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giovedì 4 novembre 2010

Lo sposo impaziente, di Grazia Livi (Garzanti). Intervento di Nunzio Festa




















A quattro anni di distanza dalla prima uscita, datata 2006, e a due da “Il vento e la moto” (sempre Garzanti, 2008), l'editore di Vitali e tante altre firme indispensabili, ha deciso di far tornare in libreria “Lo sposo impaziente”; scelta più che giusta: azzeccata. Perché, questo soave romanzo, che, comunque, nulla concede alla tranquillità sorniona e addomesticante della fiction, tratta un pezzo del rapporto fra lo scrittore, ufficiale, insegnante e proprietario terriero Lev Tolstoj con quella che diventò la sua giovane moglie Sof'ja Bers. I due si presero in matrimonio, in virtù delle spinte delleo scrittore, nel 1862; quando lei era ancora una diciottenne e lui un, soprattutto navigato, trentaquattrenne. La coppia si ritirò, dovremmo dire, nella tenuta tolstojana di Jasnaia Polyana. E il loro viaggio di nozze, ricorda la gentile scrittrice Grazia Livi, che con tono leggero ma ugualmente urticante ci porta nella storia, fu il tragitto in carrozza destinato a chiudersi nella tenuta pronta a divenire fuoco domestico, focolare famigliare. Tolstoj, dice il vero immesso nella trama dalla Livi, prese quale predestinazione il suo incontro proprio fatale con la giovane. Tanto da lì a poco, appunto, chiedere – al padre di lei – la mano sua. Il romanzo anticipa l'atmosfera di vita che i due innamorati vivranno per decenni. Ma soprattutto 'accenna' alle divergenze ideali che corrono tra lei e lui. Che la ragazza, oltre a essere molto giovane e ancora vergine secondo tante aspetti, per Lev Tolstoj non sarà solamente una testolina piena di sogni e incertezze. Come, è da capire, Sof'ja sarà piena di comprensione. In primo luogo per un marito così diverso dal resto del mondo. Tanto antico e antiquato, quanto innovatore e animato da buoni propositi. La penna di Grazia Livi, con garbo e senza smontare le proprietà d'intimità del materiale utilizzato, spiega la psicologia della coppia e, allo stesso tempo, spiega la psicologia d'un dato momento storico. Altrimenti tutto varrebbe alla maniera delle soap opera. Punto che naturalmente la scrittura e ogni scelta della Livi scongiura. Il fascino del romanzo è altissimo, grandioso. Seppure ci si fermi a un momento preciso della vicenda. Lasciando aperta la restante parte della Storia. I presupposti di questa impenitente storia d'amore e i protagonisti della trama-storia incantano. “Lo sposo impaziente” è pregno di bellezze e sentimenti da rivivere. Gli incroci e gli assalti di lui, a notte fatta, non sono che un'ulteriore nota concepita per spiegarci questa vita tutta romanzata. Queste vite in romanzo. E un romanzo, sappiamo, deve pulsare per grazia di ciò.

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