabora alle pagine letterarie di quotidiani e riviste. Tra i suoi titoli più significativi ricordiamo: Il ponte di Heidelberg (1990), Canti del Tavoliere (2003), Beatles (2004), Terra dei passati destini (2005), Un torinese del Sud (in coll. con G. De Donato, 2005), Il nostro Adriatico. Dall’una all’altra sponda (2006), 20th Century Vox - Poema cinematografico in nove scenari (2009).
Fuori dal cerchio. Viaggio nella destra radicale italiana, di Nicola Antolini (Elliot). Intervento di Nunzio Festa
Fuori dal cerchio. Viaggio nella destra radicale italiana, di Nicola Antolini, Elliot (Roma, 2010), pag. 382, euro 18,50.
giovedì 16 settembre 2010
Il libro del giorno: La notte ha cambiato rumore di Maria Dueñas (Mondadori)
Giuliano Pavone, L’eroe dei due mari (Marsilio)
Non sono molti i libri d’esordio che si fanno notare prima di venire pubblicati, e ancora meno quelli di cui si comincia a parlare prima che abbiano trovato una casa editrice. Eppure è esattamente quello che è successo a L’eroe dei due mari di Giuliano Pavone. Il romanzo era ancora un dattiloscritto in cerca di editore quando l’estate scorsa Tommaso Labranca ne ha scritto un’entusiastica recensione sulla rivista Film TV, concludendo con queste parole: "Spero proprio che qualcuno lo pubblichi perché il romanzo oltre a essere divertente come una vecchia commedia all’italiana degli anni 70 è illuminante se si vogliono capire i recenti risultati elettorali". L’articolo viene notato e ripreso da alcuni siti e blog letterari, come Booksblog e Il Recensore, ed è grazie a questi ultimi che la Marsilio scopre l’esistenza del testo, se lo fa mandare dall’autore e decide all’istante di pubblicarlo. Da allora, probabilmente per via di uno spunto narrativo assai originale e intrigante – un famoso calciatore brasiliano che per mantenere fede a un insolito voto decide di andare a giocare gratis per una stagione nella disastrata squadra del Taranto - la curiosità e l’interesse intorno al romanzo non hanno fatto che crescere, e soprattutto sul web ma non solo si moltiplicano gli articoli e le segnalazioni di un libro che ancora pochissimi per ora hanno letto ma già molti aspettano con ansia!
Giuliano Pavone, L’eroe dei due mari Marsilio Editori.
In libreria dal 29 settembre 2010
Una ironica e tagliente commedia sociale sull’Italia di oggi, a mezza strada tra i romanzi di Gaetano Cappelli e Che la festa cominci di Niccolò Ammaniti
Taranto, la città dei due mari, dei tre ponti e dello stabilimento siderurgico più grande d’Europa, con record in fatto di inquinamento e morti bianche. Taranto, periferia da sempre, viene portata da un clamoroso evento sportivo al centro dell’attenzione mondiale, dibattendosi fra velleitari sogni di riscatto e l’immagine inevitabilmente folkloristica che ne danno i mass media: Luís Cristaldi, attaccante brasiliano dell’Inter, uno dei migliori calciatori al mondo, in ossequio a un insolito voto annuncia di voler giocare una stagione gratis nel Taranto, che grazie alle prodezze del suo nuovo campione sogna la promozione in serie A per la prima volta nella sua storia. Ma attorno all’euforia dell’intera popolazione tarantina per l’idolo carioca resta la città con i suoi mille problemi, la malapolitica, la malasanità, le morti sul lavoro, la disoccupazione galoppante, mentre nell’ombra misteriose voci al telefono si scambiano accordi lasciando presagire niente di buono. Una storia corale, dove ironia e sprazzi di poesia si alternano a ritmo serrato. Una favola paradossale, ma allo stesso tempo realistica, sui meccanismi dell’informazione, i rapporti fra Nord e Sud, il calcio moderno e quello di provincia. Un romanzo che diverte, commuove e fa riflettere.
"In una Taranto che è per una metà morbida, azzurra e caraibica e per l’altra cupa d’acciaio e ciminiere, l’arrivo di un leggendario fuoriclasse che onorando un voto sceglie di giocare proprio nella modesta squadra locale, darà l’illusione di poter disperdere i veleni che si addensano sul centro siderurgico più grande d’Europa. A partire da questo evento Giuliano Pavone rimescola abilmente le esistenze di titubanti spose promesse e scaltri teleguaritori, modelle pentite e cinici faccendieri, disoccupati disorganizzati e giornaliste maliarde in un romanzo che ha i colori, la perfidia e la comicità debordante di un’ indimenticabile commedia all’italiana"
Gaetano Cappelli
"Pavone descrive mirabilmente l’entusiasmo calcistico eccessivo, quasi irritante, di alcuni accidiosi personaggi che si muovono sullo sfondo delle decadenze, delle mollezze e dei veleni italsiderei tarantini. Un atteggiamento che potrebbe essere facilmente pantografato su tutto il Paese"
Tommaso Labranca
"Sembra scritto per essere un film. Nessuna concessione allo stiloso fine a se stesso, e un sacco di trovate molto divertenti anche per chi, come me, non ama il calcio"
Peppe Fiore
Un romanzo diventato un caso prima ancora della pubblicazione!
Giuliano Pavone (1970) è nato a Taranto e vive a Milano. Giornalista, ha pubblicato libri sul calcio, sul cinema e umoristici. L’eroe dei due mari segna il suo esordio nella narrativa.
mercoledì 15 settembre 2010
Il libro del giorno: Vita sentimentale di un camionista di Alicia Bartlett Cimenez (Sellerio)
Di una verità si capisce solo ciò che siamo preparati a capire. Date retta a me, Cardinà! di Giuseppe Cristaldi
Cardinà, chè poi voi potete comprendermi, chè Dio a voi ha dato una sua costola per davvero, altro che ad Adamo, date retta a me. Chè Dio a voi ha donato qualcosa di Sé; credete forse non sapesse che un Adamo avrebbe peccato? Diciamocelo ora, che le fiamme fanno le trecce nel camino, e niente è inferno, e tutto è calore. Avvicinatevi Cardinà… salsiccia o bruschetta? Lasciate l’inghippo delle campane, mandate una di quelle guardie svizzere a cozzarci con l’elmetto, non replicherà fidatevi, non conoscono parole le maschere del carnevale che non sfila. Eh? Credete non sapesse che avrebbe peccato? La costola sua immanente ce l’avete voi del Vaticano, fidatevi, specie voi, Cardinà, che siete, aspè che me lo ripasso in mente, che ci vuol dedizione nella pronuncia di taluni sintagmi: Cardinale Renato Martini, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Cardinà, che voi potete comprendermi per davvero, che sono pastore pure io e non di uomini, peggio, di vacche, opulente o macilente, nerborute o spossate, al macello o immerdate fra i fastelli di paglia. Qui tra Lazio e Campania, fazzoletti stropicciati di terra amara scampati all’asfalto. Aspettate che vi sistemo il cuscino, che sennò ve ne andate col sedere duro e poi nemmeno intercessioni con la fortuna mi farete guadagnare più. Lasciate che vi tratti. Sentite, io debbo dirvela, taglio la testa al toro: c’ho una masseria a due chilometri dalla centrale del Garigliano, sì quella nucleare che stanno smantellando, e insomma, insieme a questa centrale c’ho pure l’amore per gl’animali miei, tutti, nessuno escluso, pure le pantegane. S’è atteso tanto, e prima valla a ingravidare, e poi falla mangiare bene, e poi chiama il veterinario De Roma proprio, che lì ne capiscono meglio di noi che dialoghiamo con l’alta casta dei montoni, e pompale aria calda durante le notti invernali ché il vitellino non ne risenta del clima incazzato, e così e cosà. Sentivo amore per quel vitellino, nemmeno m’era nato e segnavo le croci sul calendario man mano che il giorno s’avvicinava. Poi d’un tratto una notte la vacca s’affloscia e comincia a straziarsi tutta in un sisma endogeno. E sveglio la moglie, e dico vuoi vedè che s’è deciso a uscire, vuoi vedè? Chiamo il veterinario, noi tutti della famiglia accerchiamo la vacca e che succede, Cardinà?, indovina che capita a noi poveri pastorelli: il vitello ci viene fuori sì, ma con tre teste! Dico davvero, Dio fulminasse me e la menzogna, c’aveva tre teste. Tutte che schiamazzavano all’unisono, pronte a morire un minuto dopo. Cardinà, avevamo un appuntamento con l’infarto tutti quel giorno. Pure il veterinario, che in uno sprazzo di lucidità seppe dirmi: ‘bene t’è andata che non sia nato un tuo figlio così, meglio che sia successo all’animale, è colpa dell’uranio, è colpa della centrale!’ E allora per sicurezza, che non si sa mai, c’ho portato mia moglie dal veterinario degli uomini, perché notavo che s’arrabbiava facilmente, insomma, Cardinà, il dottore mi fa: ‘sai c’ha la tiroide impazzita, bisogna asportargliela, e questo per via della centrale del Garigliano, sì, quella nucleare’. E vabbò, provveda Iddio. Poi capirete, Cardinà, Dio provvederà pure, ma ha i suoi tempi, le sue burocrazie, e così e cosà, a Peppino, il mio primogenito, ci diagnosticano un tumore al cervello, ma la cosa strana sapete quale fu? Che il dottore, oncologo stavolta, ci dice: ‘è per la centrale, fidatevi, sì, quella nucleare’. Come perché, Cardinà? Mi capirete, voi, proprio voi che c’avete in corpo la vera costola di Dio, altro che Adamo, capirete, che una cosa volevo significarvela, senza offesa, sia chiaro. Voi che, aspettate che me lo ripasso in mente, che certe cose non si dicono così d’istinto, siete il Cardinale Renato Martini, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Bene, voi e tutta la vostra rispettabile equipe non potete scrivere in ogni dove che ‘Assicurata la sicurezza degli impianti e dei depositi, regolati in maniera severa la produzione, la distribuzione e il commercio dell’energia nucleare, mi sembra vi siano i presupposti per una politica energetica ‘integrata’ , che contempli quindi, accanto a forme di energia pulita, l’energia nucleare’. No, che non lo potete dire o scrivere, perché se in questo momento faceste levitare il vostro sedere fino alla mia vacca madre, e le chiedeste di suo figlio e del mio, se permettete, perfino ella saprebbe dirvi che il nucleare non è una pagnotta sacra da liquidare in una celebrazione eucaristica, anzi, in un’omelia. Anch’ella saprebbe dirvi che è tutta una combutta internazionale tesa a bonificare dal nucleare gli stati occidentali galletti, a discapito della nostra Italia, pronta come una verginella a produrre l’orgasmo dell’energia conveniente da regalare a chi quell’energia non la possiede più perché derivata dal nucleare, silente e omicida. Anche la mia triste vacca, che partorisce vitelli con tre teste, saprebbe dirvi che il costo dell’Uranio è aumentato dal 1994 al 2007 del 315%, e che nel nostro paese bislacco si fa presto a confondere la lungimiranza e la responsabilità civile con le fomentazioni comuniste, gli allarmismi immotivati, il baccagliare dei soliti stronzi e così e cosà. Anche la mia triste vacca che partorisce vitelli con tre teste saprebbe dirvi che le scorie radioattive sono faccenda centennale, che alcune di queste hanno conosciuto Dante Aligheri e Cecco Angiolieri e possono ancora raccontarcelo da vive, che nel vicino 2008 la centrale francese di Tricastin ha disperso nei fiumi circostanti 360 kg d’Uranio, durante la pulitura di una cisterna, per non parlare poi degli incidenti di percorso significativi accaduti nel 2005 a Shellafield (GB) e nel 2006 in Bulgaria, presso la centrale di Kozlodui. Oppure nella centrale di Kashiwazaki, in Giappone. E così e cosà, insomma, Cardinà, io il mio primogenito non l’ho cresciuto con tre teste sulle spalle, eppure m’è morto anche lui per la centrale, chè il cervello suo era come un blocco di sterco arso al sole. Date retta a me, Cardinà, non è bello proprio sentirvi dire e scrivere certe cose, e in più senza saperne nulla, che anche la vacca mia, quella a cui è perito il vitello, quello con tre teste sì, pure quella vacca saprebbe informarvi sul fatto che i bambini è facile che piglino il male del bimbo mio fino ad una distanza di 45 chilometri, che insomma, Cardinà, star sconfinati o star nella capitale non è che si scappi come lepri agli artigli atomici. Vabbè, Cardinà, il fuoco non fa più fiamme, date retta e me, lasciamoci così, come piace voi, che le vacche vogliono che le si governi e mia moglie s’è atrofizzata in un letto da anni oramai, date retta a me, lasciamoci così, che tanto di una verità si capisce solo ciò che siamo preparati a capire. Lasciamoci così, con tre teste: Padre Figlio e Spirito Santo, Cardinà.
NOTA: Per approfondire i dati intercalati nel racconto si consiglia la lettura di La Combustione dell’Anima di Agostino di Ciaula (ed. Lombardo)
martedì 14 settembre 2010
Il libro del giorno: Le valchirie di Paulo Coelho (Bompiani)
Incontri ravvicinati. Avvistamenti e contatti da mondi lontani di Pier Giorgio Viberti (Giunti)
A tutt’oggi c’è una branca del sapere che difficilmente riesce a soddisfare dei parametri di oggettività e analisi di studio tali da poterla considerare una scienza, anche se organismi come il C.U.N (Centro ufologico nazionale) stanno da anni portando avanti questa difficilissima battaglia. Parliamo ovviamente dell’'Ufologia che si occupa come campo di interesse dei fenomeni UFO. In Italia l’ufologia prende anche il nome di “Ovniologia” dall'acronimo OVNI (Oggetto Volante Non Identificato). L’ufologia, a onor di cronaca, si divide in ulteriori sottosezioni di studio come l’esobiologia, e l’astrobiologia (la scienza sperimentale che si occupa della vita extraterrestre) solo per citare al volo qualche esempio .
Si tratta dunque secondo i sostenitori più puri di questa – al momento – pseudoscienza, di un incrocio multidisciplinare di studi che vanno dalla ricerca storico-documentale attraverso il reperimento e catalogazione di documenti e foto sino a ricerche che toccano la Fisica, la Chimica, la Medicina, l’Astronomia, la Psicologia. Purtroppo l’ambiente ufologico, come in tutti quei sistemi non ben definiti, è ricchissimo di esponenti che per motivi commerciali, religiosi, o di pura auto/esaltazione lambiscono la cialtroneria e la ciarlataneria, dunque offuscando tutta quella porzione di seri ricercatori che con dedizione e serietà portano avanti i loro studi. Ad ogni modo dopo circa un sessantennio dalla sua nascita, l’Ufologia vede i suoi studi tutt’altro che conclusi. Oggi finalmente una piccola enciclopedia sugli U.F.O., a costo veramente modico (7,90 euro), è a disposizione di quanti vogliono saperne di più sugli oggetti volanti non identificati grazie alla casa editrice Giunti di Firenze. Parliamo di “Incontri ravvicinati. Avvistamenti e contatti da mondi lontani”di Pier Giorgio Viberti, che in poche parole sarebbe una riedizione (supervisionata dall’immenso Roberto Pinotti) riveduta e corretta di quello che la casa editrice Demetra ha editato qualche anno fa. Certamente con questo libro non saprete i segreti sull’Ufo Crash del ‘33 in Italia, o non arriverete ad avere una panoramica esaustiva circa l’esistenza di un governo ombra frutto di uno scellerato patto tra Grigi e i Potenti della Terra, ma di sicuro avrete un’infarinatura discreta di cosa sia l’ufologia e di cosa si occupa. Assolutamente da avere nella propria Biblioteca.
lunedì 13 settembre 2010
Il libro del giorno: Il rischio di Bourne di Robert Ludlum e Eric Van Lustbader (Rizzoli)
La dodicesima vittima di Iris Johansen (Leggereditore, gruppo Fanucci)
Comincio questo intervento citando David Cronenberg: “ … la letteratura non è divisibile in generi o mainstream, esistono solo romanzi belli o brutti e io la vivo come un grande oceano dove non resta che tuffarmici dentro.”.Niente di più vero soprattutto quando poi si scoprono lavori splendidi, avvincenti come un film, emozionanti con un videogame da piattaforma X/Box o Play Station 3, non incasellabili in un genere, o in una categoria letteraria. Ebbene qualche giorno fa Leggereditore (gruppo Fanucci ) mi invia l’ultimo lavoro su Eve Duncan di Iris Johansen (maestra indiscussa del brivido contemporaneo) dal titolo “La dodicesima vittima”, libro pieno zeppo di tutti gli ingredienti indispensabili per diventare un successo: fantasmi, sette segrete, paranormale e sangue. Iris Johansen, affermata autrice di romanzi rosa e storici (ha superato la soglia dei cinquanta titoli), esordisce nel 1996 nella crime fiction. I suoi thriller, tra cui la serie dedicata al personaggio di Eve Duncan, sono costantemente ai vertici delle classifiche del New York Times. Vive in Georgia con il marito e i suoi due figli. La storia parla dell’omicidio brutale di Nancy Jo, diciannovenne figlia del senatore Ed Norris, la quale viene ritrovata senza vita con un calice d’oro finemente istoriato in mano. Con una rapida e mozzafiato sequenza di “cambio immagini” ad opera dell’autrice, la scultrice forense Eve Duncan si ritrova nel suo frigorifero di casa un calice uguale a quello della vittima colmo di sangue. Macabro avvertimento del serial killer Kevin Jelak, psicoticamente convinto di diventare un vampiro dai poteri immensi grazie al sangue che riesce a prendere dalle sue vittime, che sceglie (dopo accurata selezione) tra soggetti forti nello spirito e nella carne. Da quando però Eve Duncan ha ucciso il killer Henry Kistle – il rifornitore inconsapevole di sangue di Jelak – l’uomo ha giurato che lei sarebbe stata la dodicesima vittima, la prescelta per farlo diventare il principe dei non/morti. Il contatto fra Joe Quinn, detective scettico al paranormale della polizia di Atlanta e compagno di Eve, e Megan Blair, sensitiva fidata confidente di Eve, ha scatenato i poteri extrasensoriali di Joe che si ritroverà faccia a faccia col fantasma di Bonnie, la figlioletta di Eve scomparsa qualche anno prima, e con quello di Nancy Jo. Questo è l’inizio del gioco mortale organizzato in “La dodicesima vittima “ di Iris Johansen a “danno” dei lettori, che dovranno preferibilmente leggere questo libro mai lontani dalla luce. La forza di questo libro è che rimette in gioco il significato della forza del sangue che fortemente si ricollega a rituali esoterico/cannibalici di una buona parte di sette occulte realmente oggi esistenti. Che si creda o no a queste cose poco importa, ma di certo il libro in questione ne viene gigantescamente valorizzato, rendendolo un’opera assolutamente da non perdere.
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