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sabato 11 maggio 2013
venerdì 10 maggio 2013
La Pòlis che non c’è di Ennio Abate, prefazione di Massimiliano Tortora (Cfr). Intervento di Nunzio Festa
“La Pòlis che non c’è” è il
libro che raccoglie le poesie scritte dal poeta-operaio d’origini campane,
Ennio Abate, dal 1978; vincitore della terza edizione del Premio “Fortini”, si
tratta d’un’opera insieme complessa e semplice allo stesso tempo. Difficile
nella sua struttura, di facile lettura. Perché, e il prefatore del volume sarà
ancora più chiaro e decisivo del sottoscritto (ma a suo modo vorrà spiegarcelo
il poeta nella sua nota accompagnatoria dei testi), la poesia civile d’Abate –
al di là di cosa pensino delle definizione sostenuta gli stessi Ennio Abate e
Tortora – s’occupa proprio della scomparsa del “noi” politico, arrivando a incidere
con lo scalpello del poeta l’Io oramai in stato di emarginazione e, perfino,
resa. Reagendo nel disincanto, in una qualche maniera. Quindi dal punto di
vista dell’intonazione contenutistica, posso confermare che l’obiettivo è
raggiunto: Abate versifica dandoci la decomposizione assoluta delle comunità,
nello specifico quella politica – di protesta. Come, d’altronde, l’altro grande
risultato è stato ottenuto. Insomma non conoscevo il poeta Abate ma adesso so
bene che dovrei stare molto più attento a un autore e lottatore che vissuta
l’esperienza d’Avanguardia Operaia, non è sereno nell’essersi pensionato. Anzi
il calore della sua rabbia porta persino aggressioni alle acque chete dei tanti
ex compagni che si sono arresi oppure, peggio ancora, han fatto il salto che li
condusse già tempo fa dall’altra parte. Facendo scompiglio, innanzitutto, nelle
certezze assolute in mano a fondoschiena benpensanti e ben torniti. Se
all’inizio la partitura è più ampia, nella seconda parte dell’opera infatti,
proprio dove le artigliate diventano più forti, la scrittura viene a chi legge
in veste più computa. Eppure la forza è sempre la stessa. Abate sente il mondo
cadere. I problemi diventare “crisi”. Tutte le sconfitte. E, su tutto, la
classe operaia lasciata in un deserto dove a volte prova ancora a lottare. Mentre,
per dire, i giornali più diffusi cosa diffondono? “Controllo / nel più smaltato
vasino / a sinistra / la cacca di Arbasino.” Le pattuglie degli ex combattivi,
invece, come lavorano e/o lottano adesso? “I più lesti finiti in massmedia / il
grosso eliminato tra storia / filosofia o economia / altri per il rotto della
cuffia / accucciati in poesia / e qualcuno solo in scuole di periferia.” Dice
il poeta-operaio. Pronto al riscatto. E coraggio dona la sua poesia civile e
sociale.
giovedì 9 maggio 2013
GLI AEDO A COPERTINO DOMANI 10 MAGGIO 2013
Non si
può non ascoltare la musica degli Aedo, si rischia di perdere un'occasione
necessaria per il cuore. Non mancate!
Venerdì 10 maggio 2013, ore 22:00 - Atrio Palazzo Briganti (municipio) - via
Malta - Copertino (LECCE).
Molto più che interessante, anzi
intrigante e molto bello questo lavoro degli AEDO.
L'album si apre con “Acqua” e si chiude con “Penelope”, come se nell'andirivieni delle onde nel tessere e disfare una tela ci sia un attesa di qualcosa di positivo l'arrivo anche solo di una immagine benigna. Tra il brano di apertura e quello di chiusura splendidi brani sono Le orecchie del Re e La pancia del mostro. Bellissima anche “Le tue mani”. Le sonorità sono a volte rarefatte a volte forsennate come gli stati d'animo di una società in travaglio.
L'album si apre con “Acqua” e si chiude con “Penelope”, come se nell'andirivieni delle onde nel tessere e disfare una tela ci sia un attesa di qualcosa di positivo l'arrivo anche solo di una immagine benigna. Tra il brano di apertura e quello di chiusura splendidi brani sono Le orecchie del Re e La pancia del mostro. Bellissima anche “Le tue mani”. Le sonorità sono a volte rarefatte a volte forsennate come gli stati d'animo di una società in travaglio.
Belli i testi con sfumature
agrodolci e le sonorità che vanno dalla ballada a brani più potenti intersecati
da un'etnicità mai banale.
Un disco da non perdere per
nessun motivo: un disco che fa pensare sognare viaggiare sperare attraverso le
splendide voci dei cantanti. (Oliviero Malaspina)
Nato nell’agosto del 2010, il
progetto AEDO delinea un percorso lirico che si nutre delle radici del suono
piegando il canto popolare alla riproduzione della natura. Dalla ricerca e
riconsiderazione di antichi miti fino a giungere a testi di natura
contemporanea, lo spettacolo proposto restituisce un ricercato immaginario
arcaico che si distingue in contesti molto diversi dimostrando di possedere
quella natura poliedrica tipica del Teatro Canzone. Nel 2011 e 2012 gli AEDO si
esibiscono in numerosi concerti, dividono il palco con artisti di fama
internazionale come i RADIODERVISH e LUCA MORINO, realizzano una tournee
nazionale che li porta a suonare a ROMA e BARI, vincono il Concorso OFFICINE DELLA MUSICA in
occasione del quale viene prodotto un videoclip professionale del brano “MACARIA” realizzato dalla
PUNTO EXE con la regia di GIANNI DE
BLASI e sostenuto da diversi partner quali: UNIONE EUROPEA, PUGLIA SOUNDS,
REGIONE PUGLIA, TEATRO PUBBLICO PUGLIESE, PUGLIA PER TUTTE LE STAGIONI.
Gli AEDO sono:
Giovanni Saccomanno
voce e chitarra acustica
Eleonora Pascarelli voce
Mauro Pispico chitarra classica
Chiara Arcadi violino
Francesco Spada organetto
Giuseppe Donadei percussioni
Giorgio Kwiatkoswski basso
Giovanni Saccomanno
voce e chitarra acustica
Eleonora Pascarelli voce
Mauro Pispico chitarra classica
Chiara Arcadi violino
Francesco Spada organetto
Giuseppe Donadei percussioni
Giorgio Kwiatkoswski basso
INFO
mercoledì 8 maggio 2013
martedì 7 maggio 2013
lunedì 6 maggio 2013
Fausto Bertinottti alla Feltrinelli Point Lecce con Alternative per il socialismo Il sindacato c’è ancora?
Domani (martedì 7 maggio), alle ore
17.30, alla Feltrinelli Point di Lecce in via Cavallotti 7/a, Fausto Bertinotti
presenterà il n. 25 di “Alternative per il socialismo”: “Il sindacato c’è
ancora?”.
Numero
monografico sul movimento sindacale italiano e internazionale, pone al pubblico
un tema decisivo per la sinistra e, più in generale, per la stessa democrazia:
quello del sindacato. L’approfondimento contiene un’analisi dello stato del
“sindacato reale” in Europa (Germania, Spagna, Francia, Paesi dell’Est
europeo), Stati Uniti e Cina, e l’esperienza italiana della Cgil con
particolare attenzione al caso Fiat e al ‘marchionnismo’.
In
questo numero sono raccolti gli articoli di Bertinotti, Garibaldo, Telljohann,
Bulla, Merlo, Meardi, Sivini, Chan, Ngai, Baldissara, Pizzinato, T. Rinaldini,
Agostinelli, Leonardi, Sai, Bonadonna, Campetti, Romagnoli, Terzi, Russo,
Gianni, Cremaschi, Raparelli.
La
rivista in questione, edita da Edizioni Alternative Lapis, nasce dalle ceneri
di "Alternative. Rivista per il socialismo" (edita fra il 2004 e il
2006) con un nuovo progetto che si propone di ricercare un'alternativa al
neoliberismo.
Nell'editoriale
del primo numero, uscito il primo giugno 2007, Fausto Bertinotti sottolinea le
linee guida della rivista:
"Alternative: ciò che è maturato nel nuovo
secolo, nella critica della globalizzazione capitalista. La trasformazione (e
l'autotrasformazione) delle soggettività come leva di un altro mondo possibile".
"Per il socialismo: una scelta che rimotiva
questo percorso e questo possibile approdo sulla base di un'idea di società
liberata e aperta. Liberata dallo sfruttamento e dall'alienazione
capitalistica, aperta nella possibilità che offre a ciascuno e a ciascuna di
vivere la libertà e la propria irriducibile differenza".
"Noi: ciò che è cresciuto nel cammino della
rifondazione, vincendo le resistenze e operando le rotture necessarie, nel
nuovo rapporto costruito con e nei movimenti".
domenica 5 maggio 2013
sabato 4 maggio 2013
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