Stamane mi sveglio con una novella illustrata, “La Bella del Tempio degli Spiriti”, di Nie Chongrui (001 Edizioni, 2008, € 9,90). Un fumetto con le tavole in bianco e nero di questo bravo autore cinese, nato (un po' per caso, forse per necessità o contingenza) a Calcutta nel 1943, ma presto (nel 1946) tornato a Shanghai. Trasferitosi (a dieci anni, con la famiglia) a Pechino e, non potendo studiare per gli eventi politici che attraversavano la Cina allora (?), meccanico d'auto, pur disegnando senza soluzione di continuità. Passione questa che coltiverà sempre, nutrendola di esperienze molteplici e, nella prima metà degli anni ottanta, di studi specifici. “La Bella del Tempio degli Spiriti” è la sua prima pubblicazione che arriva in Italia e, in assoluto, la (sua) prima a varcare i confini della Cina. La storia è tratta da un racconto di Pu Songling (1640-1715) che, come nota Antonio Scuzzarella (in apertura del libro), fu letterato della dinastia Qing e scrisse numerose opere tra le quali “Storie fantastiche del padiglione dei divertimenti”, una raccolta di 431 novelle caratterizzate dalla costante di narrare storie di volpi dai poteri speciali. I disegni di Nie Chongrui, per niente orientali nei tratti, portano -invece- il lettore nella Cina dell'epoca feudale, aprendogli un mondo di regole tanto rigide quanto corruttibili, ma anche (e, soprattutto,) paesaggi e scorci ambientali e architettonici di rara bellezza. Molto curati i particolari, d'ottima fattura gli sfondi, splendidi i personaggi (animali, umani e soprannaturali) che, in alcuni casi, parlano senza necessità della classica nuvoletta. E, per vero, i dialoghi non sono all'altezza dei disegni, spesso apparendo superflui e, in alcuni casi, poco congeniali all'immagine marcata sul foglio e/o evocata dal tratto stesso. Non so se per l'adattamento dell'Autore oppure per difetto di traduzione. La bella è Xiaoquian (donna-volpe), ostaggio dei demoni e dei fantasmi (sanguinari) del Tempio degli Spiriti, che s'innamora di Ning Caichen, giovane pittore capitato nella foresta per ispirazione e “incappato” nel Tempio abbandonato per pura casualità. Molti i personaggi, umani e non, che attraversano questa storia, permeata di esoterismo. Storia di spiriti malvagi e d'amore. Il classico conflitto tra il male e il bene. Con una peculiarità: perché l'uno abbia la meglio sull'altro non dipende dalla natura del primo o del secondo... è necessario, invece, un quid in più che determini il destino che Xiaoquian e Ning vogliono fortemente, reciprocamente ammaliati da quel che di loro appare agli occhi l'uno dell'altra e, soprattutto, da quel che una forza unica è capace di disvelare... rendendone i toccati vulnerabili e potenti -all'un tempo- come nient'altro può. Sì da annullare ogni difetto e amplificare qualunque grazia. E non c'è sicumera che tenga. Neppure quella di un fumetto. O quella di una volpe che, si sa, quando sceglie il suo compagno è fedele. E, qualunque cosa accada, è per sempre. Per sempre.
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giovedì 27 agosto 2009
La Bella del Tempio degli Spiriti di Nie Chongrui. Rec. di Vito Antonio Conte
Stamane mi sveglio con una novella illustrata, “La Bella del Tempio degli Spiriti”, di Nie Chongrui (001 Edizioni, 2008, € 9,90). Un fumetto con le tavole in bianco e nero di questo bravo autore cinese, nato (un po' per caso, forse per necessità o contingenza) a Calcutta nel 1943, ma presto (nel 1946) tornato a Shanghai. Trasferitosi (a dieci anni, con la famiglia) a Pechino e, non potendo studiare per gli eventi politici che attraversavano la Cina allora (?), meccanico d'auto, pur disegnando senza soluzione di continuità. Passione questa che coltiverà sempre, nutrendola di esperienze molteplici e, nella prima metà degli anni ottanta, di studi specifici. “La Bella del Tempio degli Spiriti” è la sua prima pubblicazione che arriva in Italia e, in assoluto, la (sua) prima a varcare i confini della Cina. La storia è tratta da un racconto di Pu Songling (1640-1715) che, come nota Antonio Scuzzarella (in apertura del libro), fu letterato della dinastia Qing e scrisse numerose opere tra le quali “Storie fantastiche del padiglione dei divertimenti”, una raccolta di 431 novelle caratterizzate dalla costante di narrare storie di volpi dai poteri speciali. I disegni di Nie Chongrui, per niente orientali nei tratti, portano -invece- il lettore nella Cina dell'epoca feudale, aprendogli un mondo di regole tanto rigide quanto corruttibili, ma anche (e, soprattutto,) paesaggi e scorci ambientali e architettonici di rara bellezza. Molto curati i particolari, d'ottima fattura gli sfondi, splendidi i personaggi (animali, umani e soprannaturali) che, in alcuni casi, parlano senza necessità della classica nuvoletta. E, per vero, i dialoghi non sono all'altezza dei disegni, spesso apparendo superflui e, in alcuni casi, poco congeniali all'immagine marcata sul foglio e/o evocata dal tratto stesso. Non so se per l'adattamento dell'Autore oppure per difetto di traduzione. La bella è Xiaoquian (donna-volpe), ostaggio dei demoni e dei fantasmi (sanguinari) del Tempio degli Spiriti, che s'innamora di Ning Caichen, giovane pittore capitato nella foresta per ispirazione e “incappato” nel Tempio abbandonato per pura casualità. Molti i personaggi, umani e non, che attraversano questa storia, permeata di esoterismo. Storia di spiriti malvagi e d'amore. Il classico conflitto tra il male e il bene. Con una peculiarità: perché l'uno abbia la meglio sull'altro non dipende dalla natura del primo o del secondo... è necessario, invece, un quid in più che determini il destino che Xiaoquian e Ning vogliono fortemente, reciprocamente ammaliati da quel che di loro appare agli occhi l'uno dell'altra e, soprattutto, da quel che una forza unica è capace di disvelare... rendendone i toccati vulnerabili e potenti -all'un tempo- come nient'altro può. Sì da annullare ogni difetto e amplificare qualunque grazia. E non c'è sicumera che tenga. Neppure quella di un fumetto. O quella di una volpe che, si sa, quando sceglie il suo compagno è fedele. E, qualunque cosa accada, è per sempre. Per sempre.
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