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giovedì 23 settembre 2010

Da "I viaggi dei filosofi" a cura di M. Bettetini e S. Poggi (Cortina) a "Conversazioni con un Gargoyle" di M. N. Lesniewski (Il Rovescio)










Quando pensiamo ai filosofi, pensiamo ad una categoria in perenne movimento, soprattutto per quello che concerne le loro riflessioni, e i loro sistemi di pensiero. Ma il filosofo è anche un viaggiatore, e lo dimostra un libro splendido che ho appena terminato di leggere uscito per i tipi di Cortina a cura di Maria Bettetini e Stefano Poggi con un titolo intrigante: “I viaggi dei filosofi”. Si parla di Platone che finisce nelle mani dei pirati per andare da Siracusa alla sua Atene, si parla di Rousseau per il quale il viaggio rappresenta una necessità biologica, per arrivare a Nietzsche, e al suo delirio Torinese. Un volume che consiglio caldamente come un gioco per il lettore che ama scoprire il mondo delle ricerca interiore. E unitamente a quest’opera, voglio proporre uno spazio anche al lavoro di Marcello Nardo Lesniewski che per i tipi di “Il Rovescio editore” pubblica “Conversazioni con un Gargoyle”. Marcello Nardo è nato a Roma nel 1978. Coltiva da sempre la scrittura come bussola dell'umore, influenzata da un tangibile percepito come "bagliori di luce nella decadenza", paradosso destabilizzante e retaggio storico. L'aggiunta ulteriore del cognome Lesniewski è un omaggio alla moglie Kasia. Entriamo però nello specifico. Si tratta di poco più di 90 pagine animate da una serie di visioni che hanno il comun denominatore della guerra tra il soggetto, l’individuo e la realtà. L’Io parlante è un vero e proprio “fugitivus errans” da intendersi non tanto in chiave romantica come viaggiatore spinto nel mondo dall’amore per la conoscenza, ma come indagatore dei miasmi di tutto ciò che lo circonda. Marcello Nardo Lesniewski conduce il lettore attraverso dimensioni a volte reali a volte frutto della sola componente mnemonica, con l’obiettivo di parlare di destinalità e di abissi che spesso irrompono nella vita di ciascuno di noi senza preavviso. Si tratta comunque di un'opera prima che con dieci racconti disegna un cammino, anzi un vero e proprio viaggio da Barcellona a Nizza a Cracovia. Il Gargoyle allora cosa c’entra! Nel caso specifico assurge a ruolo di metafisica Sfinge, predisposta a dare quiete ai mille interrogativi dei “viandanti” ontici!

1 commento:

  1. Grazie di cuore per aver letto e commentato il mio libricino.

    Ho trovato molto interessante il concetto di "fugitivus errans". In effetti, questo è uno dei temi predominanti dei racconti: la ricerca dell'esogeno attraverso l'esperienza endogena, partendo dal presupposto che l'Universo sia come un infinito frattale. Tutto è contemporaneamente microcosmo e macrocosmo.

    Un altro focus concettuale è sicuramente "l'abisso all'improvviso". Una delle controindicazioni della diffusione tecnologica e scientifica è spesso la perdita di punti cardine per l'individuazione pacifica dei propri limiti. L'equilibrio non può essere che effimero se raggiunto attraverso lo sfruttamento forsennato delle risorse e/o l'ipertrofia della personalità. È paradossale come l'uomo sia, senza esserne pienamente cosciente e anzi recriminando, prima e incontrastata causa del suo mal.

    Intanto, tra individuo del Primo Mondo e individuo del Terzo, per quello che riguarda condizioni, opportunità e aspettative di vita, il divario è vicino a quello che passa tra due classi diverse di vertebrati.

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