“La vita non si lascia
mettere sotto spirito.”. «E Solenghi conclude: «Negli ultimi tempi mi raccontò
che stava scrivendo un libro. Le chiesi qual era il titolo è lei rispose: “È
arrivato l’arrotino”. Che razza di titolo è, le chiesi di nuovo io. E lei mi
spiegò: “Perché mentre scrivo, apro la finestra di casa che dà sulla strada e,
al di là dei rumori di auto, la voce ricorrente che mi arriva è quella
dell’arrotino. E per me inizia bene la giornata”» - (Emilia Costantini,
Corriere della Sera)
“Fu allora che udii la
voce di un uomo gagliarda e invitante, fulminea e tagliente come l’affondo di
una spada. Urlava con un’esuberanza che squarciò la sfera di silenzio e mosche
in cui eravamo sospesi: ‘Donne! È arrivato l’arrotino!’. Qualcosa accadde certo
dentro di me, era solo l’inizio, forse.”
«Nella mia vita avrei
costruito cattedrali di grazia e bellezza.» Certi incontri hanno una forza
quasi magica, perché dilatano lo sguardo lasciando affiorare le nostre paure
più profonde. A volte sono persone, altre idee, altre ancora solo voci. Ma
tanto basta. Non saremo più gli stessi. È quello che ci racconta Anna
Marchesini in questo suo ultimo romanzo. Due vite, due donne, due storie vicine
e lontane: una creatura che sta per venire al mondo e un’orfana che del mondo
conosce solo l’indifferenza. Un prima e un poi legati a doppio filo dalla
stessa presenza: il passaggio dell’arrotino che deposita le sue orme sulla
polvere, lo specchio di tutto quello che nella vita temiamo e amiamo. In bilico
tra il sorriso e la lacrima, queste pagine sono un inno alla gioia e alla
libertà, il dono più bello di una delle più grandi artiste italiane degli
ultimi anni. Con una lettera di Virginia Marchesini alla madre e una selezione
di poesie inedite.
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