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giovedì 19 marzo 2009

Alessandro Baricco alla presidenza della Rai

In più di quattrocento, via FaceBook, chiedono la nomina di Alessandro Baricco alla presidenza della Rai. Su iniziativa di Giulio Mozzi

Sono più di quattrocento. Tra loro ci sono Guido Michelone, saggista e docente di Storia del jazz; le scrittrici Sandra Petrignani, Maria Pia Quintavalla, Elisabetta Liguori, Carla Menaldo, Silvia Torrealta, Evelina Santangelo; gli scrittori Giuseppe Genna, Christian Frascella, Matteo Galiazzo, Giorgio Nisini, Marco Bettini, Massimo Cassani, Michele Governatori, Roberto Tossani, Federico Platania; la poetessa Giovanna Frene; l’editore Luca Sossella; l’editrice Chiara Fattori; l’editor Paolo Repetti; il gruppo letterario Sparajurij; l’anima del Premio Chiara Bambi Lazzati; il fotografo Luigi Tirittico; l’editor Alessia Polli; il copywriter Giacomo Brunoro; il gallerista Massimo Arioli; la linguista Francesca Serafini; l’italianista Alberto Bertoni; il blogger Bloggo Intestinale; Maria Luisa Venuta responsabile dell’area di ricerca Contabilità ambientale e flussi di materiali del Crasl dell’Università Cattolica; l’architetto Fausto Carmelo Nigrelli; il sacerdote Fabrizio Centofanti, fondatore del blog «La poesia e lo spirito»; e poi semplici lettori & teleutenti, librerie, associazioni culturali, compagnie teatrali, e chi più ne ha più ne metta.

Tanti professionisti della cultura, e tanti «consumatori» di cultura, hanno aderito all’appello donchisciottesco lanciato via FaceBook dallo scrittore (e consulente editoriale, e curatore in rete del bollettino cult vibrisse) Giulio Mozzi per chiedere la nomina di Alessandro Baricco alla presidenza della Rai. «Alessandro Baricco è un intellettuale di fama nazionale e internazionale», dice il brevissimo testo dell’appello; «i suoi libri sono molto amati, ha lavorato con successo nel e per il teatro e il cinema, ha notevoli competenze musicali, ha curato uno dei programmi televisivi culturali più belli e seguiti. Perché non chiamarlo alla presidenza della Rai?».

Nel gruppo in FaceBook non mancano, ovviamente, gli scetticismi, i distinguo, le frecciatine e le indignazioni. «Visto che De Bortoli ha rifiutato quando ha capito che non avrebbe contato nulla, quale posto migliore per Baricco?», scrive nella bacheca Rodolfo Marotta, dirigente di movimento in Rete ferroviaria italiana nonché appassionato jazzista. «Mozzi e compagnia brutta, dovreste vergognarvi! Siete così miseramente ridicoli in questa proposta da minus habens che non posso che insultarvi tutti», tuona l’attore Orlando Cinque; e Saverio Fattori giudica addirittura «scorretta» la recente presa di posizione di Baricco proprio a proposito della distribuzione di risorse tra televisione e altre attività culturali tradizionalmente considerate più “nobili”. D’altra parte Pino Mercuri, pur non condividendo del tutto quella presa di posizione, conclude: «Credo che alla Rai, almeno finché ci sarà bisogno di una televisione pubblica, Baricco farebbe molto bene».

Claudia Casolaro si dice preoccupata che anche Baricco «come autore, pensatore, insomma pensiero “libero”, vada a impantanarsi», essendo quello della Rai «un terreno sconnesso e pieno di insidie»; e Valentina Pigmei si domanda: «Ma con quale coraggio uno potrebbe accettare di finire in un tale groviglio politico?». Alberto Bertoni: «Ma Baricco merita un incastro del genere?». Stella Brandini: «L’iniziativa è da condividere, ma Baricco merita questo uso?». D’altra parte, scrive Alessio Iarrera, deve pur cambiare, prima o poi, la «rosa culturale» italiana.

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