L’associazione
di Promozione Sociale “Polemonta” in collaborazione con Kurumuny e la libreria
Volta la carta di Calimera vi invitano a partecipare all’incontro che si terrà
presso la libreria Volta la
Carta in via Atene 39 a Calimera (Le) per parlare di diritto al
lavoro e diritto alla salute, di Ilva e di Taranto, ma non solo. Ospiti della
serata il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Fulvio Colucci, autore di Invisibili Vivere e morire all’Ilva di
Taranto (Kurumuny) e Nandu Popu dei Sud Sound System, autore del libro Salento fuoco e fumo (Laterza). A
conclusione dell’incontro sarà proiettato SettanTa,
un cortometraggio del regista Pippo Mezzapesa. L’appuntamento è per l’8
febbraio 2013 alle ore 19,00
Invisibili - Quello di Fulvio Colucci e Giuse
Alemanno è un lavoro a quattro mani che raccoglie e racconta storie di uomini,
inanellate come i grani di un rosario. Sono storie di operai la cui vita è
indissolubilmente legata al lavoro, sospesa in aria come il braccio di una gru,
operai del più grande stabilimento siderurgico d’Europa, l’Ilva di Taranto. Invisibili
è il racconto che nasce dal desiderio di rivelare l’umanità degli operai
stretti tra il ricatto occupazionale e il sentirsi colpevoli di lavorare.
Invisibili è la
narrazione di un’umanità divisa fra la necessità e il rifiuto, la psicologia di
chi ogni giorno passa quei cancelli aspettando il momento di uscirne, il
malessere di chi sa che non può farne a meno pur essendone sempre tentato. Invisibili è anche un lavoro storico: di
storia e di storie: si intrecciano gli aspetti umani con quelli più analitici,
nel tentativo di creare una memoria storica, una coscienza collettiva che
consenta di riconoscere gli errori per non perseverare. Un’operazione storica
che serve a Taranto e al resto del Paese per capire che cosa è successo nel rapporto
tra la città e i suoi lavoratori, perché si sono interrotte le comunicazioni e
perché si sono inceppati dei meccanismi di solidarietà che in un primo momento,
nei primi anni dell’avvento del siderurgico, si era tentato di costruire.
un messaggio su qual è la condizione degli operai nel nostro Paese, la
condizione di una classe che ha smesso di sognare di andare in paradiso e che
invece si è trovata a far fronte alla difficile realtà di una società liquida,
la società della globalizzazione, con cui ha dovuto fare i conti
mimetizzandosi.
Taranto
è una delle città più inquinate d'Italia, con indici di mortalità in crescita
impressionante e sempre a Taranto il tasso di disoccupazione è altissimo
e se l'Ilva chiudesse andrebbero in fumo circa 12mila posti di lavoro.
Una guerra
tra poveri. Da una parte chi ha in casa una persona malata o che non vuole che
si ammali, dall'altra chi vive con un marito o un figlio lavoratore e non vuole
perdere l'unica fonte di sopravvivenza.
SettanTA - È stato realizzato dal
regista Pippo Mezzapesa nei giorni successivi all'uragano che si è abbattuto su Taranto. Il documentario racconta la vita di
un uomo tarantino che vive nel rione Tamburi, alle case-parcheggio: sono
case di emergenza, costruite per ospitare coloro che vivevano nel Borgo antico
di Taranto e che, dopo vari crolli, necessitavano di un’altra abitazione.
L'uomo non
ha un lavoro e così “per fare la giornata” (cioè guadagnare qualche
soldo, nel dialetto tarantino) invita tutti gli abitanti della zona ad
acquistare dei numeri per una riffa tutta particolare: in palio ci sono due
cestini di vari generi alimentari (provolone, salsiccia, dolci) e il numero
(Settanta, per l'appunto) viene estratto sempre da un bambino, simbolo
dell'innocenza e garanzia di trasparenza della riffa. Tra un acquisto e
l’altro, si sentono le voci dei cittadini che parlano dell'Ilva e la associano alla morte, alle
malattie; c’è chi dice di preferire la salute al lavoro e chi chiede solo tre
cose: salute, ambiente e lavoro, così difficili da far convivere.
Un occhio su
una parte della città, molto spesso dimenticata, e nella quale sembra che il
tempo si sia fermato.
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