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lunedì 19 aprile 2010

Più Luce di Lara Carrozzo (Bhoomans editore)










Esce da poco in libreria il libro di Lara Carrozzo, una giovane poetessa che con la sua raccolta di poesie “Più Luce” (Bhoomans Editore, 2010) sta riscuotendo un grande successo, sia perché la Poesia ce l’ha nel sangue, sia perché riesce con i suoi versi ad alchimizzare dolcezza e morbidezza nella parola e nel suono. Questo lo si percepisce quando soprattutto fa riferimento ai suoi tracciati biografici, che tenta costantemente di ricucire e tenere sotto mano. Anche se la tipologia della scelta semantica e del fare versi per immagini di Lara Carrozzo, ci riporta a Montale e suoi successori, l’esordio è valido e molto anche. I contesti di cui l’autrice ci racconta in questo suo primo lavoro parlano di quieti meriggi, tipici di un Sud ancestrale, categoriale, le cui esistenze scivolano nel lento scorrere del tempo. Il poiein della Carrozzo è un modulare una romantica canzone d’amore, a tratti crepuscolare a tratti dolce e suadente. Già perché dell’Amore non ci si stanca mai di parlare, di abbeverarsi alla sua luce, che non basta mai, che sempre di Lei si ha desiderio, di cui si ha sempre voglia e sete. E se fosse solo questa la peculiarità del volume in oggetto sarebbe poca cosa, rientrerebbe il tutto nella placida tranquillità della medietà editoriale. Ma il suo narrare nasconde ben altro, ovvero una sottile denuncia di tutto ciò che attorno a noi non va, e che rende i contorni del sociale indefiniti e oscuri. Il messaggio ulteriore di questa raccolta vuole dirci che la realtà non si comprende, pullula di visioni amorfe, di dolore, di violenza che come fantasmi sfuggono al cuore della vita stessa. Lara Carrozzo, che ha performativamente e poeticamente collaborato con grandi nomi della cultura salentina appartenenti al mondo accademico e non, offre al lettore i suoi versi intensi che si dipanano in un mosaico di emozioni, abbaglianti proprio come può essere un’intensa fonte di luce che accieca dopo un lungo percorso nelle tenebre. Si tratta di un lavoro dove materia e cuore si fondono in un sincopato rumore bianco fatto di possessi, ingordigie, corpi, visioni misteriche ed esoteriche. Fondamentalmente un canto di lode smisurato al Feminino Sacro come fonte inesauribile di energia ed ispirazione di vita.

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