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giovedì 12 gennaio 2012

“Tre atti e due tempi”: un libro che parla di noi. Intervento di Roberto Martalò
























Quanto conta il denaro in questa società? Si può veramente comprare la felicità? E come si mette a tacere la coscienza? Molti di noi potranno rispondere secondo il proprio pensiero e il proprio rigore interiore, ma nella vita l’occasione fa l’uomo ladro ed è in quei momenti che bisogna rispondere a queste domande. Tutto questo Silvano “Silver” Masoero lo sa perfettamente, perché ha dovuto imparare sulla propria pelle quanto costano certe scelte. Uscito a fine 2011, “Tre atti e due tempi” di Giorgio Falletti è un romanzo intenso, articolato ma non tortuoso e caratterizzato dalla figura di Silver, un antieroe contemporaneo e romantico, taciturno e rigoroso. Magazziniere della squadra di calcio della propria città da 33 anni, Silver è un ex pugile che ha ben chiaro, dopo un passato difficile, quanto conti nella vita essere onesti e lavorare. Rimasto vedovo, ha un figlio con il quale intrattiene un rapporto fatto di poche parole e di sentimenti mai esplicitati. Sarà proprio questo rapporto a far muovere l’intero romanzo, a spingere Silver a fare cose che mai avrebbe potuto pensare e a fargli scoprire quanto marcio ci sia nel mondo del calcio e non solo. Un marcio che il protagonista proverà a combattere in tutti i modi. Faletti dimostra ancora una volta di essere uno scrittore capace di coinvolgere emotivamente il lettore grazie a una caratterizzazione dei personaggi molto dettagliata e realistica. Ottimo conoscitore delle strutture narrative, l’autore sa quando è il momento di spiazzare il lettore con colpi di scena o tramite la rivelazione di informazioni che capovolgono completamente le aspettative del lettore. Pur cambiando quindi genere e atmosfera (non più il thriller di stampo americano, ma un romanzo realistico da provincia italiana con sfumature da thriller), l’autore sfoggia tutte le proprie capacità letterarie con disinvoltura, dando il vita a un’opera assolutamente godibile. “Tre atti e due tempi” è un libro su di noi, sulla deriva della nostra società e su quanto, al contrario, ci sia ancora di buono in essa. Un libro tremendamente attuale, viste le inchieste sul mondo del calcio e non solo, che infine regala anche un pizzico di ottimismo: di Silvano Masoero il mondo è pieno; forse in ognuno di noi c’è qualcosa di Silver, un pezzo di noi che crede ancora a dei valori positivi e giusti. Ed è qui che Faletti ci vuole portare: a riconoscere questi valori come via per la felicità e per la salvezza del nostro spirito e della nostra collettività.

Tre atti e due tempi di Giorgio Faletti
Einaudi, 146 pag, 12 €

martedì 29 settembre 2009

Io scrivo di Simone Maria Navarra (Delos Books)

Conosco da tempo l’attività dell’associazione culturale Delos e apprezzo l’ottimo lavoro svolto dalla rivista Writers Magazine Italia che da poco ha redazionato la preziosissima guida 2009 agli editori che possono definirsi come tali per impegno e professionalità. Ed in perfetta linea editoriale proprio con i progetti scritturali della Delos, ecco che “Io scrivo” di Simone Maria Navarra diventa un saggio singolare ma di assoluta pubblica utilità per chi voglia intraprendere l’arduo compito di diventare uno scrittore professionista. Dell’autore ho avuto l’opportunità di recensire su Musicaos diretto da Luciano Pagano, il suo lavoro “ Mozart di Atlantide”, un e-book, di cui ho apprezzato storia, contenuti e scrittura. Poi ho scoperto nel tempo che Navarra è un autore (almeno in rete) di numerosi racconti e romanzi, tanto da risultare piuttosto prolifico. Che il mestiere delle parole lo conosca bene, questo è fuori discussione, che mantenga l’ironia e l’autoironia propria della freschezza di chi è abituato a scrivere in Internet e frequentare blog e forum dedicati alla scrittura è fuori discussioni. Ovviamente tutto ciò non basta per rendere un libro interessante e apprezzabile in ogni suo aspetto. Infatti l’autore in questione conosce bene il sistema della scrittura e dei meccanismi psicologici dell’esordio, sa di cosa parla quando scrive sulle patologie dell’attesa dopo che si è dato il proprio lavoro finito ad amici, parenti, conoscenti e forse ad un comitato di lettura di una casa editrice, e conosce le diverse “specie” di autori esordienti dall’artista incompreso a quello che accumula opere su opere ma non le fa leggere a nessuno per paura che qualcuno copi il suo capolavoro; dalla sua attività militante di autore “esordiente” è riuscito a farsi un’idea dei processi di selezione che inducono un editore ad investire su di un autore sconosciuto (e infatti propone in “Io scrivo” una serie di esempi con tanto di schede di lettura e recensioni di grandi scrittori e delle loro opere da Tolkien ad Ernest Hemingway con l’obiettivo di dimostrare che se questi lavori fossero stati scritti da un esordiente nessuno li avrebbe mai trasformati in un prodotto editoriale); dalla sua esperienza di blogger propone una serie di aneddoti sull’etica dello scrittore in Rete, su cosa non si debba mai scrivere nei forum tematici, e di come potenziare in fatto di visite, il proprio sito sui principali motori di ricerca. Il libro è suddiviso in capitoli, che portano l’esordiente passo dopo passo dal momento in cui decide di voler scrivere al momento in cui sorge la speranza che gli venga pubblicato il suo lavoro. Un lavoro davvero completo, divertente e puntuale nella trattazione degli argomenti che intende trattare. Se è vero che la penna uccide più della spada, la copertina (anche se richiama “Io uccido” di Giorgio Faletti) ne è un esempio lampante.

sabato 4 luglio 2009

Sindromi e altri fatti d'inchiostro di Ilaria Ferramosca (Akkuaria)

Non ci credevo. Sino all’ultima pagina, avevo deciso di non lasciarmi prendere dall’entusiasmo, visto che spesso i bluff editoriali sono dietro l’angolo. Né il timbro “doc” al volume, impresso a indicarne la qualità, dell’intervento prefattivo di Andrea G. Pinketts mi ha influenzato più di tanto, che spesso si sa (e non si dice) le conoscenze dei salotti servono più di ogni altra cosa. Ma non è questo il caso, non appartiene a Ilaria Ferramosca l’essere oggetto di lusinghe o compiacenze, perché sarebbe indegno della sua abilità di scrittrice, e per di più di ottima qualità. Cosa poi assai singolare della poiesi narrativa di quest’autrice, è la capacità di tenere desta l’attenzione per ogni racconto, e soprattutto non avere mai cadute di tono e di stile, talvolta giungendo ad un autocompiacimento nell’utilizzo della bella parola, o della simmetria del periodo, a far vedere che il pop non è un sub-universo culturale, tutt’altro. Anche perchè l’operazione dello scrivere racconti è pericolosa e si muove sempre sul filo del rasoio: o si è un Giorgio Faletti nella peggiore delle ipotesi o andando al secolo scorso un Howard P. Lovecraft, oppure è meglio lasciar stare. Ilaria per i tipi della siciliana Akkuaria, consegna al pubblico un piccolo gioellino, di non più di cento venti pagine, che si lascia leggere piacevolmente e apprezzare da subito. Le vicende che danno corpo ai racconti si nutrono di paradossi, da intendersi non come strumenti che l’autrice utilizza come escamotage letterario dell’eccedenza, ma come gioco che costruisce due o più mondi paralleli, li struttura sin nei minimi particolari, e ne interseca i piani creando un forte spaesamento nel lettore, che non sa dove finisce la finzione e comincia la realtà. Penso alla sindrome da Woody Allen, al secolo Allan Stewart Königsberg, (ben nota ai giocatori di ruolo), del protagonista dell’episodio dal titolo “La Sindrome dello scrittore”, che personaggio principale di spy-stories raccontate da un celebre scrittore del genere, prende vita e va da una psicanalista perché interceda presso il suo creatore, per regalargli finalmente una vita tranquilla e ordinaria, e non fatta di inseguimenti, passioni brucianti al limite dell’attacco cardiaco, o di amori occasionali sfiancanti e vuoti. E ancora magistrale è la “neo-nikita” di “Una donna pulita” killer di professione assoldata da donne sposate e tradite dai mariti. Solo per citare due esempi scritturali presenti nel volume. Ilaria Ferramosca, inoltre ha una capacità di sedurre con la parola, una forza erotica semantizzante, che ha dell’incredibile, in grado di solleticare i sensi e amplificare le sensazioni in maniera esponenziale, e soprattutto sa di cosa parla, perché conosce testi e contesti che la circondano, e ne conosce per filo e per segno i recessi più oscuri. Scrive nella prefazione al volume Andrea G. Pinketts : “Quando leggerete i terribili, intriganti, coraggiosi racconti di Ilaria preparatevi al peggio che è quello che uno scrittore onesto vi può dare”. Sono d’accordo con lui, e … anch’io ci tengo molto!

Presenterò l'autrice questa sera al Grifone di Lecce per la Notte Bianca.
Start h.21,00

giovedì 14 maggio 2009

Giorgio Faletti annuncia l'uscita di "Io sono Dio"



posted on youtube by Baldini e Castoldi Dalai

"Così come Leone inventò gli spaghetti western, Faletti ha inventato gli spaghetti thriller modernizzando in un sol colpo il vetustissimo mondo letterario ed editoriale italiano."

Antonio D'Orrico
- Corriere Magazine, 14/05/2009

Giorgio Faletti annuncia l'uscita di "Io sono Dio", il suo nuovo thriller, in tutte le librerie dal 19 maggio.Per chi è più impaziente, l'autore sarà presente al Salone del Libro di Torino sabato 16 maggio alle ore 20:00 alla sala dei 500. Per chi invece non potrà godersi dal vivo l'incontro, l’ appuntamento è sul sito http://giorgiofaletti.net/io-sono-dio/ a partire dalle 20:00 per la diretta in streaming dell’ evento tra i più succulenti del salone.

venerdì 24 aprile 2009

Io sono Dio di Giorgio Faletti (Baldini Castoldi Dalai Editore). In anteprima al Salone del Libro di Torino

Io sono Dio è il titolo del nuovo romanzo di Giorgio Faletti. Battute a parte, uscirà a maggio per Baldini Castoldi Dalai, come i precedenti, il nuovo atteso romanzo di Giorgio Faletti per il quale si annuncia quella che in casa editrice definiscono "una tiratura formidabile": si vocifera di oltre 500 mila copie in prima battuta, ma l'editor del libro, Francesco Colombo, non conferma e non smentisce, si limita a sorridere, segno che forse la cifra è errata per difetto.

"La storia è un ritorno al thriller classico - spiega Colombo, che è già stato l'editor dei racconti di Faletti - più vicino a Io uccido per come è impostato. Lo ha detto anche Faletti più volte, quella dei racconti è stata una vacanza che lui si è voluto prendere con l'horror e il fantastico, per poi tornare a scrivere una storia che aveva nella penna, un thriller."

Il romanzo è di circa 500 pagine, "un po' più breve di Io uccido", e l'ambientazione è ancora, come sempre in Faletti, internazionale. Ma non ritorneranno personaggi dei precedenti romanzi, e la storia non ruoterà intorno al mondo delle radio come nel libro d'esordio. "L'autore tiene molto alla sorpresa", precisano ancora in casa editrice, e in attesa dell'uscita, che avverrà in occasione della Fiera del libro di Torino ("forse"), non resta che immaginare quali nuovi delitti i lettori potranno scoprire tra le pagine.

sabato 16 maggio 2009
Ora: 20.00 - 21.00
Salone del Libro, Sala dei 500, Via Nizza, 280, Torino, Italy


fonte
http://www.giorgiofaletti.net/news/2009-04/io-sono-dio-torna-giorgio-faletti.php

Questo è un brano di un articolo tratto dal Corriere della sera (2 aprile 2009) a firma Ida Bozzi ripreso dal sito di Giorgio Faletti (http://www.giorgiofaletti.net/)

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