Helena Janeczek, Carlo
Lucarelli, Vanni Santoni, Alessandro Leogrande, Diego De Silva, Gioacchino
Criaco ed Evelina Santangelo. Sette autori, ciascuno con la propria storia, la
propria sensibilità e la propria voce, riattualizzano con altrettanti racconti inediti,
scritti appositamente per L’agenda ritrovata, il nucleo dell’impegno di Paolo
Borsellino. “Il ritrovamento dell’agenda rossa metaforicamente è il recupero di
una forma di dignità, di un senso delle cose che finalmente si disvela, di una
consapevolezza che un altro mondo, un’altra vita sono più che mai possibili.”
“Uno scrittore che fa
il suo dovere,” sottolinea Marco Balzano nell’introduzione, “è prima di tutto
uno scrittore che scrive bene e che sa consegnare agli altri una storia.
Volevamo un libro vivo, completamente calato nell’oggi, senza ulteriori
mitizzazioni, senza altre ipocrite santificazioni, che sono servite soltanto a
collocare in un olimpo inaccessibile chi apparteneva alla collettività e solo
per questa si è sacrificato. La letteratura, invece, quando è letteratura,
compie sempre un’operazione di avvicinamento”. Un avvicinamento che è anche un
viaggio da Nord a Sud – Helena Janeczek (Lombardia), Carlo Lucarelli
(Emilia-Romagna), Vanni Santoni (Toscana), Alessandro Leogrande (Lazio), Diego
De Silva (Campania), Gioacchino Criaco (Calabria) ed Evelina Santangelo
(Sicilia) –, “un passaggio di testimone”, scrive Gianni Biondillo ricordando
com’è nato il libro, “per raccontare non tanto dov’eravamo alla morte dei due
magistrati, ma dove forse siamo stati in questi anni, tutti noi: chi silente,
chi indifferente, chi deluso, chi vigliacco, chi sempre e comunque,
ostinatamente contrario, in prima fila”. Un filo resistente lega gli uni agli
altri i racconti di questa antologia: un’agenda rossa. Si affaccia dalla pagina
declinata in diversi modi, una volta ha i fogli strappati, un’altra è gonfia di
biglietti di teatro, ma sempre intende ricordare quella appartenuta a Paolo
Borsellino – che conteneva appunti, nomi e forse rivelazioni sulla strage di
Capaci, scomparsa immediatamente dopo l’attentato mafioso del 19 luglio 1992 e
mai più riapparsa.
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