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sabato 16 aprile 2011

Sulu di Dario Muci (Anima Mundi edizioni/ Kurumuny)













Cantautore, cantore e musicista salentino, Dario Muci presenta Sulu, il suo secondo disco solista (dopo Mandatari, Anima Mundi edizioni, 2007), pubblicato in collaborazione da AnimaMundi e Kurumuny. Dopo l’esperienza di sperimentazione con l’etno jazz di Mandatari, Muci sceglie qui uno stile acustico, che ritorna alla tradizione musicale del meridione d’Italia per raccontare il suo Sud, senza però rinunciare a misurate tessere blues e jazz. L’amore profondo per la terra che vive da sempre lo rende sensibile verso la faccia scura del Sud, e in particolare del Salento. Quella lontana dalle bandiere blu e dall’edonismo estivo, quella dei mali eterni e irrisolti, a cui se ne aggiungono di nuovi come le difficili condizioni dei migranti. E proprio la sofferenza che ne scaturisce lo spinge a denunciare «le sue spiagge libere che appartengono ai privati del Sud / le terre abbandonate, le coste deturpate dal cemento / e le facili concessioni con i permessi dello stato». Un impegno sociale per cui compone (Il mio sud, Tre doni) e reinterpreta alcuni classici della canzone di denuncia, sia tradizionali (Canto di carcere, l’America) sia d’autore (Quistione meridionale, della fervida intellettuale salentina Rina Durante, La ballata de li porci e Soccu vonnu del cantautore siciliano Pino Veneziano). Sulu è accompagnato da un libretto di 45 pagine (brossura 13x17) con interventi di studiosi, musicisti, scrittori e degli editori sull’autore e sulla cultura popolare salentina. Per la sua pubblicazione hanno collaborato due realtà editoriali salentine complementari. L’etichetta indipendente AnimaMundi è proiettata verso il presente della tradizione e impegnata a perpetuarla nella modernità, in equilibrio tra musica popolare e world music (con in catalogo alcuni tra i più importanti artisti pugliesi, come Officina Zoè, Ghetonìa, Tonino Zurlo, Mascarimirì, Enza Pagliara, Anna Cinzia Villani, Raffaella Aprile, Insintesi, Rossella Piccinno), mentre la casa editrice Kurumuny documenta e ripropone i tesori della cultur ra popolare, attraverso un vasto repertorio di studi, racconti, documentari, poesie e canti dei portatori della musica salentina (Ernesto de Martino, Antonio Verri, Cecilia Mangini, Gianfranco Mingozzi, Rossella Piccinno, Uccio Bandello).
Track list:
1. Tre doni
2. La ballata di li porci
3. Quistione meridionale
4. Lu tristu furese
5. Soccu vonnu
6. Canto di carcere
7. Il mio sud
8. L'America
9. Jundulu di mare
Musicisti: Dario Muci, voce e chitarra; Valerio Daniele, chitarra acustica ed elettrica, tar, kazoo, glockenspiel; Rocco Nigro, fisarmonica; Emanuele Licci, chitarra classica, voce; Raffaella Aprile, voce; Marco Bardoscia, contrabbasso; Fiore Benigni, organetto; Mauro Semeraro, mandolino; Paolo Rocca, clarinetto, clarinetto basso; Marco Tuma, armonica; Angela Cosi, arpa
Interventi di Eugenio Imbriani, Antonio Errico, Luigi Chiriatti, Sabrina Chiarelli, Umberto Leone, Valerio Daniele, Dario Muci

martedì 30 novembre 2010

Il prezzario della rinomata casa del piacere a cura di Stefano Donno e Anna Chiriatti (Kurumuny). Intervento di Luisa Ruggio













Una piccola chicca per gli amanti del genere. Nel 2008 è nato a Parigi il gigantesco archivio on line di fotografie erotiche d’epoca, contiene più di tremila scatti in bianco e nero, risalenti al periodo che va dal 1850 al 1950. La storia del sito affonda le radici nel dna di un parigino, Alexandre Dupoy, collezionista di foto spinte e proprietario di una libreria erotica. La casa editrice salentina Kurumuny pubblica il “Prezzario della rinomata casa del piacere“, un piccolo libro curato da Anna Chiriatti e Stefano Donno e nel quale, accanto a fotografie di nudi in senso classico, eleganti e appolinei - distanti dalle immagini contemporanee stilizzate digitalmente per essere destinati alla pubblicità dei giornali - campeggiano le parole intense dei poeti. Perciò, come sottolineano i curatori nell’introduzione, il Prezzario di Kurumumy è una galleria di fotografie reali, un manifesto della bellezza imperfetta e non certo un catalogo hardcore.
Tra uno scatto in seppia e l’altro i Canti erotici dell’Armenia e quelli dei Tuareg, quelli dei Beduini, degli zingari di Mosca, i versi di Verlaine, di Neruda, dei Turcomanni dell’Altai, dei Berberi del Rif e di Keats, di Whitman e di Lorca, e ancora Parini, Gozzano.
Cartoline postali per un erotismo quasi romantico come si legge nella nota dell’editore che racconta la collaborazione con Cecilia Mangini, regista documentarista pugliese che ha donato i documenti fotografici suggerendone la pubblicazione avvenuta quando - proprio come in un aneddoto romanzesco - l’editore rintracciò in un mercatino dell’usato la targa in lamiera con gli onorari e le prestazioni che le case del piacere offrivano ai loro clienti, una targa che è diventata, poi, la copertina di questa raccolta di poesie e immagini.

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