Tutto molto occasionale, casuale e, come accade nella vita di tutti, con milioni di cose non dette, lasciate fuori. Ma non ho certo dimenticato le tante amiche e i tanti amici che mi hanno aiutato e confortato nel corso degli anni e che considero la mia più grande fortuna. Quanto alle mutandine, figurano solo nel titolo, cui non ho saputo rinunciare. Nel libro non ce ne sono, non c'è gossip, non ci sono rivelazioni piccanti né ricordi maliziosi (anche se, volendo...)".
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mercoledì 21 aprile 2010
Il libro del giorno: Mutandine di chiffon, memorie retribuite. Di Carlo Fruttero (Mondadori)
Tutto molto occasionale, casuale e, come accade nella vita di tutti, con milioni di cose non dette, lasciate fuori. Ma non ho certo dimenticato le tante amiche e i tanti amici che mi hanno aiutato e confortato nel corso degli anni e che considero la mia più grande fortuna. Quanto alle mutandine, figurano solo nel titolo, cui non ho saputo rinunciare. Nel libro non ce ne sono, non c'è gossip, non ci sono rivelazioni piccanti né ricordi maliziosi (anche se, volendo...)".
Elsie V. Aidinoff, Il giardino (Fanucci): nel nome di Dio, un duello letterario
Il mistero del peccato originale, l’ansia di Dio e le perplessità sul sacro. Due scrittori ottantenni si interrogano sul mito più antico del mondo e rivisitano
“La donna, per cristiani ed ebrei, è colei che ha portato il peccato nel mondo: è un’ingiustizia e mi dà sui nervi. Ma per favore non chiamatemi femminista”. (Vanity Fair)
Nota di Elsie Aidinoff autrice di “Il giardino”, edito da Fanucci
L’idea di Il Giardino mi è venuta tanti anni fa, in chiesa, mentre veniva letto il terzo capitolo della Genesi, quando Dio accusa Adamo di aver mangiato la mela e Adamo risponde: «È stata la donna che mi ha dato del frutto dell’albero.» (A sua volta Eva dà la colpa al Serpente, che è ugualmente reprensibile.) Quel giorno, la risposta così familiare – scaricabarile! – mi ha aperto le porte del Giardino. Da quel momento in chiesa, non riuscivo a togliermi Eva dalla testa. Mi è sempre parso sbagliato che nella religione, come nella mitologia, la donna sia spesso accusata di aver introdotto il peccato nel mondo. Mentre pensavo a Eva nell’Eden, i personaggi hanno cominciato a muoversi e a crescere in modi inattesi e il racconto ha preso vita. Mi nascevano dentro delle domande stimolanti: il Giardino dell’Eden è il Paradiso? Il Paradiso è quella cosa lì: un posto bellissimo in cui tutti i nostri bisogni fisici vengono automaticamente soddisfatti? Possiamo eludere la responsabilità morale obbedendo ciecamente a un ‘essere superiore’? Perché ci è stata dato il raziocinio?
Il ritratto che faccio di Dio nel Giardino è stato influenzato da un soggiorno a Santa Fe, in cui mi sono occupata dello sviluppo della bomba atomica a Los Alamos. Gli scienziati che hanno creato la bomba avevano una grande passione per il loro lavoro: erano totalmente assorti, elettrizzati, ubriachi di entusiasmo intellettuale. Ma per quanto fossero geniali, non si fermarono mai a considerare le conseguenze morali della bomba o le sofferenze che avrebbe causato. Lì ho cominciato a pensare che Dio, Iddio, potesse in qualche modo somigliare agli scienziati di Los Alamos: un creatore totalmente assorto dalle sue creazioni, impaziente di verificare le sue teorie (o almeno di vederle funzionare secondo il progetto iniziale), inconsapevole del costo in termini umani. Mi sono presa alcune libertà con lui, ma non credo che il comportamento che gli ho attribuito sia in contrasto col suo personaggio: il Dio dell’Antico Testamento è un essere collerico e irruente. A mano a mano che approfondivo la mia conoscenza del Giardino dell’Eden, mi sono resa conto che l’eroe della storia era il Serpente, il Prometeo degli Edeniti, se così si può dire. Prometeo ha dato il fuoco agli esseri umani, il Serpente ha dato loro la capacità di ragionare; se non fosse stato per il Serpente, forse Adamo ed Eva sarebbero ancora lì nel Giardino, con la loro progenie, senza sapere cosa farsene del raziocinio. Forse il Serpente è
Elsie V. Aidinoff, Il giardino, pp. 420, 17,00 euro, Isbn 978-88-347-1581-9
martedì 20 aprile 2010
Enrica Morgese, “Controversi Oltrelatoga”. (Perrone Lab)
L’esperienza esemplare della poesia, così come dovrebbe essere, fuori dalle acrobazie retoriche o le lettere morte della vacua letterarietà, si traduce in un “sentire” e uno “stare” nelle cose, e di conseguenza, in un tipo di scrittura che garantisca che “la realtà del mondo non sarà sottovalutata”, per usare le parole di Neruda. Non a caso in queste poesie una lingua vibrante e concreta cattura la realtà, come in “Consegnarsi” dove l’esperienza del dolore viene filtrata nella descrizione del bagliore carnale di un pomodoro squarciato, nel lucente rosso che trasla, in metafora psichica, la vulnerabilità dell’anima o la ferita di un abbandono.
Partendo dal dato fenomenico di un ortaggio, attraverso la poesia, si attua la trascrizione simbolica di un “patire”, creaturale insieme con il mondo, che sarà poi contrappunto di tutta la raccolta. Percorso iniziatico, sulla via di uno scavo esistenziale, che diventa sguardo straniante e rielabora un modo nuovo di guardare anche sé stessi: (“Disconosco”) Quella donna, / la vedete anche voi? / quella dalla sagoma fuori contesto… Trasalgo./Quanto a me, io non la (ri)conosco”. L’autrice ci dice che la dimensione poetica, essendo altro dal linguaggio della prassi, è in grado di rivelare zone latenti dell’interiorità e stabilire un contatto profondo con ciò che giace nascosto. Partendo dall’osservazione e dall’auto-auscultazione, si sommano visioni e ricordi, attraverso l’uso ben calcolato del correlativo oggettivo, espediente novecentesco, che rende palpabile il sentimento di disagio, o per meglio dire tutto il peso di una coscienza che lucidamente si interroga, come “un’anima di lana” ingolfata nella gravità delle cose: “Piove,/piove da giorni,/mi pare che piova da epoche,/da ogni versante della Rosa dei Venti./…………………/Cosa vuoi che mi accada?/È un pezzo/che sono/infeltrita.” Poesia, dunque, come radice, substrato dell’esistenziale, guida allo scavo interiore, sebbene ad ogni passo l’immaginario tenda a staccarsi dai fatti, rivelando tutta la complessità emotiva soggiacente. L’avvenimento è un campo di forza che dirama in immagini, amplificando le potenzialità della percezione, così in alcune poesie, ad esempio, la potenza di un sentimento di paura prende le mosse dall’astrazione di un colore: devo fare i conti con/la paura del blu,… e, a braccio, mentirgli/di coralli colorati; mentre altre volte sarà l’acuta dissonanza di una nota musicale a spalancare scenari inaspettati. In versi come questi tutto sembra dirci che con la poesia non si soccombe di fronte alla menzogna, perché essa è carne che dà corpo, prima di tutto alle proprie verità, e poi alla costruzione di un’esperienza di senso….” (dalla prefazione di Letizia Leone)
Enrica Morgese - “controversi oltrelatoga” - Ed. Perrone Lab. Prefazione di Letizia Leone
Il libro del giorno: Educazione siberiana di Nicolai Lilin (Einaudi)
llusione nucleare. I rischi e i falsi miti, di Sergio Zabot e Carlo Monguzzi (Melampo). Intervento di Nunzio Festa
Il nucleare, e lo sappiamo benissimo dalle parti della nostra Basilicata, e non quella ovviamente che si gusta da costa a costa ma che punta su una sola costa e su due mari (lo Jonio con Scanzano e Jonio con Tirreno per i rifiuti di tant’anni di discariche marine), è uno degli argomenti che stanno – ormai da tempo – tornando di dominio pubblico, come si suol dire; nonostante, si specifichi, questo allo stesso tempo non significa chiaramente che dibattiti discussioni riflessioni siano affidati alle comunità eccetera ecc. etc. Dunque, il volume costruito dai tecnici, esperti del settore, Sergio Zabot e Carlo Monguzzi, “Illusione nucleare”, deve essere inteso come un manuale da sfogliare alla bisogna: un volume utile a tutti quanti, e soprattutto quando torneranno più forti pressioni e oppressioni dei dirigenti auto-elevatesi a classe. Perché, tanto per cominciare, dove ovviamente l’intenzione di chi scrive è quella di guardare al valore politico e non ai richiami, tanti, tecnici contenuti nel libro, una mole importante e diversificata di documenti e studi, ricerche e constatazioni spesso oggettive, dobbiamo pensare che “la crisi economica – innanzitutto – e l’incertezza delle relazioni internazionali spingono ovviamente i Paesi industrializzati verso l’energia nucleare, ridando voce anche in Italia ai fautori delle sua convenienza e inevitabilità”. Appunto come si diceva. Ma l’obiettivo del libro è sfatare, di conseguenza, ricorrendo sempre al rigore scientifico, alcuni luoghi comuni. Partendo da certe evidenziazioni apparentemente scontate e impeccabili. Quali? Tanto per ricordarne alcune, il fatto che l’energia atomica sia abbondante e sicura e meno costosa insieme all’altro fatto clamoroso di non provocare emissioni di Co2. Tutto falso. E Zabot e Monguzzi, con questo agile libro a metà fra il manuale e il pamphlet ci spiegano il motivo. Ricordiamo, in chiusura del consiglio di lettura, che solamente qualche anno fa, per esempio, Scanzano Jonico (MT) è stato centro d’attenzioni di politica e interessi privati uniti nella volontà di piazzare tutte le scorie nucleari italiane accanto al mare. Rifiuti vecchi, ovviamente. Altro che futuro, quindi. In quel caso quasi l’intera popolazione espresse forte contrarietà. Contrapponendosi, persino fisicamente, chi scrive ricorda benissimo. Ora, preventivamente, serviamoci dello studio di Sergio Zabot e Carlo Monguzzi.
Illusione nucleare. I rischi e i falsi miti, di Sergio Zabot e Carlo Monguzzi, prefazione di Ermete Realacci, Melampo (Milano, 2008), pag. 145, euro 12.00.
lunedì 19 aprile 2010
Il libro del giorno: Il bacio delll'angelo caduto di Becca Ajoy Fitzpatrick (Piemme, Freeway)
Perché Patch è un angelo caduto e lei non avrebbe mai dovuto innamorarsi di lui. Sapere di trovarsi nel mezzo di un’antica battaglia tra Caduti e Immortali, sapere di dover scegliere da che parte stare potrà costarle la vita. La verità dunque è più inquietante di qualsiasi dubbio, e Nora non può sbagliare.
Più Luce di Lara Carrozzo (Bhoomans editore)
Esce da poco in libreria il libro di Lara Carrozzo, una giovane poetessa che con la sua raccolta di poesie “Più Luce” (Bhoomans Editore, 2010) sta riscuotendo un grande successo, sia perché
domenica 18 aprile 2010
Il libro del giorno: Giornate tranquille di Lizzie Doron (Giuntina)
Orfeo perduto di JANETTE TURNER HOSPITAL (Marcos y Marcos)
sabato 17 aprile 2010
Il libro del giorno: Uomini si diventa di Michael Chabon (Rizzoli)
Transurfing, lo spazio delle varianti di Vladim Zeland (Macro edizioni)
Ho letto, riletto e meditato su un testo strano e singolare. Parlo de “Lo Spazio delle Varianti” di Vladim Zeland edito da Macro edizioni. Questo libro apre la trilogia del Transurfing, nuova ermeneutica della realtà grazie alla quale la propria intelligenza e creatività possono incidere sulla realtà. Nel mio percorso di ricerca portato avanti sino adesso, mi sono prevalentemente occupato del New Thought, di maestri illuminati della tradizione orientale, e di altre tipologie di pensiero talvolta ai limiti della scientificità. Questo Transurfing invece ha qualcosa di diverso, perché dice a chi vuole seguirne i dettami, che nelle onde del quotidiano occorre non farsi imprigionare dall’importanza e dal valore che si attribuisce a eventi, ruoli, persone, simboli, ma bisogna scivolare senza sforzo tra le maglie della vita con leggerezza, viaggiando sulla superficie di ciò che ci circonda, senza ancorarci ad alcuna definizione possibile di positivo o negativo, i cui significati spessissimo hanno il potere di influire sulla nostra esistenza. In questo lavoro si tenta di spiegare al lettore come non disperdere la propria energia lottando inutilmente contro i cosiddetti pendoli, che rappresentano tutte le sovrastrutture mentali e non che condizionano la nostra realtà. Un esempio calzante potrebbe essere da un punto di vista metaforico il principio alla base dell’aikido, che sostiene che chi viene preso di mira non si deve opporre all’attacco, ma sfruttare la forza e l’energia dell’avversario a proprio vantaggio. Ma procediamo con ordine. Transurfing ha già conquistato decine di milioni di persone, che si sono appassionati e hanno apprezzato gli stimolanti e innovativi contenuti proposti da Vadim Zeland nelle sue opere. Questo libro tratta di cose strane e inusuali, che sconvolgono al punto tale che crederci è difficile. Non parla di miracoli e non promette di compierli, tutt’altro. Ci stiamo interfacciando con una vera e propria tecnica diffusasi on line nel
Da tutto cio’ scaturisce una netta sensazione di liberta’ interiore, il privilegio di vivere secondo il proprio credo.
venerdì 16 aprile 2010
Il libro del giorno: Pane e bugie di Dario Bressanini (Chiarelettere edizioni)
Giovani, nazisti e disoccupati, di Michele Vaccari, Castelvecchi (Roma, 2010), Intervento di Nunzio Festa
Giovani, nazisti e disoccupati, di Michele Vaccari, Castelvecchi (Roma, 2010), pag. 224, euro 14.00.
giovedì 15 aprile 2010
Il libro del giorno: Politics di Andrew Heywood (Controluce ed.)
Scritto in una prospettiva internazionale, Politics affronta la politica sotto tutti i suoi molteplici aspetti e fornisce una introduzione accessibile a questo campo di studi così importante e complesso, presentando i contenuti in modo conciso e stimolante.Politics propone interessanti materiali sul rapporto tra mass media e politica, sul riassetto mondiale dopo l'11 settembre e la "guerra al terrorismo", sul multiculturalismo e le politiche identitarie, nonché sulla trasformazione dello stato.
Filo conduttore del testo è la crescente importanza della politica a livello globale. "Politics" è il libro adatto a comprendere come gli avvenimenti politici e i loro protagonisti hanno dato forma al mondo in cui oggi viviamo.
La vocazione di Cesare De Marchi (Feltrinelli) sabato alla Libreria Gutenberg di Lecce
sabato 17 aprile h.19,00, Libreria Gutenberg, via Cavallotti 1 a Lecce. Presenterà l'autore lo scrittore Luciano Pagano
Zombi blues di Stanley Péan. (Marco Tropea Editore, collana Fuorionda)
mercoledì 14 aprile 2010
Il libro del giorno: Green Zone di Rajiv Chandrasekaran (Rizzoli, collana 24/7)
Il testamento di Salvatore Siciliano (Fazi editore, dal 23 aprile)
Marzo 2010: è un giorno come tanti, quando su ogni profilo e gruppo di Facebook compare insistentemente un'immagine, sempre la stessa, apparsa dal nulla e onnipresente. Mentre gli internauti di tutta Italia se ne stanno increduli come di fronte a un ufo col naso puntato sul monitor, tre amici per la pelle, Fabrizio, Luca e Domenico, sono gli unici a conoscere il significato di quest'oggetto misterioso apparso in Rete: è il plateale commiato di Salvatore Siciliano, il leader del loro gruppo. Di lui, insieme a questo sberleffo virtuale, restano le pagine di un vero e proprio testamento in cui il protagonista, Salvo, rivela tutta la verità su se stesso e sulle sue insospettabili colpe di manipolatore occulto della Rete - il migliore, il più pagato - per conto di potenti multinazionali e oscuri gruppi di potere. Lungo il filo di una febbrile confessione, mentre di fronte agli occhi dei tre amici si sbriciola l'immagine di Facebook quale meravigliosa oasi in cui tutto sembra possibile a tutti, la scelta di Fabrizio, Luca e Domenico è quella di un'amicizia autentica che resiste a ogni cosa. Un legame che li condurrà fino alle regioni interne dell'Africa, sulle tracce del tantalio, misterioso e preziosissimo minerale, al centro di illeciti traffici in cui Salvo si è trovato invischiato, fino a scoprire che in fondo, Facebook o meno, l'isola che non c'è può esistere davvero, per chi come loro sa riconoscere o difendere uno spazio di amicizia e amore in cui rifugiarsi.
Il testamento di Salvatore Siciliano diviene la notizia più chiacchierata in Rete, la più grande operazione mai effettuata in Italia di marketing e comunicazione virale:
Dal 1 marzo, giorno d'inizio della campagna ad oggi, 10 milioni di persone hanno visto su Facebook e negli altri social network l'immagine di Salvatore Siciliano. 30.000 visualizzazioni dopo le prime 4 ore dalla pubblicazione del testamento.
www.salvatoresiciliano.com
Numerosi anche video su YouTube: basta scrivere “il testamento di salvatore siciliano”; lo stesso vale per post e vari blog spontanei con più di 200.000 risultati su Google.
Il libro svela a tutti coloro che si sono interrogati su questa strana vicenda, chi è veramente Salvatore Siciliano e il messaggio contenuto nel suo testamento. Da quando il suo testamento ha invaso il web, mille supposizioni sono state fatte: Siciliano è un pentito di mafia, un politico di sinistra manovrato da Beppe Grillo o Travaglio, addirittura parte della strategia di lancio di un film e molte altre ipotesi.
Secondo voi, in che modo oggi i politici, i poteri forti delle multinazionali facendo leva sulla presunta libertà di internet usano
Internet, paritario e fuori dal controllo dei poteri forti sarebbe un pericolo troppo grande per gli interessi economici e politici di molte persone.
Alcuni esempi di temi trattati all’interno del libro Il testamento di Salvatore Siciliano:
- La censura di internet in Cina.
- Il traffico del Tantalio.
- La privacy.
- La teoria sui clown (Berlusconi) e i buffoni moderni di oggi (Dario Fo, Luttazzi, Grillo, Santoro, Travaglio)
- Obama e la politica americana del 2.0.
Salvatore Cobuzio é nato a Siracusa nel 1978.
Ha lavorato come web marketing manager presso gli studi di Cinecittà e alcune importanti aziende nazionali. Vive e lavora a Roma.
martedì 13 aprile 2010
Il libro del giorno: Blood di Ann Rice (Longanesi)
«Voglio essere santo. Voglio salvare anime a milioni. Voglio fare del bene ovunque.» A pronunciare queste parole non è un uomo comune. Non è nemmeno un uomo. È una creatura della notte: il vampiro Lestat. Cristallizzato in un’eterna giovinezza, Lestat è bello come il sole che lo respinge, ma l’oscurità che ha dentro lo tormenta da secoli. La sua brama di redenzione, bontà e amore contrasta con la sua natura di viaggiatore della notte e il suo unico rifugio è la residenza di Blackwood Farm. E proprio qui giunge la bellissima Mona Mayfair, il grande amore del padrone di casa, Quinn, compagno di Lestat. La ragazza è fuggita dall’ospedale dove era rinchiusa da più di un anno, ed è in fin di vita. Una sola cosa può salvarla, il Battesimo del Sangue. Lestat deve così abbandonare i suoi impossibili sogni di purezza e redenzione per trasformarla in un vampiro. Sulle tracce della fuggitiva giunge a Blackwood anche Rowan Mayfair, per la quale Lestat prova una forte attrazione. Ma l’amore a lui non è concesso... Soprattutto ora, che deve aiutare Mona a fare i conti con la sua nuova, tormentata identità di vampiro e con il terribile segreto che ha quasi rischiato di ucciderla.
Un brano: "Sono il vampiro Lestar, il più potente e adorabile vampiro mai creato, un vero schianto soprannaturale, vecchio di duecento anni, ma cristallizzato in eterno nelle sembianze di un ventenne con un corpo e un viso per i quali saresti disposto a morire, e potresti anche farlo davvero. Sono incredibilmente pieno di risorse e innegabilmente affascinante. Morte, malattia, tempo, forza di gravità non significano nulla per me. Soltanto due cose mi sono nemiche: la luce diurna, perché mi rende del tutto inerte e vulnerabile ai raggi del sole, e la coscienza. In altre parole, sono un condannato abitante della notte eterna e un cacciatore di sangue eternamente tormentato.
Tiratori scelti di Emmanuele Bianco (Fandango)
Un romanzo d’esordio cattivo, duro, politicamente non corretto, a tratti intollerabile. E’ questa la creatura che ha dato alle stampe questo giovane allievo della Scuola Holden il cui nome è Emmanuele Bianco. La casa editrice è la brava Fandango. Il titolo del libro invece è “Tiratori scelti”. Si parla di periferie in questo lavoro, o meglio sarebbe definirle “banlieues”, proprio come quelle parigine che spesso passano ai “disonori” della cronaca internazionale, in maniera più astratta quegli spazi ontologicamente angusti dove l'isolamento si estende intorno alle aree urbane considerate ghetti, dove la criminalità vi prolifera all’interno, dove il traffico di droga sovente è diviso tra etnie rivali, ognuna delle quali controlla una zona e mette la propria firma per segnare il territorio. Le banlieues che Bianco racconta sono quelle piene zeppe di giovani (figli e nipoti di gente che proveniva dal Sud in direzione Milano o comunque altro Nord, in cerca di fortuna), pompati di palestra e sospesi in una sorta di zona grigia, una specie di purgatorio, con sguardi pieni di ferocia e rabbia per ogni ascolto mancato, griffati dalla testa ai piedi, pronti a saltare alla gola di un nemico invisibile, ma che sentono comunque minaccioso e vivo. Le banlieues che Bianco racconta sono quelle di un quartiere il cui nome è già tutto un programma, Trincea, campo di battaglia di conflitti “gangs-crime” reali e tangibili. Le banlieues che Bianco racconta sono aggregatori di particole esistenziali dove una sorta di comunismo obliquo e malavitoso condivide e suddivide amicizie, legami tra spaccio, furti e risse. Sono giovani che sanno cosa significhi benessere economico e laddove vi è solo un desiderio lo trasformano in realtà senza scrupoli e senza remore di sorta. Le banlieues che Bianco racconta sono i margini italiani della crisi, della lega, del “no futur” lavorativo, della droga non solo per i ricchi, ma roba di tutti i giorni, fatti di violenza e feroci regole di sopravvivenza. "Tiratori scelti" parla di ragazzi fuori, fuori di testa dove le comitive della periferia milanese di Maurizio, Gregory, Alvaro, Guido, Irene, Shitzee, Antony sono bande per il controllo del territorio, della figa, di tutto. Emmanuele Bianco racconta con feroce spietatezza, e una scrittura pervasa da un fortissimo senso della disperazione dei nostri giorni, una specie di T.A.Z. che a breve potrebbe esplodere e coinvolgere tutte le aree metropolitane di questo paese, forse proprio a partire dai nostri vicini.
Emmanuele Bianco (1983) è nato a Milano ma è originario di Bianchi in provincia di Cosenza. Questo è il suo primo libro.
EMMANUELE BIANCO, "TIRATORI SCELTI", Collana: Galleria Fandango
www.fandango.it
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
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