Moretto a Roma se lo
ricordano ancora. Il suo vero nome è Pacifico di Consiglio e nel 1943 è Punico
ebreo romano che durante l'occupazione nazista resta in città per dare la
caccia ai suoi persecutori. Pugile dilettante, la vita di Moretto, come quella
di tanti ebrei romani, cambia dopo il 19.38. Ma a differenza di altri, Moretto
trova il modo per ribellarsi. Fa innamorare la nipote di Luigi Roselli, uno dei
più spietati e pericolosi collaboratori italiani dei nazisti, e, grazie alle
informazioni della giovane, lancia una sfida alle bande comandate dal colonnello
Kappler, capo della polizia tedesca di Roma. Arrestato due volte, riesce sempre
a fuggire mettendo in atto stratagemmi e altri intrighi, continuando a
combattere contro centinaia di spie, delatori e poliziotti fascisti. Il Duello
nel ghetto di Roma fra Moretto e Roselli si gioca tutto nel quartiere a ridosso
del Tevere. Una manciata di strade fino a pochi anni prima orgoglio di
convivenza e poi diventate teatro di un mondo braccato: famiglie numerose
nascoste nel timore della cattura, uomini obbligati a pagare affitti da
capogiro a protettori-sfruttatori, donne e bambini rifugiati in conventi dove
spesso tentano di convertirli, sopravvissuti per caso o fortuna al 16 ottobre
tornati a risiedere nel Ghetto sfidando la sorte. Per costoro scarseggia il cibo,
la morte è in agguato, non possono fidarsi di nessuno ma le voci che si
rincorrono su Moretto dimostrano che si può continuare a resistere.
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